La piccola tessitrice di nebbia – Agnès Lestrade

“Ogni mattina, in riva al fiume,
Rose cattura la nebbia con la sua rete.
Si avvicina senza fare rumore
e la acciuffa con un gesto deciso.
Torna a casa con il sacco pieno di nebbia,
si sistema davanti all’arcolaio
e comincia a filare”.

Rose, la piccola tessitrice di nebbia, tutte le mattine, cattura la nebbia per poi filarla e tesserla. Le sue creazioni, tende, tappezzerie e paraventi, sono molto richieste dagli abitanti del suo villaggio.
Le usano per nascondere tutto ciò che non vogliono vedere: le rughe del proprio volto riflesse in uno specchio..dei genitori inopportabili..i propri debiti.
Tutti hanno qualcosa da coprire e il paese è presto grigio e opaco.
Anche Rose ha dei ricordi dolorosi, ricordi che vanno coperti di nebbia, perché magari se le ferite del nostro passato le avvolgiamo nella nebbia, ci illudiamo di non ricordarle e ci sembra di non averle mai vissute, le dimentichiamo.

Ma basta poco per ricordare, come ricorda Rose:
Aveva quattro anni, una infanzia felice, insieme a mamma e a papà,
avverte sulle guance i loro baci, sente ancora le loro risa allegre.
Poi però arrivano i litigi e le urla, la testa sotto il cuscino,
le mani sulle orecchie per non sentire.
E i vestiti del suo papà che spariscono dal guardaroba.
Crescere malgrado questo vuoto”.

Un giorno, però, Rose riceve una lettera: è di suo padre che lei non vede da molto tempo. Rose smette di tessere nebbia e si siede a leggere. Nella sua mente affiorano quei ricordi tristi di un passato che ha cercato di dimenticare ma a poco a poco nel suo cuore nasce un sentimento nuovo. Il suo papà sta tornando e insieme a lui l’entusiasmo per la vita.

All’improvviso tutto cambia e Rose, aspettando il suo arrivo, continua a tessere, ma non più la nebbia grigia, bensì la luce calda e dorata delle stelle.
Questo splendido albo illustrato, parla attraverso il linguaggio universale di un’opera d’arte.

La piccola tessitrice di nebbia di Agnès Lestrade, magistralmente illustrato dall’amatissima Valeria Docampo edito da Terre di Mezzo è un libro specialissimo, realizzato con inserti di carta semitrasparente che simula l’effetto della nebbia.
La casa editrice Terre di mezzo non delude mai, pubblica dei piccoli e preziosi capolavori, albi illustrati che vale la pena regalare e regalarsi!

L’attesa di suo padre riempie le giornate della tessitrice, la speranza di rivederlo cresce di giorno in giorno. All’improvviso nella nebbia appare.

“Non è cambiato molto.
Gli occhi si distendono come due sorrisi.

Le braccia sono meno grandi di quanto ricordava.
Ma avvolgenti come allora.
Rose appoggia la testa sulla sua spalla.
Sente le lacrime che le rigano la guancia”.

E all’improvviso tutto cambia.
Man mano che la storia prosegue ecco apparire la luce dorata, quella luce che ti scalda, che guarisce e ti regala nuova vita…

Non ci si può non commuovere leggendo questa piccola perla per l’attuale tema che tratta, seppur con leggiadra delicatezza.
Anche le illustrazioni lasciano senza parole: rendono perfettamente l’atmosfera della storia, la pesantezza del grigiore che opprime l’anima…la nebbia che avvolge, circonda, cela e nasconde.
La nebbia, così enfatizzata è diventata un rifugio senza fine e senza inizio e crea un mondo sospeso indefinito dove tutto si cela e si disfa e purtroppo nulla si affronta.
Perfino la scelta del font è funzionale alla storia…il carattere scelto ricorda la macchina da scrivere…le parole sembrano comparire..scomparire tra una pagina e l’altra, infatti si dissolvono grazie al gioco delle pagine semitrasparenti e delle sovrapposizioni.
Un albo dolce e poetico ricco di spunti per una lettura a più livelli. Le parole del testo breve ed essenziale sono scelte con cura da Agnès de Lestrade: sono dense, dirette ed efficaci. ❤

