Se non sei soddisfatto della tua vita..

Alcune persone sembrano attrarre successo, potere, ricchezza, ottenimento, con molto poca fatica cosciente; altre li conquistano con grande difficoltà; altri ancora falliscono del tutto di raggiungere le loro ambizioni, i loro desideri e i loro ideali.

Perché questo? Perché alcune persone realizzerebbero le loro ambizioni facilmente, altri con difficoltà e altri ancora per niente?
Questa causa non può essere fisica, altrimenti l’uomo più fisicamente perfetto avrebbe il maggiore successo. La differenza, quindi, deve essere mentale – deve essere nella mente;
consegue che la mente sia la forza creatrice, deve costituire la sola differenza tra le persone. E’ la mente quindi a creare l’ambiente e ogni altro ostacolo nel percorso dell’uomo.
Quando il potere creativo del pensiero viene pienamente compreso, il suo effetto viene visto come meraviglioso. Ma alcuni risultati non possono essere raggiunti senza una corretta applicazione, diligenza e concentrazione.
Lo studente osserverà come le leggi che governano il mondo mentale e spirituale sono fisse e infallibili come quelle del mondo materiale. Per conseguire i risultati desiderati poi, è necessario conoscere la legge e conformarsi ad essa.
Si osserverà come un appropriato rispetto di questa legge produrrà il risultato desiderato con invariabile esattezza. Lo studente che impara che il potere proviene dall’interno, e di essere debole solo perché ha dipeso da un aiuto esterno, e che chi proietta se stesso in modo deciso nel proprio pensiero si corregge istantaneamente da solo, allora sta in posizione eretta, assume un atteggiamento dominante, e opera miracoli.
E’ quindi evidente che colui che non riesce a indagare e trarre profitto dal meraviglioso progresso che è stato compiuto in questa ultima e più grande scienza, diverrà presto arretrato come chi rifiutasse di conoscere e accettare i benefici derivanti all’umanità dalla comprensione delle leggi dell’elettricità.
Certo, la mente crea condizioni negative con la stessa rapidità di quelle favorevoli, e quando visualizziamo coscientemente o inconsciamente ogni genere di mancanza, limitazione o discordia, noi creiamo queste condizioni; questo è ciò che molti stanno inconsciamente facendo tutto il tempo.
Questa legge come ogni altra legge non fa differenze con nessuno, ma è in costante svolgimento e sta inesorabilmente portando ogni individuo ad essere esattamente ciò che egli ha creato; in altre parole, “Qualunque cosa l’uomo semini; sarà anche ciò che raccoglierà”.
L’abbondanza quindi dipende dall’individuazione delle leggi dell’Abbondanza e dal fatto che la Mente non è solo la creatrice, ma l’unica creatrice di tutto ciò che esiste.
Certamente, nulla può essere creato prima di sapere che può essere creato e quindi sforzarsi nel modo giusto.
Non c’è più elettricità nel mondo odierno di quanta ce ne fosse cinquant’anni fa, ma prima che qualcuno individuasse le leggi per rederla utilizzabile, non potevamo trarne beneficio; ora che la legge è stata compresa, praticamente il mondo intero è illuminato da essa. Idem per la legge dell’Abbondanza; sono solo quelli che individueranno la legge e si porranno in armonia con essa che ne condivideranno i benefici.

La Chiave Suprema
The master key system

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Spesso le situazioni e l’ambiente ci dominano e siamo in balia della “corrente”, fino a quando comprendiamo le regole e i principi che governano il naturale fluire delle cose.

Oggi nel mondo non c’è tanta elettricità quanta ce n’è sempre stata, ma qualcuno ha dovuto individure la legge che la rendesse utilizzabile, un pioniere ne ha dovuto svelare il mistero, per poterne trarre beneficio. Una volta scoperta questa possibilità, l’elettricità ha illuminato tutto il pianeta.

Charles Haanel, l’ideatore di THE MASTER KEY SYSTEM è stato appunto uno dei pionieri del Nuovo Pensiero e ha svelato che la Legge dell’Abbondanza governa le cose nella stessa maniera: solo chi la conosce e impara ad usufruirne beneficia dei suoi doni. LA CHIAVE SUPREMA ci apre la porta al Metodo che ci consente di attrarre nella nostra vita tutto ciò che desideriamo e a cui aspiriamo.

Il famoso Metodo di Haanel, composto da ventiquattro lezioni settimanali, THE MASTER KEY SYSTEM, ci fornisce la chiave per aprire tutte le porte e realizzare il successo in ogni ambito della vita, grazie appunto al potere creatore della Mente.

Un’opera fondamentale per tutti coloro che desiderano cambiare le condizioni in cui vivono e centuplicare gli effetti e i risultati delle loro azioni. Ha ispirato alcune delle più importanti personalità della nostra epoca.

Puoi guarire la tua Vita

L’Amore si sa, è uno dei più potenti strumenti di guarigione. Imparare ad accettarci e ad amarci esattamente così come siamo, è forse la lezione che tutti noi siamo chiamati ad imparare.
Spesso però siamo capaci di amare noi stessi e gli altri, solo se questo amore è vincolato da precise condizioni. E’ come se, in un certo senso, seguissimo la regola del cosiddetto ‘solo se…’ o ‘ solo quando…’
L’Amore è uno dei più potenti strumenti di guarigione
Mi amerò solo se… troverò un nuovo partner…quando dimagrirò… quando cambierò lavoro… se saranno gli altri ad amarmi per primi…. e la lista potrebbe continuare all’infinito.
A chi e a che cosa condizionate il vostro amore? E cosa succede quando anche solo una di queste condizioni viene meno? Cosa accade se non avete ancora trovato il vostro partner ideale? E se il lavoro dei vostri sogni pazienta ad arrivare? Cosa succede se anche gli altri, seguendo il vostro stesso ragionamento, si aspettano che siate proprio voi a fare la prima mossa?
Amare se stessi –dice Louise Hay – è un’avventura meravigliosa: è come imparare a volare. E’ vero, non è sempre semplice amarsi completamente: tutti noi, infatti, abbiamo i nostri piccoli e grandi difetti che a volte, ai nostri occhi, appaiono così evidenti, da ritenere impossibile l’atto di poterci amare incondizionatamente. Eppure, non è possibile imparare a volersi bene se non partiamo proprio dall’accettarci così come siamo, anche con i nostri difetti.
Ripercorriamo insieme, brevemente, le Dieci fasi ideate da Louise Hay per imparare ad amare se stessi, nella speranza di aiutare sia le persone che già hanno iniziato a farlo, sia coloro che vorrebbero cominciare ora.

1. CESSARE DI CRITICARCI:

le critiche e i giudizi spesso non servono per progredire verso il cambiamento che auspichiamo, bensì per tenerci imprigionati al passato e ai nostri vecchi comportamenti. Per esempio, se ci disprezziamo per la nostra incapacità di mantenere fede alla promesse fatte con noi stessi, non ci stiamo certo aiutando a realizzare il nostro obiettivo. Allo stesso modo, se ci ripetiamo di essere degli stupidi o degli incapaci, questo non ci renderà di certo delle persone migliori, e noi rimarremo solo bloccati nei sentimenti spesso ancora più dannosi del biasimo e del risentimento verso noi stessi. Ogni giorno è un nuovo giorno per attuare comportamenti diversi e provare ad abbandonare le tensioni create da atteggiamenti iper responsabili e ipercritici ai quali ci sottoponiamo continuamente.

