Che i tuoi desideri possano avverarsi!

Che i tuoi desideri possano avverarsi!

Che i tuoi desideri possano avverarsi!

Ti auguro di affrontare sfide e vincerle,
di sfidare il dolore e superarlo il prima possibile,
di gioire delle cose belle e farne la tua forza,
ma sopra ogni cosa, ti auguro un amore sincero accanto a te
che sappia comprenderti e guardarti negli occhi con amore
per cio’ che sei.
Che sia un Buon Anno Nuovo!

Tutta un'Altra Vita - Libro
Come realizzare i propri sogni, vincendo la paura e le emozioni negative

Voto medio su 2 recensioni: Da non perdere

Avete mai desiderato un’altra vita? Vorreste avere più tempo, cambiare lavoro, trasferirvi altrove?
Se poteste cambiare qualcosa nel vostro modo di vivere, di agire, di essere, di relazionarvi con gli altri, lo fareste?

Forse anche a voi sembra troppo difficile, complicato, irrealizzabile.
Non ce la farò mai, vi dite, non ho abbastanza soldi, tempo, capacità, idee.

Se tutto ciò vi suona familiare questo libro vi aiuterà.

Se cercate una soluzione concreta, se volete seguire il cuore, se non sapete da che parte cominciare, questo libro parlerà alla vostra razionalità e ai vostri sentimenti, vi mostrerà la strada per assecondare i vostri desideri, vi darà gli strumenti per scegliere finalmente la vita che volete davvero.

Né acqua, né luna

Questo è un libro da meditare. Nel leggerlo non si deve pensare o cercare di capire ogni parola, ma, gioire di ogni parola, seguire i ritmi, vivere ogni pausa e, soprattutto di queste, farne oggetto di meditazione. Il linguaggio del Maestro è semplice e pieno, e offre continuamente spazio alla meditazione, più che al significato.

Ecco come ne parla lo stesso Bhagwan, nella spiegazione del più significativo di questi racconti zen, dal titolo: « Né acqua, né luna ».

« Va col vuoto tra le mani, poiché questo è tutto. Questo è il mio dono. Se riesci a portare il vuoto tra le tue mani, allora ogni cosa diventa possibile. Non portarti dietro i tuoi pensieri, la tua conoscenza, non portarti dietro niente di ciò che riempie il secchio, e che non è altro che acqua, perché altrimenti guarderai sempre e solo il riflesso, e nient’altro. Nella ricchezza, nei beni materiali, nella casa, nell’automobile, nel prestigio, tu non vedrai che il riflesso della luna piena nell’acqua del secchio, mentre la luna vera è li, in alto, che ti aspetta da sempre. Lascia cadere il secchio, cosi che l’acqua sfugga via, e con essa la luna. Solo questo ti permetterà di alzare lo sguardo e vedere la vera luna nel cielo; ma prima devi avere conosciuto il sapore del vuoto, devi lasciar cadere il secchio della tua mente, dei tuoi pensieri: non più acqua, né luna. Il vuoto nelle mani».

Dieci Storie Zen

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La meditazione mi aiuterà a essere felice?

