Rigo e Rosa – Lorenz Pauli

Tratto da una storia vera di amicizia tra un leopardo e una topina allo zoo di Berna!

“Qualcuno stava piangendo.
Rigo si sarebbe tappato volentieri le orecchie con le zampe,
se non le avesse usate come cuscino.
Il pianto non accennava a smettere.

Rigo aprì un occhio e sbirciò tutt’intorno.
Eccolo lì, un topolino. Era lui che piangeva.

‘Gli chiedo cos’ha o me lo mangio?’ pensò Rigo.
Bah! Chiediamo. A mangiarlo, sono sempre in tempo.
Il contrario è più difficile.”

Un libro di cuore assoluto!
Sono 28 brevi racconti con al centro le avventure di Rigo un leopardo persiano dello zoo di Berna, e Rosa, una piccola topolina.

Rosa è in lacrime perché ha paura degli animali cattivi. A questo punto il disorientamento di Rigo, leopardo dello zoo di Berna, è quasi al culmine.
Rigo si siede accanto alla topolina, la stringe a sé nella sua soffice pelliccia e inizia una meravigliosa storia di gioia.


Rigo e Rosa vivono insieme molti momenti, ma le loro avventure possono essere inserite in un contesto più ampio. In altre parole: dalla vita di tutti i giorni le paure di due animali nello zoo sono momenti filosofici meravigliosi, infatti sviluppano insieme pensieri su fiducia, noia, verità, amicizia, saggezza e molto altro.
Rigo e Rosa possono essere la rappresentazione in carne e pelo di come sia l’amicizia.

“Rigo chiuse gli occhi.
Poi disse serio: «No. Non credo. Non potrei mai avere
paura di te, perché di te, io mi fido».”

Questo è ciò che rende questo libro così perfetto. E come se ciò non bastasse, Kathrin Schärer illustra magistralmente! Il suo design è semplice, chiaro e va dritto al cuore.
Lorenz Pauli fa parlare meravigliosamente i due animali e Kathrin Schärer mette le sue illustrazioni armoniose al servizio della narrazione, illuminando sensibilmente, commentando con un occhiolino, ricca di varietà e inconfondibile.

Rigo e Rosa edito da Il Castoro è una storia scritta da Lorenz Pauli e illustrata da Kathrin Schärer di Basilea e ha ricevuto il Premio: Swiss Media and Youth Media Prize 2017.

L’Istituto svizzero per l’infanzia e la gioventù premia un libro che:
“non solo fa ridere bambini e adulti,
ma li incoraggia anche a pensare e parlare”,
ha affermato la giuria.

Chiedere, dire, ascoltare, entrare in empatia, pensare, osservare, imparare, guardare le cose in modo diverso, aprirsi, allargare l’orizzonte..ecco di cosa tratta meravigliosamente questo libro.
Questa è la storia di due che sono diventati amici.

Sai cosa penso del fatto che
c’intendiamo così bene?” gli sussurò Rosa

Rigo fece le fusa e disse:
Che sia supercolossaroso?
Rosa scosse la testa
e scivolò di nuovo sul collo del leopardo.

No“. disse “Che sia…
…semplicemente bello.

Un libro di lettura per bambini dall’età dai cinque / sei anni in su, Rigo e Rosa, accendono l’entusiasmo nei piccoli lettori, grazie al buon testo, ai bei disegni e soprattuto grazie all’empatia che nasce immediatamente non appena i bambini scoprono che la storia è realmente accaduta. Sapendo questo, immediatamente il livello di empatia con i personaggi di questi racconti si alza e arriva a toccare anche le corde delle emozioni: quel leopardo è esistito veramente.
Queste 28 storie di Rigo e Rosa sono un’opera d’arte tutta da leggere e guardare!

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Il potere delle domande – Lucia Giovannini

Il potere delle domande - Lucia Giovannini

Qual è la domanda che se te la ponessi farebbe la differenza nella tua vita?

“Se non ci prendiamo qualche istante per farci domande, come
possiamo trovare nuovi modi per vivere meglio, per migliorare
la nostra vita e le nostre relazioni?
Spesso siamo così impegnati a fare qualcosa che non ci chiediamo
perché lo stiamo facendo, e come potremmo farlo meglio;
come potremmo essere più felici o quali sono le implicazioni per
il nostro benessere, per la nostra vita, per gli altri, per il pianeta.
È esattamente ciò che è successo a me.”

Da piccoli, tutti noi, abbiamo avuto la fase delle domande. Una fase normale, che chi più chi meno attraversa, chiedendo appena possibile, “perchè?”
Poi per l’educazione che i genitori ci hanno dato abbiamo smesso.
Abbiamo smesso di chiedere, e sopratutto di chiedere a noi stessi..

Come scrive Lucia Giovannini, nel suo nuovo libro Il potere delle domande :
Ma come fa una domanda a cambiare la vita?”
Ogni domanda chiama una risposta, infatti quando ci facciamo una domanda, inevitabilmente il cervello cerca  inconsciamente una risposta.
Tutto ciò avviene in automatico… è il potere creativo che è nascosto dietro ad ogni domanda.

Fantastico ed immenso il potere che abbiamo.
Ma sopratutto possiamo finalmente scoprire i 108 domande studiate appositamente per attivare una “ricerca” inconscia che farà emergere le soluzioni migliori e che illuminerà così la nostra strada.

