Acchiappasguardi – Marina Núñez

La nonna ha sempre occhi per lei,
anche se dice di non vederci più tanto bene.
Ascolta tutte le sue storie,
anche se dice di non sentirci più bene come prima.
E non ha mai fretta e altre mille cose da fare.
Marina Núñez

E’ molto bella, tanto quanto attuale, questa storia, di questa bambina che non può restare indifferente quando tutte le persone intorno a lei guardano uno schermo e non hanno tempo di guardarla e guardarsi.
Sente il bisogno di trovare una soluzione a questo problema, motivo per cui esce di casa molto presto in cerca di sguardi. Armata di retino deve acchiappare sguardi, vede molte persone, ma nessuno la guarda; ognuno guarda il proprio schermo: cellulare o tablet che sia.


A volte riceve in cambio uno sguardo consapevole da altri bambini, anche se non da tutti. Anche a casa non la guardano, i suoi genitori e suo fratello guardano sempre il loro piccolo schermo. Se la guardano, è con un telefono per scattare una foto di un suo gesto, o in malo modo per far sparire uno di quei dispositivi.

“Se gli adulti non osservano
e non apprezzano le cose meravigliose,
come riuscirò a fare in modo che mi guardino?”

Più i giorni passano più una strana e brutta sensazione cresce nel petto di Vera. Come fare?
Quando non ce la fa più, va alla ricerca dell’unica persona che può aiutarla, sua nonna Marga.
Come far capire alle persone che la meraviglia del mondo non si trova dentro uno schermo del telefono, ma alzando gli occhi e vivendo quello che le circonda? Per fortuna nonna Magda ha un piano… che deve funzionare!
Hanno passato un intero pomeriggio a elaborare un piano.
Hanno inventato un gioco che hanno messo in pratica nel parco, quando passavano più persone.

E’ una rivoluzionaria la piccola Vera, la protagonista di questo albo illustrato Acchiappasguardi di Marina Núñez edito da Kalandraka. Con un retino da pesca e tanta determinazione, vuole riuscire a cambiare quella che ormai è diventata un’ossessione, ossia “scollare” gli occhi degli adulti (e non solo) dallo schermo del telefono, tablet, pc.


In Acchiappasguardi troviamo quello che spesso si verifica nella realtà: da una parte abbiamo i bambini ai quali è proibito l’uso della tecnologia e dall’altra parte gli adulti incollati allo schermo dello smartphone da diventarne quasi un tutt’uno.
Vera è una bambina che ama ancora le cose “reali”, che ama guardare lontano con il suo cannocchiale, che ama osservare la natura e rincorrere le farfalle con il suo retino.
Il bello di questo libro è che sono i bambini a tentare di riportare gli adulti alla vera realtà!

Un albo illustrato dal formato quadrato, ricco di illustrazioni colorate, attuale e senza età, che fa riflettere su come il modo di osservare la realtà sia cambiato con l’avvento degli smartphone e dei social network: ormai troppo impegnati per cogliere l’attimo perfetto col cellulare piuttosto che godere davvero delle piccole cose e delle persone che ci circondano.


Questa storia si presta a far riflettere anche noi adulti sulla qualità delle relazioni e del tempo che dedichiamo ai nostri bambini. Inoltre permette di approcciare con loro molteplici temi (la comunicazione, l’educazione digitale, la solidarietà intergenerazionale, l’educazione alle emozioni…) L’albo è stato finalista del XII Premio Internazionale Compostela di Albo Illustrato.

I cellulari esistono e non possono scomparire ma Vera, con l’aiuto di nonna, riesce a far capire agli adulti che ogni tanto alzare lo sguardo, distoglierlo dal cellulare, e soprattutto vivere la vita reale, è un’ottima opportunità per scoprire altre cose, cose fantastiche come la vita e lo stare insieme.
Ecco dunque come questo libro illustrato riflette una realtà che tutti osserviamo intorno a noi: persone appassionate di chiamate, messaggi, foto, musica, social network … che vedono la realtà attraverso i loro telefoni cellulari e dimenticano che ci sono cose meravigliose che possono essere osservate solo alzando gli occhi, senza la mediazione di alcun dispositivo elettronico…


Marina racconta in modo semplice ma perfettamente veritiero di come è mutata la nostra società, ma questo albo è anche un chiaro messaggio di speranza: un invito a tornare a guardarsi negli occhi e Vera ha scoperto come fare!

Sicuramente piacerà a tutti i lettori, perché gli album di qualità non hanno un pubblico specifico, piacciono a grandi e piccini.

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Si può dire senza voce – Armando Quintero

Un libro dolcissimo, una copertina calda,
un piccolo tesoro… il regalo perfetto!

Si può dire senza voce scritto da Armando Quintero, con delle meravigliose illustrazioni di Marco Somà, uno dei più talentuosi illustratori italiani.
Edito da Glifo Edizioni, questo il nome della casa editrice, nata dalla passione di due ragazzi coraggiosi e ostinati che, nel 2013, decidono di aprire una casa editrice nella loro città, Palermo.
Il mercato del libro proprio in quell’anno iniziava il suo declino, ma loro videro in quella possibilità l’occasione di offrire un valore aggiunto alla loro terra.
Il Glifo, di strada da allora ne ha fatta molta. Ha un suo piccolo catalogo che cresce e il desiderio di portare in Italia albi che sono nati all’estero e che cercano qualcuno che li porti in Italia.

Come il dolcissimo e delicato libro illustrato Si può dire senza voce.
Insegna e ci ricorda pagina dopo pagina che Si può dire senza voce… cosa? beh.. Ti voglio bene! 😉
E già, si può dire senza neanche una parola, anche con il semplice linguaggio dei sorrisi, degli abbracci e delle carezze.
E’ un albo veramente di grande e toccante dolcezza che ci ricorda come le dimostrazioni d’affetto non abbiano per forza bisogno di un nome e una voce che le pronunci. Spesso bastano i gesti, genuini e spontanei.

Armando Quintero ci ricorda in questo album che la voce è inutile per dimostrare l’affetto o per dire cose belle. Il contatto fisico, come segno di affetto è essenziale per lo sviluppo emotivo dei bambini, dà loro sicurezza, aiuta l’autostima, migliora la fiducia in sè e negli altri.
Proprio come racconta il libro, anche gli animali hanno tanti modi per comunicare tra di loro le emozioni, l’amore, abbaiando, miagolando, schiamazzando..e le giraffe? Come fanno a comunicare madre e figlia?

Madre e figlia non hanno voce, (come tutte le giraffe, si sà!) ma hanno un altro metodo efficace e pieno di affetto per comunicare: le carezze. E la piccola giraffa sceglie di condividere con gli altri animali questo modo di trasmettere sensazioni ed emozioni!

La piccola giraffa che non ha voce, è abituata a donare il proprio affetto con le carezze e gli abbracci, glielo ha insegnato la mamma da quando è nata.
Ma si sa, fortunatamente la dolcezza è contagiosa, et voilà! Ecco che tutti i cuccioli degli animali sono alle prese con questo nuovo linguaggio, più semplice e diretto e ricchissimo.

A questo punto la storia prende una svolta a 180 gradi: l’opera dissegnata da Marco SOMA continua a mostrarci alcuni animali, ma la fonte del loro benessere è un’altra; non ci sono parole, solo con coccole, abbracci e carezze …
Si creano situazioni divertenti tra gli animali, la giraffa insegna all’elefante come si toccano, l’elefante insegna alla tigre, quest’ultimo insegna al lupo e così via.

