Una destinazione a cui mirare

Se non sai dove stai andando, qualunque strada porta a destinazione.
Lewis Carroll

Gli obiettivi sono importanti, non c’è da dubitarne, ma non come pensa la maggior parte delle persone. Anziché sprecare le vostre energie nel tentativo di costringere i vostri obiettivi al successo, lasciate che siano i vostri obiettivi a guidarvi. In altre parole, ponetevi obiettivi che migliorino la vostra vita, invece di ingombrarla di ostacoli.

Come avremo modo di approfondire in seguito, questo non signifi ca lasciare che la vita vi prenda a calci e faccia di voi quello che vuole. Si tratta di rendersi conto che diventare sensibili ai cambiamenti che accadono sia dentro, sia fuori di voi, vi aiuterà ad adattarvi in modi più positivi e gratificanti.

Aggrapparsi inflessibilmente a obiettivi sorpassati porta all’insoddisfazione. Non lo diciamo soltanto noi: le persone disposte a cambiare direzione per seguire l’evoluzione dei propri obiettivi sono il 30% più felici, sostiene una ricerca, di quelle che non lo fanno.

Dunque, come scoprire se i nostri obiettivi sono obiettivi validi? Un buon obiettivo è solitamente facile da visualizzare, grande, luminoso e invitante. Gli obiettivi validi lavorano insieme per creare delle fondamenta, poi si sostengono e si rinforzano a mano a mano che li realizzate. Gli obiettivi inconsistenti, invece, sono spesso mal defi niti e si fondano su valori che generano conflitti. A volte i conflitti di valori potranno anche apparire di poco conto (pensate a qualcuno che desideri viaggiare per il mondo e, nel contempo, farsi una casa e una famiglia), tuttavia, se non c’è congruenza, le conseguenze possono essere catastrofiche.

Vivere con obiettivi deboli e conflitti valoriali è come cercare di costruire sull’acqua: tutto quello che fate cadrà a pezzi e verrà portato via dalla corrente… o andrà a fondo. Dedicate qualche minuto al prossimo esercizio, approfittandone per ritrovare il vostro allineamento.

ESERCIZIO – ALLINEARE I VALORI

1. Rapidamente e senza pensarci troppo, elencate le dieci cose per voi più importanti. I valori sono, ad esempio, l’amore, la pace, la famiglia, la sincerità.

2. Riscrivete la lista in ordine di importanza.

3. Ora chiudete gli occhi e associate a ciascuno dei vostri valori un’icona colorata, come se si trovassero sullo schermo di un iPad® o di uno smartphone.

4. Qual è la qualità che fa da collegamento alle diverse icone? In che modo rappresentate l’ordine di preferenza? Potrebbe trattarsi di una variazione di colore, di dimensioni o di posizione. Le icone potrebbero cambiare tonalità di colore, essere più o meno luminose, oppure stare una sopra l’altra, in ordine, come in un mazzo di carte o come le finestre di Windows®.

5. Esaminate l’ordine dei vostri valori, prestando particolare attenzione a quelli che sembrano creare un conflitto. Un esempio potrebbe essere questo: “avventura” accanto a “sicurezza”, nel senso che non è facile fare tutto in sicurezza, quando si è alla ricerca di continue avventure.

6. Ora, con cautela, spostate le varie icone e provate delle nuove disposizioni: essenzialmente si tratta di imporre alle cose un nuovo ordine di importanza. Ad esempio, potreste voler far salire di posizione l’avventura, oppure rendere più importante la sicurezza. L’importante è che la submodalità che rappresenta l’ordine di preferenza cambi in base alla nuova “posizione in classifica” (mentre l’ordine viene ricodifi cato internamente potreste provare anche delle sensazioni fisiche).

7. Verificate qualsiasi cambiamento, immaginate quali conseguenze avrebbe nella vostra vita e aggiustate la posizione se lo ritenete necessario.

8. Quando siete certi di aver risolto tutti i conflitti, dedicate qualche minuto a ideare modi per soddisfare le necessità collegate a ciascuno di questi vostri valori. Per verificare la fattibilità di questa nuova configurazione, proiettatevi nel vostro futuro. Potreste scegliere di provarla per un po’ ed eventualmente cambiarla in un secondo momento. Talvolta ci si rende conto che alcuni valori sono meno importanti di quanto non sembrassero inizialmente: in tal caso potete semplicemente cancellare l’icona.

