Semplicemente un sorriso


Tanzania 2009Tanzania 2009

Con emozione vi presento: Semplicemente un Sorriso..con il magico naso rosso, questo il nome del progetto di clownterapia al quale parteciperò, per i bambini Tanzani, che prevede momenti di divertimento ed educazione, con la collaborazione di S.O.S. Bambino International Adoption O.N.L.U.S.

Elisa

Continual’impegno di S.O.S. Bambino in Tanzania in favore dell’infanzia in difficoltà.

L’Associazione, infatti, sta realizzando un nuovo progetto di clown terapia denominato “Semplicemente un sorriso”, con il quale intende avviare un percorso ludicoaffettivo fra i bambini ospiti del Kurasini National Children’s Home di Dar es Salaam.

Il prossimo agosto tre volontari esperti in animazione di corsia per bambini, […] assieme a due volontarie di S.O.S. Bambino si recheranno nell’istituto Kurasini dove realizzeranno una serie di attività di animazione per promuovere l’educazione alla gioia e la pedagogia dell’affettività.

La delegazione sarà accolta dal nostro prezioso collaboratore e referente locale Andrea Pannocchia.

Sono stati pianificati divertenti momenti ricreativi che sviluppino la socialità attraverso la metodologia del gioco e favoriscano l’instaurarsi di relazioni affettive positive.

E’ molto importante che i bambini che hanno conosciuto il trauma dell’abbandono e vivono in istituto abbiano la possibilità di sperimentare momenti di gioco e spensieratezza, di divertirsi ed esprimere liberamente le proprie emozioni e la propria creatività.

Le dinamiche di gruppo favoriranno, inoltre, gli effetti positivi sullo stato psicofisico ed affettivorelazionale dei piccoli ospiti dell’istituto.

Grazie all’aiuto dei nostri amici clown, muniti di nasi rossi e palloncini colorati, e alla loro contagiosa allegria, saranno avviati laboratori di manualità e piccoli spettacoli interattivi.

Semplicemente un sorriso... con il magico naso rosso

I laboratori prevedono la creazione di figure con i palloncini, lezioni di trucco e di giocoleria con palline ed anelli e perfino la scuola di micromagia. Sono previsti, inoltre, una scuola di improvvisazione teatrale e piccole gag, nonché giochi di gruppo.

I volontari saranno anche disponibili a visitare ed animare realtà vicine e collegate al Kurasini e durante il periodo di permanenza collaboreranno con il personale locale per eventuali mansioni di ristrutturazione e di abbellimento degli spazi al fine di rendere più confortevole la vita dei bambini all’interno dell’istituto.

Anche gli altri bambini e le famiglie residenti nei pressi della missione saranno invitati a prendere parte agli spettacoli teatrali che verranno organizzati. In questo modo il progetto avrà delle ricadute positive su un numero maggiore di beneficiari e consentirà l’aggregazione di più persone, anche di età diverse.

semplicemente sorriso 2 Semplicemente un sorriso... con il magico naso rosso abbracci

Infine, l’invio di questa delegazione a Dar es Salaam sarà anche una preziosa occasione per monitorare l’andamento degli altri progetti che S.O.S. Bambino sta realizzando in loco, per portare ai bambini supportati grazie al progetto di sostegno a distanza S.O.S. Tanzania il caloroso saluto dei loro padrini. Ma soprattutto per manifestare a tutti i bambini e i giovani ragazzi ospiti del Kurasini l’affetto e l’incoraggiamento dell’Associazione e di tutti i suoi sostenitori.

Di Lara Bertazzi.
Fonte: S.O.S. Bambino n.1 2009 – http://www.sosbambino.org

L’esperienza dei clown-dottori con i bambini

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Ridere fa bene alla salute. Ecco la testimonianza di come il gioco e l’umorismo aiutino i bambini ospedalizzati e i loro genitori a superare periodi difficili di malattia e a guarire più facilmente. Un medico e un professore di teatro raccontano le storie toccanti che vivono quotidianamente negli ospedali francesi.

Meditate gente, meditate

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Quando con questo slogan Renzo Arbore faceva pubblicità alla birra, non sapeva che era uno dei migliori consigli che si possano dare.

I benefici della meditazione sono tali da sembrare, francamente, incredibili.

Sorprendentemente a darcene una prova certa è proprio la ricerca scientifica e con una mole di dati davvero impressionante.

Al momento di scrivere questo articolo, con una rapida verifica abbiamo trovato ben 815 studi pubblicati dai più importanti ricercatori nel settore della medicina.

Ecco il quadro che ne emerge, e che giustifica ampiamente l’enfasi con cui ne parliamo:

1)     Chi pratica correttamente la meditazione si ammala molto meno degli altri. Nelle patologie gravi, la riduzione è del 50% nella fascia di età fino ai 40 anni. Oltre i 40, proprio quando abbiamo maggiori problemi di salute, la riduzione arriva fino al 67%. Tra la malattie gravi sono incluse ad esempio cancro (-53%), respiratorie (-73%) cardiovascolari (-87%).

2)     La meditazione è stata sperimentata in molti casi che presentavano patologie gravi non-responder (in cui la farmacologia non ha dato risultati), dando sempre una percentuale di successo significativa.

Per quanto riguarda la qualità della vita, gli effetti sono altrettanto eclatanti.

Chi pratica la meditazione vive più serenamente, accetta meglio le avversità di tutti i tipi ed ha più successo nella vita.

Questo aspetto, che a prima vista può sembrare strano, deriva da un diverso atteggiamento che assume spontaneamente, e che coinvolge anche le altre persone stimolandole a collaborare, a trovare soluzioni positive, a lavorare assieme con piacere.

La meditazione porta un miglioramento del sonno, della capacità di divertirsi e di godere delle gioie della vita, ed un aumento del tempo a disposizione, dovuto alla maggior efficacia con cui si affronta tutto.

Cos’ è

Naturalmente meditare non significa stare lì a ponzare.

Nella vita di tutti i giorni la nostra mente è un continuo viavai di pensieri, preoccupazioni, ansie, desideri e progetti senza soluzione di continuità. Perfino nel sonno la nostra mente continua a lavorare. Bene, la meditazione è esattamente l’opposto.

