Julian e la Volpe – Joe Todd-Stanton – Babalibri

Julian è un topo a cui piace vivere da solo.
Esplora da solo.
Cena da solo.
E per tutto il tempo è estremamente contento. Ma proprio come la vita, il mondo di Julian viene stravolto a causa di qualcuno che ci ficca il naso… letteralmente 😉

Pagina dopo pagina seguiamo Julian mentre evita con furbizia e astuzia tutti quelli che abitano sopra e sotto terra nel miglior modo possibile, schiva gli altri animali che scavano gallerie, evita il contadino e il suo cane e sfugge alle grinfie del barbagianni, ma Julian non sa di essere osservato.
Osservato dagli occhi attenti di una volpe!


Un occhio gigante guarda fuori dal sottobosco mentre il piccolo topolino Julian torna a casa con i mirtilli che ha raccolto, ignaro del fatto che ha condotto questo predatore affamato proprio alla sua porta!

Quella sera, quando Julian dorme, la volpe irrompe nella sua casa rompendo la finestra, ma poiché l’ingresso della tana è piccolo, la volpe rimane incastrata.
Fortunatamente per il topolino, tuttavia, non è in grado di raggiungere la preda prevista e si blocca davvero bene. E la volpe ha pure l’audacia di chiedere al topolino di aiutarla a liberarsi!

“Scusami, ma saresti così gentile da aiutarmi?” chiese la volpe.
Occhi, chiusi, tutti innocenti.
“Aiutarti?” gridò Julian, “Hai appena provato a mangiarmi!”
“Certo che non l’ho fatto.
Stavo semplicemente facendo un salto per vedere se stavi bene”, mentì la volpe.

Julian non ha alcun desiderio di rimanere bloccato con questo visitatore volpino, quindi fa del suo meglio per liberare la volpe; prova a tirare la coda e a spingere il muso ma non fa alcuna differenza, rimane bloccata, quindi all’ora di cena, Julian decide di condividere la sua cena con la volpe e si sorprende nel vedere che gli piaccia davvero avere un ospite…ogni tanto.
Il giorno dopo, quando la volpe riesce a tirarsi fuori con l’aiuto del topolino, tornano entrambi alle loro vite, proprio come lo erano prima di incontrarsi.
Julian trascorre la sua giornata schivando tutti, ma questa volta non è così fortunato e si trova faccia a faccia con un barbagianni. Qualche amico riuscirà a salvarlo?

Julian e la volpe è un libro illustrato per bambini scritto e illustrato da Joe Todd-Stanton edito da Babalibri è una lettura eccellente e splendidamente illustrata.
Piace il fatto che la volpe in questo caso sia onesta quando chiede a Julian di aiutarlo e che non proverà a mangiarlo.
Piace ancor di più il pizzico di umorismo alla fine, quando la volpe ha la possibilità di ripagare Julian per la sua gentilezza…. non passa molto tempo prima che si rendano conto di aver trovato un amico per tutta la vita.


La loro è una storia dai risvolti inaspettati e sorprendenti, il germoglio di un legame unico e raro. E la dimostrazione di quanto la gentilezza, la riconoscenza e la fiducia trovano sempre il modo e la strada per tornare indietro e generare il bene.


Piace per molto per il ritmo e i colpi di scena, la comicità e la suspense e infine la tenerezza
delle illustrazioni che sono un’invito alla ricerca di dettagli squisiti e seminascosti come gli arredi inaspettati della tana di Julian e le più ampie vite sotterranee dei suoi compagni occupanti sotterranei.

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Il bambino, la talpa, la volpe e il cavallo – Charlie Mackesy

Il bambino, la talpa, la volpe e il cavallo di Charlie Mackesy edito da Salani non è un libro qualunque.
Pagine illustrate e testi scritti a mano, poche parole, molte riflessioni e tanti sorrisi: questo è quello che troverete ne Il bambino, la talpa, la volpe e il cavallo.
Già dalla copertina il protagonista è quel disegno che presenta i quattro personaggi connessi, in un unico contatto che ne dichiara il forte legame:
il cavallo tocca con il muso il bambino, che tiene in braccio la talpa e la volpe, con la coda, tocca il suo piede. I personaggi sono diversi, ma connessi, legati da un’amicizia che nasce e cresce durante le pagine.

«Ce l’hai un motto?» chiese il bambino.
«Sì» rispose la talpa.
«E qual è ?»
«Se al primo tentativo non riesci, mangia un po’ di torta».
«Ah… ho capito… e funziona?»
«Sempre».

Inizialmente c’è un bambino. È solo.
Si imbatte in una talpa, che a quanto pare ama la torta più di ogni altra cosa. La talpa diventa amica e compagna del bambino, suo mentore e confidente. Il bambino condivide le sue paure, la talpa condivide consigli e il suo amore per la torta.

Quando incontrano la volpe, la trovano impigliata in un laccio. Istintivamente sia la volpe che la talpa sanno che se la talpa libera la volpe, la volpe dovrebbe poi ucciderla, ma se la talpa lascia la volpe impigliata nel laccio, morirà.
A volte puoi ignorare i tuoi istinti e scoprire cose meravigliose.

«Una delle nostre più grandi libertà sta nel modo in cui reagiamo alle cose».

Infine incontrano il cavallo, che ha nascosto per troppo tempo alcune delle sue abilità speciali.
Non potrebbero esistere quattro personaggi tanto diversi, eppure, in questa piccola parentesi della loro esistenza, sembrano essersi riconosciuti immediatamente e lottano con gentilezza perché ognuno di loro non rimanga mai indietro in quello che è, a tutti gli effetti, un cammino senza meta.

«Ho imparato come vivere nel presente».
«Come?» chiese il bambino.
«Trovo un posto tranquillo, chiudo gli occhi e respiro».

«Bello, e poi?»
«Poi mi concentro»
«Su cosa ti concentri?»
«Sulla torta» disse la talpa

Pagina dopo pagine il libro scorre in un soffio, è un libro molto bello e ricco… sull’amicizia, la gentilezza e l’autostima raccontati nel modo più semplice, ma anche in quello più significativo.
Il bambino, la talpa, la volpe e il cavallo non è solo una semplice storia ma, un libro che custodisce consigli, incoraggiamenti e lezioni affiancate da illustrazioni disegnate a mano con un forte carattere, un tratto dinamico e diretto, che evocano azioni ed emozioni.
Estremamente profondo e significativo, l’intero racconto è un’esperienza assolutamente toccante. Inoltre l’intero libro è scritto con un carattere simile alla scrittura “di un bambino”, idea che rende ogni parola ancor più significativa.

«A volte ho paura di scoprire che sono una persona ordinaria» disse il bambino.
«L’amore non richiede di essere straordinario» disse la talpa.