2. SMETTERE DI SPAVENTARCI:
quante volte usiamo i nostri pensieri per rendere le situazioni peggiori di quello che realmente sono? Quante volte formuliamo pensieri capaci addirittura di terrorizzarci? Utilizziamo questo comportamento anche nella vita sociale: se qualche nostro collega d’ufficio incontrandoci non ci saluta, cominciamo subito a pensare che dobbiamo avergli fatto un torto, quando magari sta semplicemente pensando ad altro. Pensieri del genere non fanno altro che paralizzarci e non ci sono di nessuna utilità. Ogni volta che ci ritroviamo a formulare pensieri negativi, fermiamoci e riportiamo dolcemente l’attenzione ad una immagine per noi positiva (per esempio il tramonto), o ad un suono (magari il rumore del mare), oppure semplicemente ripetiamoci ad alta voce una frase positiva che ci aiuti ad uscire dal loop negativo nel quale siamo entrati.

3. ESSERE GENTILI, DOLCI E PAZIENTI CON NOI STESSI
la pazienza è davvero uno strumento straordinario. Troppo spesso pretendiamo che le nostre aspettative vengono soddisfatte subito, o che i cambiamenti che sentiamo necessari per noi e per la nostra vita avvengano quanto prima. Ma i nostri tempi spesso non coincidono con i tempi della lezione che siamo venuti ad imparare su questa terra: potrebbe infatti volerci più tempo del previsto oppure le cose potrebbero semplicemente non accadere secondo la nostra sequenza spazio-temporale. Tutti commettiamo errori mentre apprendiamo qualcosa di nuovo ed è solo se ci diamo il permesso di accettare questi errori e di imparare da questi, che progrediamo e miglioriamo veramente. E’ come quando abbiamo cominciato a camminare – dice Nicola Riva, insegnante certificato Louise Hay – se dopo il primo tentativo ci fossimo subito arresi o ci avessero detto che eravamo degli stupidi solo perché ci avevamo provato ma eravamo caduti, avremmo forse imparato più velocemente o meglio?’ Probabilmente no… e allora perché quando sbagliamo non possiamo semplicemente perdonarci e considerare l’accaduto un ulteriore passo verso il miglioramento?

4. ESSERE GENTILI ANCHE CON LA NOSTRA MENTE
trovarci a pensare a qualcosa di negativo non è certo la fine del mondo. Non dobbiamo odiarci perché facciamo pensieri negativi e nemmeno incolparci per le esperienze negative che abbiamo vissuto in passato. Un esercizio molto utile che Louise Hay consiglia in proposito è quello del rilassamento: quando ci troviamo tesi o spaventati semplicemente chiudiamo gli occhi e respiriamo profondamente per qualche minuto e mentre espiriamo ripetiamo a noi stessi ‘Ti voglio bene. Va tutto bene.’ In questo modo ci rilasseremo e allo stesso tempo invieremo al nostro cervello pensieri potenzianti.

5. LODARE SE STESSI:
così come le critiche deprimono il nostro spirito, le lodi lo risollevano. E’ importante dunque imparare a complimentarci con noi stessi per tutti i miglioramenti che siamo in grado di apportare alla nostra vita, e per tutti i cambiamenti che riusciamo ad attuare, anche per i più piccoli o per quelli che ci sembrano meno importanti.

Queste sono le prime cinque regole per imparare a volersi bene. Ed ora provate a pensare alla prossima volta in cui vi ritroverete a vivere una situazione che non vi soddisfa o in cui vi capiterà di formulare pensieri negativi… Come vi comporterete? Con quale frase potenziante sostituirete le solite vecchie critiche nei confronti di voi stessi? Come vi premierete per aver raggiunto quel traguardo, seppur piccolo, che vi eravate prefissi?

Accettati in modo totale per un’ intera giornata e stai a vedere che cosa succede!
Louise Hay

Pensare in positivo per ritrovare il benessere fisico e la serenità interiore

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Liberarsi da schemi mentali negativi, per aprirsi alla vita con un approccio ottimistico, significa servirsi del pensiero positivo come strumento indispensabile per vivere felici, all’insegna dell’amore e della pace.
L’autrice, affetta da una grave forma tumorale, è riuscita a sconfiggere il cancro grazie ad un processo di autoguarigione, attivato dal pensiero positivo.

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E’ davvero il pensiero che conta!

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Un altro tassello si aggiunge, un altro dono arriva a Noi. E’ il Pensiero che conta è un libro che illumina il Cuore di coloro che sono scettici, che non credono che il nostro Pensiero possa modificare il campo quantico, portandoci esattamente quanto desideriamo.

Il libro E’il Pensiero che conta si apre con questa meravigliosa nota di Louise Hay:

Sono grata a David Hamilton per aver scritto questo libro illuminante. Sono certa che le sue ricerche contribuiranno ad accrescere nelle persone la consapevolezza che siamo fatti di energia. Far entrare questa verità nella nostra vita ci darà il potere di vivere ogni giorno sapendo consciamente che ogni pensiero influenza direttamente il nostro mondo e gli dà forma. È difficile leggere questo libro senza diventare esseri umani che amano in modo più consapevole.

LOUISE L. HAY, autrice del bestseller “Puoi Guarire la Tua Vita

Questo libro descrive il modo in cui i nostri pensieri, le emozioni, i sentimenti, idee, convinzioni, speranze e sogni modificano le condizioni del nostro corpo, le circostanze della nostra vita e perfino l’evoluzione stessa del mondo.

L’essere umano è davvero ciò che pensa

David Hamilton esplora l’affascinante connessione tra mente e corpo, raccogliendo in queste pagine le ricerche condotte da scienziati, guaritori e mistici di tutto il mondo. Arricchito da una preziosa bibliografia, il volume ci aiuta a comprendere una grande verità: l’aspetto più significativo dei nostri pensieri è la sorgente da cui nascono. Le nostre azioni sono importanti, ma ancor più importante è l’idea che le ha fatte nascere perché… è davvero il pensiero che conta!

Grazie a questo libro scoprirai:

* il potere dell’intenzione collettiva
* gli effetti della meditazione sul corpo
* come i pensieri possono influenzare la struttura del DNA
* la verità su come guarire noi stessi e gli altri, anche a distanza

E'il Pensiero che conta, di David Hamilton
David Hamilton, E’il Pensiero che conta

Prove sbalorditive del Potere dei nostri Pensieri

Libro 192 pagine

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David R. Hamilton, ha conseguito una laurea in chimica con il massimo dei voti, una specializzazione in chimica biologica e medica e un diploma in chimica organica. Nel 1995 ha iniziato a lavorare come scienziato nell’industria farmaceutica.

Per i quattro anni successivi ha inoltre lavorato come allenatore di atletica e manager di una delle più prestigiose squadre inglesi. Nel 1999 ha lasciato entrambi gli incarichi e ha iniziato a lavorare come speaker motivazionale.

Fondatore di una istituzione di beneficenza internazionale, è stato tra gli organizzatori di Spirit Aid, un festival di pace, e ha lavorato come insegnante universitario di chimica ed ecologia. Dedica la maggior parte del suo tempo alla scrittura, alle conferenze e ai seminari che conduce personalmente.

Il corpo e la tua energia

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Il corpo è un tempio che va rispettato, educato e assecondato per quanto attiene le enormi possibilità di cui dispone.

3 esercizi per capire l’energia vitale

Il nostro corpo ha capacità autoriparatrici e autoguaritrici. Come potrebbe essere altrimenti? Viceversa saremmo sempre ammalati. Un nonnulla ci annienterebbe. Anche quando ricorriamo a cure esterne, una parte determinante nella guarigione la mettiamo in prima persona. Non esiste medico, farmaco o sciamano che possa farci stare bene, se la guarigione non partisse dal nostro interno. A livello profondo. Non è tanto la “volontà” necessaria per stare bene e guarire, quanto porsi nella condizione giusta, naturale, perché ciò avvenga.