Cessato questo continuo traffico di pensieri, fatto silenzio dentro di noi e diventati osservatori immobili, possiamo dire di essere in uno stato meditativo.

La meditazione è una tecnica semplice, alla portata di tutti ed adatta a tutte le età, a patto di trovare un buon maestro.

E per avere dei risultati non serve neanche un grande impegno. Ad esempio molte delle ricerche sul trattamento di patologie gravi hanno utilizzato degli schemi di 15 – 30 minuti al giorno.
Effetti

L’elenco degli effetti della meditazione, anche limitandosi a quelli documentati dalla ricerca (che è in piena evoluzione), è davvero troppo grande per poterlo pubblicare anche in sintesi.

Possiamo dare solo alcune indicazioni, basate sugli effetti fisiologici di questa tecnica, che in sostanza sono due: riduzione dello stress e gestione del respiro.

La regolarizzazione del respiro ha un effetto forte su molte patologie. Ad esempio è attraverso questo meccanismo che la meditazione risolve da sola quasi tutti i casi di ipertensione, soprattutto quella da stress (minima alta).

Ecco una brevissima lista di alcune patologie.
*

Disturbi della memoria, dell’attenzione, del sonno e della sfera sessuale.
*

Depressione ed ansia.
*

Invecchiamento precoce (eccesso di radicali liberi).
*

Malattie cardiovascolari in genere.
*

Genesi del cancro e delle malattie autoimmuni.
*

Ipertensione essenziale. Stitichezza, dismenorrea (dolori mestruali).
*

Problemi respiratori, …

Un altra lista di effetti benefici si ha leggendo “all’inverso” l’elenco dei principali effetti dell’eccesso di stress (distress).
Una metodologia calibrata

Milioni di persone praticano la meditazione con successo, ma nonostante questo la sua diffusione è minima, comparata ai benefici che porta.

La cause sono molte ma possiamo identificare le principali nella scarsa informazione (stendiamo un velo sui perché), nella cattiva immagine generata dai soliti improvvisatori (che sono in soprannumero rispetto ai pochi operatori seri) e nella rigidità della maggior parte dei metodi.

Esistono infatti molte forme valide di meditazione, ma in genere ognuna propone una sua metodologia piuttosto chiusa. Succede così che una parte delle persone che si accostano alla meditazione  finiscano per abbandonala. La meditazione non deve essere uno sforzo o una cosa imposta, altrimenti si è fallito in partenza.

Per questo abbiamo messo a punto una scuola che utilizza le principali tecniche, anche quelle agli antipodi tra di loro, per cercare di dare a ciascuno la strada che gli è più congeniale in ogni momento della vita.

È una metodologia che supera i problemi derivanti dall’origine orientale della meditazione, ed è compatibile con i nostri ritmi e la nostra cultura. Ha quindi molta flessibilità, anche nei tempi, perché un impegno di due ore al giorno, ad esempio, sarebbe accettabile solo per una ristretta minoranza.

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Il libro giusto per imparare le migliori tecniche di meditazione, in modo semplice ed efficace, senza rituali strani o posizioni scomode. Dopo soli pochi minuti di lettura potremo cominciare ad esercitarci praticamente. La meditazione ci renderà più attenti, riflessivi ed intuitivi e migliorerà la nostra salute e le capacità mentali.

Nel CD allegato sono contenute cinque meditazioni condotte da Giuditta Dembech:
– Il Fiore di Loto
– Il Plenilunio

L’infinito pare..

piccoli-gesti-infinito

L’infinito pare qualcosa di irraggiungibile, e inconcepibile dalla nostra mente.
Ma in realtà siamo costantemente circondati dall’infinito.
Così come pensiamo di non poter cambiare il mondo nel nostro piccolo,
così non pensiamo neanche di poter trovare l’infinito in tutto ciò che ci circonda.
La matematica ci insegna che una retta ha infiniti punti e un segmento,
o un numero è divisibile infinite volte, non è forse anche questo infinito?
Pensiamo all’infinito in esteso, ma se apri la tua mente puoi pensare anche
ad un infinito che si sviluppa all’interno, in qualcosa di sempre più piccolo.
Così anche ogni oggetto, ogni persona, ogni pianta, ogni animale e qualunque cosa ci circondi è infinita.
Quando troverai questa consapevolezza, scoprirai anche che puoi trovare l’infinito in ogni piccolo gesto della tua vita.
Che puoi creare un cambiamento infinito con un gesto.
Puoi recare un sentimento come l’amore, la gioia ma anche la rabbia e l’odio
in modo infinito con un piccolissimo gesto.
La realtà è che il mondo dipende da ogni sua infinita molecola e anche l’atto più piccolo
riesce a causa re un infinito cambiamento nel mondo.
Quindi cerca di fare il bene anche nel tuo piccolo, cerca di cambiare il mondo con i piccoli gesti
quotidiani e così determinerai un infinito e rendilo un infinito di bene e di gioia.
di Bruno Domenico

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C’è una piccola rivoluzione copernicana in questo libro, un ribaltamento di punto di vista che ci insegna a dare importanza a ciò che di solito consideriamo banale. E ci fa trovare la felicità dove non la si era mai neppure cercata. La formula segreta del benessere, spiega Raffaele Morelli, sta nascosta nei piccoli gesti quotidiani che compiamo senza dar loro nessuna importanza. È una forza segreta potenzialmente in grado di darci una gioia infinita, che però noi offuschiamo di continuo coi nostri ragionamenti e i nostri giudizi, col nostro ingolfarci di scopi e progetti.

Dopo averci fatto capire che Ciascuno è perfetto e che Non siamo nati per soffrire, Morelli propone in queste pagine un suo nuovo fondamentale insegnamento, che si incastona alla perfezione nella filosofia controcorrente con cui l’autore ha conquistato migliaia di lettori. Un approccio all’esistenza a tutto tondo capace, nella sua elementare radicalità, di dare una vera svolta alla nostra vita.

Ama con tutto il tuo cuore

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Ama il tuo partner con tutto il cuore. Anche se una sola persona non può appagare tutti i tuoi bisogni, così come tu non puoi appagare i suoi, amala incondizionatamente.