meditazione-felice

Molte persone vengono da me, dicono di essere infelici, e mi chiedono di dare loro una meditazione: Io dico: innanzitutto, è fondamentale capire perchè sei infelice. E se non rimuovi alla base le cause della tua infelicità, potrò darti, sì,una meditazione,ma questo non aiuterà molto — perchè le cause di fondo rimangono.
L’uomo che avrebbe potuto essere un bravissimo e splendido ballerino, siede in un ufficio,in mezzo alle scartoffie. Non lascia spazio alcuno alla danza. Quell’uomo avrebbe potuto divertirsi danzando sotto le stelle, invece non fa altro che accumulare un conto in banca. E dice di essere infelice: “Dammi una meditazione”. Posso dargliela! — ma che cosa farà la meditazione? Che cosa pretende che gli faccia? Rimarrà lo stesso uomo: che accumula soldi,che compete sul mercato. La meditazione lo potrà aiutare in questo modo: lo renderà un po’ più rilassato nel fare un po’ meglio queste azioni senza senso.
Ecco perchè in Occidente così tante persone praticano la Meditazione Trascendentale: questa è l’attrattiva della Meditazione Trascendentale, in quanto Maharishi Mahesh Yogi dice: “Ti renderà più efficiente sul lavoro, ti aiuterà ad avere più successo. Se sei un venditore, diventerai un venditore di maggior successo. Ti darà efficienza.” E gli americani vanno pazzi per l’efficienza. Darebbero ogni cosa in cambio dell’efficienza. Ecco perchè attrae tanto.
Certo,ti può aiutare. Ti può rilassare un po’– è un tranquillante. Ripetendo costantemente un mantra,ripetendo costantemente una certa parola,si cambia la chimica del tuo cervello. E’ un tranquillante! Un suono tranquillante. Ti aiuta a rilasciare lo stress, così domani, sulla piazza del mercato sarai più efficiente, più abile nella competizione — ma non ti cambia. Non è una trasformazione.
Puoi ripetere un mantra, puoi praticare una meditazione; ti potrà aiutare un po’ qua e là — ma ti potrà aiutare soltanto a rimanere come sei.

Viceversa, il mio messaggio è solo per coloro che amano davvero la sfida, per i coraggiosi pronti a cambiare il modello della loro vita, che sono pronti a rischiare tutto — poichè in effetti non hai niente da perdere: solo la tua infelicità, la tua miseria. Ma le persone si attaccano anche a questo.

Ho sentito raccontare:
in uno sperduto campo d’addestramento militare, un plotone era appena tornata alla base, dopo una giornata di marcia sotto un sole cocente.
“Che vita!” esclamò una recluta. “Lontani chilometri da ogni centro abitato, con un sergente che pensa di essere Attila il Barbaro, niente donne,niente sbornie,nessuna licenza e, in più, i miei stivali sono più piccoli di due misure”. “Non vorrai prendertela per questo, amico” disse il suo compagno. “Perchè non ne prendi un altro paio?” “Non ci penso neanche” fu la risposta “Toglierli è stato finora l’unico piacere che ho!”
Che altro hai da rischiare? Solo la tua infelicità. L’unico piacere che hai è parlarne. Guarda le persone che parlano della loro infelicità: come diventano felici! Pagano per questo: vanno dagli psicoanalisti per parlare della loro infelicità — pagano per farlo! Qualcuno che li ascolta con attenzione… e loro vanno in visibilio.

