Le nostre vite sono appesantite da troppi pensieri

“Solo togliendo il superfluo si potrà godere dell’essenziale. Le nostre vite sono appesantite da troppi pensieri, troppe paure, troppi obblighi. Siamo schiavi di troppi doveri, troppi condizionamenti. La società ci dice di continuo: ‘Più hai, meglio stai’ e ci vuole imporre il possesso di troppe cose. Siamo in balia di troppi falsi desideri e bisogni. Cari amici, per ritrovare la vera felicità, dobbiamo invertire la rotta.

È arrivato il momento di iniziare a togliere il superfluo. Non sto dicendo che dobbiamo rinunciare a tutto ciò che abbiamo e andare a fare gli asceti in India. Dobbiamo solo imparare a distinguere quello che ci serve davvero, quello che ci fa bene, da tutto il resto. E poi, ci dobbiamo sbarazzare di questo inutile resto. Dobbiamo ripulire la nostra vita da tutto ciò che è negativo, falso, inutile. E questa operazione va fatta in ogni campo: relazioni, lavoro, modi di pensare, abitudini comportamentali.

Il mio metodo è per l’uomo occidentale, per l’uomo che vive immerso nei ritmi frenetici delle città. Il mio metodo è per te, che stai leggendo queste parole”.

 Rosario Alfano 

La Tecnica del Togliere - Libro
Come eliminare il superfluo per ritrovare se stessi

Un manuale che propone una trasformazione positiva della tua esistenza. Ti rimette al centro! Ed è questa la vera rivoluzione: rimettere te stesso al centro della tua vita. Come? Aiutandoti a fare pulizia del superfluo, in ogni campo. E se fai pulizia del superfluo, quello che resta sei tu, al 100%.

Quando ti liberi delle cose inutili, quando fai piazza pulita dei pensieri errati o negativi, quando finalmente ti svincoli dai falsi bisogni e dalle false convinzioni, la tua vita comincia a brillare.

Vieni pervaso da una nuova e profonda felicità; incominci finalmente a gustare la pienezza di un’esistenza libera, completa, non condizionata.

Il rispetto

Il rispetto presuppone “conoscenza”, di se stessi e dell’altro o degli altri con cui si ha a che fare.

Innanzi tutto occorre conoscere se stessi, il proprio ego, i propri bisogni, i propri valori. Aver ben chiaro fino a dove ci spingono i nostri bisogni è utile al fine di farsi rispettare e di rispettare gli altri. Alcuni bisogni sono creati da un certo tipo di educazione carente e il soddisfarli diventa un’esigenza molto forte che può perfino andare in contrasto con i propri valori. Faccio un esempio, se il bisogno di affetto è molto forte, perché l’educazione che abbiamo ricevuta è stata carente affettivamente e, a questa mancanza (come spesso accade) si è unita una mancanza di riconoscimento e di attenzione (importanza), l’adulto avrà un forte impulso ad agire in modo da fare “incetta” di affetto (“più ne ho e meno mi mancherà”), di riconoscimenti e a sentirsi importante. Se questo adulto ha una chiara consapevolezza dei suoi valori, agirà di conseguenza, con coerenza e rispettando i valori. Se non avrà coscienza dei suoi valori, agirà appunto d’”impulso”. Quindi avrà come dei paraocchi e paraorecchi e andrà avanti per la sua strada di ricerca di affetto senza tenere conto di niente e di nessuno intorno a sé. Calpesterà così inevitabilmente i valori di chi gli sta accanto o delle persone con le quali verrà in contatto. Anche perché, quando non si hanno valori chiari (punti di riferimento) si agisce per “evitare” le paure.