La tradizione e certi percorsi religiosi l’hanno sempre saputo. Il corpo è un tempio che va rispettato, educato e assecondato per quanto attiene le enormi possibilità di cui dispone. Oggi i ricercatori stanno dimostrando proprio questo. Ci sono stati della coscienza, metodi di meditazione e rilassamento, condizioni di autosuggestione e ipnosi, che possono aiutarci a stare bene e, a volte, favorire i processi di guarigione da una malattia. Oltre a pratiche volte a risvegliare in noi i processi di risanamento. Tutto ciò fa capo a quella che gli antichi chiamavano “energia vitale”. Termine caduto in disuso con l’avvento della moderna medicina e delle scienze biologiche. Ma che oggi torna, almeno come concetto, per cercare di interpretare l’insieme di ciò che, non solo ci tiene in vita, ma pure la preserva. Tanto dai danni prodotti dall’ambiente esterno, quanto quelli prodotti dall’interno. Compresi i nostri atteggiamenti mentali ed emotivi.

Uno dei mali del nostro tempo è ciò che conosciamo come stress. La tensione nervosa di voler fare tutto, incastrare 3.000 impegni nel tempo definito di una giornata. Il corpo e la mente non sono fatti per questo. Per durare a lungo in condizioni di costante conflitto, rabbia, collera. Il nostro corpo cerca l’equilibrio. Tutto ciò che interrompe o, addirittura spezza, questo equilibrio (virus, batteri, sostanze tossiche, ma anche stress acuto e cronico) mette a rischio la nostra salute. Occorre fermarsi e trovare soluzioni. Il sonno è una soluzione di cui la natura ci ha dotati. Così come tutto ciò che ci aiuta a mantenere e ritrovare i giusti ritmi vitali. Ogni giorno dobbiamo fermarci e recuperare energie psicofisiche. Non a caso, i disturbi del sonno vengono oggi considerati dalla medicina come un sintomo importante di cui bisogna andare a cercare le cause più profonde.

Thierry Janssen
è una interessante figura di medico-chirurgo che, a un certo punto della sua vita, ha deciso di studiare le medicine complementari. Ci informa delle sue scoperte e riflessioni nel libro “Respirare. Per una medicina integrata tra corpo e anima“. Ne prendiamo spunto per proporvi qualche esercizio.

Primo esercizio

Ognuno di noi ha dei campanelli d’allarme, delle spie luminose che si accendono per segnalarci che qualcosa non va nel nostro corpo o nella nostra vita. Saper percepire i nostri livelli di stress e porvi rimedio per tempo, è fondamentale per evitare danni alla nostra salute e alla nostra stessa esistenza. Voi come vi regolate? Provate a rispondere con altri e poi a confrontare le risposte.

* Ascolto sempre il mio corpo e mi rendo conto che qualcosa non va dai seguenti segnali…
* Non riesco a capire o comunque trascuro di considerare i messaggi che mi manda il corpo, perché…

Secondo esercizio

La medicina moderna dispone delle cure più potenti ed efficaci mai esistite in tutta la storia dell’uomo. Ciò ha permesso di estendere non solo la quantità della nostra vita, ma anche la qualità. Un tempo si moriva per le infezioni più banali e le partorienti erano sempre a rischio, sia per se stesse che per il nascituro. Tuttavia oggi molti specialisti, in particolare psicologi e psichiatri, affiancano le cure ortodosse con quelle complementari, per accelerare i processi terapeutici dei propri pazienti. Voi cosa ne pensate? Rispondete con altri e confrontatevi.

* Non ricorrerei mai a trattamenti che non siano dimostrati dalla scienza ufficiale, perché…
* Penso vi siano cure che, pur discostandosi dalla medicina ortodossa, possano essere efficaci in certi casi, per esempio…

Terzo esercizio

Alcune persone ritengono che passare l’informazione secondo cui ognuno di noi dispone di un potenziale di prevenzione e cura, porti le persone a colpevolizzarsi. Vale a dire: se mi ammalo, non ho fatto a sufficienza per non prevenire la mia patologia. Oppure: non ho messo in atto sufficienti precauzioni, stili di vita, trattamenti, per non cadere ammalato. Secondo questa ottica, curare è compito del medico, mentre il paziente ha una responsabilità molto limitata rispetto alle malattie di cui soffre. Ma è sempre così? Confrontatevi con altri nelle risposte: emergeranno aspetti interessanti.

* A seconda della malattia, ognuno di noi può avere anche una parte di responsabilità, per esempio…
* Non diciamo fesserie, qualsiasi malattia non è responsabilità di chi la contrae, perché…

fonte: http://www.psychologies.it/

Per una medicina integrata tra corpo e anima

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Sempre più persone, insoddisfatte delle risposte che la medicina ufficiale è in grado di dare, si rivolgono alle cosiddette “pratiche mediche alternative” o “complementari”. Molti aspetti dell’approccio medico tradizionale non soddisfano più: il rapporto gerarchico e anaffettivo tra specialista e paziente, l’uso massiccio e non bilanciato di quantità esagerate di medicinali, il concentrarsi sulla cura dei sintomi e non delle cause ecc.
Tra gli aspetti più trascurati dall’approccio scientifico vi è la questione del ruolo della mente nell’originarsi delle malattie e soprattutto nella loro cura. Come per certi versi dimostra il cosiddetto “effetto placebo” nella somministrazione dei medicinali, comincia ad affacciarsi l’idea che la mente possa governare la salute, talvolta in modo decisivo. Si tratta quindi di sondare le tante pratiche mediche esistenti, anche quelle cosiddette “alternative”, al fine di arrivare a un approccio curativo che tenga insieme mente e corpo.

Per avvicinare questo obiettivo, l’autore, medico chirurgo con una solida formazione, ha incontrato numerosi ricercatori e ha sperimentato direttamente molte delle pratiche mediche alternative. Il suo resoconto è quindi ispirato da valori correttamente “scientifici”, verificabili e ripetibili, che però incrinano la nostra visione “sacrale” della medicina.
Janssen considera il fattore umano e mentale il motore primo della guarigione. Dalla neuroimmunologia (incentrata sulla presenza del fattore stress) recupera il beneficio che apportano le emozioni positive, mentre le pratiche di rilassamento, meditazione e ipnosi sono valorizzate dagli stessi laboratori scientifici, che ne hanno attentamente monitorato le ricadute positive su corpo e mente. Altre pratiche, come i metodi di educazione somatica ispirati ad Alexander e Feldenkrais, pongono in rilievo la memoria emotiva del corpo. Lo yoga, il tai chi e il qigong sembrano invece mobilitare meccanismi di autoriparazione dell’organismo. L’agopuntura genera fattori reali e duraturi sul cervello.
Sono molte le pratiche a porre in crisi le certezze mediche “ufficiali”. E si tratta di discipline che pongono la questione salute come la risultante di un equilibrio tra mente e corpo.

La pace interiore

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Ora, dovremmo davvero domandarci, ma come può l’uomo, finalmente, prendere il cammino che lo porti al raggiungimento di una pace universale? Sicuramente attraverso un percorso di consapevolezza che difficilmente potrà passare solo per le piazze o per l’idea di una guerra che produca davvero pace.

Purtroppo la guerra è un business. Ma lo è anche la pace, in molte situazioni. Anche se quest’ultima non rende probabilmente abbastanza da controbilanciarne i ricavi economici. Fare ricorso ai vari Gandhi, a M.L.King, o ai Vangeli, per  chi è credente, a Madre Teresa, San Francesco, poco serve. Questo è un percorso per iniziati, per chi ha deciso di mettere in gioco se stesso, di pagare in prima persona il prezzo delle proprie azioni. E’ un percorso duro, pericoloso, perché rende diversi, emarginati.