Capisci le sue esigenze, ascoltala con passione, diventa il suo migliore amico. Non desiderare che cambi: apprezzala per quello che è e fatti apprezzare per quello che sei. Non sentirti inadeguato o insicuro! Dona calore, allegria, serenità, sicurezza e felicità alla persona che ami. Sii dolce e generoso.

Rispetta i suoi spazi. Aiutala a ritrovare le sue certezze, a credere in se stessa, a cambiare le credenze limitanti, a prendere decisioni importanti che determinino il suo futuro. L’amore è il vero potere: rispondi sempre con amore e diventerai insostituibile, irrinunciabile, avrai un valore aggiunto che ti renderà unico.

Chiarite le vostre regole, in che modo volete essere amati e quale pensate che sia il significato di amare ed essere amato. E’ molto importante parlare con sincerità e saper comunicare, in quanto è sin troppo facile fraintendersi e interpretare male parole e atteggiamenti.

Entra in sintonia con il tuo partner, comprendine bisogni ed esigenze, capisci cosa la fa sentire amata e non smettere mai di farglielo capire. Non dare mai nulla per scontato.

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“La sfida che bisogna affrontare quando si vive un rapporto di coppia è superare i conflitti, fondendo le differenze fino a formare un’alleanza che funzioni. In ogni ambito che ci vede su posizioni differenti c’è un forte potenziale di conflitto oppure di crescita. In parole povere, ogni differenza è un’opportunità per rafforzare la capacità di instaurare rapporti armoniosi tramite soluzioni che soddisfino entrambi”. John Gray

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Il suono del mantra

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Il suono si ripete, con le stesse cadenze, la voce che culla la mente e ti apre orizzonti lontani e perduti. Il mantra è una canto di libertà che arriva da Oriente, come il vento, come il viaggio profondo nell’anima, oltre la prigione della carne, del corpo.

Mantra è una parola che viene dal sanscrito e nasce dall’unione di manas (mente) e trayati (liberare). La ripetizione delle sillabe crea l’effetto cantilena. Il mantra più conosciuto è Om (Aum).

In Tibet molti buddhisti incidono i mantra nella roccia come forma di devozione. Il loro uso varia a seconda delle scuole spirituali o delle filosofie. Vengono utilizzati come amplificatori spirituali, parole e vibrazioni che inducono nei devoti una graduale concentrazione.

Ma nella loro concezione c’è anche qualcosa di magico e sacro, un rituale divino, che può servire a scacciare i demoni, ad accumulare ricchezza, a scongiurare pericoli o a eliminare i nemici. L’origine è in India, all’interno dell’Induismo vedico e nel Jainismo.

I mantra sono archetipi della realtà. Il mantra fondamentale è Aum, noto nell’induismo come il «pranava mantra», la sorgente di tutti i mantra. Il significato filosofico si fonda sull’idea Indù di nama-rupa o del nome-forma, che suppone che tutte le cose, le idee, o le entità presenti nell’esistenza e nel cosmo fenomenologico, hanno un nome e una forma di qualche genere.

Il nome-forma della vibrazione primordiale Aum è la prima manifestazione nama-rupa di Brahman, la realtà immanifesta. Prima dell’esistenza e al di là dell’esistenza l’unica sola realtà era Brahman, e sua la prima manifestazione nell’esistenza è Aum. Per questa ragione Aum viene considerato il mantra più potente e fondamentale, spesso usato come prefisso e suffisso in tutte le preghiere Indù.

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Questo testo può essere utilizzato sia come pronto soccorso per la mente e le emozioni in caso di stress, depressione e paura, sia come guida spirituale durante la meditazione. Inoltre è di aiuto a chiunque sia coinvolto in professioni o interessi a livello terapeutico per migliorare le condizioni generali di altre persone.

Fate l’amore, non la guerra!

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Da uno studio realizzato dalla Wilkes University (Pennsylvania), sugli effetti del sesso nello stress,  è risultato che le persone che fanno sesso almeno due – tre volte la settimana, sono molto meno soggette di altre ad ammalarsi di raffreddore.

Fate l’amore, non la guerra!

Cominciamo col dire che il sesso, a tutti i livelli, è un atto di purificazione.
Quando facciamo l’amore, a livello biochimico, si scatena una vera tempesta di ormoni, che attiva tutti i sistemi (assi neuroendocrini, circuiti mentali ecc.).
Tra l’altro si ha un aumento della dopamina, un neurotrasmettitore appartenente alla famiglia dele endorfine, la base naturale di quell’estasi che i meno fortunati cercano invano nella droga, e dell’ossitocina, un ormone misconosciuto perché oltre al suo effetto in sala parto, è un modulatore del piacere.
Sotto tutti questi stimoli lo stress ha un picco di attività che facilita il ritorno alla norma (omeostasi), cosa molto rara nella vita moderna.

È proprio questa la ragione principale per cui chi ha una vita sessuale regolare si ammala meno. Nello studio citato, può sembrare singolare che si sia indagato sul semplice raffreddore, ma la cosa è perfettamente coerente.
Il raffreddore è una tipica malattia dovuta alla disregolazione del sistema immunitario e rappresenta, quindi, un indice significativo dello stato di salute e della condizione di stress dell’individuo, che secondo la ricerca d’avanguardia è alla base della maggior parte delle patologie.
L’impulso armonico che riceve l’organismo con il sesso accelera il ritmo biologico, stimola l’espulsione delle tossine e facilita i fenomeni di rigenerazione di organi, cellule e tessuti.

Anche a livello psicologico, avere una vita sessuale sana rappresenta una periodica rigenerazione della mente. Permette di staccare da tutto il contesto usuale, di perdere, per brevi preziosi momenti, la cognizione del proprio Io.
A tutti i livelli, la sessualità è aprirsi verso un’altra persona, è la gioia di darsi all’altro, da cui scaturisce il vero piacere.
Alcune religioni di tradizione antichissima, come il Taoismo, considerano la sessualità una delle strade privilegiate che l’uomo ha per raggiungere il Supremo.
Nell’Healing Tao (il “Tao che guarisce”), contrazione ed espansione, cioè quella pulsazione che chiamiamo orgasmo, si susseguono di continuo anche nell’universo. Ecco perché l’orgasmo è vissuto come un’esperienza “oceanica”, che ci fa sentire tutt’uno con il mondo.