Quindi, se la paura è “se non ho affetto resterò solo”, si farà in modo da creare situazioni in cui la cosa più importante non è il dare e ricevere affetto in uno scambio “sano”, ma il non restare soli. Quindi si accetteranno situazioni anche ambigue, situazioni in cui gli affetti possono essere scambiati per amore, in cui pur essendo dentro una coppia si cercherà affetto anche fuori e in maniera non corretta, ecc. In questo caso non si sta rispettando né se stessi (in quanto non si è agito secondo i propri valori, non conoscendoli), né il partner (non avendo tenuto conto della sensibilità e dei valori di chi ci accompagna).
Lo stesso vale per gli altri.

Se, ad esempio io non conosco i valori di un’altra persona, e non conosco i miei, non posso farmi rispettare e nemmeno rispettare l’altro. Se invece conosco i miei valori ma non quelli dell’altro posso pretendere rispetto? Ciò che per me sarà rispetto per l’altro potrebbe non esserlo e viceversa. Facciamo il caso di due persone di differenti usi, costumi e religioni. Per un occidentale andare in giro con magliette scollate, minigonne e con il volto scoperto non è una mancanza di rispetto, per un orientale sì.
Per un occidentale usare certe frasi anche a doppio senso sessuale e un frasario diciamo”sboccato” verso una donna non è mancanza di rispetto, ma “cameratismo”, per un orientale sarebbe impensabile e sarebbe una grave mancanza di rispetto. Di esempi potete trovarne intorno a voi parecchi.

Allora c’è un “rispetto universale”? C’è un confine o un limite oltre il quale non si può andare?
C’è un controllo “ecologico” che vale per noi e per gli altri: quando abbiamo il dubbio che qualcuno ci abbia mancato di rispetto fermiamoci prima di reagire e facciamo un controllo ecologico su noi stessi (questo è anche un modo per evolversi e per crescere).

Chiediamoci:
– Con quella frase/azione lui/lei voleva “veramente” offendermi e mancarmi di rispetto?
– Perché lo ha detto/fatto? Quale fine o quale aspettativa c’era dietro quella frase/azione?
– Come mi sono sentito/a io?
– Perché ho ritenuto quella frase/azione una mancanza di rispetto nei mie confronti?
– Io, al suo posto, cosa avrei fatto?
– Se avessi avuto il fine che imputo all’altro, avrei agito nello stesso modo?
– Quali sensazioni negative ha risvegliato in me quella frase/azione?
– A quali dei miei due genitori apparteneva quel modo di dire/fare?

Dopo questa attenta analisi(che suggerisco di fare per iscritto), parlate alla persona chiedendo:
– La tua azione/frase mi ha fatto sentire a disagio perché ho sentito come una “mancanza di rispetto” nei miei confronti. Era questa la tua intenzione?
– Dicendo/agendo così, hai pensato che avresti potuto farmi sentire a disagio?
– Cosa è il rispetto per te? … Ti dico cos’è il rispetto per me…
– Io al tuo posto avrei fatto/detto…
– Le mie sensazioni al sentirti/al vederti agire così sono state:…

Nel caso abbiate confidenza o siate una coppia, potete andare più a fondo ed entrare nei bisogni dell’uno e dell’altro e nell’analisi dei rispettivi genitori. In questo caso potrebbe partire un’analisi attenta volta a guarire il karma familiare.
Se l’educazione che si è ricevuta è stata disattenta riguardo al rispetto o al contrario è stata troppo attenta, si può creare uno scontro tra educazioni diverse, in questo caso serve tenere conto delle diversità e valutare la “gravità”, sulla base dei nostri valori e dei valori dell’altro, della mancanza di rispetto. L’analizzare insieme cosa accade è sempre fonte di scambio e di crescita, anche con una persona estranea.