Questo è un libro per tutti, che tu abbia otto o ottant’anni”, spiega l’autore nell’introduzione, “A volte a me sembra di avere entrambe le età – prosegue – mi piacerebbe fosse un libro in cui tuffarsi, ovunque e in qualsiasi momento”.
Dunque non c’è una vera e propria storia, come ha affermato fin da subito l’autore, Charlie Mackesy. È un libro che si può aprire anche a caso per godersi la singola pagina.
Ci sono pagine che strappano un sorriso tenero, altre che spingono a riflettere, altre in cui l’assenza di parole fa risuonare la bellezza delle immagini.

«Quando arrivano le nubi nere…
continua ad andare avanti»

«Quando senti che le cose grandi ti sfuggono di mano
concentrati su ciò che ami
e hai proprio sotto il naso»

«Questa tempesta passerà».

Si incontrano pagine buffe (soprattutto grazie alla piccola talpa), frasi piene di affetto, momenti incoraggianti o semplici aforismi; ma in ogni pagina non manca mai quel senso di pace e sospensione che fa di questo libro un piccolo e prezioso gioiello.
Questo racconto ha la capacità di trasmettere dei messaggi fondamentali e stupendi ai più piccoli, ma soprattutto per le anime più grandi. Come l’importanza di chiedere aiuto, di fermarsi, di ammettere che per il momento non abbiamo le forze per farcela.
O la realizzazione che casa è dove siamo accettati e dove permettiamo a noi stessi di farlo.

Un albo sicuramente prezioso che dovrebbe essere letto insieme e condiviso.
Un albo tanto semplice quanto speciale.
Un albo da regalare ad un caro amico, ad un compagno di vita, ai genitori a grandi e piccini…per coloro con cui si voglia condividere un messaggio di incoraggiamento o amore.
…ogni pagina contiene qualcosa di speciale.

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Il Mago di Oz – Perez & Lacombe

“Se soltanto tu avessi un cervello, saresti un uomo come gli altri e forse persino migliore di alcuni di loro.
Un cervello è l’unica cosa che valga la pena avere a questo mondo, sia per gli uomini sia per i corvi.”

Nel momento stesso in cui prenderete tra e mani questa maestosa edizione, sarete catapultati ad Oz insieme a Dorothy. Sfoglierete ogni pagina ritrovandovi stupiti e conquistati, riassaporando l’ingenuità dei bambini che una volta eravate mentre ascoltavate la fiaba per la prima volta.

La storia è quella che amiamo, quella che ha fatto breccia nei nostri cuori di bambini e racconta della piccola Dorothy che, insieme al suo cane Toto, nel magico Regno di Oz vivrà mille avventure, andando alla ricerca del famoso Mago di Oz.
La novità si presenta evidente sin dalle prime pagine, dove il protagonista principale sembra essere lo spaventapasseri, il perno che dà impulso all’intero romanzo, tutto il racconto ruota attorno a lui; inoltre viene maggiormente accentuato il legame dei personaggi, la cui unione, come sempre, fa la forza. Il racconto comincia nel momento in cui lo spaventapasseri prende vita, dopo essere stato assemblato, poco per volta, in un campo di grano, notata una ragazzina, Dorothy, coglie l’occasione per chiedere aiuto, facendosi liberare dal palo dove è stato posto dai Munchkin.

Sulle prime lo spaventapasseri si sentì un idiota, e quel pensiero lo ferì.
Ma poi si ripromise di osservare meglio per imparare le cose un po’ alla volta.
Dopotutto, aveva soltanto tre giorni di vita.

I protagonisti sono quelli di sempre, ognuno alla ricerca di qualcosa: Dorothy, con il suo cagnolino Toto, desidera ritornare nel Kansas, dagli zii, lo spaventapasseri desidera un cervello, l’uomo di latta un cuore e il leone il coraggio. Così, in un viaggio rocambolesco, dovranno percorrere il sentiero che li condurrà alla Città di Smeraldo, dove regna il mago di Oz, l’unico in grado di dare loro ciò che più desiderano. Non mancano le quattro streghe, due buone quella del Nord e del Sud e le cattive, Est e Ovest.

Ho sentito parlare di quel potente mago.
Credi che potrebbe darmi un cuore?
– chiese l’uomo di latta

Lo Spaventapasseri, Il Leone e L’Uomo di Latta, protagonisti insieme a Dorothy della fiaba, sono accomunati alla ragazzina da questo desiderio di ottenere qualcosa e, sentendosi tutti incompleti, insieme affronteranno il viaggio alla ricerca dell’illustre Mago, l’unico a possedere la magia che potrebbe davvero colmare il vuoto che sentono dentro.

Ѐ il grande problema della mia vita – rispose il leone a testa bassa e con la criniera arruffata.
Sono nato privo di coraggio.

Il Mago di Oz in questa nuova veste è raccontato dalle parole di Sébastian Perez e straordinariamente illustrato da Benjamin Lacombe edito da Rizzoli
A Sébastien Perez il merito di una maggiore profondità, in una nuova chiave di lettura e con il raggiungimento di un obiettivo finale, che permette al giovane lettore di acquisire un bagaglio di valori oggi più che mai valido, fatto di accettazione dell’altro e riscoperta di sé.
Infatti, Perez, si attiene alla storia originale senza stravolgerla, ma arricchendola e presentandola al pubblico in una forma differente: non a caso con uno stile semplice e un linguaggio diretto, dona al racconto un sapore più moderno e più vicino alle menti nate nella nostra epoca. Inoltre non si limita a riportare solo i fatti come nella storia originale scritta da Baum, ma pone l’accento su diversi aspetti psicologici dei personaggi: dall’intraprendenza di Dorothy alla generosità dell’uomo di latta; dalla bontà d’animo del leone all’ambizione dello spaventapasseri.

Tra le parole e il significato di questa storia ci possiamo rivedere ognuno di noi…quante volte pensiamo di non essere completi, di non essere all’altezza delle aspettative e commettiamo l’errore di pensare che la nostra felicità risieda al di fuori di noi, quando invece tutto ciò di cui abbiamo bisogno è accettarci ed amarci per come siamo fatti, per le nostre peculiarità. Nessuno al di fuori di noi ha la chiave della nostra felicità, nessuno al di fuori di noi può farci sentire completi se non sentiamo noi stessi di esserlo. In ciascuno di noi risiede la vera magia, bisogna impegnarsi per migliorare se stessi, è chiaro, ma la capacità di farlo l’abbiamo solo noi, non dobbiamo ricercare all’esterno ciò che invece custodiamo già dentro di noi.

Il messaggio originale de Il Mago di Oz risuona forte e chiaro, prezioso ed estremamente attuale in un mondo in cui mille pubblicità mostrano, a grandi e piccini, felicità acquistabili, quando invece il viaggio che dobbiamo intraprendere è dentro di noi.
Ecco dunque che pagina dopo pagina la storia parla di diversità ma anche accettazione, autostima ed amore verso se stessi, questi sono i veri ingredienti magici di una vita piena e felice.