Porsi accanto ai diseredati, vuol dire accettare la medesima condizione, se non fisicamente, perlomeno nello spirito. Chi sceglie la maturazione interiore dell’idea di pace, sa che questa si raffronta solo con l’individuo, inteso come singola persona.

La pace va insegnata, ma come scelta di vita.

Si deve partire dalla persona per arrivare alle masse, il percorso inverso mai ha dato davvero dei risultati decenti e spesso è stato il seme per qualcosa di peggio. La pace deve diventare momento di confronto, di meditazione, di crescita. La pace è amore verso gli altri e verso se stessi. Non si deve attendere di essere su un’auto lanciata a grande velocità per imparare guidare, si deve partire da piccole lezioni e solo alla fine, quando si sarà maturata la tecnica potremmo fare le nostre prove. Per chi crede, il percorso potrebbe apparire più chiaro.

La pace che ci portò il Cristo, non è la pace che immaginiamo noi, della tranquillità, della sicurezza. “Vi porto la pace, vi do la mia pace” ……. La Mia pace…. Non ci facilita il compito Gesù Cristo, quando ci indica la strada del distacco dalle cose, del possesso che corrompe, la pace che ci regala è quella della consapevolezza, della solitudine dell’uomo che si accosta agli altri, e non ne teme la presenza. E la Sua pace è quella dell’amore. E come si può dire di amare gli altri se non li si accetta per come sono, se li si vede soffrire senza che nulla si faccia per aiutarli. Finché ci sarà un ricco, o un insieme di paesi ricchi, ed un resto del mondo povero, alla fame. Fino al giorno in cui l’ingiustizia colpirà tanti innocenti, in questo terreno melmoso, la guerra troverà la sua vittoria. La pace non è assenza di guerra. La pace va costruita ogni giorno, nei piccoli gesti quotidiani, nell’aiutare chi ci è vicino ed ha bisogno. Come possiamo pensare di comprendere chi ci è tanto lontano, se siamo incapaci di stendere la mano ai nostri compagni di viaggio?

La guerra è solo una delle aberrazioni della mancanza di pace. Le altre sono la fame, l’odio, l’egoismo, l’incapacità di comprendere che nessuno può davvero dirsi diverso dagli altri. La pace va insegnata sempre, perché ci soccorra quando necessita e ci dia la grande occasione di sentirci uomini, tutti uguali, con un unico cammino ed una medesima meta. E soprattutto che non consenta a nessuno di utilizzare la pace per altri fini, economici, politici o legati a qualsiasi interesse personale. L’occidente deve capire che la più grande guerra che sta facendo al resto del mondo, quello povero, va sotto nomi che con la guerra in se possono non avere nulla a che spartire: fame, sete, cure mediche, istruzione, discriminazione.

La pace è interessarsi degli altri con animo tranquillo, gratuitamente, considerando il punto di vista altrui con pari dignità del nostro e non ritenendosi benefattore, parola che sovente nasconde l’idea di superiorità.

Esiste una sola pace?

Come ho già detto, non esiste un solo tipo di pace, laddove le motivazioni sono tra di loro diverse e diversi gli intendimenti per raggiungerla. La pace non esiste, se non c’è pace in una famiglia, o nelle strade, o se chi governa non rispetta e rende giustizia ad ogni singolo cittadino, dove l’economia arricchisce chi è già ricco ed impoverisce chi è già povero.

La pace diventa un puzzle impazzito, quando la spezzettiamo, la sezioniamo, la codifichiamo secondo interessi di parte. La pace non è uno stato delle cose, o non solo, ma qualcosa che risiede nell’animo umano. La pace è una sola e non potrebbe essere altrimenti. E’ un modo di essere, di pensare.

La pace va agita con il nostro modo d’essere, i nostri gesti devono essere lo specchio dei pensieri, delle emozioni che ne sono prodotte. La pace va insegnata ogni giorno, ogni ora dell’anno, attraverso un insegnamento all’amore, all’ascolto verso se stessi e verso gli altri. Va seminata riconsiderando il nostro tenore di vita, il vuoto consumismo, l’inutilità della maggior parte delle cose che crediamo di possedere. Ed essa germoglierà ogni volta che verranno riconosciuti i diritti anche di un solo uomo.

L’educazione alla pace produce amore, empatia, tolleranza, condivisione, altrimenti avremo odio, insofferenza, discriminazione. Noi, oggi, produciamo l’arrogante opulenza della nostra società che contrasta con l’infinito vuoto morale, con l’insofferenza per il dovere, per la poca consapevolezza delle nostre responsabilità.

Dovremmo tener presente che siamo tutti interdipendenti. Ogni cosa che accade ad un uomo, in qualsiasi parte del mondo egli viva, ci rende un po’ responsabili della sua sorte. Far finta di non vedere, vuol dire solo sostenere quella violenza cieca che è la causa principale dell’assenza di pace nel mondo. Siamo ciechi, tutti… sordi… distratti da non vedere ed udire quel dolore che provoca la sofferenza di donne, uomini e bambini in condizioni di indigenza talmente gravi da non aver nessuna speranza di vita.

fonte: http://www.ildialogo.org/

La necessità di una scelta consapevole

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Constatando il fallimento di molte iniziative di pace, Deepak Chopra propone una strategia alternativa per sconfiggere la cultura della guerra, la stessa che proponeva il Mahatma Gandhi: “Non c’è una via della pace, la pace è la via”. Non si tratta quindi di risolvere questo o quel conflitto, ma di sradicare l’idea stessa della guerra, nonostante essa sia istinto ancestrale, valvola di sfogo di bisogni di vendetta e possibilità di accedere alla sicurezza e al potere. Tutto questo fa parte dell’uomo, ma è compensato da una forza di peso uguale ma direzione contraria: quella dell’amore. Sulla scorta degli insegnamenti dei grandi pacificatori della storia, da Gesù a Buddha, da Gandhi a Nelson Mandela, Chopra stila un programma in sette passi per tutti coloro che vogliono trasformarsi in autentici “creatori di pace”.

La felicità

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L’impegno etico più importante è essere felici nell’adesso, attimo per attimo, contenti di ciò che c’è, così come è.
Un infelice è fondamentalmente una persona preda del suo Ego. Come tale non ama nessuno, ma si nutre di disprezzo, a partire dal disprezzo per sé.
Ama il prossimo tuo come te stesso diventa possibile solo se si è felici dentro, cioè se si è liberi dal dominio dell’Ego.
La felicità, a differenza di come si pensa comunemente, non è frutto delle circostanze della vita, più o meno favorevoli. Essa piuttosto nasce naturalmente dalla pratica quotidiana delle qualità dell’essere, come l’apprezzamento, la gratitudine, la generosità, l’integrità, la compassione.
Chi è felice emana onde positive che fanno bene a tutte le persone intorno. E, data la natura dell’inter-essere, far bene agli altri è far bene a se stessi.
A sua volta, l’infelicità origina dalla pratica degli inquinanti mentali, come la rabbia, il risentimento, l’ingratitudine, il disprezzo, l’invidia, il sospetto, la repressione. Gli inquinanti sono i mezzi che l’Ego utilizza per aumentare il suo potere sulla persona. Naturalmente per perseguire questa strategia, deve renderla del tutto inconsapevole: la persona non deve avere neppure il sospetto che sta impegnandosi con tutta se stessa a perseguire il suo male. Al contrario, deve credere che sta facendo le mosse giuste per “difendersi”, “proteggersi”, “perseguire i propri interessi”. Ecco perché la caratteristica fondamentale dell’Ego è la distorsione della realtà, o, in parole povere, la sistematica menzogna. La menzogna è necessaria per mantenere la persona nell’ignoranza. Ma l’Ego individuale non può far tutto da solo. Non ne sarebbe in grado. L’Ego individuale si costruisce attraverso l’interiorizzazione dell’Ego collettivo. Ecco perché è così importante, per sciogliere le proprie nevrosi, cominciare a diventare consapevoli delle sue determinanti culturali e collettive.