Come per tutti i momenti importanti, dobbiamo però prima fermarci e chiederci:

Sono pronto a rompere i miei schemi mentali?
Sono pronto a trovare la felicità?
Sono pronto a capire e scoprire che cos’è davvero meglio per me?
Sono pronto a non dare le cose “di tutti i giorni” per scontate?
Sono pronto a trasformare le cose che non mi piacciono?
Sono pronto a cambiare?
Sono pronto per essere felice?

Bene, se come me, anche tu hai risposto “sì!” a queste “semplici” domande, significa che è arrivato il nostro momento!
E’ il momento di dissipare le insicurezze, che siano nella coppia, in famiglia o nel lavoro.
E’ il momento di sbloccare gli schemi mentali di cui, purtroppo, non siamo consapevoli.
E’ proprio arrivato il momento che tanto desideriamo… fare scelte che ci aiutano a trovare le soluzioni per viverci la felicità al 100%

Il Potere delle Domande ha quesiti chiave, studiati appositamente per mettere a fuoco i nostri reali desideri..e sopratutto per raggiungerli.

“Le persone di successo si fanno domande migliori e, come risultato, ottengono risposte migliori.”
Anthony Robbins

Si dice, una mela al giorno leva il medico di torno..
Ora grazie a questo fantastico libro di Lucia Giovannini possiamo dire:
Una domanda al giorno ci fa scoprire un nuovo mondo! 🙂

Buona lettura, e ricorda, lascia fluire i pensieri e le risposte, e osserva con attenzione quelle domande verso cui sei più attratto o dalle quali tendi a fuggire.. potrebbe proprio essere lei una di quelle su cui vale la pena focalizzarti maggiormente per fare chiarezza dentro di te 🙂

Il Potere delle Domande Lucia Giovannini Il Potere delle Domande

Come fare le scelte giuste per cambiare la tua vita e riempirla d’amore

Lucia Giovannini

Compralo su il Giardino dei Libri

PS: In esclusiva per i clienti del Giardino dei Libri, Lucia ci ha concesso la possibilita’ di regalare un Audio MP3 a chi acquistera’ “Il Potere delle Domande“. Contiene una miniguida al libro e una meditazione 🙂 🙂 🙂

Le scuse..

La mente mente

« Le scuse per non fermarci a chiedere se questo correre ci rende felici sono migliaia, e se non ci sono, siamo bravissimi a inventarle. »

Da Un altro giro di giostra
di Tiziano Terzani

Un Altro Giro di Giostra

Viaggiare è sempre stato per Tiziano Terzani un modo di vivere e così, quando gli viene annunciato che la sua vita è ora in pericolo, mettersi in viaggio alla ricerca di una soluzione è la sua risposta istintiva.

Solo che questo è un viaggio diverso da tutti gli altri, e anche il più difficile perché ogni passo, ogni scelta – a volte fra ragione e follia, fra scienza e magia – ha a che fare con la sua sopravvivenza.

Alla fine il viaggio esterno alla ricerca di una cura si trasforma in un viaggio interiore, il viaggio di ritorno alle radici divine dell’uomo. Un libro sull’America, un libro sull’India, un libro sulla medicina classica e quella alternativa, un libro sulla ricerca della propria identità.
Un altro giro di giostra ha segnato una svolta nella vita e nell’opera di Tiziano Terzani, e forse anche per le moltissime persone che l’hanno letto sinora. Il libro con il quale il grande giornalista che ha raccontato il mondo ha deci! so di intraprendere un più intimo e personale e di parlare a tutti noi per raccontarci una storia che ci riguarda da vicino.

Scusi, posso chiederle quanti anni ha?

Scusi, posso chiederle quanti anni ha?

Come cambiare prospettiva di vita dimenticandoci della nostra età!
Quanti anni avreste se non sapeste la vostra età? Come vi sentireste se non sapeste quanto tempo fa siete nati? Avreste 20 anni, oppure 17, 95 o 5?

Sembra un gioco di parole, ma non lo è! Sicuramente è una riflessione che disorienta, perché, se non conosceste la vostra età, come fareste a riconoscere il modo “giusto” di comportarvi?
A tutti noi è stato insegnato a “comportarci secondo gli anni che abbiamo”. 
Ma se ce ne dimenticassimo?

Sappiamo tutti che da una persona di 40, 50 o 60 anni non ci si aspetta un comportamento da 17enne o da 90enne. Ci si aspetta che si comporti secondo la propria età, quindi da “adulto”. Questo significa che ci sono molte cose che potevamo fare quando avevamo 17 anni e che, si suppone, non possiamo più fare se abbiamo 40 o 50 anni.

Una volta ero ad una conferenza con Wayne Dyer (ndr, autore di bestseller come Credere per Vedere) che raccontò questa storia. Un giorno stava facendo jogging con la moglie e si trovò davanti una staccionata. Mentre si preparava a saltarla sua moglie gridò: “Non puoi farcela…” Ma era troppo tardi: lui aveva già saltato. Sua moglie lo rimproverò: “Wayne, non puoi saltare le staccionate in quel modo… hai 55 anni”. E lui disse: “Oh, me n’ero dimenticato”.
Incredibile, no?

È interessante notare come il pensiero sull’età ci limiti. Ci limita nel modo di vedere noi stessi e limita soprattutto l’idea di ciò che possiamo permetterci di fare.

Eccovi un’altra domanda. Guardate la foto di questa donna. Sono io.