Entrambi gli autori, pur operando su piani differenti, hanno trasformato un racconto di notevole pregio, in un capolavoro, conferendo nuovo slancio e offrendolo al lettore in una variante moderna, pur mantenendo l’intento originario.
Tuttavia una cosa è certa, ciò che rende prezioso il volume della Rizzoli sono le tavole di Benjamin Lacombe, le sue illustrazioni sembrano possedere la soffice consistenza delle visioni oniriche e al contempo la forza interpretativa della realtà: le linee morbide assecondano la brillantezza dei colori caldi, rendendo il tutto molto realistico.

Un libro, dal grande formato, curato nei dettagli e decisamente meraviglioso in cui la magia delle immagini si intreccia alle parole suggestive creando un’edizione spettacolare da non lasciarsi sfuggire.

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I fantasmi non bussano alla porta – Eulàlia Canal

Bruno e Carlotta trascorrevano insieme ogni pomeriggio.
Adoravano giocare a freccette e andare alla ricerca di tesori nascosti.

Bruno e Carlotta, l’orso e la marmotta, si incontrano ogni pomeriggio. Giocano a freccette e trovano tesori nascosti. Ballano, ridono e si divertono insieme guardando le figure che le foglie degli alberi disegnano sul cielo… Ecco perché quando un freddo pomeriggio invernale l’orso annuncia che l’anatra li visiterà quel pomeriggio per giocare insieme, la marmotta è fin da subito contraria e gelosa…

Proprio così, un giorno come gli altri, un giorno d’inverno, Bruno comunica a Carlotta che ha invitato Aldo, il papero, per giocare con loro. Questa notizia non entusiama Carlotta. Cos’è questa storia che deve venire qualcun’altro a giocare con noi?!


Detto fatto, ci pensa lei ad allontanarlo, con un cartello deterrente appeso fuori dalla porta forse basterà..pensa lei!
Così Carlotta mette in pratica il suo piano: quando arriva, dice ad Aldo che lei e Bruno non sono in casa, non del tutto, perché sono dei… fantasmi! 😀

E da qui, grazie al cartello di Carlotta e alla sua voglia di tenersi tutto per sé il suo amico Bruno, si creano involontariamente una serie di equivoci e nella foresta la voce si sparge, adesso tutti vogliono vedere i fantasmi o tanfasma?!
Quando finalmente saranno tutti e tre felici in casa al calduccio, chi è che busserà alla loro porta?!

Quando due amici hanno un bel legame forte, fanno tutto insieme e sono inseparabili, se viene aggiunto un terzo amico, le cose potrebbero cambiare, perché poi arrivano la paura e la gelosia, il migliore amico potrebbe allontanarsi ed essere più interessato a quello nuovo. E’ proprio questo che ci racconta Eulàlia Canal con le illustrazioni di Rocio Bonilla nel libro I Fantasmi non bussano alla porta, edito da Valentina Edizioni.

Un albo illustrato caldo, divertente e con un messaggio chiaro di amicizia, fantasmi e gelosia.
Tutti i bambini hanno paura di perdere un amico con qualcun altro. È normale che prima si difendano e inventino delle scuse per cui a qualcuno non è permesso giocare. L’importante ora è che siano trattati con comprensione e spiegati sensibilmente perché il loro comportamento è sbagliato.
Questo libro racconta di orso e marmotta, che stanno vivendo qualcosa di simile. Innanzitutto, descrive l’amicizia tra i due e quanto si divertono insieme. Mentre le marmotte preferiscono stare da sole con un orso, vorrebbero condividere questo meraviglioso momento con qualcun altro. Questo crea una situazione strana e divertente che nessuno si aspettava e che farà ridere i bambini. Tuttavia, l’affermazione dietro il tutto non è persa. Al contrario, è confezionato in modo divertente ed è quindi molto più giocoso e divertente per i bambini.

Sentimenti come la gelosia e la paura sono percepiti anche dagli altri e sono normali, ecco che i bambini imparano anche che questi sentimenti sono completamente infondati guardando le cose dal lato giusto. Solo perché un nuovo amico si unisce non significa che perdi il tuo vecchio. Al contrario, perché ora hai qualcuno con cui puoi divertirti ancora di più!

Con il suo libro, Eulàlia Canal porta questo messaggio ai giovani lettori in un modo meravigliosamente caloroso e spiritoso. La narrazione è accompagnata da illustrazioni altrettanto divertenti e grandiose di Rocio Bonilla. Le sue foto raccontano la storia su una vasta area e con molti dettagli. Le emozioni nell’espressione facciale e nella postura si manifestano e ispirano i giovani lettori tanto quanto la storia stessa.

Adoro questa storia perché l’approccio mi sembra molto divertente e le illustrazioni sono molto belle e affascinanti. Considerando l’importanza dell’argomento, raccomando questo libro per parlare di gelosia con i bambini.

I fantasmi non bussano alla porta è una storia sull’amicizia, la gelosia e le piccole bugie che hanno conseguenze impreviste. Sebbene i bambini ricevano un messaggio importante lungo la strada, è comunque un libro molto divertente e giocoso. Ciò consente loro di essere coinvolti molto bene nella trama, di ascoltare con entusiasmo quando vengono letti e di chiudere rapidamente il libro nel loro cuore.

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Fili – Torill Kove

Impareremo a fidarci l’una dell’altra
e a ritornare l’una dall’altra

Un filo rosso solleva una donna e la conduce da una bambina piccola.
La bambina sembra ansiosa e timida al contatto, ma le due trovano il logo legame insieme. Pagina dopo pagina le seguiamo attraverso l’educazione e la crescita – fino a quando il filo si allenta e la bambina va per la sua strada. Una storia avvincente e toccante di amore e connessione, raccontata quasi senza parole. ❤

Fili è un albo illustrato che diventa quasi una riflessione emozionante sui legami madre-figlia e la complessità dell’amore dei genitori.
Racchiude una storia in cui molti potranno riconoscersi, ed è raccontata con un calore e una sensibilità che attanagliano.  C’è molta saggezza di Vita espressa nel rapporto tra madre e figlia e una calma armoniosa premurosa sopra la descrizione.
È questa una storia sull’adozione? Sì, forse. Ma le intuizioni veicolate sono valide per tutte le relazioni tra adulti e bambini. Il fatto che le persone che si amano siano legate da fili è un quadro simpatico e preciso della nostra dipendenza dagli altri e del nostro bisogno di essere amati e curati


Anche lo stile di disegno di Kove è stilizzato e discreto. Le figure sono disegnate in modo bidimensionale, senza modellazione rotonda, e vengono utilizzate principalmente la figura principale e la prospettiva normale. Arriva chiaro che la narrazione profondamente personale diventa più forte quando tutti i mezzi sono smorzati. Per questo funziona! Sembra una dichiarazione d’amore e una filosofia di vita. ❤

“Con me dovrai sentirti al sicuro,
cos’ potrai imparare
a stare sulle tue gambe..
scoprire quanto c’è di bello
nel mondo intorno a noi.”

...dal desiderare con tutto il cuore un figlio, e dopo tanto cercare e sperare diventare finalmente mamma.
A crescere non è solo la bimba, ma anche la mamma…imparano un nuovo amore, una nuova fiducia, un nuovo ascolto insieme.

