Qualcuno ti causa dolore?

Qualcuno ti causa dolore

Quando il comportamento di qualcuno ti causa dolore, potresti nutrire risentimento nei suoi confronti.
Tuttavia non fai altro che ferire te stesso, poiché il risentimento abbassa l’energia, l’entusiasmo e l’efficienza.
Ogni parola o gesto scortese che quell’individuo ha avuto per te è un riflesso della sua persona; il suo comportamento non è un’affermazione sul tuo vero Io.
Quando le persone agiscono in modo scortese, allontanano la luce e l’amore dalla loro vita e attraggono esperienze che tendono ad alimentare la loro insoddisfazione.
Più le persone sembrano sgradevoli, più hanno bisogno di amore, che cura l’infelicità e instilla il calore nei loro cuori. Questo non significa che devi stare in compagnia di coloro che sembrano comportarsi in modo scortese nei tuoi confronti. Puoi inviare da lontano pensieri d’affetto e raggiungere comunque il tuo obiettivo.

Quando invii amore verso qualcuno per il quale provi risentimento, la “guarigione” avviene su tre livelli:
1) ti libera dal dolore e dal tormento della rabbia.
2) spezza gli schemi indesiderati, poiché tu attrai ciò che pensi.
3) aiuta a guarire l’altra persona. Quindi, perdona.

Il beneficio che ne trarrai supererà qualsiasi piacere derivante dal covare risentimento.
Perdona e sii libero!

da La Guida degli Angeli di Doreen Virtue

La Guida degli Angeli
Per comunicare giorno dopo giorno con il proprio angelo

Voto medio su 11 recensioni: Da non perdere

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Puoi stare bene con te stesso!

Ci vuole consapevolezza per star bene con sé stessi. Infatti siamo noi che
creiamo i nostri pensieri e le nostre emozioni disturbate, di conseguenza siamo
noi ad avere il potere di controllarli e modificarli.
Per far ciò, è importante prima di tutto che accetti il fatto di poter avere
consapevolezza di questi tuoi pensieri ed emozioni. Poi è indispensabile che
cominci a credere che puoi superare la tua situazione di infelicità e per fare ciò
devi in primis cercare di scoprire e neutralizzare le tue convinzioni irrazionali.

Mi Vado Bene ?
Autostima e assertività

Per sentirci bene con noi stessi e con gli altri è importante saper coltivare la nostra autostima e reagire in modo assertivo a molte situazioni del quotidiano, lavorative e non.

Mi vado bene? è un manuale di auto aiuto che fornisce al lettore spunti di riflessione e suggerimenti per capire in profondità le proprie potenzialità e riconoscere i comportamenti più efficaci per ottenere il meglio dalle relazioni con gli altri.

Ricco di esempi e di attività pratiche che insegnano a riconoscere gli atteggiamenti sbagliati e i pensieri limitanti che possono disturbare le nostre relazioni sociali, è un libro che non va letto tutto d’un fiato, senza mai interrompersi, come un romanzo, ma va sfogliato in momenti diversi, a volte rapidamente, a volte lentamente, inserendo anche delle pause tra una lettura e l’altra per poter riflettere e assimilare quanto si legge e metterlo alla prova nella vita di tutti i giorni.

La tua felicità

Una forte determinazione di essere felici vi aiuterà. Non  aspettate le circostanze per cambiare, credendo erroneamente che in esse stanno le difficoltà. Non fate dell’infelicità un’abitudine cronica, con la quale affliggete voi stessi e i vostri associati. E’ una benedizione per voi stessi e per gli altri se siete felici.

Se possedete la felicità voi possedete ogni cosa; essere felici significa essere in sintonia con Dio.
Quella forza di essere felici ci viene attraverso la meditazione.

di Paramhansa Yogananda

Paramhansa Yogananda

Come Amare ed Essere Amati

Amicizia, amore, matrimonio e figli possono portare grandi gioie nella nostra vita oppure grandi sofferenze; ciò dipende da cosa ci aspettiamo dalle nostre relazioni.

Stai bene con il tuo corpo?

ama.corpo

Noi e il nostro corpo La relazione con il nostro corpo è qualcosa di estremamente delicato. Si tende quasi a dimenticarlo quando si sta bene, mentre monopolizza tutta l’attenzione non appena qualche meccanismo si inceppa. Il corpo può essere complice (nel piacere) o nemico (quando non corrisponde all’immagine che desideriamo).

Funge da “biglietto da visita” nel rapporto con gli altri anche perché, e lo sappiamo bene, si è spesso giudicati dalle apparenze. Il corpo diventa facilmente bersaglio di frustrazioni e insoddisfazioni derivanti dal conflitto tra ciò che si è e ciò che si vorrebbe essere: spesso si diventa troppo esigenti e si finisce per disprezzarlo.

Convogliare tutte le attenzioni e le energie su aspetti legati all’esteriorità può impedire un contatto profondo con se stessi, ma cosa fare quando la nostra immagine ci rende insicuri? Come riuscire ad accettare un’imperfezione se la si considera la causa primaria di ogni infelicità?

Non sono poi moltissime le persone in grado di percepire se stesse come sono realmente: si tende spesso ad avere una visione frammentata del proprio corpo, isolandone singole parti come se non facessero parte di un insieme. Si può detestare il proprio naso ed amare le gambe o i capelli. L’immagine che abbiamo di noi può addirittura perdere ogni contatto con la realtà: una donna che pesa 40 chili può, ad esempio, continuare a vedersi grassa e soffrirne molto.

Il cosiddetto “ideale del sè” (cioè quello che inconsciamente vorremmo essere), influenza la capacità di percepire la nostra persona nella realtà. L’ideale di sé si nutre dapprima dello sguardo dei genitori e se la realtà familiare ha permesso vissuti “sufficientemente buoni” può maturare un sé tollerante, che aiuta a convivere serenamente con le imperfezioni. Ma lo sguardo deluso di un padre che ha desiderato invano che il figlio diventasse un campione in qualche sport, condizionerà il ragazzo, il quale potrebbe percepire il suo corpo goffo e inadeguato. Una madre che vive con angoscia la bellezza della propria figlia adolescente, perché costretta a fare i conti col tempo che passa e a dover prendere coscienza del cambiamento del suo corpo che invecchia, potrà rendere insicura la ragazza col suo sguardo “deluso”.

L’adolescenza e l’età matura sono momenti fondamentali per la costruzione dell’immagine di sé.

Per le donne la relazione con il proprio corpo è ancora più complicata perché l’adolescente deve, nel suo percorso di crescita, affermare la propria diversità, passando dall’essere “uguale alla propria madre” all’essere “differente e unica”, un percorso che può essere facilitato dallo sguardo del padre, che aiuta la costruzione dell’immagine della ragazza, riconoscendole un corpo. Il riappacificarsi con il proprio corpo è strettamente legato alla capacità di accettare la realtà, di riconoscersi come unici, di dare valore alla propria autonomia, di placare i conflitti legati allo sguardo dei nostri “genitori interni”.

