La paura

Io ti ricordo semplicemente chi sei e quale sia il tuo vero potenziale: essere in grado di portare la luce nelle tenebre. Tu sei un messaggero della luce, un portatore di buone notizie al mondo.
Molte persone sono terrorizzate dalle ‘energie negative’ e vogliono sapere come possano proteggersi dai poteri del male, ad esempio, dalle tenebre.
E’ semplice da ricordare: le tenebre sono dove la luce non splende. Dove c’è la paura, c’è una proiezione delle tenebre: è ciò porta via la tua luce! Quando il tuo cuore è aperto, tu sei la luce nel buio.
La cosa paradossale è che invece di essere preoccupati, dovremmo imparare ad amare le tenebre. Far brillare la luce nelle tenebre con il nostro amore significa che non ci saranno più tenebre. Dove la paura svanisce, le tenebre svaniscono. Diamo potere a ciò che ci fa paura. I nostri poteri creativi sono ancora più potenti quando creiamo un’immagine vivida e colorata davanti agli occhi della nostra mente. Maggior energia mettiamo in questa immagine, più forte sarà il messaggio che verrà spedito e più energia ci metterà l’universo per mandarci un aiuto per realizzarla!
Quindi, l’intensità della nostra immaginazione, le volte in cui pensiamo a quell’immagine, creano un campo di energia capace di manifestare qualcosa nella nostra vita. Questa è quella che io chiamo la prima legge della manifestazione.
Quando siamo preoccupati da qualcosa, creiamo un’immagine di ciò che non vogliamo.
Per esempio: pensiamo all’idea di non volere l’artrite alle mani. La prima cosa che ci capita è di creare un’immagine delle mani con l’artrite. Più la cosa ci spaventa, più intensa e vivida diventerà quell’immagine e nel nostro cervello si scatena una fortissima attività cerebrale: quindi il rischio che ci colpisca l’artrite sarà maggiore. Più ci penseremo e maggiore sarà il rischio.

La prima Legge della manifestazione è:
Intensità x Frequenza = Maggiori Rischi

La ragione per cui molte persone non raggiungono niente di più è perché loro stesse non credono di essere capaci di ottenere più di ciò che hanno. Il nostro star bene la maggior parte delle volte è bloccato dalle nostre credenze. Esempi di credenze potrebbero essere: non ce lo meritiamo, non siamo abbastanza buoni, abbastanza intelligenti, abbastanza forti. Ci sono molte varianti a cui potremmo pensare.

Quindi la seconda Legge della manifestazione è:

Più credi di non essere all’altezza (o non abbastanza bravo, o abbastanza intelligente, o abbastanza carino, o con abbastanza talento) per raggiungere ciò che vuoi, più lontano andrai da quello che desideri.

Ciò che ti frena di più
dall’avere ciò che vuoi,
sei tu!!!

La paura di qualcosa ci porta a non credere in noi stessi amplificando le tenebre nelle quali viviamo. Dobbiamo affrontare le nostre paure per poter lasciar splendere la nostra luce nel buio. La luce illumina le vostre paure finché queste non verranno trasformate in amore. Come fare ciò? Non respingere le tue paure, ma avvicinati a loro con amore.
Senti la paura, cerca di sentire dove e come la percepisci, infondi molta luce e molto amore in quell’area! Continua a farlo fino a quando ti sentirai ‘comodo’ pensando a quelle sensazioni ‘paurose’.
Fai questo ogni volta che ti sentirai spaventato o impaurito. Vai incontro alle tue paure, non allontanarti da queste. La paura è una ferita, un ricordo che ha bisogno di essere curato. La paura è sicuramente una parte della nostra ombra, la miglior cosa da fare per guarirla è usare la luce (amore).

di Roy Martina

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Roy Martina in questo seminario ti seguirà passo dopo passo nella tenace realizzazione dei tuoi veri propositi. Vuoi che nella tua vita fluiscano più energia, più gioia ed entusiasmo?

