Felicità è una parola semplice – Arianna Papini

Di questi tempi, Felicità è una parola chiave.
Felicità è una parola semplice di Arianna Papini è un inno alla semplicità, perchè è nella semplicità delle piccole cose che ci ritroviamo ad assaporare il piacere di un sorriso e di un momento immensamente Felice.

Quest’ultimo periodo che ci ha visti limitati in tantissime situazioni, sicuramente ci ha resi consapevoli che le vere cose che ci mancavano non erano le cose grandi, ma le cose piccole, come indovinare i sorrisi nascosti dietro le mascherine, reinventare il tempo liberato, avere finalmente il tempo di fermarsi a leggere una storia stesi tranquilli sul lettone, ricordare e assaporare, con una semplicità essenziale ma potente, pagina dopo pagina questo libro ci apre le porte per vedere la Felicità.

Camelozampa ha sicuramente fatto centro ancora una volta, portando nelle librerie un albo illustrato potentissimo capace di smuovere qualcosa dentro di noi, bambini e adulti, nessuno escluso.
Quando lo leggi con i bambini o seduto tranquillo all’ombra di un’albero senti che ogni pagina con la sua poesia essenziale riesce a sciogliere quel nodo di paura, solitudine e tristezza che un po’ tutti ci portiamo dentro ormai da più di un anno.

Arianna Papini vincitrice nel 2018 del Premio Andersen come Miglior illustratore, è scrittrice, artista, docente e arteterapeuta, ha scritto e illustrato 150 libri pubblicati da numerose case editrici. Oggi con queste 12 tavole a tutta pagina dà voce a quello che abbiamo pensato, le paure che abbiamo provato, alla bellezza e alla forza di assaporare la felicità.
Sono tante le cose che ci sono mancate, e la percezione di queste vale per i bambini come per gli adulti, nel fermarci abbiamo sicuramente re-imparato ad apprezzare quelle piccole cose, e abbiamo scoperto che è proprio da queste che arriva la felicità.

Le rinunce e il dolore provato per molti è stato grande, qui l’autrice suggerisce ora di puntare lo sguardo a quei giorni passati, e scoprire come certi attimi nella loro semplicità ci abbiamo fatto dono di una grande Felicità laddove forse prima manco la vedevamo…perchè abbiamo alimentato la fantasia che abbatte barriere e supera i limiti.

Dopo la lettura divertiamoci a liberare la fantasia con i bambini, perchè come ci ricorda il titolo del libro, La Felicità è una cosa semplice…dunque peschiamo dall’elenco delle frasi poetiche del libro, trasformiamole in strumenti per dare un volto agli elementi fondamentali della vita.


Divertiamoci con i bambini a fare musica libera, oppure a disegnare sorrisi di ogni forma e colore, divertiamoci a sognare stesi per terra con le gambe per aria

Buona Felicità!
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La Fiaba di Harold – Crockett Johnson

Una sera Harold scese dal letto, prese la sua matita viola e,
assieme alla luna, andò a fare una passeggiata in un giardino incantato.

La storia inizia subito abbiamo aperto il libro ed Harold ha già iniziato a tratteggiare uno scenario preciso, una torre, l’accenno del versante scosceso di un monte, l’immancabile mezzaluna, sua fedele compagna di strada. Inevitabilmente e con curiosità seguiamo allora la scia viola della matita, voltiamo la pagina, ed eccoci qui…

“…se Harold non avesse saputo che si trattava di un giardino incantato,
a malapena avrebbe capito di trovarsi in un giardino.”

Harold trova il giardino completamente vuoto, nessuna pianta, nessun fiore, niente di incantato insomma, è solo una linea viola nel bel mezzo del nulla. Deve esserci un problema ed Harold decide di scoprire quale sia e di andare a chiedere al re che naturalmente abita in un grande castello, con tanto di torri e cancello di ferro.
Come fare per entrare?


Semplice! Harold, disegna un buchino. Dentro quell’enorme castello, però, si sente piccolo, allora disegna una scala, che lo porta su, su, fino in cima. Poi disegna un trono, ci si siede e prova anche la corona. Quando questa inizia a pesargli, allora la mette sulla testa del re che, probabilmente a causa del giardino, è triste.

E impotente, perché non conosce la ragione per cui il giardino è così spoglio. Ma il re non deve preoccuparsi, perché ci pensa Harold, a scovare la strega invisibile che ha causato il problema, a trovare il modo per scacciarla e a far apparire degli splendidi fiori. Poi sarà stanchissimo e dovrà trovare il modo per tornare a casa, nel salotto dove la mamma, seduta nella sua poltrona lo aspetta per leggere una storia…
Ancora una volta, gli unici attori che intervengono nell’avventura serale di Harold, sono quelli tracciati da un grosso e granuloso segno viola della sua matita.

Dopo, Harold e la matita viola, con questa seconda avventura: La Fiaba di Harold abbiamo finalmente, in Italia, il secondo libro della serie, che l’editore Camelozampa, vincitore al Bologna Children’s Book Fair 2020 del premio come migliore casa editrice per bambini, pubblica dopo vent’anni.


Con i libri di Harold, l’autore, Johnson porta alla loro massima espressione le potenzialità dell’albo illustrato, per la necessaria correlazione narrativa tra il testo e i disegni, i quali concorrono a raccontare la storia.