Per quanto riguarda le emozioni l’unica cosa che differenzia animali e uomini è il modo in cui si esprimono. Agli animali mancano gli organi adatti per articolare il linguaggio e quindi per comunicare quel che provano, ma molto meglio di noi, e senza portare rancore dimostrano ai loro simili tutto il loro affetto senza tanti se e ma.

Le illustrazioni attorno agli animali sono volutamente “semplici e pulite” per dar maggior luce ed importanza agli animali e alle loro azioni. Così i protagonisti sottolineano quello che è il messaggio principale della storia… Spesso non abbiamo bisogno delle parole per dire “Ti Amo” o “Io Amo” un gesto molte volte è molto più forte ed importante.

Ecco che Silenzio e Carezze sono il linguaggio e un modo forte di comunicazione e di condivisione. Questo è il messaggio che Armando Quintero con i suoi caratteristici toni poetici e riflessivi, con questi splendidi animali umanizzati disegnati da Soma.

Si può dire senza voce è una di quelle opere che mostra la tenerezza e disegna un sorriso di soddisfazione sul volto dei lettori che contemplano 🙂

Consigliato per bambini dai 3 anni in su
ma, vi assicuro che è talmente bello e dolce che va bene per ogni età! 😉

Puoi acquistare il libro QUI:

Si può dire senza voce

Armando Quintero

Una settimana nel Bosco degli Elfi

Bosco degli Elfi
Bosco degli Elfi

A Merizzo in Lunigiana – Massa Carrara

Dal 14 al 21 agosto

Immagina…

un’oasi di libertà ed energia,
un maestoso scenario naturale tra boschi secolari
e acque cristalline,
cinguettio di uccelli e suoni della natura
qui puoi sentirti leggero e libero,
come se una bolla di sapone o un palloncino colorato
ti portassero con loro…

volare in alto, lontano dal frastuono dei pensieri che…
lentamente si allontano lasciando che tranquillità e sogno si espandano in te, gioco erisate di amici.

Una Vacanza Unica e Speciale… INDIMENTICABILE ricca di momenti magici e tanti amici per coccolarci un po’….

Una settimana ispirata al Divertimento e al Benessere.

Dove? 
Nel Bosco degli Elfi, presso Il Casale Lunigiana, completamente immersi nei boschi dell’appennino toscano a pochi metri da cascate e ruscelli cristallini con conche d’acqua trasparente profonde fino a qualche metro.

La struttura è completamente isolata e riservata esclusivamente a noi.

Che tipo di attività si svolgeranno? 
Giochi di relazione e di comunicazione, salotto delle emozioni, cerchi dell’amicizia, chiacchierate a tema sotto le stelle e nei tepee, biodanza, calendario maja, cerchi energetici di guarigionemeditazioni nella natura, tai chi, passeggiate nella natura, orientering notturno nel bosco, bagni, tuffi e idromassaggi naturali nella conca del fiume, bagni di suoni con i gong e altri strumenti ancestrali, escursione ai laghi glaciali, percorso di sopravvivenza, giornate di mare in spiagge raggiungibili solo in barca e visita alle cinque terre partendo dalla via dell’amore di Rio Maggiore e poi in treno visiteremo tutti i 5 paesi di questo gioiello italiano che è stato riconosciuto dall’unesco patrimonio dell’umanità.

E poi… in terrazza proposte a sorpresa per il dopo cena e… coccole, musica, relax, buona cucina e Allegria, Compagnia e Amicizia… e altre attività che man mano si aggiungeranno, continuando la ricerca per rendere questa vacanza veramente indimenticabile e nuova.

Contattateci per ulteriori informazioni e/o per iscrivervi: info@crescereleggendo.com


Come migliorare il rapporto con i bambini

LA COMUNICAZIONE ADULTO BAMBINO.
Come migliorare il rapporto con i bambini

Domenica 24 Ottobre 2010 – Grand Hotel Rimini
Dalle 10,00 alle 17,00

“I bambini incominciano amando i loro genitori,
poi li giudicano e a volte finiscono per perdonarli”.

Oscar Wilde

Cosa dovrei fare quando mio figlio fa i capricci?
Come dovrei comportarmi quando mia figlia non mi ascolta?
Qual è il modo migliore di punire un brutto comportamento?
Come si educa un bambino al rispetto delle regole sociali?
Come posso aiutare mio figlio con la scuola?
Cosa devo fare per aiutarlo ad avere stima in se stesso?

Una giornata dinamica e intensa durante la quale Maria Rita Parsi e Claudio Belotti risponderanno alle domande tipiche di chi vuole comunicare meglio con i bambini. Sarà un occasione unica per genitori, insegnanti ed educatori per scoprire segreti, intuizioni, metodi, tecniche e sistemi che rendono la comunicazione con il bambino efficace.

Psicologa, Psicoterapeuta, Esperta d’infanzia, Scrittrice, svolge da anni un’intensa attività di formazione presso università e istituti specializzati. Collabora con molti quotidiani e partecipa a numerose trasmissioni televisive in qualità di esperta di psicologia infantile. Dal 2002 è consulente della Commissione Parlamentare per l’Infanzia.
E’ uno dei pionieri del Coaching in Italia. E’ l’unico italiano dei quattro “Senior Trainer” al mondo scelti personalmente da Anthony Robbins. E’ Master Trainer in PNL certificato da Richard Bandler, il massimo livello di specializzazione riservato a una decina di persone nel mondo. Ha una vasta esperienza internazionale, negli ultimi 18 anni ha lavorato come Coach e Trainer con migliaia di persone in 4 continenti.


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Maggiori dettagli sull’Evento
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Le 4 più importanti aree della tua vita!

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Un’intera giornata full immersion con i migliori trainer sul mercato! Il meglio delle strategie ed il massimo della qualità per guidare la tua vita verso un livello di benessere finora mai immaginato. Immagina di poter guidare la tua mente e i tuoi pensieri verso nuovi orizzonti, liberandoti delle credenze che limitano il tuo vero potenziale…Immagina di poter comunicare con gli altri in modo finalmente efficace, trasmettendo loro il tuo messaggio in modo sincero e coinvolgente…

Immagina di poter essere il protagonista della tua vita! Immagina di scoprire nuovi modelli di pensiero,nuove idee che ti porteranno lontano. Immagina di poter applicare tutto questo e di metterti davvero alla guida della tua vita.Scoprire come gestire emozioni e stati d’animo, creare un business di successo e prenderti  la responsabilità del tuo stato finanziario per creare un futuro di abbondanza.Ecco ciò che faremo in questa giornata!
Guidare la tua vita verso il vero benessere è quello che ti sveleremo!

I coach che abbiamo selezionato per te sono in assoluto i migliori nel loro campo!

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L’obiettivo di COACHING 4 YOU è quello di fornirti strumenti per il tuo benessere a 360°

Programma del Corso

MENTE

Vera Peiffer

  • Come funziona la nostra mente.
  • Il pensiero volontario ed involontario.
  • Cosa c’entra il mio passato se oggi non sono sicuro di me?
  • Esercizio: Come funziona davvero il PENSIERO POSITIVO? (Avvertenza: per farlo funzionare evitare di indossare occhiali a lenti rosa! 😉
  • Il pensiero positivo per sviluppare autostima nella vita di tutti i giorni.