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Attraverso una strategia testata, mirata ed efficace, ricca di esercizi, tecniche innovative, affermazioni, visualizzazioni, potrai rompere gli schemi negativi che si frappongono tra te e il successo, ancorandoti ad una certezza che non ha prezzo: il riconoscimento, l’amore e la gratificazione sono già dentro di te. Questo video ti condurrà gradualmente ad ottenere i cambiamenti che desideri, seguendo la via della gioia e del piacere!

Anthony Robbins, il potere delle tue parole

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Sei mai stato profondamente commosso da un grande comunicatore? Ricordi ancora le parole di John Kennedy, Winston Churchili, Martin Luther King? Tramite la forza delle loro parole, questi uomini colpivano non solo me e te, ma intere nazioni e, perfino dopo le loro morti, le loro parole continuano a toccare gli altri.
Qualche volta, ti sei mai fermato a pensare al potere che hai per ispirare o deprimere te stesso, semplicemente con le parole che tu usi abitualmente? Le parole sono elevanti o devastanti? Sfociano in speranza o disperazione? Una delle più grandi scoperte che puoi fare sta nel potere che hai di cambiare immediatamente il tuo stato d’animo, da un momento all’altro, semplicemente selezionando con consapevolezza le parole che utilizzi per descrivere come ti senti.

Le parole hanno il potere di iniziare le guerre o creare la pace, distruggere rapporti o rafforzarli. La nostra percezione delle cose nasce dal significato che noi diamo alle cose stesse. Le parole che tu selezioni consciamente o inconsciamente per descrivere una situazione, immediatamente cambiano cosa questa significhi per te e quindi come ti senti. Se descrivessi a te stesso un avvenimento come devastante, ti sentiresti diverso da come ti saresti sentito descrivendolo come un po’ deludente? C’è una differenza di intensità di emozione tra descrivere qualcosa come un grande problema o una piccola sfida? Se tu descrivessi una tua convinzione a me e io ti dicessi che ti stai sbagliando? Che hai torto? Peggio ancora, se io scegliessi le parole “stai mentendo”? Questo influenzerebbe il nostro rapporto?

Tanti anni fa feci una scoperta che ha cambiato la mia vita per sempre. Ero ad una riunione con due miei soci, quando arrivò una notizia che sicuramente avrebbe portato conseguenze negative per tutti noi. Però ognuno di noi ebbe una intensità emotiva diversa in proposito. Inoltre, non potevo non notare i modi diversi con cui descrivemmo come ci sentivamo. Io ero “arrabbiato”, un altro era “fuori di sé” e il terzo era soltanto “scocciato”. Ricordo di aver pensato “che parola idiota per descrivere una tale situazione!”. Io non ero mai seccato. Interessante: non sentivo mai questa emozione e non usavo mai quella parola per descrivere come mi sentivo. Cominciai a domandarmi, “se si adottasse un’altra serie di parole, si potrebbero trasformare le matrici emotive?”

Basandomi sul meeting sopra indicato, mi impegnai per dieci giorni ad utilizzare questa sciocca parola – “seccato” – e ad usarla in qual-siasi situazione in cui di solito avrei detto di essere “arrabbiato” o “furibondo”. I risultati erano sconvolgenti. Soltanto cambiando la parola che usavo abitualmente per descrivere i miei sentimenti negativi, abbassavo subito la loro intensità. Dire “questo mi secca parecchio” ruppe la mia matrice. Presto cominciai con altre parole, come ” stai iniziando ad infastidirmi”. Puoi immaginare cosa significhi dire una cosa del genere a qualcuno con cui sei in collera mantenendo una faccia seria?
Seleziona una parola che usi abitualmente per descrivere i tuoi sentimenti negativi e trova una parola alternativa che romperà il tuo schema, o almeno abbasserà la sua intensità.

Semplicemente cambia il tuo vocabolario abituale – le parole che usi regolarmente per descrivere le tue emozioni e sensazioni – allo scopo di cambiare subito come pensi, senti, vivi. Questo è uno degli strumenti più potenti per cambiare la vita di chiunque in un attimo.

