“Due persone si incontrano, due mondi si sono incontrati. Non è una cosa semplice, è una cosa complessa, è la co-sa più complessa che esista.
Perché ogni persona è un mondo a sé, un mistero complesso con un lontano passato e un eterno futuro. All’inizio si incontrano solo le periferie, ma se il rapporto cresce in intimità diventa più stretto, più profondo, allora, poco per volta, anche i centri cominciano a incontrarsi. Quando i centri si incontrano – questo è amore. Quando si incon-trano le periferie è solo conoscenza superficiale…
… L’amore è molto raro. Incontrare una persona al suo centro vuol dire vivere in prima persona una rivoluzione, perché se vuoi incontrare una persona al suo centro dovrai permetterle a sua volta di raggiungere il tuo centro. Devi diventare vulnerabile, assolutamente vulnerabile, aperto.
È un rischio.
Permettere a un altro di toccarti nel centro è rischioso, è pericoloso, perché non si può sapere cosa l’altro può farti. E una volta che tutti i tuoi segreti sono noti, una volta che tutto il nascosto è svelato, una volta che sei esposto com-pletamente, non si può mai sapere quello che l’altro farà.
Ed abbiamo paura. Per questo non ci apriamo mai…
… Io vi dico che ci sono due modi di vivere. Uno è vivere con la paura l’altro è vivere d’amore. Vivere con la pau-ra non ti condurrà mai dentro un rapporto profondo. Ne rimarrai impaurito e non potrai permettere all’altro di pene-trarti fino al centro. Fino ad un certo punto gli permetterai di entrare – poi scende un muro e si ferma tutto.
Colui che vive secondo l’amore è persona religiosa. Una persona che vive secondo l’amore è una persona che non ha paura del futuro, che non ha paura dei risultati e delle conseguenze – che vive qui ed ora.”
Spesso si utilizzano maschere per nascondere le nostre lacune e i nostri difetti dei quali non facciamo partecipi il nostro partner poiché abbiamo paura che possano venire utilizzati a nostro danno. Occorre aprirsi e rischiare.
Le maschere richiedono un grosso dispendio d’energia e creano divisione e incompletezza del rapporto.
“Negli anni sei stato riempito di talmente tanta spazzatura sull’amore, che non sarà affatto facile imparare a distinguere il vero dal falso, trovare la strada autentica e scartare quella fasulla.”
Provocatorio e illuminante come al solito, Osho insegna in questo libro a disfarci di tutti i falsi preconcetti sull’amore e trovare un nuovo modo, più autentico, di amare. Insegna ad amare l’altro senza soffocarlo, ad abbandonare regole e aspettative, a liberarsi dal proprio ego, e dalla paura di restare soli.
Un amore sempre fresco e vivo, senza ossessioni né gelosie, quello che più di ogni altra cosa al mondo sa regalare la vera gioia di essere
Può trattarsi di una situazione esistenziale complessa, di un conflitto, di una circostanza sfavorevole, di una difficoltà, o di un problema. Per ogni problema difficile esistono soluzioni facili.La chiave per la risoluzione sta sempre in superficie, si tratta solo di vederla. Ma il pendolo, che ha creato il problema, ostacola la visione. Il pendolo distruttivo si prefigge lo scopo di ottenere la vostra energia. Per fare ciò deve fissare la frequenza di emissione dei vostri pensieri sul problema. Riesce benissimo a farlo convincendovi del fatto che il problema è complesso. Se voi avete accettato queste regole del gioco, vi si può tranquillamente prendere per mano e condurvi in un intricato labirinto. E solo dopo arriverete a comprendere che ” il cofanetto si apriva senza sforzo”.
Se si riesce a spaventare una persona, a farla preoccupare, coinvolgerla o far leva sui suoi complessi, essa confonderà col fatto che il problema è difficile e si fa prendere all’amo. Ma si può anche non spaventarla. E’ già una opinione che non si siano semplici soluzioni per la maggior parte dei problemi. Ciascuno di noi, nell’arco della sua vita, si scontra continuamente con varie difficoltà, specialmente se sono cose nuove, non conosciute. Alla fine tutti hanno l’abitudine ben radicata di affrontare i problemi con timore e a volte con vera e propria paura. Per di più l’uomo dubita sempre delle proprie capacità di misurarsi con le difficoltà. Risulta così che la tendenza ad accogliere con timore i problemi si trasformi nel filo che guida la marionetta.
[..]
Come fare per non farsi accalappiare dal pendolo? Basta non immergersi nel problema, non farsi coinvolgere nel gioco del pendolo. Datevi in affitto. Agite come si fa di solito in questi casi ma non come partecipanti al gioco ma bensì come osservatori esterni. Imparate a guardare la situazione in modo distaccato. Ricordate che vogliono prendervi per mano e portarvi in un labirinto. Non fatevi nè spaventare nè preoccupare dal problema. Ricordate innanzi tutto che esiste sempre una soluzione molto semplice, non accettate la difficoltà che vi viene imposta.
Se vi scontrate con un problema o un ostacolo, cercate di capire qual’è il vostro rapporto con esso. Il problema può generare turbamento, paura, indignazione, sconforto e così via. Ma bisogna cambiare il modo solito di rapportarsi alla difficoltà insorta, reagendo esattamento all’opposto; in questo modo il problema si elimina da solo o si risolve in modo veloce e facile. A dispetto degli stereotipi o delle consuetudini diffuse, imparate ad affrontare il problema non come un’ostacolo che dev’essere superato, ma come un tratto di percorso che dovete oltrepassare.
Un modo nuovo di pensare ed operare…
… per ottenere la realizzazione dei tuoi desideri!
Il Transurfing è una tecnica potente che fornisce gli strumenti necessari
per gestire il tuo destino a tuo piacimento. Nessun miracolo, però.