COMUNICAZIONE

Ciro Imparato

(ascolta qui la voce di Ciro)

  • Il potere della voce
  • Migliorare la voce per migliorare la vita
  • Correggere il daltonismo vocale
  • Usare la voce per avere successo
  • Acquisire una voce utile
  • Quattro voci, quattro colori, quattro emozioni: Il vocabolario vocale che semplifica la vita
  • Due colori da non usare mai: il grigio e il nero
  • La voce nella seduzione
  • Uso della voce in amore
  • La voce nel rapporto con i figli
  • Il metodo FOURVOICECOLORS® nella vita professionale
  • FOURVOICECOLORS® renderà «felice» la vostra voce
  • Il legame fra voce e felicità
  • Lo schema che potrebbe cambiare la vostra vita

BUSINESS

Italo Cillo

  • Guadagnarsi da vivere on line:mito fantasia o realtà??
  • Esempi concreti di come questo sia realizzabile seguendo le tue vere passioni!
  • Gli enormi benefici di questa attività.
  • Perchè tanti falliscono? Gli errori più comuni e come evitarli.
  • Come fare per riuscire? La ricetta vincente di Italo Cillo!

DENARO

Jorg Manetti

  • Imparerai a proteggere i tuoi risparmi.
  • Imparerai a far crescere i tuoi risparmi.
  • Imparerai metodi concreti per avere rendimenti nettamente superiori a quelli classici!
  • Saprai dove si trova esattamente il tuo capitale e lo avrai sempre a disposizione.
  • Imparerai ad avere il completo controllo sul tuo denaro e quindi sul tuo futuro!

RIASSUMENDO:

  • Riassumendo, in questa strepitosa giornata, inizieremo prendendo consapevolezza dei nostri schemi di pensiero, e di come questi ci tengano saldamente ancorati a vecchi comportamenti e così a vecchi risultati, lavorando su questo aspetto imparerai nuovi modi per affrontare i problemi e le difficoltà, sentendoti così in grado di fare cose che prima non credevi di poter fare!
  • Proseguiremo ascoltando i consigli e la stepitosa voce di Ciro Imparato che ti svelerà i misteri e le potenzialità delle tua voce per portarti a comunicare con gli altri in un modo assolutamente nuovo, tanto da generare emozioni positive ed immediate negli altri! Sarà qualcosa di veramente strabiliante credimi!
  • Se abbiamo compreso come padroneggiare i nostri pensieri e a comunicare con molta più efficacia, sarai pronto per scoprire come creare un business on line ultra-redditizio seguendo le tue passioni!!! Nessuno ti ha mai detto che è possibile fare una cosa del genere vero??? Noi ti diremo come farlo, ma non solo, ti mostreremo che è assolutamente possibile!!
  • Quindi imparerai anche come gesire il tuo denaro!Perchè nessuno ti ha mai detto la verità su come “girano le cose” nell’economia, tanto quanto farà Jorg! Avere rendite del 3% mese!! diventerà qualcosa di non solo possibile, ma facile e di soddisfazione!

A chi è rivolto?

Il seminario si rivolge a tutti coloro che:

  • Desiderano migliorare la propria vita sotto ogni punto di vista: mentale,comunicativo, lavorativo e finanziario.
  • Desiderano imparare a comunicare con gli altri esprimendo profonda empatia.
  • Desiderano diventare responsabili del loro stato finanziario.
  • Desiderano gestire la propria mente ed i propri obiettivi con  efficacia.
  • Desiderano trovare profonda soddisfazione nel lavoro esprimendo le prorie dotii e seguendo le proprie passioni

Per molti è sempre una scelta coraggiosa mettersi in discussione e alla prova, partecipando ad un corso di crescita personale, qui potete farlo con la massima fiducia!
Nella vita, spesso le persone di successo sono quelle che si pongono le domande giuste, prova a rispondere a queste:

Come sarebbe la tua vita se non ci fossero incomprensioni nei rapporti lavorativi?
E in quelli affettivi? E in generale, con le altre persone?
Come sarebbe la tua vita sapendo come fare per raggiungere i propri obiettivi?
E ancora ti chiedo: come sarebbe potersi guadagnare da vivere fscendo quello che più ti piace?

Hai mai pensato a che risultato portano incomprensioni e frustrazioni? Cosa aspetti a lasciarti alle spalle tutto questo? Adesso sai che c’è la soluzione e che sarà questo seminario a svelartela.

Non aspettare altro tempo, adesso puoi fare la scelta giusta per te

Adesso quindi hai due possibilità:

  • puoi rimanere nel tuo stato attuale di cose, senza sapere come gestire i tuoi pensieri e , quindi le tue emozioni,senza saper comunicare in modo efficace con gli altri,senza sfruttare appieno il tuo potenziale per crearti un futuro di guadagni, prosperità e ricchezza….
  • oppure puoi decidere ORA di partecipare a COACHING 4 YOU! e trasformare davvero il tuo futuro! Immagina come ti sentirai e come ti percepiranno gli altri dopo aver frequentato questo corso! Il senso profondo di fiducia che saprai trasmettere agli altri dopo aver imparato a comunicare efficacemente ed aver incredibilmente aumentato la tua autostima.

Perchè è di questo che stiamo parlando in definitiva: di come ci si sente quando si è al meglio di sè, quando siamo in profondo contatto con gli altri, del senso di appagamento del vivere la propriavita secondo i tuoi veri valori, seguendo le tue passioni ed esprimendo appieno la tua personalità.

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Le emozioni nascono e crescono

emozioni-nascono-crescono

Snobbate per secoli, le emozioni sono state riabilitate dagli scienziati in tempi molto recenti.

Le emozioni hanno una cattiva reputazione. Sono ritenute un residuo irrazionale del comportamento animale, quasi non fossero degne della razionale ed evoluta mente umana. Questa convinzione è sbagliata. Le emozioni sono fondamentali per il funzionamento di una mente normale, e indispensabili per una mente “sociale”.
Le emozioni sono tutt’altro che irragionevoli, hanno anzi ragione intrinseca. Rispondono a un determinato
problema con soluzioni automatiche, preconfezionate, e in molti casi si tratta di risposte perfettamente razionali. E’ il
caso della paura di fronte a una minaccia, o dell’avvicinamento di fronte a un’opportunità. Ma le risposte automatiche, non importa quanto perfette siano, non possono essere adatte per tutte le situazioni.
E’ in questi casi che entrano in gioco il ragionamento e la ponderazione, allo scopo di personalizzare le risposte ad ogni tipo circostanza. In poche parole: le emozioni sono gli strumenti più antichi e automatici dell’agire razionale.
Qualche volta funzionano bene, altre volte no. Agli esseri umani, comunque, servono sia la ragione che le emozioni, perché questi due aspetti dell’attività cerebrale sono complementari.

Alla domanda se è possibile localizzare nel cervello un centro delle emozioni o più esatto dire che il cervello emotivo è diffuso in più zone, rispondo che non c’è un vero e proprio centro delle emozioni, allo stesso modo in cui
non c’è un unico centro per il linguaggio o per la memoria.
Ci sono più aree che cooperano nel percepire un’emozione, nell’eseguirla e nel prenderne coscienza.