C’è qualcosa di magico in questo albo pieno di poesia, un filo invisibile che ti aggancia e ti porta dentro un ordito fatto di emozioni. E non è difficile ritrovarcisi e rivedere i propri drappi che coprono il dolore. O i fili di sole che spalancano la meraviglia.
La piccola tessitrice di nebbia è una storia che arriva ai bambini e ai grandi per far capire e ricordare che la nebbia è solo passeggera, e che il calore del sole riuscirà sempre, in un modo o nell’altro, a dissiparla 😉

A volte si vorrebbe avere un telo speciale con cui coprire e nascondere ciò che non ci piace o ciò che ci fa stare male. Un telo più o meno spesso che faccia solo intravedere quello che sta dall’altra parte. Un telo di “nebbia”, come quelli che sa creare Rose.
Questo libro è perfetto da leggere ai bambin* che devono affrontare una separazione dei genitori, bambin* che come la piccola Rose tessono grandi stoffe di nebbia per non vedere ciò che fa star male…
è perfetto per gli adulti che, come gli abitanti del paese di Rose, hanno continuato crescendo a nascondersi dietro paraventi o a nascondere lo sporco sotto al tappeto…
è perfetto per chiunque abbia voglia di ritrovare un po’ di luce attraverso le pagine di un libro per bambini ❤

Buona lettura
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Che brutto carattere!

“Che brutto carattere che hai!” Ecco quello che ci sentiamo dire quando ci arrabbiamo. In realtà si tratta di un atteggiamento difensivo, che scatta soprattutto se in passato abbiamo abituato gli altri “troppo bene”, manifestandoci come accondiscendenti e remissivi. Ma quando è troppo è troppo, così a un certo punto sbottiamo e puntuale ecco che arriva il rimbrotto: «Che brutto carattere!».

Cosa si intende per brutto carattere? Ma, soprattutto, esiste davvero? In realtà buon carattere o cattivo carattere non esistono in senso assoluto; piuttosto esiste un’unicità che ci contraddistingue e che transita continuamente attraverso stati emotivi e disposizioni d’animo anche diversi e contraddittori: siamo unici, insomma, perché in noi convivono tutti gli opposti, ma in una miscela diversa e originale per ognuno: questa miscela originale è il carattere, l’impronta profonda di ciò che siamo.

Accade però che, per piacere agli altri, tendiamo spesso a nascondere il nostro vero carattere e temendo il giudizio esterno lo semplifichiamo e lo impoveriamo, allontaniamo la nostra ricca spontaneità e assumiamo una maschera fissa: così nascono il “buono” e il “cattivo”.

Ma attenzione: ciò che non piace agli altri e che noi vorremmo smussare o correggere non è sbagliato in sé, spesso è solo scomodo. Quante volte ci capita di agire spontaneamente per poi essere preda di sensi di colpa. Saremmo pronti a rifarlo ma ci tormentiamo. È un errore: ciò che ci ha fatto agire, nella maggioranza dei casi, vuole farci crescere e maturare.

Stai manifestando il tuo carattere?

Come si fa a distinguere un comportamento dettato dalla nostra più genuina natura da uno originato dai condizionamenti esterni? Semplice: quando è il nostro carattere a guidarci non sbagliamo, ci sentiamo in armonia e soprattutto poniamo le basi per crescere e maturare. Il nostro carattere infatti sa perfettamente cosa va bene per noi e si dirige spontaneamente verso quel fine. Quando non siamo naturali, invece, ci comportiamo sempre nello stesso modo, ci fissiamo in un’immagine statica che ci allontana dalla vitalità e lungo andare ci fa soffrire.