Barbara Berger


Ora, che idea vi fate di me se pensate che ho 42 anni? Beh, probabilmente pensate che io sia una donna attiva, magari con un compagno, dei figli e una carriera.
E se vi dico che ho 49 anni? Adesso cosa pensate? È un po’ diverso, vero? Pensare che ho quasi 50 anni cambia il vostro punto di vista su di me e su ciò che faccio.
E se vi dico che in realtà ho 52 anni? La vostra idea su di me cambia di nuovo. Potete immaginare che i miei figli siano più grandi e potreste pensare:hey, ha un gran bell’aspetto per la sua età.
E se vi dico che in realtà ho 59 anni? La vostra idea su di me cambia ancora, vero? E probabilmente pensate: mio Dio, allora è anziana. Quasi 60 anni, wow! Questo cambia tutto, non trovate?
E se vi dico che ho 62 anni? Ora pensate: è straordinario, li porta davvero bene. Mi domando quali siano i suoi segreti di bellezza!
E se vi dico che in realtà ho 69 anni, beh allora probabilmente penserete: mio Dio, non può essere vero. Questa donna è davvero vecchia.


Sta tutto nei numeri, quindi? La vostra idea su di me, su chi sono, su ciò che posso fare, su quel che faccio nella vita, sulle mie relazioni personali, ecc., tutto si basa sulla vostra percezione di quanti anno ho.

E questo mi porta finalmente a ciò di cui vorrei parlarvi! Come forse saprete, io scrivo libri e tutti i miei libri parlano di come funziona la mente. E con questo intendo i modi in cui i nostri pensieri e le nostre idee influenzano la nostra esperienza di vita. Ho scoperto che il nostro modo di pensare e di vedere le cose è ciò che determina se siamo felici in questo momento oppure no. È davvero così semplice, ma molti di noi non conoscono ancora questo segreto.

In questo senso, l’invecchiamento è l’esempio perfetto del modo in cui agisce questo meccanismo. Ecco perché ho iniziato questo articolo chiedendo come vi comportereste se non sapeste la vostra età? Ve l’ho chiesto perché volevo sottolineare il potere delle vostre idee sull’età. Volevo farvi notare:


–    quale influenza le vostre idee sull’età hanno sul vostro comportamento;
–    che se non sapeste la vostra età non sapreste come comportarvi;
–    che è opinione comune che ogni età (30, 40, 50, 60…) abbia le proprie regole di comportamento e queste regole di comportamento influenzano il modo in cui vi comportate e in cui vi sentite.


È davvero sorprendente.

Questo ci porta ad un altro interessante modo di considerare l’età. E se sceglieste di dimenticare la vostra età? Non importa se avete 30 anni, 40, 50 o 60! Che effetto avrebbe sulla vostra vita e sul vostro comportamento? Come vi farebbe sentire? Vi comportereste diversamente? Vi sentireste più liberi? Più giovani? Più vecchi? Più saggi? Più stupidi? O cos’altro? È un esperimento interessante. Come vi rapportereste ai vostri figli se non sapeste quanti anni avete? O ai vostri genitori? O ai vostri amici? Vi consiglio di provare a prendere un po’ di tempo per voi stessi, con calma, e riflettere su questi pensieri. È un esperimento interessante.


Secondo me abbiamo bisogno di un nuovo “copione” riguardo all’età! Ci siamo creati una prigione con i nostri stessi pensieri, ma è qualcosa di piuttosto folle, soprattutto perché ogni uomo, donna e bambino sulla faccia della terra vuole essere libero. Libero di essere se stesso a prescindere dal proprio sesso, religione, colore ed età!
Non vale anche per voi?
E secondo l’anagrafe, io ho…! Ora, qual è la vostra idea su di me?

Biografia
Di origine americana, Barbara Berger vive da molti anni in Danimarca, dove insegna e opera come consulente spirituale. Nelle sue opere comunica in un linguaggio semplice e leggero, la propria conoscenza dei principi e della saggezza spirituale antica, la scienza della mente e le più moderne pratiche mentali, guidando il lettore verso una soluzione delle proprie sofferenze e verso il raggiungimento dell’armonia interiore.

La Felicità Qui e Ora

In questo splendido libro, che sta riscuotendo grande successo in tutta Europa, l’autrice ti offre 10 consigli pratici per rivoluzionare la tua vita in poco tempo.

Esistono un solo luogo e un solo momento per essere felici: qui e ora! Scopri come conquistare la tua meritata felicità a partire da oggi. Tutti sappiamo che la felicità non dipende dal partner, dal lavoro, dall’età, dalla situazione finanziaria o dal proprio peso.

Perché allora ce ne dimentichiamo così spesso? Forse perché non ci è ancora del tutto chiaro come la realtà nasca dal nostro stesso pensiero.

Ecco una guida per afferrare questa verità fondamentale, superare brillantemente i momenti di crisi e rispondere sempre sì, quando qualcuno ti chiederà se sei felice.

Con tanti esercizi semplici e divertenti per ripercorrere i motivi che procurano l’infelicità e un’intera sezione per elaborare il tuo personalissimo piano di lavoro per una vita felice!

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A cosa pensi? Al problema, o al risultato?

problemi-focalizzarsi

Una “cornice-risultato” può essere contrapposta vantaggiosamente ad una “cornice-problema”.

Una cornice-problema dirige l’attenzione su “che cosa è sbagliato” o su che cosa è “non voluto”, anziché su “ciò che è desiderato” o “voluto”.

Porta a focalizzarsi sui sintomi indesiderati e a cercarne le cause.