L’amigdala, la corteccia prefrontale ventromediale e l’insulina anteriore, per esempio, sono aree coinvolte nel
percepire un’emozione. L’ipotalamo, i nuclei della base e il tegmento del tronco cerebrale contribuiscono ad
eseguirla, cioè a elaborare le risposte dell’organismo.
Tutte queste regioni lavorano in concerto, sono un sistema più che un unico centro isolato.
Spesso mi domandano se le emozioni differiscono nei due sessi, in realtà benché uomini e donne provino lo stesso tipo di emozioni, cambiano quelle con cui hanno più spesso a che fare e forse le loro intensità.
In generale, le donne sono più “portate” per le emozioni legate al ruolo di accadimento, mentre gli uomini
per quelle legate all’aggressività e alla ricerca. Ma a livello individuale queste differenze possono non comparire del tutto.

IL SORRISO DIVENTA CONSAPEVOLE Già A TRE MESI DI VITA, E SERVE PER TENERE LA MAMMA VICINO A SE’

Nasciamo emotivi: il linguaggio dei sentimenti è il primo che impariamo ad esprimere.

Fin dalle prime fasi del suo sviluppo, infatti, l’essere umano è in grado di partecipare attivamente alla comunicazione
non verbale con altre persone.
Secondo gli studi più recenti, già nel feto sono presenti stati di benessere e di sofferenza neurologica, oltre alla
capacità, a partire circa dal quarto mese di gestazione, di ascoltare la voce della madre e del padre e di riconoscerle
poi a poche ore dalla nascita, mostrando una preferenza rispetto ad altre. Nei primi istanti di vita, infatti,
il neonato possiede già un ricco corredo di espressioni emotive differenziate, in grado di comunicare informazioni
all’adulto. Ma non si tratta ancora di emozioni vere e proprie.

LEGAME MADRE-BAMBINO

Tutti gli studiosi sono d’accordo su un punto: la competenza emotiva di una persona si forma a partire dalle prime interazioni con la madre. I precoci “dialoghi” tra mamme e neonato, fatti di sguardi, espressioni facciali e vocalizzazioni, permettono al bambino di passare in breve tempo dall’iniziale attività riflessiva al segnale sociale di risposta a uno stimolo. E’ così che l’espressione emotiva diventa consapevole. Ne è un chiaro esempio il sorriso: nelle prime settimane di vita è legato al sistema neurofisiologico ed è presente sia durante il sonno sia nella veglia, mentre solo dopo la sesta settimana di vita e fino a tre mesi diviene il tipo sociale, cioè provocato da stimoli esterni come il volto, la voce e lo sguardo di un adulto.
Dopo il terzo mese, il piccolo è già in grado di utilizzare il sorriso in modo strumentale, per esempio per catturare
l’attenzione della madre.
Dalle dieci settimane di vita, inoltre, il neonato sa modificare il proprio comportamento in risposta alle diverse
espressioni del volto del genitore. E verso la fine del primo anno, le manifestazioni emotive della madre
influenzano e possono regolare lo stato emotivo e il comportamento del bambino….

Come ti guardo io…..
Attraverso la gestione delle emozioni, infatti, ognuno di noi comincia ad apprendere. Non a caso, le espressioni
facciali delle madri sono strettamente connesse a quelle dei loro piccoli. E ne influenzano lo stato emotivo.
E’ stato provato da numerosi studi: quando il piccolo la mamma da vicino e lei assume un’espressione serena
in volto, facilmente lui sorride, inarca le sopracciglia, schiude la bocca e muove la lingua. Tutti segnali di benessere.
Se lei invece resta inespressiva, distaccata, quasi sicuramente il bebè aggrotta le sopracciglia e corruga
la fronte mostrando smarrimento, fino ad arrivare a un pianto d’angoscia.
Questi scambi espressivi tra mamma e figlio si verificano già intorno ai due mesi di vita e costituiscono un vero e
proprio “ dialogo “ che getta le basi della sincronizzazione con l’interlocutore che svilupperà in seguito.

Ansia contagiosa
La capacità di dialogare con la madre, di segnalare la fame, il freddo e la paura attraverso il pianto sono attive
sin dalla nascita, perché funzionali alla sopravvivenza: secondo alcuni studi hanno il compito evolutivo di
modificare il comportamento all’adulto e di indurlo ad accudire il “cucciolo”. E funzionano.

Segnali di pericolo
L’espressione del volto della mamma serve anche da segnale di pericolo o di fiducia, ed insegna al bambino
quando e di cosa avere paura. Oltre alla paura, tra i due mesi e un anno si esprimono chiaramente anche la rabbia,
la gioia, la tristezza e la collera.

Verso i 15-18 mesi compaiono le emozioni più complesse come la vergogna, l’imbarazzo, il senso di colpa, il
disprezzo e gli stati emotivi misti che caratterizzeranno, poi, il modo di sentire dell’età adolescenziale e adulta. In
quest’epoca, la competenza emotiva si arricchisce anche della capacità di comprendere lo stato emotivo altrui
e infine (intorno ai due anni) il bambino acquisisce la possibilità di ferire intenzionalmente l’altro.
Di più: a partire da quest’età, i bambini sono in grado di mascherare le proprie emozioni. Per esempio, se ricevono
un regalo non gradito sanno già nascondere la delusione, modificando l’espressione del viso.

Il perché delle emozioni che proviamo. Prefazione di Deepak Chopra

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Per quale motivo sentiamo quel che sentiamo? In che modo i pensieri influiscono sulla nostra salute fisica? Corpo e mente sono separati oppure funzionano in sintonia? In questo libro fondamentale la neuroscienziata Candace Pert fornisce risposte sorprendenti e risolutive a questi interrogativi che tengono impegnati da secoli scienziati e filosofi.

Accertando l’esistenza delle basi bio-molecolari delle nostre emozioni e illustrando le sue scoperte in modo chiaro e accessibile, l’autrice ci consente di comprendere noi stessi, le nostre sensazioni e i complessi rapporti tra mente e corpo. «Un’interessante sintesi del rapporto tra corpo, mente e spirito, con un approccio scientifico e spirituale al tempo stesso.»

Se cambiamo noi stessi..

comunicare

Se cambiamo noi stessi
cambiamo il mondo
e questo cambiamento
comincia con un cambiamento
nel linguaggio
e nella comunicazione.

Arun Gandhi

Ascoltati, ascolta chi ti è vicino

thich-nhat-hanh

Cari amici, vorrei dirvi come pratico quando mi arrabbio. Durante la guerra in Vietnam, c’erano molte ingiustizie, e furono uccise molte migliaia di persone, fra le quali molti miei amici e discepoli. Ero molto arrabbiato. [..]

Non dissi nulla, non feci nulla, perché sapevo che agire o dire cose mentre si è arrabbiati non è saggio. Può creare molta distruzione. Tornai a me stesso, riconoscendo la mia rabbia, abbracciandola, e guardai profondamente nella natura della mia sofferenza.
Nella tradizione buddista abbiamo la pratica del respirare in presenza mentale, del camminare in presenza mentale, allo scopo di generare l’energia della presenza mentale. È esattamente con questa energia che possiamo riconoscere, abbracciare e trasformare la nostra rabbia. La presenza mentale è il tipo di energia che ci aiuta a essere consapevoli di ciò che sta avvenendo dentro di noi e intorno a noi, e tutti possono essere in presenza mentale. Se bevete una tazza di tè e sapete che state bevendo una tazza di tè, questo è bere in presenza mentale. Quando inspirate e sapete che state inspirando, e concentrate la vostra attenzione sull’inspirazione, questa è consapevolezza della respirazione. Quando fate un passo e siete consapevoli che state facendo un passo, questo si chiama consapevolezza del camminare.
[..]
Quando non siete calmi evitate di agire, non dite nulla: restate disponibili per voi stessi, centrati in voi stessi. Ci sono sistemi grazie ai quali possiamo tornare a noi stessi e praticare così da riscoprire la nostra calma, la nostra tranquillità, la nostra lucidità. Ci sono sistemi che possiamo mettere in pratica così da capire le reali cause della sofferenza. E questa comprensione ci aiuterà a fare ciò che va fatto, e a non fare ciò che potrebbe essere dannoso per noi e per gli altri.
Prima di continuare, pratichiamo la respirazione in presenza mentale per mezzo minuto.

