Le Bambole di Carta – Julia Donaldson

“C’era una volta una bambina con le pantofole a forma di tigre
e il soffitto pieno di stelle
e una molletta con una farfalla che cadeva sempre
e due pesci rossi
e una mamma gentile che la aiutava a ritagliare bambole di carta.”

Una mamma gioca con la sua bambina e insieme creano incantevoli bambole di carta: sono Puntina e Righetto, Gina Girata, Teo con due nasi e Betta Fiocchin. Le bambole di carta, tenendosi sempre per mano, ballano, cantano, e affrontano i peggiori pericoli: un dinosauro, una tigre, un feroce coccodrillo.

Finché un giorno un bambino con un paio di forbici non le divide e le bambole, ridotte a pezzettini di carta, volano in cielo e se ne vanno per sempre. Ma le bambole non spariscono, continuano a cantare e a tenersi per mano nella memoria della bambina, nella quale ci sono altre cose belle.
Man mano che la bambina cresce e diventa madre lei stessa, conserva questo ricordo nella sua mente e lo condivide con sua figlia.

L’autrice, Julia Donaldson, non smette mai di stupire e dopo aver fatto entrare nel bosco del mostro Gruffalò piccoli lettori di tutto il mondo, con “Le bambole di carta” edito da Rizzoli, l’autrice inglese racconta una storia tenera e intensa con protagonista una bambina simpatica e un po’ eccentrica che si dedica con passione e dedizione a ritagliare bambole di carte.


Il racconto è magistralmente accompagnato dalle illustrazioni tenere di Rebecca Cobb aprendo una finestra sul mondo dell’infanzia, sulla grande importanza della creatività e dei sogni che anche se affidati a un semplice foglio carta che si usura o può essere tagliato e distrutto persistono nel tempo e regnano nel cuore di ognuno di tutti noi… anche quando diventiamo grandi.

È possibile usare il libro Le bambole di Carta per parlare ai bambini di quanto possiamo sentirci tristi quando le cose vanno perse e se ne sono andate, ma c’è un modo per trattenerle nella nostra mente e nel nostro cuore e così possono continuare a vivere.
Vi lascio l’immagine qui di seguito da salvare e stampare per creare e colorare a vostro piacimento le vostre bambole di carta. Ecco che dopo la lettura si può trascorrere del tempo insieme ❤

 

C’è un grande ritornello che piace e involontariamente diventa melodia leggendo la storia
“Tanto non ci prendi.
te lo scordi, sai!
Noi ci diam la mano e non ci lasciamo mai.
Siamo Puntina e Righetto e Gina Girata e Teo con due nasi e Betta Fiocchin!”

Non solo il libro è una lettura divertente e leggera, ma contiene anche un bellissimo messaggio su come la vita chiude il cerchio con la bambina che cresce e crea bambole di carta con la sua stessa bambina. L’ho trovato molto emozionante…


Questa storia è un toccante promemoria della crescita dei bambini e del passare del tempo, e questo può essere molto toccante come un genitore che legge a un bambino piccolo. Affronta anche il tema della perdita, e penso che sarebbe un buon libro da condividere con un bambino che ha vissuto un lutto o qualsiasi altro tipo di perdita, poiché si basa sull’idea che niente e nessuno è andato per sempre, loro vivrà sempre nei tuoi ricordi.

CURIOSITA’: Pensate che con queste bamboline di carta è stato battuto il record mondiale della catena di paper dolls più lunga al mondo e proprio qui a Londra.
Era l’11 Novembre 2013 e le 45.252 bamboline di carta create da una miriade di bambini, genitori, volontari, servirono per raccogliere fondi per Save The Children. Un’evento spettacolare! Potete vedere qualche foto qui:

Una bella storia sull’infanzia e quelle piccole cose che rimarranno impresse nella tua memoria da adulto.
Una storia che ricorda la magia dei bambini e il potere dell’immaginazione.
Un paio di forbici aiutano a creare e distruggere una catena di bambole di carta, ma le loro avventure rivivono nella memoria dei bambini.

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Io gomitolo, tu filo – Alberto Pellai

“All’inizio, eri gomitolo come me…
anzi, eri proprio dentro di me.
E un giorno sei diventato filo,
ma io sono rimasta gomitolo per te.”

L’autore, con queste parole, parla ai bambini, ma anche agli adulti, come spesso gli albi di qualità riescono a fare tenendo insieme piani diversi, attraverso la storia di Filo e Gomitolo…


Nasciamo immersi nell’amore di chi ci fa entrare nella vita. Da quell’amore veniamo avvolti e cullati. Nutriti e accuditi. L’amore che ci tiene, mantiene e sostiene quando non siamo ancora in grado di farlo da soli è quello che costruisce dentro di noi la dimensione della sicurezza e della protezione, che ci permette di fidarci e affidarci alla vita.
John Bowlby nella seconda metà del ‘900 ha rivoluzionato il nostro modo di comprendere la genitorialità e i bisogni evolutivi del neonato formulando la teoria dell’attaccamento grazie alla quale ha fornito una cornice teorica di importanza fondamentale per comprendere quanto e come le cure che riceviamo da chi ci ama e accudisce sin dal primo giorno della nostra esistenza determinano lo stile, il modo e l’attitudine con cui poi ci muoviamo nei territori della vita.

