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Perchè fa bene ridere di gusto?

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Su quali organi agisce sopratutto il ridere di gusto?

Nel CERVELLO è una zona specifica a trasmettere il segnale: si tratta di particolari strutture, il limbo e l’ippocampo in cui si trovano i circuiti legati alle emozioni. Oltre a questi circuiti, si attivano i nuclei grigi della base encefalica e il corpo striato, ma è il talamo che sovrintende alla risata come centro sensoriale, mentre il corpo striato induce le reazioni motorie. Gli stimoli del riso e del pianto hanno origini simili e i segnali di inizio di una fragorosa risata, così come di un pianto dirotto, partono da una stessa zona cerebrale. La teoria che il riso faccia bene alla salute, in quanto sembra che riduca certi inibitori delle difese immunitarie, è avallata da dai risultati di numerose ricerche, che rafforzano la convinzione dell’esistenza di importanti interazioni fra la mente e il sistema immunitario.

ORMONI: Il riso fa aumentare la produzione di quegli ormoni, quali l’adrenalina e la dopamina, che hanno il compito di liberare le nostre morfine naturali: endorfine, encefaline e simili.
Le ENDORFINE provocano una diminuzione del dolore e della tensione, permettendo il raggiungimento di uno stato di relax e tranquillità.
Le ENCEFALINE sembrano esaltare il sistema immunitario, aiutando a meglio combattere le malattie.
MUSCOLATURA: quando si ride parte della muscolatura, soprattutto a livello del torace e degli arti superiori, alternativamente si contrae e si rilassa e innesca una ginnastica addominale che migliora le funzioni del fegato e dell’intestino, (Ridere equivale a un buon jogging fatto rimanendo fermi).
Solo col riso muoviamo alcuni muscoli del corpo e soprattutto del viso. Quando il cervello invia il messaggio “ridi”, ben quindici muscoli del viso vengono attivati dal segnale. La risata si riflette dall’espressione facciale ai muscoli del torace e dell’addome (le spalle e il torace si sollevano aritmicamente) sino agli sfinteri. Non a caso dopo una risata a crepapelle si sentono i muscoli della pancia doloranti, come pure le costole.
RESPIRAZIONE: il primo beneficio provocato da una risata lo riceve la respirazione, che grazie ad essa diviene più profonda. L’aria nei polmoni viene rinnovata attraverso attraverso fasi di espirazione e inspirazione tre volte più efficace che in stato di riposo. Le alterazioni del ritmo respiratorio vengono intervengono sull’ossigenazione del sangue.
CIRCOLAZIONE SANGUIGNA: la risata favorisce, attraverso la respirazione profonda, l’ossigenazione e la circolazione del sangue con aumento della pressione arteriosa.Il riso crea un CALORE INTERNO generalizzato che ossigenando tutte le cellule del corpo, può accelerare la rigenerazione dei tessuti e stabilizzare molte funzioni corporee, contribuendo a difendere il fisico da infezioni.
CUORE: durante una risata, il cuore aumenta le pulsazioni anche fino a 120 al minuto. Numerose ricerche sugli effetti derivanti dal ridere, hanno evidenziato come il riso possa essere uno strumento terapeutico di rilievo rivolto non solo allo spirito ma anche al corpo. Possedere la capacità di saper percepire gli aspetti comici e di abbandonarsi all’ilarità è un requisito fondamentale per prendere la vita per il verso giusto, sapendone apprezzare gli aspetti positivi senza troppo lasciarsi condizionare dalle situazioni sfavorevoli.