C’è invece un rispetto che va sempre dato e preteso ed è il rispetto della propria dignità di essere umano. Ovvero: offese e abusi fisici non vanno accettati in nessun caso, né vanno fatti; offese e abusi sessuali lo stesso; non umiliare, non sminuire; non accettare umiliazioni, non accettare di essere sminuiti. Non offendere e abusare vuol dire anche tenere conto dei limiti altrui. Una parolaccia può scappare in uno stato di rabbia, ma non deve essere continua e sminuente verso una persona. Abusare non vuol dire solo esercitare una violenza fisica su una persona (ferire, picchiare), ma anche andare oltre quello che questa persona può accettare/sopportare per la sua dignità, per la sua storia familiare, per il suo percorso di vita, per la sua esperienza.
Rispetto è sinonimo di sensibilità e di umiltà. Dietro l’abuso c’è ego e insensibilità verso l’altro.
Mancanza di rispetto è anche l’indifferenza. Vivere accanto ad una persona ignorandola vuol dire non dare valore alla sua dignità di essere umano.

Mancanza di rispetto è anche la maleducazione, ovvero rivolgersi ad un’altra persona in maniera mal-educata.
Suggerisco quindi, tranne nei casi sopra elencati, di valutare sempre, prima di emettere un giudizio di “mancanza di rispetto”, caso per caso e di farsi e fare le domande di cui sopra.
Un confronto riguardo al rispetto può essere molto utile per capire la propria apertura, la capacità di comprendere l’altro, la propria chiusura, il proprio metro di giudizio, la propria famiglia e può risultare perciò veramente utile per il percorso evolutivo.


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Un discorso di Osho registrato dal vivo selezionato tra le migliaia che ha tenuto in pubblico, di fronte a un’audience internazionale di ricercatori e amici. Non sono “insegnamenti”, né una filosofia da immagazzinare come conoscenza, piuttosto sono parte di un grande esperimento per creare un silenzio interiore nell’ascoltatore. Ascoltare questi discorsi vuole essere una meditazione.

Il brano di Osho sul DVD tratto dalla serie Satyam Shivam Sunderam n.16:
“Entrare dentro di sé è andare verso Dio. Entrare in se stessi racchiude l’intero segreto di ogni trasformazione alchemica dell’essere. Fuggire da se stessi è un semplice spreco di tempo incredibilmente prezioso, e di una vita che avrebbe potuto essere un canto squisito, un’incredibile creatività, una maestosa festa di luci. Più sei lontano da te stesso, più la tua vita diventa oscura, infelice, oppressa da ansia, da ferite, da biasimo, da rifiuto di te stesso.Ti sei allontanato da te stesso per così tante vite… La meditazione è la scorciatoia per giungere dal punto in cui sei a dove dovresti essere. E la meditazione è un metodo così semplice che chiunque, perfino un bambino, può entrare nel suo regno delle meraviglie.” Osho

Ama con tutto il tuo cuore

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Ama il tuo partner con tutto il cuore. Anche se una sola persona non può appagare tutti i tuoi bisogni, così come tu non puoi appagare i suoi, amala incondizionatamente.

Capisci le sue esigenze, ascoltala con passione, diventa il suo migliore amico. Non desiderare che cambi: apprezzala per quello che è e fatti apprezzare per quello che sei. Non sentirti inadeguato o insicuro! Dona calore, allegria, serenità, sicurezza e felicità alla persona che ami. Sii dolce e generoso.

Rispetta i suoi spazi. Aiutala a ritrovare le sue certezze, a credere in se stessa, a cambiare le credenze limitanti, a prendere decisioni importanti che determinino il suo futuro. L’amore è il vero potere: rispondi sempre con amore e diventerai insostituibile, irrinunciabile, avrai un valore aggiunto che ti renderà unico.

Chiarite le vostre regole, in che modo volete essere amati e quale pensate che sia il significato di amare ed essere amato. E’ molto importante parlare con sincerità e saper comunicare, in quanto è sin troppo facile fraintendersi e interpretare male parole e atteggiamenti.

Entra in sintonia con il tuo partner, comprendine bisogni ed esigenze, capisci cosa la fa sentire amata e non smettere mai di farglielo capire. Non dare mai nulla per scontato.