Le persone continuano a parlare della loro infelicità… ancora e ancora e ancora. E la esagerano, la colorano, la fanno sembrare più grande. La fanno apparire più grande di quello che è. Perchè?
Non hai niente da rischiare. Ma le persone sono aggrappate al conosciuto, a ciò che è familiare. L’infelicità è tutto ciò che hanno conosciuto — questa è la loro vita. Non c’è che il nulla da perdere, eppure si ha così tanta paura di perderlo.
Con me, la felicità è al primo posto, la gioia è al primo posto. L’attitudine a celebrare è al primo posto. Una filosofia positiva verso la vita è al primo posto.
Gioisci! Se non puoi gioire del tuo lavoro, cambia. Non aspettare! Perchè tutto il tempo passato ad aspettare… stai aspettando Godot. Godot non arriverà mai. Si aspetta — e si spreca una vita!
Per chi, per che cosa stai aspettando? Se capisci di essere un miserabile all’interno di un certo modello di vita, tutte le vecchie tradizioni dicono: tu sei sbagliato. Io direi: il modello è sbagliato. Cerca di capire la differenza di questa messa a fuoco.
Tu non sei sbagliato! Solo il tuo modello, il modo in cui hai imparato a vivere è sbagliato. Le motivazioni che hai imparato ed accettato come tue, non sono tue. Non soddisfano il tuo destino. Sono contro il tuo germoglio,sono contro il tuo elemento……
Ricorda: nessuno può decidere per te. Tutti i loro comandamenti, tutti i loro ordini, tutte le loro morali, esistono per ucciderti. Tu devi decidere per te stesso. Devi prenderti la tua vita nelle tue mani. Altrimenti, la vita continua a bussare alla tua porta e tu non ci sei mai — sei sempre da qualche altra parte.
Se avresti dovuto diventare un ballerino, la vita arriva da quella porta, perchè la vita pensa che dovresti essere un ballerino già adesso. Bussa lì, ma tu non sei lì — sei un banchiere. E come ci si può aspettare che la vita sappia che saresti diventato un banchiere?
Dio arriva a te nel modo in cui voleva che tu fossi; conosce solo quell’indirizzo — ma non ti trova mai lì, sei da qualche altra parte, nascosto dietro la maschera di qualcun altro, nel costume di qualcun altro, sotto il nome di qualcun altro.
Come puoi aspettarti che Dio ti trovi? Egli continua a cercarti. Conosce il tuo nome, ma tu hai dimenticato quel nome. Conosce il tuo indirizzo, ma tu non hai mai vissuto a quell’indirizzo. Hai permesso che il mondo ti distraesse.
Dio ti può trovare in un solo modo,in un modo solo ti può trovare, e questo modo è la tua fioritura interiore: come voleva che tu fossi. Finchè non trovi la tua spontaneità, finchè non trovi il tuo elemento, non puoi essere felice. E se non puoi essere felice, non puoi essere meditativo.

Perchè è nata quest’idea nella mente delle persone? Che la meditazione dia la felicità.

Di fatto ogni volta che hanno trovato una persona felice, hanno sempre trovato una mente meditativa — le due cose sono associate. Ogni volta che hanno trovato un alone di meditazione che circonda una persona, hanno sempre trovato che era tremendamente felice — vibrante di beatitudine, radiosa. Sono due cose associate. Hanno pensato: la felicità arriva quando sei meditativo.
Era esattamente l’opposto: la meditazione arriva quando sei felice. Ma essere felice è difficile, e imparare una tecnica di meditazione è facile. Essere felice significa un cambiamento drastico nel tuo modo di vivere, un cambiamento repentino — perchè non c’è tempo da perdere. Un cambiamento improvviso — un improvviso rombo di tuono — una discontinuità.
Questo è ciò che intendo con sannyas: uno stacco dal passato. Un improvviso rombo di tuono, e muori al vecchio e incominci fresco, dall’ABC. Sei rinato. Ricominci la tua vita come avresti fatto se non ci fosse stato nessun modello imposto dai tuoi genitori, dalla società, dallo stato; come avresti fatto, dovresti aver fatto, se non ci fosse stato nessuno a distrarti. Ma sei stato distratto.

Devi lasciar andare tutti quei modelli che ti sono stati imposti, e devi trovare la tua fiamma interiore.

Osho

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La gioia accade anche nella vita comune, ma non sai come… Tu sei la gioia.
Osho

Osho nei Segreti della gioia commenta altre e nuove tecniche di meditazione, sempre contenute nel Vigyana Bhairava Tantra; la summa per eccellenza delle tecniche di meditazione della tradizione orientale. Questo testo, infatti, completa l’intera scienza della ricerca interiore e l’intera gamma di strategie utili a ripulire la mente e a trascenderla. Inoltre contempla tutte le tipologie di esseri umani: con un po’ di esercizio chiunque vi troverà il metodo che si adatta a lui.