Quando ti ho visto ho detto: “Oh io ti adoro!”
Eri un filo corto corto….. ma che grandissimo tesoro
Ti guardavo dormire e mi dicevo “Com’è bello il mio filo nella culla”
A volte mi avvolgevo accanto a te …. E non pensavo a nulla proprio a nulla.

Io gomitolo, tu filo è un viaggio attraverso le principali tappe evolutive della relazione madre-figlio, dal primo incontro, alle prime esplorazioni, racconta di incontri, luoghi, desideri, pensieri, avventure.
Una narrazione delicata che ripercorre tutte le tappe del percorso di crescita attraverso cui il bambino comincia a esplorare il mondo per comprenderle appieno e imparare a viverle con serenità.
Amare e accompagnare un figlio nella vita significa proprio questo:
insegnargli a staccarsi da noi, avendogli fornito la certezza che noi rappresenteremo per sempre la base sicura, il porto verso cui potrà direzionare la sua navigazione quando le onde diventeranno spaventevoli o il mare della vita diventerà tempesta.

“Amare significa imparare a lasciar andare, avendo prima però costruito una stanza nel cuore in cui l’amore di un genitore per il proprio figlio (e viceversa) troverà sempre il proprio luogo elettivo”.
Alberto Pellai

Alberto Pellai, medico e psicoterapeuta dell’età evolutiva ci accompagna a conoscere in modo semplice e chiaro la teoria dell’attaccamento grazie a questa tenera metafora di un gomitolo da cui nasce un filo.
Ci sono molti momenti che mamma gomitolo e il suo filo condividono, dalla nascita, alla prima pappa, alle prime parole…
Mamma gomitolo accompagna costantemente il suo filo alla scoperta di quello che lo circonda, dei fiori, di altri gomitoli e fili, di nuovi ambienti come la scuola.

Man mano che filo cresce aumenta la distanza percorribile dal filo che si allontana verso il mondo, mentre mamma gomitolo rimane porto sicuro verso cui tornare nel momento del bisogno.
Io gomitolo, tu filo di Alberto Pellai edito da De Agostini è un libro dolcissimo ed emozionante. Con un testo poetico racconta a grandi e piccini una teoria che altro non è che una tenera storia di vita, una filastrocca da narrare accoccolati stretti stretti.
Tutti noi abbiamo vissuto un pezzo di storia di vita in cui siamo stati Filo prima di trasformarci poi in Gomitolo per qualcun altro. In questa continuità di vita e di legami da cui proveniamo e che creiamo e generiamo, si snoda la meravigliosa matassa in cui è avvolta la nostra Vita.


Io gomitolo, tu filo, non è una semplice storia, è la voce interiore della vita, grazie anche alle illustrazioni piene di amore e poesia di Ilaria Zanellato il complemento perfetto che le trasforma in nutrimento per l’anima, riempendo tutte le pagine ci trasportano in questo mondo colorato pieno di fili e gomitoli, e delle loro avventure.
Pagina dopo pagina raccoglie con piccole frasi che pulsano d’Amore la nostra storia, una storia fatta di bellezza e calore, di protezione e autonomia, di vicinanza e distanza, di crescita e cadute, di spazi ed esperienze.
Frase dopo frase ci guida e culla verso una lettura chiara e semplice della relazione madre-figlio, verso la famosa relazione di attaccamento.

“Filo si spinge sempre più lontano.
Vuole conoscere, esplorare e la mamma ha un po’ paura nel vederlo andare lontano.
Ma, per il suo bimbo, ha imparato a cambiare forma, è diventata un grande mappamondo.
Poi, il suo bimbo è volato in alto come un grande aquilone.
Ma il filo tra loro non si è spezzato,
anzi è ancora più resistente solo più sciolto e lungo. “

Questo è un libro che profuma di abbracci e di vita, perfetto per la buona notte, oppure da leggere insieme stretti stretti, un libro da regalare per ricordare il nostro affetto immenso, un libro per ricordare che ci siamo, un libro speciale
Per tutte tutte le mamme del mondo…per tutti i gomitoli che ogni giorno lasciano andare un po’ più lontano il loro filo

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Io ci sarò – Ann Stott

Ti prenderai cura di me anche adesso che son cresciuto?

Questo affascinante libricino risponde alla domanda di un bambino su quando la sua mamma finirà di essere la sua mamma ora che non ha “bisogno” di lei così tanto.
I bambini adorano l’idea di crescere e di fare le cose da soli. È divertente vestirsi, leggere e fare la doccia come un bambino grande. Ma è anche un po’ spaventoso. Correndo lungo un muro di pietra, il bambino chiede a sua madre:

“Ti prenderai ancora cura di me quando sarò grande?”

Ann Stott e Matt Phelan, offrono un ritratto onesto e affettuoso di un bambino che fa i primi passi verso l’indipendenza.

Io ci sarò pubblicato da Pulce edizioni è una celebrazione dei successi di un bambino in crescita e una rassicurazione sul fatto che la mamma sarà sempre lì.
Una mamma è una mamma e lo sarà sempre, anche quando non dovrà più allacciare le scarpe o leggere il libro della buona notte, anche quando non ci sarà più il bisogno di spingere il proprio bimbo sull’altalena o quando non dovrà più fargli il bagnetto.
Una mamma è una mamma e camminerà sempre al fianco del suo bambino.

 

“Io sono la tua mamma e questo non cambierà mai.
Anche quando sarai grande, io ci sarò.”