La maggior parte di noi non è consapevole della selezione delle parole che usa abitualmente per descrivere il proprio modo di vivere. Spesso abbiamo adottato delle parole per descrivere le nostre emozioni senza mai pensare all’impatto potenziale che avranno su di noi o altri. Queste parole diventano una parte del nostro vocabolario quotidiano e veramente formano il modo in cui ci sentiamo nella nostra vita.
Per esempio, molti usano abitualmente delle parole come “umiliazione” o “depressione” per descrivere quasi qualsiasi esperienza sgradevole. Dici qualcosa che non apprezzano e sono umiliati /depressi. Metti in dubbio un loro punto di vista e sono umiliati/depressi. Tutto li umilia o li deprime, perché essi legano queste parole a quasi ogni esperienza. E’ di grandissima importanza espandere il tuo vocabolario emozionale cosicché le parole che selezioni producano l’effetto emotivo che desideri e meriti.

Quanta importanza ha la lingua nel formare la nostra esperienza di vita? E’ assolutamente fondamentale. Detto semplicemente, le parole che leghiamo alla nostra esperienza diventano la nostra esperienza.

Quali saranno le parole che hanno la più grande influenza su di te? Saranno parole affettuose? Epiteti? Esclamazioni? Esagerazioni?

La maggior parte della gente ha un vocabolario di poche migliaia di parole. Quando si pensa che la lingua inglese, la più ampia del mondo, contiene circa 650,000 vocaboli, vuole dire che un parlatore inglese utilizza mediamente press’a poco solo il 2 % delle sua lingua! Peggio ancora è che la maggior parte della gente abbia circa solo una dozzina di parole, forse un massimo di 20 per esprimere le proprie emozioni. E di queste, di solito la metà – o di più -sono negative.
Quante sono le parole che usi abitualmente per descrivere come ti senti, a te stesso o a qualcun altro? Quante potresti scriverne adesso?

Le persone con vocabolari poveri conducono vite impoverite. Persone con vocabolari ricchi hanno una tavolozza piena di colori diversi che possono utilizzare per dipingere le loro esperienze di vita, non solo per gli altri, ma anche per loro stesse.
Che cosa potresti fare oggi per espandere la tua “tavolozza delle emozioni”? Quali sono le parole positive ed emozionalmente edificanti che potresti aggiungere al tuo vocabolario abituale? Se usassi queste parole spesso, quanto più divertente potrebbe essere la tua vita?
Chi conosci che conduce una vita straordinariamente felice o appassionata? Quali sono le parole che usano abitualmente per descrivere l’esperienza delle loro vite e a cui potresti ispirarti, adottando così alcune delle loro matrici emozionali?

Hai deciso che è ora di usare lo strumento del Vocabolario di Trasformazione per sostituire le tue abituali parole che indeboliscono, con altre più ispirate?

Fai il seguente esercizio:
1)  Scrivi tre parole che usi spesso quando ti senti male.
2)Mettiti in uno stato giocoso, perfino esagerato. Fai il brainstorming per trovare parole nuove che rompano la struttura, o almeno abbassino la tua intensità emotiva. Scegli parole che sono talmente sciocche, strane o così fuori posto che rompono il tuo impeto negativo e creano un senso di divertimento. Uno dei motivi per cui adesso sostituisco “infastidito” o “seccato” con “arrabbiato” è perché queste parole sembrano così ridicole dette con una faccia seria.
Dobbiamo sempre abbassare l’intensità delle emozioni negative? Certo che no; tutte le emozioni umane hanno il loro posto. Qualche volta, per esempio, certe persone hanno bisogno di sentirsi arrabbiate allo scopo di creare abbastanza motivazione su se stesse per compiere un cambiamento. Ciò nonostante, non vogliamo accedere ai nostri stati più negativi ed intensi come prima azione da fare, quando non servono, non sono necessari, o sono poco appropriati.

Il traguardo è di sentire nelle nostre vite, sempre più abitualmente, meno dolore e più piacere.