Dal punto di vista fisico, l’infelicità è un treno di onde negative, che produce malessere o malattia. E’ una musica stonata, che fa male all’orecchio e al cuore. Come treno di onde, l’infelicità si propaga nell’ambiente circostante, contaminando le persone intorno, a meno che non abbiano sviluppato sufficiente consapevolezza per sottrarsi al fenomeno della risonanza. La presenza di un infelice può rendere un gruppo depresso. Tutti si sentono meno bene, e per sottrarsi a questo dispiacere, facilmente compiono delle mosse controproducenti.

Chi è felice costituisce un esempio che è desiderabile seguire.
Naturalmente ci può essere chi vede nella felicità altrui una minaccia: una minaccia al proprio potere di imporre il suo cattivo umore e attraverso quello condizionare parenti, amici, conoscenti. In altre parole, i leader radicati nelle qualità dell’essere sono mal visti dai leader egoici negativi.

I genitori felici hanno molto più potere nell’educare i figli. Chi è felice significa che dà valore alla felicità. Genitori felici danno valore a ciò che può favorire felicità nei figli: affetto, presenza, empatia, amore. Non hanno quindi bisogno di compensarli per le loro carenze, di viziarli, di cedere ai ricatti. Inoltre, i figli vedono nei genitori dei modelli di come essi stessi potranno diventare nel futuro seguendo il loro esempio. Se i genitori sono tristi e di cattivo umore, i figli non avranno voglia di seguirli. Se cercheranno di insegnare loro qualcosa, mancheranno di leadership. I figli si opporranno: non voglio diventare come te!

Le parti interne meno evolute, le subpersonalità, si comportano come i figli: non hanno alcuna intenzione di seguire le direttive di un io-governo infelice! Rifiuteranno la sua leadership. Si opporranno e continueranno a fare di testa loro. Ma essendo molto piccole come età mentale, il loro contributo sarà scarsamente apprezzabile, se non addirittura dannoso o devastante. Tutte cose che alimenteranno l’infelicità del povero io-governo, sempre meno capace di governare e sempre più pronto a lamentarsi e subire.

Nella nostra filosofia, la felicità è spesso stata confusa con il piacere, senza guardare alle conseguenze che i diversi tipi di piacere recano con se.
Alcuni piaceri sono in realtà pieni di veleno, e oscurano la possibilità di essere felici.
Se una ferita mi prude, grattarmi offre un piacere momentaneo. Ma se continuo a grattarmi, che cosa accadrà? Se mi sento giù, cerco sollievo nell’alcol o nel cibo. Ma alla lunga, questa scelta dove mi porta?

Nella visione buddista, felicità significa gioia dell’essere, senza cause, senza condizioni. Sukha, ananda, non dipendono da prestazioni, aspetto esteriore, successo, salute, anche se possono esserne influenzate.

Dal nostro punto di vista, il cattivo umore è una forma, tra le più subdole, di racket, cioè di mafia psicologica, attraverso la quale una persona ruba l’energia ad un’altra, senza per questo diventare contenta.
In altri termini, è un equivalente aggressivo, una forma passivo-aggressiva: fa del male occultando la sua natura distruttiva. Dato che è una forma molto diffusa, è facile per chi la pratica sottrarsi al feedback e al confronto. In questo modo può continuare su questa strada per anni, senza averne la minima consapevolezza, e spargendo intorno a se molti semi di infelicità.
L’Ego, che si nutre di infelicità, trova in questa forma un modo semplice ed efficace per aumentare il suo potere sulla persona, sulla coppia, sulla famiglia, sul gruppo dove può esercitarla.

Le persone intorno, specie quelle predisposte a soffrire di sensi di colpa, quelle che ritengono che la felicità degli altri dipenda dal loro comportamento, cadono così in un tranello molto rischioso: per sottrarsi al peso del cattivo umore di un compagno o di un amico, cominciano a indagare sui suoi bisogni insoddisfatti, ottenendo in risposta una sequenza di lamentele: mi manca questo, avrei bisogno di quello, c’è questa cosa terribile che non riesco ad eliminare ecc. A questo punto loro si sentono in dovere di lenire il dolore dell’altro, cominciando ad agire in sua vece o facendo promesse che spesso richiederanno un impegno assai superiore alle previsioni, visto la passività della persona sofferente.
Ogni promessa diventa debito. Ed ecco che la relazione con l’altro lamentoso o di cattivo umore diventa una sorta di lavoro che diventa sempre più pesante. Da relazione fraterna, di aiuto, diventa una relazione parassitaria, in cui uno dei due continua a dare, e l’altro a ricevere e disperdere nel vento. Prima c’era una persona infelice, ora ce ne sono due. L’Ego di entrambi può festeggiare.

Aiutare l’altro non significa mai fare le cose al suo posto, addossarsi i suoi carichi, assumersi i suoi impegni e responsabilità. Questo non fa che indebolire l’altro, rendendolo sempre più succube e alimentando la sua rabbia e rancore. Cioè proprio quegli inquinanti che gli impediscono di vedere la realtà così come è, nelle sue infinite possibilità.
L’aiuto è tale solo se accompagnato dall’insieme delle qualità dell’essere. L’amore, in primo luogo. E amare una persona significa favorire la sua evoluzione, la sua crescita psicologica e spirituale. Favorire cioè lo sviluppo delle sue risorse e di un governo interiore ispirato dai messaggi dell’anima, anziché dalla propaganda dell’Ego. Qui sta la differenza tra pietà e compassione. La pietà vede nell’altro solo i suoi problemi. La compassione, oltre ai problemi, vede la sua forza e le sue risorse. Vede nei problemi solo dei sintomi del modo distorto di osservare il mondo. La pietà fa sì che ci si sostituisca all’altro: tu sei un poverino, io sono superiore, in condizioni assai migliori delle tue. La compassione vede nel dolore dell’altro un riflesso del proprio dolore: io, a livello profondo, sono come te, un fuscello che galleggia nel grande fiume della vita. Ho i miei limiti, come tu hai i tuoi. Ma so che c’è qualcosa di più grande che può aiutarci entrambi: la crescita della consapevolezza e l’apertura del cuore.
Quando il cuore è chiuso, gli occhi non vedono davvero la realtà, ma la inventano di sana pianta. La mappa che guida la nostra vita è quindi profondamente falsa e distorta. E’ una mappa paranoide, che vede ostacoli e nemici ovunque.
Aiutare una persona significa fondamentalmente questo: favorire l’apertura del suo cuore attraverso l’apertura del proprio nella presenza e nella consapevolezza.
Il primo passo da compiere in questa direzione è liberarsi dai sensi di colpa, inadeguatezza, indegnità. Tutti radicali nevrotici che dipendono dalla pratica del giudizio, del criticismo, delle doverizzazioni, attraverso i quali la cultura oppressiva ed egoica indebolisce i suoi appartenenti, rendendoli schiavi di false percezioni e di bisogni indotti, certamente incapaci di una rivoluzione che vada al centro dei problemi: smascherare la natura impersonale e perversa dell’Ego e del potere dominio.