Il riso aiuta a superare più facilmente le situazioni difficili, anche di salute. Il caso più classico di guarigione ottenuta non con farmaci ma con sane risate è quello di Norman Cusins, docente e ricercatore della facoltà di MEDICINA dell’UCLA, venne colpito da una grave forma di artrite reumatoide spondilite anchilosante che provoca, tranne rarissimi casi, la paralisi progressiva e poi la morte. I medici gli predissero pochi mesi di vita e allora lui abbandonò l’ospedale e si trasferì in un grande albergo. Interruppe così la terapia consigliata dai medici e sostituì le medicine con massicce dosi di vitamina C e film comici.
Quindici anni dopo la diagnosi che lo dava per spacciato, Norman Cousins pubblicò “Anatomia di una malattia” un libro dove racconta la sua storia, che è diventata l’emblema, anche nella medicina tradizionale, di uno dei tanti risultati positivi ottenuti attraverso il ridere.
L’umorismo in medicina andrebbe utilizzato di più. Lo si vede in corsia: chi fa battute e scherza con i malati è molto più umano.
Una nuova branca della medicina la PSICONEUROENDOCRINOIMMUNOLOGIA (PNEI) ha dimostrato che il ridere influenza positivamente il sistema immunutario, vero garante della nostra salute.

Tutti gli studi nel campo della salute ci assicurano che dovremmo cominciare col ridere di più, perché RIDERE FA BENE.
Anzi fa benissimo.
Per il buddismo Zen quindici minuti di risate equivalgono a sei ore di meditazione. Da sempre si sa, le persone allegre e ottimiste vivono più a lungo, e soprattutto vivono meglio.
Come scriveva lo psicanalista Ernst Kris: “… sotto la spinta della battuta di spirito, torniamo all’allegria dell’infanzia. possiamo finalmente liberarci dai legami del pensiero logico e divertirci in una libertà dimenticata da anni”.
La felicità è contagiosa, e il riso apre le valvole dell’energia comunicativa.

Ridere, giocare, divertirsi fa portare fuori il nostro bambino interiore, vivo, creativo, stimolante, che deve essere incoraggiato.
Affidarci solo al pensiero positivo indotto non basta. Ecco perché il riso diviene un passaggio chiave per spegnere il lavorio mentale, risvegliando la mente inconscia attraverso il non-fare e il non-pensare, e favorendo la creatività, come presupposto a libere associazioni.
Quando andiamo in ospedale a fare il volontariato-clown facciamo in modo che il malato anche solo per 10-20 minuti si scordi della sua malattia, ritorni ad essere una persona e non un malato.
Il nostro corpo è in armonia quando siamo sereni, allegri, liberi, altrimenti, inevitabilmente, ci si ammala. Mentre ridere aumenta le nostre difese immunitarie, una mente preoccupata apre la strada ai nemici della salute.
Gli effetti psicologici e biologici del riso sono tutti positivi. Ridere infatti è un esercizio muscolare e respiratorio, che permette un fenomeno di purificazione e liberazione delle vie respiratorie superiori.
ridere può in effetti far cessare una crisi di asma, provocando un rilassamento muscolare delle fibre lisce dei bronchi, per azione del sistema parasimpatico. per coloro che soffrono di enfisema, ridere, provocando l’aspirazione dell’aria, migliora l’insufficienza respiratoria. L’aumento degli scambi polmonari tende ad abbassare il tasso di grasso nel sangue, promuovendo un effetto benefico sul colesterolo.

Quando noi ridiamo, tutto il nostro corpo ride e si rilassa. Da quando si inizia a ridere, il cuore e la respirazione accelerano i ritmi, la tensione arteriosa cala e i muscoli si rilassano.
Si può affermare quindi che il riso ha un ruolo di prevenzione dell’arteriosclerosi. Ridere inoltre possiede una funzione depurativa dell’organismo per espulsione dell’anidride carbonica, e permette un miglioramento delle funzioni intestinali ed epatiche.
Ridere combatte la stitichezza perché provoca una tale ginnastica addominale che rimesta in profondità l’apparato digestivo.
Sullo stato generale di salute, ridere combatte la debolezza fisica e mentale: la sua azione infatti causa una riduzione degli effetti nocivi dello stress. Ridere calma il dolore, in quanto distrae l’attenzione da esso (calma temporanea) e quando lo stesso dolore riappare non ha più la stessa intensità.
Ridere è un primo passo verso uno stato di ottimismo che contribuisce a donare gioia di vivere, e quindi ha delle proprietà antidepressive.
Anche l’insonnia passa, perché ridere diminuisce le tensioni interne.
Ridere è il mezzo più sano per vivere meglio e più a lungo possibile sfidando le frustrazioni della vita.I ricercatori del gruppo internazionale Arise, che si occupano di studi sul piacere, hanno dimostrato l’esistenza di un rapporto diretto tra cali dell’umore e risposte del sistema immunitario.
Il riso riduce la secrezione di ormoni da stress, come il cortisolo, e stimola la produzione di betaendorfine, analgesici prodotti dall’organismo (come sostiene William Frye, neurologo dell’università di Stanford).

