Sei tu che mi salvi – Jimmy Liao

Quando mi sento…..
ho bisogno di trovare qualcuno,
metterci fronte a fronte
e parlare un po’.

Sei tu che mi salvi di Jimmy Liao, tradotto in italiano da Silvia Torchio, edito da Terre di Mezzo è un libro speciale. Speciale da regalare o regalarsi per quando si è tristi e tutto sembra cupo, quei momenti in cui abbiamo bisogno di sentirci dire “ti voglio bene, io ci sono per te!”


Ancora una volta Jimmy Liao, torna a con un libro illustrato unico e meraviglioso. Sebbene il target lo indirizzi dai 7 anni, penso proprio questa sia un’eccezionale lettura anche per gli adulti, per tutti quei lettori che non hanno paura di guardarsi dentro, o che stanno attraversando un periodo particolare, per giungere pagina dopo pagina al cuore della propria sfera emozionale.

Chiudi gli occhi e immagina…
il refrigerio della pioggia,
la bellezza dell’arcobaleno.
Accetta le tempeste che ti tormentano
e accogli il tormento di ogni tempesta.

La storia inizia con un bimbo che sta prendendo l’ultimo treno della sera. Lo sentiamo che sta soffrendo di solitudine mentre con la fronte tocca la sua solitudine attraverso il vetro. Ci fa provare subito commozione, compassione, malinconia, vedere che nel silenzio non trova il modo di reagire ed inizia a pensare di essere in difetto.
Basta girare pagina per riconoscere lo stile tipico di Jimmy Liao, tutto si illumina. La solitudine si riempie di voci e animali o visi amichevoli e rassicuranti. Il bimbo è entrato in un mondo di meraviglia e stupore.

Anche se ho solo un piccolo salvagente,
posso sempre sognare di nuotare nel grande oceano.
Giusto?

Jimmy Liao segue e ci racconta di un bambino e una bambina dall’infanzia fino all’età adulta, con gli inevitabili momenti difficili e quelli felici, resi visivamente come fossero delle dimensioni parallele iper colorate, e ci racconta che sono sempre le relazioni con gli altri a fare la differenza, e ad accompagnarci fuori dal buio.

“Da quanto tempo non sento queste parole.
E da quanto tempo non le pronuncio.

Ti voglio bene, ti voglio tantissimo bene.”

Attraverso le illustrazioni vividissime, quasi magiche, attraversiamo con lui gli stati d’animo e, dal bianco e nero, incontriamo i colori, nella gioia di un abbraccio, del conforto di una autentica manifestazione di genuino affetto.
E’ un passaggio segreto che dal manifesto lungo la strada porta ad una dimensione magica dove si possono avere tante risposte. Una dimensione dove i sentimenti non sono più repressi, ma viene dato ad ogni sensazione, ad ogni emozione spazio e voce.

Mi piace sognare di piacere alla persona persona che mi piace.
Mi piace sognare la persona che mi piace.
Mi piace svegliarmi e vedere quella persona.
Mi piace nei sogni.
E mi piace al risveglio.

Inizia un dialogo intimo, sincero e puro. Il desiderio concreto si materializza in modo poetico con una bambina e un gufo fronte a fronte. Perchè quando stiamo fronte a fronte non esistono distanze, non esistono paure.

Hai pensato al futuro?
Cos’è il futuro?
Il futuro è qualcosa che accadrà tra molto tempo.
Ma se è qualcosa che accadrà tra molto tempo,
perchè pensarci ora?
Quello a cui pensi adesso è un’illusione.

Le emozioni, i sentimenti, le paure si intrecciano l’una con l’altra nelle 130 pagine, la tristezza e la disperazione in un attimo vengono dissipati dalla speranza e dalla certezza.
Anche nei colori delle illustrazioni troviamo lo stesso scambio, cambiamo pagina come in una danza tra il bianco e nero, che subito dopo cede lo spazio ad arcobaleni di colori che trasmettono positività con scene di infinito amore.

Lui è lui.
Tu sei tu.
Smettila di soffrire facendo paragoni con gli altri.

L’autore ci invita a metterci comodi, ad ascoltare ogni emozione a portarla a galla, a darle un nome e sentire come piano piano si trasforma. Il testo e le illustrazioni sono essenziali e pure proprio per dare il giusto tempo di rispecchiarsi, riflettere, conoscere e conoscersi.
Con un delicatezza poetica, Sei tu che mi salvi ci parla momenti di vita…di sofferenza, angosce, incertezze, paure, ansie e preoccupazioni, ma non ci lascia lì al buio, no ci accompagna dentro i nostri timori, ma soprattutto con il suo stile sa trasmettere forza, coraggio, amore e speranza, tutto quello che è necessario per superarli.

Non so cosa fare:
per favore fai un passo indietro,
siediti piano piano,
sdraiati, fai un bel respiro.

Puoi inveire contro il mondo,
e piangere forte.

Per favore solleva il capo per guardare le stelle,
osserva le nuvole,
chiudi gli occhi, e rilassati.