Adoro le illustrazioni di Phelan, dolci e gentili e con molta espressione nei volti.


Una buona lettura per i bambini in età prescolare/asilo che stanno lentamente diventando più indipendenti e fanno di più da soli. Il testo in modo genuino, diretto e semplice, mostra queste fasi dell’indipendenza del bambino e del vicino sostegno dei genitori.


I colori tenui trasmettono la vicinanza tra mamma e bambino.
Un dolcissimo libro per i bambini che hanno superato la fase del bebè, ma hanno ancora bisogno di sapere che la mamma è lì per loro…e leggerlo assieme in un caldo abbraccio è stupendo ❤

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Forza, Daisy! – Jane Simmons

“Devi starmi vicino, Daisy”
disse Mamma Anatra.
“Va bene” disse Daisy.
Ma Daisy non ubbidì.

La madre di Daisy la avverte di starle vicino, ma ci sono tante distrazioni nello stagno!


Inizia così l’avventura di una piccola anatroccola, che guarda i pesci, gioca con le libellule, salta sulle ninfee, incontra una ranocchia, ma improvvisamente si rende conto di essersi allontanata troppo dalla mamma e quando un grosso pesce le passa sotto ed un falco le vola sul capo, benché al riparo nel canneto, Daisy vorrebbe tanto che la sua mamma fosse lì!


Per fortuna ecco arrivare Mamma Anatra: la piccola Daisy avrà imparato la lezione?

Forza, Daisy! di Jane Simmons edito da Logos fa parte della collana “Gli albi della Copi” e racconta una storia adorabile per i bambini più piccoli che ricorda l’importanza di ascoltare mamma, papà e gli adulti che li accompagnano.
I bimbi si riconoscono fin da subito nella piccola Daisy, stessa voglia di scoprire, stessa curiosità, e quel pizzico di sicurezza e spensieratezza che è marchio dei più piccoli 😉

L’autrice è un personaggio davvero particolare, in un’intervista ha raccontato da dove nasce la storia di Daisy, infatti ha sempre usato il mondo intorno a lei per le mie storie. Quando ha scritto e dipinto Forza, Daisy! viveva su una barca che si chiama Prosperity in Cornovaglia. I dipinti provengono da tutto ciò che poteva vedere, come gli anatroccoli che nuotavano intorno alla sua barca. Si perdevano sempre, proprio come il figlio di un suo amico che per poco non si perdeva nel mercato mentre lo attraversavano.

Le illustrazioni corrispondono perfettamente alla storia. Sono in effetti bellissimi dipinti, il lavoro del pennello è evidente nelle immagini e aggiungono un tocco stravagante e morbido per abbinare le parole. La storia stessa ha un ritmo perfetto. Non è una storia in rima, ma la struttura della frase breve e la ripetizione di parole e frasi aiuta l’interazione e consente ai bambini di “leggere” la storia da soli, inoltre è perfetta per una lettura ad alta voce in gruppo 😉

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L’arcobaleno del Tempo — Jimmy Liao

«Mamma se ne andò quand’ero piccola.
Se piangevo perché ne sentivo la mancanza,
papà diceva:
“Dai, andiamo al cinema!”.

“Alla mamma piaceva tanto guardare i film,
forse un giorno la incontreremo”».

Inizia così la storia di questa bambina, che per tutta la vita trova nel cinema un momento di conforto, di pausa e un luogo speciale in cui condividere le proprie emozioni con il padre e non solo. Quando però lo schermo si spegne la tristezza interiore riaffiora, ma questo momento intimo e liberatorio diventa un luogo catartico che pian piano aiuta ad andare avanti.

Giorno dopo giorno, film dopo film la vita scorre e la bambina cresce tra discorsi immaginari con la madre, passeggiate con il padre e film che condivide con gli amici, con i ragazzi, ma soprattutto da sola.

“C’erano momenti in cui mi sentivo confusa
e dovevo affrontare problemi che mi parevano insormontabili…
Per fortuna, quasi per caso,
trovavo le risposte nei film e la vita ricominciava.”

L’arcobaleno del tempo” ci porta sulle montagne russe delle emozioni e ci tiene incollati alle sue tavole fino dalla prima all’ultima pagina con la necessita di fare questo viaggio, di guardare questo film.
E’ proprio come un viaggio che ci racconta il potere dell’amore e del cinema, in un romanzo illustrato dalle molte sfaccettature che diventa evocativo per gli appassionati di cinema, ma ha molto da raccontare anche a tutti gli altri.

Il cinema, un luogo chiuso, come se proteggesse dalle insidie del mondo e della vita. Sembra quasi il posto ideale dove poter coltivare il proprio mondo, elaborare mancanze, popolare solitudini, imparare ad affrontare le proprie paure, per poi tornare a quella vita reale di fuori, che procede dritta seguendo la sua ferrea logica.

“Ah! La vita nei film è meravigliosa!”

Per la protagonista del libro illustrato, il cinema è sempre stato casa, rifugio, risposte, sogni. Ma anche speranza di ritrovare un giorno sua madre, che ama quel magico mondo, il cinema.
Nelle sale è dove avvengono gli incontri importanti della sua vita, incontra anche l’amore, casuale e inaspettato, che sembra trasformare la realtà in un sogno, la vita in un film, appunto. La vita, però, è un’altra cosa, non è sufficiente condividere le proprie passioni, quando ognuno è divorato dalle proprie mancanze e si tenta di colmare reciprocamente le rispettive solitudini.


