Il Coniglietto di Velluto o come i giocattoli diventano veri – Margery Williams

C’era una volta un coniglietto di velluto…

C’è qualcosa di speciale nelle relazioni che i bambini instaurano con i loro giocattoli e mai un libro lo ha evidenziato meglio di “il Coniglietto di Velluto”.

Pubblicato per la prima volta nel 1922, Il Coniglietto di Velluto è una storia fantastica che nella sua semplicità, ha insiti insegnamenti fondamentali: una storia che ha come protagonista un giocattolo donato per natale. Dopo i primi giochi e quell’entusiasmo derivante dalla novità, il bambino che riceve in dono il piccolo coniglio, lo ripone in un armadio, dimenticandolo. Una moltitudine di giocattoli più alla moda, prendono in giro il coniglietto dimenticato per via della sua semplicità, quasi noiosa, e lo accusano di non essere un gioco autentico a differenza loro.
Persino Timothy, il leone snodabile di legno realizzato dai soldati invalidi, che avrebbe dovuto essere di più ampie vedute, si dava delle arie.
Solo un giocattolo gli dimostra gentilezza…

“Il Cavallino di cuoio viveva nella camera del Bambino da molto più tempo degli altri.
Era vecchio, lo si vedeva dal suo manto rovinato e mezzo scucito e dalla sua coda spelacchiata. Era anche saggio. Nella sua vita aveva conosciuto molti giocattoli meccanici. Li aveva sentiti vantarsi e poi le aveva visti rompersi e finire nella spazzatura.
Il Cavallino di cuoio lo sapeva. E sapeva anche altri magici segreti che solo i giocattoli più vecchio conoscono.”

L’unico giocattolo ad essere gentile con il povero coniglietto è il saggio Cavallino di Cuoio che gli spiegherà il significato di essere Vero.

«Che cosa vuol dire essere VERI?», chiese un giorno il Coniglietto al Cavallino di cuoio.

«Essere Vero non dipende da come sei fatto», rispose il Cavallino di cuoio. «È qualcosa che ti succede. Quando un bambino ti vuole bene per tanto, tanto tempo, quanto tu per lui non sei solo qualcosa con cui giocare, ma qualcuno da amare DAVVERO, ecco, allora diventi VERO.»
«È una cosa che fa male?» domandò il coniglietto.

«Qualche volta», disse il Cavallino che era sempre sincero…
«Veri si diventa piano piano, ci vuole tempo.
Quando diventi vero, lo sei per sempre»

E così il coniglietto di velluto aspetta la sua occasione per diventare “vero”, e da lì a poco arriva, perché una sera il bambino non trova il suo cagnolino di porcellana e la tata gli propone proprio il coniglietto di velluto.
Da quel giorno il coniglietto il suo bambino diventano veramente inseparabili: condividono tutti i momenti belli della giornata, dai giochi, ai sogni, dalle nottate stretti stretti alle avventure in giardino con costruzioni di rami, dagli incidenti ai bagni. Sono sempre insieme, ed il Coniglietto viene trascinato, lanciato, appoggiato, portato in carriola…
Giocano insieme durante una lunga estate dorata e, anche se il Coniglietto diventa sempre più logoro e vecchio, diventa “reale” per il bambino che lo ama così tanto.
I conigli in giardino la pensano diversamente:
Come può Coniglio essere reale quando non può saltare e saltellare?

Però tutto cambia quando un giorno il «Bambino improvvisamente si ammalò».
Vediamo come Coniglietto vive con tristezza il vedere il suo amico ammalato, lontano da ogni giocattolo ed ogni forma di divertimento. Finchè un giorno gli adulti raccolgono tutti i giochi a contatto con il bambino nel periodo di degenza, in quanto aveva avuto la scarlattina, e sarebbero potuti essere infetti, quindi devono essere bruciati. Ecco che, mentre il coniglio aspetta di essere bruciato, piange una lacrima reale, da cui emerge una fata. La fata consola il piccolo coniglio dicendogli che, per il ragazzo, lui era reale, in quanto il bambino lo amava.