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Le emozioni nascono e crescono

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Snobbate per secoli, le emozioni sono state riabilitate dagli scienziati in tempi molto recenti.

Le emozioni hanno una cattiva reputazione. Sono ritenute un residuo irrazionale del comportamento animale, quasi non fossero degne della razionale ed evoluta mente umana. Questa convinzione è sbagliata. Le emozioni sono fondamentali per il funzionamento di una mente normale, e indispensabili per una mente “sociale”.
Le emozioni sono tutt’altro che irragionevoli, hanno anzi ragione intrinseca. Rispondono a un determinato
problema con soluzioni automatiche, preconfezionate, e in molti casi si tratta di risposte perfettamente razionali. E’ il
caso della paura di fronte a una minaccia, o dell’avvicinamento di fronte a un’opportunità. Ma le risposte automatiche, non importa quanto perfette siano, non possono essere adatte per tutte le situazioni.
E’ in questi casi che entrano in gioco il ragionamento e la ponderazione, allo scopo di personalizzare le risposte ad ogni tipo circostanza. In poche parole: le emozioni sono gli strumenti più antichi e automatici dell’agire razionale.
Qualche volta funzionano bene, altre volte no. Agli esseri umani, comunque, servono sia la ragione che le emozioni, perché questi due aspetti dell’attività cerebrale sono complementari.

Alla domanda se è possibile localizzare nel cervello un centro delle emozioni o più esatto dire che il cervello emotivo è diffuso in più zone, rispondo che non c’è un vero e proprio centro delle emozioni, allo stesso modo in cui
non c’è un unico centro per il linguaggio o per la memoria.
Ci sono più aree che cooperano nel percepire un’emozione, nell’eseguirla e nel prenderne coscienza.

L’amigdala, la corteccia prefrontale ventromediale e l’insulina anteriore, per esempio, sono aree coinvolte nel
percepire un’emozione. L’ipotalamo, i nuclei della base e il tegmento del tronco cerebrale contribuiscono ad
eseguirla, cioè a elaborare le risposte dell’organismo.
Tutte queste regioni lavorano in concerto, sono un sistema più che un unico centro isolato.
Spesso mi domandano se le emozioni differiscono nei due sessi, in realtà benché uomini e donne provino lo stesso tipo di emozioni, cambiano quelle con cui hanno più spesso a che fare e forse le loro intensità.
In generale, le donne sono più “portate” per le emozioni legate al ruolo di accadimento, mentre gli uomini
per quelle legate all’aggressività e alla ricerca. Ma a livello individuale queste differenze possono non comparire del tutto.

IL SORRISO DIVENTA CONSAPEVOLE Già A TRE MESI DI VITA, E SERVE PER TENERE LA MAMMA VICINO A SE’

Nasciamo emotivi: il linguaggio dei sentimenti è il primo che impariamo ad esprimere.

Fin dalle prime fasi del suo sviluppo, infatti, l’essere umano è in grado di partecipare attivamente alla comunicazione
non verbale con altre persone.
Secondo gli studi più recenti, già nel feto sono presenti stati di benessere e di sofferenza neurologica, oltre alla
capacità, a partire circa dal quarto mese di gestazione, di ascoltare la voce della madre e del padre e di riconoscerle
poi a poche ore dalla nascita, mostrando una preferenza rispetto ad altre. Nei primi istanti di vita, infatti,
il neonato possiede già un ricco corredo di espressioni emotive differenziate, in grado di comunicare informazioni
all’adulto. Ma non si tratta ancora di emozioni vere e proprie.

