Bella e il Gorilla – Anthony Browne

C’era una volta un gorilla molto speciale,
a cui era stao insegnato un linguaggio dei segni.
Sembrava avere tutti ciò che serviva.
Ma era triste.
“Io… voglio…
un amico.”

Gorilla è probabilmente oggetto di ricerca, vive tranquillo e con tutti gli agi in un appartamento, ha anche una televisione e un water e gli viene insegnata la lingua dei segni.


Un giorno il Gorilla comunica con il linguaggio dei segni che si sente solo e con i gesti chiede ai suoi custodi un amico. E’ così che arriva Bella, una piccola e affettuosa gattina che in un primo momento appare spaventata dalla creatura enorme e nera nelle cui mani viene affidata, ma poi i due diventano tutt’uno.
Lui le vuole bene, donandole le attenzioni di cui ha bisogno, dandole il latte e anche del miele, trascorrono le giornate insieme e dormono abbracciati insieme…e non solo, i due vanno anche a fare i loro bisognini insieme 😀
Bella e Gorilla trascorrono così felici e appagati le giornate in amicizia per moltissimo tempo.

Finchè un giorno Gorilla si arrabbia moltissimo guardando un film alla tv, la rabbia è così forte che rompe la televisione. I custodi si preoccupano subito, pensano che il gorilla sia diventato improvvisamente pericoloso e la conseguenza è che bisogna allontanare la gattina a cui rischia di far del male.

“Il gorilla guardò Bella.
Bella guardò il gorilla.
Poi lei cominciò a segnare.
Sono…
stata…
IO!”

Bella e il Gorilla di Anthony Browne edito da Camelozampa è un’opera prevalentemente di immagini, disegni a colori espressivi e commoventi; un volume nel quale la narrazione è affidata soprattutto agli occhi dei protagonisti, da soli in grado di raccontare gioie, dolori, paure e speranze.
Il racconto è liberamente tratto dalla storia vera di Koko, la gorilla nata nello zoo di San Francisco (morta circa un anno fa) che conosceva il linguaggio inglese dei segni, questo racconto per i più piccoli fa riflettere sull’importanza dell’amicizia, anche fra specie diverse.
Un bel libro, senza alcun dubbio! Un libro che, con la sua genuinità carica di buoni insegnamenti, abbatte le barriere dei pregiudizi e parla ai lettori di valori universali da preservare, come la solidarietà, la riconoscenza, l’amicizia.

La trama stessa può essere un punto di partenza per la discussione sulla solitudine, l’amicizia e la gentilezza. Infatti durante la storia il gorilla vive una serie di emozioni: tristezza, felicità, rabbia, che sono tutte raccontate dalle espressioni sul suo volto.
Le emozioni vissute dal Gorilla sono qualcosa che tutti i bambini avranno vissuto in qualche modo nella loro vita, rendendo questo libro qualcosa a cui potranno relazionarsi. Ciò potrebbe anche migliorare ulteriormente la loro interpretazione delle emozioni mostrate attraverso le illustrazioni.

Una storia speciale che ha il potenziale per essere usata con una vasta gamma di età. Le straordinarie illustrazioni realistiche attirano l’attenzione anche dei lettori più giovani. Un libro illustrato, dove l’entusiasmo di Browne incoraggia i bambini a diventare lettori di parole e immagini.

Bella e il grande e grosso Gorilla non possono che provocare tenerezza e amore, insegnare il rispetto e la considerazione, il termine discriminazione qui non trova assolutamente casa perchè pagina dopo pagina un gatto e un gorilla di fatto diventano grandi complici e inseparabili amici.
Ce lo dimostrano spesso i bambini, ora anche Bella e il Gorilla ci ricordano che l’Amicizia a volte è qualcosa di inaspettato, succede e basta.

