I tuoi genitori

Cominciamo con l’elenco parziale, ma significativo, delle convinzioni e aspirazioni più comuni. Le analizzeremo una a una e vedremo quali sono confermate dalle più recenti scoperte scientifi che e quali, invece, smentite.

Sta in cima alla lista perché vogliamo subito liberarci della scusa più utilizzata da coloro che devono affrontare una situazione problematica: è colpa di mia madre (o di mio padre), è ereditario, sono fatto così e basta.

E in effetti… è vero. E non lo è. Si è scoperto, infatti, che dipende da voi.

Per anni si è creduto che la giovialità fosse un comportamento appreso. Sembrava che i figli di genitori felici fossero a loro volta felici, mentre i figli di genitori depressi fossero cupi e malinconici.

Di recente, tuttavia, alcuni scienziati hanno identificato un gene che predispone le persone a favorire ciò che è allegro e positivo e a ignorare ciò che è smorto e negativo.

Lo studio in questione, avendo esaminato a livello subliminale le preferenze per immagini positive, minacciose o neutre, ha evidenziato come le persone che avevano ereditato due copie della variante lunga del gene 5-HTTLPR (che controlla il trasporto della serotonina, neurotrasmettitore legato alle variazioni di umore) erano più inclini a preferire le immagini positive, rispetto ai soggetti che nel loro corredo cromosomico presentavano soltanto la variante corta dello stesso gene.

Ma questo significa forse che tutti quelli privi del “gene della felicità” debbano rassegnarsi a una vita di tribolazioni e sconforto?

No di certo. Contrariamente a ciò che alcuni genetisti vorrebbero farci credere, possedere un certo gene, anche se particolarmente attivo, signifi ca soltanto essere più predisposti a manifestare una certa malattia o un certo comportamento e, a onor del vero, l’influsso che può esercitare un gene è molto minore di quanto la maggior parte di voi non creda. L’elemento davvero determinante è l’ambiente, interno ed esterno, in cui questo gene si trova ad agire. Per vostra fortuna, questo libro contiene strumenti che vi permetteranno di agire direttamente sulla chimica del vostro cervello, influenzando in modo sistematico il vostro stato e il modo in cui rispondete agli stimoli esterni.

Attraverso questo processo cambierete non soltanto le sensazioni che provate: potreste addirittura modifi care quel gene19. Rileggete l’ultima frase ancora una volta. Sì, è proprio così! Ciascuno di noi può riscrivere il proprio codice genetico partendo dalle scelte che compie, dalle proprie azioni e dal proprio stile di vita. E se non riuscite a essere abbastanza motivati da volerlo fare per voi stessi, fatelo per i vostri futuri fi gli. Diventate il vostro io migliore.

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Come liberarsi dalle paure

paure-fobie

Come liberarsi dalle paure e dalle fobie

Per trasformare un atteggiamento, un modo di reagire, per liberarci di ciò che ci impedisce di star bene con noi stessi, vi sono tre tappe essenziali:

  1. prenderne coscienza (non si può cambiare nessuna reazione di cui non siamo coscienti);
  2. l’accettazione (si tratta qui di riconoscere, di ammettere la situazione qual è. Fintantoché non ammettiamo onestamente di aver bisogno di aiuto, non passiamo all’azione per chiederlo). Le prime tappe del percorso degli alcolisti anonimi consistono nell’accettare di essere alle prese con un problema di alcolismo, e nel riconoscere la propria incapacità a liberarsene da soli;
  3. l’azione (non è quello che sappiamo che può cambiare il nostro modo d’essere, ma ciò che facciamo con quello che abbiamo scoperto).

Queste tre tappe sono fondamentali in tutto il processo di trasformazione o di guarigione; puoi dunque servirtene per liberarti delle tue paure o delle tue fobie.

La maggior parte delle paure che proviamo sono inconsce.
1.      Ecco un semplicissimo esercizio per sviluppare la presa di coscienza: scrivi spontaneamente tutto ciò che ti viene in mente e che comincia con “non vorrei”. Ad esempio, non vorrei essere malato, non vorrei perdere il lavoro, eccetera. Poi rileggi queste tue frasi sostituendo il “non vorrei” con “ho paura”, e ti sarai fatto un’idea piuttosto precisa delle paure che hai.