LEGAME MADRE-BAMBINO

Tutti gli studiosi sono d’accordo su un punto: la competenza emotiva di una persona si forma a partire dalle prime interazioni con la madre. I precoci “dialoghi” tra mamme e neonato, fatti di sguardi, espressioni facciali e vocalizzazioni, permettono al bambino di passare in breve tempo dall’iniziale attività riflessiva al segnale sociale di risposta a uno stimolo. E’ così che l’espressione emotiva diventa consapevole. Ne è un chiaro esempio il sorriso: nelle prime settimane di vita è legato al sistema neurofisiologico ed è presente sia durante il sonno sia nella veglia, mentre solo dopo la sesta settimana di vita e fino a tre mesi diviene il tipo sociale, cioè provocato da stimoli esterni come il volto, la voce e lo sguardo di un adulto.
Dopo il terzo mese, il piccolo è già in grado di utilizzare il sorriso in modo strumentale, per esempio per catturare
l’attenzione della madre.
Dalle dieci settimane di vita, inoltre, il neonato sa modificare il proprio comportamento in risposta alle diverse
espressioni del volto del genitore. E verso la fine del primo anno, le manifestazioni emotive della madre
influenzano e possono regolare lo stato emotivo e il comportamento del bambino….

Come ti guardo io…..
Attraverso la gestione delle emozioni, infatti, ognuno di noi comincia ad apprendere. Non a caso, le espressioni
facciali delle madri sono strettamente connesse a quelle dei loro piccoli. E ne influenzano lo stato emotivo.
E’ stato provato da numerosi studi: quando il piccolo la mamma da vicino e lei assume un’espressione serena
in volto, facilmente lui sorride, inarca le sopracciglia, schiude la bocca e muove la lingua. Tutti segnali di benessere.
Se lei invece resta inespressiva, distaccata, quasi sicuramente il bebè aggrotta le sopracciglia e corruga
la fronte mostrando smarrimento, fino ad arrivare a un pianto d’angoscia.
Questi scambi espressivi tra mamma e figlio si verificano già intorno ai due mesi di vita e costituiscono un vero e
proprio “ dialogo “ che getta le basi della sincronizzazione con l’interlocutore che svilupperà in seguito.

Ansia contagiosa
La capacità di dialogare con la madre, di segnalare la fame, il freddo e la paura attraverso il pianto sono attive
sin dalla nascita, perché funzionali alla sopravvivenza: secondo alcuni studi hanno il compito evolutivo di
modificare il comportamento all’adulto e di indurlo ad accudire il “cucciolo”. E funzionano.

Segnali di pericolo
L’espressione del volto della mamma serve anche da segnale di pericolo o di fiducia, ed insegna al bambino
quando e di cosa avere paura. Oltre alla paura, tra i due mesi e un anno si esprimono chiaramente anche la rabbia,
la gioia, la tristezza e la collera.

Verso i 15-18 mesi compaiono le emozioni più complesse come la vergogna, l’imbarazzo, il senso di colpa, il
disprezzo e gli stati emotivi misti che caratterizzeranno, poi, il modo di sentire dell’età adolescenziale e adulta. In
quest’epoca, la competenza emotiva si arricchisce anche della capacità di comprendere lo stato emotivo altrui
e infine (intorno ai due anni) il bambino acquisisce la possibilità di ferire intenzionalmente l’altro.
Di più: a partire da quest’età, i bambini sono in grado di mascherare le proprie emozioni. Per esempio, se ricevono
un regalo non gradito sanno già nascondere la delusione, modificando l’espressione del viso.

Il perché delle emozioni che proviamo. Prefazione di Deepak Chopra

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Per quale motivo sentiamo quel che sentiamo? In che modo i pensieri influiscono sulla nostra salute fisica? Corpo e mente sono separati oppure funzionano in sintonia? In questo libro fondamentale la neuroscienziata Candace Pert fornisce risposte sorprendenti e risolutive a questi interrogativi che tengono impegnati da secoli scienziati e filosofi.

Accertando l’esistenza delle basi bio-molecolari delle nostre emozioni e illustrando le sue scoperte in modo chiaro e accessibile, l’autrice ci consente di comprendere noi stessi, le nostre sensazioni e i complessi rapporti tra mente e corpo. «Un’interessante sintesi del rapporto tra corpo, mente e spirito, con un approccio scientifico e spirituale al tempo stesso.»