“Impareremo a fidarci l’una dell’altra
e a ritornare l’una dall’altra”

Fili è un libro illustrato profondo e commovente, narrato e illustrato da Torill Kove edito da Giralangolo. Nessun legame è più forte di quello tra madre e figlia: e questo libro vi farà emozionare
Torill Kove, scrittice e illustratice, racchiude tutto in un filo, il filo che lega una mamma (un genitore) a un figlio.
È un filo di vita che li lega e che man mano si allunga a dare spazio. Legate da quel filo la mamma si prende cura della figlia, poi, legate, vanno alla scoperta del mondo, del gioco, di nuovi amici.
E quando i tempi sono maturi, sono entrambe pronte per tagliare quel filo e arrotolarne ognuna un pezzetto, da tenere sempre con sé, proprio all’altezza del cuore. Così, con quel gomitolo rosso, la figlia potrà partira alla ricerca della propria vita e del proprio filo, sempre certa che quel legame, quel filo vicino al cuore, non la abbandonerà mai.

“…Saprai nel tuo cuore
che cosa significa voler bene a qualcuno

e avere qualcuno che ti vuole bene.”

Lasciamoci cullare attraverso le emozioni, pagina dopo pagina, con questo testo potente, essenziale e profondo. Leggendolo, possiamo inserire la nostra storia, arricchire, ricordare…
Fili, ci racconta di infiniti destini e racconta il legame tra madre e figlia attraverso la delicatezza dei suoi disegni e proponendo una metafora semplice ma al contempo capace di smuovere le emozioni.

L’autrice racconta, che una parte della storia si ispira alla sua esperienza di genitore adottivo di una bambina, ora quindicenna. Tuttavia, aggiunge, non è un assolutamente un albo illustrato sul processo di adozione. Si concentra sulle relazioni, in particolare quella unica e speciale che si crea tra madre e figlia nelle varie fasi della vita.

La forza dei sentimenti emerge dirompente tra le pagine del libro proprio a dimostrare come il rapporto tra madre e figlia sia uno dei legami più forti che esistano:
il filo rosso che unisce le due protagoniste, infatti, è sottile, leggero ma indistruttibile, una presenza e non un laccio, una sicurezza e non un intralcio.
Tutti i genitori dovrebbero avere questo libro. Tutti tutti, madri e padri!

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Mamma – Delforge & Gréban

Essere madri è un viaggio meraviglioso e complicato. Significa andare oltre i propri confini, accettare la rivoluzione di cui si è portatrici, donarsi e donare. Significa una giostra continua di emozioni: felicità, speranza, paura, allegria, tristezza. Mille diverse sfumature che un piccolo grande libro ha saputo cogliere.

Ci sarà il tuo primo passo,
il tuo primo libro,
il tuo primo disegno.
Ci sarà il tuo primo bagno al mare,
la tua prima canzone,
la tua prima candelina.
Ci sarà il tuo primo film,
il tuo primo: “Mamma”.,
il tuo primo: “Ti voglio bene”.
Ci sarà il tuo primo scherzo,
il tuo primo cucchiaio di miele,
la tua prima margherita.
Coraggio,
non è ora di svegliarsi?
Ne abbiamo di cose da fare!

Mamma, la parola più amata. La prima che viene pronunciata, di solito, dai bimbi di ogni latitudine.

Come narrare, quindi, i vari momenti
e i mille modi diversi di essere mamma?

31 ritratti di mamme da tutto il mondo, tanto diverse e allo stesso tempo, nonostante epoche e luoghi differenti, tutte accomunate da sentimenti ed esperienze identiche. Un viaggio emozionante attraverso i paesi del mondo che racconta il rapporto esclusivo e il legame forte e indissolubile che si crea fra madre e figli, che va oltre lo spazio e il tempo.

“…Custodisci l’amore,
la felicità di essere come sei,

il gusto di ogni istante,
la gioia di stare con gli altri,
il coraggio di cambiare,
il bisogno di condividere e il piacere di ridere.
Se segui queste idee, giorno dopo giorno,
se resti te stessa, ovunque anche in famiglia,
se sai ascoltare, ma rifiuti di giudicare,
sarai una donna, figlia mia.”

Mamma, è un libro illustrato toccante e unico, è nato in Belgio ma già tradotto e pubblicato in 20 lingue, e Terre di Mezzo editore ha portato fortunatamente anche in Italia.
Davvero un splendido in ogni pagina, impreziosito dai brevi testi poetici di Hélène Delforge e dai grandi disegni, splendidi, di Quentin Gréban.
Mamma è un nome che evoca amore, affetto, legame, dolcezza, nostalgia, tanti sentimenti profondi e unici che Hélène Delforge – giornalista belga, autrice di libri per bambini e mamma – ha cercato di fissare sulla carta, in un connubbio ben riuscito fra parole e immagini. E lo ha fatto in modo esemplare.
Hélène, riesce a portare alla luce sfaccettature diverse dell’essere madre, evocando sentimenti che chi è già madre conosce molto bene.
Lo fa in modo discreto e usando poche parole che per la loro delicatezza, arrivano diritte al cuore.

“Mio tesoro,
mio gioiello,
meraviglia mia.
Resta al caldo, nella muraglia delle mie braccia.
Lascia che ancora per qualche anno ti difenda
dalla durezza del mondo.”

Le bellissime illustrazioni di Quentin Gréban– illustratore belga che dal 1999 ha pubblicato in diversi paesi d’Europa circa 50 libri per bambini – valorizzano a pieno il messaggio dell’autrice, ritraendo le mamme del mondo nei loro reali momenti di vita.
Le sue illustrazioni, descrivono in modo molto particolareggiato la situazione di mamme provenienti da diversi paesi del mondo e appartenenti a diverse epoche storiche, e insieme ai testi, scavano nel profondo dell’animo di queste donne.

“Sei arrivata tu.
Non dico: “Volevo scoprire il mondo, ma…”
Dico: “Voglio scoprire il mondo con te, per te, grazie a te”.
Non sei un freno, sei il mio motore.
Non sei un fardello, sei il mio portafortuna.”

31 testi delicati come una carezza, sono immaginati come dialoghi o monologhi che ogni mamma rivolge al proprio figlio, 31 ritratti in tempi e spazi diversi.
Riflettono con pazienza e affetto tutto ciò che le madri vivono per i loro figli, tutto ciò che sono e saranno, perché siamo sinceri, per una madre un figlio sarà sempre il suo bambino.

“Tutta questa gente.
Tutti questi consigli non richiesti.
Tutte queste frasi che mi confondono…
Quando succhi tra le mie braccia, il mondo si ferma.
So che stai bene.”