Puoi rifare l’esercizio anche se già ne conosci il significato; ciò che importa, una volta che avrai scoperto la paura che porti in te, è di accettarla, di concederti il fatto che puoi aver paura. Ammettere una difficoltà o una debolezza significa essere già in cammino per superarla.
Ricordo un certo periodo della mia vita in cui diverse persone trovavano che avevo un’aria altera, snob. E tuttavia si trattava solo del meccanismo di compensazione, per mascherare un senso di inferiorità, la paura di non essere amata. Ne parlai con la direttrice del centro di crescita personale che frequentavo, le dissi che mi sentivo a disagio rispetto all’idea che le persone si facevano di me, giacché non ero come si immaginavano. Lei mi rispose:«E allora? Hai pure il diritto di avere l’aria snob». Non avevo mai pensato che potessi essere autorizzata ad avere quell’aria. Accettai la cosa, dicendomi che l’importante non era tanto ciò che gli altri pensavano di me, quanto ciò che io pensavo di me stessa. Questa accettazione mi permise di capire la ragione del mio atteggiamento, e riuscii a superarlo.

L’azione riguarda il mezzo da usare per far fronte alla tua paura, per liberartene, per acquisire più fiducia in te e nella vita.
La fiducia è il miglior antidoto contro la paura. Ci sono paure che potrai affrontare, altre che dovrai addomesticare, e altre ancora per le quali bisognerà che tu ti conceda il tempo necessario a liberartene. Ciò che importa, è scegliere il mezzo più adeguato alla situazione in cui ti trovi. Vediamo qualche esempio.
Hai un nuovo lavoro, e hai paura di non essere all’altezza. Puoi ripeterti cento volte «dentro di me ho tutte le carte in regola per riuscire, e ho successo in tutto»; ma puoi anche crearti un’immagine mentale: ti rilassi per bene e ti visualizzi con il tuo datore di lavoro che ti fa i complimenti. Se non riesci a vederti, cerca di immaginare almeno la sua voce. Il risultato sarà altrettanto buono.
Ti sei appena comprato una casa e hai paura che ti manchino i soldi; puoi chiederti:«Mi è mai mancato il necessario, fin qui?». Convinciti allora che, se non ti è mai mancato, non ti mancherà mai. Ed è giusto così. Se una delle tue lezioni di vita fosse collegata alla mancanza del necessario, non avresti più soldi da un pezzo.

Un altro modo di prendere coscienza delle tue paure sta nel prestare attenzione a tutto ciò che ti fa esitare, a ciò che non osi dire o fare.
Ad esempio, se ti propongo di parlare di un tuo progetto durante una serata dedicata alla raccolta di fondi per un’opera umanitaria, ecco che ti prende l’angoscia: non sai se devi accettare. Vuoi certamente contribuire all’opera umanitaria, ma non ti senti in grado di parlare davanti a un pubblico così numeroso. Puoi soffermarti a cercare la paura che ti angoscia e ti fa esitare; è la paura d’essere criticato? di ciò che gli altri possono dire o pensare? di venire ridicolizzato? di fare delle gaffes?
Forse nella tua memoria emozionale c’è un ricordo del tipo: dovevi parlare davanti a tutta la classe, e hai detto una scemenza; i compagni si sono messi a ridere e tu ti sei sentito ridicolo.

La paura di perdere una persona che ci è cara può molto spesso renderci possessivi e soffocanti. E’ proprio ciò che conduce l’essere amato a volersene andare per respirare.
Ricordati che l’amore, per essere sano e vivo, ha bisogno di respirare: se soffoca, l’amore muore. La fiducia permette all’amore di fiorire. Per superare questa paura, accetta semplicemente che le persone che incrociano il tuo cammino si presentano a te per farti evolvere, e tu, a tua volta, per aiutarle nel loro cammino.
Trattenere la persona che ami, significa spingerla ad andarsene.
Approfittare degli istanti in cui l’altro è presente, ringraziare di tutto ciò che si può condividere giorno per giorno può invece solo rinforzare il legame che vi unisce. Se un giorno la persona che ami dovesse andarsene (perché muore o per un’altra ragione)quegli istanti privilegiati che ti avranno colmato la coppa del cuore ti permetteranno di dare quest’amore a un altro. Se invece dedichi tutti questi momenti alla paura, la persona amata se ne andrà e la tua coppa sarà vuota, dopodiché ti aggrapperai a qualcun altro, con la speranza di riempirla di nuovo. Di fatto riproduciamo sempre la stessa sceneggiatura, fino a che la nostra maturità affettiva sarà sufficiente per smettere d’amare come fa il bambino che è mamma-dipendente.