Non è una semplice storia, una semplice fiaba…La Fiaba di Harold è molto di più, come in tutti i libri di Crockett Johnson, è la forma narrativa che diventa storia.
La narrazione è una catena di incalzanti sorprese alla quale il lettore resta avvinto, seguendo il filo, non solo metaforico, di una logica ferrea, rigorosa ma allo stesso tempo ingegnosissima ed imprevedibile. Ad ogni intoppo, Harold trova e disegna una soluzione che apre poi ad un successivo ostacolo da superare, e via così.

“Salì su, su, sempre più su, finchè fu così stanco da non riuscire più
a fare nemmeno un altro gradino.

Per fortuna non c’erano altri scalini.”

Harold sale le scale che disegna egli stesso per poi costatare che
<< per fortuna non c’erano altri gradini>>.
È lui che disegna le scale o è la matita che crea?
Chi decide quanti saranno i gradini?
In altri punti è Harold che decide cosa fare e quindi, se bisogna entrare in un castello dalle mura altissime, che si disegni un topo! Poiché, certamente, se c’è un topo ci sarà la sua tana da cui entrare! 😉

“Come poteva crescere qualcosa, disse Harold tra sé e sé,
con una strega gigante che gironzolava con quei piedoni enormi?”

La Fiaba di Harold è un semplice libro ci dona una storia che è un inno al potere dell’immaginazione, un gioco appagante e ricco di sorprese per lettori di ogni età, perchè la fantasia stupisce e alimenta anzitutto se stessa.
La fiaba di Harold così come Harold e la matita viola ci permettono di giocare e inventare storie e di “buttarci dentro”… Due storie per bambini fantasiosi, capaci di dare vita ai sogni 😉

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Clown – Queentin Blake

Clown è solo un pupazzo.
Vecchio e pure inutile, lo scopriamo nella prima pagina mentre lo vediamo gettato con decisione in un bidone della spazzatura, insieme a un mucchio di altri pupazzi, ed è così che conosce per la prima volta la condizione dell’abbandono e della solitudine.

E ora?
Gettato fuori di casa, in una Londra che non conosce è ora catapultano in una realtà in cui adulti distratti sembrano non accorgersi di lui, nemmeno in una foto dove compare insieme ai bambini, proprio comme fosse uno di loro.
Sembra forse arrivata una nuova possibilità, una bimba in maschera se lo prende sottobraccio e se lo porta a casa, giunge così in una casa sfarzosa, ma vola, poco dopo giù dalla finestra, gettato via ancora una volta!

Non tutti gli incontri sono fortunati e anzi spesso Clown è trattato con disprezzo, ma tra un volo e dalla finestra e una corsa per fuggire ad un cane, il piccolo Clown approda in una casetta malmessa. Arriva subito, anche senza l’utilizzo di nessuna parola, la miseria e l’abbandono sono palpabili.

Ad accoglierlo dopo questo ennesimo volo dalla finestra, ci sono due bambini che vi abitano e sono lì soli, una sorella maggiore che pare dover aiutare la mamma accudendo il fratellino finchè lei è a lavoro..e quello che hanno intorno è desolazione e povertà.

Come può aiutarli Clown?
Beh, facendo la cosa che forse sa far meglio, donare loro un momento di grandi risate, esibendosi in salti, cadute e piroette!
E come una ventata di aria fresca, come una pagina che si gira, Clown cambia la loro giornata in modo semplice ma con il cuore.
Forza, bisogna darsi da fare, eccoli indaffarati prima che la mamma torni dal lavoro a rassettare casa: lavare i piatti accumulati sul lavello, spazzare per terra, rifare i letti. E perchè no, già che c’è lui il Clown, ci sta pure un cambio pannolino al piccolo 😉
La casa è cambiata e ora sono finalmente pronti per il loro giro in città per andare a recuperare gli altri giocattoli che sono stati gettati via insieme a lui.

Questo casuale incontro e un piccolo e forse banale nastro azzurro raccolto dalla spazzatura diventano i regali più belli e significativi del mondo…non serve nulla di più per tornare a vedere a colori!

Clown di Quentin Blake edito da Camelozampa è un silent book quindi un libro senza parole.
E’ uno di quei libri per il quale, il lettore che lo sfoglia è chiamato a fare uno sforzo per attivare la sua immaginazione per dar voce alla potenza delle illustrazioni.
Un compito talvolta impegnativo per gli adulti, ma sono i bambini a cogliere molto più semplicemente e a tradurre le immagini in un codice segreto primordiale che è quello della fantasia.

Clown è l’albo illustrato che meritatamente si è aggiudicato il premio Andersen 2019, come miglior libro senza parole. Una storia che senza parole ci parla…., ci parla di cura, di abbandono, di solidarietà, di bisogno d’affetto e di indifferenza, e ancora di libertà, coraggio, resistenza, amicizia e molti altri…
Clown con le sue illustrazioni a tratto, in tipico stile Blake, trasmette con leggerezza e arriva a suggerire temi così difficili e a strappare un sorriso di fronte a un piccolo clown, un nuovo amico.

Questo è un albo meraviglioso, ricco di interpretazioni e letture, ma da qualsiasi punto lo si interpreta è sempre capace di donare la parola senza mai concederle spazio, di dare suoni e sentimenti a ogni disegno!

Un Clown, piccolo ma forte, intraprendente e determinato…un piccolo semplice Clown capace di trascinare ogni lettore in questa sua avventura, un semplice vecchio pupazzo capace di amare e di essere nuovamente un migliore Amico!