Come può avvenire allora questa “riconciliazione” con il proprio corpo?
A volte capita che lo sguardo di chi ci desidera ci sveli qualcosa di noi che non conoscevamo: ci fa sentire diversi, più belli, più amabili, le carezze della persona amata fanno svanire magicamente tutti i nostri difetti.

E’ importante tenere sempre presente che il corpo non può essere considerato come un’entità separata dal mondo intrapsichico: ogni istante riceviamo messaggi che arrivano sotto forma di sensazioni fisiche (caldo, freddo, piacere o dolore fisico, etc.) o di sensazioni psichiche (tristezza, gioia, rabbia etc.). Un mal di testa, per esempio, potrebbe anche essere l’effetto di una rabbia soffocata, di tensioni non sciolte.

Il volto è il teatro delle nostre emozioni, i contorni più o meno rilassati degli occhi, le rughe intorno alle labbra raccontano di noi, della nostra età e soprattutto del nostro modo di accogliere il passare del tempo. Accettare i segni del tempo con serenità può essere un’impresa difficoltosa se già il rapporto con il nostro corpo è stato compromesso in precedenza. Sono molte le donne che assumono un atteggiamento di rassegnazione, bloccando così quel continuo processo di trasformazione mente-corpo grazie al quale ad una fine segue sempre una rinascita. Chi misura il proprio valore solo dagli sguardi adoranti degli altri, corre il rischio, quando questi non ci sono più, di scegliere di farsi da parte, di togliersi dal gioco, impedendo così ogni altra esplorazione di sé, di altri modi di essere: diventa impossibile scoprire un altro modo di prendersi cura di sé.

Non esiste limite di età per scoprire la propria creatività, per avere voglia di cambiare e di mettersi in discussione. Eventi come la fine di una relazione che non dava più nutrimento profondo o l’inizio di un nuovo lavoro più gratificante, possono essere, pur con tutte le comprensibili difficoltà, momenti stimolanti per cominciare una rinascita. Concentrarsi su un lifting o isolarsi dai rapporti interpersonali, sarebbero ancora una volta tentativi di voler separare, in maniera innaturale, il corpo dai vissuti interiori. L’illusione di assicurarsi l'”eterna giovinezza” rivela la difficoltà ad accettare i propri limiti e la tendenza a omologarsi a standard precostituiti.

Può un intervento di chirurgia estetica mettere davvero fine a tanti tormenti? Forse no. E’ importante soprattutto ricercare altre modalità per nutrire la propria autostima, altrimenti il “ritocco” non farà stare meglio.

L’esasperata tendenza a soddisfare criteri estetici dominanti finisce per influenzare i comportamenti alimentari, non più regolati da fattori quali fame, gusto, sazietà, ma costantemente dominati dalla ragione. Si diventa giudici severi di tutto quello che si mangia, si tende a dividere il cibo in buono (tutto ciò che è ipocalorico e che fa dimagrire) e cattivo (tutto ciò che fa ingrassare). Alla forza di volontà è affidato l’onere di evitare ogni “tentazione”, lasciando da parte spontaneità e naturalezza. La sensazione di poter sempre controllare il proprio peso sarebbe una dimostrazione della propria forza, ma allora come mai proprio chi cerca di controllare ossessivamente la propria alimentazione tende così spesso ad essere ansioso, irritabile e trova tanta difficoltà a concentrarsi?

In condizioni di stress, nervosismo, quando l’umore è giù, il cibo può rappresentare una sorta di “compensazione”: imporsi delle restrizioni impedisce di trovare una rapida “consolazione”. A questo punto, la trasgressione (rappresentata, ad esempio, da un pezzo di cioccolato divorata avidamente) genera insostenibili sensi di colpa e ulteriore bisogno di consolazione, in un perverso meccanismo che porterà a mangiare l’intera tavoletta di cioccolato.

A volte affrontare una dieta può essere necessario, ma attenzione al “fai da te”.
E’ fondamentale in questi casi rivolgersi ad un nutrizionista di fiducia che aiuterà ad individuare ed eliminare le cattive abitudini alimentari e, caso per caso, elaborerà diete personalizzate: magari si scoprirà che cibi considerati proibiti possono essere reinseriti nei propri pasti, con beneficio del palato e dell’umore.

Mente e corpo non sono mai divisibili, imparare ad ascoltare i bisogni autentici del proprio corpo aiuta a comprendere più profondamente se stessi.

di Dott.ssa Mariacandida Mazzilli

Accettare, apprezzare e amare il nostro corpo per vivere in salute e in armonia

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Louise Hay, in questo agile volume, raccoglie 51 affermazioni positive per consentire a ogni suo fedele adepto di costruirsi un fisico sano, pieno di energia e vitalità. Le affermazioni rigurdano ogni parte del corpo (dalla testa ai piedi) e la loro assidua ripetizione acquista un valore terapeutico per la guarigione di ogni organo cui sono via via dedicate.

La pratica del pensiero positivo permette infatti di ristabilire quell’equilibrio psico-fisico. La cui rottura provoca la malattia. Chi è afflitto da qualche problema specifico potrà dunque ricorrere all’affermazione più opportuna per guarire dal disturbo di cui soffre, ma soprattutto per riconciliarsi con se stesso, imparando ad apprezzare quelle caratteristiche fisiche che non gli sono mai piaciute e la cui non accettazione ha probabilmente somatizzato.

Nella cassetta allegata la voce incisa accompagnerà l’ascoltatore nella pratica del pensiero positivo, favorendo il rapido conseguimento di un’eccellente salute, grazie a un rinnovato amore per il proprio corpo, per il proprio aspetto, per la propria persona.

Il bambino interiore

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Il concetto del Bambino Interiore non è nuovo e fa parte del nostro mondo da molto tempo. Carl Jung lo ha chiamato il “Bambino Divino” che è l’essenza di chi siamo veramente. Noi siamo i Bambini Divini del Grande Spirito, Dio, il Creatore e quindi il Bambino Interiore non è un’entità separata, non è un aspetto diverso di noi stessi, è il nostro Sé energetico, creativo ed autentico.

Siamo nati in questo mondo sapendo. Sappiamo chi siamo, perchè siamo venuti e la nostra vera ragione per essere. Con il nostro primo respiro diamo il via al nostro apprendimento, l’arte di essere Umani. Siamo Esseri Spirituali che hanno un’esperienza umana.