Ti aspetta qualcosa di ben altra entità. Ti convincerai che la realtà ignota
è molto più stupefacente di qualsivoglia magia…
Il transurferè colui che scivola senza sforzo tra le onde del quotidiano
e cavalca la vita con leggerezza, senza sprofondarvi dentro.
Ciò che rende interessante il Transurfing è la facilità con cui si può usare:
una volta avviato potrai renderti conto di ogni passo del cammino…
Libero da legami di dipendenza e consapevole di ogni cosa che fa,
il transurfer non attribuisce mai troppa importanza agli eventi,
che in questo modo perdono la loro connotazione positiva o negativa
e non hanno più il potere di influire sulla sua esistenza.
Attento a non disperdere la propria energia lottando inutilmente
contro i pendoli (strutture mentali vincolanti che si rafforzano
in modo proporzionale alla risonanza che le persone danno loro) il transurferpreferisce essere spettatore attivo invece che attore,
assumendo in questo modo una prospettiva più distante, rilassata e obiettiva.
È notizia di poco tempo fa: alcuni ricercatori negli USA stanno sperimentando molecole in grado di eliminare selettivamente i brutti ricordi. Esperienze traumatiche del passato, lutti, violenze subite: forse un giorno, dicono, potremo cancellarli con una pillola. Nessuno però si chiede: che funzione svolgono questi ricordi? Perché il cervello non li elimina spontaneamente, come fa con le migliaia di istanti delle nostre giornate di cui non conserviamo nessuna traccia? Quale funzione evolutiva può esserci per noi nel mantenere proprio questi ricordi così spiacevoli?
Ecco perché i brutti ricordi tornano
Il cervello non fa niente per caso, tanto meno per sbaglio. È sempre lui a decidere cosa conservare e cosa eliminare, cosa deve entrare a fare parte della nostra personalità o cosa tagliare via perché dannoso. Questo significa che se qualcosa resiste ai continui colpi di spugna esercitati dal cervello sulla memoria, che costantemente ci purificano dai ricordi inutili, quel qualcosa è importante. Non dobbiamo intenderlo in modo letterale: il brutto ricordo non torna per fissarci su quel fatto del passato e ripeterci di continuo: “Guarda come sei stato sfortunato, non sarai più quello di prima”. Siamo noi che lo interpretiamo così, perché ci siamo identificati nell’idea di una vita già segnata in cui niente può più cambiare. Ma la vita non torna mai “quella di prima”, tutto in noi muta incessantemente.
I brutti ricordi sono nutrimento per le nostre radici
I brutti ricordi sono, in realtà, importanti messaggi che ci mettono a disposizione un’esperienza passata allo scopo di trasformarci, per rendere le nostre radici più profonde e salde, per accrescere la nostra consapevolezza. Possono diventare nutrimento per l’anima, purché ci avviciniamo a loro con l’atteggiamento giusto.
La tecnica che trasforma i brutti ricordi in una fiaba
– Quando arrivano i brutti ricordi di solito tentiamo di “non guardarli”, di sviare l’attenzione. Ma così il ricordo tornerà ancora più forte.
– Proviamo invece a considerare i brutti ricordi come messaggeri. Ci stanno dicendo qualcosa e sta a noi interpretarlo. Per farlo, usiamo la fantasia: in un momento di calma, da soli, torniamo a quel ricordo, evochiamolo nella mente, percepiamo per qualche istante tutte le sensazioni che ci provoca senza giudicarle belle o brutte. Sentiamole e basta. Poi, senza sforzo, lasciamo che dal ricordo si sviluppi, nella mente, una storia, un racconto fatto di immagini e di parole. Proviamo a inventare un personaggio, ad esempio una bambina o un bambino, oppure un personaggio di fiaba, che si trovi a vivere quell’evento. Immaginiamolo bene: com’è vestito, cosa dice… Immaginiamo quindi che debba attraversare delle peripezie, che si sviluppano a partire dall’evento che ha scatenato il brutto ricordo, che incontri altri personaggi e debba compiere delle imprese, per poi giungere a un lieto fine. Perdiamoci un po’ in queste fantasie. Quando lo desideriamo, poniamo termine all’esperienza e torniamo alle normali occupazioni. Proviamo a rifare l’esercizio almeno una volta al giorno, quando i brutti ricordi tornano a visitarci.
– Attraverso questo esercizio, immergiamo il cervello nell’ambiente delle immagini e nelle fiabe. L’aspetto “letterale” dei fatti piano piano sfumerà lasciando emergere un significato simbolico più ampio, che indicherà il posto che quel ricordo occupa nella nostra interiorità, arricchendola. La storia che abbiamo immaginato, in modi misteriosi, racconterà qualcosa di noi, regalandoci col tempo più consapevolezza e serenità nei confronti di noi stessi e del nostro passato e mandando via le sofferenze che quei ricordi scatenavano.
C’è una piccola rivoluzione copernicana in questo libro, un ribaltamento di punto di vista che ci insegna a dare importanza a ciò che di solito consideriamo banale. E ci fa trovare la felicità dove non la si era mai neppure cercata. La formula segreta del benessere, spiega Raffaele Morelli, sta nascosta nei piccoli gesti quotidiani che compiamo senza dar loro nessuna importanza. È una forza segreta potenzialmente in grado di darci una gioia infinita, che però noi offuschiamo di continuo coi nostri ragionamenti e i nostri giudizi, col nostro ingolfarci di scopi e progetti.
Dopo averci fatto capire che Ciascuno è perfetto e che Non siamo nati per soffrire, Morelli propone in queste pagine un suo nuovo fondamentale insegnamento, che si incastona alla perfezione nella filosofia controcorrente con cui l’autore ha conquistato migliaia di lettori. Un approccio all’esistenza a tutto tondo capace, nella sua elementare radicalità, di dare una vera svolta alla nostra vita.