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Il ladro di colori – Mafra Gagliardi

In questa storia c’è un bambino di nome Pinin.
Mentre cammina in un bellissimo giardino scovato al di là delle colline, il piccolo Pinin è testimone di furto davvero molto insolito: un omino lungo e sottile, armato di spugna magica, sta rubando tutti i colori!
L’azzurro del lago, il verde del salice, il rosso del vulcano… Finiscono tutti mescolati in un grosso sacco, e al loro posto restano solo alberi e animali grigi.

Nel giardino passa un brivido d’allarme.
AIUTO! C’E’ UN LADRO DI COLORI!

Provate a immaginare un giardino rigoglioso, pieno di fiori, alberi, erba, colori e ad un tratto, qualcosa cambia, “l’aria rabbrividisce, l’erba si piega, il puledro drizza le orecchie”, e appare uno strano omino “grigio come l’ombra della sera” che comincia a sfiorare tutto quello che gli capita a tiro con la sua spugna, e i colori, come per magia, finiscono nel sacco che porta con sé. Pavoni, pettirossi, laghi, salici, vulcani, nessuno viene risparmiato dall’implacabile ladro di colori.

Tocca proprio a Pinin capire come sciogliere il triste incantesimo e poi far tornare ogni colore al posto giusto con l’aiuto della scimmia sapiente che rivela a Pinin che soltanto lui può sciogliere l’incantesimo, facendo qualcosa che gli altri abitanti del giardino non sanno fare. Dopo tante prove, finalmente (e casualmente) il nostro eroe scopre la sua inconfondibile prerogativa: soltanto lui sa ridere…

Quando sono triste, tutte le cose perdono il loro colore, diventano grigie.
Chi mi ruba i colori, mamma?
Da questa domanda di mia figlia bambina, racconta l’autrice, è nata la fiaba Il ladro di colori.
Eppure, è questa la forza del libro, il racconto non suggerisce mai schematicamente questa relazione: per il lettore bambino si parla di Pinin e del mondo fantastico in cui è finito, punto.
Una fiaba inventata quindi con il cuore da una mamma come tante per la sua bambina… in un giorno di tristezza.

Il ladro di colori di Mafra Gagliardi edito da Bohem press Italia ed è una storia che ha preso le forme e i colori della meraviglia, grazie al fantastico tocco artistico di Štepán Zavrel, un grande artista boemo che ha dato un decisivo impulso alla cultura dell’immagine per l’infanzia, anche nel nostro paese – che ricrea un paradiso terrestre da arabesco in cui fa muovere il piccolo Pinin come su un fondale teatrale.

E voi, che cosa fareste voi se un giorno uno strano omino, grigio come l’ombra della sera, vi togliesse uno dopo l’altro tutti i colori e vi ritrovaste in un mondo sempre più triste?

L’autrice Mafra Gagliardi racconta in modo semplice, Štepán Zavrel illustra, con i magnifici disegni e ai piccoli lettori e a noi adulti arriva il messaggio inequivocabile del potere straordinario del colore e il suo rapporto con lo stato d’animo infantile.

Questo libro è pubblicato in Italia in collaborazione con Morocolor Italia S.p.A., che han sostenuto con fiducia ed questo prezioso libro per far arrivare a più bambini possibile la magia e la forza dei colori e dell’arte, creando anche loro da tre generazioni colori di qualità!

“D’ora in poi, ogni volta che dopo un temporale
nel cielo comparirà un arcobaleno,

si ricorderà dei colori
del giardino meraviglioso tra le colline.

E proverà a disegnarlo.

Se vuoi, provaci anche tu.”

Il Ladro di colori in un meraviglioso caleidoscopio di immagini, parole e colori, usando il linguaggio delle favole, prova a raccontare le emozioni dei nostri bimbi, come gioia e tristezza, attraverso le mille sfumature dell’arcobaleno 😉

Buona lettura con Pinin!
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Un Memo – Hervé Tullet

Si vede il potere di questa scatolina appena aperta:
qualsiasi bambino ne rimane catturato e potrebbe anche rimanere un’ora ad abbinare forme, trovare coppie, immaginare e creare liberamente percorsi combinando le carte.

Attenzione “adulti” non fatevi ingannare dal nome!
Un Memo,
venduto e realizzato da Franco Cosimo Panini Editore, non è un semplice memo inteso come carte uguali da trovare, o per lo meno non è solo questo. Il gioco propone tantissime carte bellissime davvero strane, artistiche, disegnate con linee, punti, cerchi, curve e ricurve, incroci, palle colorate.

Unendo le carte, i bambini saranno totalmente liberi di comporre disegni, ricchi di percorsi artistici, da soli o in coppia, in quattro, in cinque…
Questo gioco, è un viaggio, è una storia che non pone limiti: la fantasia è libera di volare.
Si costruiscono percorsi, anche per le macchinine, astratte realtà, incredibili intrighi. I disegni delle 44 carte portano la firma inconfondibile di Hervé Tullet ma sono lasciati liberi per ogni esperimento.
E attenzione, anche il retro delle carte, realizzate in monocromia può venire utilizzato 😉

Tullet, torna quindi con la sua “semplicità” a stimolare la memoria, la creatività e a liberare l’immaginazione di ogni bambino, sia di quelli piccoli che di quelli “grandi”!