Dal giorno della nostra nascita veniamo considerati ignoranti. Cominciamo un percorso di separazione, separazione dal nostro Creatore e separazione dal nostro vero sé. Ci viene insegnato che il nostro mondo esterno definisce chi siamo, cosa dovremmo fare e come dovremmo essere. La nostra verità interiore non è legittimata e ci viene insegnato a non aver fiducia in noi stessi, nei nostri impulsi interiori o nella nostra conoscenza, che ci mostrano il vero sentiero della nostra Anima e Spirito.

Questa separazione conduce ad un posto di paura. Un posto dove ci viene insegnato che la mente è nostra maestra e tutto quello di cui abbiamo bisogno può essere imparato dagli altri, dai genitori, dalle scuole e dalle comunità. Ci viene continuamente detto che dobbiamo mettere alla prova noi stessi e il nostro valore attraverso vie esterne. Ci viene mostrato continuamente come mettere da parte e dimenticare l’aspetto vitale di noi stessi, quello dei nostri Cuori. Il risultato di questo in noi è che siamo cresciuti in un mondo basato sulla vergogna, un mondo emozionalmente disonesto e un mondo privo di spiritualità. Questo mondo ha creato le nostre separazioni e quindi ci ha aiutato a creare il nostro Bambino Interiore.

Possiamo biasimare i nostri genitori, la nostra società e le nostre chiese? Sì, ma questo vuol dire interpretare la parte della vittima, che interpreta il gioco della separazione. Siamo tutti parte di questo mondo e siamo tutti responsabili dei suoi modi, dei suoi percorsi e delle sue separazioni. I nostri genitori non sapevano come amare veramente loro stessi o come essere onesti emozionalmente, quindi noi abbiamo formato le relazioni centrali con noi stessi basandoci su questi apprendimenti della prima infanzia ed abbiamo poi costruito la relazione con noi stessi e con gli altri da questo fondamento. Abbiamo vissuto una vita reagendo alle ferite del passato e ai programmi disfunzionali cui siamo stati soggetti ed abbiamo ora creato la nostra cultura disequilibrata.

Abbiamo creato un mondo di confusione, disperazione ed energia caotica. Questo mondo ci ha portati in un posto di co-dipendenza, sofferenza e repressione. Quando il nostro Vero Sé non è riconosciuto od ascoltato, cominciamo a creare situazioni e relazioni che sono false e ci mantengono in un posto di trauma emozionale irrisolto. Questo conduce ad una vita di ansia, paura, confusione, vuoto ed infelicità.

Il Bambino Interiore è il nostro sé emozionale ed è il posto in cui le nostre sensazioni vivono, è il nostro Cuore. Quando sperimentiamo gioia, tristezza, rabbia e paura appare il nostro Bambino Interiore. Quando siamo spontanei, creativi, intuitivi e giocosi appare il nostro Vero Sé.

Non è il nostro passato che ci influenza, sono le sue immagini e memorie. Accedendo al nostro Bambino Interiore e recuperando questo bambino ferito, cominciamo ad esporre ogni credenza conscia ed inconscia di noi stessi e cominciamo a ri-valutare e trasformare noi stessi e la nostra vita. E’ attraverso il risanamento del nostro Bambino Interiore che possiamo cominciare a cambiare i nostri modelli di comportamento e a mettere in chiaro le nostre risposte emozionali. Una volta che cominciamo ad amare, onorare e rispettare noi stessi interiormente, riusciamo a rilasciare l’angoscia, la rabbia, la vergogna, il terrore e il dolore dal nostro cuore e cominciamo a trasformare la nostra vita ed il nostro mondo con spontaneità, creatività, gioia ed amore.

È possibile provare sensazioni senza diventare una vittima. È possibile cambiare il modo di pensare, così che la mente non sia più il vostro peggior nemico. È possibile riappropriarsi dei propri poteri e a fare scelte nella vita che sono allineate con il nostro Vero Sé. Abbiamo il potere della scelta e, con i nostri figli, ci viene data l’opportunità di cominciare a risanare noi stessi, il nostro Bambino Interiore e le nostre separazioni
e perciò creare un fondamento solido basato sull’amore, sull’onestà e sulla creatività che aiuteranno i nostri bambini ad essere il loro Vero Sé.
fonte: http://www.stazioneceleste.it

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Ogni bambino è amato dai suoi genitori ma molto spesso l’amore ricevuto era diverso da quello desiderato. Ciò può provocare dei blocchi emozionali che inevitabilmente condizionano la nostra vita.

Quel bambino è sempre presente nella nostra mente emozionale anche quando avremo un corpo da adulti.

La visualizzazione e le immagini guidate di questo CD sono un bel nutrimento per la nostra anima.I benefici che otterremo sono lo scioglimento dei blocchi emozionali ed un benessere interiore con la sensazione di essere avvolti come in un caldo abbraccio.

Stai bene con te stesso?

La Chimica non basta per star bene con se stessi

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Sul Corriere della Sera è apparso un editoriale del noto sociologo Francesco Alberoni dal titolo suddetto e vorremmo dare il nostro contributo alla sua profonda riflessione.

La tesi di partenza di Alberoni è che oggi l’uomo moderno sente sempre meno il bisogno di riflettere su quanto gli accade, di studiare se stesso, di trovare le risposte ai misteri della vita, di confrontarsi con l’esperienza degli altri.

Piuttosto che impegnarsi in tali funzioni, egli preferisce ripiegare su attività meno impegnative, come l’andare a vedere un film, leggere un romanzo, guardare gli spettacoli televisivi, giocare con internet e così via.

Forse il più grande indicatore di tale processo sono le cosiddette esperienze ‘virtuali’ di una seconda vita (“Second Life”), ossia la possibilità di rifarsi un’altra vita da qualche parte, non importa se solo dentro un computer grazie ad un programma software.

C’è quindi un grande bisogno di evadere, di allontanarsi dalla realtà quotidiana, di non pensare a se stessi e ai propri problemi.

Ed è proprio qui che entra in gioco la chimica, sotto forma di medicinali in grado di ‘curare’ l’umore, di annullare le reazioni emotive spiacevoli come la depressione, la nevrosi, il dolore e l’infelicità.

Tutto ciò dimostra l’intento dell’uomo moderno di fuggire dalla propria vita e dalle conseguenze delle proprie azioni; per questo egli rinuncia a pensare e a riflettere, e se necessario, arriva anche ad intontirsi pur di non ‘vedere’.

Parallelamente, spera di potersi rifare con una seconda vita da qualche altra parte. Una volta si partiva con una nave verso paesi sconosciuti, dove poter iniziare nuovamente, magari con la speranza di non commettere più gli stessi errori.

Oggi non si va più da nessuna parte, perché grazie o a causa della globalizzazione, anche i nostri problemi sono globalizzati e quindi li ritroviamo ovunque andiamo. Invece, si parte virtualmente, creando un alter-ego su un mondo virtuale e facendogli vivere ciò che qui non siamo più capaci di fare.