Jimmy Liao è un noto illustratore e scrittore taiwanese. I suoi libri illustrati, scritti per adulti e ragazzi, sono pieni dei disegni stravaganti e colorati che ti aspetteresti di trovare in un libro di fiabe per bambini, ma le sue storie agrodolci tendono a coinvolgere temi più profondi come la solitudine, il desiderio, il destino e la speranza e sono aperte a interpretazioni molto diverse.

Non sai quanto puoi arrivare lontano,
e quanto in alto puoi saltare.
Sei molto più di quanto immagini.
Non devi porti dei limiti.

Quando ti senti giù, quando tutto è grigio intorno a te, quando non vedi una via d’uscita, c’è bisogno di qualcuno che ti dica stando fronte a fronte: io ci sono! E ti voglio bene, te ne voglio tantissimo.
Sei tu che mi salvi, è una storia che racconta e affronta la realtà.

E’ un mondo imperfetto in attesa di istanti perfetti.

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Pinguino – Polly Dunbar

Ben riceve un regalo e all’interno trova un pinguino. Non un burattino, un vero pinguino che nomina subito Pinguino, ovviamente.

Ben ne è chiaramente entusiasta. Il rapporto tra i due però non sembra semplice.
Ben vuole giocare e chiacchierare con il suo nuovo amico, ma Pinguino non sembra voler sapere di comunicare o giocare
o ridere con il suo nuovo amico .
Ben cerca di coinvolgere il pinguino, non risponde. È silenzioso e statico.

Ben tenta di provocare una reazione con il solletico, o facce buffe, o il canto di canzoni stupide in un cappello allegro. Niente! Il pinguino semplicemente non parla.
La gioia di Ben per il suo nuovo amico inizia a scomparire, lo prende in giro, lo imita e lo deride.
A questo punto il nostro protagonista prende misure drastiche: fa l’unica cosa necessaria, ovvero lanciare Pinguino nello spazio. Anche questa volta Pinguino non dice nulla.
Alla fine, Ben volta le spalle e ignora Pinguino.


Il testo può essere scarso, ma le illustrazioni di Dunbar parlano chiaro. E questa è una delle gioie del libro. È utile per una rapida, “solo un’altra storia” prima che le luci si spengano. Ma può anche essere letto a lungo, prendendo tempo per discutere i sentimenti dei personaggi (in particolare, Ben) interpretando il loro linguaggio del corpo, sapientemente mostrato dai disegni di Dunbar.
Sentendosi triste e rifiutato, Ben cerca di dare in pasto Pinguino a un leone di passaggio.
Il grande leone di Dunbar è amichevole e blu. È, senza dubbio, una creatura immaginaria e non vuole mangiare Pinguino.
Questo fa urlare Ben, ma poi il leone mangia Ben perché fa troppo rumore.
E il misterioso e silenzioso Pinguino, cosa farà adesso!?
Un bel morso al naso di leone per liberare Ben!
Cosa ci vorrà perché Pinguino parli?

Pinguino, dopo aver liberato Ben, finalmente parla, ma la storia che racconta è raccontata in modo pittorico…poco importa perchè c’è affetto tra loro.

Pinguino di Polly Dunbar edito da Camelozampa è un bellissimo libro da leggere e rileggere sia per ridere che per riflettere sul ruolo delle parole e delle immagini, ma anche su come ognuno di noi possa esprimersi in modo diverso ma comunque profondo.

Un libro per bambini coinvolgente e divertente e un’ottima lettura per bambini piccoli e bambini in età prescolare.
Le illustrazioni di Polly Dunbar sono meravigliose e la sua tavolozza elegante – dalle accattivanti guance rosee di Ben al magnifico leone turchese che lo divora.

In una intervista Polly Dunbar ha aggiunto:
“Penso che sia importante dare ai bambini quella gamma diversa di sentimenti. Ti è permesso vivere quei momenti spaventosi nell’ambiente sicuro e controllato di un libro illustrato, e poi tutto torna a posto”.

La storia di Pinguino si legge dalla scuola dell’infanzia e anche alla scuola primaria per riflettere insieme sulla diversità e quindi sul valore dell’inclusione.
Tutti i bambini, fin da piccoli, devono imparare a rispettare gli altri, i loro pensieri e il loro carattere, nonché i diversi linguaggi e questo libro può essere un punto di passaggio per discuterne insieme. Infatti, anche in occasione di un nuovo arrivato in classe da un paese straniero potrebbe essere utile ricordare ai bambini che non tutti noi capiamo e parliamo tutte le lingue e accoglierci attraverso altri espedienti.
E poi lo consigliamo a… chi ama il diverso, a chi parla troppo poco e riesce a comunicarci il mondo, ma anche a chi parla troppo, per ricordargli che non sempre tutti vogliono pronunciare lo stesso numero di parole ogni giorno 😉

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Questa è la storia di TopoLina – Emanuela Nava

Questa è la storia di TopoLina
e della neve che cadde a primavera.