Tratto da:

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I tuoi genitori

Cominciamo con l’elenco parziale, ma significativo, delle convinzioni e aspirazioni più comuni. Le analizzeremo una a una e vedremo quali sono confermate dalle più recenti scoperte scientifi che e quali, invece, smentite.

Sta in cima alla lista perché vogliamo subito liberarci della scusa più utilizzata da coloro che devono affrontare una situazione problematica: è colpa di mia madre (o di mio padre), è ereditario, sono fatto così e basta.

E in effetti… è vero. E non lo è. Si è scoperto, infatti, che dipende da voi.

Per anni si è creduto che la giovialità fosse un comportamento appreso. Sembrava che i figli di genitori felici fossero a loro volta felici, mentre i figli di genitori depressi fossero cupi e malinconici.

Di recente, tuttavia, alcuni scienziati hanno identificato un gene che predispone le persone a favorire ciò che è allegro e positivo e a ignorare ciò che è smorto e negativo.

Lo studio in questione, avendo esaminato a livello subliminale le preferenze per immagini positive, minacciose o neutre, ha evidenziato come le persone che avevano ereditato due copie della variante lunga del gene 5-HTTLPR (che controlla il trasporto della serotonina, neurotrasmettitore legato alle variazioni di umore) erano più inclini a preferire le immagini positive, rispetto ai soggetti che nel loro corredo cromosomico presentavano soltanto la variante corta dello stesso gene.

Ma questo significa forse che tutti quelli privi del “gene della felicità” debbano rassegnarsi a una vita di tribolazioni e sconforto?

No di certo. Contrariamente a ciò che alcuni genetisti vorrebbero farci credere, possedere un certo gene, anche se particolarmente attivo, signifi ca soltanto essere più predisposti a manifestare una certa malattia o un certo comportamento e, a onor del vero, l’influsso che può esercitare un gene è molto minore di quanto la maggior parte di voi non creda. L’elemento davvero determinante è l’ambiente, interno ed esterno, in cui questo gene si trova ad agire. Per vostra fortuna, questo libro contiene strumenti che vi permetteranno di agire direttamente sulla chimica del vostro cervello, influenzando in modo sistematico il vostro stato e il modo in cui rispondete agli stimoli esterni.

Attraverso questo processo cambierete non soltanto le sensazioni che provate: potreste addirittura modifi care quel gene19. Rileggete l’ultima frase ancora una volta. Sì, è proprio così! Ciascuno di noi può riscrivere il proprio codice genetico partendo dalle scelte che compie, dalle proprie azioni e dal proprio stile di vita. E se non riuscite a essere abbastanza motivati da volerlo fare per voi stessi, fatelo per i vostri futuri fi gli. Diventate il vostro io migliore.

Domani con un altra convinzione / aspirazione!

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La ricerca della felicità

LA RICERCA DELLA FELICITÀ

La ricerca della FelicitàCOSA FUNZIONA E COSA NON FUNZIONA

Inseguire quella cosa chiamata felicità

 Il passo che può davvero rivoluzionare la vostra vita

Quel che conta è sbagliare

Come aumentare la vostra felicità del 70%

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Inseguire una “cosa” chiamata felicità è un’ossessione umana; o almeno lo è per coloro fortunati abbastanza da non dover lottare quotidianamente per la propria sopravvivenza fi sica. La cosa incredibile è che quasi nessuno di coloro che inseguono il “segreto” della felicità ha la più pallida idea di cosa questa felicità sia veramente, o di come la riconoscerebbero se ce l’avessero davanti. E poi arrivano le domande: cosa fareste, voi, se poteste essere felici per il resto della vostra vita?

Molte delle persone che incontriamo sono certe che, se solo avessero certe cose (il biglietto vincente della lotteria, una nuova auto, un’attività di successo, un partner che li ami), allora sarebbero felici. Talvolta il contenuto delle loro affermazioni è un po’ diverso: la loro vita sarebbe perfetta, dicono, se solo avessero più fi ducia in se stessi, più autostima o una maggiore sicurezza.

