Ti capita mai di pensare a quante persone vivono senza particolari ambizioni o speranze? “Sopravvivono” e pensano che questa sia la strada più facile.
Crescere, sviluppare i propri talenti, le potenzialità, sembra quasi difficile.
La domanda principe di costoro è: “si, capisco, ma come faccio?”
Parliamo della parte più “autentica” di noi.
Eppure è quella che più fatichiamo a rendere manifesta.
La società, il mondo attuale ci sovraccarica di doveri. Ci obblighiamo a stare al passo con tantissime cose. Prendiamo centinaia e centinaia di decisioni.
E sono piccole decisioni!
Quanto sarebbe più semplice prenderne poche e grandi.
Ci preoccupiamo di quello che pensa la gente, stiamo dietro a un sacco di cose, a troppe cose.
E se provassimo a semplificare la nostra vita con poche e semplici scelte:
Cosa vogliamo essere?
Cosa vogliamo diventare?
Su che cosa vogliamo migliorare?
Vogliamo creare qualcosa? E se si, che cosa?
Sappiamo bene che scegliere alcune cose preclude la possibilità di scegliere qualcosa altro.
Ciascuna decisione comporta la rinuncia di qualcosa della propria vita.
...E ci consente la concentrazione di energie su un numero più piccolo di azioni.
Diventa evidente allora che, ponendo più energia e concentrazione su un numero inferiore di azioni, molto più elevata sarà la possibilità di ottenere nell’ambito prescelto un risultato di successo.