Al contrario, una cornice-risultato porta a focalizzarsi sui risultati e sugli effetti desiderati, e sulle risorse necessarie per ottenerli.

Quindi, una cornice-risultato permette di rimanere focalizzati sulle soluzioni e orientati verso future opportunità positive.

Cornice-problema
Che cosa è sbagliato?
Perché è un problema?
Che cosa lo ha causato?
Di chi è la colpa?

Cornice-risultato
Che cosa vuoi?
Come puoi ottenerlo?
Quali sono le risorse disponibili?

L’applicazione della cornice-risultato comporta l’utilizzo di tattiche di questo tipo: riformulare le affermazioni relative ad un problema come affermazioni del risultato e reincorniciare affermazioni formulate negativamente con altre espresse in termini positivi.

Dal punto di vista della PNL, per esempio, tutti i problemi possono essere nuovamente percepiti come delle sfide o delle “opportunità” per cambiare, crescere o imparare.

Visti in questo modo, tutti i “problemi” presuppongono un risultato desiderato. Se qualcuno dice: “Il mio problema è che ho paura di fallire”, si può assumere che vi sia l’obiettivo implicito di “aver fiducia nel fatto che sto per avere successo”.

Analogamente, se c’è un problema del tipo “i profitti sono bassi”, si può assumere che il risultato sia “incrementare i profitti”.

Spesso le persone indicano involontariamente i risultati che vorrebbero ottenere, formulandoli in negativo, come: “Voglio evitare le difficoltà”, “Voglio smettere di fumare”, “Voglio liberarmi di queste interferenze”, etc. In questo modo l’attenzione si focalizza sul problema e, paradossalmente, spesso abbraccia delle suggestioni radicate, relative allo stato problematico. Pensare: “Non voglio essere spaventato”, in realtà trasmette la suggestione dell’“essere spaventato” come parte integrante del pensiero stesso.

Mantenere una cornice-risultato implica il chiedere: “Che cosa vuoi?”, oppure: “Se tu non fossi così spaventato, come ti sentiresti?”. Se, da un lato, è importante analizzare i sintomi e le loro cause come se facessero parte di un’efficace problem solving, è altrettanto importante farlo in un contesto favorevole al conseguimento del risultato desiderato. Altrimenti l’esame dei sintomi e delle cause non condurrà a nessuna soluzione. Quando il risultato, o lo stato desiderato, rimane al centro dell’attenzione nella raccolta delle informazioni, spesso la soluzione può essere trovata anche se lo stato problematico non viene compreso pienamente.

Tratto da: ll Potere delle Parole e della PNL

I modelli linguistici delle persone che hanno influenzato la storia dell’umanità

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L’argomento centrale del libro è il potere di cambiamento del linguaggio sulla propria vita e su quella delle altre persone. Le spiegazioni teoriche si intrecciano in ogni pagina con esempi di vita vera che rimandano ad altra teoria e a nuova pratica, in un’agile riscoperta del linguaggio e della PNL come potentissimi strumenti di miglioramento e di interpretazione della realtà.

Tornare bambini per essere felici

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A volte abbiamo l’impressione di essere troppo complicati. È come se portassimo addosso degli abiti eccessivamente pesanti, delle acconciature troppo elaborate o delle scarpe strette… Allora, uno si ricorda di quando era bambino e non c’era il problema dell’apparire; ti ricordi di quando giocavi nudo su una spiaggia, con l’acqua del mare che ti lambiva le punte dei piedi e il sole che ti accarezzava la pelle. E non pensavi a niente.

Quando siamo piccoli, infatti, non ci facciamo domande, non “sentiamo” il passato o il futuro: il nostro unico impegno è il gioco di oggi, il nostro “lavoro” è il fare, il galleggiare nell’esistenza senza farci domande. Poi cresciamo, incontriamo genitori e maestri, siamo costretti a plasmarci su un modello che ci è del tutto estraneo.

La mente si sviluppa, si arricchisce, i sensi iniziano a scivolare lentamente in secondo piano, il cervello diventa la nostra priorità, il nostro biglietto da visita. E così quel bambino libero che eravamo muore, muore per sempre…

Ancora una volta ci fissiamo su un ragionamento conformista, tipico delle persone “mature”: che cosa significa affermare che il bambino di un tempo “muore per sempre”? Chi siamo noi per poter parlare di un’eternità? Rileggiamo con attenzione le parole di Giovanni Pascoli, che scrive e pubblica Il fanciullino tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento: “il fanciullino è il bambino che è in noi e continua a rimanere tale anche quando ingrossiamo e arrugginiamo la voce, anche quando – una volta adulti – siamo occupati a litigare e a perorare la causa della nostra vita”.

A differenza nostra, il fanciullino è flessibile, sa scoprire nelle cose le somiglianze e le relazioni più ingegnose». Il fanciullino è veloce, intuitivo, anticonformista, riesce a scavalcare i meccanismi ovvi e scontati della logica “adulta”; il fanciullino focalizza un dettaglio e ci inventa attorno un mondo. E non gli importa nulla delle superstizioni, delle credenze, delle passioni, dei condizionamenti ambientali, familiari, culturali, religiosi. A noi che cosa è rimasto di tutta questa freschezza?

Dove hai messo il tuo “fanciullino”?