Sfortunatamente, se gli obiettivi del primo gruppo sono troppo specifi ci e concreti per portare una soddisfazione duratura, gli altri sono troppo vaghi. Inoltre, tutti questi obiettivi esistono soltanto nel futuro, sono sogni, mete o ricompense per aver fatto la cosa “giusta”. C’è forse da meravigliarsi, dunque, di tutto il tempo che si spreca per inseguire questa sfuggente felicità, considerato che la maggior parte delle persone non pensa praticamente mai a ciò che le rende felici in questo momento?

Gli occidentali sono convinti che la felicità si possa inseguire come se fosse una destinazione. La maggior parte degli adulti (i bambini sono tutt’altra cosa) trascorre la maggior parte del tempo a lavorare per il benessere del proprio io futuro.

Vi state chiedendo se la cosa riguardi anche voi? Provate a verifi care: per caso, una delle affermazioni che seguono vi suona familiare?

“Quando avrò perso dieci chili…”
“Quando andrò in pensione…”
“Quando riceverò l’aumento…”
“Quando fi nirò l’università…”
“Quando sarò sposato…”
“Quando avrò più tempo per i bambini…”
“Quando, quando, quando… allora sarò felice.”

Quando le vostre frasi iniziano con quando, significa che la vostra attenzione non è rivolta dove dovrebbe: a quello che sta accadendo adesso.

Le ricerche sono a supporto delle nostre osservazioni: la maggior parte delle persone è davvero incapace di predire con un minimo di precisione cosa le renderà felici. Ironia della sorte, la maggior parte delle persone sa essere davvero precisa, quando si tratta di immaginare cosa potrebbe andare storto e quanto ci rimarrebbe male.

Come abbiamo già osservato, una “cosa” chiamata felicità proprio non esiste, e più cercate di convincervi che esista, meno sarà facile che riusciate mai a trovarla. La felicità non è un immobile che potete acquistare per andarci a vivere. La felicità è un eff etto, la conseguenza del fare qualcos’altro, ma non è detto che si raggiunga accumulando oggetti su oggetti, né che derivi dall’incontro con qualcuno di “speciale”. Se non saprete individuare quali azioni e quali attività vi fanno sentire davvero bene, o se smetterete di fare ciò che adesso già funziona, quelle belle sensazioni vi sfuggiranno di mano.

Lo abbiamo già detto e lo ribadiremo più e più volte: non siamo qui a vendervi una cosa dal nome felicità. Non vi stiamo promettendo un’auto nuova, fiumi di denaro o una promozione sul lavoro. Quello che vi offriremo sono strumenti grazie ai quali riconoscere le opportunità, sviluppare la capacità di resistere di fronte alle avversità, di prendere decisioni migliori, di provare intenzionalmente sensazioni positive al posto di quelle negative, di passare all’azione e progredire con decisione.

Soprattutto, desideriamo invitarvi a sviluppare la vostra acutezza sensoriale, vale a dire la vostra capacità di misurare il progresso guardando a ciò che funziona, anziché concentrandovi su ciò che non va. Questo singolo aspetto sarebbe già sufficiente a rivoluzionare la vostra vita. Una volta che li avrete fatti vostri, questi strumenti vi aiuteranno a distinguere ciò che è inevitabile da ciò che può essere cambiato e a sviluppare la giusta determinazione per realizzare i cambiamenti per voi più importanti.

Questo non significherà necessariamente raggiungere una volta per tutte il Nirvana ed essere per sempre liberi da problemi e imprevisti, ma di certo imparerete a conoscervi. Scoprirete come reagite ai problemi e gli effetti che producono le vostre reazioni, e imparerete come agire in modo diverso, qualora fosse necessario. È un processo che continuerà per tutta la vita: ottimizzare le risposte, imparare a essere più resistenti, vivere più consapevolmente, anziché rimanere alla mercé del caso. Renderci conto che possiamo acquisire consapevolezza ed esercitare una scelta: questa è vera libertà. Questo è Vivere Felici.

Dovrete fare dei cambiamenti, questo va da sé. Imparerete modi nuovi di fare le cose. Farete degli errori, certo, ma molto più velocemente di prima… e il recupero sarà altrettanto rapido. Questa è la nostra idea di apprendimento. Ma cominciamo dall’inizio…

Quasi tutti hanno idea di cosa potrebbe renderli felici, ma è davvero così? Negli ultimi anni, la ricerca ha dedicato molta attenzione a ciò che rende le persone davvero felici, scoprendo che, di solito, ciò che crediamo e ciò che effettivamente ci rende felici sono due cose assai diverse.

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