Un gruppo di sette cantanti di varie nazioni si incontrano per la prima volta in Italia, toccando il cuore e coinvolgendo con la sua fresca spontaneità e la gioiosa ispirazione delle sue melodie. Gioioso ascolto a tutti quanti!
«In questo piccolo libro, ricco di informazioni, abbiamo raccolto gli insegnamenti di Abraham per aiutarvi a imparare come manifestare i vostri desideri in modo da poter raggiungere la vita piena e soddisfacente che meritate.
Ogni giorno imparerete come i vostri rapporti, la vostra salute, le vostre finanze, la vostra carriera e tanto altro, vengano influenzate dalle Leggi Universali che governano la nostra realtàspazio- temporale.
Scoprirete dei processi potenti che vi aiuteranno a seguire il flusso positivo della vita.
Cominciate a realizzare i vostri sogni…Cominciate ora!»
La Legge dell’Attrazione. 365 risposte per realizzare i tuoi desideri contiene gli insegnamenti raccolti da Esther e Jerry Hicks per imparare a manifestare i propri sogni e raggiungere finalmente la vita felice e soddisfacente a cui tutti aspirano. Un libro da leggere tutto d’un fiato, una pagina al giorno, oppure da interrogare aprendo una pagina scelta dal caso.
Per comprendere finalmente come le Leggi Universali che governano la nostra realtà spazio-temporale possano influenzare i nostri rapporti, la salute, la carriera e le finanze.
Il terzo libro con il metodo che aiuta a essere realizzare e avere tutto ciò che si desidera!
C’è una tendenza che dobbiamo evitare: quella di complicarci inutilmente la vita.
C’è gente che decide di seguire tante regole, e per lo più sceglie quelle più dure e faticose.
Questa gente rischia di soffrire più del necessario.
Esiste una categoria di persone che finisce col crearsi molti modi per sentirsi male e solo pochi, pochissimi per sentirsi davvero bene.
Sono persone orientate all’efficienza, allo sforzo, all’impegno, al rispetto dei comandamenti che hanno deciso di seguire.
Solo raramente si concedono di muoversi in direzione del piacere.
Ebbene, chi fra di voi si riconosce in questa categoria, ascolti con particolare attenzione quello che sto dicendo e si prepari ad abbandonare questo nefasto schema comportamentale, perché può solo portare disagio e limitazioni.
Voglio riprendere un esempio fatto dal famoso esperto in miglioramento personale Antony Robbins.
Robbins racconta di un notissimo dirigente che una volta partecipò ad un suo corso. Si trattava di un uomo molto amato dalla sua comunità, marito soddisfatto e padre amoroso di cinque figli. Inoltre era un maratoneta, quindi godeva di ottime condizioni fisiche.
Eppure, quando Robbins gli chiese se si ritenesse una persona di successo, lui molto seriamente rispose di no.
Disse che per sentirsi una persona di successo doveva raggiungere prima certe cose.
E a questo punto seguì una lista di rigide regole e requisiti a cui sentiva di doversi attenere necessariamente :
Doveva guadagnare almeno tre milioni di dollari all’anno (attualmente ne guadagnava già uno e mezzo, cui andavano ad aggiungersi due milioni in gratifiche, ma questo non contava).
Il suo grasso corporeo non doveva superare l’8 % e invece, pensate che tragedia, era al 19 %.
Guai, inoltre, a trovarsi in disaccordo con uno dei suoi figli; ma come si fa quando ne hai cinque, dotati di una loro personalità e ormai grandicelli? Come poteva quest’uomo sentirsi felice e realizzato, dovendo affrontare simultaneamente questa sfilza di discutibili e pressanti criteri?Robbins ci racconta per contrasto di un altro signore dall’aria energica presente a quello stesso corso.
Gli rivolse la stessa domanda: “Sei’ un uomo di successo?”
“Assolutamente si,” rispose l’uomo con un gran sorriso.
Il formatore americano continuò con un’altra domanda: “Cosa deve accadere per farti sentire così?”
Ecco quale fu la risposta :
“E’ semplicissimo, devo solo alzarmi la mattina, quardare verso il basso e vedere che sono ancora sulla terra! Ogni giorno su questo pianeta è un giorno grandioso!”
Ormai la morale del mio discorso è chiara.
Se ci poniamo troppe regole, per giunta anche troppo severe, ci chiudiamo in una specie di gabbia.
Sarà molto difficile e faticoso osservarle tutte e quando non ci riusciremo, saremo presi dalla frustrazione.
Non vi sto dicendo di mettere da parte ogni norma che seguite.
Senza un certo numero di norme interiori si giunge al disorientamento, non si sa più cosa è giusto e cosa non è giusto fare, dire, sentire.
Ma se di norme da seguire ce ne sono troppe, diventiamo schiavi di queste rigide indicazioni comportamentali e così sacrifichiamo il piacere e la soddisfazione interiore al semplice rispetto di tali criteri.
Diventiamo bravi, diligenti, una specie di soldatini bene addestrati, ma perdiamo la spensieratezza, il sorriso e la spontaneità.
Per me la verità sta sempre nel mezzo.
Quindi le regole non vanno eliminate, bensì dosate
La prima cosa da fare è capire quante ne abbiamo dentro di noi.
Sapete riconoscere le regole che abitano nella vostra testa?
Vi dò un suggerimento per individuarle: le regole sono quelle cose che, quando ci pensiamo, iniziano con la parola devo.
Prendete un foglio e fate un elenco di tutti i vostri pensieri che iniziano con la parola devo.
Quando l’avrete terminato visionatelo con calma.
Se nel farlo proverete pesantezza, o vi sembrerà troppo lungo, vuol dire che è arrivato il momento giusto per sfoltirlo.