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Ti CERCO, ti TROVO – Anthony Browne

“Giochiamo a qualcosa?” chiese Cy
“MA a cosa possiamo giocare?” chiese Poppy

Due fratellini, Cy e Poppy, sono in cucina. La loro tristezza è tangibile per un cane, Goldie, scomparso da casa da giorni. Che si fa? Sono tristi e non sanno come passare il tempo.
Si potrebbe uscire, nel bosco e giocare a nascondino. Poppy è d’accordo. Uno, due, tre, quattro…

“Facciamo che tu vai più lontano che puoi nel bosco
e poi io ti vengo a cercare”.

Cy ha trovato una capanna di rami nella quale nascondersi, è emozionato perché questa volta sua sorella non lo troverà così facilmente, eppure per qualche ragione inizia a tremare.
Poppy e Cy giocano, ma il lettore continua ad avvertire un velo di inquietudine.


Il bosco per Antony Browne diventa sempre qualcos’altro, il posto dove i bambini sperimentano la propria solitudine, il proprio dolore o la propria disperazione. In questo albo il gioco del nascondino è doppiamente simbolico: Cy si è nascosto così bene che Poppy non riesce a trovarlo e Goldie, il loro cane, è lì fuori da qualche parte.
L’inquietudine, come sempre negli albi di questo straordinario autore, diventa la condizione necessaria per trovare una rassicurazione, la chiave con cui il doppio registro narrativo, senza sforzi, mescola conscio ed inconscio.

Ti cerco, ti trovo, di Anthony Browne che la casa editrice Camelozampa ha portato in Italia con la traduzione di Sara Saorin.
Un libro illustrato ricco, importante, che si sviluppa su livelli emozionali diversi.
Anche questa volta la lettura di uno dei libri di Browne equivale ad un’immersione totale nella storia. Riusciamo a percepire persino la brezza che si alza con il procedere della sera, il fremere delle foglie e quello di Cy che vorrebbe scomparire nel cumulo di fronde in cui si è nascosto ed insieme essere ritrovato dalla sorella a mano a mano che il tempo passa e calano le ombre e la sessione di nascondino nella sua mente infantile pare diventare infinita.


Un bosco è natura che accoglie, alberi altissimi, profumi e suoni che infondono pace. Ma si trasforma in un luogo molto diverso quando si è bambini e ci si trova lì da soli. Anthony Browne lo sa bene ed è capace, attraverso l’uso dei colori, del tratto e della prospettiva, a infondere nel lettore un’inquietudine crescente e a trasportarlo lì, nel bosco, insieme a Poppy e Cy.

Il gioco del nascondino è un gioco antico, forse il gioco simbolico più antico di tutti, quasi un rito iniziatico e tutti da piccoli eravamo entusiasti di giocarci. C’è una preda, c’è un cacciatore e c’è una tana, quella che ti salva e ti libera, e quella dove ti nascondi, ma che non ti può tenere al sicuro per sempre. Nel libro di Antony Browne, il lettore interpreta entrambe le parti – quella del cercatore e quella della preda – perché è questo che fa la letteratura, ci dà la possibilità di sperimentare e scambiare i ruoli, di attraversare i boschi, da quelli delle fiabe a quelli degli albi.

La storia si svolge al tramonto. Le ombre sono lunghe, scure, ma il cielo è terso in questa bella sera d’autunno. Pare di percepire l’aria pungente.


Il bosco, sebbene così nitido e luminoso, resta un luogo misterioso, pieno di ombre, di giochi di luce: i rami, le radici e la corteccia degli alberi sembrano o celano volti, animali, addirittura cose.
La prima lettura di questo albo ci troverà troppo presi emotivamente nel seguire le vicende dei due fratellini per accorgerci che Browne ha preparato per noi un secondo piano lettura/gioco, il lettore deve giocare a nascondino con Poppy e Cy. Cosa si nasconde nel bosco?
Antony Browne ha disseminato le pagine di oggetti da rintracciare. Allora sarà un piacere ricominciare a sfogliarlo da capo per cogliere la lista elencata a fine racconto.