La fata che riconosce il ruolo che Coniglietto ha avuto nella vita del piccolo bambino: si è dunque meritato di diventare vero, vero per davvero.
Così accade la magia, da coniglietto di velluto, Coniglietto si trasformò in un coniglietto selvatico che da lontano, un giorno, può anche salutare il suo amico, il bambino.

L’autrice Margery Williams, ha un messaggio che arriva con delicatezza ai bambini che ascoltano e leggono ma anche per gli adulti: un adulto che legge la sua opera, non potrà fare a meno di chiedersi cos’è il reale. L’autrice che, di base, fa pervadere le sue opere da sfumature di sentimentalismo, non tralascia la tenacia di sottolineare l’importanza di accettare sé stessi, i difetti che rendono unici e che compongono l’autenticità di ognuno.

Il Coniglietto di Velluto o come i giocattoli diventano veri di Margery William splendidamente illustrato da Sarah Massini pubblicato da Emme Edizioni è una fiaba commovente sullo straordinario potere dell’amore, qui in versione integrale.
Le illustrazioni di Sarah Massini hanno un bellissimo fascino antico, completano perfettamente questa meravigliosa storia. Sfondi meravigliosamente dettagliati con colori tenui e con un uso favoloso di luci e ombre. Le illustrazioni a pagina intera ti trascinano nella storia e catturano l’amore tra il ragazzo e il suo coniglio.
Una rielaborazione di un classico può essere una cosa complicata da gestire, ma ciò che amo di questo è che ha utilizzato il testo originale, completo e integrale. La storia originale di Margery Williams è un classico molto amato per un’ottima ragione e sono così felice che sia qui nella sua interezza per far innamorare un’intera nuova generazione.
Da bambini ci piaceva pensare che i nostri giocattoli fossero reali, ora vediamo come sia lo stesso per i bambini di oggi… forse prendono vita quando dormiamo…  Questa è una storia con cui ogni singolo bambino può identificarsi, capire e divertirsi.

In un mondo pieno di rumore come il nostro, è difficile rimanere autentici, accettarci come si è e non come “dovremmo essere” secondo standard assurdi che spopolano nel web e non solo. Si è spinti a raggiungere una perfezione irrealizzabile nascondendo quei difetti che però ci rendono unici e autentici.

Troppo spesso tralasciamo quelle che sono le nostre aspirazioni per adeguarci a ciò che si aspettano gli altri da noi. Durante il percorso della vita è facile perdere la propria strada, ma è attraverso queste piccole e semplici letture che si può venire colpiti da un fulmine a ciel sereno che ci fa fermare e riflettere su ciò che stiamo facendo.

Buona lettura!
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In questo libro vengono esaminate le radici dell’amore nell’ambito della famiglia, della relazione tra genitori e figli e di quella tra uomo e donna. Il testo illustra le leggi che guidano il nostro comportamento all’interno di tali relazioni e individua cosa provoca sofferenza e cosa può consentirci di liberarcene; in altri termini, spiega come possiamo trasformare l’amore cieco in una forma di amore più consapevole.

Oltre a una sintesi chiara e di facile lettura dei concetti basilari e degli ultimi sviluppi del lavoro delle Costellazioni Familiari così come sono stati elaborati dal loro ideatore, Bert Hellinger, il lavoro include anche un’ampia casistica e una serie di esempi pratici tratti dalla vita quotidiana.

Le intuizioni originali di Hellinger vengono integrate dall’esperienza personale dell’autore e inserite in un contesto più ampio che comprende la meditazione e la crescita personale. Questo libro è una guida pratica, ma anche e soprattutto uno strumento per scoprire la propria autenticità e la propria natura individuale.

Lettura indicata sia per chi si avvicina per la prima volta ai concetti delle Costellazioni Familiari, sia per chi desidera utilizzare questo approccio nel proprio lavoro con gli altri.

Se desideri essere felice..

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Tutto ciò che pensiamo, ancorché giusto, se ci rende infelici è sbagliato.

C’è poco da fare: nessuno ama i soprusi. Nessuno sopporta i furbetti. Nessuno tollera le situazioni in cui qualcuno si arricchisce a scapito di altri. Tutti noi viviamo anelando ad un mondo giusto e corretto che però, giorno dopo giorno, telegiornale dopo telegiornale, sembra dileguarsi sempre più lontano all’orizzonte.