Come agire per esprimere al meglio il nostro carattere

– Lasciare spazio alla spontaneità. Chi segue le proprie inclinazioni non ha bisogno di calcolare ogni suo gesto, può invece permettersi di agire in modo naturale lasciando fluire liberamente ciò che sente.

– Assenza di giudizio. Ciò che ci porta a reprimere il nostro carattere autentico è il giudizio a cui lo sottoponiamo, è giusto comportarsi così? Cosa penseranno gli altri? Ma chi è in sintonia con il suo modo di essere non rinuncia a esprimersi e se ne assume le sue responsabilità.

– Accogliere l’imprevedibilità. Ci sono tratti del nostro carattere che emergono inaspettatamente in determinate circostanze e ci fanno dire: «Non mi riconosco più». In questi casi, lati nascosti o repressi del nostro carattere vengono allo scoperto rivelando aspetti in ombra, creativi e originali.

di Raffaele Morelli

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Amare una persona è… averla senza possederla;
dare il meglio di sé senza pretendere nulla in cambio;
desiderare di stare con lei, senza essere spinti dal bisogno di alleviare la propria solitudine;
temere di perderla senza essere gelosi;
aver bisogno di lei senza esserne dipendenti;
aiutarla senza aspettarsi gratitudine;
essere legati a lei pur restando liberi;
essere tutt’uno, pur rimanendo se stessi.

Ma per riuscire in tutto ciò, la cosa più importante da fare è… accettarla così com’è, senza pretendere che sia come si vorrebbe.

Relazioni in coppia, comunicando

parlarsi

“E’ colpa tua!”
“Mia? Se tu non avessi….”
“Io? Tu piuttosto, perché ti sei comportato così?”

Quante volte in una relazione ti è capitato di ritrovarti in un battibecco come questo?
E’ possibile migliorare le relazioni con gli altri e uscire in modo soddisfacente da una discussione?
Certamente! Ecco alcuni consigli.

Il punto cruciale e impegnativo da accettare e gestire è che in una discussione occorre andare oltre le parole. Occorre sforzarsi di comprendere l’altro, le sue emozioni, i suoi stati d’animo, le sue reali intenzioni. Occorre distinguere i fatti dai pregiudizi.
Facile? No. Ma provaci.

Non presumere di sapere tutto, cerca di scoprire quali informazioni ha l’altro e che giustificano il suo atteggiamento. Esprimi i tuoi sentimenti e invita l’altro a fare lo stesso. Se cerchi di nasconderli, rischi che emergano comunque in maniera inopportuna e non produttiva. Spiega all’altro l’effetto che hanno avuto le sue parole e i suoi comportamenti e invita l’altro a fare lo stesso.
Cerca di capire come quello che viene detto può mettere in discussione l’identità di ciascuno. Si trascura troppo spesso il fatto che le nostre parole mettono in discussione l’immagine che l’altro ha di se. Allo stesso modo ciò che ci fa più soffrire non sono tanto le parole in se quanto il fatto che queste mettono in crisi la nostra identità. Mi stai dicendo che non sono onesto, non sono in gamba, non sono giusto quando io penso di esserlo e voglio esserlo. Questo ci fa soffrire, ci fa arrabbiare, ci fa rispondere come non vorremmo. Non è così?

Forse accettare il fatto che non si è mai totalmente “buoni” o “cattivi”, “onesti” o “disonesti” ci farebbe accettare ciò che sta accadendo e comprendere di più le ragioni dell’altro.
Accetta il fatto che probabilmente tutti e due avete ragione e ciò che dite è vero. Cerca di capire la sua ragione. Cerca di capire quali informazioni ti mancano per capire la sua ragione, cerca di capire la diversa percezione che l’altro ha di ciò che è avvenuto.
Dai all’altro tutte le informazioni perché lui arrivi comprendere il tuo punto di vista. Cerca la complementarità della versione dell’altro invece della sua negazione.