Quale sesso?

Ma allora il sesso è la panacea di tutti i   mali? Come mai la nostra esperienza ci dice il contrario?
È chiaro che abbiamo finora parlato di una sessualità sana.
Diciamoci la verità: persone con una buona vita sessuale come quelle della ricerca citata, saranno frequenti, speriamo, nelle lontane Americhe; da noi non tanto.
Allora facciamoci un paio di domande: tanto per cominciare, le persone osservate alla Wilkes University  sono erotomani ? Assolutamente no!

Una vita sessuale regolare è perfettamente compatibile con le esigenze fisiologiche e psicologiche medie. Il fatto da rilevare è che si tratta ovviamente di persone che hanno stabilito un buon accordo con il partner e che vivono l’esperienza dell’unione con gioia e serenità.

L’altra domanda interessante è: -dove finiscono le energie che la natura ci mette a disposizione per la sessualità, quando non vengono usate?
Molto all’ingrosso, fatte salve poche ed illustri eccezioni, in genere finiscono in: malattie, violenza e condizionamenti.
Gli studi in questo senso, partiti già da Sigmund Freud sono, almeno in parte, noti a tutti.

Facciamo ora qualche osservazione sulla nostra vita di tutti i giorni.
Nella pubblicità che, anche se nessuno di noi vuole ammetterlo, ci condiziona pesantemente, i riferimenti al sesso sono talmente diffusi che nei rari casi in cui mancano riaffiorano per contrasto.
La violenza, di cui facciamo il pieno tutti i giorni alla TV e nei piccoli litigi quotidiani, ha quasi sempre un sottofondo sessuale, ben riconoscibile nei media, più nascosto, ma non tanto, nella vita quotidiana.
Questo grande dono che la natura o Dio, secondo il nostro sentire, ci hanno fatto, può volgersi in una vera dannazione.
Ci sono stati ricercatori, come W. Reich che hanno studiato le relazioni tra la mancanza di una vita sessuale sana ed il comportamento irrazionale delle masse.
Il punto è che la sessualità è indissolubilmente legata alla sfera affettiva, e non può esistere una buona vita sessuale senza quella poco scientifica ed evanescente cosa che chiamiamo amore.
Proprio qui si ritrova il senso delle antiche religioni, che vedevano nello sviluppo della coppia la strada per conoscere se stessi e tramite l’altro, entrare in contatto con l’universo.

Idee sbagliate

Facciamo un esempio, sfatando un altro bel mito. Nella nostra visione il sesso è legato alla prestanza fisica, alla giovinezza, al vigore, cosa molto lontana dalla realtà e causa di molti dolori.
Qualcuno avrà sentito dire che gli antichi Hawaiiani apprezzavano maggiormente i partner più anziani, al contrario di noi.
Ma, anche nella nostra realtà, ci sono oggi molte coppie che nella terza età riscoprono o addirittura scoprono, finalmente, le gioie del sesso e senza assilli di performance e di impegni esterni, si passano intere mattinate a letto a fare sesso.
Non fraintendeteci, non stiamo consigliando di aspettare gli ottant’anni, ma vogliamo sfatare schemi e modelli che certa cultura và propinandoci quotidianamente.
Perciò: a) Non è mai troppo tardi; b) Come dice Antonia, uno dei nostri Maestri di meditazione nonché sessuologa, non andate trovare la nonna senza telefonare prima!

Virtuoso e vizioso

Una vita attiva, che in qualche modo corrisponde all’attivazione della risposta di stress fisiologica, stimola anche la sfera sessuale.
Questo si riscontra nel quotidiano, quando a volte davanti a condizioni di stress repentino, sentiamo il desiderio salire. È anche noto in alcune professioni, ad esempio negli artisti e nella persone che devono prendere molte decisioni.

Dall’altra parte, coma abbiamo visto, la sessualità sana è un potente antistress.
Quindi in una reazione naturale s’instaura un circolo virtuoso, in cui la vita attiva stimola la sessualità, e questa riequilibra i livelli di stress.
Quando la risposta di stress è iperattivata (distress), oltre al sistema immunitario e a molte altre funzioni organiche deprime anche la sessualità.
Si entra qui in un inferno di desiderio – repressione, incapacità e senso d’impotenza. Una piccola ricerca realizzata diversi anni fa sui manager evidenziava che, a dispetto dell’iperattivazione generata dal loro lavoro, avevano in genere una pessima vita sessuale.
Viene così a mancare la capacità rigenerativa della sessualità, che al contrario induce nuovi conflitti interiori ed interpersonali, in un troppo noto circolo vizioso.

fonte: http://www.lauraquinti.net/

Continuare ad amarsi quando la vita si complica

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In questo nuovo volume della fortunata serie “Gli uomini vengono da Marte, le donne da Venere”, il guru delia coppia John Gray analizza quanto e in che modo lo stress dei nostri tempi logori i rapporti tra i due sessi.

Negli ultimi cinquantanni la vita è cambiata in modo vorticoso, gli uomini e le donne hanno dovuto imparare a fare i conti con nuovi ritmi e soprattutto con nuovi ruoli. Questo ha fatto sì che i livelli di stress si impennassero vertiginosamente.

Sempre più spesso accade che l’uomo, così come la donna, sia costretto a dare tutto se stesso in ambito lavorativo; quando lui torna a casa è troppo stanco per tener vivo il dialogo e preferisce isolarsi, lei invece vuole sostegno incondizionato e sente il bisogno di comunicare i suoi stati d’animo. Tutto questo contribuisce a incrementare i livelli di tensione e inevitabilmente a minare l’armonia della coppia.

In “Gli uomini vengono da Marte, le donne da Venere e sono tutti sotto stress” Gray parte dal principio che il dialogo è il collante fondamentale di qualsiasi rapporto affettivo, quindi ci da gli strumenti per imparare a conoscerci meglio, propone efficaci teorie per intessere relazioni serene, e tecniche per favorire il relax e la sensazione di appagamento.