Chimica e computer sembrano quindi prometterci quella felicità tanto desiderata e cercata invano, ma, come dice bene Alberoni, questa è una speranza o un incubo?

Questa frammentazione virtuale, questa fuga dal reale, quest’uso indiscriminato della chimica per alterare il nostro cervello ha come prodotto un profondo processo di alienazione dal mondo reale e quindi da se stessi, perché per quanti alter-ego possiamo avere in giro per il mondo, esiste una sola persona, un unico individuo, senza il quale nulla di tutto questo mondo virtuale esiste.

Dice ancora Alberoni: “Non possiamo rinunciare ad essere noi stessi, coscienti di cosa siamo, di cosa è bene e cosa è male”.

La felicità deriva dallo star bene con se stessi e non dal fuggire lontano. “L’uomo più felice del mondo, guardando dentro lo specchio dei desideri, vedrebbe solo se stesso così come è” dice il saggio Silente ad Harry Potter, e in effetti ogni saggio o maestro che sia vissuto ha riaffermato questa verità fondamentale.

Il male dell’uomo nasce e si sviluppa dentro se stesso ed è quindi solo affrontandolo direttamente che è possibile vincerlo e trovare la vera pace e la vera serenità interiore.

Nessuna pillola saprà mai darci questo e nessun mondo virtuale potrà mai veramente farci sentire a casa.

Conclude Alberoni: “ Dobbiamo ricominciare a pensare” e noi vorremmo aggiungere: “Dobbiamo cominciare a meditare”, perché la meditazione è in assoluto la pratica migliore per l’introspezione, per comprendere ciò che avviene dentro e fuori di noi, per ritrovare infine la serenità e la felicità che abbiamo perduto perdendo noi stessi.

Prendere la vita nelle proprie mani e farla diventare meravigliosa

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Recenti studi hanno confermato che a muovere le fila della mente, quindi della felicità, sono soprattutto i pensieri.
Va da sé che se si riducono quelli negativi e si incrementano quelli positivi, il nostro grado di benessere psicologico sarà più elevato.
Questo libro è una raccolta di pensieri positivi e di riflessioni utili che possono rendere meravigliosa la nostra vita e la nostra felicità.

Ogni pensiero incide

pensieri

OGNI PENSIERO INCIDE..

Nello sforzo per guarire, spesso ci si concentra di più sull’assillo che procura la malattia che sulla possibilità di curarla, permettendo così alla malattia stessa di diventare un’abitudine mentale, oltre che fisica. Ciò vale specialmente nella maggior parte dei disturbi nervosi. Ogni pensiero di depressione o di gioia, di irritabilità o di calma, incide solchi sottili nelle cellule cerebrali e rafforza le tendenze latenti verso le condizioni di salute buone o cattive.

L’abitudine subconscia di pensare alla malattia o alla salute esercita una forte influenza. Le affezioni ostinate, mentali o fisiche, hanno sempre profonde radici nel subconscio. La malattia può essere curata estirpandone le radici nascoste. Ecco perché tutte le affermazioni della mente cosciente devono poter lasciare un’impronta abbastanza forte da influenzare il subconscio, che a sua volta agisce automaticamente sulla mente cosciente.

Delle forti affermazioni coscienti agiscono perciò sulla mente e sul corpo tramite il subcosciente. Le affermazioni ancora più forti raggiungono non solo il subconscio, ma anche la mente superconscia, il magico deposito dei poteri miracolosi…

Le affermazioni volte a guarire un’infermità cronica, sia essa fisica o mentale, vanno ripetute spesso, profondamente e ininterrottamente (senza assolutamente tener conto se le condizioni non sono migliorate, o di un eventuale peggioramento), finché le affermazioni non entrino profondamente nella mente di colui che le usa.

È DI SOMMA IMPORTANZA CHE…

La maggior parte delle persone si preoccupa solo di curare la disarmonia più tangibile e ovvia: quella fisica. Tali persone non si rendono conto che le cause reali di tutte le miserie umane stanno nei loro disturbi mentali, cioè nelle preoccupazioni, nel pensare solo a se stessi e così via. A questo si aggiunga la loro cecità spirituale di fronte al significato divino della vita.

Quando un’individuo è riuscito ad eliminare i germi mentali dell’intolleranza, dell’irascibilità e della paura, ed ha liberato la propria anima dall’ignoranza, è poco probabile che debba soffrire di malattie fisiche o di indigenza materiale.

FIN QUANDO…

FIN QUANDO l’individuo permette alla propria mente di trattenere pensieri di odio,
– di condanna,
– di invidia,
– di gelosia,
– di critica,
– di paura,
– di dubbio,
– di sospetto,
e permette a questi pensieri di generare irritazione dentro di lui, otterrà come risultato certo:
– disordine e infelicità nella sua vita,
– delusione nei suoi sogni,
– disastri nella sua mente, nel suo corpo e nell’ambiente, al quale è legato da sottili fili di azione e reazione.

FIN QUANDO l’uomo continua a trattenere nella sua mente questi pensieri negativi,
– verso le persone che gli sono vicine,
– le condizioni di vita,
– il lavoro,
– le persone amate,
– la sua nazione,
lui stesso, inconsciamente, obbliga le sue energie a creare situazioni negative, che col pensiero attrae e alimenta. Lui solo è perciò responsabile della sua infelicità e dell’infelicità in cui trascina gli altri.

Ed è quindi responsabile anche di “quel grigiore” che pesa sul mondo e che lui stesso è il primo a condannare.

Tratto da Affermazioni scientifiche di guarigione, di Paramansa Yogananda

Affermazioni scientifiche di guarigione Affermazioni scientifiche di guarigione

L’uso scientifico della concentrazione e delle affermazioni per guarire le disarmonie del corpo, della mente e dell’anima attraverso la ragione, la volontà, il sentimento e la preghiera.
Paramhansa Yogananda

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La gioia naturale della nuvola bianca

Essere gioiosi, felici, è la condizione naturale del nostro essere.

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Come conseguenza del massiccio bombardamento di regole, convenzioni e indottrinamenti cui siamo quotidianamente sottoposti tale stato dell’essere inizia a venir meno sin dai primi anni di vita, mentre parallelamente si formano strati su strati di condizionamenti, pregiudizi e false credenze che impediscono alla nostra anima di respirare.