Per questo motivo, sollecitati dalla nostra ricerca di verità e autenticità, sovente diventiamo nervosi e commettiamo errori cruciali. Spinti da un irrefrenabile desiderio di giustizia (e certi di essere nella ragione), iniziamo a combattere vere e proprie crociate contro ciò che reputiamo iniquo e insopportabile. In realtà, ironia della sorte, spesso in questo modo non facciamo che dare forza a ciò che vorremmo neutralizzare.

Perché ve ne sto parlando? Perché questo è un argomento che mi sta molto a cuore e che ho trattato nella seconda parte (Empower Your Life) del mio libro “La tua voce può cambiarti la vita“.

Molte persone mi dicono: “Non si può essere sempre positivi: il male esiste e quindi va eliminato, e il modo migliore e più veloce per farlo è quello di parlarne per sensibilizzare chi abbiamo intorno“.

Che il male vada combattuto non c’è dubbio. Che il modo migliore per farlo sia quello di parlarne, invece, purtroppo non è vero. Fateci caso. Tutto ciò di cui si parla, per il fatto stesso di parlarne continua ad esistere. E anzi, più ne parliamo con animosità e acredine, più permane nella nostra mente e nella nostra vita, sospinto con forza dal coinvolgimento emotivo. Questa, ad esempio, è la causa per la quale molte persone rimangono innamorate a vita di qualcuno che non le ama più: l’errore che commettono è quello di parlare tutti i giorni di quanto quella persona le abbia fatte soffrire rievocando ogni volta il ricordo.

La verità è che noi rendiamo concreto e vivo tutto ciò di cui parliamo. Viceversa, spesso il problema non esiste finché non se ne parla. Per questo motivo, se vogliamo davvero assicurare una vita felice a noi e a chi amiamo, dobbiamo combattere il male impegnandoci a non nominarlo mai. Viceversa, occorre parlare sempre con amore. Fateci caso: questa è la lezione dei grandi della storia, ad esempio Martin Luther King e Papa Wojtyla. Parlavano d’amore non perché le ingiustizie non esistessero, ma perché l’unico modo per neutralizzarle consisteva nel non evocarne mai la presenza.

Madre Teresa di Calcutta un giorno disse: “Qualcuno mi ha chiesto perchè non partecipo a manifestazioni contro la guerra. Ho risposto che non lo farò mai. Ma sono pronta a partecipare a qualunque manifestazione per la pace.

Maharishi Mahesh Yogi, il Guru indiano che insegnò la Meditazione Trascendentale ai Beatles, viene spesso ricordato per questa frase: “Don’t fight darkness – bring the light, and darkness will disappear” (Non combattere l’oscurità – porta la luce, e l’oscurità svanirà).

Anche io ho vissuto per anni con la convinzione che fosse giusto combattere le ingiustizie. Lo penso anche ora, ma ho cambiato strategia. Ora le combatto nominandole il meno possibile.

Perché la felicità è un fatto matematico.

Se abbiamo 5 ore e le trascorriamo parlando di problemi saremo infelici per 5 ore.
5 ore che non ritornano.
E se lo faremo tutto il mese, saremo tutto il mese infelici.
E se lo faremo tutta la vita saremo tutta la vita infelici.
E i problemi? Siamo sicuri che saranno svaniti?

Se una persona sta per inciampare occorrerà dirglielo. Se un bambino fa qualcosa di pericoloso, va fermato. Ma se ciò che diciamo anziché risolvere un problema crea solo malumori a noi e agli altri, va evitato assolutamente.

Per cui, la sintesi che vi propongo è questa: “Tutto ciò che pensi, ancorché giusto, se ti rende infelice è sbagliato: se desideri essere felice devi decidere di esserlo.

Per essere felici, parlate di cose belle: la gioia è incredibilmente contagiosa.
E’ così che si cambia il mondo.

Ciro Imparato

da: http://www.lastampa.it/
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  • RelatoriCiro Imparato
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Scopriremo come comunicare le quattro emozioni fondamentali (simpatia, fiducia, autorevolezza, passione) e come evitare di trasmettere le due emozioni negative, per esprimere il meglio di noi.