Invidia

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Aurore Sand (che poi assumerà il nome di George Sand) e Jules Sandeau erano molto innamorati e avevano scritto insieme un romanzo , Rosa e Bianca, firmando con le iniziali del loro nomi. Poi, però, Aurore incomincia a rendersi indipendente. Si ritira nella casa di campagna e scrive, da sola, un nuovo romanzo: Indiana. Non lo firma col suo nome, Aurore, ma si limita ad abbreviare lo pseudonimo di prima: G. Sand. Il libro ha un successo trionfante, Sandeau resta colpito e imbarazzato, forse comincia ad essere un po’ invidioso. Ma la catastrofe arriva quando Aurore scrive un altro romanzo da sola: Valentina, e lo firma col nome di George Sand. Adesso lei è diventata famosa, adorata da tutti e lui quasi dimenticato. Il loro amore muore.

Occorre un grande, grandissimo amore per superare l’invidia. Occorre che uno riesca a gioire del successo dell’altro. Questo succede più facilmente se collabora attivamente alla sua costruzione, riuscendo, in tal modo a viverlo come suo. Ma, occorre anche che questo contributo venga riconosciuto pubblicamente e ricambiato con la fedeltà.

Alcuni pensano che un certo grado di competizione favorisca la vita di coppia. Alcune ricerche dimostrano, invece il contrario (Alberoni, 1992). Non bisogna confondere il bisogno di affermarsi nella vita per mostrare all’altro di meritare il suo amore, col desiderio di apparire meglio di lui. Ogni persona umana vuol avere un valore. E non vuole solo sentirsi amata, vuole anche veder riconosciuti i propri meriti. Vuol essere apprezzata per le sue capacità e per le sue virtù. Ma quando l’innamoramento si allontana, la società con i suoi “valori” torna a penetrare nella vita di coppia. Se la donna vede suo marito continuamente ammirato, adorato, mentre lei è sempre in seconda fila, prova un senso di svuotamento. Il piacere di trovarsi accanto ad una persona del genere, di condividere la sua luce, lascia a poco a poco, il desiderio di avere una propria luce, un proprio valore. Ma guai, se in questo caso scatta la competizione, perché è destinata alla sconfitta. E, con la sconfitta appare l’invidia.

L’invidia è il sentimento che noi proviamo quando qualcuno, che noi consideriamo del nostro stesso valore ci sorpassa, ottiene l’ammirazione altrui. Allora abbiamo l’impressione di una profonda ingiustizia nel mondo. Cerchiamo di convincerci che non lo merita, facciamo di tutto per trascinarlo al nostro stesso livello, di svalutarlo; ne parliamo male, lo critichiamo. Ma se la società continua ad innalzarlo, ci rodiamo di collera e, nello stesso tempo, siamo presi dal dubbio. Perché non siamo sicuri di essere nel giusto. Per questo ci vergogniamo di essere invidiosi. E, soprattutto, di essere additati come persone invidiose. In termini psicologici potremmo dire che l’invidia è un tentativo un po’ maldestro di recuperare la fiducia e la stima in sé stessi, impedendo la caduta del proprio valore attraverso la svalutazione dell’altro.

L’insidia della competizione e dell’invidia è particolarmente forte nelle coppie che fanno lo stresso lavoro, e ritengono di avere lo stesso valore. Perché basta che la società, a torto o a ragione, offra un riconoscimento maggiore, che l’altro viene preso dal dubbio e dallo sconforto.

Pochissime persone parlano chiaramente e volentieri dell’invidia che provano: parlarne apertamente inibisce perché è come mettersi a nudo, svelare la parte più meschina e vulnerabile di sé. Parlare della persona che si invidia e spiegare il perché, significa parlare della parte più profonda di sé stessi, delle aspirazioni e dei fallimenti personali, delle difficoltà e dei limiti che si trovano in sé stessi.

Esistono diversi tipi di invidia? Certamente, si!

Venite a sapere che uno dei vostri colleghi ha avuto una promozione che speravate toccasse a voi. Quali possono essere le vostre reazioni? Gli studiosi ne parlano di tre forme di invidia. Naturalmente, le reazioni di invidia sono di rado pure, anche se in genere le tre forme si mescolano o addirittura si succedono l’una all’altra.