Il cervello e gli ormoni maschili e femminili, spiega Gray, sono concepiti per reagire diversamente allo stress; le donne si aspettano che gii uomini si comportino come loro, gli uomini fraintendono le effettive esigenze delle partner.

Capire, quindi, come “Marte” e “Venere” affrontano lo stress ci permetterà di guardare ogni cosa da un nuovo punto di vista. In questo modo lo stare insieme — anche per le coppie apparentemente in bilico — diventerà un’occasione di conforto e sostegno, e potremo provare sulla nostra pelle che “il vero amore non implica la perfezione, anzi fiorisce sulle imperfezioni”.

Ricorda sempre che..

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Che non si possono odiare tutti i fiori solo perchè le rose hanno le spine.
Non avere più sogni solo perchè uno non si é realizzato…
Perdere definitivamente la fede solo perchè non si é saputo attendere…
Desiderare che anche gli altri soffrano solo perchè noi in questo momento stiamo soffrendo…
Condannare tutte le amicizie solo perchè una ci ha tradito…
Non credere più nell’amore solo perchè uno ci è stato infedele …
Tieni ben a mente: devi cogliere tutte le oppurtunità per essere felice tentare in ogni modo di far realizzare i tuoi sogni…
E spero che il tuo cammino interiore non venga bloccato dalle brutture della vita che si presenteranno durante il tuo percorso.
R i c o r d a n d o   s e m p r e …

Esiste sempre un’altra opportunità Un’altra amicizia Un nuovo Amore Una nuova forza interiore bisogna solo avere la volontà di perseverare perchè la FELICITA’ busserà anche alla nostra porta … quando meno ce lo aspettiamo.

Tieni quindi bene a mente:
La vera “forza nella vita” non consiste nel non cadere mai, ma nel rialzarsi e tentare di nuovo tutte le volte che é necessario!

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Tutti i segreti del Pensiero Positivo in 100 domande e 100 risposte.

  • Ci sono situazioni in cui ti paralizza la paura? È normale.
  • Sei poco sicuro di te? Non sei il solo.
  • Sei spesso preoccupato e distratto? Benvenuto nel club.
  • Ti senti solo? Vai alla radice della solitudine una volta per tutte.
  • L’amore vero è un sogno irrealizzabile? Dipende da te.

«Per aprire gli occhi può volerci una vita; vedere può essere un attimo. È il paradosso della consapevolezza. Chi è maestro nell’arte della vita, non distingue più tra il lavoro e il tempo libero, ma è diventato consapevole del suo unico scopo: fare della propria esistenza un capolavoro di bellezza.

Qualsiasi cosa stia facendo, lascia agli altri decidere, se sta lavorando, o semplicemente giocando».

I fiori di Bach

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Cosa sono i fiori di Bach

Il campo su cui maggiormente agiscono i Fiori di Bach è quello dell’emotività e degli stati d’animo, ma certamente come la medicina psicosomatica insegna, la mente non è staccata dal corpo, e ciò che si mostra a livello mentale, ha un significato ed un’influenza anche sul piano fisico.

I segnali che le emozioni danno, sono solo dei segnali precedenti a quelli del corpo, vale a dire i sintomi fisici, perciò osservando e conoscendo l’aspetto emotivo e mentale si può correggere anche ciò che succede nel fisico.

La floriterapia non cura la malattia, ma gli stati d’animo e le reazioni agli eventi delle persone. Esempio: come possiamo reagire ad un determinato avvenimento: rabbia, paura, indifferenza, scoraggiamento. Ecc.

La floriterapia e’ nata dall’ osservazione di Bach dei diversi comportamenti e dalle diverse reazioni degli individui.

I fiori di Bach sono delle gocce derivanti dall’infusione di specifici fiori in acqua ed esposti al sole o bolliti.

I diversi rimedi sono la somma dell’azione congiunta dell’acqua e del fuoco, visto che gli elementi terra ed aria sono già presenti nel fiore, la pianta che li ha generati è difatti cresciuta fra la terra e l’aria del cielo.

Lo spirito con il quale Bach iniziò la ricerca che lo portò a trovare i 38 rimedi oggi conosciuti, era di avere un metodo semplice e naturale sia nella lavorazione sia nell’uso. Il metodo per ottenere i rimedi di Bach, prevede difatti il semplice utilizzo dell’acqua, dell’energia solare o del fuoco ed ovviamente dei Fiori.

Sono raccolti in una giornata di sole, messi in acqua ed esposti per tre o quattro ore al sole, oppure quando questo per motivi stagionali non sia possibile, si mettono a bollire. Una volta che l’informazione trasformatrice del fiore si trasferisce nell’acqua, a questa è aggiunto del brandy (come conservante)… e I Fiori di Bach sono pronti.

Perché proprio questa parte della pianta, cioè i fiori? In questa parte della pianta è racchiuso tutto il potenziale della pianta stessa.

Mentre le radici, il fusto e le foglie racchiudono la parte più materiale e già manifesta, e mentre il seme, ancora non manifestato, riassumere in esso tutte le caratteristiche peculiari di quella pianta, permettendo una sua riproduzione; il fiore è il ponte, il legame che simbolicamente e materialmente collega queste due parti. D’altra parte spesso, e in tante culture si è usato il fiore come simbolo d’avvenimenti ed emozioni e portatore di messaggi.
I Fiori di Bach, terapia vibrazionale

Per informazione s’intende un messaggio vibrazionale positivo. Non è un concetto di principi attivi presenti nel fiore da un punto di vista chimico – fisico, ma piuttosto di principi energetici che ogni pianta possiede. I “semplici”, vecchi erboristi dei secoli passati, si basavano proprio sulla forma, sul colore e sulle particolarità di ogni pianta per capire il campo di utilizzo. All’epoca non esistevano laboratori per la ricerca di elementi e sostanze presenti nella pianta, allora l’intuito e la capacità di entrare in contatto con la natura stessa della pianta permettevano di capire a cosa poteva essere utile. Le proprietà delle erbe tramandate dai “semplici” sono poi state confermate dagli attuali studi scientifici.

Il metodo per scegliere i rimedi richiede semplicemente di conoscere gli stati d’animo corrispondenti ad ogni fiore, e quali emozioni bloccate di conseguenza si possono riequilibrare. Non è indispensabile avere delle conoscenze medico-scientifiche o psicologiche, non era questo l’intento di Bach, che invece cercava la semplicità.