Così la protagonista diventata donna va al cinema con sua figlia, aggiungendo storia alle storie, nuove mancanze alle assenze.


L’arcobaleno del Tempo di Jimmy Liao edito da Terre di Mezzo è un libro speciale, in tutte le sue 165 pagine arriva dritto al cuore e commuove con un finale da film che non svelo, perchè merita di essere letto, sfogliato, merita tutto il viaggio. ❤


Jimmi Liao racconta una vita intera, tra alti e bassi, perché come lui stesso dice non esistono dolore o felicità assoluti ma un’alternanza di entrambi…

È un libro illustrato o un fumetto? Per bambini o adulti? In verità è una storia universale che sarà apprezzata da chiunque abbia un interesse per la condizione umana, indipendentemente dall’età o dalla tendenza a un particolare formato di lettura.

“Se seguo la luce del proiettore,
il buio non è più così spaventoso”.

Il cinema è una metafora meravigliosa della vita che come sappiamo mai corrisponde alla vita stessa.
Le illustrazioni di questo libro sono dei veri capolavori romantici e i film citati sono tantissimi da “Tutto su mia madre” di Pedro Almodovar a “When Love Comes” di Chang Tso-chi.
Ciò che però lo rende unico è il modo in cui le parole e le figure ti avvolgono facendoti entrare in empatia con la bambina fin dall’inizio.


Liao crea un’atmosfera fortemente malinconica su un mondo completamente introverso, ma in qualche modo non è mai deprimente. Si crogiola nella nostalgia del passato e si compiace dell’arricchimento che i grandi film possono portare.

La vivida arte di Jimmy Liao spinge la storia a un altro livello. Le immagini che mostra trasmettono un’incredibile profondità di emozioni, indipendentemente dal fatto che la nostra eroina si senta giocosa, confortata, rievocativa o addolorata; il testo della storia è essenziale e limitato a poche righe per pagina, Liao riesce a trovare il giusto equilibrio.


La storia è raccontata in così tanti modi che non è nemmeno necessario conoscere la lingua per capire cosa sta raccontando l’autore.
Tra le pagine di questo film, di questa vita c’è una storia di passione, di abbandoni e di ritrovi, di viaggi fantastici e reali, di alti e bassi di cui la vita è piena.

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Forse… – Chris Haughton

Ok scimmiette! Io vado,
Mi raccomando…

Spingersi ai limiti e trovare un modo per aggirare le regole è qualcosa che i bambini sanno fare abbastanza bene. E, secondo il libro Forse… di Chris Haughton edito da Lapis, anche le scimmiette!

Il pluripremiato autore-illustratore irlandese ci presenta una famiglia di quattro scimmie, che vive in alto su un albero. Quando la mamma scimmia ha bisogno di uscire per un po’ per fare delle commissioni da sola, lascia le sue 3 scimmiette con una semplice richiesta:

“Fate quello che volete
ma NON avvicinatevi all’albero di mango.
E’ pieno di tigri lì sotto.”

Tuttavia, come tutte le creature curiose, le scimmiette inventano una serie di scuse, a cominciare dal termine speranzoso Forse… “Forse potremmo dargli solo una sbirciatina. Ok?”
Detto fatto, presto le tre scimmiette si stanno già dirigendo verso il luogo stesso in cui la madre li ha avvertiti di non andare e inizia la divertente avventura.

“Nessuna tigre di qua?
No!
Nessuna tigre di là?
No!
Nessuna tigre all’orizzonte!
via libera.”

Una volta verificato che non ci siano tigri in giro, decidono che non è sufficiente guardare i manghi, ma forse va bene prendere solo quello che è così vicino all’albero. E poi forse qualcun altro. Ma forse le scimmie dovrebbero stare più attente, perché forse dopotutto ci sono delle tigri in giro…

Come per gli altri libri illustrati amati e pluripremiati di Haughton, anche questo libro presenta la stessa combinazione di testo breve e di facile lettura e trame semplici, perfette per creare abbastanza suspense.


La grafica in Forse… mostra le giocose illustrazioni in stile collage di Haughton e le audaci combinazioni di colori rendendo le illustrazioni incredibili. In questo libro, le scimmie sono in contrasto con il luminoso mondo rossastro della loro giungla e adoro come si possano vedere le espressioni sui loro volti che sono particolarmente divertenti quando si chiedono se forse qualcosa andrà bene..mentre il testo adatto ai bambini in tutto il libro vedrà i primi lettori aprire la strada e scoppiare in risatine ai personaggi birichine riconoscibili.

Le tre scimmie si chiedono costantemente se forse potrebbero avvicinarsi un po’ ai manghi, magari mordere, forse di più, ma mentre le scimmie spingono costantemente la fortuna, alla fine il pericolo appare nella forma delle tigri. Mi piace quanto sia semplice questa storia e come le scimmie finiscono, si spera, per imparare una lezione preziosa, anche se il finale divertente con un po’ di svolta ti fa chiedere se l’hanno fatto davvero!
Come negli altri libri di Haughton, non manca un divertente finale a sorpresa che fa implorare i bambini per un’altra lettura subito 😉

La storia è semplice e molto molto piacevole, è piena di grandi ripetizioni che i bambini apprezzeranno e, sebbene la storia non sia troppo complessa, porta comunque e insegna un’importante lezione sull’importanza di ascoltare gli avvertimenti e anche sul pericolo che a volte può essere in agguato anche quando pensi che sia sicuro. Un messaggio importante racchiuso nella storia che se vogliamo può portare a discussioni con i bambini anche su questo argomento.