Il primo tipo è l’invidia depressiva e la tipica frase che lo accompagna è: “Ahimè, questo a me non succederà mai!” col risultato di mettersi in disparte e di non pensare. Il secondo tipo è l’invidia ostile per cui voi direte: “Non posso sopportare che l’abbiano promosso prima di me, quell’incapace!”. Quindi, a livello comportamentale parlerete male del collega e magari gli preparerete un “bel scherzetto” (per fargliela pagare…). L’ultimo tipo, l’invidia ammirativa/emulativa, vi porterà a dire: “E’ normale che sia stato promosso, ha lavorato sodo!”, di conseguenza andrete a congratularvi con lui e probabilmente raddoppierete gli sforzi per essere promossi. A volte chi invidia benevolmente tende a diventare uno dei più grandi adulatori dell’invidiato: la lusinga aiuta a far credere di partecipare al successo altrui. Nella cultura americana un comportamento del genere è perfettamente accettato: vi è infatti una incitazione esplicita ad identificarsi con il vincitore. Ciò non accade nelle culture latine, dove invece chi riesce più degli altri non è altro che l’esempio della altrui insufficienza.

L’invidia è dunque un’emozione complessa: presuppone innanzitutto un paragone tra la nostra situazione e quella dell’altro, e ci porta a costatare la nostra inferiorità almeno in un certo campo, non modificabile immediatamente. F. Alberoni ne parla del tormento dell’impotenza dell’invidioso. Una volta costatato lo svantaggio personale, ne possono derivare altri pensieri ed emozioni: tristezza, collera, emulazione, ecc. La reazione di invidia è tanto più forte quanto più l’inferiorità constatata appartiene a un campo per noi importante, essenziale per l’immagine che abbiamo di noi stessi e dunque una componente fondamentale della nostra autostima.

Riconoscete di essere invidiosi

Questo consiglio vale per tutte le emozioni, ma soprattutto per l’invidia, che tentiamo di nascondere persino a noi stessi. E’ un’emozione di cui vergognarsi, tipica di chi “non sa perdere”, di chi è “inacidito”. Il fatto di provarla è in sé una minaccia al nostro amor proprio. Il morso dell’invidia è un’azione involontaria, rispetto alla quale non dovete difendervi né colpevolizzarvi ; al contrario, avete la responsabilità di saperla gestire.

Esprimete positivamente la vostra invidia o tenetela per voi

Il consiglio può sembrare paradossale: esprimere un’emozione negativa come l’invidia? Esprimete l’invidia in forma positiva, cioè con umorismo, se potete. Ecco alcune frasi pronunciate da persone in grado di gestire l’invidia:

“Bello il tuo appartamento, farà invidia a molti. Per esempio a me.”

“Fa in modo che non vada così bene tutti i giorni, altrimenti farò fatica a restarti amico”.

“Per fortuna non sono invidioso, altrimenti se lo fossi mi farebbe male. Ahia !”

Se non avete il senso del umorismo, non rimproveratevi, limitatevi a non esprimere la vostra invidia, senza però nasconderla a voi stessi e tenete sempre a mente che “il silenzio dell’invidioso fa troppo rumore” (Kahlil Gibran).

Esaminate i vostri pensieri di inferiorità

Il morso dell’invidia ci coglie spesso quando prendiamo consapevolezza della nostra inferiorità, almeno temporanea, nei confronti dell’altro. Il dolore può presto trasformarsi in reazione ostile. L’ostilità serve anche a controbilanciare il senso di inferiorità. In ogni situazione di invidia, cercate di esaminare i pensieri di inferiorità, spesso legati a dei ricordi, anziché mascherarli con una reazione aggressiva.