Noi abbiamo familiarità esclusivamente con la felicità e l’infelicità legate all’ego. Abbiamo perduto la capacità di godere della gioia naturale, appagante, stabile, che è parte integrante del nostro essere.
Conoscendo unicamente tale tipo di pseudo-felicità – una sorta di euforia, di eccitazione passeggera – l’uomo non può far altro che tentare di procurarsene in misura sempre maggiore. Ma questa felicità, oltre ad essere soltanto un sottoprodotto della vera gioia, è anche unita indissolubilmente al dolore: se la tua gioia dipende dall’approvazione degli altri, la loro disapprovazione ti renderà triste: sarai semplicemente un inerme burattino di cui gli altri tireranno i fili.
La chiave risiede nel rinunciare deliberatamente a tale genere di felicità legata all’ego per ritrovare, attraverso una profonda comprensione, la gioia che ci appartiene per diritto di nascita, quella indipendente dal giudizio altrui, e da cui soltanto la mancanza di consapevolezza ci separa.

Pur se ad uno sguardo disattento può apparire una scelta illogica, essendo l’unica forma di felicità da noi riconosciuta come tale, dovremmo compiere ogni sforzo per tentare di conseguire un atteggiamento di indifferenza al giudizio positivo degli altri (allo stesso tempo giungerà anche l’indifferenza al giudizio negativo). In seguito al raggiungimento dell’indifferenza al giudizio altrui, sorgerà di nuovo in noi la gioia naturale di cui è costituita la nostra essenza. Ponendo fine al continuo oscillare tra felicità ed infelicità egoica, proprio al centro, all’interrompersi delle oscillazioni, la vera gioia.
L’estasi è essere, è la nostra natura; per farla riappropriare del posto che le spetta dobbiamo comprendere di dover rinunciare alla “felicità” che conosciamo.

In analogia con quanto accade per l’apprendimento di qualsiasi altra abilità umana, per ottenere elevati livelli di tranquillità e gioia interiori dobbiamo osservare ed ispirarci agli individui più felici ed appagati della loro vita, e non ai più eruditi, o ai più potenti o ai più ricchi.

Gli avvenimenti esterni che hanno caratterizzato la parte della nostra vita vissuta fino a oggi, generando in noi una certa percentuale di dolore e frustrazioni, determineranno con ogni probabilità nella parte restante della nostra esistenza come individui la stessa percentuale di sofferenza e disagio.
Non è in nostro potere operare affinché si verifichino eventi esterni tutti a noi favorevoli: l’unica alternativa in nostro possesso è mettere in atto una graduale trasformazione interiore, per ottenere che ciò che accade fuori di noi possa influenzarci negativamente in misura sempre minore.

Gli stati d’animo di gioia e tranquillità che sperimentiamo nel raggiungere un particolare obiettivo, non sono determinati, come potrebbe sembrare ad un’analisi poco attenta, dal raggiungimento dell’obiettivo, ma dal placarsi della mente (al raggiungimento dell’obiettivo). Infatti, per un breve periodo, al conseguimento del risultato desiderato la mente si rilassa (non insegue nuove mete), prima di tornare nuovamente a generare ansie e tensioni in corsa verso il prossimo traguardo. E’ una mente calma che ci dona pace, non l’appagamento del desiderio in sé. Ed è, dunque, all’arrendersi della mente al nostro vero sé che dobbiamo puntare, non ad una realizzazione senza fine di desideri…
Il punto essenziale è: avere obiettivi genera ansia, non averne produce rilassamento. Il segreto consiste nel trasformare ogni obiettivo in preferenza, in modo che le sue caratteristiche ansiogene vengano neutralizzate. Gli obiettivi, pena frustrazioni e sofferenza psicologica, “devono” essere raggiunti. Le preferenze corrispondono a desideri che è piacevole veder realizzati, ma che non provocano sofferenza in caso contrario…

Una nuvola bianca non ha una strada propria, non resiste, non lotta, si lascia trasportare dal vento. Non va da nessuna parte, non ha destinazione, non ha un fine. Non riuscirai mai a deludere una nuvola bianca perché dovunque essa arrivi quella è la meta.
Quando tu hai un fine sei contro il Tutto, e sarai certamente frustrato, perché non si può vincere contro il Tutto.
(Osho)


Thich Nhat Hanh

Camminando con il Buddha

Zen e Felicità


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In questo libro Thich Nhat Hanh, celebre maestro zen, insegna ai lettori come creare l’abitudine alla felicità. Spiega come funziona la mente e come possiamo allenarla realizzando le condizioni per essere felici attraverso la creatività, le visualizzazioni, la meditazione.

Thich Nhat Hanh illustra inoltre alcuni esercizi pratici per migliorare la lucidità mentale e ripristinare l’armonia tra corpo e spirito, prendendo anche alcuni esempi dalla vita del Buddha o dalla propria esperienza diretta. Il risultato è un libro pieno di ispirazione, la cui lettura invita a raddoppiare gli sforzi a beneficio di tutti gli esseri senzienti, sapendo che questi sforzi sono l’unica via possibile per raggiungere la felicità personale.

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Paramhansa Yogananda

Come Essere Sempre Felici

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In questo libro Paramhansa Yogananda, uno dei più importanti insegnanti spirituali del ventesimo secolo, ci offre una mappa da seguire passo dopo passo per trovare il tesoro della vera felicità nel luogo in cui più raramente lo cerchiamo: nel nostro stesso sé.

Paramhansa Yogananda giunse negli Stati Uniti dall’India nel 1920, portando in Occidente gli insegnamenti e le tecniche dello yoga, l’antica scienza del risveglio dell’anima. Egli applicò questi antichi principi a tutti gli ambiti dell’esistenza, insegnando ai suoi studenti come affrontare la vita da un centro di pace e felicità interiore.

Quegli stessi insegnamenti ora li condivide con te in queste pagine. Sono segreti semplici ma profondi, per portare la felicità in ogni momento della tua vita: nei rapporti, nel lavoro, in ogni aspetto delle tue giornate.

Con il loro aiuto, potrai imparare a:

  • cercare la felicità là dove realmente si trova
  • scegliere di essere felice in ogni circostanza
  • identificare le abitudini che ti derubano della gioia
  • raggiungere il vero successo e la prosperità
  • scoprire gli aspetti spirituali della ricerca della felicità.

Le Meccaniche Mentali che condizionano la vita

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L’umanità vive un momento di svolta. Pilastri granitici si sbriciolano sotto la spinta di nuove conoscenze. Processi di revisionismo investono anche la scienza. Medicina e psicologia sono in continua trasformazione poiché la visione olistica dell’uomo punta finalmente la lente di ingrandimento su tutte le sue componenti (fisica, psichica, emotiva, spirituale). In questo scenario gli esploratori dei misteri della mente aggiungono tasselli importanti al mosaico affascinante del potenziale umano.