Invece di spendere energie a dimostrare le colpe dell’altro ricerca e metti in luce il contributo di ciascuno al verificarsi della situazione. Cerca di ricostruire il gioco delle azioni e reazioni.
Esiste un metodo molto efficace per raggiungere questo traguardo.

Fare domande, anziché affermare.

Di solito si fa l’errore di partire accusando e comunicando il nostro punto di vista.
Per sviluppare un dialogo produttivo conviene partire cercando di inquadrarlo come farebbe un osservatore esterno estraneo alla discussione. “Sembra che la vediamo in modo diverso, tu ritieni che… mentre io penso …..”
Non c’è accusa, non c’è giudizio, l’altro si sente compreso, non ha ragioni per chiudersi e mettersi sulla difensiva, anzi, al contrario, si predispone ad aprirsi.

Prosegui poi ricercando le motivazioni che portano entrambi ad avere punti di vista differenti. “Io penso questo perché….. probabilmente tu avrai delle informazioni diverse, ti va di dirmele?”
Aiuta l’altro a capirti e chiedi di aiutarti a capire ampliando le informazioni a disposizione che magari si danno per scontate o che si ritengono irrilevanti.

Passa poi a parlare degli effetti e delle intenzioni di ciascuno “Quello che è successo mi ha creato queste difficoltà, immagino che non fosse tua intenzione che questo avvenisse, mi interessa conoscere il tuo punto di vista a riguardo”
Non dare per scontato che l’altro conosca le conseguenze del suo comportamento e nello stesso tempo sii curioso delle motivazioni del suo comportamento.
“Mi rendo conto che entrambi abbiamo contribuito a questa situazione, l’abbiamo fatto facendo …., dicendo…….”
“….e questo mi ha fatto sentire ….e probabilmente tu ti sentirai…..è così?”

Analizza come questi sentimenti mettono in discussione l’auto-immagine di ciascuno.
“Proviamo a vedere quali sono i nostri scopi e come raggiungerli”
Nel farlo tieni conto delle preoccupazioni e degli interessi di entrambi e quindi escogitare insieme le vie di soluzioni possibili.

Naturalmente il conflitto può avvenire in tutte le relazioni, ma nelle relazioni di coppia la discussione assume un importanza particolare ed è particolarmente difficile da risolvere. Perché? Perché oltre alle consuete difficoltà relazionali nelle discussioni di coppia entra in gioco anche la diversità di pensiero e atteggiamento che caratterizza uomini e donne, l’universo maschile e quello femminile.
In questo campo il massimo esperto è John Gray l’autore del best seller “Gli uomini vengono da Marte le donne da venere”.
Ti basterà guardare qualche video tratto da un corso di John Gray renderti conto di quanto precisa e lucida sia la sua analisi. Impossibile non ritrovarsi nelle sue descrizioni. Da analisi tanto lucide non possono che discendere preziosi consigli per migliorare la relazione di coppia.

Prosegui con la visione del seminario sulla pagina Video

Agisci subito!

  • Analizza il conflitto dal punto di vista di un estraneo non coinvolto
  • Evidenzia le conseguenze sia pratiche che emotive della situazione
  • Analizza come tali conseguenze possono colpire l’identità di ciascuno
  • Raccogli informazioni oggettive e individua gli scopi di ciascuno
  • Ricerca una soluzione comune che tenga conto degli interessi e delle preoccupazione di entrambi

Ricorda
“Le donne desiderano ricevere comprensione, gli uomini accettazione – Una donna si sente compresa quando un uomo la ascolta con partecipazione e senza giudicare ciò che dice. Più questo bisogno è soddisfatto, più sarà facile dare al compagno l’accettazione che lui desidera.
Quando gli uomini tornano a casa, vogliono rilassarsi, ad esempio, leggendo il giornale, anche le donne vogliono rilassarsi dopo una giornata pesante. Loro, tuttavia, trovano sollievo parlando dei loro problemi. Gli uomini sono convinte che le donne parlino troppo, mentre le donne si sentono ignorate”.