Nella psicologia buddista, siamo soliti parlare della coscienza in termini di semi. Abbiamo il seme della rabbia, nella nostra coscienza. Abbiamo il seme della disperazione, della paura. Ma abbiamo anche il seme della comprensione, della saggezza, della compassione, e del perdono. Se sappiamo come innaffiare il seme della saggezza e compassione in noi, quel seme, questi semi si manifesteranno come energie potenti che ci aiuteranno a compiere un gesto di perdono e compassione. Ciò basterà a recare un immediato sollievo alla nostra nazione, al mondo. Questa è la mia convinzione.

Con lucidità, con comprensione e compassione vi rivolgerete alle persone che vi hanno provocato così tanto danno e sofferenza e porrete loro molte domande.

Nel buddismo parliamo della pratica dell’ascolto profondo, dell’ascolto compassionevole, un metodo magnifico grazie al quale possiamo ripristinare la comunicazione – la comunicazione tra marito e moglie, la comunicazione tra padre e figlio, la comunicazione tra madre e figlia, la comunicazione tra nazioni.

La pratica dell’ascolto profondo dovrebbe essere assimilata dai genitori, dalle coppie, così che possano capire la sofferenza dell’altra persona. Quella persona potrebbe essere nostra moglie, nostro marito, nostro figlio o nostra figlia. Ma anche se possiamo avere l’intenzione di ascoltare, molti di noi hanno perso la capacità di farlo perché c’è molta rabbia e violenza in noi. Altri non sanno come usare la parola gentile; rimproverano e giudicano in continuazione. E il loro parlare è molto spesso aspro, amaro. Questo genere di linguaggio farà sempre esplodere in noi l’irritazione e la rabbia e ci impedirà di ascoltare profondamente e con compassione. Per questo la semplice intenzione di ascoltare non è sufficiente. Abbiamo bisogno di un qualche allenamento per poter ascoltare profondamente e con compassione. Io penso, credo, ho la convinzione che se un padre sa come ascoltare profondamente e con compassione suo figlio, sarà in grado di aprire la porta del suo cuore e di ripristinare la comunicazione.

Alle coppie raccomando sempre, quando sono arrabbiati l’uno con l’altra, di tornare al proprio respiro e al camminare in presenza mentale, di abbracciare la rabbia e guardare profondamente nella natura della rabbia. Così possono essere in grado di trasformare quella rabbia, anche in soli quindici minuti o in poche ore. Se non possono farlo, allora dovranno dire all’altra persona che soffrono, che sono arrabbiati, e che vogliono che l’altro lo sappia. Proveranno a dirlo in un modo calmo. “Caro (o cara), soffro, e voglio che tu lo sappia”.

A Plum Village, dove vivo e pratico, raccomandiamo ai nostri amici di non tenersi la loro rabbia per più di ventiquattr’ore senza dirlo all’altra persona. “Caro/a, soffro, e voglio che tu lo sappia. Non so perché tu mi abbia fatto una cosa simile. Non so perché tu mi abbia detto una cosa simile.” Questa è la prima cosa che dovrebbero dire all’altra persona. E se non sono abbastanza calmi per dirlo, possono scriverlo su un foglio.
La seconda cosa che possono dire o scrivere è: “Sto facendo del mio meglio.” Significa: Sto praticando per non dire nulla, non fare nulla con rabbia, perché so che in questo modo creerei maggiore sofferenza. Così sto abbracciando la mia rabbia, sto guardando profondamente dentro la natura della mia rabbia.” Dite all’altra persona che state praticando il trattenere la rabbia, il comprendere la rabbia, allo scopo di scoprire se per caso quella rabbia proviene da una vostra cattiva comprensione, da una vostra percezione errata, da una vostra scarsa presenza mentale o da una mancanza di abilità.
E la terza cosa che potreste volergli o volerle dire è: “Ho bisogno del tuo aiuto.” Generalmente quando ci arrabbiamo con qualcuno vogliamo fare esattamente l’opposto. Vogliamo dire: “Non ho bisogno di te. Posso sopravvivere anche per conto mio.” “Ho bisogno del tuo aiuto” significa “Ho bisogno della tua pratica, ho bisogno del tuo guardare in profondità, ho bisogno che mi aiuti a vincere questa rabbia perché soffro.” E se io soffro, non è possibile che tu possa essere felice, perché la felicità non è una faccenda individuale. Se l’altro soffre, non c’è modo che tu possa essere felice da solo. Così aiutare l’altro a soffrire meno, a sorridere, farà felice anche te.

Il Buddha ha detto: “Questo è così perché quello è così. Questo è perché quello è.” Le tre frasi che propongo sono il linguaggio del vero amore. Esso ispirerà l’altra persona a praticare, a guardare in profondità, e insieme realizzerete la comprensione e la riconciliazione. Ai miei amici propongo di scrivere queste frasi su un foglietto e di infilarlo nel portafoglio. Ogni volta che si arrabbiano con il partner, o con il figlio o la figlia, possono praticare la respirazione in presenza mentale, tirare fuori il foglietto e leggerlo. Sarà una campana di consapevolezza che dirà loro che cosa fare e che cosa non fare. Le tre frasi sono: “Soffro e voglio che tu lo sappia.” “Sto facendo del mio meglio.” “Per favore aiutami.”

Una volta che sarà ristabilita la comunicazione, la pace sarà possibile.

Quello che il Buddha ha detto è: “Ciò che è venuto in essere – se sai come guardare profondamente nella sua natura e identificare la sua fonte di nutrimento, allora sei già sulla strada della liberazione.” Ciò che è venuto in essere è la nostra malattia, il nostro malessere, la nostra sofferenza, la nostra violenza, la nostra disperazione. E se pratichiamo il guardare in profondità, la meditazione, saremo in grado di identificare la fonte di nutrimento, di cibo, che ha portato tutto questo in noi.

Abbiamo bisogno di respirare profondamente, di diventare calmi per toccare il seme della saggezza.

Thich Nhat Hanh: Abbracciare la Rabbia
Conferenza tenuta il 25 settembre 2001 alla Riverside Church di New York

Un percorso di trasformazione e consapevolezza attraverso i discorsi di uno dei massimi insegnanti del Buddhismo impegnato

Prezzo € 11,05

invece di € 13,00 (-15%)

Questo libro raccoglie gli insegnamenti offerti da Thich Nhat Hanh durante il ritiro dal titolo La pace è ogni passo tenuto a Castelfusano (Roma) dal 21 al 26 marzo 2008. Con il suo inconfondibile stile sobrio, ma profondo e diretto, l’autore illustra le tappe fondamentali di un percorso di trasformazione e consapevolezza alla portata di tutti: prendersi cura delle proprie sensazioni, praticare la consapevolezza del respiro, imparare l’ascolto profondo, apprendere come trasformare la rabbia, scoprire il senso di unione, la condizione di inter-essere che ci connette a tutti gli altri essere viventi e non. In un’apposita sezione del libro sono raccolti gli insegnamenti rivolti ai bambini nel corso dello stesso ritiro.

