
“Piccolo Elefante nuotava sette bracciate di qua
e sette bracciate di là. E mentre nuotava, canticchiava”.
Piccolo Elefante va in Cina è un piccolo gioiello. A patire dal formato, per la casa editrice che lo ha portato in Italia, OrecchioAcerbo, per la traduzione di Carla Ghisalberti.
Ma andiamo con ordine, quello che vi presentiamo oggi è un albo dal tocco orientale ………..
Di Sesyle Joslin (autrice della serie dedicata al Piccolo Elefante) con illustrazioni di Leonard Joseph, entrambi vincitori in Italia del Premio Andersen 2015 per il miglior libro per la fascia 0/6 anni.
Questa è una storia piena di tenerezza e divertimento, dove i protagonisti, nei loro dialoghi divertenti, raccontano un po’ di Cina e sperimentano, insieme con i piccoli lettori, le prime parole in cinese, ma sopratutto con uno sguardo pieno di tenerezza, esplorano quel percorso di crescita verso una sempre maggiore autonomia di un piccolo elefante in cui può riconoscersi ogni bambino.

Dedicare tempo a un bambino, dedicargli un tempo di ascolto è richiesto quotidianamente e ripetutamente ad ogni mamma, forse per reale disinteresse e noia verso un gioco che già conosce ogni bambino, come piccolo elefante, ricorre all’adulto avanzando le più svariate richieste.
“Mi annoio, cosa posso fare, ho fame…” oppure “giochi con me?”
Quest’ultima richiesta significa anche e soprattutto trovare soluzioni per stimolare la sua curiosità.
Non è un trucco, è saggezza e Mamma Elefante, gigantesca figura grigia in costume intero a grandi fiori, che indossa enormi quanto misteriosi occhiali da sole e un grande cappello di paglia, lo sa.
Piccolo elefante è in spiaggia, pantaloncino nero e maglietta a righe; un po’ fa il bagno, un po’ passeggia (a sentir lui in realtà sono anni che passeggia), un po’ si annoia. Chiede appunto, che la mamma risolva la questione e ottiene in cambio un’idea meravigliosa: scavare una buca che porti fino in Cina!!
Ma dov’è la Cina? Beh, dall’altra parte del mondo, ma scavando bene e a lungo ce la si fa ad arrivarci, a visitarla e anche ad assaggiare qualche prelibatezza.

E voi siete mai stati in Cina?
Io no, però oggi ho imparato alcune altre parole essenziali senza le quali non potrei certo dire di conoscere il cinese: zuppa, formaggio, gelato, grazie e long (drago).
“L’ultima volta che ne ho sentito parlare la Cina si trovava dall’altra parte del mondo”
“Sul serio?” “In tal caso, tutto e tutti sono a testa in giù” aveva commentato il simpatico elefantino saltellando allegramente sulla calda sabbia.
“Oh, mamma Elefante, come fai a sapere così tante cose?
Dipende forse dal fatto che hai una testa così grande?”.
L’elefante aveva deciso di raggiungere il lontano Paese e..
“al mio ritorno ti racconterò tutto”.
Così, ben equipaggiato con Orso, paletta, occhialini da nuoto e cestino da pic nic in testa per viaggiare in incognito, qualche parola in cinese insegnata dalla mamma, strumento necessario per muoversi autonomamente in ogni luogo Piccolo Elefante parte per il suo viaggio dall’altra parte del mondo, dove sicuramente chi vi abita vive a testa in giù.

Capita poi che scavando nella sabbia si trovano dei veri tesori, è capitato a tutti di trovare una monetina, anche Piccolo elefante ne trova una, proprio mentre sta scavando diretto in Cina, molla le operazioni di trivellamento della sabbia e corre a spendersi la monetina al miglior caffè del lungomare, sulla giostra e poi sul risciò…ma come, e la buca? E bè, se ne sarà dimenticato, la monetina ha aperto nuovi orizzonti e Piccolo elefante li ha varcati, i bambini, si sa, sono ondivaghi, seguono ogni stimolo.
E poi tornare, in spiaggia, laddove c’è un mondo che sta a testa in su e una mamma che lo aspetta sorridente e disponibile a viaggiare ancora assieme.
Certo ci vuole anche una mamma, o un papà, che lascino liberi di esplorarli, questi mondi!
Non so effetivamente quanti bambini posso contare su genitori che permettano loro di scavare una buca di sabbia tale da condurli dall’altra parte del mondo…in Cina, appunto 😉
Piccolo elefante questa mamma speciale ce l’ha, pronta ad ascoltare, a raccontare e persino a fingere di dormire e non accorgersi di nulla pur di lasciare tempo e spazio al suo Piccolo elefante in preda al gioco e persino alla noia…oltre che alla fame! ..e con quel “Ti aspetterò” mamma elefante regala autonomia di pensiero e immaginazione, fiducia al Piccolo Elefante. Che, sebbene vada e torni nervosamente in cerca di rassicuranti informazioni, è pronto ad andare per il mondo o pensare almeno di poterlo fare.
Il testo è lungo e, sebbene il formato del libro sia piccolo, non pensate che si rivolga solo a bimbi piccoli, ne godranno molto anche i bambini di età scolare, oppure sarà una bella occasione di leggere a puntate, e i bimbi non vedranno l’ora! Garantito!!

Piccolo Elefante va in Cina è una storia sull’uso dell’immaginazione, su come un cucciolo di qualsiasi razza, animale o umana che sia, possa farsi trasportare altrove dalla fantasia, dimenticando la noia e persino la fame famelica che attanaglia il Piccolo Elefante di questa storia.
Una storia sulla saggezza delle mamme, sul loro saper indirizzare i figli verso strade mai battute prima alla ricerca di nuove avventure ma, soprattutto, di loro stessi.
ZÀI JIÀN (zai jien) -> ARRIVEDERCI
Ma prima di ringraziarvi per aver letto assieme a noi di Piccolo elefante ricordate più spesso possibile che grazie all’immaginazione è possibile viaggiare ovunque la nostra mente desideri volare.
XIE’ XIE’ (sciè sciè) -> GRAZIE! ❤
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Piccolo Elefante va in Cina
Sesyle Joslin
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