Troviamo la donna tibetana sorridente, con il suo piccolo addormentato fra le braccia.
La giovane africana con lo sguardo lontano e il bimbo che sbuca dalla fascia portabebè.
La madre indiana che protegge suo figlio con gli occhi di tigre. Quella eschimese a caccia, fra le mani l’arpione, il bambino sprofondato nella sua pelliccia di volpe argentata.
E poi ecco anche il salto indietro nel tempo. Madri del Settecento e del dopoguerra, della Belle Époque e della rivoluzione hippy: peace & love, pollice sollevato e bimbo in spalla. Perché gli autori non dimenticano mai che ogni mamma è, prima di tutto, una donna, cambiano solo le condizioni di contorno. Non certo la sostanza!

“Che avventura!
Tu sei all’inizio, io quasi alla fine.
Tu hai tutto fra le mani,
io mi sciolgo fra le tue dita.
Ti passo il testimone.
Che avventura.
Che avventura!”

Sono mamme che parlano dei loro figli, delle sensazioni che gli hanno fatto vivere dentro e fuori dalla pancia e che li difendono come leonesse.
Sono mamme che non si rassegnano ad una società che le vuole incasellate, donne che hanno molto da dire e lo dicono con in braccio il loro bambino.

“Il nostro legame invisibile,
quello che mi fa riconoscere la tua sagoma,
il tuo pianto o il tuo colpo di tosse anche in mezzo alla folla.
Quel filo, dunque, saldamente annodato tra te e me, ha ceduto.
Sei troppo lontano. Dove sei?
E’ questo, lasciar crescere un bambino?
Accettare che tagli il filo per partire all’avventura?”

L’attesa, la paura, la speranza, la solitudine, il distacco, la severità, la stanchezza… sono parole che in qualche modo accomunano tutte le mamme, mamme che qualunque cosa succeda perdonano, abbracciano e accolgono

Un delicatissimo libro
per omaggiare ancora una volta
tutte le Mamme.

Mamma è un libro dal formato particolare, rettangolare e piuttosto grande, come grandi sono le emozioni che suscita, perché forte è la carica dei sentimenti che questi affreschi provocano, pagina dopo pagina ci si ritrova con il sorriso e con le lacrime… Essere madri è una delle esperienze più totalizzanti che una donna può vivere, ma oltre alla gioia e alla felicità sono da mettere in conto anche la fatica, il dolore, lo scoramento, la delusione…
Sebbene questo libro sia raccomandato dagli 8 anni, lo vedo più come un libro per tutte le mamme di oggi, di ieri e di domani, ma anche perfetto per un momento molto tenero e di complicità tra madre e figlio

“Promesso per tutta la vita
ti accoglierò a braccia aperte quando ti sarai fatto male.
Spazzerò via il dolore a forza di baci magici.”

Nel libro vediamo madri vere, combattenti, con coraggio e tanto amore da dare.
Mamme che hanno le loro virtù e anche i difetti.
Mamma, invita e ricorda di godere tutti i momenti, quelli più piccoli che possono sembrare insignificanti a quelli più forti e folli che scuotono la vita.
Mamma è un libro che parla al cuore di ogni mamma, senza retorica e luoghi comuni, è profondo, toccante ed emozionante…ogni mamma leggendolo si riconoscerà nel suo profondo!

“Oggi, siamo in due.
All’orizzonte una luce dorata.
Tra le mie braccia, il futuro.
Dorme”.

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Voglio un’altra Mamma – Nadine Robert

..la mamma mi ha chiamato “testone”.
Tutte le volte che ne combino una, strilla: “razza di testone!”
Ma Testone non è il mio vero nome.
Il mio nome è Joseph Fipps!”.

Il protagonista della storia Joseph viene spesso chiamato Testone dalla mamma e dagli adulti attorno a sé, ogni volta che non ubbidisce e trasgredisce le regole. In questo nomignolo egli non si riconosce e dentro di sé lo rifiuta confermando a se stesso la sua vera identità.
Con la fantasia Joseph talvolta vola via desiderando di essere un grifone, animale fantastico con la testa e le ali di un’aquila e il corpo di un leone. È il suo espediente per fuggire dalla realtà.

Joseph Fipps è arrabbiato. Molto arrabbiato con sua madre, perchè come tutte le mamme, gli impedisce di fare tutto quello che gli passa per la testa.
Perché non poteva salire la scala per raggiungere il ramo di castagno più alto dove si nasconde il nido?
Chi ha deciso che all’età di cinque anni si è troppo piccoli?
Poi la rabbia aumenta, fino alla frase che esce come un grido di esasperazione!

“Mi dici sempre di “no!”
Non posso mai fare niente.
Sei cattiva e io voglio un’altra mamma!”

“Molto bene” dice lei.
“Conosco una mamma
che forse potrebbe fare al caso tuo.
E’ una mamma tricheco che vive sui ghiacci
al Polo Nord, cosa ne pensi?”

Un giorno all’ennesimo rimprovero Joseph dice alla mamma che è una cattiva mamma e che ne vuole un’altra diversa. La mamma gli dice che non ne può più delle sue birichinate e gli consiglia una nuova mamma tricheco che vive sui ghiacci del Polo Nord. A Joseph vengono le lacrime agli occhi, esce di casa e raggiunge il ruscello che scorre accanto al castagno, il suo albero preferito dove si annidano dei cardellini, uccellini tutti gialli che depongono uova azzurre. Si sdraia per terra a vedere le onde più piccole che si rincorrono sull’acqua. Inizia a fantasticare di essere un grifone sul ghiaccio del Polo Nord dove incontra mamma tricheco.

Joseph cavalca su di lei e la sua nuova mamma si arrampica e scivola sul ghiaccio. Poi conosce i cuccioli di tricheco con le loro piccole zanne. Mamma tricheco invita Joseph a dormire con loro quella notte. Nonostante la bellissima e divertente avventura, Joseph improvvisamente sente freddo e si rende conto di non avere la pelliccia di un grifone e di non avere le ali per volare fino a casa.

Ecco che Joseph torna alla realtà udendo i “cip cip” e i “pio pio” dei Cardellini e l’urlo della mamma: “Jooooseph! Al suo risveglio egli non è più arrabbiato, torna a casa e chiede alla mamma di andare al ruscello con lui a conoscere mamma tricheco. Mano nella mano s’incamminano verso il ruscello ma non trovano il Polo Nord né mamma tricheco. Ad attenderli ci sono i cardellini sul castagno. Mamma e figlio osservano gli uccellini condividendo questa esperienza in estasi e ritrovata armonia.

Ironico, spiazzante, eppure commovente, Voglio un’altra mamma di Nadine Robert e Geneviève Godbout, entrambe canadesi e alla prima prova insieme un albo magnificamente illustrato edito da LupoGuido. Un tenerissimo promemoria sui legami indissolubili (per quanto conflittuali) all’interno della famiglia.
È una storia per bambini senza morale e senza retrologie, non consiglia e non fornisce ricette pronte all’uso, parla ai bambini che vi si riconoscono, divertente e scanzonata.