Ti cerco, ti trovo, come suggerisce il titolo, si conclude con un lieto fine. Nel cambio di colori e di atmosfera, l’autore sembra quasi volerci ricordare una cosa semplice ma determinante: che il modo in cui percepiamo ciò che viviamo è spesso dettato soltanto dalla natura del nostro sguardo sul mondo.
Per questo le sue storie sono un dono, un luogo dove coltivare la speranza; bisogna avere paura, addentrarsi nel profondo di noi stessi, perdersi per ritrovarsi. Si ascolta, si valuta, si sta in attesa, si trattiene il fiato. Poi il gioco inizia.

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Voci nel Parco – Anthony Browne

Un racconto a quattro voci.
Una semplice passeggiata al parco vissuta da quattro punti di vista differenti.
Quattro vite che si incrociano nell’arco di un pomeriggio.

Le voci di questo parco sono quattro, così come quattro le font scelte per ciascuna di esse, quattro i toni, quattro le prospettive e quattro le visioni: una madre, un padre, una bambina, un bambino.

La prima voce è quella di una madre un’elegante signora Gorilla appena uscita da una villetta in stile vittoriano con il suo bambino, infagottato in un montgomery verdolino e delle belle scarpe di cuoio lucidate a pennello, e si reca al parco con l’unico scopo di stare seduta impettita al limitare di una panchina. Se il cane può correre libero, al bambino Gorilla è imposta la panchina, accanto alla mamma. Girato per un attimo lo sguardo, tuttavia Charles, questo è il nome del piccolo, sparisce. La mamma lo chiama a lungo fino a che non lo vede in fondo al viale dei tigli che parla con una bimbetta dall’aspetto trasandato. Un richiamo e Charles è di nuovo accanto alla madre, pronto per essere ricondotto a casa ad annoiarsi ancora un po’.

La seconda voce è ancora affidata ad un adulto, ma conosciamo tutta un’altra storia che si affianca alla prima, è proprio il caso di dirlo, sull’altro margine della stessa panchina. E’ la voce un po’ depressa di un Gorilla un po’ trasandato che legge assorto il giornale e ha portato al parco il suo cane, un meticcio di nome Albert (dove l’ho già visto?) e sua figlia, la piccola Smudge.
Magicamente il cerchio si chiude nella mente dei lettori.
Quella bambina che ai nostri occhi compare solo in lontananza in realtà aveva già fatto la sua comparsa fin dalle prime pagine quando, al fianco di suo padre, sedeva sulla stessa panchina di Charles e di sua madre.

Le rimanenti due voci, è intuitivo, sono di Charles e di Smudge.

La terza voce è quella di un bambino, il figlio della signora già comparsa: inizialmente malinconico, timido e bloccato, sperimenta un’autentica liberazione grazie all’incontro con l’ultimo personaggio.

Lei, la quarta voce, è una ragazzina vivace e piena di spirito, capace di riportare il sorriso sulle labbra di tutti quanti entrano nel suo raggio luminoso, dal suo nuovo amico a suo padre, l’uomo che abbiamo già incontrato, con cui alla fine tornerà a casa dalla passeggiata, chiudendo questa sinfonia di voci con un’immagine di rara delicatezza e poesia.

Per ogni personaggio, come detto, sono diversi il punto di vista, il registro linguistico, il carattere tipografico impiegato. Cambia anche lo stile figurativo e persino il paesaggio, nelle splendide illustrazioni ricche di dettagli nascosti e rimandi a Magritte e altri artisti. Profondo e caleidoscopico, Voci nel parco è un capolavoro su pregiudizi e punti di vista, solitudine ed empatia, amicizia e incontro con l’altro.

Parliamo di padri, madri, bambini, ma come già in altri albi di Browne qui i personaggi sono scimmie antropomorfe, vestite di tutto punto e che, perfettamente a loro agio, portano a spasso cani al guinzaglio.
Uno alla volta, li seguiamo fra cancelli, panchine e spazio giochi, scoprendone – seppur con poche, pochissime parole – caratteri, pregiudizi, stile di vita familiare. Per ognuno, ovviamente, la passeggiata è diversa, ha un valore diverso, una durata diversa, a seconda del provato grado di divertimento o noia, o fatica.