Per superare la paura di ciò che può capitarti, accetta che, quale che sia il cambiamento, è sempre per il meglio.
Anche, se all’inizio, il cambiamento ti spinge a prendere un po’ le distanze, è solo per avanzare un altro po’. Ecco un’altra affermazione che potrà aiutarti di fronte alle situazioni incerte:«Ho fiducia nella mia situazione presente perché Dio, lo Spirito della Saggezza dell’Amore, è con me per guidarmi e sostenermi. Tutto si sistema ora divinamente per me. Trovo la soluzione ideale per la mia situazione».
Quanto all’opinione altrui, sappi che, qualsiasi cosa tu faccia, non potrai mai impedire agli altri di pensare. Permetti loro di non essere d’accordo, di non capire, ma agisci secondo il tuo sentire e le tue aspirazioni, perché non sei venuto a questo modo per rispondere alle aspettative altrui, ma per la tua evoluzione personale.
La paura dell’opinione altrui è collegata alla paura di non essere amato e apprezzato. Apprezzandoci e rispettandoci, attireremo necessariamente amore e rispetto. Quest’affermazione può aiutarti:«Sono una persona formidabile, diversa dagli altri ma altrettanto importante. Mi rendo conto che posso molto, e che gli altri mi apprezzano molto. D’ora in poi agirò in funzione delle mie aspirazioni e del rispetto che ho per me». “Osare” è l’antidoto migliore contro la paura! Dice un proverbio indù:«Si muore per non aver osato».

Claudia Rainville, tratto dal libro «Ogni sintomo è un messaggio»

La guarigione a portata di mano

Prezzo € 24,00
Compralo su Macrolibrarsi

Dieci anni di lavoro nel campo della microbiologia hanno fornito a Claudia Rainville il rigore, il metodo d’indagine e di analisi necessari per questa ricerca, durata a sua volta diciannove anni. L’esperienza personale della malattia (cancro, mal di schiena cronico, depressione nervosa e una quantità di operazioni) e l’autoguarigione completa che ne è seguita hanno condotto la Rainville a testare con altri la sua convinzione: VI È UNA CORRELAZIONE fra sintomo e causa profonda, confermata dal vissuto personale di migliaia di uomini e donne che si sono rivolti a Claudia Rainville. Se siete fra coloro che s’interrogano sul senso profondo della loro malattia, questo libro potrebbe condurvi alle cause profonde e dare il via ad un vero processo di autoguarigione. Leggere i sintomi come messaggi del corpo: una chiave semplice, fondata su un’enorme casistica, per comprendere cosa c’è dietro una malattia e guarire.

La metamedicina va al di là della semplice cancellazione del dolore o della scomparsa dei sintomi, incentrandosi sulla ricerca del fattore responsabile dei disturbi.

Ogni sintomo è un messaggio è un grande best seller di Macrolibrarsi ed è considerato dalle persone che lo hanno letto una bibbia della salute.

Come rilassarti

rilassarti

Il modo migliore per rilassare il corpo è cominciare col tenderlo, poiché così facendo potrai distribuire uniformemente il flusso di tensione dalla testa ai piedi. In questo modo, quando poi rilasserai i muscoli, se ne saranno andate anche tensioni che nemmeno sapevi di avere.
Questo procedimento è utile anche in caso di tensione emotiva. Molto spesso possiamo liberarci da un’emozione solo quando ha raggiunto l’apice della sua intensità, poiché prima non era ancora abbastanza definita perché potessimo metterla a fuoco chiaramente.
Anche le nostre debolezze psicologiche sono difficili da affrontare finché sono sostenute da un’energia mentale debole. Una persona può sembrare del tutto innocua, fino a quando la buona salute e la rinnovata energia non fanno emergere improvvisamente in lei una vena di meschinità che era in agguato da sempre.
Le crisi spirituali e le prove della vita sono una benedizione, nel senso che contribuiscono a mettere “sotto tensione” i nostri difetti, rendendoci più consapevoli della loro esistenza. La calma accettazione che annuncia il superamento di una prova è spesso accompagnata dalla liberazione da quella debolezza.

Per raggiungere uno stato di rilassamento fisico, necessario per poter meditare profondamente, dapprima tendi e poi rilassa tutto il corpo.