John Gray


John GrayConoscersi, capirsi, amarsi

Quello che tua madre non ti ha detto e tuo padre non sapeva

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“La sfida che bisogna affrontare quando si vive un rapporto di coppia è superare i conflitti, fondendo le differenze fino a formare un’alleanza che funzioni. In ogni ambito che ci vede su posizioni differenti c’è un forte potenziale di conflitto oppure di crescita. In parole povere, ogni differenza è un’opportunità per rafforzare la capacità di instaurare rapporti armoniosi tramite soluzioni che soddisfino entrambi”.

John Gray

LA GUIDA INDISPENSABILE PER LA COPPIA FELICE

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John Gray

Gli Uomini Vengono da Marte, le Donne da Venere

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Best seller internazionale, questo libro analizza in modo semplice ed esauriente le differenze psicologiche fra uomo e donna. La tesi dell’autore è , infatti, che gli uomini e le donne pensano diversamente, vivono diversamente e sopratutto, parlano lingue diverse, per cui comportamenti simili assumono per gli uni e le altre significati opposti.

All’uomo piace infatti sentirsi esperto e apprezzato, ma spesso ha bisogno di solitudine mentre le donne vogliono sentirsi amate, adorano i superlativi e vogliono dividere le proprie sensazioni con altri. Ma allora comunicare è impossibile? Assolutamente no, anzi: capirsi può diventare persino un gioco nel momento in cui si è coscienti delle diversità fra uomo e donna.

Perché leggerlo:
non riesci a capire perché il tuo partner si comporta così? Il libro offre un esauriente spiegazione di molte differenze psicologiche e comportamentali fra i due sessi che possono creare delle difficoltà nella comunicazione. Consigliato caldamente a chi vuole migliorare il proprio rapporto di coppia.

E tu ridi di pancia?

ridere

I bambini ridono molto, spesso senza un perché. Non si fanno problemi: giocano e ridono, oppure sorridono. È difficile incontrare bambini tristi o depressi e, se lo sono, il loro disagio dipende quasi sempre dai genitori. Questo dimostra che il riso e il sorriso sono atteggiamenti spontanei, che li fanno sentire naturalmente bene.
La risata non è un optional. Eppure, come confermano i sondaggi, si ride sempre di meno: in Italia, siamo passati dai 15 minuti al giorno degli anni Cinquanta ai cinque minuti scarsi di oggi.
Ci siamo mai chiesti come mai? Nella nostra società “seria e beneducata” la risata è considerata al pari di qualcosa di sconveniente, da manipolare con circospezione o addirittura da nascondere.
In realtà, il riso è un vero toccasana, è una forza purificante, è un antidoto per scacciare malessere e pensieri.
Non ci resta che… ridere

Ci libera dalle scorie mentali, è come un fulmine che rigenera tutto l’organismo.
D’altronde, anche un poeta come Giacomo Leopardi, passato alla storia come uomo triste e melanconico, ha scritto: “Chi ha il coraggio di ridere è il padrone del mondo”. È vero: chi ride ha più energie, è più “carico”, più creativo e immerso nella vita.
Ridere fa bene alla psiche e al corpo, lo conferma la neurofisiologia: nel cervello, la risata parte dalla zona della corteccia frontale e arriva alla zona limbica, sede degli impulsi legati alle emozioni viscerali. Di qui, agisce come una vera e propria scossa elettrica che fa partire una serie di “ordini”: contrarre il diaframma, poi l’apparato respiratorio e infine l’addome.
Quanto più la risata è libera, tanto più produce un senso di totale abbandono e, come ritorno, regala un benefico rilassamento muscolare, una diminuzione della pressione e una generale sensazione di benessere.