Qual è, in fondo, la storia?
Che in ogni storia, c’è più di una storia.
Nessuna voce è uguale dall’inizio alla fine del capitolo; tutte infatti, cambiano con lo stato d’animo di chi parla, in base a ciò che vive in quel momento.
L’incontro voluto, cercato, auspicato, indesiderato con l’altro porta una reazione e un cambiamento:

Anthony Browne è maestro nel raccontarli e nel mostrare umori e temperamenti attraverso le illustrazioni.

Ogni figura si carica di significato emotivo e sta alla capacità visiva del lettore riconoscere il peso dei dettagli e dei rimandi tra i racconti. Ci sono lampioni come fiori, cieli che cambiano colore e statue solo apparentemente ferme e impassibili a quello che accade intorno. Nelle pagine si trovano citazioni, particolari e simboli che chiamano in causa il lettore, lo interrogano e lo sfidano a cogliere e a svelare, tutto quello che, nel foglio, è raccontato.

Scrivere di questo albo è necessario. Anzitutto per consigliarne l’acquisto, è sicuramente un libro che non può mancare nella vostra libreria, ma, con la stessa urgenza, per ragionare quanto più a lungo possibile su pagine belle, intense, ricche e profonde di ritmo, rimandi colti, ironia e umanità.

Edito da Camelozampa, “Voci nel parco” di Anthony Browne, pluripremiato scrittore e illustratore britannico, è un esempio lampante di come un libro per bambini (non troppo piccoli però) possa parlare al contempo di arte, società, emozioni e aver bisogno di sfogliarlo e risfogliarlo per poter cogliere ogni volta un nuovo riferimento.
Inoltre ogni tavola è come se fosse un quadro di un pittore diverso, pescando fra le più importanti avanguardie artistiche dei secoli passati.

Voci nel Parco, da quattro esili fili intrecciati ci presenta una trama perfetta:
quattro vite tra loro connesse a due a due che si incontrano in quel parco, si sfiorano e poi tornano a dipanarsi ciascuna nella propria esistenza di sempre. Ma come tutti ben intuiscono, per due di loro nulla sarà più come prima. Complice un papavero.
Questo libro ha grossomodo vent’anni ed è una gioia vederlo approdare negli scaffali delle librerie italiane.

Voci nel parco, ci invita a viaggiare, a pensare a riflettere, e a ricordarci che la vita è piena di opportunità, e ha colori meravigliosi per chi ha il coraggio di aprire gli occhi.

Leggere questo albo illustrato porta profonda commozione appena ne comprendi l’immensità ed ecco nascere tante domande sulla percezione di sé e degli altri:
siamo in ancora in grado di rischiarare le giornate grigie di chi ha una giornata o un periodo “no”…

Buona lettura e buona passeggiata al parco
nella splendida luce calda di un tramonto dorato!

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La mia mamma / Il mio papà – Anthony Browne

Lei è una SUPERMAMMA!
Io le voglio bene.
E sapete una cosa?
LEI MI VUOLE BENE
(E me ne vorrà sempre).

Con semplicità, forza e completa comprensione delle percezioni dei bambini, Browne usa la voce di un bambino invisibile per lodare una madre – e per estensione, tutte le mamme.
Fin dalla prima pagina introduttiva del libro La mia mamma, edito da Donzelli Editore, l’autore mostra una madre che assomiglia a molte altre, con una faccia disadorna e capelli ondulati che non ha visto un taglio di capelli di recente 😉


Stringendo una tazza di caffè e indossando una veste delicatamente fiorita su una maglietta a righe, fissa il “pubblico”, mentre il testo dice: “È brava, la mia mamma” ma, è anche molto di più…
una cuoca fantastica, un giocoliere brillante, un giardiniere.