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“La sfida che bisogna affrontare quando si vive un rapporto di coppia è superare i conflitti, fondendo le differenze fino a formare un’alleanza che funzioni. In ogni ambito che ci vede su posizioni differenti c’è un forte potenziale di conflitto oppure di crescita. In parole povere, ogni differenza è un’opportunità per rafforzare la capacità di instaurare rapporti armoniosi tramite soluzioni che soddisfino entrambi”. John Gray

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Prendi le redini della tua vita

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Ognuno porta in sé il seme di ciò che può diventare. Crescendo, spesso, finiamo col dimenticare chi siamo, di cosa siamo capaci e “ci peridiamo per strada”. Ma ritrovarci e realizzare il nostro progetto di vita è possibile.

Il “piccolo” dell’uomo nasce e da subito dimostra il suo temperamento giacché nei primi mesi di vita e anche nei primi anni, il suo contatto con il Sé è stretto e fluido ed egli manifesta peculiarità, attitudini, qualità, vocazioni le quali – se si prestasse loro la dovuta attenzione e il rispetto- sarebbero i sicuri segnali del suo progetto di vita.

Poi, come in tutte le favole, qualcosa succede e sulla strada del piccolo eroe compaiono gli ostacoli; quando è fortunato non si tratta di grandi violenze, ma di piccole continue interferenze col suo naturale funzionamento. Si sa, il bambino deve essere educato, i genitori da subito si sentono investiti dal sacro compito. Ciò che nessuno ha insegnato loro è che non dovrebbero assolutizzare niente e far notare al bambino che quanto gli comunicano è ciò che nella loro famiglia si trasmette di generazione in generazione, ma che in altre famiglie si fa in un altro modo e offrire esempi di un modo diverso di vivere e al bambino fare intravedere la possibilità di cambiare – quando sarà abbastanza grande da poterlo fare- ciò che riterrà opportuno senza incorrere nella disapprovazione di coloro che ama.

E invece a poco a poco i “no”, le ingiunzioni”, i “devi” lo allontanano dalla sua vera natura e lo disorientano, sì proprio così perché il Sé è essenzialmente orientamento, agisce come un radar che sa quali onde catturare per cui quando il piccolo viene allontanato dalla sua essenza, invece di andare nel mondo tranquillo e sicuro, annaspa, incespica di continuo, avanza tentoni come chi è afflitto da un handicap. E in molti casi il mondo diventa nemico e nascono paure di ogni tipo.

Quel bambino cresce conformandosi o ribellandosi ma non seguendo se stesso; a un certo punto però, diventato adulto, entra in crisi, l’anima bussa, chiede il conto.

Questo ipotetico cammino ci riguarda un po’ tutti, molti di noi in un certo momento della vita sentiranno un’intensa insoddisfazione e inizieranno quell’opera di riorientamento che impegnerà gran parte delle nostre forze e ci porterà a ritornare in noi stessi stesso e a ridefinirci. Guadagneremo un modo di stare nel mondo più consono alla nostra natura e di conseguenza serenità e gioia.

Da dove cominciare?

1. Tagliare i codici che hanno informato la nostra vita, ovviamente se l’hanno resa poco godibile. E’ disimparare, è disfarsi di cattive abitudini, dei maestri, è partire da sé, per passare da un’etica impersonale appresa a un’etica personale del volere e della responsabilità, per scoprire il mondo dei propri valori individuandoli a partire dai propri bisogni, desideri e ideali. Questa è la strada per individuarsi, differenziarsi, vivere.
Partire da sé è lottare per affermare le proprie posizioni perché tra i nostri” vicini” ci sarà sempre qualcuno che tenterà di depistarci, manipolarci in nome magari dell’amore o per fini egoistici. In tutti i miti l’eroe afferma se stesso lottando, superando numerosi ostacoli sul suo cammino; la via dell’eroe è la metafora di ogni vita che è forte e vuole risposte forti da ogni uomo e da ogni donna.