Dopo centinaia di combinazioni, dopo aver immaginato e viaggiato sulle ali della libertà e dell’arte proviamo a prendere un bel foglio tanti pennarelli o pennelli e creiamo pure noi con i bambini nella magia della creatività!
Infatti il gioco può continuare sia a casa che a scuola, lasciando liberi i bambini di creare e costruire nuovi pezzi, nuove carte personalizzate , in gruppo o da soli 😉
Non c’è limite all’immaginazione dei bambini, quindi perché limitarli?
Ogni spazio è utile per giocare, creare e imparare, non rimane che provare!

“I bambini vogliono sapere tutto e non hanno pregiudizi.
Essi, più sono piccoli e più sono aperti.
Tutto è comprensibile
ed è in grado di comunicare per loro
con un vasto repertorio di strumenti.
Tutto quello che dovete fare è mostrare qualcosa,
per farla diventare l’inizio di una nuova cosa.
Tullet

Un Memo è si aggiunge con gran successo ai progetti di grafica e cartotecnica in cui riconosciamo la caratteristica principale dello stile di Tullet: la creatività è servita sul piatto d’argento per ogni bambino che vuole giocare, inventare, scoprire. Girando, ruotando, combinado le diverse carte e mischiandole a piacere, il bambino impara a creare in libertà dando sfogo alla sua fantasia.
È davvero divertente e adatto anche ai più piccini perché non ha regole complesse da seguire.
La scatola contiene 44 carte grandi e resistenti.

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Il piccolo Cavernicolo – Julia Donaldson

Il piccolo cavernicolo si sente solo,
non c’è nessuno con cui giocare.
Tutto è così noioso…
Poi, all’improvviso non lo è più,
ecco un pennello e un secchio!

Iniza proprio così la storia di questo adorabile bambino preistorico con indosso un bel pannolino di foglie e dei sui genitori molto indaffarati 😉
Il piccolo si annoia ma presto punta e raggiunge (come fan tutti i bimbi) un vaso di pittura e un pennello ed ecco che in un attimo ci sono tocchi creativi di colore ai di mamma nella sua caverna.

Che disastro ha combinato!!!
La mamma brontolando pulisce con spugna ed acqua mentre il papà comprensibilmente sconvolto, alza il dito e lo avvisa minaccioso che se ricapita verrà a prenderlo un mammut e lo porterà da un grande orso bruno. Quella stessa notte, le sue parole diventano realtà, e il bambino viene spazzato via in un’avventura incredibile!

Ma cosa sta accandendo?!
Il piccolo cavernicolo vede molte cose nel suo emozionante “viaggio” notturno al chiarore di una luna piena, come una iena che ride, una grande tigre dai denti a sciabola, vede anche una caverna sulla collina, chi vivrà lì dentro?!
Speriamo non sia la tana del grande orso bruno!!
Ebbene appena entrano a gran sorpresa il grande mammut gli porge un pennello!

Una tigre a cinque zampe!
L’orso bruno barbuto!
Un mammut con i baffi arricciati!
Questo sì che è divertente, ma sopratutto il Piccolo cavernicolo ha così liberamente creato alcuni dei più bei dipinti che mammut e la sua famiglia abbiano mai visto..e tutto diventa colore!!

Ma ora devono tornare a casa!

Il Piccolo cavernicolo opera della famosissima Julia Donaldson, illustrato magnificamente da Emily Gravett edito da Picarona è un libro illustrato pieno di umorismo e attenzione per i dettagli.
Toni caldi nella prima parte, per approfondire i toni più scuri dela notte e del testo e per poi tornare alla parte più divertente..dipinta!

Il testo come sempre è di facile lettura, grazie al ritmo cadenzato dalle rime tipico dell’autrice, molto divertente, con quel tono cantilenante che i più piccoli amano così tanto.
Un libro avventuroso dove la fantasia è la vera protagonista, e con semplicità arriva ad esaltare il potere di evasione dei piccoli che, a differenza dei grandi, riescono a vedere il mondo con occhi diversi; inoltre ci aiuta a insegnare ai piccoli quello che erano gli uomini migliaia di anni fa, dove e come vivevano, con quali animali e che tipo di disegni facevano nelle loro case/caverne…entriamo a piccoli passi a conoscere un po’ di preistoria 😉
Ancora una volta una bella storia che ci permette di toccare varie tematiche con i più piccoli!

Buona lettura e buon divertimento con i disegni 😉

Come me – Fuad Aziz

“Mor gioca da solo e, a volte, suona un bidone
che prima conteneva petrolio.
Le sue piccole mani rimbalzano veloci
battendo un ritmo magico.”

Questo straordinario libro illustrato di Fuad Aziz ci parla di amicizia e di accettazione di se stessi, ma ci parla anche di macchie… le macchie di un ghepardo che era triste. Come Me, è edito da Artebimbi, che ha questo suo magico modo di introdurre i bambini all’arte, nonché alla lettura, nonché alla voglia di cultura, nonché alla curiosità, alla scoperta,  all’immaginazione.

Si sà quanto una forte amicizia possa lasciare tracce indelebili, più di qualsiasi colore: è questo che imparano Mor, un bambino che abita in un piccolo villaggio dalle case colorate vicino alla savana e un ghepardo triste e solo senza macchie. Loro sono i protagonisti di una storia semplice e intensa, immersi nella meravigliosa savana africana.

“…e si accorge che l’abbraccio
l’ha reso come il piccolo ghepardo:
Felice e pieno di Colore.”


L’autore Fuad Aziz è un autore iraniano che ha lasciato il suo paese e da anni vive in Italia. Da sempre affezionato ai temi dell’educazione interculturale, il suo è un tratto che unisce alla freschezza dei colori le forme e le fisionomie di mondi lontani. La bellezza dei suoi libri sta nella capacità di raccontare con poche parole sentimenti e vissuti  universali, capaci di toccare anche il cuore di bimbi molto piccoli.