10 regole per la coppia

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Quali suggerimenti si potrebbero offrire a tutte quelle persone che si frequentano più o meno assiduamente con l’idea, il desiderio o la speranza di unirsi stabilmente in un rapporto di coppia?

Il primo consiglio di fondo è senza dubbio quello di fare della conoscenza profonda dell’altro un obiettivo importante e prioritario da cui poi dipenderà il buon andamento del rapporto di coppia, che viene misurato concretamente da un particolare indicatore: la voglia di stare insieme . Si, proprio così, il tempo che si desidera trascorrere con l’altro per comunicare, giocare, amare, divertirsi, crescere, ma anche per affrontare insieme i problemi della quotidianità, diventa un tempo di vita che indirettamente è la misura di un rapporto di coppia riuscito e che funziona bene, in cui entrambi i partner possono affermare di essere veramente felici.

I suggerimenti che seguono sono regole di buon senso, che costituiscono solo la base per avviare una reciproca e profonda conoscenza, che se da un lato è un ottimo rimedio per non correre il rischio di ritrovarsi a vivere un rapporto di coppia come estranei, dall’altro ci sembra il miglior antidoto per prevenire i mali causati dalla routine, dalla noia, dall’apatia, fondamentale anche per promuovere una buona comunicazione interpersonale all’insegna del rispetto reciproco, della fiducia, della felicità e del benessere della coppia.

10 consigli:
1. Dare spazio all’amore:

trovare sempre nell’arco della giornata il tempo e il modo per dire al proprio partner “ti amo” . Può sembrare banale, ma è importantissimo farlo, ovviamente a condizione di sentirlo. Qualsiasi modo va bene (non ci sono limiti alla fantasia): può bastare un fiore, una carezza, un pensiero gentile, una telefonata, una sorpresa o piccole attenzioni, che faranno capire alla persona che amate quanto è importante per voi. Dopotutto è il pensiero che conta!

2. Essere coerenti:
l’amore va soprattutto dimostrato e non solo dichiarato. Comportarsi in maniera coerente rispetto al punto precedente è una strategia salva rapporto di importanza cruciale se si vuole evitare di creare contraddizioni tra quello che viene detto a parole e ciò che viene comunicato con i fatti e le azioni quotidiane. Attenzione, dire al proprio partner “ti amo” e poi non essere presenti nei momenti importanti e nelle decisioni che contano nella vita di coppia, equivale a mentire spudoratamente. Può essere utile a questo punto ricordare il primo assioma della comunicazione che afferma…“Non si può non comunicare e tutto comunica… ogni comportamento è comunicazione e la comunicazione è comportamento”.

3. Comunicare in maniera aperta e leale:
in situazioni di divergenza di opinioni, di contrasto e/o di conflitto, è importante confrontarsi serenamente e ascoltare con calma, rispetto ed empatia anche le ragioni e i punti di vista dell’altro senza alcun pregiudizio, e soprattutto con la piena consapevolezza che l’apparente vittoria dell’uno sull’altro equivale in realtà alla sconfitta di entrambi. Se possibile, non lasciar trascorrere più di 24 ore dall’eventuale litigio per cercare di risolvere il problema o di superare al più presto la situazione conflittuale. E’ bene tener presente, inoltre, che i contrasti e i conflitti, peraltro assolutamente normali in una coppia, possono rappresentare un momento di riflessione, di maggiore conoscenza dell’altro, di confronto e, quindi, di crescita e di evoluzione della coppia, ma possono anche trasformarsi, come più spesso facilmente accade per mancanza di intelligenza sociale, in una trappola mortale per il rapporto che rischia di svuotarsi di ogni sentimento e di rimanere soffocato da violenti scontri diretti ad annientare psicologicamente l’altro. Pertanto, quando ci si ritrova in situazioni di esasperato conflitto è importante domandarsi se si vuole costruire un rapporto migliore o si vuole distruggere quello che si è già costruito.

4. Riconoscere i propri errori:

sembra facile, ma non è da tutti riuscire a farlo perché riconoscere di aver sbagliato richiede umiltà, coraggio e soprattutto intelligenza sociale ed emotiva. Un comportamento socialmente competente ed emotivamente intelligente prevede una strategia infallibile in tre punti: a) riconoscere i propri errori senza mezzi termini; b) scusarsi sinceramente per l’accaduto; c) impegnarsi a non ripetere l’errore commesso. Le coppie che hanno fatto proprio questo fondamentale principio di comunicazione interpersonale, hanno vita lunga, quelle che invece prediligono giochi pericolosi come “la caccia alle streghe”, “nascondersi dietro un dito” e “il gioco al massacro (è tutta colpa tua se…)” hanno i giorni contati, insieme alla certezza di soffrire.

5. Imparare a perdonare:

l’amore è anche e forse soprattutto capacità di perdonare. Il perdono è un atto d’amore che appartiene alle persone generose di cuore. Chi non sa perdonare, non può dire di saper veramente amare. Ci sono situazioni in cui il perdono, di per sé difficile da concedere, rappresenta l’unica via d’uscita, da pagare a volte a caro prezzo, ma è un investimento pur sempre conveniente se si tratta di vero amore. In caso contrario, negato il perdono, ci si troverà sicuramente pieni di orgoglio, ma allo stesso tempo più vuoti dentro nell’attesa di potersi “leccare” la propria ferita narcisistica.

6. Rinunciare alla perfezione:

ricordarsi che nessuno è perfetto è una regola d’oro spesso dimenticata che, se puntualmente osservata, può evitare inutili tensioni, ansia da prestazione e stress nella coppia. Se non accettiamo i limiti del nostro partner o non tolleriamo i suoi difetti e le sue imperfezioni, con molta probabilità non lo amiamo abbastanza o forse abbiamo (e il ché è ancora più grave) una visione distorta e infantile dell’amore. Questo potrà generare anche aspri conflitti nella relazione, ma a quel punto conviene interrogarsi sulle ragioni di fondo della propria scelta e darsi delle risposte coerenti. Insomma, pretendere la perfezione nel rapporto di coppia o dal proprio partner equivale a chiedere a un cavallo di volare…non sarà mai capace di farlo! Bisognerebbe, invece, imparare ad accettare i propri limiti e quelli altrui e saper essere soprattutto tolleranti per quello che non ci piace in noi o nella persona con la quale si è deciso di condividere un progetto di vita. Non è sicuramente facile, ma è prova di grande maturità e di buon equilibrio interiore.

7. Far prevalere il “senso del noi”:
sembra banale dirlo, ma la coppia è composta da due persone con bisogni, motivazioni, obiettivi, interessi, aspettative e desideri diversi; e fino a quando nella coppia prevarranno interessi personali e forme di egoismo, comunque espresse, non si andrà molto lontano sul difficile cammino della crescita emotiva, dell’amore e della felicità. Questo traguardo, che ogni coppia desidera raggiungere, è invece possibile se i partner sono entrambi capaci di creare da subito quel magico “senso del noi ” che è un sentimento profondo, basato sulla condivisione di tutto ciò che crea e rinforza un legame affettivo, e che va alimentato costantemente nel tempo.