Comprendere, esprimere e trasformare le nostre emozioni

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Gioia, collera, invidia, tristezza, vergogna, gelosia, paura, amore: gli autori dedicano un capitolo a ogni emozione fondamentale, analizzando le forme che può assumere, spiegandone l’utilità soprattutto nelle relazioni con gli altri, mostrando come si possa convivere meglio con tutte le emozioni e come le emozioni possano venire utilizzare nel modo migliore rendendo la nostra vita più serena ed equilibrata.

Possiamo contenere la gelosia? Quale ruolo gioca il desiderio nell’amore e perché a volte siamo infedeli? In che senso la gioia fa bene alla salute? La felicità dipende da noi stessi o dalle circostanze?

Un libro per imparare a trasformare le emozioni in altrettanti punti di forza della nostra personalità.

La gratitudine

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Desideriamo una cosa, la otteniamo; cominciamo a desiderarne un’altra e così via. Non siamo mai del tutto soddisfatti di ciò che abbiamo. Tutto questo accade solo perché abbiamo dimenticato un passo importante del processo della vita: la gratitudine.

Essere grati è una sensazione di felicità, di amore, di apertura verso la vita e il suo fluire. C’erano tempi in cui la gratitudine veniva tenuta in grande considerazione. Noi oggi per lo più conosciamo preghiere di supplica, ma pochi ormai sanno dire una preghiera di ringraziamento.

Molte persone, addirittura, non sanno per cosa ringraziare… dicono che nella loro vita va tutto storto…
Proprio in questi giorni ho visto uno spot pubblicitario in televisione a favore di una ONLUS. Lo spot è muto, ci sono solo scritte che passano sullo schermo e informano il lettore che è fortunato, perché fa parte di quella minoranza di persone capaci di leggere. E non è una cosa scontata!

Diamo per scontate tante cose, cose di cui dovremmo invece imparare ad essere grati. Magari qualcuno difetta in salute, ma abbonda in affetti. Ad altri possono mancare i soldi per arrivare a fine mese, ma hanno intelligenza e cuore a volontà. C’è chi si lamenta che non ha l’auto nuova, ma non pensa alla fortuna di avere una casa in cui dormire. Chi si lamenta di non aver ancora trovato l’amore, ma non presta attenzione alla meravigliosa famiglia che ha intorno…

C’è sempre qualcosa di cui essere grati. Come dice Osho, basta aprirsi ed essere ricettivi e ogni cosa, ogni momento diventano una magia di cui stupirsi, di cui gioire, di cui essere profondamente grati alla Vita.
Coltivare il senso di gratitudine è forse la cosa più bella che possiamo fare per noi stessi. Con esso impariamo ad apprezzare il momento presente, impariamo a vedere sempre le opportunità anche laddove gli altri non le notano, ci focalizziamo sulla ricchezza della Vita invece di persistere nell’illusione del “non ho”, “non posso”, “non…”

E poi c’è il grande segreto: noi attiriamo nella nostra vita proprio ciò su cui ci sintonizziamo. Se siamo continuamente sintonizzati sulla disperazione, su ciò che manca, su ciò ci fa star male, beh, allora attiriamo nella nostra vita proprio queste cose in modo che ci facciano sperimentare altra povertà, altra delusione, altro dolore.

Se, invece, impariamo a portare la nostra attenzione alle cose che desideriamo, già ringraziando con fede perché ci verranno date, se impariamo ad apprezzare pienamente quello che già abbiamo, se impariamo e pratichiamo la gratitudine, allora diventeremo delle vere e proprie calamite per quegli eventi che ci portano felicità, realizzazione e soddisfazione.

Ci sono dei bellissimi libri usciti negli ultimi tempi e che parlano della Legge di Attrazione. Ma non è certo cosa nuova. In testi sacri di tutte le religioni troviamo chiari riferimenti a questo “segreto” e alla immane forza che scaturisce dall’Amore e dalla Gratitudine.