La semplicità dei suoi lavori, sa racchiudere in sé la complessità della vita ed i grandi temi che la attraversano. Ed è proprio questa la caratteristica dei veri Artisti: la capacità di coniugare discorsi complessi in modo semplice e comprensibile a tutti. Le fiabe ed i racconti che scrive e illustra, sono attraversati da una vena di poetica tenerezza che li rende speciali ed unici. Si tratta di semplici episodi di vita quotidiana con protagonisti bambini e animali, che lasciano in chi legge emozioni profonde e durature. Tutto questo è ancora più prezioso se pensiamo alla situazione del suo paese, dove per un artista è davvero difficile esprimersi a causa della situazione di guerra e dittatura di cui non si riesce a vedere la fine.

Questo libro, nasce anche in versione Kamishibai.
La parola é giapponese (Kami=carta + Shibai=teatro), che si può tradurre come “rappresentazione teatrale di carta” – ed è una valigetta di legno, nella quale vengono inserite tavole illustrate di cartone, grandi circa come un foglio A4, che su un lato hanno un’immagine, sull’altro il testo della storia da leggere.

Pensa, che sembra che le sue origini siano legate ai templi buddisti del XII secolo d.C, nei quali le immagini in sequenza sarebbero state utilizzate per la prima volta dai monaci per raccontare al popolo analfabeta storie religiose ricche di insegnamenti morali, e che poi sia rimasta nelle tradizioni del Giappone per secoli, vivendo il suo momento di splendore negli anni fra il 1920 ed il 1950.
Artebambini – per primi hanno importato questo piccolo gioiello anche in Italia – viene sopratutto utilizzato nei nidi e nella scuola dell’infanzia.
La tecnica, in effetti, è perfetta per catturare l’attenzione dei più piccini: le immagini sono grandi, perciò offrono uno stimolo visivo importante, e l’abilità del narratore nel leggere la storia scorrendo le tavole una dopo l’altra aiuta a tenere alto l’interesse anche nei bimbi che ancora non hanno un alto livello di concentrazione.
Credo che le potenzialità del Kamishibai non si limitino alla narrazione e che questo strumento possa essere utile per intrattenere in modo costruttivo bambini di ogni fascia d’età! 😉
Scopri QUI i vari Kamishibai

Inoltre leggendo il libro Come Me, la meraviglia nasce naturalmente e si rimane a bocca aperta quando ci si rende conto che si può leggere questa storia guardando anche solo le illustrazioni e senza sapere nulla di Africa, poetica, retorica, critica, testo, contesto e via dicendo … perché queste illustrazioni sono dei quadri nei quali ci si può immergere e perdere, da grandi o da piccini.

Buona lettura!

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Buongiorno Postino – Babalibri

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Un inconfondibile “Poti! Poti!” annuncia ogni volta il suo arrivo.
Chi sarà?!

Penso proprio sia l’incofondibile “Poti! Poti!” di un famoso postino, che vestito di tutto punto, con la sua divisa blu, viaggia per il mondo in sella alla bici, carico di pacchi e scatoloni.
Ogni volta annuncia il suo arrivo con questo simpatico “Poti! Poti!” che diverte un sacco i bimbi!

Buongiorno postino degli autori francesi Michaël Escoffier e Matthieu Maudet, edito da Babalibri.
Premio Nati per Leggere 2013 – Miglior libro per bambini – Sezione Nascere con i libri (18 – 36 mesi)
Questo libro cartonato è realizzato in formato comodo anche per i bimbi più piccoli, e racconta la storia di un indaffarato postino, che deve recapitare, un pacco a varie famiglie di animali, sparsi nei vari continenti del mondo. In sella alla sua bicicletta il postino non conosce ostacoli; raggiunge il deserto e una volta annunciatosi con la sua simpatica trombetta “Poti! Poti!” consegna il pacco alla coppia di ippopotami.

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Ma cosa si nasconde dentro al pacco?
Una meravigliosa sorpresa: è arrivato il bebè! Un ippopotamino tutto tondo e sorridente, color mirtillo, proprio come mamma e papà.

Fatta la consegna, viaaaa! Il postino riparte nuovamente per raggiungere la coppia delle scimmie sopra gli alberi e
l’impresa si fa più ardua, il simpatico postino deve recapitare un pacchettino raggiungendoli tra gli alberi della giungla e cosa nasconderà questo pacchettino…

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Tocca infine pure andare al Polo Sud tra i ghiacci perenni dell’Antartide per consegnare il pacco alla coppia dei pinguini che da tanto tempo attendono il loro bebè…
Ma colpo di scena all’improvviso CRAC! L’uovo si apre e ne esce…una gambetta verde..
purtroppo il nostro simpatico postino non sempre consegna il piccolo giusto ai rispettivi genitori.
E come si può porre rimedio se c’è stato uno scambio di neonati?

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Sappiamo bene che parlare di temi complicati come l’adozione e la diversità a bambini che hanno appena un paio di  anni non è proprio semplice.
L’auote Escoffier, grazie anche alle illustrazioni di Maudet, lo fa senza girarci troppo intorno, con una simpatia disarmante.
La forza di Buongiorno Postino, sta proprio in questo, nel presentare come scontato e naturale il fatto che esistano famiglie come quella dei pinguini, varia e variopinta 😉
Famiglie piene d’amore in cui si può vivere serenamente tutti insieme lasciando che si mescolino in modo naturale
le diversità di colore, di provenienza, di abitudini.