Come rilassarti

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Il modo migliore per rilassare il corpo è cominciare col tenderlo, poiché così facendo potrai distribuire uniformemente il flusso di tensione dalla testa ai piedi. In questo modo, quando poi rilasserai i muscoli, se ne saranno andate anche tensioni che nemmeno sapevi di avere.
Questo procedimento è utile anche in caso di tensione emotiva. Molto spesso possiamo liberarci da un’emozione solo quando ha raggiunto l’apice della sua intensità, poiché prima non era ancora abbastanza definita perché potessimo metterla a fuoco chiaramente.
Anche le nostre debolezze psicologiche sono difficili da affrontare finché sono sostenute da un’energia mentale debole. Una persona può sembrare del tutto innocua, fino a quando la buona salute e la rinnovata energia non fanno emergere improvvisamente in lei una vena di meschinità che era in agguato da sempre.
Le crisi spirituali e le prove della vita sono una benedizione, nel senso che contribuiscono a mettere “sotto tensione” i nostri difetti, rendendoci più consapevoli della loro esistenza. La calma accettazione che annuncia il superamento di una prova è spesso accompagnata dalla liberazione da quella debolezza.

Per raggiungere uno stato di rilassamento fisico, necessario per poter meditare profondamente, dapprima tendi e poi rilassa tutto il corpo.

Per cominciare, fai alcuni respiri lenti e profondi per liberare il sangue dall’eccesso di anidride carbonica. Se hai abbastanza tempo, esegui questo esercizio:
1) inspira, contando mentalmente fino a 12
2) trattieni il respiro, contando fino a 12
3) espira, sempre contando fino a 12.
Ripeti da 6 a 12 volte, poi inspira profondamente e tendi tutto il corpo, non di colpo ma gradatamente, con tensione bassa, media e infine alta. Tendi con forza sufficiente a far vibrare tutto il corpo. Poi espira velocemente e rilassa ogni tensione. Ripeti ancora una o due volte.
Da qui in avanti, è importante che tu mantenga il corpo immobile. All’inizio può esserti difficile stare seduto perfettamente fermo, abituato come sei a muoverti di continuo; nel momento in cui decidi di stare immobile, è probabile che ti assalga il bisogno irrefrenabile di muoverti! Tuttavia, più a lungo riesci a mantenere il corpo completamente immobile, più ti sarà facile continuare a farlo. La tua irrequietezza fisica svanirà dopo cinque minuti o poco più e ben presto potrai apprezzare quella sensazione di libertà dalla coscienza del corpo.
Ricorda, essere legato ai muscoli significa essere schiavo del corpo. Getta via mentalmente il corpo e soffermati sul pensiero dello spazio.

Visualizzati circondato di spazio: spazio tutt’intorno a te; spazio che penetra lentamente nel tuo corpo attraverso i pori della pelle, come una purissima luce evanescente; spazio che permea il tuo corpo e lo rilassa completamente.
Di tanto in tanto, controlla mentalmente che il corpo sia ancora rilassato. Concentrati sulle tensioni che senti, visualizzando spazio o pura luce in quei punti.

Oppure, se senti che tutto il corpo sta diventando teso, inspira nuovamente, tendi il corpo, espira con forza e rilassati.
Anche il rilassamento mentale è importante. Non puoi meditare profondamente – anzi, non puoi meditare affatto – se la mente è tesa. Tra le cause principali di tensione mentale ci sono sentimenti di ostilità, rabbia e competitività, come pure il desiderio di esercitare il potere, in un modo o nell’altro, sulle persone o sugli avvenimenti.
Per rilassare la mente, concentra la tua attenzione nel cuore. Immagina in quel punto una pura luce bianca. Visualizza raggi di amore e di armonia che si irradiano da quella luce nel mondo intorno a te. Il cuore è il centro del sentire emotivo. Se le emozioni sono altruistiche e calme, si trasforman in intuizione e portano un’espansione della libertà interiore; se invece sono egoistiche o perturbate, causano solo confusione e un senso di schiavitù interiore.