Vi siete mai chiesti perché, in questa fase di transizione fra Millenni, avvertiamo un profondo bisogno di colore, di fedi “alternative”, di candele, di cristalli? Come mai abbiamo trasformato le nostre case in “sale giochi” arredate con mobili variopinti, ironici, morbidi, ludici? Perché lavoriamo su computer colorati come caramelle, perché ci mettiamo alla guida di automobili piccole come giocattoli, dalle forme morbide e rassicuranti? Forse è perché l’umanità ha bisogno di un po’ di sorriso. E anche noi abbiamo voglia di ritornare nella nostra stanza dei giochi.

Quello che noi adulti scambiamo per esibizionismo da contenere e punire è in realtà un’esigenza profonda dei bambini, sulla quale dovremmo riflettere: i bambini – soprattutto quelli molto piccoli – appena possono tendono a svestirsi, a eliminare il superfluo, e sono felici soprattutto quando riescono a stare nudi. Lo stesso vale per noi, che ovviamente non andiamo in giro senza vestiti, ma tuttavia dovremmo cercare – non appena possibile -di toglierci per un po’ i nostri abiti mentali, di mettere da parte le nostre sovrastrutture ingombranti.

Guardiamoci attorno: noi “grandi” siamo sempre troppo coperti, troppo rigidi, troppo “seri”, troppo gravati da schemi, da impegni (pratici o psicologici) e incombenze di ogni sorta.

Osserviamo invece i bambini: mentre giocano entrano in un mondo incantato, in un “non luogo” in cui non valgono più gli schemi della comunicazione tradizionale né i paradigmi mentali degli “adulti”.

In questo spazio magico e privato, che tuttavia può essere aperto a chiunque chieda di partecipare sottostando alle “non regole” del gioco, i bambini possono restare per ore in silenzio o comunicare usando strani linguaggi per noi privi di significato apparente. Eppure si intendono, anche quando appartengono a razze o estrazioni sociali diverse: il loro fare fluisce sereno e senza intoppi all’interno di un “non tempo” di speciale forza creativa., dove non si avverte la necessità di alcuna spiegazione.

Così, anche senza saperlo, il bambino mette in pratica attraverso la dinamica del gioco quello che gli antichi greci chiamavano “eudemonismo”, cioè la ricerca della felicità. Ma lo fa in maniera spontanea, libera, senza “pensare” a quello che sta facendo.

E a volte, come adulti, ci viene la tentazione di chiedere ai bambini che cosa fanno nel loro mondo segreto, chi sono i loro amici, come funzionano i loro giochi: nella stragrande maggioranza dei casi, un bambino ci risponderà con una bugia.

È giusto che sia così: noi non possiamo capire. O meglio: il nostro errore consiste proprio nello sforzo di “capire”. Mentre ci dovremmo semplicemente limitare a “essere“, anche noi, dentro la nostra stanza dei giochi.


Prentice Mulford ci spiega, in maniera magistrale, quanto i pensieri siano importanti per orientare e dirigere la nostra vita e i nostri rapporti con gli altri.
Pensieri e sogni sono strumenti molto potenti che abbiamo a disposizione e che ci permettono di spostarci ovunque e di influenzare altre persone anche da lontano.Questa raccolta, così particolare, unica e straordinaria, affascinerà il lettore e può davvero comunicargli una nuova fiducia nelle proprie risorse nascoste.
Il segreto per esprimere il meglio di te ci permette infatti di ritrovare quella parte di noi stessi che la routine di tutti i giorni tende a trascurare. Mulford mette in evidenza i vantaggi che si possono ottenere quando ci facciamo guidare da valori, principi e atteggiamenti che ci consentono di affrontare e reagire agli eventi della vita con animo sereno e senza paura.Un’opera indispensabile per tutti, da tenere sempre a portata di mano, per risolvere le vicende più complicate della nostra esistenza, e capace di insegnarci a concentrare la nostra attenzione e sensibilità, in modo da utilizzare al meglio gli eccezionali poteri racchiusi in ognuno di noi.Compralo su Macrolibrarsi

Lasciare andare il passato

Lasciare andare il passato

Ripercorrendo gli eventi della propria vita, ognuno di noi ha avuto successi e insuccessi. Ma se mettiamo a fuoco le situazioni che riteniamo non vadano per il meglio, possiamo notare che hanno delle caratteristiche in comune, delle costanti che si ripetono nel tempo e che alla lunga si rivelano determinanti affinché quelle situazioni vadano male.

Dice Louise Hay che per ogni situazione che si ripete c’è un bisogno dentro di noi.

Se non fosse così non avremmo bisogno dei fallimenti, dei rapporti mediocri, della povertà, degli eccessi o di qualunque altra cosa corrisponda a un nostro problema.

Questi comportamenti che non vorremmo avere sono però solo dei sintomi e volontà e disciplina non bastano se non si elimina la causa. I sintomi torneranno di nuovo quando la volontà a un certo punto verrà meno.

È fondamentale invece entrare in contatto con i bisogni sottostanti e imparare a comunicarli con efficacia. Sono bisogni fondamentali di amore, di nutrimento, di contatto, di accettazione, di riconoscimento, di sicurezza e considerazione che quasi sempre ci rifiutiamo di ammettere.

Da bambini abbiamo imparato che esprimere liberamente le nostre emozioni è una cosa negativa. E questo vale un po’ per tutte le emozioni ma in particolare per ciò che ha a che fare con la sessualità e la rabbia.

La rabbia è talmente repressa che molti di noi sono spaventati dalla propria rabbia: temiamo di non riuscire a controllarla e che ci spinga a compiere qualche azione dannosa. Il risultato è che la rabbia o esce in modo del tutto inconscio e incontrollato come in un attacco d’ira, oppure si esprime in modo nascosto o spostato.