Buongiorno postino, un libro gioco,
un libro che è occasione di grandi risate,
un libro che finisce in allegria lasciando un messaggio di tolleranza e di integrazione,
un libro che vuole dirci “è bello stare insieme anche se siamo tutti diversi..”
un libro che senza grandi pretese fa crescere grandi e piccoli 🙂

Per bambini da 18 mesi ai 4 anni, ma anche più cresciuti 😉

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Buongiorno postino

Michaël Escoffier

Gli occhi specchio dell’anima

Le ultime ricerche sembrano indicare una relazione tra colore degli occhi e carattere, attitudini e persino preferenze artistiche

occhi-anima

Gli occhi, l’avremmo detto o sentito un migliaio di volte, possono essere furbi, tristi, vacui, intelligenti e quant’altro ancora. Non si tratta unicamente di modi di dire; la psicologia ha fornito prove più che convincenti che le intuizioni popolari sono una volta tanto valide. La moderna scienza della comunicazione non verbale ha permesso di identificare con precisione l’espressione che lo sguardo assume quando siamo in collera o abbiamo paura; quando ci sentiamo tristi o felici.

Si sa anche che un certo modo di guardare sfuggente, guizzante, incerto é spesso un indizio che l’interlocutore sta mentendo. La sessuologia ha poi constatato come la dilatazione della pupilla e la luminosità dell’occhio siano indiscussi segni di interesse e di attrazione.

Ma l’avremmo previsto mai che basandoci sul solo colore degli occhi, saremmo stati in grado di fare ipotesi molto verosimili sul temperamento, sulle attitudini e addirittura sulle preferenze artistiche di chi ci sta di fronte?

Una vasta serie di ricerche sembra dare atto che esiste una relazione tra colore dell’iride (la regione colorata dell’occhio) e una particolare disposizione del carattere e del comportamento.
In un recente numero della rivista “Development Psychology” è stato riportato l’esito sorprendente di una ricerca condotta su bambini in età prescolare. Nella prima infanzia uno dei contrassegni più accurati della timidezza é il colore degli occhi: chi é inibito con buona probabilità ha gli occhi azzurri! Lo studio eseguito dagli psicologi Coplan, Coleman e Rubin dell’Università di Carleton di Ottawa in Canada é la conferma definitiva di una serie di indagini che l’hanno preceduta. La corrispondenza scoperta viene meno dopo i 4-5 anni, quando il bambino comincia a frequentare la scuola e ha di conseguenza maggiori contatti con coetanei ed adulti. A quel punto, commentano i ricercatori Rubin e Both, lo svantaggio iniziale di chi ha gli occhi chiari viene bilanciato dall’interazione con l’ambiente, rimettendo tutti sullo stesso piano.

Rosenberg e Kagan, altri due studiosi che hanno investigato il riguardo, ritengono che alla base del rapporto fra occhi celesti e inibizione ci sia un comune substrato biologico. Numerose altre ricerche analoghe sembrano dimostrare la fondatezza di questa ipotesi.
Studi paralleli hanno infatti dato prova dell’esistenza negli individui con gli occhi scuri di un maggiore stato di reattività neurofisiologica e mentale; questa condizione li rende più scattanti, dinamici e vivaci rispetto alle persone con l’iride chiara, che appaiono tendenzialmente più pacate, moderate e riflessive, ma anche, per lo meno nei primi anni di vita, meno socievoli e più schive.

La causa di queste due diverse predisposizioni sembrerebbe dipendere da una sostanza naturalmente presente nel nostro cervello che, in funzione del suo ammontare, renderebbe il sistema nervoso più o meno eccitabile. Il nome di questo elemento é neuromelanina e si trova anche nell’iride e nella pelle (dove é chiamato melanina o eumelanina) determinando il colorito di questi tessuti. La neuromelanina appare in grado di facilitare gli scambi nervosi, accelerandone la trasmissione. Il pigmento degli occhi e il suo omologo cerebrale sembrano andare di pari passo: in altre parole, alte concentrazioni di melanina nell’iride (e quindi occhi molto scuri) corrisponderebbero ad un altrettanto elevato livello di neuromelanina (e ad una grande reattività nervosa). L’inverso accadrebbe se gli occhi sono chiari.  Un’indagine di Miller e altri dell’Università di Louisville sembra dare peso a questa spiegazione. Questi psicologi hanno constato come gli individui con gli occhi scuri forniscano in media prestazioni migliori in attività fisiche che richiedano una bassa soglia di reazione come la boxe o il giocare in difesa nel football; mentre chi ha gli occhi chiari pare dia il meglio di sè in sport più misurati e di precisione come il bowling o il golf. Lo stato di più alta eccitazione delle persone dagli occhi bruni é una condizione generalizzata che coinvolge non solo la mente, ma l’intero organismo.