Le esperienze negative lasciano dentro di noi pessimismo, senso di sfiducia, convinzioni limitanti e pregiudizi nei confronti di noi stessi e degli altri. Questo libro propone un metodo rapido e concreto per ripulire la mente da tutte queste scorie psicologiche.
Si tratta di una vera e propria alternativa al percorso della psicoanalisi. L’autore, infatti, non ci chiede di guardare indietro, di rientrare in contatto con i vissuti dolorosi , né di capire il perché degli eventi che ci sono capitati. Preferisce fornire al lettore una strategia più pratica, divertente e veloce per ristabilire un rapporto positivo con il proprio passato.
Gli esercizi e le riflessioni di questo manuale saranno di grande aiuto a chi:
• è sfiduciato verso il presente, il futuro, se stesso o gli altri;
• non riesce ad uscire dai ricordi negativi;
• non crede di meritare granché dalla vita o si sente vittima della sfortuna;
• vuole evitare di ripetere gli stessi errori;
• desidera trasformare il passato nel suo maestro.
Che non si possono odiare tutti i fiori solo perchè le rose hanno le spine.
Non avere più sogni solo perchè uno non si é realizzato…
Perdere definitivamente la fede solo perchè non si é saputo attendere…
Desiderare che anche gli altri soffrano solo perchè noi in questo momento stiamo soffrendo…
Condannare tutte le amicizie solo perchè una ci ha tradito…
Non credere più nell’amore solo perchè uno ci è stato infedele …
Tieni ben a mente: devi cogliere tutte le oppurtunità per essere felice tentare in ogni modo di far realizzare i tuoi sogni…
E spero che il tuo cammino interiore non venga bloccato dalle brutture della vita che si presenteranno durante il tuo percorso. R i c o r d a n d o s e m p r e …
Esiste sempre un’altra opportunità Un’altra amicizia Un nuovo Amore Una nuova forza interiore bisogna solo avere la volontà di perseverare perchè la FELICITA’ busserà anche alla nostra porta … quando meno ce lo aspettiamo.
Tieni quindi bene a mente:
La vera “forza nella vita” non consiste nel non cadere mai, ma nel rialzarsi e tentare di nuovo tutte le volte che é necessario!
Tutti i segreti del Pensiero Positivo in 100 domande e 100 risposte.
Ci sono situazioni in cui ti paralizza la paura? È normale.
Sei poco sicuro di te? Non sei il solo.
Sei spesso preoccupato e distratto? Benvenuto nel club.
Ti senti solo? Vai alla radice della solitudine una volta per tutte.
L’amore vero è un sogno irrealizzabile? Dipende da te.
«Per aprire gli occhi può volerci una vita; vedere può essere un attimo. È il paradosso della consapevolezza. Chi è maestro nell’arte della vita, non distingue più tra il lavoro e il tempo libero, ma è diventato consapevole del suo unico scopo: fare della propria esistenza un capolavoro di bellezza.
Qualsiasi cosa stia facendo, lascia agli altri decidere, se sta lavorando, o semplicemente giocando».
Se esistesse un film – e questo film fosse addirittura divertente – che contenesse il vero segreto per una vita felice e appagata, lo vedreste? Se questo stesso film comunicasse il suo messaggio usando una bella animazione, una trama nella quale identificarsi, e le più recenti teorie di fisica quantistica, biologia molecolare e spiritualità, lo vedreste? Se questo film vi colpisse in mezzo agli occhi (in senso buono, ovviamente) dimostrandovi che gli esseri umani sono gli artefici della propria realtà, lo vedreste?
Se la risposta è sì, sareste in buona compagnia. Un film così esiste e sta ottenendo un grandissimo seguito.
Quattordici scienziati, ricercatori e filosofi tra i più innovativi e autorevoli al mondo indagano il mistero dell’Universo, fornendo risposte inusuali e a volte sconvolgenti a quesiti fondamentali quali: di che cos’è fatto un pensiero? Di che cos’è fatta la realtà? Cosa succede dopo la morte? Che ci faccio qui? Oggi scienza, fi losofi a e teologia propongono una interpretazione completamente nuova di ciò che siamo e della realtà in cui viviamo.
La materia non è statica ma è il pensiero che la influenza. Per il cervello non c’è differenza tra ciò che vede e ciò che immagina, e tutti noi vediamo solo ciò che crediamo possibile.
BLEEP in tutto il mondo ha avuto un successo unico e straordinario, è stato visto da decine di milioni, perché la trama della storia è coinvolgente e appassionante, ed è arricchita dagli interventi di personaggi come Joe Dispenza, Fred Alan Wolf, Ramtha e JZ Knight, Amit Goswami e Micheál Ledwith, che aprono le nostre menti a concetti finora impensabili e mai esposti prima con tanta chiarezza e efficacia visiva, grazie agli effetti speciali di professionisti tra i più abili e capaci.
L’intenzione crea la realtà
Secondo il fisico materialista William Tiller, Ph.D., dai tempi di Newton il tacito presupposto della scienza è che “nessuna qualità umana – coscienza, intenzione, emozione, mente o spirito – è in grado di influenzare in modo significativo un esperimento obiettivo ben progettato nella realtà fisica.”
Tuttavia, rigorosi esperimenti condotti da Tiller e molti altri negli ultimi decenni hanno “pesantemente confutato questo presupposto”. In effetti, molti esperimenti di questo tipo dimostrano chiaramente che noi esseri umani contribuiamo davvero alla creazione della nostra realtà, e non in un qualche modo strampalato, new-age, ma in un modo serio, concreto, fondato sui più importanti pilastri della creazione materiale, così come ci è stata rivelata dalla fisica.