E’ invece importante e liberatorio permettere a noi stessi anzitutto di sentirla completamente e renderci così finalmente conto di quanta ne abbiamo e poi di creare una situazione sicura dove poterla esprimere: da soli all’inizio è difficile, meglio con una guida, con una persona esperta di cui ci possiamo fidare.

In una situazione sicura possiamo permetterci di parlare ad alta voce o di urlare, di scalciare o diventare collerici, di insultare chi vogliamo, di colpire cuscini e materassi, o qualunque altra cosa vogliamo fare.

Dopo aver fatto ciò in un ambiente sicuro, saremo molto più coscienti della nostra rabbia e di quali situazioni ci fanno arrabbiare e impareremo a mostrarla (non ad agirla) senza troppa paura di compiere atti distruttivi.

Saremo capaci di affrontare tali situazioni nella maniera che riteniamo sia più efficace e cominceremo ad usare la fermezza al posto della rabbia per farci valere.

Impareremo a chiedere ciò che ci serve e a fare ciò che desideriamo senza farci influenzare dagli altri o sentirci in colpa per i nostri desideri.

Dopo aver provato e manifestato la nostra rabbia, è necessario cercare il dolore che essa nasconde per sentirlo ed esternarlo. Utilizziamo la rabbia come meccanismo di difesa per non sentire questo dolore.

Perdonare

Perdonare non vuol dire giustificare il cattivo comportamento di qualcun altro o diventare vittime della violenza altrui; vuol dire lasciare andare il nostro risentimento su quella situazione.

Rinunciare al nostro risentimento e trasformarlo in comprensione libera noi stessi. Il perdono è un dono che ci facciamo.

Non è facile perdonare chi riteniamo ci abbia fatto dei torti o delle cattiverie, quindi cominciamo con le situazioni che ci sembrano più facili, per attraversare man mano dolori sempre maggiori. Cominciamo con piccoli, ma autentici, atti di perdono.

[..] Il perdono è quel processo di scioglimento dell’odio che nel tempo ci trasforma profondamente nel nostro modo di pensare, agire e sentire e ci libera dai legami col passato.

A questo serve infatti prendere coscienza della propria rabbia, serve a sciogliere l’odio distruttivo di cui essa è la punta dell’iceberg.

Perché il perdono sia autentico è necessario rinunciare all’odio vendicativo col quale vorremmo essere ripagati delle umiliazioni subite, invece di lenire le ferite che tali umiliazioni ci hanno prodotto.

Le affermazioni

Tutto ciò che abbiamo detto finora è possibile fin da ora, a patto che noi lo vogliamo. Dice Louise Hay che possiamo cominciare da subito a modificare gli schemi mentali a cui abbiamo ricorso finora, rendendo positivo il nostro modo di parlare e basandoci su schemi più positivi per i nostri pensieri.

Questo è possibile facendo uso delle affermazioni. Per affermazioni si intende scegliere consapevolmente frasi e termini che ci aiutino a metterci immediatamente nel processo per raggiungere quello che desideriamo.

Le affermazioni si possono fare davanti allo specchio, leggerle ad alta voce con convinzione, scriverle più volte al giorno o, perché no, anche cantarle.

Le affermazioni sono il primo passo per il cambiamento. Facendo affermazioni, diciamo all’inconscio che stiamo prendendo in mano la nostra situazione, che possiamo e vogliamo fare qualcosa per cambiare.

Le affermazioni usate con una certa costanza diventano convinzioni e produrranno sempre dei risultati.

Alcuni esempi di affermazioni:

* Sono una persona realizzata e sicura di sé

* Il mio corpo è vitale e la mia mente serena, sono in perfetta armonia

* Faccio tutte le cose con amore e ogni giorno la vita mi restituisce cose buone

* Riesco sempre a mettere in pratica le mie capacità e il mio talento

* Lavoro in un posto meraviglioso e i colleghi mi stimano

Perché le affermazioni siano funzionali è necessario che il messaggio da fornire all’inconscio sia ben chiaro. Quindi le frasi è meglio che siano dirette, precise e positive e lo scopo va dichiarato apertamente senza sottintesi. I verbi usati nelle affermazioni devono essere al presente.

Ad esempio la prima affermazione dice “Sono una persona realizzata e sicura di sé” e non “sarò una persona realizzata e sicura di sé“. E neanche “Non voglio più essere una persona insicura“.

Guardarci allo specchio e dirci ad esempio “ti amo” o “sono un uomo di successo” all’inizio potrà sembrarci poco buffo e verosimile, ma con le affermazioni stiamo gettando un seme.

di Claudio Faggi

http://www.ass-arcano.it/louise_hay.htm

Libro consigliato:


Louise L. Hay

Vivere!

Percorrere con successo il cammino dell’esistenza alla luce del pensiero positivo

Nel volume sono trattati i vari periodi e aspetti della vita umana, dall’infanzia alla vecchiaia, dal rapporto con il nostro corpo a quello con l’ambiente di lavoro.
Louise Hay ci insegna a prendere coscienza delle infinite risorse presenti in ciascuno di noi e a metterle al servizio delle nostre aspirazioni e del nostro benessere psicofisico. L’autrice propone inoltre una lista di 101 pensieri positivi in favore della vita da ripetere, meditare e assimilare per migliorare il rapporto con noi stessi e con quanti ci circondano, oltre che per sentirci finalmente appagati e felici.