Una lettura gioiosa sia per i bambini che per i genitori
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Le storie della buonanotte di Piccolo Orso – Martin Waddell

“C’erano una volta due orsi.
Grande Orso e Piccolo Orso.
Grande Orso è l’orso grande
e Piccolo Orso è l’orso piccolo.”

Tutte le storie contenute in questo libro iniziano così, in una bella caverna nel folto di un bosco. L’orso più grande è pronto a insegnare tutto quello che sa al suo cucciolo.
L’orso più piccolo non vede l’ora di scoprire il mondo che lo circonda.
Le storie della buonanotte di Piccolo Orso di Martin Waddell illustrato da Barabara Firth edito da NordSud è un unico volume che per la prima volta raccoglie le loro avventure:
Sogni d’oro, Piccolo Orso!; Torniamo a casa, Piccolo Orso; Non dormi, Piccolo Orso?; Bravo, Piccolo Orso.

La serie di Piccolo Orso è un intramontabile classico per l’infanzia, pubblicato per la prima volta negli anni 80′ e ancora oggi conquista i bambini raccontando la relazione tra il genitore e il suo bambino con calore e tenerezza, grazie alla magia dell’illustrazione e all’incanto di storie senza tempo.


Una serie di 4 carinissime storie perfetta per la buonanotte, per tematica e struttura. Affrontano con grande intelligenza e delicatezza anche il tema paura del buio, con un ritmo ripetitivo e ridondante quindi molto adatto per conciliare il sonno.
Un classico, adorabile libro della buonanotte che racconta storie semplici e universali in modo limpido e disarmante. In queste storie ritroviamo tutte le mamme e tutti i papà del mondo.
E ci sono tutti i bambini del mondo che cercano una scusa per non andare a dormire.


Ritroviamo situazioni che ben conosciamo con i “grandi” che con infinito amore e tanta pazienza spiegano ai piccoli che si è fatto tardi e che è arrivata l’ora di andare a nanna. E ci sono i piccoli che ancora una volta non vogliono proprio chiudere gli occhi e separarsi dai grandi, nemmeno se le palpebre si sono fatte pesanti pesanti.


Il libro è colmo di emozione, di senso e di verità, di gesti semplici, ripetuti, familiari.
Proprio come accade nella storia più amata, “Non dormi piccolo Orso?” perchè Grande Orso non è un papà qualsiasi. Piccolo Orso ha ragione, là fuori è buio. E nemmeno la lampada più gigantesca della terra potrà mai far scomparire il buio della notte.

Papà Orso prende il piccolo fra le sue braccia, ma non lo porta a letto con sé. Lo porta fuori. Nella notte. Ad affrontare la paura insieme, stretti stretti, guardandola in faccia…capisce che l’unico modo per vincere la paura del buio è accettarla e fronteggiarla insieme.

E magari rendersi conto coi propri occhi che anche il buio può regalare delle sorprese meravigliose.

Non vi svelo le altre storie per lasciarvi il piacere di gustarle insieme ai vostri cuccioli
Buone letture della Buonanotte

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Siete tutti i miei preferiti – Sam Mc Bratney

“C’erano una volta mamma orsa,
papà orso e tre orsacchiotti.”

La storia narra di una famiglia di orsi in cui mamma e papà ripetono ogni sera ai loro tre cuccioli che sono gli orsetti più belli del mondo, il che però non impedisce ai piccoli di mettersi a riflettere una sera dopo aver ricevuto il consueto bacio della buonanotte su come i genitori siano giunti a quella conclusione.
Ed anche se la risposta della mamma (lo sa perché il papà glielo disse il giorno in cui i cuccioli nacquero) li tranquillizza, questo non impedisce che poco tempo dopo tutti e tre i piccoli si pongano un nuovo interrogativo: e se i genitori preferissero uno degli altri fratellini?

“La sera, sia mamma sia papà, sistemando i giacigli ripetevano sempre:
“Siete gli orsacchiotti più belli del mondo!”.

Ovviamente una volta che il dubbio ha fatto capolino, ciascun cucciolo ha le sue ragioni per convincersi che mamma e papà siano più affezionati a qualcun altro: chi non ha le macchie (mentre i genitori le hanno), chi è femmina (e papà potrebbe preferire i maschietti), chi è il più piccino … le differenze fra loro fanno sentire i fratellini meno speciali degli altri e li spingono a chiedere al padre chi sia in effetti il suo preferito. Per fortuna anche questa volta la risposta sarà rassicurante e positiva: i genitori amano tutti i loro figli perché ognuno di loro è perfetto a modo suo.

Siete tutti i miei preferiti di Sam McBratney illustrato da Anita Jeram edito da Rizzoli è un libro tenerissimo, perfetto per raccontare ai nostri cuccioli che non ci sono favoritismi tra i fratelli.
Le illustrazioni di Anita Jeram sono il complemento perfetto per questa storia. Delicate sia nel tratto che nei colori, mantengono lo stesso tono intimo e coinvolgente del testo, come se la dimensione familiare che è la cornice del racconto permeasse il libro nel suo insieme.