Non a caso, già da qualche tempo nelle corsie di alcuni ospedali si fa ricorso alla “comicoterapia”, soprattutto nei reparti dove sono ricoverati i bambini: gruppi di clown specializzati intrattengono i pazienti, e dopo qualche mese di terapia si riscontrano la riduzione del 20% dell’uso di analgesici e la diminuzione del 50% delle degenze. Il che dimostra che ridere fa bene: ci protegge dall’infarto, regola il respiro, stimola le difese immunitarie, limita le infezioni, scioglie i muscoli, allontana il dolore. Di più: ridere di cuore provoca effetti simili a quelli dell’esercizio fisico.

Fare almeno 10 risate al giorno equivale a 10 minuti di vogatore, ed è una vigorosa ginnastica dei muscoli facciali, delle spalle, del diaframma e dell’addome.
Ridere ci fa sentire bene, ma solo a patto che si tratti di un riso spontaneo, “infantile”, diretto, non cerebrale. La risata che nasce da elaborazioni razionali la cosiddetta risata “di testa” o di circostanza, ci frena: è la risata amara, isterica, sardonica, che spesso altera i tratti del volto e, invece di liberarci, ci comprime. La risata benefica, viceversa, parte dal cuore e dalla pancia: è come un temporale violento che ci purifica, porta in superficie i nostri istinti più viscerali, quelli più vicini alla sfera della sessualità pura.

È questa la risata che scioglie i nodi e le inibizioni, e permette alla funzione bambina che è in noi di tornare ad avvolgere con una luce chiara le “cose serie” e spesso pesanti della vita adulta.
Il rimedio è proprio lì, davanti a noi, a portata di mano: non ci resta che ridere! Ma facciamolo in modo spontaneo, senza pensarci troppo su…


Autori Vari

Yoga della Risata + DVD

Ridere per vivere meglio


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Se qualcuno per strada vi dicesse: “Ho la ricetta per risolvere tutti i vostri problemi e farvi scoppiare di salute, eccola: ridete, ridete e tutto si risolverla”, siate prontissimi a ridere a crepapelle, che comunque vi farà bene, ma non cadete nel tranello. Di fronte a tanti venditori di illusioni ci sembra questo un buon principio per scoprire i benefici delle risate senza perdere il contatto con la realtà e senza neanche togliere quel tocco di magia che ogni risata è in grado di creare con il suo potere contagioso.

È un dato acquisito che la risata aiuti a sviluppare un processo di pensiero positivo. E non sembra lontano il tempo in cui essa potrà essere introdotta, dalla porta principale, nei luoghi di cura per integrare e migliorare l’efficacia della medicina classica e, soprattutto, per agire come fattore protettivo e preventivo.

La risata è una medicina per il cuore, non solo perchè tutela un organo indispensabile e prezioso del nostro corpo, ma soprattutto perchè rafforza la metafora che lo identifica come propulsore e generatore di
quell’affetto e amore che ognuno di noi considera l’alimento principe della vita.

La proposta semplice e un po’ rivoluzionaria dello Yoga della risata, messa a punto da Madan Kataria, congiunge le potenzialità del ridere con quelle dello Yoga. Ne deriva un metodo spiazzante attraverso cui si può giungere alia risata positiva senza seguire il percorso lineare dell’umorismo.


S. Fioravanti

La Terapia del Ridere

Guarire con il buonumore

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Ridere fa bene. Ossia: una disposizione positiva della mente, un atteggiamento attivo e reattivo sono i presupposti di una buona salute. Di più: ridere stimola la circolazione, aumenta l’ossigeno nei polmoni, abbassa la pressione, attiva i muscoli.

Illuminazione

illuminzaione

Il tutto si stava guardando! Nessun confine, nessun tempo, nessun spazio! Solo io!