Fra i ricercatori più qualificati si colloca Fiorella Rustici che pone al servizio del prossimo le esperienze maturate nel corso di un intenso itinerario evolutivo. Autrice dei libri “Il karma come sconfitta spirituale” e “Genetica e coscienza spirituale”.Il “Metodo Fiorella Rustici”, diffuso attraverso centri per l’insegnamento e pubblicazioni mirate, consente di affrontare la vita in modo consapevole all’insegna di valori (amore, solidarietà, giustizia, responsabilità, ecc.) e di codici comportamentali. Fiorella Rustici descrive le memorie genetiche che interagiscono con la nostra quotidianità nel suo ultimo libro “Fai funzionare bene la mente” .

Nell’introduzione sono sintetizzate le linee guida di un percorso conoscitivo fra le dinamiche mentali: “Essere felici e sereni, sperimentare la gioia di vivere, sentirsi a proprio agio, vivere soddisfatti di sé stessi, dimostrare comportamenti adeguati anche nelle situazioni più difficili sono gli ingredienti essenziali dell’equilibrio e dell’armonia fra corpo, mente e coscienza spirituale. La coscienza di ogni individuo ricerca, per propria natura, persone che abbiano un livello di coscienza simile per condividere la vita in ambienti etici dove ci sono gioia, rispetto ed armonia. Se la persona perde il proprio equilibrio nascono le disarmonie e quindi l’infelicità.”

E’ molto facile che il nostro centro armonico sia intaccato soprattutto se ciò avviene quando siamo bambini. Se il bambino vive in una famiglia, dove i genitori litigano spesso, il suo equilibrio è minacciato. Nei momenti in cui i genitori litigano il bambino perde serenità e sente minata la propria gioia di vivere. Ciò accade perché l’amore dei suoi genitori costituisce una forma di energia di cui beneficia e di cui si serve per crescere.

Ma quando litigano fra loro interrompono il flusso d’amore verso di lui. Al posto dell’amore arriva, addosso al bambino e dentro al suo corpo, l’energia prodotta dai genitori sotto forma di pensieri, parole e gesti, caricati dello stato emozionale dei loro problemi esistenziali. Quest’energia negativa lo renderà insofferente e comincerà a provare disagio nell’ambiente non potendo affrontare la situazione. Il bambino, di solito, reagisce a questa minaccia cercando di riportarsi in equilibrio.

Può mettersi a piangere cercando di polarizzare l’attenzione della madre o del padre; se non riesce si rifugia da uno o da entrambi i nonni, se ci sono. Se non ci sono i nonni guarda la tv. E’ il suo modo di estraniarsi per non vedere, sentire o pensare a quello che ha appena vissuto con i genitori. Se anche con il televisore non funziona, il bambino si chiude nella sua camera a giocare creando un proprio mondo fantastico dove il suo equilibrio non è minacciato.

Il persistere di una condizione familiare complessa fa perdere al bambino la propria sicurezza. Se non riesce a riportare in armonia sé stesso e la propria dimensione di vita si sentirà più debole, comincerà ad avere paura e vivrà momenti di rancore nei confronti dei genitori. Proverà a reagire ma il suo equilibrio ormai sarà stato intaccato.

Pertanto lo ritroveremo nella vita a riprodurre inconsciamente i modelli di comportamento del padre o della madre, quei comportamenti che determinano quasi sempre un vincente ed un perdente. Il disequilibrio rimarrà nella persona finché non riuscirà a trasformare le energie negative entrate nella sua mente in energie positive creando amore. La perdita d’equilibrio con sé stessi porta ad avere paura di vivere invece che gioia di vivere.”

In sostanza patologie psicologiche ampiamente diffuse affondano le radici nell’infanzia. Il sottotitolo del libro “Conosci le meccaniche mentali e risolvi i problemi della tua vita” riassume la scelta editoriale di Fiorella Rustici che illustra nel primo capitolo i temi degli strati di energia e delle frequenze vibratorie:

“Le meccaniche mentali sono come il sistema operativo di un computer che consente a tutti i programmi di funzionare mentre l’hardware, sul quale il sistema operativo viene installato, svolge lo stesso ruolo del nostro cervello.

Comprendere le meccaniche mentali permette di conoscere come funziona la mente e come trasforma la propria energia nel corso della sua esistenza. Non conoscerle, al contrario, allontana la coscienza della persona dalle proprie caratteristiche positive, creandole problemi che non riesce a risolvere nella vita. Sofferenza, periodi di debolezza e stati d’impotenza sono spesso causati da questa non conoscenza e possono condurre la persona a vivere fallimenti o a contrarre malattie psicosomatiche.

La mente è costituita da strati di energia. Ogni strato è composto da frequenze vibratorie diverse che forniscono alla mente precise caratteristiche e definiscono, nel loro insieme, alcune fra le sue principali funzioni: copiare (registrare), creare concetti, creare immagini tridimensionali. E’ possibile classificare gli strati energetici all’interno di una scala di valori che prevede strati più sottili e, a mano a mano che ci si avvicina al corpo fisico, strati più grossolani.”

La mente è la struttura energetica sottile che avvolge tutta quella fisica del corpo e la nutre con i suoi centri di energia conosciuti con il nome di “chakra” (ruote di energia) dai tempi delle antiche scienze indiane. Tramite i chakra l’interno del corpo fisico è collegato alle energie dell’ambiente circostante. La mente è il “campo energetico” che avvolge il corpo fisico chiamato anche campo gravitazionale o aura.

Nel capitolo “Come funziona la menteFiorella Rustici illustra i meccanismi mentali determinati dalle vibrazioni di energie positive o negative:

“Il meccanismo mentale della simpatia ed antipatia si inserisce tutti i giorni nella vita senza che ne siamo consapevoli, influenzando in maniera decisiva il nostro rapporto con gli altri.

La mente, infatti, gestisce il nostro modo di percepire la vita e le persone in base alle esperienze e conoscenze che ha registrato ed archiviato dentro di sé sotto forma di immagini mentali e che mette a nostra disposizioni come ricordi. Molte conoscenze sono inoltre trasmesse attraverso il concepimento dalle memorie genetiche (DNA). Queste memorie cosa contengono? Contengono da un lato gli aspetti anatomici e fisiologici del padre e della madre e le loro eventuali patologie, dall’altro l’ambiente in cui sono cresciuti ed hanno fatto esperienza, oltre a come l’hanno vissuto.

Naturalmente l’esperienza registrata comprende tutta la loro vita fino al momento in cui hanno il rapporto sessuale in conseguenza del quale l’embrione comincia a formarsi. E’ interessante fermarsi un attimo a riflettere sull’ambiente vissuto dai genitori in quanto diventa il contenuto delle registrazioni genetiche del bambino che nascerà.”

Fiorella Rustici spiega come in ognuno di noi ci sia una parte divina o spirituale che si manifesta in vari modi: “Come forma astrale, cioè come corpo energetico sottile distinto rispetto al corpo fisico. La forma astrale è chiamata anche anima. Non ce n’è solo una di anima dentro un corpo, ma diverse e tutte sono collegate a seconda della loro struttura astrale ai vari strati mentali che compongono l’aura.”