“… il piacere è importante per la nostra salute sotto tre aspetti” dichiara il professor Warburton, coordinatore dell’Arise: “… primo: può contribuire a favorire la salute fisica e mentale. secondo: può facilitare il processo di rilassamento e proteggere dallo stress, ovvero svolgere una funzione di antidoto. terzo: può agire come un fattore di protezione dalle malattie. proprio come un vaccino

IN CHE MODO FUNZIONA lA CLOWNTERAPIA IN TERMINI SCIENTIFICI?

La risposta arriva attraverso le parole di un autorevolissimo scienziato americano, il professor William Fry della Stanford University. I suoi studi hanno dimostrato in maniera inconfutabile che la risata è un perfetto esercizio aerobico. In particolare, incrementa l’apporto di ossigeno ai polmoni, aumenta la resistenza cardio-polmonare (un minuto di risata equivale a dieci minuti di esercizi sul vogatore), rilassa i muscoli, massaggia gli organi interni, migliora la circolazione sanguigna, favorisce il sonno calmo e rilassato. Un altro scienziato americano, il dottor Lee S. Berk dell’Università di Loma Linda in California, ha verificato che la risata aumenta il livello delle globuline A nella mucosa respiratoria, e dunque irrobustisce il sistema immunitario e aiuta in maniera determinante chi soffre di asma e di bronchiti. Non bastasse, incrementa il livello delle endorfine, diminuisce il tasso di stress, combatte attivamente la depressione.

Fonte: http://www.clownterapia.it

Il sorriso nelle pratiche di cura

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Un clown e un bambino s’incontrano. Attorno bianco e azzurro. Luci s’accendono a intermittenza e apparecchi computerizzati, con grovigli di fili, dettano il ritmo al movimento delle persone. Lo spazio del letto del bambino delimita l’incontro. Avvolto in lenzuola stirate e fra le sbarre di protezione, il bambino affronta una sfida: vivere. E lo fa al ritmo delle apparecchiature, alla velocità degli uomini e con il mistero della vita che vive nel suo piccolo corpo.
Il clown crede che scherzare sia il modo migliore per fare un incontro e che questo non ha un tempo determinato per avvenire: tutto dipende dall’intensità degli sguardi e dal permesso per scherzare. E in realtà il gioco già è iniziato e non è facile dire chi fa lo scherzo e chi lo riceve. É una cosa talmente intensa che durante l’incontro scherzare equivale a vivere.
La scienza riesce a descrivere pochi misteri del nostro corpo. Le cifre delle apparecchiature forse non captano completamente il risultato di questi incontri, come non lo fanno le osservazioni dei tecnici e degli scienziati. Sono i sorrisi, che adesso fanno parte degli ambienti ospedalieri, a dare testimonianza del contributo che tali unioni apportano alla vita.
Non avere fretta di leggere le storie che compongono questo libro. Non aver fretta perché ogni incontro fra i clown e i bambini è un vero spettacolo, con tanto di capo, corpo e coda. Ma come accade tutto ciò? Clown e bambini condividono un fattore importante: sono troppo occupati a vivere il presente, cercando di colorarlo d’allegria. Questa è la forza dell’incontro: mettere la
vita in movimento.