«L’intenzionalità è il sentiero che conduce alla creazione – spiega – e il fatto che “la natura abbia molte più dimensioni di quelle che noi siamo in grado di immaginare, molte di più dei semplici spazio/tempo, mette in luce la possibilità che è in noi di imparare a creare. Tutto quello che facciamo nella nostra vita quotidiana, ogni singola cosa, è un atto creativo».
In effetti, come Tiller afferma in What the Bleep: «Io sono molto più di quello che credo di essere. Posso influire sul mio ambiente, sulle persone, sullo spazio stesso, sul mio futuro».
Centinaia di anni fa, la scienza e la religione si sono separate, diventando antagoniste nel grande gioco della spiegazione e della scoperta. Ma scienza e religione sono due facce della stessa medaglia. Entrambe aiutano a spiegare l’universo, il nostro posto nel grande disegno, e il significato della nostra vita.
Il film Ma che… Bip… Sappiamo Veramente!? con l’aiuto di oltre una dozzina di scienziati risponde a domande quali: – Di che cos’è fatto un pensiero?
– Di che cos’è fatta la realtà?
– E soprattutto, come può un pensiero modificare la natura della realtà?
Uscito nella primavera del 2004 negli Stati Uniti, distribuito in 30 paesi, ha venduto oltre un milione di copie.
“What the Bleep…” sta lentamente rivoluzionando le coscienze in tutto il mondo!
Più di UN DOCUMENTARIO,
Più di UN FILM METAFISICO,
Più di UN FILM SCIENTIFICO,
É tutto questo insieme!!! É una nuova forma d’arte
Questo film ti darà la possibilità di riappropriarti del tuo Potere innato. Lo guarderai e ti divertirai, per un istante resterai stupefatto, ma un attimo dopo metterai in pratica tutti i suoi brillanti ed esilaranti insegnamenti.
Lascia che i tuoi sogni più autentici vengano in superficie: li realizzerai!
Imparerai che cos’è una rete neurale
Comprenderai come si crea un’emozione
Imparerai a sciogliere le dipendenze cambiando i tuoi pensieri
Scoprirai quante possibilità hai per metterti in gioco nella tua vita
Questo dvd non da risposte definitive. Questo è un film nel quale vengono formulate domande che espandono la mente. È un film che non vi mostra la via, ma le infinite possibilità.
Il film ruota attorno ad Amanda, (Marlee Matlin, premio Oscar in “Figli di un Dio minore”) una fotografa divorziata e depressa, che affronta la realtà passivamente credendo di non avere alcun potere sulle vicende che le accadono finché subisce una trasformazione personale a mano a mano che gli eventi le mostrano che è lei a creare la propria realtà. Inizialmente ostile, e incapace di amarsi, Amanda diventa una persona che si ama e che comprende di avere un ruolo attivo nella propria esperienza esistenziale, il che la condurrà a prendere decisioni più amorevoli e positive.
I messaggi dell’acqua
Una scena di grande impatto di What the Bleep do We Know? si svolge in una stazione ferroviaria. Mentre Amanda, la protagonista, sta aspettando il treno, la sua attenzione è attirata da una serie di poster, fotografie di cristalli d’acqua scattate dal dott. Masaru Emoto, uno scienziato giapponese, e ha scritto numerosi libri su quest’originale argomento.
Nell’immagine un esempio di cristallo d’acqua con le vibrazioni di parole d’amore.
Usando un potente microscopio in una stanza molto fredda, Emoto ha fotografato i cristalli d’acqua scoprendo una cosa straordinaria: l’acqua reagisce ai pensieri concentrati, “SPECIFICI”, che le vengono rivolti. In sostanza, catturando l’ “espressione” dell’acqua nelle sue foto, il dott. Emoto ha dimostrato che i pensieri influenzano la realtà fisica. Ad esempio, quando su un becher (recipiente cilindrico con beccuccio) di acqua veniva attaccato, con del nastro adesivo, un pezzetto di carta con la scritta “amore e gratitudine”, l’acqua formava dei bei cristalli simmetrici simili a fiocchi di neve. Mentre l’acqua contenuta in un altro becher con sopra attaccata la scritta “Mi fai venire la nausea. Voglio ucciderti” non formava alcun cristallo. Al contrario l’acqua appariva come un orribile accozzaglia di forme incoerenti.
Mentre Amanda guarda meravigliata questi poster, un uomo le si avvicina e le spiega che i nostri corpi sono formati per il 90% di acqua e afferma: «Se i nostri pensieri riescono ad avere quell’effetto sull’acqua, immagini cosa possono fare su di noi».
Pensate di dover andare ogni giorno allo stesso lavoro, a fare le stesse commissioni, di dover fare gli stessi pensieri, sentirvi allo stesso modo? Bene, ripensateci: scoprirete infinite possibilità di cambiare la realtà quotidiana.
Dopo aver visto What the Bleep do We Know? non potrai più andare ogni giorno allo stesso lavoro e sentirti sempre allo stesso modo.
Masaru Emoto ha fotografato migliaia di cristalli d’acqua nel corso dei suoi anni di ricerche, eppure ben pochi sono stati belli e ricchi di vita come quelli formati dalle parole “amore” e “gratitudine”.
In questo testo straordinario, il dottor Emoto dimostra come il ruolo del tutto unico dell’acqua nel trasportare la vibrazione naturale di queste parole possa aiutarci ad accogliere il cambiamento e a vivere una vita più positiva e felice.Il dottor Emoto esplora il significato delle parole e del linguaggio, la loro origine e il loro impatto sull’acqua. Introduce e spiega il concetto-chiave di risonanza, il veicolo attraverso cui viene trasmessa l’energia della forza vitale. Da questa conoscenza ricava lezioni che possiamo applicare alla nostra vita per raccogliere i frutti benefici della risonanza positiva, tra cui quello di avere relazioni più armoniose con gli altri, ristabilire la nostra salute e migliorare la nostra capacità di comunicazione con gli altri.