Molto spesso, l’energia che fluisce dal cuore verso l’esterno ha l’effetto di intrappolare le persone nelle cose, negli avvenimenti o nella vita degli altri. Questi individui sono pieni di desideri e di avversioni; afferrano altri raggi di energia per possederli, oppure li combattono nella speranza di indebolirli e di vincerli. Immagina invece che nel tuo cuore ci sia una luce benefica.

Irradia all’esterno questa luce, come una benedizione per tutti. Benedici mentalmente tutti coloro che si trovano intorno a te. Poi invia benedizioni dal tuo cuore agli abitanti di ogni Paese, su tutta la Terra. Invia raggi d’amore a tutte le creature, a tutte le cose. Benedici le rocce, i deserti, gli immensi oceani e le alte montagne. Circonda il mondo intero di un’aura di luce, di amore, di gioia, perché tutto è vivo. Tutti gli esseri, tutte le cose create manifestano coscienza a vari livelli e sono parte della medesima vita, senza principio né fine, che anima anche te.
Più offri te stesso come canale di pace e di benedizioni per tutti, più ti sentirai colmato di benedizioni e di pace interiore.

Tratto dal nuovo libro, Io amo meditare, di Swami Kriyananda

Guida pratica per la pace interiore

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“E’ un fatto: in tutto il mondo sempre più persone praticano la meditazione …e la amano! La meditazione non è affatto difficile da imparare .In questo prezioso libro sarai guidato passo passo da uno dei massimi esperti contemporanei, Swami Kriyananda, che ha imparato a meditare con il grande maestro indiano Paramhansa Yogananda e pratica e insegna la meditazione da oltre cinquant’anni. Con visualizzazioni.”

L’estasi e l’Amore

I confini del corpo e le regioni dell’anima.

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La nostra vita si espande in un cosmo di colori. Tutto ciò che sfioriamo con il corpo e con lo spirito svela un dettaglio dell’Immenso che ci circonda. Quindi per realizzare appieno la vita, gustando e assaporando le infinite sfumature dell’esistenza, occorre lasciarsi scorrere come l’acqua che, consapevolmente, entra nei particolari avvolgendo ogni cosa, nutrendo, con la sua essenza, tutto ciò che tocca, con semplicità e amore. Questo significa che anche l’esperienza fisica del corpo esprime già la forza interiore, la spiritualità dell’essenza di ciascuno. Generalmente, la maggior parte delle persone fatica nel riconoscere la propria parte spirituale perché vive, con elevata intensità, le pulsioni terrene del corpo, percependo in esse la massima realizzazione delle emozioni creative della vita.

In altre parole l’estasi erotica, creata dall’unione dei corpi che si perdono l’uno nell’altro, donandosi vicendevolmente, in un elevato scambio d’amore, come le radici che affondano nella terra, come il fiume che si versa nel mare, viene vissuta come la più elevata emozione, l’istante sublime della vita. Il corpo è tutto questo. Il corpo ha bisogno di gustare il sapore estremo di ogni cosa, di toccarla, di assorbirne pienamente il profumo, di sfiorarne la forma, perché quest’emozione gli permette di elevarsi, di percepire la “scintilla” della vita che pulsa al suo interno.

Riflettendoci potrete scoprire che queste sensazioni non sono proprie solamente del “contatto sessuale” con l’altro ma possono essere percepite anche nell’accarezzare una foglia, nell’appoggiarsi ad un albero, nell’immergersi in acqua, nel respirare, intensamente, l’aria sottile delle cime lasciandosi attraversare dalla luce del sole. L’estasi dei sensi, lentamente, ci avvicina ai confini del corpo. E’ come se la fisicità evaporasse, dolcemente, trasformandosi in un profumo, un suono, un colore, una luce che eleva le frequenze del cuore.