Mauro Scardovelli

fonte:  http://www.aleph.ws

Il controllo di sé stessi è il segreto della felicità

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Se è vero che tutti cercano la felicità, l’autore insiste sul fatto che essa si esprime solo nel qui e ora, non è possibile essere felici domani o ripetere la felicità di ieri. Detto questo propone delle chiavi per nutrirla: la legge di causa e effetto, essere coscienti del proprio vivere, godere della vita in ogni momento.

L’amore incondizionato

amore

Che cos’è l’AMORE?

L’AMORE è L’AMORE INCONDIZIONATO – “l’amore” definito dagli umani è interpretato male. Ma
anche gli uomini possono trovare l’AMORE e di tutto è facile d’AMARE. Gli essere umani non
riconoscono più l’AMORE. L’hanno dimenticato del tutto e questo fa parte del loro coinvolgimento
nella profondità (abbassamento) è l’origine di tutti le paure, le malattie, le sofferenze, i dolori, le
disgrazie nel mondo nostro…

L’AMORE VERO non controlla, non è geloso, non crea paura, non fa soffrire, è incondizionato,
accetta tutto e tutti nel cuore (tollerare viene dal ratio), rispetta, è sempre presente – è uno stato di
essere! Importante è riconoscere la differenza fra AMORE e amore. Il sentimento del primo
innamoramento rispecchia più l’amore umano. L’amore di una madre si avvicina all’AMORE VERO
cioè INCONDIZIONATO.

L’AMORE non è solo un sentimento. L’AMORE è l’energia dell’universo con le frequenza più alte e
potente che porta in sé un POTERE illimitato.

L’AMORE è il POTERE che non potrà essere mai abusato o sfruttato perché non conosce l’abuso,
AMA soltanto e farebbe male a nessuno. Non conosce ne paura ne dubbi.
Non tiene legato, ma accetta senza condizioni e allo stesso tempo lascia andare senza condizioni.
L’AMORE è libero. O AMA tutto e tutti o non ama.

Essere in AMORE ti fa sentire legato con tutto, riconosci tutto come una parte della creazione =
parte del AMORE, prima di tutto anche per te stesso!

L’AMORE non è ne tiepido ne fresco – il cuore arde! Questo ardore non è struggente, ma fa guarire
– non esclude, ma include tutto – non sarà mai deluso, perché non si aspetta niente – non conosce
ne sofferenza ne dolori.

L’AMORE è puro ed inseparabile, non divide e non giudica, non si aspetta niente e non chiede
niente – LO E’.

L’AMORE purifica estremamente e quindi fa guarire = santificante. Quando sei in AMORE si levano
man mano tutti i tuoi malesseri e i problemi con te stesso e con le altre persone. Tutto quello che
oscuro (negativo) ti abbandonerà pian piano da solo.

L’AMORE è la FORZA ELEMENTARE DELLA CREAZIONE – l’ENERGIA CREATIVA.

L’AMORE fa cambiare te stesso; è l’esperienza completa (interiore e esteriore) verso di te, della vita
e del mondo. Ti accorgerai che tutto quello che disarmonico sparisce dalla vita tua, il
comportamento delle altre persone verso di te cambierà nel positivo e incontrerai solo la gente
affettuosa e rispettosa.

Quando sei in AMORE avrai il sostegno completo delle creature di LUCE (p.e. gli angeli). Sarai
completamente protetta e guidata. Niente ti può danneggiare, nessun incidente, nessun urto,
nessuna parola cattiva, nessuna rapina, nessun furto. Guidare la macchina essendo in AMORE è
una nuova esperienza. Gli altri non ti disturbano più, non c’è più la rabbia e non trovi più nessuno
per lamentarti.

L’AMORE è la LEGGE suprema del COSMO – L’AMORE è la trasformazione eterna, eternamente di
nuovo! L’AMORE è lo stato di essere in cui esistono tutte le creature nelle sfere d’energia celeste.
Una condizione che riteniamo paradisiaca cioè utopica – però questo è un errore! Questo stato è
raggiungibile per ogni uomo e ogni donna.
Questo è la condizione che Gesù Cristo chiamava “il regno dei cieli” o “il regno di DIO sulla terra”.
Ci ha voluto dire che vivere lo stato d’AMORE è veramente sentirsi nel “regno di DIO”.

L’AMORE INCONDIZIONATO è il primo passo per accedere alla realtà dell’energia divina. Esso non
è solo uno stato d’essere ma anche energia che possiamo “utilizzare”.

L’AMORE INCONDIZIONATO è l’energia con le frequenze più alte tra tutte le frequenze del mondo
ed è l’AMORE VERO, ALTO o DIVINO. L’AMORE INCONDIZIONATO è non-polare; ne negativo ne
positivo – è assoluto.

Ci sono 13 stadi dello sviluppo dell’energia d’AMORE che corrispondono ai 13 gradi del “LAVORO
con la LUCE” e ai 13 livelli dell’ evoluzione. La qualità dell’energia d’AMORE in ogni livello cresce
fin dal principio per raggiungere i livelli successivi.

Ogni persona si sviluppa secondo il proprio “libero arbitrio”. Abbiamo e siamo una scintilla divina
e creativa di LUCE&AMORE e siamo in grado di crearci la nostra realtà. L’AMORE è una forza
creativa. Siamo una scintilla divina e abbiamo la virtù nel cuore nostro di sentire e di produrre
l’energia dell’AMORE INCONDIZIONATO.

Ogni “uomo” e “donna” è capace di sentire e di produrre questa energia d’AMORE DIVINO!


John Gray

Conoscersi, Capirsi, Amarsi

La guida indispensabile per la coppia felice

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“La sfida che bisogna affrontare quando si vive un rapporto di coppia è superare i conflitti, fondendo le differenze fino a formare un’alleanza che funzioni. In ogni ambito che ci vede su posizioni differenti c’è un forte potenziale di conflitto oppure di crescita. In parole povere, ogni differenza è un’opportunità per rafforzare la capacità di instaurare rapporti armoniosi tramite soluzioni che soddisfino entrambi”. John Gray

LA GUIDA INDISPENSABILE PER LA COPPIA FELICE

Comincia ora la tua autostima

Non abbiamo bisogno del permesso di nessuno per sentirci bene e non dobbiamo aspettare che nessuno ci dia il via per avere successo.

Semplicemente comincia ora!

comincia_autostima

Avete il permesso di stare bene con voi stessi, di gioire, di essere felici?
O pensate che con tutta la sofferenza che vedete attorno a voi, questo sia un atteggiamento egoista.
Avete il permesso di avere una forte autostima?
O sentite una vocina che vi dice: non pensare troppo bene di te stesso/a. Devi essere umile, non sei così capace dopo tutto.
Avete il permesso di dire no?
O pensate di non poterlo fare, che non sia educato, che poi non sarete più amati, stimati o che gli altri non possono vivere senza il vostro aiuto.
Avete il permesso di perdonare?
O pensate che dovete fargliela pagare, o nel caso siate voi “il peccatore” una vocina vi dice che dovete vivere tutta la vita portando il fardello della colpa.
Avete il permesso di cambiare?
O temete di tradire qualcuno. Oppure pensate che lasciare la vecchia strada vi porti nella terra dell’incertezza e avete paura di attraversare i carboni ardenti dell’ignoto.
Questa lista potrebbe andare avanti, ma credo abbiate afferrato il concetto. Potete diventare chi volete essere, e fare ciò che desiderate fare senza rompere nessuna legge universale, morale o governativa.
Per diventare ciò che desiderate diventare avete solo bisogno di fare un passo indietro e rendervi conto che non avete bisogno di alcun permesso esterno.