Ogni giovane cucciolo di orso è descritto in ordine di nascita, sesso, colore e taglia. Le morbide illustrazioni ad acquerello migliorano lo sviluppo del personaggio mostrando deliberatamente l’unicità di ogni orso. La storia è ambientata nella casa della famiglia degli orsi: la foresta e la luna posta nel cielo notturno raffigura le riflessioni notturne di ogni giovane orso: come faccio a sapere di essere il preferito di mia madre e il preferito di mio padre?

Qualsiasi bambino potrebbe facilmente raccontare di nuovo la storia seguendo le illustrazioni della storia che creano un’atmosfera calda e onirica, rendendo questo libro una scelta perfetta per la lettura prima di coricarsi.

Mi piace il modo in cui entrambi i genitori “tirano in ballo” l’altro (lo so perché papà mi disse, lo so perché mamma mi ha detto) a dimostrazione che entrambi amano svisceratamente i loro piccoli, anche se magari in modo diverso. Proprio analogamente al modo in cui le differenze dei cuccioli non li rendono meno amati, ma solo preferiti per ragioni diverse.

Siete tutti i miei preferiti è una bella lettura anche per prepararsi all’arrivo di un fratellino sia per spiegare ai propri figli che se anche ci comportiamo diversamente in base al carattere dei nostri bambini nel nostro cuore non ci sono dei preferiti ma sono tutti amati allo stesso modo.
Con dolcezza e tanta semplicità la famiglia orsi parla ai bambini di amore incondizionato, enorme e sincero per i figli.
È un bel promemoria per ricordare che i genitori amano tutti i loro figli, ognuno in un modo diverso.
Un bel libro da regalare ai propri figli con una bella dedica di mamma e papà

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Sei un fiore blu – Sonya Hartnett

“Agli altri bambini la scuola
piace, o almeno ci vanno
senza problemi. Io invece
non ci voglio andare mai.”

In Sei un fiore Blu di Sonya Hartnett, edito da Rizzoli, una ragazza si sveglia al mattino, ancora stesa nel suo lettino pensa che è quasi ora di andare a scuola, ma non ci vuole andare.
Una delicata esplorazione della consapevolezza di una bambina che sono le sue differenze individuali e la sua creatività a renderla speciale. Una storia meravigliosamente raccontata da uno dei migliori scrittori australiani, Sony Hartnett.

“A scuola impari a fare cose nuove,
ma io ho troppo paura di sbagliare.
A volte poi non capisco
quello che ci spiega la maestra.”

La scuola è il luogo per i bambini dove si creano i primi legami, le amicizie, dove si imparano sempre cose nuove e soprattutto ci si mette alla prova, ma lei ha troppa paura di sbagliare, sentendosi così non abbastanza all’altezza degli altri…escludendosi da tutto. L’unica cosa che le dà il sollievo sono i suoi disegni.
Ha molto talento nell’arte, ma in qualche modo non lo vede come un punto di forza perché è qualcosa di diverso da quello in cui tutti gli altri sono bravi.

Fortunatamente per lei, sua madre raccoglie la sua paura per la scuola e l’ansia di commettere errori o distinguersi e le dice come essere diversa può essere meraviglioso.
La piccola protagonista dialogando in cucina mentre la mamma prepara la pasta al forno comprende che anche se lei non sa correre forte come gli altri, non conosce una risposta in classe o non fa ridere come i suoi compagni, non significa essere peggiori ma semplicemente si è diversi.. ed è proprio quello che ci rende meravigliosamente unici!

“Essere diversi può essere facile,
ma alla fine capisci che è una bella cosa.”

Così la bambina esce per una passeggiata a guardare le nuvole insieme al suo gatto, e lì immersa in angoli della natura, splendidamente illustrati, riflette, rendendosi conto che tutto ciò che la circonda è unico e diverso.. dagli alberi, al canto degli uccelli e perfino i colori dei meravigliosi fiori, come quelli blu che vede lei e che spiccano in mezzo al campo giallo.

“Questo fiore non è giallo come gli altri, però è bello così, vero?
Il fatto che le cose siano diverse rende il mondo meraviglioso.”

Vede i fiori blu tra le centinaia di margherite gialle, gli alberi ad alto fusto tra quelli bassi ei vari colori e forme delle nuvole che volano sopra di lei.
Vede e sa che essere diversi va bene – potrebbe anche essere meraviglioso!

Sei un fiore blu, pagina dopo pagina porta con sè un messaggio delicato e potente, che arriva dritto al cuore di chi legge o ascolta questo racconto...cattura la complessa vita interiore di una bambina che impara a celebrare tutto ciò che la rende unica!
Sforzarsi di essere come tutti gli altri è una ricerca inutile, la rivelazione provoca un profondo cambiamento e una leggerezza riempie improvvisamente le pagine.

Una bella e delicata lettura, è un dono per quei bambini che si sentono diversi: i bambini tranquilli e premurosi che desiderano comprendere se stessi e il mondo che li circonda, e si irritano contro le strutture consolidate della routine scolastica quotidiana.
In particolare anche per i bambini più grandi che iniziano a notare quanto possano essere diversi dagli altri. Consente conversazioni sulle meravigliose differenze che tutti abbiamo e su come abbracciarle in ogni modo possibile.
Un ottimo libro da usare per sviluppare la consapevolezza dell’importanza delle differenze, la gentilezza verso gli altri e la gentilezza verso noi stessi.