Compralo su Macrolibrarsi

La visualizzazione per il perdono

La visualizzazione è davvero di grande utilità per il perdono. Comincerai a vederne i risultati positivi fin dai primi momenti; Scegli ora di riportare nella tua vita la luce, grazie al perdono.

Qui trovi un semplice esercizio che ora puoi donare a te stesso, per mettere fine ai sensi di colpa, perdonando.

Credici veramente, scegli così di amarti a pieno.

luce_interiore

Chiudi gli occhi e immagina di essere davanti a un microscopio molto speciale, che ti permette di vedere le cellule del tuo cuore. Guardando con attenzione nel microscopio vedrai che le cellule sono rotonde e hanno visi sorridenti: sorridono perchè sono piene e sazie d’amore. Tutto ciò di cui hanno bisogno è dentro di loro, perciò non hanno bisogno di nulla dall’esterno.

Il loro amore si estende e si espande, senza nulla chiedere giudicare. Ogni cellula è un microcosmo di noi stessi, così come noi lo siamo dell’universo: la nostra identità, come quella delle cellule, è amore senza limiti e nel nostro stato reale non abbiamo bisogno di nulla dall’esterno.

Guardando con attenzione, vedrai l’energia irradiata dall’amore nella cellula come una luce bianca che diventa sempre più intensa. Immagina che questa luce oltrepassi la membrana cellulare e si unisca alla luce bianca di tutte le altre cellule cardiache; vedi il tuo cuore come una bellissima luce bianca che pulsa e diventa sempre più intensa.

Questa luce è un riflesso dell’amore, perciò ripeti mentalmente a te stesso: ” Io sono la luce del mondo“.

Ora usa la tua immaginazione a pieno ritmo e manda la luce a tutte le cellule del tuo corpo, vedendolo trasformarsi in un fascio di luce. Poi osserva questo fascio unirsi e fondersi con tutti gli altri fasci dell’universo, finchè esiste un’unica luce universale che diventa sempre più intensa.

Adesso pensa a qualcuno che ti infastidisce o ti deprime, qualcuno che non hai ancora perdonato completamente. Lascia andare la percezione errata, legata alla colpa, di averlo ferito o di essere stato ferito da lui.

Lascia andare il passato, vedilo come un sogno che si è dileguato. Con gli occhi dell’immaginazione, guarda questa persona entrare nella luce – diventa quella luce – e intanto ripeti mentalmente a te stesso:

Io perdono sia te che me, entrambi siamo tutt’uno. Adesso posso dire: “Addio alla colpa e alle accuse”.

PUNTI PER RENDERE VIVA LA PACE INTERIORE:

  • Risvegliandoti al mattino, ricordati subito che l’unico obiettivo della giornata è la pace interiore.
  • A questo scopo scegli di lasciar andare i pensieri negativi legati alla paura, alla colpa e al dolore che potresti avere in questo momento nella tua mente.
  • Chiudi gli occhi e immagina che i raggi del sole siano l’amore sotto forma di un fascio di luce puntato verso il centro del tuo cuore. Senti questa luce che irradia dal tuo cuore a tutto il corpo. Estendi questa luce a tutte le creature viventi del mondo, nessuna esclusa. Ascolta le sensazioni che provi.
  • Ricorda a te stesso che la volontà, è che tu sia perfettamente felice oggi. Con il sorriso sulle labbra e nel cuore va’ nel mondo ed estendi a chi incontri la tua felicità.
  • Decidi oggi di non consegnare agli latri o alle situazioni esterne il potere di renderti felice o infelice.
  • Ogni mattina prenditi almeno dieci minuti per riflettere e meditare.
  • La sera prima di andare a dormire, dedica altri dieci minuti alla riflessione e alla meditazione per rivedere la giornata e lasciar andare ogni pensiero negativo che puoi aver trattenuto nella giornata; quindi rilassati e concedi a te stesso di godere la pace.

Geral Jampolsky

Libro consigliato:


    Gerald Jampolsky

    Dare è ricevere

    Piccola guida per guarire i rapporti e raggiungere la pace interiore

    Questo è un mini-corso di 18 giorni per guarire i nostri rapporti lasciando andare la paura che interferisce con la pace interiore. Lo scopo di questa piccola guida è farci riconoscere che sta a noi scegliere se vogliamo vivere la pace interiore o il conflitto.
    Il mini-corso fornisce i principi specifici e le indicazioni essenziali che si personalizzano quando vengono applicate nelle 18 lezioni quotidiane.

Quel che chiedi

Ho pattuito con la vita un penny990847_blog

e di più la vita non pagherà,

Per quanto io mendichi la sera tirando le somme della mia piccola attività.

La vita, infatti, è un padrone giusto:

Ti dà quel che chiedi ,

ma una volta stabilito il compenso

ebbene, devi svolgere i tuoi impegni.

ho lavorato per un salario da servo.

solo per imparare, sgomento,

che qualunque prezzo le avessi chiesto la Vita me lo avrebbe corrisposto in un momento.

Napoleon Hill

Che cosa fate con i vostri pensieri?

Dobbiamo ricordarci che l’unica cosa con cui stiamo trattando sono pensieri, ed
il pensiero può essere cambiato e, che ci crediate o no, noi scegliamo i nostri
pensieri.