Quindi chiediamoci non cosa ci manca, piuttosto chiediamoci cosa già abbiamo, quanto già siamo fortunati. Ci sorprenderemo ogni giorno di più nello scoprire quante cose meravigliose ci sono già nella nostra vita e quante ancora sono già alla nostra portata. Siamo grati per questo e in questa maniera ci apriremo sempre di più alla sovrabbondante ricchezza della Vita e attireremo sempre nuove occasioni di cui gioire.


Joe Vitale

The Key – La Chiave


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La Legge di Attrazione funziona davvero?
Qual è il Segreto?
Qual è la Chiave mancante per attrarre ciò che si desidera?

The Key è la risposta a tutto questo. The Key svela il segreto perduto per attirare salute, ricchezza, successo felicità. Scritta da un guru dell’auto-aiuto, questa meravigliosa guida di vita svela una serie di metodi potenti ed efficaci per ottenere molto di più in tutti i campi della vita.

The Key è uno dei più importanti e rivoluzionari libri di crescita personale degli ultimi anni, che dimostra come ognuno possa riuscire a ottenere davvero benessere e felicità, rivelando dieci valide strategie per superare definitivamente le convinzioni autolimitanti, le “controtendenze”, idee e opinioni che riducono il nostro potenziale e attirano ciò che non vogliamo invece di ciò che realmente desideriamo.

Joe Vitale riesce ad affrontare complessi temi psicologici rendendoli estremamente facili da comprendere e da applicare nella vita quotidiana. Unendo saggezza pratica e conoscenza spirituale per farci conoscere la verità su noi stessi, offre strumenti infallibili per aprire nuove possibilità e nuove opportunità.

L’energia e l’entusiasmo per la vita di Joe Vitale sprizzano da ogni pagina del suo nuovo libro, The Key. Non trascura niente nell’illustrare esattamente come attrarre nella propria vita tutto ciò che si desidera. Le parole ‘Ti amo’ hanno assunto un significato del tutto nuovo. Bravo!“.
Cathy Lee Crosby, attrice e autrice di Let the Magic Begin

Joe Vitale rivela gli ‘ostacoli nascosti’ dietro i molti tentativi falliti di attrazione. Se non sei in grado di manifestare o di attrarre ciò che desideravi realmente, il segreto mancante che egli rivela in questo libro ti aprirà la porta del successo. Conoscere e applicare questa chiave nella tua vita ti ripagherà ampiamente del costo del libro! Leggilo e raccogline i benefici!“.
Dr. Robert Anthony, autore di Beyond Positive Thinking

Uno tra i libri più efficaci che io abbia mai letto! The Key è in grado di cambiare completamente la vita con la sua cristallina semplicità, e può aprire le porte a tutto ciò che si desidera. E’ già un classico“.
Peggy McColl, autrice di Your Destiny Switch

Sai vivere

saper vivere_ crescere leggendo aforismiSai vivere quando,qualcuno ti fa un torto, e non ti adiri più di tanto, e non prepari un astuto piano per rendergli la pariglia,e, quando lo vedi, gli vai incontro accoglienza con sorriso.
Sai vivere quando quando gioisci dei pregi di chi ami, ma ne accetti benissimo i difetti, e non tenti di coinvolgerlo a pensarla come tu la pensi, e non cerchi di cambiargli i comportamenti che ritieni sbagliati. Ma, soprattutto,sai vivere quando riesci ad accettarti cosi come sei. Senza condannarti per non essere come vorresti, e riesci ad amarti
anche quando non sei amabile, e t’adoperi con tutte le energie per renderti felice.
Perchè sai che nessuno puro amare e nessuno se prima non ama  se stesso,e nessuno può fare felice nessuno se prima non fatto felice se stesso.

“Anonimo”



Monica Amarini Colosimo

Esercizi di Felicità

Test, prove e giochi di scrittura: 5 minuti al giorno per vivere meglio

Red Edizioni
ISBN: 9788874479214Prezzo € 10,00

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