Un testo profondo con nuove, straordinarie fotografie di cristalli d’acqua, un invito a scegliere parole positive e ad aspirare con impegno alla perfetta risonanza, per poter avere una vita più sana, pacifica e felice.
La sua è comunicazione pura, diretta, libera da ogni forma di ortodossia e da riferimenti a testi o autori.
Chiunque abbia letto qualcuno dei suoi discorsi certamente si è reso conto di questo. In questo articolo, mi limiterò a riportare le parole del maestro aggiungendo il meno possibile.
Questo articolo vuole essere solo una piccola introduzione che si propone di far comprendere quali sono le fonti di ispirazione.
Azione e attività
Azione e attività non sono la stessa cosa; anzi sono una l’opposto dell’altra. Azione è fare quello che la situazione richiede: è una risposta.
Nell’attività invece la situazione non importa; l’attività non è una risposta, è frutto di irrequietezza interna, e la situazione è solo un pretesto. L’azione è creativa, l’attività è distruttiva.
Cerca di cogliere la distinzione. L’attività è il riflesso della tua natura ossessiva, sei incapace di restare in silenzio, di restare senza far niente. L’attività è azione irrilevante. Osserva te stesso, il novanta per cento della tua energia va sprecata in attività. E perciò, quando viene il momento dell’azione non hai sufficiente energia.
Una persona rilassata non è ossessiva e in lei l’energia si accumula e quando viene il momento dell’azione tutto il suo essere si riversa nell’azione. Perciò l’azione è totale.
Puoi cambiare attività, ma se la tua attività non si trasforma in azione, non serve.
Sii consapevole, cogli la differenza fra azione e attività, e quando il bisogno di attività ti prende, allora diventa più consapevole, non puoi far altro che questo.
Quando una persona comprende realmente, le cose cadono da sè. Allora non è più possibile assumersi il merito di essersene disfatti e l’ego non ne esce rafforzato. Allora diventa sempre più possibile l’azione.
L’oscurità
L’oscurità è una delle cose più misteriose e ha una parte troppo grande nella tua vita perchè tu possa permetterti di non pensarci.
La prima cosa che si scopre meditando sull’oscurità è che l’oscurità non esiste. L’oscurità non ha alcuna forma di esistenza propria, è piuttosto assenza di luce, puoi cercarla dovunque ma non la troverai perchè è solo un’assenza.
Se c’è luce non c’è oscurità, perciò la luce va e viene, ma l’oscurità pur non esistendo perdura, è sempre presente.
La seconda cosa di cui ci si rende conto è che l’oscurità, essendo inesistente non si può combattere. E’ sciocco cercare di combattere qualcosa che non c’è. Nella tua vita hai combattuto molte cose inesistenti come l’oscurità, contro cose che non hanno esistenza in sè. L’odio è inesistente, è solo assenza di amore; l’ira è inesistente, è solo assenza di compassione; l’ignoranza è inesistente, è solo assenza di illuminazione.
Accesa la luce l’oscurità scompare, non c’è bisogno di agire direttamente sull’oscurità, per modificare l’oscurità bisogna agire sulla luce. Non lottare con le cose che non esistono, dissiperai la tua energia, la tua vita, te stesso.
La sola trasformazione possibile non nasce preoccupandosi dei gesti e delle azioni, ma preoccupandosi dell’essere. L’essere è positivo: quando l’essere è desto, attento, consapevole, l’oscurità scompare.
La fiducia
La mia verità non può essere la tua, altrimenti sarebbe troppo facile, non ci sarebbe alcun problema. La fede è teorica, la fiducia è esistenziale.
Puoi cambiare fede senza problemi, da indù puoi diventare cristiano, musulmano, comunista. Non c’è problema perchè la fede appartiene solo alla mente. Se un’altra fede è più logica e convincente la cambi, infatti non ha radici nel cuore.
La fiducia è autentica e le sue radici affondano nel tuo cuore e nel tuo essere. Cambiare la fiducia è quasi impossibile, se hai fiducia hai fiducia, non la puoi cambiare.
La fiducia è possibile solo se, innanzi tutto, confidi in te stesso. La cosa fondamentale deve prima accadere in te, e poi puoi avere fiducia nell’esistenza.
Un uomo che confida in se stesso è un uomo indipendente, non puoi fare previsioni su di lui, agirà a modo proprio. Avrà fiducia quando sente, quando ama, e così sarà intenso e vero.
E lui sarà pronto a rischiare qualsiasi cosa per la sua fiducia, ma solo quando la sente, quando muove il suo cuore, la sua intelligenza e il suo amore, altrimenti no. Non potrai forzarlo in alcun tipo di credo. Comincia ad avere fiducia in te stesso, questa è la lezione fondamentale. Comincia ad amarti. Se non ti ami, chi altri ti amerà? Ma ricorda, se ami solamente te stesso, il tuo amore sarà estremamente povero.
La verità
Credere non può creare la verità, perchè la verità esiste già.
Ricorda: la verità è. Non hai bisogno di crederci perchè sia vera, la verità è la verità, che tu ci creda o no.
Credere costa poco, se credi in qualcosa comincia a sembrarti vera. Scoprire la verità è arduo, richiede una grande opera di pulizia della mente e del cuore.
La verità è rischiosa, perchè potrebbe non consolarti, potrebbe frantumare tutto ciò che hai conosciuto prima, potrebbe distruggere tutte le tue illusioni, potrebbe frantumare tutti i tuoi sogni, ucciderà ciò che sei ora.
Ci vuole coraggio per scoprire la verità. Morirai in quanto te stesso. Rinascerai certamente, ma come ne puoi essere certo? Quale garanzia esiste? Non c’è nessuna garanzia.