Ne sarà valsa la pena, sarà gratificante? Assolutamente sì. Il percorso stesso di muovervi verso i vostri obiettivi vi farà crescere, vi porterà a sviluppare le vostre capacità , i vostri talenti, il viaggio stesso vi porterà a diventare persone nuove.
Come possiamo dare agli altri ciò che noi stessi non abbiamo?
Se prima non siamo pieni di amore per noi stessi , come possiamo dare vero amore agli altri?
Se non stiamo bene con noi stessi, come possiamo gioire della compagnia altrui?
Se non ci diamo il permesso di cambiare , come possiamo incoraggiare gli altri a farlo?
Quindi la mia domanda per voi è:

“Cosa è che volete fare ma ne state ancora aspettando il permesso?”

Questa è una dichiarazione è stata scritta nel 1975 da Virginia Satir, psicologa e psicoterapeuta americana che è stata una delle figure più importanti nel campo della PNL.

Leggetela almeno una volta al giorno, tenetela in un luogo dove possiate vederla e ricordarvi di queste parole, fino a farle diventare la vostra piena realtà.
E quel giorno la vostra vita sarà cambiata.

Dichiarazione di Autostima
In tutto il mondo non esiste nessuno che sia come me.
Tutto quello che proviene da me è autentico, perché sono soltanto io a sceglierlo.
Io possiedo tutto di me, il mio corpo, le mie sensazioni, la mia bocca, la mia voce, tutte le mie azioni, che siano per gli altri o per me stesso/ me stessa.
Possiedo le mie fantasie, i miei sogni, le mie speranze, le mie paure.
Possiedo tutti i miei trionfi e successi, tutti i miei fallimenti ed errori perché IO possiedo tutto di me e Io sono in grado di riconoscere intimamente me stesso/ me stessa.
Facendo questo IO posso amarmi e diventare mio amico/mia amica, in ogni mia parte.
So che ci sono aspetti di me che mi confondono, ed altri aspetti che non conosco – ma fino a quando continuo ad essere in amicizia ed in amore con me stesso e me stessa, IO posso cercare coraggiosamente e con speranza delle soluzioni alle incertezze e posso trovare strade per conoscere ancora di più su di me.
In qualsiasi modo io appaia e mi esprima, qualsiasi cosa io dica e faccia e qualsiasi cosa io pensi e senta, in un qualsiasi momento tutto ciò è ME, in maniera autentica.
Se in seguito alcune parti di come appaio, di come mi esprimo e di come io ho pensato, diventano sconvenienti, IO posso mettere da parte ciò che è sconveniente, tenere ciò che rimane ed inventare qualcosa di nuovo al posto di ciò che ho scartato.
Posso vedere, ascoltare, sentire, pensare, dire e fare.
Possiedo gli strumenti per sopravvivere, per essere vicino/vicina agli altri, per essere produttivo/produttiva, per dare un senso ed un ordine là fuori nel mondo delle persone ed alle cose al di fuori di me.
IO possiedo me stesso/me stessa ed allo stesso tempo posso ideare me stesso/me stessa.
IO sono me ed IO SONO GIUSTO / GIUSTA

Virginia Satir 1975

di A. Bryant


Jerry Minchinton

Credi in te

Le 52 cose che puoi fare per migliorare la tua AUTOSTIMA


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A volte l’infelicità deriva da scarsa fiducia in se stessi e nelle proprie capacità, con conseguente timore di sbagliare e di non essere all’altezza della situazione. Come superare paure e senso di inadeguatezza e divenire individui capaci di realizzare i propri desideri.

Libro consigliato:


John Banmen Meditazioni di Virginia Satir

Pace dentro di Me, pace con Te, pace nel Mondo

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Virginia Satir (1916-1988) è stata una pioniera nel campo della terapia familiare e ha sviluppato stra-tegie uniche per migliorare le comunicazioni e le relazioni umane. La sua comprensione, disponibilità d’animo e capacità le hanno procurato un rispetto a livello mondiale.
Questa raccolta postuma conduce il lettore ai limiti estremi delle idee di Virginia riguardo le complesse interazioni tra mente, corpo, emozioni e spirito. Il libro si apre con un breve saggio di Virginia su come lei abbia sviluppato e utilizzato le meditazioni per approfondire l’impatto delle sue tecniche cliniche. Premesso che il corpo è un tempio magnifico che ospita la nostra essenza umana, o spirito, Virginia ha poi esplorato le profonde interrelazioni tra corpo e spirito in una serie di toccanti temi che illuminano e guidano.
Un concetto che lega queste meditazioni è che possiamo sempre darci consapevoli messaggi d’amore, valore e stima in quanto esseri unici. Le affermazioni della Satir, tanto quanto le sue idee provocatorie, si presentano in una serie di brevi e comprensibilissimi brani che possono essere letti in solitudine o all’interno di gruppi.
Allegato al libro, un CD con alcune meditazioni lette da Barbara Ghezzi.

Com’è la tua autostima?

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Com’è la vostra auto-stima?
State più che bene con voi stessi? Oppure vi giudicate o criticate spesso? O magari siete convinti di valere meno rispetto a qualcun altro?

È solo con noi stessi che siamo certi di passare ventiquattr’ore su ventiquattro da quando nasciamo a quando lasceremo il corpo.
Le convinzioni riguardo a noi stessi e la relazione che abbiamo con noi stessi influenzano ogni area della nostra vita e ogni relazione con gli altri.
Non c’è da stupirsi quindi se l’autostima è un tema centrale nella nostra esistenza.
Eppure purtroppo su questo tema così importante c’è ancora tanta confusione.

Cos’ è l’autostima?
Non si tratta certo di pompare sé stessi così da sentirci favolosi il cento per cento del tempo.
Non sono gli amici, o i genitori, o il partner, che ci dicono che siamo il top, il meglio del mondo ( o dell’Universo)…
Quello è solo ego gonfiato.
Ed è miseramente vulnerabile!
Basta un inconveniente, un fallimento, ed ecco che come uno spillo quella difficoltà buca il palloncino della nostra autostima e tutta l’ aria fuori esce…

Molti confondono l’autostima con l’auto efficacia o la fiducia in se stessi.
Altri credono che quel senso di benessere che l’autostima induce sia dato dall’approvazione e dalla stima altrui. Ebbene, l’autostima non è nessuna di queste due cose.
Forse la confusione nasce dal termine stima. Stimare implica fare una valutazione. Quando si stima il valore di un appartamento, un quadro, un gioiello, un esperto valuta quanto questo oggetto può valere.
Ma qual è il valore di un essere umano? E chi sarebbe l’esperto perito? Quale metro dobbiamo usare per questa valutazione?
A seconda della cultura potrebbe essere il denaro, il cervello, a bellezza, la carriera, i vestiti firmati e così via.
Ma qual è il sistema di valutazione corretto?
Quale metro di valutazione state usando per voi stessi?
Qualunque sistema adottiate, il problema è che è influenzato.

Avete valore solo se rispettate certe condizioni, che però possono cambiare o ci possono venire tolte in ogni momento. Queste condizioni, come ci insegna il buddismo, sono impermanenti.
Quindi, da un giorno all’altro, potreste assistere al grande crollo del vostro valore nella borsa mondiale dell’Essere Umano.
E allora? Perché non iniziare dando un valore incondizionato ad ogni essere umano?
Qual è il vostro valore?
Si tratta di celebrare ed onorare chi siamo in quanto esseri umani, indipendentemente dai riscontri di ciò che facciamo (carriera, età, aspetto fisico, soldi) o dall’approvazione altrui.
Per farlo non dobbiamo aspettare di raggiungere nessun obiettivo. Possiamo semplicemente decidere di sentirci così. Ora, in questo preciso momento.

Ricordate a voi stessi più spesso che potete:
«Non ho nulla da provare e tutto da sperimentare, io valgo in quanto essere umano, semplicemente perché esisto».