I nomi dei fiori sono in inglese, come ormai sono conosciuti in tutti il mondo, non sono stati tradotti volutamente, per non creare confusione.

Bach divise i 38 fiori da lui scoperti per le loro virtù guaritrici, in sette gruppi distinti.

*  Fiori per la paura
* Fiori per coloro che soffrono l’incertezza
* Fiori per l’insufficiente interesse per il presente
* Fiori per la solitudine
* Fiori per l’ipersensibilità alle influenze e alle idee
* Fiori per lo scoraggiamento o la disperazione
* Fiori per la preoccupazione eccessiva per il benessere degli altri

Assumere i Fiori di Bach è un atto d’amore verso noi stessi, ancor prima di essere una terapia.

La vita stessa nasce da un atto di amore che la natura perpetua generazione dopo generazione. Perciò l’assunzione dei rimedi floreali inizia proprio con questo atto, con l’azione volontaria di attenzione verso noi stessi, e con l’obiettivo di raggiungere una guarigione dai nostri sintomi e dai nostri disagi, ma anche e soprattutto dal bisogno di rimettersi in contatto con se stessi e con le proprie emozioni, perciò insieme alla loro assunzione, è opportuno diventare consapevoli del proprio modo di pensare e di agire.

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I trentotto rimedi di Edward Bach con i relativi stati d’animo, i principali disturbi curati dalla floriterapia, le domande e le applicazioni più frequenti spiegati nel dettaglio per poter fare una diagnosi del proprio caso e scegliere il rimedio più adatto. Un esempio di come la semplice forza della natura possa aiutare a risolvere molti problemi di salute.

I pensieri creano la tua realtà

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Non è facile assumersi la responsabilità della creazione consapevole.
All’inizio quando se ne sente parlare si ha come un moto di rabbia, si stenta a crederlo.
Si pensa che il destino o il fato si delineino davanti a noi, sotto i nostri occhi ignari.
Aspettiamo che gli eventi si materializzino sullo schermo della vita, come quando guardiamo un film, ci sediamo e attendiamo, ma cosa verrà fuori?
Cosa vedranno i nostri occhi?
Un po’ come da bambini vivevamo la magia dei racconti e delle fiabe, oggi che siamo cresciuti aspettiamo il “bel principe” o la “buona fata”, ma se le cose fossero davvero un po’ diverse?
Il linguaggio dei miti ci parla attraverso simboli che l’inconscio cattura e fa suoi, ma il conscio non comprende appieno ed interpreta con le sue modalità.
L’anima gemella ad esempio la cerchiamo in un’ altra persona, ci sentiamo principesse da salvare o principi che devono risvegliare la bella addormentata, dimenticando che nel passato i bambini non erano assolutamente considerati e che le Storie erano scritte per gli adulti! Si, le favole erano destinate ai grandi e parlavano un linguaggio criptato e nascosto affinché solo coloro che erano pronti e aperti potessero capire.
Avviene “Tutto dentro noi stessi” ed il Risveglio riguarda proprio il comprendere le importanti Leggi della Manifestazione.
Se riusciamo a credere nel nostro Potere Creativo allora siamo davvero ad immagine e somiglianza del Divino.
Ciò che ci differenzia dalle altre specie è proprio la capacità di trasformare pensieri ed emozioni in Realtà Fisica.
E’ importante creare il nostro mondo attraverso questa consapevole convinzione di ciò che Realmente E’!
Credere in se stessi e nella capacità di dirigerci dove desideriamo è la vera Bandiera: questo è l’obiettivo da perseguire.
Tutto è già di fronte a noi, infinite possibilità si aprono per noi, cerchiamo quindi di vederle con l’immaginazione, diamo loro corpo attraverso l’intenzione e l’allineamento di buone emozioni e pensieri positivi! Le emozioni sono il vero carburante, la forza propulsiva che inserita nel motore della mente ci permette di ottenere ciò che vogliamo.
Come ti senti?
Che stato d’animo stai provando?
Le sensazioni che vivi adesso sono il riflesso esatto della tua impronta nel Piano Creativo.
Cambia la tua vibrazione ed avrai un’altra impronta…….
Anche se può essere difficile, conviene provarci, piuttosto che sia l’inconsapevolezza a tracciare i tuoi traguardi!

I nostri desideri sono già pronti per essere realizzati, devono solo discendere da un altro Piano, dopodiché li potremo finalmente vedere con questi sensi così ingannevoli e limitati, che rappresentano però il nostro corredo finché viviamo qui!

Il segreto ha viaggiato attraverso i secoli… per raggiungerti

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The Secret DVD: il film che che cambierà la tua vita finalmente doppiato in Italiano!

…È stato desiderato ardentemente, nascosto, rubato e comprato per somme ingenti di denaro… Ora ti viene rivelato attraverso il film che ha ispirato il libro.

Il film “The Secret”, che negli Stati Uniti ha anticipato l’uscita dell’omonimo libro, è stato il DVD più venduto del 2007 su Amazon, il primo nella storia della prestigiosa libreria online americana a superare le patinate produzioni hollywodiane. Lo stesso successo si sta ripetendo anche in Italia dove la prima edizione di The Secret DVD in Italiano è esaurita presso il distributore in sole 24 ore.

Novanta minuti di racconti, testimonianze e insegnamenti trasmessi direttamente dalla voce di chi ha applicato con successo il Segreto alla propria vita: filosofi, dottori, fisici quantistici, imprenditori e autori, tra cui John Gray, de Gli uomini vengono da Marte, le donne da Venere, Jack Canfield, cocreatore della famosa serie di libri Brodo caldo per l’anima e Neale Donald Walsch, autore di Conversazioni con Dio.

Come ottenere una salute migliore? Come instaurare relazioni solide e durature? Come attrarre più denaro? In altre parole, come raggiungere la felicità?

Vai bene come sei!