Credere non ha nulla a che fare con la verità. Un vero uomo non crede mai, impara. Un vero uomo non diventa mai un erudito, ma resta aperto alla verità.
E ricorda sempre che non è la verità a doversi adattare a te, ma viceversa.
Il credente cerca di adattare la verità a sé, il ricercatore adatta se stesso alla verità. Ricorda, la differenza è enorme.
Un testo fondamentale per chi vuole andare oltre il regno delle fantasie, dei desideri e delle proiezioni: le ombre che accompagnano le tante aspirazioni di libertà della nostra vita, spesso destinate a frantumarsi contro la quotidianità.
Poiché non possiamo essere vivi senza il respiro, respirazione e vita sono sinonimi.
La vita è ciò che esiste tra il primo e l’ultimo respiro. Nella Bibbia Dio creò Adamo soffiando su un pezzo di creta.
Per significare il respiro e lo spirito, i greci usavano una sola parola: pneuma.
Il prana, nell’insegnamento yoga e tantrico, è la forza vitale che anima ogni forma vivente assorbita dall’aria.
Il respiro è come un’onda: ha inizio nella bocca e scorre all’ingiù nell’inspirazione. Il diaframma si contrae e si
distende, consentendo ai polmoni di espandersi verso il basso mentre si riempiono d’aria.
L’onda espiratoria inizia coinvolgendo la parte profonda del bacino, dunque l’addome, poi il torace, la gola e la bocca.
La respirazione sana finisce per essere un’azione di tutto il corpo in cui quasi tutti i muscoli sono impegnati. Se osserviamo la respirazione di un neonato o di un gatto o di un qualunque animale mentre riposa, vedremo che il loro respiro è lungo, ritmato e coinvolge, come un’onda, torace e addome. Respirano correttamente e per farlo non hanno bisogno di istruzioni.
Il modo di respirare di noi adulti, invece, tende spesso ad essere turbato. La maggior parte di noi non respira abbastanza profondamente o respira a scatti per evitare di sentire emozioni o sensazioni.
Immaginiamo di trovarci di fronte a un grande pericolo e di essere spaventati. Automaticamente il respiro si arresta e restiamo contratti in questa posizione. Poiché non possiamo smettere di respirare, presto respireremo nuovamente, in maniera non completa e profonda, ma leggera e a tratti.
Bloccare il respiro è quindi una reazione istintiva di difesa di fronte al pericolo, per non farci sentire dall’eventuale nemico e raccogliere le forze per la fuga. E quando da bambini ci troviamo di fronte a situazioni traumatiche ripetute, come emozioni di paura, tristezza e rabbia la cui espressione è interdetta, impariamo a bloccare queste emozioni con il respiro.
Limitare il respiro per “non sentire la sensazione” costituisce per un bambino una decisione difensiva presa per sopravvivere.
Wilhelm Reich, che per primo ha studiato il rapporto tra corpo e sentimenti, afferma che la respirazione frenata costituisce il meccanismo fisiologico della repressione degli affetti e la rimozione degli affetti è il meccanismo fondamentale della nevrosi in generale. Il nostro carattere stesso, così come il nostro atteggiamento corporeo e respiratorio, si forma in rapporto a questo tipo di esperienze.
Wilhelm Reich aveva chiamato la struttura di questo insieme di difese corporee “corazza caratteriale“.
Infatti, l’atteggiamento fisico di una persona rivela la sua personalità molto più delle sue parole. Lo sappiamo perché è un’esperienza che viviamo ogni giorno, anche senza analizzare le radici delle nostre reazioni. Da un individuo, per esempio, con il corpo totalmente rigido e con il tono di voce ricercato, non ci attendiamo sicuramente una calda cordialità, né fervida immaginazione. Da un uomo che parla ansimando non ci aspetteremo certo un atteggiamento saggio verso la vita. Da una persona rilassata e tonica ci aspettiamo invece spontaneità ed equilibrio.
Prendiamo, inoltre, in considerazione il respiro nella vita di relazione. Se la persona per me importante mi dice: “non vali niente“, “ti odio“, il respiro si ferma, mentre il mio corpo si contrae restringendo visceri e sfinteri. Ma se qualcuno mi dice: “sei in gamba“, “mi è piaciuto quello che hai fatto“, se il mio amore mi dice: “ti amo“, io sento calore su di me, il respiro si fa disteso. Il mio corpo si allarga e si espande al ricevere e godere le “carezze” positive. Per questo una persona innamorata si esprime dicendo: “sono piena d’amore“.
Questa è la ragione per cui durante la fase dell’innamoramento il desiderio sessuale è più intenso, così come più intense sono tutte le sensazioni erotiche, ed è la ragione per cui si può affermare che l’amore è il più potente afrodisiaco.
Riunificare il corpo: la pancia che respira.
E nella pancia, nel ventre che la vita viene concepita e portata.
È nel ventre e nei visceri che sperimentiamo i nostri desideri più profondi. Ogni volta che piangiamo o ridiamo è nel ventre che sperimentiamo la vita a livello viscerale. E per questa ragione che per controllare e reprimere i sentimenti di tristezza dobbiamo contrarre e tenere fermo il ventre.
Il portamento insegnato con “petto fuori, pancia in dentro” può essere indicato per quel soldato che si muove in schiera come un robot e non deve sentire la paura della morte. Ma quell’esibizione, classicamente “virile”, rappresenta il massimo della rigidità che si estende anche al pensiero.
In questo modo ci neghiamo l’autonomia, la spontaneità e la sessualità.
La pancia risucchiata in dentro rende la respirazione addominale molto difficile e nello stesso tempo costringe a gonfiare il petto per avere abbastanza aria. “Trattenere il respiro e mantenere il diaframma contratto è uno dei primi e più importanti atti che hanno lo scopo sia di sopprimere le sensazioni di piacere nell’addome, sia di soffocare sul nascere l’angoscia addominale”. ‘E trattenendo il respiro si aumenta la pressione sull’addome impedendo al respiro stesso di fluire.