Per cominciare, fai alcuni respiri lenti e profondi per liberare il sangue dall’eccesso di anidride carbonica. Se hai abbastanza tempo, esegui questo esercizio:
1) inspira, contando mentalmente fino a 12
2) trattieni il respiro, contando fino a 12
3) espira, sempre contando fino a 12.
Ripeti da 6 a 12 volte, poi inspira profondamente e tendi tutto il corpo, non di colpo ma gradatamente, con tensione bassa, media e infine alta. Tendi con forza sufficiente a far vibrare tutto il corpo. Poi espira velocemente e rilassa ogni tensione. Ripeti ancora una o due volte.
Da qui in avanti, è importante che tu mantenga il corpo immobile. All’inizio può esserti difficile stare seduto perfettamente fermo, abituato come sei a muoverti di continuo; nel momento in cui decidi di stare immobile, è probabile che ti assalga il bisogno irrefrenabile di muoverti! Tuttavia, più a lungo riesci a mantenere il corpo completamente immobile, più ti sarà facile continuare a farlo. La tua irrequietezza fisica svanirà dopo cinque minuti o poco più e ben presto potrai apprezzare quella sensazione di libertà dalla coscienza del corpo.
Ricorda, essere legato ai muscoli significa essere schiavo del corpo. Getta via mentalmente il corpo e soffermati sul pensiero dello spazio.

Visualizzati circondato di spazio: spazio tutt’intorno a te; spazio che penetra lentamente nel tuo corpo attraverso i pori della pelle, come una purissima luce evanescente; spazio che permea il tuo corpo e lo rilassa completamente.
Di tanto in tanto, controlla mentalmente che il corpo sia ancora rilassato. Concentrati sulle tensioni che senti, visualizzando spazio o pura luce in quei punti.

Oppure, se senti che tutto il corpo sta diventando teso, inspira nuovamente, tendi il corpo, espira con forza e rilassati.
Anche il rilassamento mentale è importante. Non puoi meditare profondamente – anzi, non puoi meditare affatto – se la mente è tesa. Tra le cause principali di tensione mentale ci sono sentimenti di ostilità, rabbia e competitività, come pure il desiderio di esercitare il potere, in un modo o nell’altro, sulle persone o sugli avvenimenti.
Per rilassare la mente, concentra la tua attenzione nel cuore. Immagina in quel punto una pura luce bianca. Visualizza raggi di amore e di armonia che si irradiano da quella luce nel mondo intorno a te. Il cuore è il centro del sentire emotivo. Se le emozioni sono altruistiche e calme, si trasforman in intuizione e portano un’espansione della libertà interiore; se invece sono egoistiche o perturbate, causano solo confusione e un senso di schiavitù interiore.

Molto spesso, l’energia che fluisce dal cuore verso l’esterno ha l’effetto di intrappolare le persone nelle cose, negli avvenimenti o nella vita degli altri. Questi individui sono pieni di desideri e di avversioni; afferrano altri raggi di energia per possederli, oppure li combattono nella speranza di indebolirli e di vincerli. Immagina invece che nel tuo cuore ci sia una luce benefica.

Irradia all’esterno questa luce, come una benedizione per tutti. Benedici mentalmente tutti coloro che si trovano intorno a te. Poi invia benedizioni dal tuo cuore agli abitanti di ogni Paese, su tutta la Terra. Invia raggi d’amore a tutte le creature, a tutte le cose. Benedici le rocce, i deserti, gli immensi oceani e le alte montagne. Circonda il mondo intero di un’aura di luce, di amore, di gioia, perché tutto è vivo. Tutti gli esseri, tutte le cose create manifestano coscienza a vari livelli e sono parte della medesima vita, senza principio né fine, che anima anche te.
Più offri te stesso come canale di pace e di benedizioni per tutti, più ti sentirai colmato di benedizioni e di pace interiore.

Tratto dal nuovo libro, Io amo meditare, di Swami Kriyananda

Guida pratica per la pace interiore

Prezzo € 11,50
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“E’ un fatto: in tutto il mondo sempre più persone praticano la meditazione …e la amano! La meditazione non è affatto difficile da imparare .In questo prezioso libro sarai guidato passo passo da uno dei massimi esperti contemporanei, Swami Kriyananda, che ha imparato a meditare con il grande maestro indiano Paramhansa Yogananda e pratica e insegna la meditazione da oltre cinquant’anni. Con visualizzazioni.”

Vorrei ma non posso

vorrei-elefante

Quando ero piccola andavo al circo soprattutto perché mi piacevano gli animali. Ad attirarmi era in particolar modo l’elefante, perchè durante lo spettacolo quel bestione faceva sfoggio di un peso, di una dimensione e di una forza davvero fuori dal comune.

A colpirmi tuttavia era anche il fatto che dopo il suo numero, e fino a un momento prima di entrare in scena, l’elefante era sempre legato a un paletto conficcato nel suolo, con una catena che gli imprigionava una delle zampe.

Eppure il paletto era un minuscolo pezzo di legno piantato nel soltanto per pochi centimetri. E anche se la catena era grossa e forte, mi pareva ovvio che un animale in grado di sradicare un albero potesse liberarsi facilmente di quel paletto e fuggire.