Come coscienza istintiva che è la parte più eterea della mente della forma astrale, capace di intuire situazioni e concetti anche senza la conoscenza specifica delle meccaniche mentali. Come consapevolezza che è la caratteristica della coscienza di comprendere osservando l’interazione delle meccaniche mentali con la vita e con sé stessa. Infatti ogni volta che la coscienza comprende qualcosa crea attimi di consapevolezza.

” Il libro di Fiorella Rustici “Fai funzionare bene la mente” meriterebbe ulteriore spazio ma dobbiamo lasciare al lettore il sapore della scoperta.
Sabrina Parsi

fonte: http://www.coscienzasalute.it/


Fiorella Rustici

Fai funzionare bene la mente – Nuova Edizione

Conosci le meccaniche mentali e risolvi i problemi della tua vita


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In che modo i ricordi, registrati all’interno della mente, interferiscono con la tua vita attuale e con le tue scelte?

Questo libro ti guiderà nell’osservazione e nell’analisi della tua vita secondo una prospettiva del tutto nuova: la conoscenza e il funzionamento delle MECCANICHE MENTALI.
Comprenderai, finalmente, cosa sono e come interagiscono le memorie genetiche con la tua vita e, con l’aiuto di esercizi pratici, riuscirai a modificare quelle che ti danneggiano.
Apprendi i segreti di queste Nuove Conoscenze e scoprirai: l’influenza delle vite passate e delle memorie genetiche sulle tue scelte di vita; le leggi secondo le quali si forma il carattere di un individuo e come si possono trasformare i tratti negativi di ciascuno in positivi; il grande potere dell’agire etico e come salvarsi dai sensi di colpa; come difendersi dalle proprie negatività e da quelle esterne; l’esperienza di recuperare Amore e Dignità, in quanto Esseri Spirituali, attraverso la Comprensione; come essere felici recuperando armonia ed equilibrio con se stessi.
Un libro per chi ricerca le cause e non si accontenta di eliminare temporaneamente e parzialmente i sintomi del proprio malessere spirituale; per chi intende liberarsi dai blocchi del passato e incominciare a creare consapevolmente il proprio futuro.

Un libro per riprenderti ciò che ti spetta: te stesso, l’amore, la gioia e la felicità di essere e di vivere.

Fin quando..

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Fin quando l’individuo permette alla propria mente di trattenere pensieri
di odio – di condanna
di invidia – di gelosia
di critica – di paura
di dubbio – di sospetto.
E permette a questi pensieri di generare irritazione dentro di lui, otterrà come risultato certo:
disordine e infelicità nella sua vita,
delusione nei suoi sogni,
disastri nella usa mente,
nel suo corpo, nell’ambiente,
al quale è legato da sottili fili di azione e reazione.
Fin quando l’uomo continua a trattenere nella sua mente questi
pensieri negativi, verso:
le persone che gli sono vicine,
le condizioni di vita, il lavoro,
le persone amate e la nazione,
lui stesso, inconsciamente, obbliga le sue energie a creare situazioni negative, che col pensiero attrae e
alimenta.
Lui solo è responsabile della sua infelicità e dell’infelicità in cui trascina gli altri. E’ quindi responsabile di “quel
grigiore” che pesa sul mondo e che lui stesso è il primo a condannare.

Cominciamo da ora a pensare meglio, cominciamo da ora ad imparare a pensare bene , poichè noi dipendiamo da noi.

Buon cammino

Libri consigliati:



Louise L. Hay

Guarisci il tuo Corpo – Libro + CD

I pensieri negativi che danno origine alle malattie, i pensieri positivi che le curano

Armenia
ISBN: 9788834415368

Prezzo € 18,90

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Omraam Mikhael Aivanhov

Pensieri Quotidiani 2009

Prosveta Edizioni
ISBN: 9788895737027

Prezzo € 12,00

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Come scegliamo di vivere

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Il mondo in cui viviamo è quello in cui scegliamo di vivere, consciamente o inconsciamente che sia. Se scegliamo la felicità, è la felicità che avremo. Se scegliamo l’infelicità, quella avremo. La convinzione è il fondamento dell’eccellenza. Le nostre opinioni sono approcci organizzativi specifici, coerenti, alla percezione. Sono le scelte fondamentali che compiamo circa il modo di percepire le nostre esistenze, e quindi di viverle. Sono il modo con cui accendiamo o spegniamo il nostro cervello. Sicché, il primo passo verso l’eccellenza consiste nel trovare le credenze che ci guidino verso il risultato cui vogliamo arrivare.
La strada verso il successo consiste nel conoscere il risultato sperato, nell’intraprendere un’azione sapendo quali conseguenze ne verranno, e nell’avere l’elasticità necessaria per cambiare fino a raggiungere la meta. Lo stesso vale per le convinzioni. Bisogna scoprire quelle che ti portano là dove vuoi arrivare. Se le tue convinzioni non ti ci portano, devi buttarle a mare e tentare un’altra strada.
La gente a volte resta sconcertata quando mi sente parlare di”menzogne del successo”. Si può forse desiderare di vivere nella menzogna? Ma io voglio semplicemente dire che non sappiamo com’è realmente il mondo. Ignoriamo se la linea della pagina precedente è concava o convessa. Non sappiamo se le nostre credenze sono vere o false. Ciò che tuttavia possiamo sapere, è se funzionano, se in altre parole sono dei validi sostegni, se arricchiscono la nostra esistenza, se ci rendono migliori, se sono di aiuto a noi e ad altri.

Il termine “menzogna” è qui usato quale coerente promemoria del fatto che non sappiamo esattamente come stanno le cose. Per esempio, una volta saputo che la linea è concava, non siamo più liberi di considerarla convessa. Il termine “menzogna” non è dunque equivalente di “ingannevole o insincero”, ma è piuttosto un modo utile di rammentarci che, per quanto fermamente crediamo in un concetto, dobbiamo essere aperti ad altre possibilità e pronti a imparare di continuo. Vi suggerisco pertanto di dare un’occhiata a queste sette credenze, per decidere se vi sono o no utili. Le ho trovate più e più volte in uomini di successo che ho assunto come modelli. Per imitare l’eccellenza, dobbiamo partire da sistemi di credenza dell’eccellenza. E ho costatato che queste sette convinzioni hanno messo in grado le persone che le hanno di far di più, di ottenere risultati superiori. Non voglio certo dire che sono le uniche convinzioni che portano al successo. No, sono soltanto un punto di partenza. Hanno funzionato per altri,possono essere utili anche a voi.

7 CREDENZE

Tutto quel che succede ha una ragione e uno scopo, e possiamo servircene.

Nora c’è nulla di simile al fallimento,ci sono solo risultati.