In un intervista l’autrice racconta da dove arriva l’idea iniziale di questo racconto:
«L’idea me l’ha data un episodio realmente accaduto con mia figlia quando aveva quattro anni. È successo esattamente come nel libro, lei era arrabbiatissima con me e così, dopo aver enumerato tutte le mamme che conoscevamo, io sono passata a nominare mamme “assurde” come una mucca, un gorilla, fino alla famosa mamma tricheco che sta al Polo Nord. Mia figlia ha capito subito che stavo scherzando, ma in seguito mi ha detto che aveva iniziato a pensare per davvero a come sarebbe stato avere un tricheco per mamma. È stata quella la scintilla per la mia storia».


Il testo – francamente eccellente – lascia talvolta il posto all’immagine che divide, ritma la storia. I disegni sono precisi, delicati, straordinariamente vivi, in costante movimento.
Le illustrazioni di Geneviève Godbout, sono piene di dolcezza e poesia. Bei disegni realizzati con matite colorate, con sfumature tenui, tondeggianti e sobrie si presentano su sfondi bianchi dentro bolle..un sano mix che rendono questo album un gioiello ricco di sentimento, come quando appare la figura intera della mamma solo nelle pagine finali del libro…proprio a sottolineare quel momento, quando finalmente la mamma e Joseph ritrovano il loro equilibrio, e come se il piccolo protagonista la riconoscesse in quel momento interamente nel suo ruolo di madre;
Il piccolo Joseph si rende conto che non vuole un’altra realtà, non vuole un’altra mamma e non vuole nemmeno essere un grifone. Lui è Joseph e come tale vuole essere trattato.
Ora insieme si dedicano a quelle piccole attività che lui, testardamente, voleva fare da solo.

Ci siamo passate un po’ tutte, noi mamme, e che ci continuiamo a passare mano a mano che i nostri figli crescono e forse le parole per dirlo cambiano, magari diventano meno esplicite, o più pungenti, magari si arricchiscono di sfumature e sinonimi. Ma fatto sta che il senso rimane quello.
Lo sappiamo.. le mamme, quando dicono NO, e impongono limiti, e pretendono il rispetto di alcune regole, e insistono su certi argomenti, tutti i giorni, come una cantilena, diventano insopportabili. E i bambini scoppiano. Inevitabile che accada 😉
Genitori e figli nella loro relazione possono permettersi di esagerare e di pronunciare a volte parole di troppo, con la certezza del perdono e della comprensione reciproca. Questo è il bello, bellissimo, della relazione in cui il legame è talmente forte e profondo che può andare oltre le parole e le azioni a volte spropositate.

Voglio un’altra mamma è un libro che parla di spazi e di individualità da rispettare: i bambini sono esseri umani che stanno scoprendo il mondo e soprattutto la loro identità e il loro essere unici..ecco quindi la prima cosa da tenere in considerazione 🙂
Voglio un’altra mamma illustrazione dopo illustrazione ci racconta e racconta in modo diretto e naturale ai piccoli lettori il rapporto unico che c’è tra un bambino e la sua mamma

Buona lettura!
Puoi acquistare il LIBRO QUI:

Nonno Albero – Tetamo & Proietti

“Paride è un bambino che ha sempre abitato in città.
Quest’estate, i suoi genitori hanno deciso di andare a trovare la nonna
in un posto chiamato campagna.”

Nonno Albero di Maria Romana Tetamo e Laura Proietti edito da Glifo edizioni ci porta alla scoperta della campagna e dei legami con tenero stupore.

C’era una volta Paride, il piccolo protagonista di questo libro, che aveva sempre abitato tra alti palazzi e strade grigie: una vità da bambino di città che cambia radicalmente, come il suo modo di vedere le cose, quando i genitori decidono di portarlo in campagna.
La nonna, tipica donnona di campagna dal visino simpatico passeggia con il nipote attraverso la campagna, i suoi colori luminosi, tra gli alberi secolari, piante e fiori di mille colori… Paride ammira i colori e la maestosità della natura e si ricorda di averli già visti, già ma in un suo videogioco! 😦

Essendo una favola non può però mancare la fantasia: così, Paride scopre l’orto magico della nonna e si ritrova abbracciato ad un speciale albero parlante che solleciterà la sua curiosità e lo spingerà ad amare per sempre la campagna.

Adatto a bambini dai 3 anni in su, la storia prende per mano i più piccoli mostrando loro le meraviglie della natura.
Un pizzico di magia, sapientemente aggiunto dall’autrice, è l’ingrediente essenziale per incuriosire e svelare gli intimi segreti della vita. I colori brillanti, vivaci e le forme di Laura Proietti disegnano un paesaggio luminoso e allegro, popolato da una natura viva e sempre in movimento.

Nonno albero è per tutti i bambini che già amano tantissimo stare immersi nella natura ma anche per tutti quei bambini che vivendo in città non sempre riescono ad avere la possibilità di venire a contatto con la campagna e le sue meraviglie, non conoscono i processi di nascita di frutta e verdura, infatti il piccolo Paride scopre che le patate non nascono fritte nel frigorifero e nemmeno le carote a rondelle. 😀

Questo libro invita grandi e piccoli a prendersi una pausa e scoprire i luoghi, i sapori e gli odori dei luoghi che ci danno cibo e quiete. Senza dimenticare il rispetto e la cura per ciò che ci dà vita.

Sopratutto è un invito a conoscere il senso vero del legame, del mantenere le proprie radici, e dell’importanza di coltivare, non solo letteralmente gli ortaggi, ma anche gli affetti e le tradizioni che fanno parte di noi

Nonno albero, prende per mano i più piccoli e non solo e li conduce verso le meraviglie della natura e i ricordi che conosceranno.

Buona lettura immersi nella natura! 😉
Puoi acquistare il libro QUI:

La forza dell’amore

La forza nell'amoreLa forza dell’amore

Viviamo in un’epoca di solitudine dove frequentiamo persone ma non coltiviamo l’amore e l’affetto.

Siamo spesso concentrati solo su noi stessi, egoisticamente imprigionati dalla nostra individualità.

E’ fondamentale amarsi per conoscersi e accettarsi, ma non si possono provare gioia,paceequilibrio se non si ha la capacità di dare attenzione e amore anche agli altri.

Amare è sconfiggere l’indifferenza e sperimentare la fiducia e la flessibilità verso gli altri, considerare la diversità una cosa bella, qualcosa da apprezzare, da rispettare. L’amore non è competizione, è pensare l’altro parte di noi stessi, un legame di eguaglianza dove isentimenti nascono dalla comprensione, dalla capacità di fermarsi ad ascoltare quando qualcuno ha bisogno di noi e offrire il proprio aiuto senza chiedere nulla in cambio.

La generosità d’amore rende la nostra vita ricca di significato e la nostra mente libera da pensieri negativi e pregiudizi.

L’amore si scopre solo amando
Paolo Coelho

Di Simona Roveda.

Ti Amo...ma Sono Felice anche Senza di Te
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Scopri la libertà della perfetta consapevolezza

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Amore
Dall’Autore di l’Alchimista

Sufficiente

Le emozioni nascono e crescono

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Snobbate per secoli, le emozioni sono state riabilitate dagli scienziati in tempi molto recenti.