Ma come si costruisce il senso del noi ?

Innanzitutto con quella complicità , tipica delle coppie molto unite, che pervade anche le piccole cose come i rituali piacevoli e tutti quei momenti emotivamente coinvolgenti che scandiscono il rapporto di coppia, come viaggiare e far vacanza insieme, ritrovarsi a tavola, passeggiare tenendosi per mano, far l’amore, divertirsi, gioire dei momenti di intimità, ma anche affrontando uniti le inevitabili difficoltà della vita, le situazioni di dolore e i momenti di sofferenza, senza dimenticare l’importanza di avere un linguaggio comune che faccia da sfondo al rapporto di coppia, caratterizzandone in modo esclusivo le fasi evolutive. Questo e molto altro ancora serve a creare il senso del noi , che ovviamente comprende anche le decisioni importanti da prendere insieme per il bene della coppia, come per esempio l’acquisto di una casa, il lavoro, l’educazione dei figli. Insomma, il senso del noi è un potente antidoto allo stress emotivo e relazionale della vita a due, che comporta un “affidarsi reciproco” , ossia una dimensione affettiva che unisce nonostante tutto, e nella quale ognuno si sente protetto da un rassicurante e tranquillizzante noi , capace di creare fiducia reciproca, indispensabile per andare avanti, e di emanare una straordinaria forza ed energia che rinsaldano profondamente il legame, rendendolo inossidabile e invulnerabile alle avversità quotidiane e ai problemi dell’esistenza.

8. Alimentare la passione:
significa desiderare l’altro e sentirsi fisicamente, sessualmente e emotivamente attratti dall’altro, ma allo stesso tempo rendersi a propria volta sempre desiderabili e attraenti agli occhi del proprio partner. Insieme all’intimità e all’impegno, la passione è un elemento cardine del rapporto di coppia da cui dipende la stabilità relazionale; e forse è anche l’aspetto più difficile da gestire nel tempo. E la difficoltà consiste nel fatto che la passione per sua natura è un fattore che molti considerano legato esclusivamente alla bellezza, all’attrazione fisica, alla corporeità e meno ad elementi più intangibili come il “fascino ” che è invece una qualità importantissima che una bella persona è in grado di emanare a prescindere dalla sua età anagrafica. Per mantenere sempre alta la “fiamma” della passione, allora la coppia ha bisogno di evolvere anche sessualmente e di rinnovarsi per riuscire ad essere sempre all’altezza delle aspettative affettive, sessuali ed emotive del partner. Molte coppie commettono invece l’errore fatale di dare tutto per scontato sul piano affettivo e quindi si adagiano, cadono nella routine, pensando che ormai non sia più così importante risultare desiderabili e attraenti agli occhi del proprio compagno con il quale magari si convive già da anni.

Se è vero che invecchiando la bellezza esteriore diminuisce e con essa le prestazioni fisiche e l’esuberanza sessuale, allora è anche vero che coltivare il proprio fascino e la bellezza interiore è un’arte che si può imparare, che forse rimane l’unica, vera arma segreta per mantenere sempre vivo e coinvolgente un rapporto di coppia che permette ai partner di crescere insieme.

9. Creare intimità nella coppia:

la tenuta di una coppia nel tempo è direttamente proporzionale al grado di intimità che i partner riescono a stabilire tra di loro. L’intimità è uno straordinario collante ancora più forte della passione, ma che per funzionare ha bisogno di essere continuamente alimentato attraverso una fiducia reciproca profonda e incondizionata. Solo su queste basi è possibile rivelarsi completamente all’altro, svelare i propri segreti, mettere a nudo le proprie debolezze o paure senza il timore di apparire fragili, vulnerabili o di essere giudicati per le proprie “zone erronee”.

L’intimità, quella vera, richiede soprattutto coraggio ed onestà intellettuale per affermare la propria identità, oltre alla consapevolezza che essa non è mai un punto di partenza, ma un punto di arrivo, un traguardo che si conquista pian piano, giorno dopo giorno nel tempo. L’intimità è in sintesi un elemento fortemente caratterizzante la stabilità della coppia, che più sarà intima e più apparirà unita e sicura anche agli occhi degli altri, grazie a quell’invidiabile senso di complicità che è allo stesso tempo causa ed effetto dell’intimità tra due persone che si amano.

10. Impegnarsi verso l’altro:

è in assoluto la regola di buon senso più difficile da seguire in un rapporto di coppia. Infatti, l’impegno implica da un lato l’assunzione di responsabilità nei confronti del proprio partner, specificamente legate a tale ruolo, dall’altro la volontà e il desiderio di non deludere mantenendo in qualsiasi situazione un comportamento adeguato che garantisca condizioni di equilibrio emotivo e stabilità nella coppia. Più in particolare, il termine impegno ha una valenza olistica, che abbraccia diverse dimensioni del rapporto, tutte assolutamente importanti, che vanno da quella relazionale , a quella psicologica, affettiva e professionale.

Impegno dal punto di vista relazionale vuol dire innanzitutto fedeltà e rispetto per l’altro; nella dimensione psicologica l’impegno assume il significato di fiducia e aiuto fornito al partner per sostenerlo nel suo percorso di autorealizzazione e crescita personale; in ambito affettivo l’impegno sottintende la presenza non solo fisica, ma soprattutto emotiva sia nei momenti belli che in quelli difficili della vita; in ambito professionale, infine, l’impegno per il proprio partner si estrinseca con la disponibilità a cercare insieme occasioni e opportunità che favoriscano il suo successo in ambito lavorativo, magari attraverso una più efficace strategia di valorizzazione delle sue risorse personali, che abbia anche lo scopo di migliorare la sua autostima. Ma perché è così difficile impegnarsi verso l’altro? Forse perché l’impegno richiede sacrificio, rinunce, capacità di donarsi senza pretendere nulla in cambio, impiego di risorse personali a favore dell’altro, altruismo o meglio ancora assenza di egoismo, dedizione. In una parola “amore” , un sentimento davvero grande, capace di raccogliere in sé tutte queste cose che solo chi ama sinceramente riesce a ritrovare con assoluta naturalezza nel suo repertorio comportamentale.

da: www.benessere.com


Fabio Marchesi

La Coppia Illuminata

Tutti desiderano Amare ed essere Amati, ma…

Compralo su Macrolibrarsi

Questo testo è un Inno all’Amore consapevole inteso come vera “comunione di intenti” in cui ogni cosa assume un valore che può essere compreso che deve essere considerato: tanto il percepibile quanto l’impercepibile, tanto le parole e le azioni, quanto i pensieri e le intenzioni.

Vengono descritti “meccanismi” che inconsapevole intervengono in ogni relazione affettiva di coppia, o potenziale tale, come l’entanglement, un fenomeno, riconosciuto dalla fìsica quantlstica, che coinvolge due o più “entità” e che si manifesta attraverso una comunicazione ed un condizionamento del comportamento reciproco a distanza.

La Coppia Illuminata è un nuovo modo di concepire qualsiasi relazione affettiva che spiega le dinamiche che stanno all’origine dei molti “fallimenti” nei rapporti di coppia e introduce un modo di essere, di pensare, di agire che possa invece permettere di realizzare il “miracolo” di una relazione vissuta pienamente, con Amore autentico, nella Gioia, ciò a cui la natura dell’essere umano tende “spontaneamente”

Coccole e carezze

Le carezze costituiscono il gesto più evoluto della specie umana: esse donano continuità affettiva e sensuale all’esperienza di vivere. Il tatto è il primo e più importante senso di informazione, è l’unico dei cinque sensi che non si spegne mai e la sua estensione, mediante la pelle, coinvolge tutto il corpo. La pelle è l’organo della comunicazione primaria: sente, risponde, dialoga.