2. Taglio ma anche piega: nel lavoro di riordino della nostra personalità è basilare il “ritorno a Casa” ovvero piegarsi verso se stessi e,quasi atto medico, aver cura di sé, capire la forma che si desidera darsi, la forma che dirà dei nostri più intimi e personali desideri.

3. Interrogare continuamente l’esperienza. Importanti le domande empiriche che sapremo rivolgerci. Ogni volta che un evento parla il linguaggio del disagio, provare ad estrarre dalla situazione il sentimento particolare che si è provato invidia, gelosia, vergogna e chiedersi: Quando e perché lo incontro, chi o che cosa mi evoca un tal sentimento? Che ha a che fare con la mia vita?
Quando un evento parla il linguaggio del benessere si fa la stessa cosa in modo da rendere ripetibile a volontà, e non casualmente, l’esperienza.
Per le cose che avvengono per caso chiedersi: Ma quante cose avevo prima lasciato accadere?
Per le cose che facciamo deliberatamente senza però ottenere gli effetti desiderati: Mi sono interrogato sulle mie motivazioni e l’intenzione qual era?

4. Coltivare le figure del cuore ovvero i valori personali di cui si diceva sopra e poi quelle configurazioni fatte di pensieri, sentimenti che sono il distillato, il portato di esperienze benefiche e ancora: nello spazio della nostra interiorità ci sono varie immagini di noi,alcune sono purtroppo costrittive e ostacolanti il nostro sviluppo, altre ci regalano invece un senso di espansione e libertà, fare di quest’ultime figure del cuore, e cioè richiamarle spesso alla coscienza, arricchirle,farne tesoro.
Tanto altro ancora si può fare, l’importante è non dimenticare che l’identità è in cammino per tutto il tempo del nostro percorso esistenziale. Ciò dà speranza.

Maria Castiglione

Passo dopo passo verso una vita migliore

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Ogni giorno diverse scelte: come seguire quella più giusta? In base a cosa decidere? Con il pragmatismo che lo contraddistingue, Hal Urban ci guida passo dopo passo nel labirinto delle corrette decisioni giuste attraverso l’arte dell’umiltà, della pazienza, dell’empatia, della generosità, del coraggio, della saggezza, della capacità di perdonare: occorre adottare le scelte che migliorano la vita e i rapporti con gli altri, dando libero spazio alle virtù che potenzialmente albergano in noi, ma che prima di tutto bisogna saper riconoscere e affinare. Un libro pratico e pieno di indicazioni per un’esistenza più serena.

Ascolta il Tuo medico interiore

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Nella nostra società ed in particolare in quella occidentale alla quale apparteniamo siamo stati abituati da sempre per educazione, cultura, culto ecc… a tenere sotto controllo il nostro corpo, le nostre emozioni, i nostri istinti, i nostri bisogni corporei. Appena un sintomo o un disturbo si presenta, psicologico o fisico lo scacciamo immediatamente con la pillolina magica. Un’arma a doppio taglio. Un malessere, una depressione o un sintomo fisico sono i segnali che ci manda l’anima attraverso il sensore che è il nostro corpo fisico e le sue emozioni o dolori per riportarci alla nostra naturalità. Purtroppo spesso non solo i messaggi non vengono ascoltati ma vengono soppressi con l’uso dei farmaci e solo momentaneamente allontanati. Il messaggio continuerà a ripresentarsi e a far sentire la propria voce. Non venendo colto nel tempo il rischio è quello di somatizzare i primi malesseri in disturbi di di entità sempre maggiore.

Perchè si presentano tali disturbi? Emozioni negative come istinti repressi, rabbia, paura, frustrazione, senso di colpa e senso di ineguatezza spesso inconscio si traducono in depressione, cefalee, attacchi di panico, e altro.