Browne usa efficacemente i tocchi di satira nell’arte: la mamma è la donna più forte del mondo mentre lei entra in casa con i sacchetti della spesa.
Browne continua con simbolici tocchi di fantasia, come quando la mamma che prima aveva la veste a fiori si trasforma ora in una comoda poltrona. Non possiamo non notare come sempre, i dipinti di Browne abbiamo quella grande capacità di attirare l’attenzione, sia che si tratti di immagini fedeli alla vita o di fantasie, sia dell’onestà delle emozioni del narratore e dell’amore di un bambino per la sua mamma.

Ogni pagina mostra i numerosi talenti di una mamma e le astute intenzioni di Browne.
Come “fantastica cuoca“, supervisiona una serie di torte l’artista Wayne Thiebaud, una che sfoggia una faccia da gorilla.
Come angelo musicale, la sua posa ricrea un dipinto di Piero della Francesca.
Come una star del cinema, con un bel vestito fluttuante verso l’alto come quello di Marilyn Monroe. In ogni scena, il tessuto dei fiori e dei cuori fa parte del suo vestire, come lo sono le pantofole rosa dai contorni morbidi.
La mia mamma è di sicuro un amorevole tributo, è un dolce momento da condividere con il proprio bambino

Forte come un orso ma anche “tenera come un micio”, “tosta come un rinoceronte” è questa mamma, che è la mamma con sentimenti e capacità universali tipiche di ciascuna mamma, sebbene alcune mamme non indosserebbero mai le pantofole rosa con pon-pon portate con tanta disinvoltura e in qualsiasi contesto.

Questa mamma, per il suo bambino è unica e speciale anche se avrebbe potuto fare qualsiasi altra cosa: il capo in abito scuro ed elegante, molto mascolino, la diva, così come l’astronauta o la ballerina… e invece ha scelto il suo bambino. Anche le mamme che fanno davvero altro, quando si dedicano ai loro figli chiudono la porta e sono solo mamme. Non credo che tutti i bambini piccoli arrivino spontaneamente a questa conclusione, mentre è una riflessione dovuta per aiutarli a capire che la mamma esiste anche quando loro sono all’asilo o a scuola, o quando non hanno tempo.

E non è finita qui, questo libro è ancora molto di più di tutto ciò, ed è davvero molto interessante perchè sono entrambi i genitori che diventano personaggi fantastici, infatti questo è un albo con due copertine e due versi di lettura La mia mamma / Il mio papà sono i due titoli: uno dedicato a lei, la mamma e l’altro a lui, il papà.
Anthony Browne, tra i più noti illustratori statunitensi, con un tratto realistico ma allo stesso tempo capace di contenere elementi surreali, ci mostra una mamma e un papà alle prese con la vita quotidiana.
Semplici genitori che fanno cose da tutti i giorni, ma agli occhi dei loro bambini diventano eroi: unici, difficili da emulare, e soprattutto amatissimi.
Il testo, in entrambi i lati ha come unico filo conduttore le descrizioni dei due genitori così che il bambino possa identificarsi nelle caratteristiche che più richiamano la sua mamma e il suo papà

Come per la madre anche per il papà c’è un dolce racconto di semplici frasi che lo raccontano in un trionfo di tweed marrone, in babbucce felpate danza “felice come un ippopotamo”, coniugando l’aria, perlomeno apparentemente, paciosa degli acquatici mastodonti, con un sorriso talmente lieve da incantare e rendere spontanea la naturale conseguenza: “è in gamba il mio papà”.

La lettura si conclude con una certezza che rasserena i bambini, sempre alla ricerca di conferme: il bene della mamma, o del papà, non finisce mai.

Browne crea una testimonianza toccante per le madri e i padri, il sentimento è talmente puro che questa storia sarà un’aggiunta molto amata al repertorio delle storie che parlano d’amore e di vita

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La mia mamma
Il mio papà