Vai bene come sei

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Attenti a non cadere vittime della persuasione che non possiamo essere amati perché siamo troppo questo e troppo poco quell’ altro.
Andiamo bene come siamo, questa è la verità.
La diversità è la vita.
Vi sono stuoli di individui, per esempio, che prediligono le persone alte, oppure quelle basse: Ad alcuni piacciono le brune, altri preferiscono le bionde.
C’è chi apprezza i grassi, chi i magri: Chi ama i loquaci, chi ha un debole per i taciturni. E così via.
Meno ci sentiamo in torto per essere ciò che siamo, più sapremo di poter contare su un affetto veramente duraturo.
Con calma, con pazienza, scopriremo le persone che ci sapranno amare.
E da quel momento noi potremo contare su un’intera vita sgombra di artifici e delusioni, liberi di essere chi siamo.

Esternare il bisogno
Nessuno è mai tenuto a piangere o a soffrire in solitudine.
Eppure molti fra noi sarebbero disposti a patire in silenzio pur di non chiedere aiuto di cui peraltro hanno urgente necessità.
Tendiamo a ritenere che gli altri siano perfettamente consapevoli delle nostre pene, anche se noi non ne parliamo affatto.
E’ dalla forza emotiva, non dalla debolezza, che noi sappiamo trarre la capacità di invocare aiuto.
Il timore del rifiuto, o del ridicolo, o di qualunque altro impulso ci spinga a nascondere le nostre sofferenze, dev’essere sconfitto a ogni costo.
Diversamente, non otterremmo mai il supporto morale che ci occorre.
Naturalmente, nell’atto di sollecitare aiuto noi esprimiamo il nostro apprezzamento nei confronti di un’altra persona.
Implicitamente le facciamo capire che nutriamo fiducia in lei, che la reputiamo in gradi di aiutarci in un momento di grande vulnerabilità.
Non le chiediamo soluzioni. Vogliamo solo che sia presente, che ci accordi un sostegno temporaneo in attesa di trovare le nostre vie personale di superamento.
Un sano”Ho bisogno di te” è un’espressione importante d’amore.

SOLITUDINE COME SORGENTE D’AMORE
E’ bene tener presente che, indipendentemente dal numero delle persone che ci amano, ci circondano, hanno a cuore il nostro benessere e la nostra serenità, di fatto noi siamo veramente soli.
Nessuno, per quanto possa esserci vicino, può comprenderci perfettamente, capire le nostre paure, le nostre speranze, i nostri sogni.
Siamo ignoti perfino a noi stessi, e molti trascorrono l’intera vita nel tentativo di comprendere la loro vera essenza.
Tale estraniazione può diventare fonte di grande solitudine, ma non è detto che sia sempre così.
In realtà essa ci offre il destro di affrontare le nostre paure attraverso un processo di autorivelazione.
Noi sapremo davvero chi siamo solo quando vorremo scavare nei recessi più profondi del nostro io.
Altri scopriranno chi siamo solo quando ci arrischieremo a dischiuderci.
E’ un compito arduo, in continuo divenire. Attraverso l’accettazione della nostra solitudine, possiamo finalmente intuire l’autentico peso dell’amore e il motivo per cui vivere senza amore non è davvero possibile.

LA POSSESSIVITA’ FINISCE SEMPRE COL DISTRUGGERE CIO’ CHE SI PROPONE DI PROTEGGERE
Il controllo assoluto su un altro essere umano non è possibile e tantomeno auspicabile. Ed è sempre distruttivo.
Uno dei grandi miti sul vero amore vorrebbe che le vite di un uomo e di una donna fossero intrecciate per sempre, incamminate sulla stessa via, protese verso le stesse mete e i medesimi interessi, e che ogni istante di separazione fosse per loro un’eternità.
Quand’anche ciò fosse possibile, a me sembra tristissimo!
Sentirsi uniti, protetti, solidali è un sentimento del tutto naturale.
Ma diventa un problema quando noi ne facciamo un’esigenza esclusiva. Chi focalizza il proprio amore su un unico soggetto ha difficoltà nei suoi rapporti con gli altri.
Constatare che le persone che amiamo sanno amare, oltre a essere amate, dovrebbe essere un conforto, non una minaccia.
Dovremmo rallegrarci che abbiano interessi estranei alla nostra persona, che siano autosufficienti e abbiano fiducia in se stessi.
In realtà, noi siamo in grado di amare molte persone contemporaneamente senza con ciò diluire ciò che abbiamo da offrire.
Anzi, quanto più numerose sono le nostre esperienze affettive, tanto maggiore è il patrimonio che rechiamo con noi quando ci concentriamo su un rapporto intimo e profondo.
La spartizione non scredita la qualità dell’amore; al contrario viene intensificata e ulteriormente arricchita dalla nostra esperienza.

Brani tratti dal libro: “Nati per amare” di Leo Buscaglia

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Siamo tutti convinti che l’amore sia la cosa più importante della vita, che siamo “nati per amare“. Perché allora l’amore è così difficile da trovare, e spesso ci dà più sofferenze che gioie?

Per Leo Buscaglia, il ‘maestro d’amore’ più famoso del mondo, non lo troviamo perché non lo cerchiamo, e ci fa soffrire perché non lo comprendiamo. Anche l’amore, proprio come le altre discipline, dev’essere capito, imparato, studiato e praticato.

In questo ‘corso d’amore’ in duecento lezioni, o riflessioni, del famoso professore americano il lettore troverà, in un linguaggio semplice e universale, verità elementari ma spesso ignorate, princìpi che, se applicati ogni giorno, lo aiuteranno a vivere meglio e più intensamente, ad avere rapporti più armoniosi con gli altri.

L’amore è infatti il miglior antidoto contro la solitudine, la frustrazione e la paura, ci rende più protettivi, e soprattutto più creativi.

Gesti e parole

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Inseparabili il gesto e la parola

Le ricerche dimostrano che quando archiviamo il nome di un oggetto e di cose  concrete, attiviamo sì l’area linguistica, ma anche quella motoria

Marco Pacori

CHI non conosce uno di quegli individui che possiedono una gamma di espressioni che va dal cipiglio allo sguardo glaciale … e di poche parole? E chi non si è sentito una volta o l’altra nella vita così teso e impacciato da non trovare niente da dire o non sapere come rispondere?
Cosa hanno in comune questi due esempi? L’assenza o la rarità dei gesti. Da quanto è emerso da uno studio in corso di pubblicazione di Robert Krauss e Ezequiel Morsella della Columbia University di New York, parlare fluentemente, in modo colorito, avere la battuta pronta è legato all’espressività e alla quantità dei gesti che facciamo durante il dialogo. E sembra che ora se ne siano individuate anche le basi neurologiche.