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Attraverso le carezze, sensibilità ed espressione divengono una cosa sola: una carezza è pronta a cogliere ogni piccola variazione nell’altra persona, la rispetta, se ne interessa profondamente ed è connessa al senso di protezione. Sentirci accarezzati, accolti, approvati ci rassicura e nutre la nostra parte più profonda. La carezza rappresenta una sinfonia di messaggi che manifesta apertura al dialogo, alla condivisione, all’intimità.

Le carezze come forma di comunicazione

Noi comunichiamo con chi amiamo attraverso le carezze. Carezze materne, paterne, di approvazione, carezze con cui si esprime il proprio consenso, con cui si esprime l’amicizia, e l’amore. Con cui si dà e si riceve piacere. Dal momento della nascita, quando il bambino lascia l’utero materno, è rassicurato dal contatto fisico con la madre da cui è totalmente dipendente.

Il tatto sul corpo del piccolo è molto importante per il suo equilibrio psichico e fisico e per la sua crescita. L’effetto delle carezze è molteplice e appagante, stimola il nostro corpo e induce nella mente un profondo stato di benessere, di calma e relax. L’importanza di questo gesto è data dal contatto corporeo, con il quale ogni centimetro quadrato di pelle si trasforma in una mappa di recettori nervosi che catturano gli stimoli provenienti dall’esterno e li inviano al cervello, che poi li distingue: caldo, freddo, pressioni, sfioramenti, vibrazioni, dolore o, al contrario, piacere ed erotismo.

Impariamo a coccolarci, per coccolare

Parlarsi attraverso la carezza, però, non sempre è facile. La comunicazione attraverso il contatto fisico richiede apprendimento ed intuizione. E’ necessario calcolarne tempi e modi: ogni carezza è fatta anche di tempo, di tempestività, del momento giusto e della durata opportuna.

La carezza è una forma di “nutrimento”, essenziale sia nella fase dello sviluppo, sia nella vita adulta. Nelle prime fasi di vita prevalgono gli aspetti più fisici, mentre successivamente assumono dimensioni più simboliche, più mediate, ad esempio un sorriso, perché maggiormente influenzate dalle aspettative e dalle norme sociali e culturali.

Coccole e carezze non provengono solo dall’esterno: siamo noi i primi ad attuarle nei nostri confronti e questa è la base per essere in grado di accettarle a nostra volta. Concedersi piccole gratificazioni, un bagno caldo e profumato, una parola di elogio per un compito accuratamente svolto, una seduta dal massaggiatore, sono piccole attenzioni che ci possiamo rivolgere e che incrementano il senso di autostima e di benessere.
Se si riescono a donare a se stessi coccole e carezze si potranno estendere anche fuori di sé tali doni, senza sentirsi privati di quanto si offre, senza aspettarsi nulla in cambio.

Donare all’altro, in questo caso, genererà una vita più ricca perché ci si renderà conto che anche noi abbiamo qualcosa da offrire.

di Bianca Maria Fracas


Nessia Laniado

101 modi per volersi (sempre) bene

Seduzioni, sorprese, coccole, dispetti

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Nuovi modi, delicati e seducenti, di volersi bene, minuscoli frammenti di felicità da assaporare o da far assaporare. Piccole attenzioni di poco conto alla portata di chiunque.

Un testo pratico e divertente per scoprire in se stessi e negli altri il gusto della vita che si nasconde nelle piccole occasioni di ogni giorno. Suggerimenti pratici e intriganti, saggezza orientale, ironia, cene maliziose, giochi e molto altro ancora.

I colori della sensualità

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Proviamo a fare un viaggio nell’universo dei colori tradizionalmente attribuiti ai 7 chakra.
Prima di partire, un’avvertenza: se un disagio nei confronti di un particolare colore può far riflettere e stimolare ulteriori autoanalisi, non deve essere però preso come una etichetta negativa sulla nostra capacità di amare.

I colori sono tutti “buoni“, e le nostre preferenze e idiosincrasie vanno anche rispettate.

Rosso: e’ il colore del primo chakra, alla base della colonna vertebrale. E’ tradizionalmente il colore della sessualità più istintiva, quella più legata alla terra, alla conservazione della specie. Ma è anche il colore che tante culture hanno associato alla passione, all’amore, al peccato, alla trasgressione… Insomma simbolicamente si tratta della tinta più spesso chiamata in causa quando si parla di sessualità. E allora possiamo chiederci che reazioni essa produca nel nostro intimo. Vi sono persone che amano vestirsi di abiti scarlatti, e altri che sono a disagio all’idea di immergersi in queste vibrazioni e frequenze. Non vuol dire che queste ultime siano davvero in crisi con la sessualità, ma… Un disagio troppo evidente di fronte al colore rosso ci suggerisce che forse abbiamo un po’ paura di emozioni forti, intense, trascinanti.

Arancione, 2° chakra. Per la tradizione indiana è questo il colore dell’eros vero e proprio, con le sue sfumature di scambio interpersonale e di gioco, forse più solari, meno istintive e “cieche” di quelle del 1° chakra. Stesso discorso: che emozioni ci dà l’arancione? “Sprofondiamo” volentieri in abiti stoffe, divani, che emanino queste frequenze?
Giallo, 3° chakra. Per tradizione è il colore della gelosia, del possesso, del narcisismo, dell’Io. Elementi che anch’essi vengono chiamati in causa, e spesso, nelle storie d’amore. Occhio dunque alle difficoltà con il colore giallo. Chi lo ama, invece, spesso trova in esso una solarità, un ottimismo, una luce che la dicono lunga sulla sua capacità di amare e lasciarsi amare.

Rosa (ma anche verde), 4° chakra. E’ il chakra del cuore, e dunque chi ama questo colore sa che la sessualità è dolce se vissuta in una luce d’amore e di donazione di sé.

E poi, via via, ci sono i colori dei chakra più alti: blu (5° chakra, comunicazione), viola o indaco (6° chakra), bianco (7° chakra) . Amarli significa amare le loro frequenze che parlano di comunicazione, scambio, meditazione: qualità che, lungi dell’essere antitetiche all’erotismo, gli forniscono una “coloritura” più profonda e spirituale.

Emma Chiaia


Fabio Nocentini

Chakra

Compralo su Macrolibrarsi

copriamo insieme l’affascinante mondo dei chakra: vortici che raccolgono, trasformano e conducono l’energia dell’universo.
Ogni vortice si distingue per un preciso colore ed esplica funzioni ben definite con qualità che gli sono proprie.
Ogni chakra è tra l’altro in comunione con determinati organi, ghiandole endocrine e determinate zone del nostro corpo fornendo la forza necessaria per il loro funzionamento.

Studiando le condizioni dei chakra, attraverso l’uso del pendolino e di altri metodi analizzati in questo libro, si ottengono informazioni sulle aree caratteriali, psicologiche e comportamentali del soggetto.
Con l’aiuto dei cristalli, degli oli essenziali e dei fiori di Bach, possiamo riportare all’equilibrio i chakra disarmonici guadagnando in salute, armonia e benessere psicofisico.