Era davvero un bel mistero…

Che cosa lo teneva legato allora?
Perché non scappava?

Fu solo quando crebbi ed ebbi la fortuna di imbattermi in chi riuscì finalmente a dare una risposta a queste mie domande, che scoprii questo: l’elefante del circo, nonostante la sua forza e le sue monumentali dimensioni, non scappa perché è stato legato a un paletto simile quando era molto molto piccolo..

Chiusi gli occhi e immaginai l’elefantino indifeso appena nato, legato al paletto. Immaginavo che in quel momento l’elefantino provasse con tutte le sue poche forze a spingere, a tirare, nel tentativo di liberarsi, ma che nonostante gli sforzi non ci riuscisse perché quel paletto era troppo saldo per lui.

Lo vedevo addormentarsi sfinito e il giorno dopo provarci di nuovo, e così il giorno dopo e quello dopo ancora…

Finchè un giorno, un giorno terribile per la sua storia, l’animale accettò l’impotenza rassegnandosi al proprio destino…

E’ dunque questa la conclusione di questa triste storia: l’elefante enorme e possente che vediamo al circo non scappa perché, poveretto, crede di non poterlo fare.
Reca impresso il ricordo dell’impotenza sperimentata subito dopo la nascita.
E il brutto è che non è mai più ritornato seriamente su quel ricordo. E non ha mai più messo alla prova la sua forza, mai più…

Anche noi esseri umani abbiamo i nostri paletti che ci tengono imprigionati..

Anche noi siamo un po’ tutti come l’elefante del circo: andiamo in giro inconsapevoli, incatenati a centinaia di paletti che ci tolgono la libertà.

Viviamo pensando che “non possiamo” fare una serie di cose semplicemente perché una volta, quando eravamo piccoli o nelle nostre esperienze passate di adulti, ci abbiamo provato e abbiamo fallito, oppure perché, qualcuno ci ha detto e ripetuto che non saremmo stati in grado di farlo.

Allora abbiamo fatto come l’elefante, abbiamo inciso nella memoria questo messaggio: non posso, non posso e non potrò mai!

Siamo cresciuti portandoci dietro questo messaggio che ci siamo trasmessi da soli, perciò non proviamo più a liberarci del paletto.

Quando a volte sentiamo la stretta dei ceppi e facciamo cigolare le catene, guardiamo con la coda dell’occhio il paletto e pensiamo: “non posso e non potrò mai…

Viviamo condizionati dal ricordo di qualcosa accaduta durante la nostra infanzia o nel nostro passato, nonostante oggi non esista più…

Cosa sono dunque questi paletti che ci tolgono la libertà?

Questi paletti sono le nostre credenze o convinzioni limitanti che non ci permettono di accedere alle nostre risorse interiori imprigionandoci in limiti che noi stessi abbiamo creato..…

di Chiara Svegliado

Come spezzare il paradigma delle false credenze

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Questo libro è dedicato all’accettazione dell’enorme potere che è in ognuno di noi e alla consapevolezza di non essere mai a più di una credenza di distanza dal nostro più grande amore, dalla nostra più profonda guarigione e dai nostri più straordinari risultati e miracoli.
La scienza ha riconosciuto che siamo immersi in un universo plasmabile, dove ogni cosa e fenomeno, dagli atomi alle cellule e alle galassie, cambia per adeguarsi alle nostre credenze.

Ne consegue che il nostro unico limite è rappresentato dal modo in cui ognuno di noi concepisce e percepisce se stesso nell’universo di cui è co-creatore.

In queste pagine scoprirete come utilizzare l’immenso potere che deriva dalle vostre credenze, curando quelle che in passato vi hanno limitato, identificando quelle che possono far regredire la malattia dal vostro corpo, scoprendo quelle che creano nella vostra vita rapporti duraturi e capaci di nutrirvi e infine individuando quelle che portano la pace nella vostra vita, nella vostra famiglia, nella vostra comunità e nel mondo in cui vivete.

La guarigione spontanea delle credenze spiega e dimostra, in maniera chiara e completa, che siamo gli architetti e gli scultori della nostra realtà e che abbiamo il potere di guidare l’organizzazione delle particelle che compongono la materia.

Le credenze unite ai sentimenti che esse suscitano in noi sono il linguaggio dei miracoli.
Dopo il successo mondiale di La Matrix Divina, Gregg Braden ha subito raggiunto i primi posti delle classifiche con quest’opera fondamentale che ci aiuta a scoprire e realizzare le nostre passioni e aspirazioni più profonde.