Come fare dunque? Prima cosa importante è riprendere in mano la nostra vita e riprenderci la nostra natura, e liberarci dai condizionameti che ci hanno allontanati dalla nostra essenza, rallentare i tempi, i ritmi e amarci di più, rispettarci di più e soprattutto imparare ad ascoltare il nostro corpo e la nostra anima, i messaggi che ci manda, ascoltare le nostre reali e naturali esigenze senza reprimerle, conoscerci meglio, capire ciò che ci fa stare realmente bene che spesso è diverso da ciò che gli altri si aspettano da noi.

Il nostro corpo è il veicolo col quale ci parla la nostra anima, quindi possiamo tranquillamente affidarci a noi stessi poichè nessuno può sapere cosa è meglio per noi, di noi stessi. I genitori, i famigliari, i maestri, i medici, i preti, gli amici, i parenti non fanno altro che creare delle interferenze fra quello che siamo noi e la nostra vera essenza col rischio di disorientarci. E col tempo l’ascolto diventa sempre più incomprensibile poichè offuscato da tante onde di disturbo. Questo disorientamento che ci allontana dalla nostra reale natura crea problematiche psicologiche o fisiche. Ciò che arriva sotto forma di disturbo non è solo un messaggio ma un dono. Ascoltando il nostro corpo, la nostra anima percepiamo cosa non sta andando e dove invece desideriamo realmente andare. La terapia della soppressione del sintomo ci impedisce questa comunicazione fra noi e la nostra anima. Il sintomo va ascoltato, accolto e capito e deve essere interpretato come un indicazione per dare una svolta positiva alla nostra vita. Ci deve insegnare ad amarci di più. Sopprimendolo, continuando ad ascoltare gli altri che vorrebbero che noi fossimo uniformati secondo determinate regole, sopprimendo le nostre reali esigenze accontentando i nostri cari e i conoscenti, continuando a correre ad affannarci oberati dai “doveri” verso qualcosa e verso qualcuno che “crediamo” avere bisogno di noi o che si aspetta qualcosa da noi, e pensando che non è possibile fermare la nostra folle corsa il sintomo si somatizza ed iniziano a crearsi le malattie. Queste arrivano per fermarci, per farsi ascoltare. Il disagio, ascoltato per tempo e affidandoci al nostro medico interiore e a ciò che a da dirci possiamo evitare l’aggravarsi dei disturbi.

In tutti noi c’è uno sciamano, un maestro, un guaritore che ci parla attraverso il nostro corpo e nessuno ci conosce meglio, è la nostra parte spirituale collegata con la natura di tutte le cose. Le stesse malattie sono la risposta alla nostra mancanza di ascolto dello sciamano, del medico, del guaritore che è dentro tutti noi.

Abbiamo bisogno di far riemergere nella nostra vita tutte le nostre potenzialità latenti e spesso represse dalla società e da noi stessi che ne siamo condizionati. Abbiamo bisogno di far riemergere la parte creativa, la parte passionale, i talenti nascosti dentro di noi per sentirci appagati, felici e pieni di vita, solo cosi ritroviamo il benessere psicologico ed il benessere fisico. Ascoltando i messaggi che la nostra anima o il nostro se superiore, o la nostra parte spirituale (è possibile identificarlo in vari modi) ci manda attraverso il nostro corpo.

Quindi imparare ad ascoltare il nostro corpo, il suo interno, i nostri organi, amarli, il nostro respiro, amare l’aria che entra ed esce dai polmoni, ascoltarla… fermarci quando stiamo correndo troppo e mettersi in ascolto.