Uno staff di medici coordinato da Friedl ha riferito su “Autonomic Nervous System” il risultato di un esperimento in cui era stata iniettata dell’atropina (un sedativo) a un gruppo di uomini di età tra i 20 e i 30 anni. E’ emerso che gli individui reagivano diversamente a seconda del colore degli occhi: chi aveva gli occhi castani esibiva un rallentamento del battito del cuore per un intervallo inferiore rispetto a chi possedeva l’iride chiara. Inoltre, la ripresa del normale ritmo cardiaco avveniva per questi ultimi con una progressione molto più lenta.  In uno studio affine, un equipe medica del “Kaiser Permanente Medical Care Program” di Oakland, ha esaminato 1.031 persone che soffrivano di ipertensione e altrettante con livelli medi di pressione. Si é così appurato che gli individui maggiormente a rischio di ipertensione (un correlato in genere dell’eccitabilità) avevano in misura statisticamente significativa l’iride di colore bruno. Gli occhi scuri suggeriscono che l’individuo é anche più impressionabile di chi li ha chiari. E’ quanto ha dimostrato lo psicologo Markle. Lo studioso ha esposto a delle scene in TV un rilevante numero di individui di entrambi i sessi. Le immagini riguardavano situazioni neutre, violente oppure di accoppiamento fra animali. Le reazioni  erano testate con una sorta di macchina della verità. Facendo quindi un confronto fra colore degli occhi e intensità delle risposte emotive é apparso evidente che chi aveva gli occhi scuri aveva reagito in modo più forte; e, per contro, le “iridi celesti” erano rimaste più impassibili.

Persino il giudizio estetico é connesso al colore degli occhi. Da indagini sulle preferenze per forme e colori si é rilevato come chi ha gli occhi castani o neri tende a prediligere figure simmetriche, oggetti complessi e strutture che presentino un grande numero di angoli. Al contrario, le persone con gli occhi chiari dichiarano un maggiore gradimento per forme più ordinarie, regolari e non sono particolarmente sensibili al colore. Quest’ultimo dato é stato provato sempre da una ricerca di Markle. Lo psicologo aveva sottoposto un gruppo di soggetti al test di Rorshach (il test in cui vengono mostrate delle macchie di china e viene chiesto cosa ci si vede). 7  tavole del test su dieci sono in bianco e nero e 3 a colori. Dall’esame dei risultati, il ricercatore ha constato come in generale chi aveva gli occhi chiari avesse visto nell’insieme un maggior numero di profili; tuttavia, in relazione alle tavole a colori (elaborate proprio per verificare l’effetto dell’emotività), il rapporto si invertiva: erano gli individui con gli occhi scuri a rintracciare il numero più grande di forme.

Partendo da queste osservazioni, altri studiosi hanno voluto verificare se queste diversità avessero un rilievo anche in relazione al tipo di trattamento psicologico. Gli studi che hanno coinvolto bambini e giovani adulti, hanno rivelato che chi ha gli occhi scuri da risultati migliori con interventi di tipo comportamentale che prevedono un maggiore coinvolgimento dell’individuo e una partecipazione più attiva. Per converso, gli individui con gli occhi celesti trovano più giovamento con terapie basate sul dialogo o comunque più “cerebrali”.

di: Marco Pacori

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I cristalli

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La rinascita della cristalloterapia negli ultimi anni, dimostra una nuova frontiera nella guarigione complementare; ma l’uso dei cristalli e minerali in terapia non è nuovo. Le popolazioni indigene dell’America e dell’Australia li hanno usati da tempo immemorabile! Questa gente ha vissuto una vita in sintonia con la natura ed era a conoscenza delle energie curative dei cristalli. Come erano ugualmente coscienti delle proprietà di guarigione del regno delle piante.

Parecchie centinaia dei libri sono stati scritti sul continente di Atlantide. Gli individui, altamente esperti, svilupparono l’agricoltura, l’ingegneria e l’astronomia, che erano solo alcune delle loro abilità, ma erano particolarmente dotati nelle arti della guarigione. Il continente “mitologico” antico di Atlantide si crede fosse situato nell’Oceano Atlantico. La leggenda ci dice che Atlantide sia esistita AC e fiorita da 150.000 fino a 10.000 anni AC, quando è stata distrutta da una serie di onde di marea giganti. La ricerca archeologica recente indica che ci sono delle prove che Atlantide sia esistita vicino alla Florida.

I rimedi, le essenze omeopatiche dei fiori, sviluppati dagli Atlantidei, erano particolarmente famosi; queste venivano estratte e potenziate usando l’energia dei cristalli! La loro capacità nell’uso delle energie inerenti ai cristalli era molto avanzata: li hanno usati per illuminare le loro città e in altri modi numerosi, simili al nostro uso dell’ energia elettrica. Erano particolarmente dotati nel capire e nell’ applicare la loro potenza di guarigione. Essi hanno riconosciuto che la sorgente della malattia risiede non nel fisico, ma piuttosto nei ‘corpi più alti’ . Di conseguenza, sempre in primo luogo hanno curato il corpo aurico, e non quello fisico. Una volta che i corpi sottili fossero stati guariti, la guarigione fisica avrebbe seguito automaticamente.

Come guariscono i Cristalli?

Per capire come i cristalli sono efficaci nella terapia, dobbiamo ricordarci che:

a) il corpo umano si compone di campi di energia (corpi sottili) e di centri di energia (chakras). Il corpo fisico (anche se composto di energia) ci sembra solido, mentre l’aura ed i corpi esterni, invisibili e meno densi.

b) i cristalli emettono le vibrazioni differenti che interessano il flusso di energia. (Lo schema 1 mostra i campi generalmente accettati di energia che circondano il corpo umano).

Questi campi elettromagnetici che circondano il corpo si riferiscono a com’è composta l’aura umana. Con l’aiuto della fotografia Kirlian, ora è possibile “vedere” l’aura umana in tutti i relativi gloriosi colori.