Per ascoltare la propria voce segreta e comprendere meglio se stessi e la vita
Con la consueta sensibilità e profondità, Deepak Chopra ci insegna ad allargare la nostra visione della realtà e a relativizzare tutto quanto ci accade, per farci infine comprendere il potenziale positivo di ogni evento e scorgere così la sostanziale armonia dell’universo.
Mostrare il meglio di ciò che siamo, inseguire successi nel lavoro, accumulare beni materiali, fare, quotidianamente, scelte piccole e grandi: oggi siamo tutti più o meno costretti a vivere così. E intanto ci sfuggono la ricchezza e la sapienza che già possediamo nella nostra interiorità, con il risultato di essere più infelici. Ma se imparassimo a «leggerci dentro», trasformando ogni momento difficile in strumento di consapevolezza, potremmo davvero navigare verso la felicità.
Nel mondo esiste sempre qualcuno che attende qualcun altro,
che ci si trovi in un deserto o in una grande città.
E quando questi due esseri si incontrano, e i loro sguardi si incrociano,
tutto il passato e tutto il futuro non hanno più alcuna importanza.
Esistono solo quel momento e quella straordinaria certezza che tutte
le cose sotto il sole sono state scritte dalla stessa Mano:
la Mano che risveglia l’Amore e che ha creato un’anima gemella
per chiunque lavori, si riposi e cerchi i propri tesori sotto il sole.
Perché, se tutto ciò non esistesse,
non avrebbero più alcun senso i sogni dell’umanità.
Paulo Coelho – L’Alchimista
Il tutto si stava guardando! Nessun confine, nessun tempo, nessun spazio! Solo io!
Cosa è l’Illuminazione e che posto prende oggi questo tema nella nostra cultura e società? Ogni individuo vive costantemente immerso, identificato e coinvolto negli stimoli, nelle congetture, nelle immagini e sensazioni prodotte dal proprio ambiente, dal proprio corpo, dalla propria mente e dalla propria cultura. Tale coinvolgimento è talmente profondo da aver fatto apparire la vita come un insieme di cose, di dati, di sensazioni e punti di vista. Tutto ciò è anche vero, ma poiana persona potrebbe un giorno domandarsi: “Ma io chi sono?” “Dove vado, cosa voglio?” “Cosa è la vita?” Se noi riuscissimo a togliere, tutto d’un colpo, ogni etichetta data a persone, oggetti, e altro, improvvisamente ci apparirebbe tutto nella sua forma essenziale, neutra, pura e priva di significati. Si tratta dell’Illuminazione. La cosa formidabile di questa esperienza è che, siccome anche noi stessi siamo stati creati da postulati, considerazioni etichette mentali auto create o originate da altri, allo scomparire di queste ultime, il significato “Io esisto o io sono…” scomparirebbe come tutto il resto.
Allora nulla è separato, nulla esiste come qualcosa di diverso, distinto dal resto. Tutto si ricongiunge in una unica natura inspiegabile a parole. Alla domanda “Chi sono io?” o “Cosa è la vita?”, “Chi sono gli altri?” la risposta è inesistente. Tale “inesistenza” è tuttavia la presa di coscienza della realtà, di ciò che si nasconde dietro il teatro della vita, dietro la cortina di impressioni e veli mentali. Tutto il tempo noi guardiamo ciò che crediamo di vedere. Esiste chi guarda e l’oggetto osservato. Tutti siamo d’accordo che una sedia è una sedia, ma ognuno di noi la vede con un’ottica differente. Provate a chiedere ad un amico: “cosa ti trasmette questa pianta?” Ogni persona vi darà una risposta diversa. Perché? Perché ogni persona è diversa, ogni mente è differente da un’altra. Ma la differenza consiste in ciò che pensiamo, ciò che sentiamo; e questa differenza esisterà sempre finché l’uomo non comincerà a considerare gli altri come entità non fisiche, come la stessa realtà che si cela dietro alle identità, i modi di essere o di pensare. È la Verità, la vera natura delle cose, la realtà non duale, non processuale.
Questo è ciò che esiste prima di ogni forma di distorsione, di manipolazione sulla realtà. L’io dice: “Ma io sono giusto!”, “Io non devo cambiare, io devo solo trovare il modo per fare andare le cose come dico io!”. Tutto ciò porta a dolore, a quel dolore che sentiamo nella vita; quel dolore che viene perpetuato dalla nostra falsità, dalla nostra cecità. Noi possiamo continuare a credere all’io, e all’io altrui e continuare così in eterno, e quando non si va d’accordo farci la guerra e continuare solo a nascondere la verità che siamo tutti correlati gli uni agli altri da una unica Verità, un unico Dio, una unica Realtà.
Per ottenere la felicità e raggiungere l’appaga-mento personale è essenziale saper dare e ricevere amore. Ma fino a che punto comprendiamo la straordinaria forza trasformatrice di questo sentimento? Siamo davvero in grado di coltivarne e di apprezzarne i doni inestimabili?
Nella Via dell’amore il Dalai Lama ci insegna come tradurre l’energia che ognuno di noi dedica a se stesso in una forma di compassione rivolta agli altri. Riprendendo esercizi e tecniche messi a punto nei monasteri tibetani più di mille anni fa, ci guida lungo un cammino che porta a sviluppare il nostro potenziale, trasformando l’eccessiva e controproducente concentrazione su di noi in un sano interesse per gli altri.
Così, passo dopo passo, impariamo a superare la generale abitudine a inquadrare le persone in categorie rigide per creare e mantenere invece un atteggiamento positivo verso tutti coloro che ci circondano, allargandone sempre di più la cerchia.