Cosa è l’Illuminazione e che posto prende oggi questo tema nella nostra cultura e società? Ogni individuo vive costantemente immerso, identificato e coinvolto negli stimoli, nelle congetture, nelle immagini e sensazioni prodotte dal proprio ambiente, dal proprio corpo, dalla propria mente e dalla propria cultura. Tale coinvolgimento è talmente profondo da aver fatto apparire la vita come un insieme di cose, di dati, di sensazioni e punti di vista. Tutto ciò è anche vero, ma poiana persona potrebbe un giorno domandarsi: “Ma io chi sono?” “Dove vado, cosa voglio?” “Cosa è la vita?” Se noi riuscissimo a togliere, tutto d’un colpo, ogni etichetta data a persone, oggetti, e altro, improvvisamente ci apparirebbe tutto nella sua forma essenziale, neutra, pura e priva di significati. Si tratta dell’Illuminazione. La cosa formidabile di questa esperienza è che, siccome anche noi stessi siamo stati creati da postulati, considerazioni etichette mentali auto create o originate da altri, allo scomparire di queste ultime, il significato “Io esisto o io sono…” scomparirebbe come tutto il resto.

Allora nulla è separato, nulla esiste come qualcosa di diverso, distinto dal resto. Tutto si ricongiunge in una unica natura inspiegabile a parole. Alla domanda “Chi sono io?” o “Cosa è la vita?”, “Chi sono gli altri?” la risposta è inesistente. Tale “inesistenza” è tuttavia la presa di coscienza della realtà, di ciò che si nasconde dietro il teatro della vita, dietro la cortina di impressioni e veli mentali. Tutto il tempo noi guardiamo ciò che crediamo di vedere. Esiste chi guarda e l’oggetto osservato. Tutti siamo d’accordo che una sedia è una sedia, ma ognuno di noi la vede con un’ottica differente. Provate a chiedere ad un amico: “cosa ti trasmette questa pianta?” Ogni persona vi darà una risposta diversa. Perché? Perché ogni persona è diversa, ogni mente è differente da un’altra. Ma la differenza consiste in ciò che pensiamo, ciò che sentiamo; e questa differenza esisterà sempre finché l’uomo non comincerà a considerare gli altri come entità non fisiche, come la stessa realtà che si cela dietro alle identità, i modi di essere o di pensare. È la Verità, la vera natura delle cose, la realtà non duale, non processuale.

Questo è ciò che esiste prima di ogni forma di distorsione, di manipolazione sulla realtà. L’io dice: “Ma io sono giusto!”, “Io non devo cambiare, io devo solo trovare il modo per fare andare le cose come dico io!”. Tutto ciò porta a dolore, a quel dolore che sentiamo nella vita; quel dolore che viene perpetuato dalla nostra falsità, dalla nostra cecità. Noi possiamo continuare a credere all’io, e all’io altrui e continuare così in eterno, e quando non si va d’accordo farci la guerra e continuare solo a nascondere la verità che siamo tutti correlati gli uni agli altri da una unica Verità, un unico Dio, una unica Realtà.

Continua la lettura su: http://www.lamentemente.com

Libro consigliato:

Per ottenere la felicità e raggiungere l’appaga-mento personale è essenziale saper dare e ricevere amore. Ma fino a che punto comprendiamo la straordinaria forza trasformatrice di questo sentimento? Siamo davvero in grado di coltivarne e di apprezzarne i doni inestimabili?

Nella Via dell’amore il Dalai Lama ci insegna come tradurre l’energia che ognuno di noi dedica a se stesso in una forma di compassione rivolta agli altri. Riprendendo esercizi e tecniche messi a punto nei monasteri tibetani più di mille anni fa, ci guida lungo un cammino che porta a sviluppare il nostro potenziale, trasformando l’eccessiva e controproducente concentrazione su di noi in un sano interesse per gli altri.

Così, passo dopo passo, impariamo a superare la generale abitudine a inquadrare le persone in categorie rigide per creare e mantenere invece un atteggiamento positivo verso tutti coloro che ci circondano, allargandone sempre di più la cerchia.



Dalai Lama

La Via dell’Amore

Aprire il cuore e la mente per raggiungere la saggezze e l’illuminazione

Oscar mondadori
ISBN: 9788804581413

Prezzo € 9,00

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