Le emozioni hanno una cattiva reputazione. Sono ritenute un residuo irrazionale del comportamento animale, quasi non fossero degne della razionale ed evoluta mente umana. Questa convinzione è sbagliata. Le emozioni sono fondamentali per il funzionamento di una mente normale, e indispensabili per una mente “sociale”.
Le emozioni sono tutt’altro che irragionevoli, hanno anzi ragione intrinseca. Rispondono a un determinato
problema con soluzioni automatiche, preconfezionate, e in molti casi si tratta di risposte perfettamente razionali. E’ il
caso della paura di fronte a una minaccia, o dell’avvicinamento di fronte a un’opportunità. Ma le risposte automatiche, non importa quanto perfette siano, non possono essere adatte per tutte le situazioni.
E’ in questi casi che entrano in gioco il ragionamento e la ponderazione, allo scopo di personalizzare le risposte ad ogni tipo circostanza. In poche parole: le emozioni sono gli strumenti più antichi e automatici dell’agire razionale.
Qualche volta funzionano bene, altre volte no. Agli esseri umani, comunque, servono sia la ragione che le emozioni, perché questi due aspetti dell’attività cerebrale sono complementari.

Alla domanda se è possibile localizzare nel cervello un centro delle emozioni o più esatto dire che il cervello emotivo è diffuso in più zone, rispondo che non c’è un vero e proprio centro delle emozioni, allo stesso modo in cui
non c’è un unico centro per il linguaggio o per la memoria.
Ci sono più aree che cooperano nel percepire un’emozione, nell’eseguirla e nel prenderne coscienza.

L’amigdala, la corteccia prefrontale ventromediale e l’insulina anteriore, per esempio, sono aree coinvolte nel
percepire un’emozione. L’ipotalamo, i nuclei della base e il tegmento del tronco cerebrale contribuiscono ad
eseguirla, cioè a elaborare le risposte dell’organismo.
Tutte queste regioni lavorano in concerto, sono un sistema più che un unico centro isolato.
Spesso mi domandano se le emozioni differiscono nei due sessi, in realtà benché uomini e donne provino lo stesso tipo di emozioni, cambiano quelle con cui hanno più spesso a che fare e forse le loro intensità.
In generale, le donne sono più “portate” per le emozioni legate al ruolo di accadimento, mentre gli uomini
per quelle legate all’aggressività e alla ricerca. Ma a livello individuale queste differenze possono non comparire del tutto.

IL SORRISO DIVENTA CONSAPEVOLE Già A TRE MESI DI VITA, E SERVE PER TENERE LA MAMMA VICINO A SE’

Nasciamo emotivi: il linguaggio dei sentimenti è il primo che impariamo ad esprimere.

Fin dalle prime fasi del suo sviluppo, infatti, l’essere umano è in grado di partecipare attivamente alla comunicazione
non verbale con altre persone.
Secondo gli studi più recenti, già nel feto sono presenti stati di benessere e di sofferenza neurologica, oltre alla
capacità, a partire circa dal quarto mese di gestazione, di ascoltare la voce della madre e del padre e di riconoscerle
poi a poche ore dalla nascita, mostrando una preferenza rispetto ad altre. Nei primi istanti di vita, infatti,
il neonato possiede già un ricco corredo di espressioni emotive differenziate, in grado di comunicare informazioni
all’adulto. Ma non si tratta ancora di emozioni vere e proprie.

LEGAME MADRE-BAMBINO

Tutti gli studiosi sono d’accordo su un punto: la competenza emotiva di una persona si forma a partire dalle prime interazioni con la madre. I precoci “dialoghi” tra mamme e neonato, fatti di sguardi, espressioni facciali e vocalizzazioni, permettono al bambino di passare in breve tempo dall’iniziale attività riflessiva al segnale sociale di risposta a uno stimolo. E’ così che l’espressione emotiva diventa consapevole. Ne è un chiaro esempio il sorriso: nelle prime settimane di vita è legato al sistema neurofisiologico ed è presente sia durante il sonno sia nella veglia, mentre solo dopo la sesta settimana di vita e fino a tre mesi diviene il tipo sociale, cioè provocato da stimoli esterni come il volto, la voce e lo sguardo di un adulto.
Dopo il terzo mese, il piccolo è già in grado di utilizzare il sorriso in modo strumentale, per esempio per catturare
l’attenzione della madre.
Dalle dieci settimane di vita, inoltre, il neonato sa modificare il proprio comportamento in risposta alle diverse
espressioni del volto del genitore. E verso la fine del primo anno, le manifestazioni emotive della madre
influenzano e possono regolare lo stato emotivo e il comportamento del bambino….

Come ti guardo io…..
Attraverso la gestione delle emozioni, infatti, ognuno di noi comincia ad apprendere. Non a caso, le espressioni
facciali delle madri sono strettamente connesse a quelle dei loro piccoli. E ne influenzano lo stato emotivo.
E’ stato provato da numerosi studi: quando il piccolo la mamma da vicino e lei assume un’espressione serena
in volto, facilmente lui sorride, inarca le sopracciglia, schiude la bocca e muove la lingua. Tutti segnali di benessere.
Se lei invece resta inespressiva, distaccata, quasi sicuramente il bebè aggrotta le sopracciglia e corruga
la fronte mostrando smarrimento, fino ad arrivare a un pianto d’angoscia.
Questi scambi espressivi tra mamma e figlio si verificano già intorno ai due mesi di vita e costituiscono un vero e
proprio “ dialogo “ che getta le basi della sincronizzazione con l’interlocutore che svilupperà in seguito.

Ansia contagiosa
La capacità di dialogare con la madre, di segnalare la fame, il freddo e la paura attraverso il pianto sono attive
sin dalla nascita, perché funzionali alla sopravvivenza: secondo alcuni studi hanno il compito evolutivo di
modificare il comportamento all’adulto e di indurlo ad accudire il “cucciolo”. E funzionano.

Segnali di pericolo
L’espressione del volto della mamma serve anche da segnale di pericolo o di fiducia, ed insegna al bambino
quando e di cosa avere paura. Oltre alla paura, tra i due mesi e un anno si esprimono chiaramente anche la rabbia,
la gioia, la tristezza e la collera.

Verso i 15-18 mesi compaiono le emozioni più complesse come la vergogna, l’imbarazzo, il senso di colpa, il
disprezzo e gli stati emotivi misti che caratterizzeranno, poi, il modo di sentire dell’età adolescenziale e adulta. In
quest’epoca, la competenza emotiva si arricchisce anche della capacità di comprendere lo stato emotivo altrui
e infine (intorno ai due anni) il bambino acquisisce la possibilità di ferire intenzionalmente l’altro.
Di più: a partire da quest’età, i bambini sono in grado di mascherare le proprie emozioni. Per esempio, se ricevono
un regalo non gradito sanno già nascondere la delusione, modificando l’espressione del viso.