Qualsiasi cosa accada, assumetene la responsabilità.

È necessario comprendere le cose per essere in grado di servirsene.

La gente è la nostra massima risorsa.

Il lavoro è gioco.

Non c’è successo duraturo senza impegno.

Libro consigliato:

365 lezioni quotidiane nella gestione di noi stessi: piccoli cambiamenti per fare una grande differenza.
Basato sulle migliori tecniche e strategie offerte nel libro Risveglia il Gigante che è in te, il Formatore motivazionale numero uno al mondo – Anthony Robbins – offre ispirazioni, piccole azioni ed esercizi che faranno fare grandi passi in avanti alla qualità della tua vita.

Dalla semplice abilità di prendere decisioni ai più specifici strumenti che possono ridefinire la qualità dei tuoi rapporti personali, finanziari, di salute ed emotivi, Robbins dimostra come ottenere i risultati migliori con il minimo investimento di tempo.

Passi da Gigante di Robbins è il piano fondamentale di gioco per la vita. È un manuale interattivo, carico di emozioni, per raggiungere il successo sia personale che professionale”.



Anthony Robbins

Passi da Gigante

Piccoli cambiamenti per fare una grande differenza

Michele Tribuzio Editore
ISBN: 8890197734

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Lo scopo della vita

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Perseguire la felicità è lo scopo stesso della vita: è evidente.
Che crediamo o no in una religione, che crediamo o no in questa o
quella religione, tutti noi, nella vita, cerchiamo qualcosa di
meglio. Perciò penso che la direzione stessa dell’esistenza sia la
felicità…”

Con queste parole, pronunciate davanti al folto pubblico
dell’Arizona, il Dalai Lama andò subito al nocciolo della questione.
Ma il fatto che avesse definito la felicità lo scopo della vita mi
indusse a pormi in cuor mio una domanda. In seguito, quando fummo
soli, gli chiesi:

“Lei è felice?”.
” rispose. Fece una pausa, poi confermò: “Sì… senza dubbio“.
La pacata sincerità del suo tono non lasciava adito a dubbi; e questa
sincerità si rifletteva anche nell’espressione degli occhi.
“Ma la felicità è un obiettivo ragionevole per la maggior parte
della gente?”

domandai. “E’ davvero possibile?”
Sì. Credo che la felicità si possa ottenere addestrando la mente.
A livello puramente umano, non potevo non approvare l’idea che la
felicità fosse un obiettivo raggiungibile. Ma, come psichiatra, ero
condizionato da concezioni come quella di Freud, secondo il quale
“viene da pensare che la volontà che l’uomo fosse “felice” non
rientrasse nel piano della “Creazione””. Questo bagaglio culturale ha
indotto molti miei colleghi a concludere tristemente che il massimo
che si possa sperare sia di “trasformare l’infelicità isterica in
infelicità comune”
. In questo senso l’idea che vi fosse un preciso
sentiero diretto verso la gioia mi pareva rivoluzionaria. Se
riflettevo sui miei anni di esperienza in campo psichiatrico, non
riuscivo praticamente a ricordare di aver sentito anche solo nominare
il termine “felicità” nell’ambito degli obiettivi terapeutici. Certo,
si parlava molto di alleviare nei pazienti sintomi come la
depressione o l’ansia, di risolvere conflitti interni o problemi di
relazione, ma non si diceva mai esplicitamente che lo scopo fosse
quello di perseguire la felicità.
[..] Data la mia mentalità occidentale, non giudicavo quello stato dell’anima una cosa
che si potesse ottenere e conservare solo “addestrando la mente”.
Appena sollevai l’obiezione, il Dalai Lama mi diede immediati
chiarimenti. “In questo contesto, quando parlo di “addestramento
della mente” non intendo con “mente” solo le capacità cognitive o
l’intelletto, ma assegno al termine il significato della parola
tibetana sem, che è assai più ampio, più simile a “psiche” o
spirito“, e include sentimento e intelletto, cuore e cervello.
Adottando una certa disciplina interiore, possiamo mutare il nostro
atteggiamento, la nostra intera visione del mondo e il nostro
approccio alla vita.

“Tale disciplina interiore può naturalmente comprendere molte cose,
molti metodi. Ma in genere si inizia con l’identificare i fattori che
conducono alla felicità e quelli che conducono alla sofferenza. Fatto
questo, bisogna cominciare a eliminare a poco a poco i secondi e a
coltivare i primi. Questo è il sistema.”

Il Dalai Lama afferma di aver trovato il suo equilibrio, la sua
felicità personale. E per tutta la settimana da lui trascorsa in
Arizona, osservai spesso come questa felicità personale si traducesse
nella volontà di andare incontro agli altri, di esprimere sentimenti
di empatia e comprensione anche negli incontri più brevi.
Una mattina, dopo aver tenuto la consueta conferenza, s’incamminò,
circondato dal seguito, lungo il patio esterno che conduceva alla sua
stanza d’albergo. Avendo notato vicino all’ascensore una delle
cameriere dell’hotel, si fermò e le chiese di dove fosse. Per un
attimo la donna parve intimidita da quel personaggio esotico con la
veste rosso scuro e da quell’entourage che lo trattava con deferenza,
poi però sorrise e rispose schiva: “Sono messicana”. Egli si
trattenne un attimo a parlare con lei, poi proseguì, lasciandola
visibilmente contenta ed emozionata. La mattina dopo, alla stessa
ora, la cameriera si fece trovare nello stesso luogo assieme a una
compagna, e le due salutarono calorosamente il Dalai Lama quando
questi entrò in ascensore. Lo scambio di cortesie fu breve, ma le due
donne tornarono al lavoro con aria assai felice. Giorno dopo giorno,
il gruppo di tibetani incontrò sempre più cameriere nell’ora e nel
luogo designati, finchè al termine della settimana, lungo il patio
che conduceva agli ascensori, a salutare l’ospite illustre c’era
un’intera fila di donne con l’impeccabile divisa bianca e grigia.

Abbiamo i giorni contati.

Ogni momento nascono nel mondo molte
migliaia di bambini e, di questi, alcuni vivranno solo pochi giorni o
settimane per poi soccombere tragicamente a una malattia o ad altre
disgrazie, mentre altri camperanno cento o più anni, assaporando
tutte le cose che la vita ha da offrire: successo, disperazione,
gioia, odio e amore. Non sappiamo chi avrà una buona o una cattiva
sorte. Ma che viviamo un giorno o un secolo, la domanda fondamentale è
la stessa:

Che senso ha la vita?

Che cosa la rende degna di essere vissuta?

Tratto dal libro:



Dalai Lama Howard C. Cutler

L’Arte della Felicità

Oscar mondadori
ISBN: 8804486848

Prezzo € 8,40

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