Louis Hay

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Che cosa fate con i vostri pensieri?
Nel campo delle azioni, si può dire che la maggior parte della gente è piuttosto brava e ragionevole. Applica le
regole, rispetta le leggi della società. Interiormente invece, è un’altra cosa: si permette di tutto! Chiedete agli
esseri umani che cosa fanno con i loro pensieri, con i loro sentimenti, con la loro immaginazione! Creano delle nuvole, dei fumi, delle nubi, e anche delle creature mostruose. E quando, poi, si sentono stanchi, angosciati,
persi, malati, non ne comprendono nemmeno il perché!
Se si volessero fermare un attimo a riflettere, le persone in buona fede sarebbero obbligate a riconoscere che
in un certo momento dalla loro vita hanno avuto dei pensieri e dei sentimenti veramente malsani, distruttivi,
criminali. Ebbene, tali pensieri e sentimenti non rimangono senza effetto.

Voi credete che solo i gesti, le parole,le azioni abbiano veramente delle conseguenze e che ciò che accade nel mondo interiore può restare senza effetto?

… No, vi sbagliate. Tutto ciò che mettete in moto nel vostro mondo interiore produce dei risultati; certo
occorre più tempo per vederli apparire, ma infallibilmente un giorno appariranno.
Evitate di preoccuparvi di sapere se i vostri pensieri e sentimenti si realizzeranno: prima o poi si realizzeranno
di sicuro. Preoccupatevi solo di capire se tali pensieri e desideri sono buoni, perché se fossero
cattivi, il giorno in cui si realizzeranno, avrete di che lamentarvi, allora sarà troppo tardi.

I danni provocati dai pensieri incontrollati
Fermatevi un momento a pensare ai danni che può provocare il pensiero quando non è controllato: guai a se
stessi e agli altri, proporzionati alla potenza con cui furono emanati. Si pensi al vuoto interiore di quelli che si
abbandonano alle fantasticherie inutili. Essi fuggono dalla realtà in cui vivono, ma quando ricadono
necessariamente in essa, si ritrovano come estranei e in contrasto col tutto.
Peggio avviene agli sciagurati che se ne servono per danneggiare gli altri deliberatamente pensando di essi cose
negative. Se sapessero il male che fanno a se stessi, poiché l’energia di un pensiero ritorna al punto da cui
è partita, si guarderebbero bene dal farlo. Ma, purtroppo, sono ignoranti di questo fatto e pensano che con il
pensiero sia impossibile fare del male a qualcuno e specialmente a se stessi.
Quando l’uomo pensa cose non buone nei confronti di altri, anche se a parer suo se lo meritano, si carica di un
insieme di energie
negative che dovrà, poi, amaramente esaurire.

Considerata la grande pericolosità dei pensieri negativi, bisognerebbe che ognuno di noi si preoccupasse di
controllare il proprio pensiero come si fa’ per tutte le cose dannose. I pensieri, infatti, producono effetti
anche all’insaputa di chi le emana che poi si lamenta per i danni che essi gli arrecano.
L’odio, la vendetta e I’invidia, sono dei veleni terribile che uccidono fatalmente ciò che è buono in noi, peggio
dell’arsenico che uccide il nostro corpo.
Chi conserva per anni pensieri di odio, di invidia, di vendetta verso altri, li mette in condizione di essere ostili
nei confronti di stesso. Ciò che rende l’esistenza umana pesante e travagliata è l’uso errato del pensiero che
porta a subire conseguenze dolorose. Nessuno può conservare a lungo pensieri e sentimenti negativi
senza nuocere a se stesso.

La maggior parte dei mali che affliggono gli uomini sono creati dalla mente. Noi pensiamo che altri ci abbia
fatto del male, mentre siamo noi stessi gli autori dei nostri mali, tanto per le azioni compiute, che ritornano a
noi, che per quelle create con la nostra immaginazione, dando corpo alle ombre. Su quest’ultimo punto, si vuol
insistere per far comprendere che nessun male può essere arrecato arbitrariamente, mentre per la maggior
parte dei casi è la mente che li ha pensati.
Chi è convinto di star male, sta veramente male. Se sgombrasse la mente da questa creazione della fantasia, si accorgerebbe di star bene.

Libri consigliati:

È un libro che insegna a pensare, poiché la trasformazione dell’uomo dipende dai propri pensieri.
L’uomo comune è dominato dai suoi pensieri, che invadono la sua mente sotto forma di ricordi, sensazioni, immagini, brandelli di emozioni e di ragionamenti. Si abbandona passivamente alle fluttuazioni del pensiero, che cambia direzione e velocità ad ogni momento, come una vela posseduta dal vento.
L’uomo saggio ha le chiavi della propria mente. In essa i pensieri positivi sono ospiti ordinari. Sono banditi i pensieri che muovono vertici negativi, come quelli di paura, preoccupazione, ansia, agitazione, fretta e simili, tutti nemici della serenità dello spirito.
L’uomo saggio sa che se riesce a far tacere il rumore delle cose, la parte migliore di sé fa sentire la sua voce.
Questo è un ideale per tutti, che non è facile da raggiungere tra i tanti richiami della materia, che distolgono la nostra attenzione dall’Alto; ma la padronanza costante sui nostri pensieri ci porterà a un risultato felice.
D’altronde la regola è semplice: più i pensieri sono elevati, più la nostra vita sarà di ordine elevato.



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La Potenza Creatrice del Pensiero

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Per comprendere e migliorare la nostra vita interiore ed esteriore è di fondamentale importanza capire le leggi del pensiero. Metodi per padroneggiare e usare al meglio la sconfinata energia mentale celata in tutti noi con esempi comprensibili e legati alla realtà quotidiana. Verso la padronanza della mente.



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