Le illustrazioni di Gabriel Evans, completate ad acquerello e matita, sono bellissime e aggiungono un elemento di meraviglia a questo libro illustrato attraverso il suo uso di colori pastello.

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I Tre Piccoli Gufi (POP-UP) – Martin Waddel

C’erano una volta tre piccoli gufi:
Sara, Bruno e Tobia.
Vivevano in un buco dentro il tronco
di un albero con Mamma Gufa.

I tre piccoli gufi, scritto nel 1992 da Martin Waddell e illustrato da Patrick Benson, edito da Mondadori è considerato un bestseller nel mondo della letteratura per l’infanzia ed è ora pubblicato anche nella versione POP-UP che si fa amare ancor di più dai bambini…e non solo 😉 !

La storia è semplice, breve e coinvolgente dal punto di vista emotivo.
Pensare molto è prerogativa dei gufi, lo sapevate già? Tutti i gufi pensano molto, anche i fratellini Sara, Bruno e Tobia.
I tre piccoli gufi si ritrovano d’improvviso – e nel bel mezzo della notte – nel nido senza la loro mamma. Dove sarà andata? I maggiori, Sara e Bruno, cercano di non farsi sopraffare dalla paura.

Il racconto si snoda intorno al dialogo fra i tre gufetti che affrontano la situazione con atteggiamenti diversi. Sara, la più grande, prende subito la parola (come tutte le femminucce d’altronde), mantiene il sangue freddo e prova a dare spiegazioni logiche alla scomparsa della mamma. Lei è, fra i tre, quella con l’approccio più razionale e speranzoso.

Bruno gestisce la sua ansia affidandosi ai pensieri della sorella e rinforzandoli.

Il gufetto Tobia, invece, non riesce a fare ipotesi, è sopraffatto dalle emozioni e quando parla sa esprimere solo il suo sentimento dominante: “Voglio la mamma!”.

Il dialogo fra i gufetti, in fondo, è il confronto fra le principali risposte interiori che ognuno di noi dà nei momenti di panico: risposta razionale e risposta emotiva, reazione di fiducia e reazione di insicurezza.
Il racconto prosegue in un crescendo di tensione accentuato dai colori scuri della notte. Anche l’ottimista Sara, dopo un bel po’ d’attesa, a un certo punto cede al terrore e pensa “Forse la mamma si è persa”, ma nell’abbraccio coi fratelli trova la forza di chiudere gli occhi e aspettare speranzosa.

E’ proprio Sara a proporre ai fratellini di sistemarsi tutti su un unico rametto, ancora più stretti l’uno all’altro, pelle a pelle, piuma a piuma. Questa è la scena che mi ha più profondamente commossa: la vicinanza e la solidarietà fra fratellini.
I tre gufetti capiscono che, stando uniti, possono sopportare meglio la paura: da qui una profonda riflessione sui legami affettivi e fraterni, sul coraggio e sulla speranza. Sara, Bruno e Tobia si addormentano stretti stretti sul ramo e quando la loro mamma torna sanno che ora tutto andrà bene.

“Perchè vi agitavate tanto?”
chiese mamma Gufa.
“Lo sapevate che sarei tornata.”

 

Le illustrazioni, ben curate e suggestive, sono accompagnate da un testo incisivo ma asciutto, essenziale: ciò rende il libro equilibrato e alla fine della narrazione si percepisce un senso di rassicurante calore.

I Tre piccoli Gufi, racconta una storia perfetta per i bambini dai 2 anni, con una trama che fa vibrare corde profonde. Questo libro, in Italia, è stato pubblicato per la prima volta da Mondadori nel 2004, un racconto che risulta sempre attuale perché interpreta sentimenti riposti nel cuore di tutti i bimbi di ogni tempo: la paura di perdere la mamma e l’ansia da separazione.

Non per mettervi ansia, ma è così, la paura fa parte del vivere naturale sia nell’adulto che nel bambino. E allora ben vengano libri come I tre piccoli gufi che, nella sua semplicità, arriva diretto al cuore e alla mente di tutti, grandi e piccini. Donando speranza e infondendo coraggio.

Una storia davvero carismatica, arricchita con immagini che sembrano vere fotografie, vivide e realistiche (i gufetti protagonisti non sono antropomorfizzati), ma pervase da toni poetici e fiabeschi.
Grazie a questa nuova versione POP-UP sembra quasi siano vicino a noi e ci sembra di sentire la morbidezza delle candide piume e il delicato fruscio delle ali di mamma gufo, mentre plana fra i rami degli alberi.

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Pipì – Quentin Greban

Evviva! Oggi è giornata di compere al mercato.
“Sofia, non è che ti sei dimenticata qualcosa?
“No, mamma.”
“Sei andata in bagno a fare pipì?”
“Si, mamma.”
“Sicura, sicura?”
“Siiii!”

Per Sofia, una piccola gattina dal soffice pelo bianco, oggi è un giorno speciale, è il giorno che va al mercato con sua madre, ma nulla andrà come previsto.

Sofia, sua madre e il fratellino, prendono il tram per il mercato.
Dopo il viaggio in tram e il semaforo, arrivano al primo stallo.
Quando all’improvviso:
Pipì. sussurrò Sofia.