Che cos’è l’emozione?

emozioni

Che cos’è l’emozione?
Attraverso questionari inviati a missionari sparsi su tutta la terra, Darwin verificò che non esiste società che non conosca la paura, il pudore, l’ira, la nausea, la curiosità, il
piacere, il dispiacere, il pianto, il riso, la gioia, la tristezza.
A qualunque popolo o razza appartenga, il disegno infantile del viso di un pupazzo con l’arco della bocca rivolto verso l’alto significa: allegro, rivolto verso il basso: triste.
Senza eccezione le emozioni appartengono a tutta l’umanità e a tutte le società.
Le emozioni di fondo sono uguali per tutti mentre è la loro espressione che varia a seconda della cultura e delle decisioni individuali. L’uomo è di fatto un animale sociale
che non si comporta umanamente se non cresce tra gli uomini. Ne sono esempi i bambini cresciuti tra i lupi o le scimmie.

Le espressioni del “sentire allo stato puro” si possono
scorgere solo sulle facce dei bambini: il neonato reagisce alle emozioni senza mediazioni, urlando, piangendo, gorgheggiando, tubando.

Definire in breve l’emozione non è facile.
È oggetto di studio solo di recente essendo stata trascurata a favore della “mente” e del mentale, quasi come se l’emozione fosse una reazione puramente “fisica”.
Ora la tendenza è quella di coniugare finalmente la psicologia con la fisiologia. Si comincia a poter rispondere in modo autorevole sui processi più irrazionali della psiche.

Possiamo definire l’emozione come un movimento interiore, una risposta psicofisiologica correlata a uno stimolo interno o esterno. L’emozione ha lo scopo originario di farci muovere e lo dice la radice stessa della parola “moveo”, di produrre un’azione, con l’aggiunta .del prefisso “e” diventa “movimento da”.
Ogni diverso stimolo provoca un’emozione diversa, e ogni tipo di emozione prepara il corpo a diverse funzioni. Per esempio, la collera fa affluire il sangue al cervello e agli arti superiori che consentono l’energia per un’azione aggressiva-difensiva vigorosa.
La tristezza fa cadere l’energia vitale, chiude la persona e le consente di elaborare la perdita per tornare in seguito a vivere.
La paura scatena l’adrenalina che serve a preparare la fuga rapida.
Al contrario, l’amore e i sentimenti di tenerezza provocano un’attivazione del sistema parasimpatico che è quel rilassamento che induce a uno stato di calma e di soddisfazione
utile a comprendere e a cooperare.

L’emozione è un segnale di un bisogno, non e una risposta razionale ma basata su una specie di istinto residuo che è servito a far sopravvivere sia l’individuo che la specie.
Poiché la società si è evoluta rapidamente, spesso le espressioni delle emozioni vanno filtrate attraverso una razionalità che ha rispetto dell’emozione stessa.
Per molto tempo l’emozione è stata identificata con gli intensi sfoghi passionali o stati d’animo particolari, negativi, infantili o animali, mentre la razionalità è stata privilegiata
come unica caratteristica esclusivamente umana. Ma cosa ce ne facciamo di fisici bravissimi in grado di fabbricare bombe atomiche o di tecnici industriali che inventano
procedure distruttive per l’ambiente?
Se non pensiamo anche a una vita fatta di socialità e di condivisione, questo nostro mondo non avrà scampo.
È questa la ragione per cui ha avuto molto successo il concetto di “Intelligenza emotiva`, cioè della capacità di essere autoconsapevoli, di provare l’emozione che stiamo vivendo coniugando l’emotività con la razionalità.
Provare emozioni, quindi, non vuol dire essere infantili, femminili o animali: l’emozione è una parte di noi, così come è una parte del nostro Io la capacità di ragionare.

Ogni società regola l’espressione delle emozioni e dei sentimenti. È nel processo di sviluppo, infatti, che impariamo cosa e come sentire, e il modo in cui esprimere le emozioni.
Il sentimento è perciò una emozione legata al pensiero ed è dunque un’acquisizione che avviene attraverso l’apprendimento.

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