Il concetto del sistema di chakra nel campo umano di energia ha relative origini nell’insegnamento indù, dove c’ è stata sempre grande consapevolezza dei centri di energia. Ci sono sette chakras principali (centri di energia). Ogni chakra ha un effetto diretto su ghiandole endocrine specifiche e sulle funzioni nel corpo fisico.

1)Il Chakra può pensarsi come una dinamo, cioè centri dinamici attraverso cui l’energia è distribuita, con una capienza per la trasmissione così come, per ogni chakra, in ricezione 2) ha il relativo proprio tasso e colore di vibrazione che ha un effetto sul corpo fisico così come sull’aura. La luminosità dell’ aura è indicativa della condizione di benessere  dell’individuo.

La depressione è trattata con i Cristalli

La documentazione sulla cristalloterapia indica che i clienti, sofferenti da varie tipologie di depressione, sono stati curati con successo dai terapisti del Cristallo. In questi casi particolari la circostanza era stata causata dal danneggiamento dell’ aura. Seguendo i dati storici ,notiamo che lo squilibrio dell’aura è iniziato spesso quando il cliente aveva ricevuto uno dei seguenti trattamenti: cioè la chemioterapia, ha vissuto una nascita traumatica del bambino (depressione natale), depressioni da somministrazioni di anestetici, ecc. Tutti questi trattamenti hanno un effetto offensivo sull’aura. Infatti, qualunque genere di evento traumatico nella vita, interessa l’equilibrio fragile del nostro campo personale di energia. Se lasciata non trattata, in questa circostanza, può occorrere molto tempo per la guarigione, oltre ad un possibile aggravamento col risultato di una depressione severa, mancanza di vitalità, incapacità di occuparsi di se stessi, e bassi toni dell’umore. In questi casi particolari la cristalloterapia può essere efficace. Se si ricorda che la cristalloterapia si occupa di energia, ne segue che la terapia coi cristalli è lo strumento di guarigione perfetto per riparare gli squilibri energetici nei campi aurici del corpo.

Tipi differenti di Cristalli

I cristalli di quarzo si compongono di biossido di silicio ed a volte contengono degli oligoelementi. Quando gli oligoelementi sono presenti nel cristallo di quarzo, significa che il colore e successivamente la frequenza di questo quarzo è influenzato. Diamo un’occhiata al cristallo che chiamiamo ‘ Ametista ‘, i cui colori variano dal bel lillà pallido al cristallo colorato viola scuro, conosciuto dalla maggior parte della gente. Il colore viola è causato dalla presenza di manganese nel quarzo originale. Questo oligoelemento supplementare ha cambiato non soltanto il colore, ma anche la vibrazione. Quando questi  cristalli differenti sono applicati al corpo umano, la loro vibrazione specifica ha non soltanto un effetto unico sulle energie del corpo fisico, ma anche sul campo dell’ aura.

Cristalli Nella Terapia

Molta gente che mostra un interesse per i cristalli ed è attratta semplicemente a causa della loro bellezza, è sorpresa nel trovare che quando tengono un cristallo in mano, possono percepire la vibrazione che il cristallo emette. Sono precisamente queste vibrazioni sottili, irradiate dai cristalli, che sono usati dal terapeuta e che equilibrano e ri-eccitano i campi di energia del corpo. L’applicazione del cristallo corretto per ogni persona specifica, interessa il loro campo di energia e regola il processo di guarigione. Una conoscenza approfondita da parte del professionista, dei diversi cristalli, delle loro vibrazioni e degli effetti sul campo umano di energia e sul corpo fisico, è quindi di massima importanza.

Il cristalloterapeuta utilizza l’intuizione per determinare dove ci sono blocchi nel corpo del suo paziente; usando tecniche specifiche, in primo luogo effettua la pulizia, seguita dal ravvivamento del campo di energia con i cristalli, scelti attentamente e adatti alla persona specifica. La sessione sarà completata con ‘ una messa a terra ‘ protettiva delle energie per accertare che il paziente riceva il massimo beneficio dalle energie  di guarigione.

Gli effetti della Cristalloterapia sono molteplici. Induce il rilassamento profondo promuovendo  un aumento di energia. Aiuta una varietà di circostanze che sembrano essere collegate con i problemi del ventesimo secolo. La rinascita di questa terapia delicata ed efficace gradualmente sta cominciando ad avere un effetto nelle pratiche complementari ed ha trovato il favore occasionale, di qualche professionista allopatico. Così come succedeva pochi anni fa, per l’agopuntura e l’omeopatia, la medicina ufficiale sta sensibilizzandosi anche verso questo nuovo metodo di cura.

Una cosa molto importante da tener bene in mente quando si utilizzano i cristalli è la seguente: i cristalli sono esseri viventi. Funzionano da filtro; a contatto con la nostra aura, essi  ne assorbono l’energia, la puliscono e la restituiscono all’individuo in forma elevata, pura. Di conseguenza, necessitano di particolari cure che consistono in una pulizia e ricarica. Un procedimento molto adottato  è il seguente: si mette il cristallo per 24 ore in acqua salata, poi si risciacqua, e si pone ad asciugare al sole per un giorno solare intero (i raggi passano anche quando ci sono le nuvole).

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Le pietre dure, preziose, semi preziose, ma soprattutto i cristalli di quarzo, possiedono un grande potere in termini di energia. Occorre sceglierli, prepararli, caricarli correttamente, contattarne l’intelligenza viva.