Nonostante il promemoria di andare in bagno prima della partenza, Sofia segnala rapidamente a sua madre che vuole fare pipì. Catastrofe!
Devono tornare a casa in fretta, e da qui scopriamo le avventure che vivono Sofia, sua madre, il fratellino nella carrozzina e tutti coloro che hanno deciso di aiutarli…


Per primo il fruttivendolo decide di aiutarli, fa salire Sofia sulle sue spalle, e la piccola truppa si fa strada tra la folla del mercato. Attenzione, Eva non deve fare pipì sulle spalle del loro salvatore 😉
Ma il semaforo è rosso, dobbiamo aspettare…aspettare… BIG PIPI…….. C’è un’emergenza, anche il poliziotto decide di aiutarli.

Uff tutti arrivano al tram in orario , velocemente velocemente dobbiamo sbrigarci. Sofia sente che la catastrofe sta arrivando… ma quale catastrofe?

Scopri il resto dell’avventura di Sofia, sua madre e tutte le altre persone che le accompagnano! Riuscirà a trattenersi, riusciranno a raggiungere la casa?!

Una piccola avventura super simpatica, attorno a un piccolo bisogno naturale molto urgente, che ricorda a tutti noi una situazione già vissuta. Questo libro è divertente, tenero e allo stesso tempo radicato nella realtà dei bambini e delle famiglie. Una storia che ci permette ancora una volta di proiettarci e discutere, ridere e ricordare con i bambini 😀

Come sempre, è partendo da una semplice idea, Quentin Gréban riesce a sedurre il suo giovane pubblico tanto quanto i genitori che leggono. Con il tocco di umorismo che conosciamo e con un tratto di matita più tenero ed efficiente che mai, l’autore accompagna i lettori in una folle corsa di cui seguiamo le avventure con un sorriso divertito. Ancora una volta, ogni bambino si identificherà facilmente con l’eroe della storia e, per una buona ragione, quale bambino non ha il ricordo di aver già messo i suoi genitori in una situazione così delicata come quella in cui si trova la madre di Sofia!?

Pipì di Quentin Greban edito da Officina Libraria è un albo pieno di tenerezza, di umorismo onnipresente e che divertirà i giovani lettori che si lasceranno trascinare in questa (non così improbabile) storia!

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Avrò cura di Te – Maria Loretta Giraldo

C’era una volta un minuscolo seme.
Era così piccolo, nel vasto mondo, che si sentiva sperduto.
Il Cielo, l’Acqua e la Terra lo videro e provarono tenerezza per lui.
La Terra disse al seme:
“Non temere, Io avrò cura di te”.
E lo raccolse tra le sue zolle morbide.

Un piccolo seme si ritrova tutto indifeso e solo nell’immensità del mondo, fragile e senza riparo.
Allora la Terra, poi il Cielo e l’Acqua ne hanno compassione e provano tenerezza per lui, ecco che lo accolgono con amore, lo dissetano, lo nutrono, lo scaldano.
Terra, Cielo e Acqua, con dolcezza, lo rassicurano: “Non temere. Io avrò cura di te”.
Diventò un albero, grande e forte.

L’Acqua disse al seme:
«Non temere. Io avrò cura di te».
E lo dissetò con piccole gocce trasparenti.

Il Cielo disse:
«Non temere. Io avrò cura di te».
E fece sorgere un sole caldo e vigoroso.

Avrò cura di te edito da Camelozampa è un libro illustrato toccante e poetico sul prendersi cura, dedicato a quei legami di solidarietà e fratellanza che compongono le nostre vite.

Il testo di Maria Loretta Giraldo è limpido ed essenziale arricchito e vivificato dalle splendide illustrazioni di Nicoletta Bertelle, troviamo in ogni pagina esplosioni di colore.

Nella storia scopriamo come quel seme, dopo essere stato amato e protetto, cresce fino a diventare un albero rigoglioso e forte, pieno di bellissimi fiori.
A quel punto pare quasi la natura gli ha mostrato quanto sia importante prendersi cura e dare protezione. Lui lo fa senza esitazione alcuna, accogliendo tra i suoi rami giovani e forti una minuscola e coloratissima capinera.
Ora tocca a lui, dire al piccolo uccellino “Io avrò cura di te”.

La capinera, sentendosi accolta e amata costruisce fra quei rami il nido per deporre il suo uovo, che si schiude facendo nascere un uccellino che con Amore e cura naturalmente la mamma accudisce.
E’ il ciclo della vita, della natura; infatti quando i fiori dell’albero lasciano pian piano il posto a bellissime mele color rubino, solo un frutto non viene raccolto.


Con il Vento l’ultimo frutto cade ma uno dei suoi semi finisce in un luogo inospitale. Sentendo il dolore del grande albero, la capinera si impegna per portare in salvo quel piccolo seme.
All’albero che ora piange e che con cura l’ha protetta lei dice:
“Non temere, io avrò cura di lui”.

Tutto comincia sempre da qualcosa di minuscolo, specialmente la vita e quel piccolo semina ora diventato un forte albero ce lo ricorda con naturalezza e amore.
Il piccolo seme è un’inizio da cui parte qualcosa di grande.
E’ quel flusso vitale che non si ferma mai, sono tutti gli elementi che collaborano per creare qualcosa di speciale che poi cresce, diventa forte e poi… ricomincia tutto da capo

Avrò cura di te è una storia che profuma di vita è vibrante di speranza e cura che si perpetuano ma che vengono riscattati di generazione in generazione grazie all’amore e al bene che nonostante tutto vivono ancora nell’animo umano

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