Bene, stiamo entrando nelle “regioni dell’anima”. La “luce” determinata dal “contatto interiore” delle anime è come la sublimazione dell’atto erotico dell’amore. Quando si incontrano e si “aprono” si AMANO PER SEMPRE come due limpidi cristalli “nudi” nel sole. Immaginate quali riflessi e quali colori possono espandere. Il contatto interiore delle anime va oltre ogni confine, supera infinite distanze, sfiora i dettagli dei pensieri gustando il profumo dell’essenza di ciascuno, creando un’estasi ed un benessere paragonabili al sospiro del vento, all’emozione di una goccia che si lancia nel vuoto tra gli echi e le melodie di una cascata, alla consapevolezza di una foglia che cade a terra e, lentamente, vi si fonde per tornare al tremito delle radici.

Tutto questo avviene quando si osa attraversare il portale di cristallo del Sé, il confine tra il corpo e l’anima. La sessualità che si limita all’appagamento esteriore dei sensi è sterile e lascia un vuoto interiore incolmabile, un senso di insoddisfazione che taglia le ali del Sé. In un rapporto di coppia, in una relazione d’amore, prima o poi, bisogna affrontare il grande salto nel vuoto per provare la vera ebbrezza dell’alto volo, per superare lo strapiombo che separa il Sé dall’altro Sé. Il “risveglio” interiore, l’evoluzione spirituale, aprono il cuore e la “vista” svelando i corridoi segreti per l’incontro delle anime che vivono l’incanto dell’Amore oltre i confini della fisicità: fiori tra i fiori, foglie tra le foglie.

Per entrare nelle regioni dell’anima e sperimentare l’elevato contatto d’Amore occorre svincolarsi dall’attaccamento ai desideri del corpo poiché essi portano dipendenza, sofferenza e dispiaceri.
Rajinder Singh (esperto maestro di meditazione ben conosciuto in tutto il mondo) nel suo libro L’infinito potere dell’anima, scrive:

L’attaccamento blocca la nostra anima. L’attaccamento è una qualità della mente, il non-attaccamento invece appartiene alla sfera dell’anima… Quando siamo attaccati a qualcosa temiamo di perderla e di conseguenza ci comportiamo in modo negativo. Se ci viene a mancare l’oggetto del nostro desiderio diventiamo aggressivi, se bramiamo qualcosa che non ci appartiene arriviamo a mentire e a ingannare pur di averla…”.

Non è semplice comprendere le sfumature dell’anima. Tuttavia, sperimentarne la potenza risanatrice è un’esperienza che porta un benessere davvero superiore.

di Gabriele
fonte: www.diventiamopensieri.it


Bob Mandel

Vivi Relazioni Straordinarie

di coppia, con gli altri e con te stesso

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Quando ci guardiamo intorno e vediamo coppie felici, mentre la nostra relazione sta naufragando, vorremmo chiedere loro se esiste un segreto per far funzionare bene i rapporti.

Ci sono coppie felicemente insieme da molti anni che hanno messo in pratica nella vita quotidiana il segreto spiegato in questo manuale, un segreto che può essere davvero alla portata di tutti.

Vivi Relazioni Straordinarie insegna proprio questo, attraverso consigli, esercizi, esempi di vista vissuta (Bob e Mallie sono felicemente insieme da più di vent’anni) e dalla lunga esperienza professionale dell’autore. Mandel offre sperimentati suggerimenti su come instaurare  e mantenere una relazione stabile e soddisfacente. Evidenzia anche il modo migliore di interagire con il nostro partner e come costruire un rapporto di coppia felice e duraturo.

Ma non solo le relazioni di coppia hanno bisogno di “funzionare”: il primo e più importante rapporto noi l’abbiamo con noi stessi e, solo a partire da una buona autostima, possiamo costruire qualunque altra relazione. È  questo il primo gradino per vivere qualunque rapporto nel modo migliore, assicura Mandel che ci insegna nella pratica come ottenere questo risultato; ed è importante per tutti allo stesso modo, per chi ha già un partner o per chi ancora lo sta cercando.

Vivi Relazioni Straordinarie ci spiega quali sono i meccanismi, consci e inconsci, che entrano in gioco nelle varie fasi di una relazione e ne determinano l’andamento e ci insegna a gestire la nostra nel modo migliore e con la massima soddisfazione.