E’ una consapevolezza che nessuno dall’esterno può offrirvi. Deve arrivare da voi. Per questo si chiama autostima e non «stima da altri».

La parola “stima” significa “valore” e quindi possiamo pensare a questo processo come dare valore a noi stessi. Inoltre la prima parola “auto” ci fa capire che l’auto-stima può scaturire solo dalla propria valutazione e non dal valore che ci danno gli altri.
Cercare il nostro valore dagli altri e’ una trappola comune che porta a risultati molto insoddisfacenti in quanto, per natura, l’auto-stima non può essere raggiunta ricercando l’approvazione degli altri.
Paradossalmente otteniamo più approvazione o considerazione dagli altri quando ci diamo noi stessi valore.
E’ divertente il fatto che accettiamo molte cose nella vita, come una giornata di pioggia quando la desideravamo bella, oppure un amico che posticipa un appuntamento, ma abbiamo difficoltà ad accettare tutte le parti di noi.

Quando e’ stata l’ultima volta che vi siete accettati solo per il fatto di essere voi?
Voi siete unici, nessun altro può essere voi, non avete altro da fare che essere voi stessi – potete accettare questo?
Come sarebbe se vi accettaste incondizionatamente?

Fermatevi un momento e considerate un neonato. Se avete un figlio e pensate alla nascita del vostro bambino, questo e’ ancora più potente.
Al momento della nascita cosa può fare questo nuovo essere umano? La risposta e’: niente, tranne il piangere. Eppure anche se un neonato non può fare nulla– quanto valore gli diamo? Un valore enorme, un valore che non ha a che fare con ciò’ che fa, con i suoi risultati, ma con ciò che è.

Siamo tutti stati neonati. E tutti siamo venuti al mondo con un enorme valore intrinseco. Cosa ci ha indotto a scordare di onorare questo valore intrinseco?
L’errore fondamentale ma comune e’ quello di prendere un criterio interiore o un giudizio esterno per applicarlo al proprio senso di se e arrivare alla conclusione erronea “Non valgo”.
Ovvero occorre smettere di confondere le nostre azioni con quello che siamo! Noi siamo molto di più delle nostre azioni.

4 chiavi per una buona autostima:

1. chiave di sana auto-stima: Dare più valore a se stessi che alle azioni: la prima chiave per una sana autostima e’ quella di scindere il vostro “se” da quello che fate (le vostre azioni). Questa e’ la differenza

2. chiave di sana auto-stima: Non siamo responsabili per gli altri: La seconda chiave si riferisce all’accettazione del fatto che non siete responsabili “PER” come pensano e quello che provano gli altri, questo e’ compito loro.

3. chiave di sana auto-stima: Lasciare andare il passato: Ognuno di noi ha detto o fatto qualcosa di cui si e’ poi pentito ma questo non diminuisce il suo valore come persona, il passato non equivale al futuro e noi tutti abbiamo in noi il potere di scelta – la scelta di darci valore e di scegliere nuovi pensieri, nuove sensazioni, nuovi discorsi e nuovi comportamenti.

4. chiave di sana auto-stima: Smettere di svalutarsi: Quello che vi impedisce di realizzare il vostro potenziale e’ il vostro svalutarvi.
Diventate consapevoli che se questo e’ accaduto nel passato è nel vostro potere smettere e iniziare ad accettarvi e apprezzarvi oggi e ogni giorno.

Vi invitiamo quindi ora ad accettarvi come separati dalle vostre azioni.
E mentre accettate di essere un essere umano unico, forse potete iniziare ad apprezzare il potenziale che avete.
Nessuno puo’ essere voi nel modo in cui potete esserlo voi.

Avete un contributo unico da dare solamente per il fatto di essere sul pianeta in questo momento!

Tratto da Michael Hall


Michele Giannantonio Anna Laura Boldrini

Autostima Assertività e Atteggiamento Positivo

I fondamenti e la pratica della crescita personale

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La terza edizione di un classico della crescita personale. Assertività, autostima ed attenzione ai propri bisogni ed ai propri talenti, per bilanciare al meglio “disponibilità” e “determinazione”, affrontare con successo gli attacchi personali e i problemi in modo creativo e positivo, utilizzando le emozioni e le reazioni del nostro corpo.

Ormai un classico della crescita personale, è la terza edizione, arricchita ed aggiornata, di un’avvincente sequenza di spiegazioni scientifiche, suggerimenti pratici, tecniche, test ed esercizi, esposti con semplicità e coerenza per:

– dare il meglio di sé ed auto-stimarsi di conseguenza;
– essere più assertivi nei rapporti interpersonali;
– bilanciare al meglio “disponibilità” e “determinazione”;
– affrontare con successo le manipolazioni, gli attacchi e le critiche non costruttive;
– affrontare realisticamente ed in modo efficace i problemi;
– imparare a rilassarsi;
– capire e utilizzare le emozioni e le reazioni del corpo.

In questa terza edizione un nuovo capitolo su come affrontare le persone “difficili”.
Uno strumento concretamente utile e gradevole per migliorare l’atteggiamento verso la vita, scritto dagli autori di uno dei corsi più seguiti in Italia, da dieci anni, sull’autostima, l’assertività ed il pensiero positivo.
L’autostima, l’assertività e la capacità di utilizzare le nostre emozioni costituiscono il cuore della crescita personale.

Che cosa occorre per essere felici?

meditation

Che cosa occorre per essere felici? Il denaro? Il successo?
L’amore? La stima degli altri? E’ un interrogativo che da sempre
l’uomo si pone senza sapersi dare una risposta.
Il Dalai Lama, rivolgendosi a tutti, indipendentemente dalle
condizioni o dalle storie personali, dalla religione o dalla cultura,
ci spiega come per raggiungere la felicità siano necessari una
disciplina e un metodo interiori che ci aiutino a combattere gli
stati mentali negativi (la rabbia, l’odio, l’avidità), per coltivare
invece gli stati mentali positivi (la gentilezza, la generosità, la
tolleranza verso gli altri).
Tenzin Gyatso (quattordicesimo Dalai Lama) non attinge quindi a
credenze religiose o verità assolute, ma alla conquista e all’esercizio
di una pratica quotidiana, difficile e tuttavia possibile: conoscere
se stessi, capire le ragioni degli altri, aprirsi al diverso,
guardare le cose in modo nuovo. In una parola, riscoprire la qualità
umana per eccellenza: la compassione.
Proprio nelle situazioni e negli eventi che abbiamo conosciuto –
dalle relazioni con amici o parenti alla perdita di chi ci è caro,
dalla ricerca del benessere alla malattia e alla vecchiaia, dai
contrasti all’amore – il Dalai Lama ci rivela come sconfiggere
l’ansia, l’insicurezza, la collera, lo sconforto, e come raggiungere
un’intimità e un atteggiamento di empatia verso gli altri,
insegnandoci così a trasformare le avversità in occasioni per
conquistare una stabile e profonda serenità interiore.

[…]
Adottando una certa disciplina interiore, possiamo mutare il nostro
atteggiamento, la nostra intera visione del mondo e il nostro
approccio alla vita.

“Tale disciplina interiore può naturalmente comprendere molte cose,
molti metodi. Ma in genere si inizia con l’identificare i fattori che
conducono alla felicità e quelli che conducono alla sofferenza. Fatto
questo, bisogna cominciare a eliminare a poco a poco i secondi e a
coltivare i primi. Questo è il sistema.”

L’arte della Felicità



Dalai Lama Howard C. Cutler

L’Arte della Felicità

Oscar mondadori
ISBN: 8804486848

Prezzo € 8,40

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