Si suppone da tempo che il linguaggio abbia avuto origine dai gesti e le osservazioni sull’acquisizione della parola sembra avallare questa ipotesi; solo in tempi recenti ci si è accorti che l’espressione verbale ha tutt’altro che soppiantato i gesti e che proprio questi ultimi sono parte integrante della facoltà di parlare con proprietà e scorrevolezza.
Una delle prime osservazioni al riguardo la si deve allo psicologo Bernard Rimé dell’Università di Louvain in Belgio che ha notato come quando nel dire qualcosa si gesticoli, il movimento anticipa sempre la parola. In un recente studio in cui i soggetti erano immobilizzati, si è constatato come questi ultimi, parlando, avesserò difficoltà ad esprimersi e provassero molto spesso la sensazione di avere una “parola sulla punta della lingua”. Un indagine in cui era stato impedito ai partecipanti di muoversi hanno dimostrato come l’eloquio diventi più povero, più “insipido”, l’articolazione delle parole appaia più stentata e aumentino gli errori di pronuncia.
Sempre nella stessa ricerca è stato messo in luce che numero e ostentazione nei gesti cambiano in relazione all’argomento di conversazione: sono minori quando si ci riferisce a un concetto astratto; per contro, sono più vivaci ed espressivi mentre si descrivono scene, azioni o  oggetti concreti. Inoltre, se si devono illustrare gli aspetti spaziali di qualcosa e si è impossibilitati o inibiti ad usare dei gesti, il discorso risulta più impreciso e meno particolareggiato.

Il nuovo studio di  Krauss e Morsella, psicologi alla Columbia University a New York, sul rapporto tra linguaggio e gesti ha gettato nuova luce sull’argomento. I due ricercatori  avevano applicato all’estremità superiore destra dei soggetti seduti degli elettrodi che danno modo di registrare la presenza di tensione muscolare. Ai partecipanti venivano quindi lette delle definizioni di utensili, cose e idee e veniva chiesto loro di dire il nome di ciò a cui ci si riferiva.
Dall’esame delle risposte e dal confronto con gli elettromiogrammi, i ricercatori hanno osservato che i termini concreti suscitavano una maggiore contrazione nei muscoli dell’arto dominante. Per altro, è stato anche constatato che, benché tensione e movimento dell’altro braccio non fossero misurati, anche questo veniva mosso assieme alla mano e che i movimenti erano tuttal’altro che scomposti: anzi, erano realizzati in modo tale da fornire una raffigurazione plastica del termine cercato oppure dei movimenti che si fanno nell’afferrarli o nel farne uso; così ad esempio, nell’atto di recuperare il nome “pianura”, i soggetti muovevano la mano a raggera e nel ricordare il termine “spiedo”, eseguivano una rotazione con il pugno semichiuso.

Per spiegare queste relazioni, gli autori hanno abbracciato la tesi elaborata dall’equipe di neurologi dell’Università Cattolica di Roma, capitanata da Gainotti: sulla base di osservazioni su individui che avevano subito danni cerebrali, questi studiosi ritengono verosimile che quando apprendiamo il significato di un oggetto, lo archiviamo nella memoria assieme alle azioni e alle contrazioni muscolari che compiamo usandoli o che eseguiamo per comprenderne il funzionamento.

Così, quando ci troviamo a richiamare a mente il suo nome, recuperiamo in realtà l’intero complesso di informazioni ad esso legate. In altre parole, si attivano non solo l’area linguistica del cervello, ma anche quella motoria e premotoria dove immaganizziamo le sequenze di azioni fra loro coordinate. La evocazione nel cervello del movimento  metterebbe automaticamente in moto i muscoli e ci spingerebbe ad accennare per lo meno parte della sequenza; questa, a sua volta, diverrebbe un “spunto” per ricordare il nome dell’attrezzo o dell’oggetto.

Per quanto riguarda il recupero dei nomi di cose concrete si attiverebbe, invece, l’area di integrazione sensoriale (in questo caso, tra il senso del tatto e la vista). Semplificando, possiamo dire che per capire meglio la struttura o i rapporti spaziali di  qualcosa è come se passassimo una mano immaginaria su una sorta di suo “modellino”; in questo modo, oltre a vedere differenze in altezza, angoli e avvallamenti, sentiremmo anche le dimensioni tattili corrispondenti, cioè rilievi, spigoli o infossature:  invieremmo poi il tutto nella memoria assieme al nome della cosa … al momento della sua “rievocazione”, adotteremmo quindi un processo analogo a quello indicato per il ricordo dei nomi di oggetti .

Introduzione alla comunicazione multimodale

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A ognuno di noi sarà capitato, parlando con qualcuno, di pensare “c’è qualcosa che non mi convince nella sua voce”, o “ha fatto un gesto eloquente”, o “il suo sguardo esprimeva tutta la sua disapprovazione”. Questi messaggi che dicono più delle parole ci arrivano da altre parole, a volte impercettibili, del corpo. In realtà, siamo tutti poliglotti: parliamo con le mani, gli occhi, il viso, i movimenti e le posture, il contatto fisico. Ma se da millenni si compilano dizionari e grammatiche, perché non studiare anche le “parole del corpo”, perché non cercare, di questi sistemi di comunicazione, il lessico e l’alfabeto?

Questo libro spiega come fare un “gestionario”, un “occhionario” e un “tocconario” – lessici dei gesti, dello sguardo e del toccare. Oltre a studiare questi segnali singolarmente, è intrigante vedere come interagiscono in ogni atto comunicativo: in talk show e lezioni di scuola, dibattiti elettorali e sedute di logopedia, processi e film comici. A volte i messaggi si confermano a vicenda, a volte si contraddicono: dici che mi ami ma sento che mi respingi; mi sgridi, ma in modo bonario. E allora la multimodalità è strumento per i messaggi indiretti e contraddittori, per l’inganno, lo scherzo, l’ironia.