Il perché delle emozioni che proviamo. Prefazione di Deepak Chopra

Prezzo € 9,60
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Per quale motivo sentiamo quel che sentiamo? In che modo i pensieri influiscono sulla nostra salute fisica? Corpo e mente sono separati oppure funzionano in sintonia? In questo libro fondamentale la neuroscienziata Candace Pert fornisce risposte sorprendenti e risolutive a questi interrogativi che tengono impegnati da secoli scienziati e filosofi.

Accertando l’esistenza delle basi bio-molecolari delle nostre emozioni e illustrando le sue scoperte in modo chiaro e accessibile, l’autrice ci consente di comprendere noi stessi, le nostre sensazioni e i complessi rapporti tra mente e corpo. «Un’interessante sintesi del rapporto tra corpo, mente e spirito, con un approccio scientifico e spirituale al tempo stesso.»

Con l’accettazione..

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«La nostra vita assume una conformazione magica quando ci apriamo completamente alla vita per com’è. Con l’accettazione smettiamo di lottare e di resistere, cioè di reagire alla situazione contingente. In questa maniera nasce lo spazio per una relazione incondizionata, vale a dire accettare i fatti della vita, il passato e quello che siamo, con le persone con cui stiamo. L’accettazione incondizionata è amore incondizionato che ha un effetto guarente.»

Da Come Essere Felici Insieme
di Roy Martina

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Come Essere Felici Insieme è una guida per tutti coloro che vogliono ottenere il meglio dalle loro relazioni. È un libro che vi cambierà la vita, che siate o non siate in coppia.

In questo libro scoprirete i vostri lati oscuri e tutto ciò che è nascosto nella vostra anima. Imparerete a mostrare i vostri confini, a conservare la forza, anche se l’altro non riesce a farlo. Capirete come sostenervi a vicenda e cosa fare se l’altro è bloccato in meccanismi che non è in grado di cambiare.

Cosa significa amarsi all’interno di una relazione e cosa significa dare e prendere? Qual è la differenza tra accettare il vostro partner e tollerare le cose che non vi piacciono? Perché la tolleranza porta alla frustrazione e cosa si nasconde sotto il mantello dell’amore e dell’armonia?

Le nostre relazioni intime sono un legame diretto con il nostro cuore e la nostra anima. Capire come e perché ci sentiamo frustrati all’interno di un rapporto offre una prospettiva nuova per diventare più felici e per vivere il rapporto di coppia e le relazioni con gli altri in maniera più piacevole.

Saper perdonare

piedi_perdono

Alcune situazioni ci fanno soffrire e ci sembrano imperdonabili, anche se sono causate da persone care. Tuttavia, bisogna saper perdonare, per ritrovare la serenità interiore.

Cos’è il perdono?
Quando un uomo perdona un altro uomo, si libera delle emozioni negative che provava nei confronti di chi lo ha offeso. Tuttavia, una delusione, una grande umiliazione, un tradimento sono difficilmente perdonabili. Atto di coraggio per alcuni, o di debolezza per altri, il perdono riesce a rompere il legame con la persona che amavamo. Un legame fatto ormai di risentimento, d’amarezza e di odio… Saper perdonare, quindi, vuol dire voltare questa dolorosa pagina, senza amarezza. E significa anche accettare gli errori altrui. Se si pensa che tutti possono sbagliare, diventa impossibile odiare l’altro e si arriva addirittura, in alcuni casi, ad ammettere di avere una parte di responsabilità in quello che è successo. Saper perdonare significa, quindi, dare prova di grande tolleranza e apertura mentale, ammettere l’errore dell’altro, e accettare che questa persona ci ha fatto soffrire.

Perché perdonare?

Perdonare non significa dimenticare, e nemmeno capire o scusare un difetto o un atto che ci ha ferito; si tratta ancora meno di un favore che si concede “al colpevole”, o di un modo perché lui possa stare meglio e ricominciare!

Alcune buone ragioni per perdonare:
– Saper perdonare può essere un atto un po’ egoista, che si fa per se stessi, per sentirsi più leggeri e felici. Perché si sa: l’odio o la volontà di vendetta ci impediscono di dimenticare e, alla lunga, demoralizzano.
– Saper perdonare, vuole anche dire perdonare se stessi e uscire da uno stato d’insofferenza per riprendere le redini del proprio destino. Perdonare permette di togliersi un peso, liberarsi di un passato che ci opprime, recuperare la propria autonomia.
– In alcuni casi, il perdono può portare a una riconciliazione, prendendo le distanze dagli eventi che ci hanno offeso. Il perdono serve semplicemente a farci capire che non serve a niente rimproverare, ma si deve piuttosto prendere atto per andare avanti.

Le grandi tappe del perdono
Il perdono a volte è lungo e doloroso, e passa attraverso varie tappe:
La consapevolezza: ti hanno fatto del male e inizi a prenderne coscienza. Alcuni soffrono e rimuginano in silenzio, altri scelgono di sviluppare strategie diverse, razionalizzano l’accaduto, o rifiutano di accettare l’evento.
I rimproveri: hai scelto di prendere coscienza delle cose ed esprimere la tua rabbia e la tua indignazione. Questo è un passaggio doloroso ma importante per trasformare, in seguito, l’energia negativa in positiva. Esprimere l’odio e l’amarezza che provi, quindi, è necessario. Capita spesso di provare una vera e propria antipatia per la persona che ci ha ferito, il che a volte aiuta a superare la prova, ed è normale. Invece, è preferibile non rivedere la persona che ci ha offeso, almeno nei primi tempi. L’ideale è parlare ai propri cari di ciò che succede per scaricare le emozioni negative e,  ricevere consigli.
Relativizzare: in seguito arriva il periodo cerniera, durante il quale si fa una specie d’inventario. S’inizia a riconsiderare l’evento che ci ha ferito e s’impara a relativizzare. L’importante è prendere le distanze da quello che è successo, evitando di sentirsi in colpa.
Il perdono: bisogna accettare questo passaggio doloroso e uscire dal ruolo di vittima. Un’amica che ti ha tradita, un familiare che ti ha fatto del male, un uomo che ti ha abbandonata… riuscirai a perdonare solo a due condizioni: se non proverai più rancore nei confronti della persona che ti ha offesa, e se ti sentirai pronta a riprendere le redini della tua vita e ad andare avanti.

A volte il perdono può renderti più forte.

Devo perdonare tutto?
Non si tratta di sapere cosa si deve o non si deve perdonare, ma di capire se si è capaci di farlo. E’ tutta una questione di comprensione e di definizione del perdono.

Libri consigliati per il Perdono:


Gerald Jampolsky

La Forza del perdono

L’amore può salvare il mondo, il perdono può guarirci


Un messaggio semplice, diretto al cuore del lettore, che porta all’apprendimento del perdono di se stessi, del prossimo e della vita anche se deludente. Un’opera “positiva”, che non si sofferma sulle conseguenze nefaste del rifiuto del perdono, ma propone storie vere di piccoli e grandi miracoli suscitati da un atteggiamento di apertura all’amore.

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