Siamo abituati a sentire persone che si lamentano in continuazione per questo e per quello. Il lamento crea condizioni negative sia per chi lo esercita sia per chi lo ascolta. Siamo abituati a fare le vittime quando in realtà tutto dipende solo da noi anche se non ce ne rendiamo conto e gli avvenimenti esattamente come lo stato fisico sono la causa degli effetti che noi abbiamo creato e dell’energia che abbiamo messo alla nostra esistenza terrena. Quindi non esistono reali colpevoli, non c’è niente e nessuno al quale puntare il dito se qualcosa va storto, e nemmeno colpevolizzarci o rimuginare. Non abbiamo bisogno di creare ulteriore energia negativa, dobbiamo solo imparare ad amarci a stimarci a bandire da noi senso di colpa o vittimismo, consapevoli che c’è un maestro dentro ad ogni uomo. Se iniziamo ad amarci ed a stimarci istantaneamente inizieremo a tenere lontane dalla nostra vita le emozioni dannose che tanto ci disturbano o l’inutile senso di vittimismo consapevoli che noi siamo gli artefici del nostro destino. SOLO noi e nessuno altro. Nessuno ci può realmente aiutare poichè solo noi sappiamo cosa abbiamo bisogno e dentro di noi c’è un medico ed un maestro che ci conosce come nessun altro. E’ l’unico al quale dobbiamo dare ascolto. Dobbiamo amarci mentre ci nutriamo e amare il cibo che stiamo masticando. Amare ogni cosa che facciamo, riempire la vita d’amore. In questo modo cambiamo l’energia intorno a noi e anche gli altri se ne accorgeranno e cambieranno a loro insaputa migliorando e non chiedendoci cose che si aspettano da noi. Queste dinamiche nel corso del tempo e degli anni sono fondamentali per una buona salute psicofisica.

Nel corso degli anni ho visto famiglie distruggersi dalla loro stessa co-dipendenza, dalle ansie e dallo stress, nelle quali ognuno si aspettava qualcosa dagli altri componenti della famiglia ed aggravare la propria e la loro situazione nel tempo fino a trasformarla in malattie dapprima leggere e poi gravi. Evitiamo di essere delle macchine e riappropriamoci della nostra naturale essenza del nostro vero IO. Ascoltiamo i messaggi che il corpo ci manda per crescere come individui e capire ciò che desideriamo da questa esistenza terrena.

E’ fondamentale per essere sani, felici e realizzati.

Libro consigliato:


Brandon Bays

The Journey

Una guida straordinaria per guarire la vostra vita e rendervi liberi

Di cosa parla
Nel 1992 a Brandon Bays venne diagnosticato un tumore, e lei si ritrovò improvvisamente a vivere un viaggio straordinario e liberatorio dell’ Anima. Dopo solo sei settimane e mezzo dalla diagnosi, ripetendo le analisi, i medici la giudicarono fisicamente sana, e questo senza medicine e soprattutto senza interventi invasivi.
L’intenso processo di guarigione che Brandon Bays è riuscita a ricostruire ed a  descrivere in questo libro, da allora ha liberato milioni di persone da blocchi emotivi e fisici.“The Journey”, guidandoci direttamente alle origini di qualunque difficoltà, ci offre gli strumenti per risolverla completamente e per sempre, attuando in noi una vera trasformazione.
Il dolore cronico semplicemente sparisce. L’ansia, la depressione ed i blocchi sessuali svaniscono. Tutti i problemi causati dalla mancanza di autostima, dalla perdita di una persona cara e dalla rabbia eccessiva si sciolgono. Le dipendenze scompaiono e le malattie guariscono.
A chi si rivolge
Si rivolge a chiunque sia in cerca di libertà, di guarigione, di felicità.

Che cos’ha di particolare
Questo libro offre una tecnica semplice, alla portata di tutti, applicabile da subito anche da casa e con i propri cari. Contiene esercizi partici e schede di lavoro dettagliate. The Journey è ormai un metodo ed un movimento di portata mondiale, che partecipa in modo attivo alla guarigione del pianeta.

Con processi pratici, semplici da usare The Journey ti fornisce:

  • la liberazione da anni di blocchi fisici e emotivi
  • il ritrovamento del pieno potenziale interiore
  • l’opportunità di vivere la propria vita come espressione del più alto potenziale
  • la possibilità di sperimentare la gioia illimitata dentro di sè
  • la vera libertà

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