Questa è la storia di TopoLina, una piccola topina che non ha mai visto la neve e non riesce a gestire le sue emozioni.
TopoLina di fronte a questo cambiamento è spaventata ma allo stesso tempo ne è attratta. Le sue zampine lasciano impronte curiose, orme rabbiose, orme più delicate.
Esce fuori di casa a scoprirla ma purtroppo la neve continua a scendere fino a nascondere la sua tana.
TopoLina si arrabbia, ha paura di non ritrovare più la sua casetta. Comincia a correre, sentendosi perduta, finché finalmente si accorge che sulla neve ci sono delle impronte, ce ne sono tante, disegnano bellissimi percorsi sul tappeto bianco del prato, e decide di seguirle.

“Fu mentre si muoveva avanti e indietro
che vide le impronte.
Ce n’erano tante sulla neve fresca:
frettolose, indecise, pesanti, leggere,
persino innamorate.

Aveva freddo, era arrabbiata, ma le piacevano
qui segni bellissimi disegnati sulla neve.”

Incontra altri animali: Volpe, Scoiattolo, Talpa, Daino e Capriolo.
TopoLina però non riesce a comunicare con loro, non può parlare, e non capisce le loro parole, allora prova a tracciare delle impronte, in direzione della sua casa, proprio come quelle che aveva seguito all’inizio.
Inizialmente gli animali la trovano strana, molto strana, non la comprendono, fanno fatica a comunicare con lei, ma poi Volpe guarda le orme e capisce che TopoLina sta chiedendo loro di seguirla.
Volpe intuisce il bisogno di TopoLina e attraverso il disegno comunica con lei.
..insieme tutti iniziano anche a scavare per aiutarla a ritrovare la sua casa, e a loro se ne aggiungono altri, perchè la generosità diventa contagiosa e aiutare un’amica è divenuto un bel gioco di squadra.

“Tutti scavavano:
era un bel gioco aiutare un’amica.”

Emanuela Nava ha una dote speciale nel trovare le parole giuste per dire anche le situazioni più complesse alle orecchie dei bambini. Lo dimostra, una volta di più, con Questa è la storia di TopoLina: un racconto in forma d’albo illustrato, con le splendide illustrazioni di Simona Mulazzani, in cui le difficoltà comunicative che affliggono diversi bambini trovano voce attraverso la minuta figura di una topina del bosco.

E’ una storia che permette a tutti i bambini di riflettere su ciò che significa comunicare in modo diverso. Un manifesto che fa provare empatia e fa comprendere l’importanza di garantire a ogni persona il diritto a essere ascoltata, anche quando ciò richiede uno sforzo: un modo bellissimo di crescere e diventare grandi.

Il progetto è stato realizzato grazie al sostegno di Fondazione Allianz UMANA MENTE e Confcommercio – Imprese per l’Italia, che hanno creduto nel suo scopo: spiegare a grandi e piccini che comunicare è un diritto di tutti.

Ci auguriamo che i passi di TopoLina sappiano guidare ognuno di noi all’ascolto paziente di chi non può parlare ma ha sogni, emozioni e pensieri che può condividere con noi.
Delicatissima, nelle parole e nelle illustrazioni, Questa è la storia di TopoLina è una storia di silenzi esterni che non corrispondono a silenzi interni, di amicizie che fanno trovare soluzioni inattese e di modi di relazionarsi insoliti ma straordinariamente affascinanti. Muovendosi in punta di piedi, Emanuela Nava e Simona Mulazzani dipingono un quadro fantastico in cui la disabilità, le difficoltà che implica e le risorse che fa emergere, non vengono mai citate esplicitamente ma trovano una rappresentazione lucidissima ed efficace.

Gli albi come Questa è la storia di TopoLina trasformano così esperienze particolari e importanti, come quella del Centro Benedetta d’Intino di Milano, in storie di grande fascino che arrivano al lettore grazie a un alleato prezioso: l’emozione…ancora una volta complimenti a Carthusia edizioni per aver dato vita ad un albo illustrato dedicato al “diritto di comunicare”.

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Una Gallina nello zaino – Guia Risari

“Orazio, quella gallina non ti molla!” mi grida Francesco divertito.
Mi volto e la vedo. E’ piccola, rotonda, con le penne bianche e la testa rossiccia.
“Buongiorno” saluto senza riflettere.
Lei risponde ” Puon girno a tì!”

Durante una gita in campagna il piccolo Orazio fa amicizia con una buffa gallina, di nome Carmen, che ha una caratteristica davvero singolare: parla!


Anzi, non solo parla ma chiacchiera senza sosta in una strana lingua, un misto tra Italiano, Spagnolo e “Gallinesco” che solo Orazio capisce. Carmen rivela al suo nuovo amico il desiderio di trasferirsi in città e così, nascosta nello zaino del bambino, a fine giornata torna a casa con lui.
Nasce così un’amicizia, credere ognuno nell’altro.
La gallina si chiama Carmen e ha tre anni e la cosa strana è che Orazio la capisce.
Carmen si adatta subito alla vita di città e segue Orazio anche a scuola, nascondendosi nello zaino.
Avere una gallina come amica è molto divertente anche se non è per niente facile mantenere il segreto! A casa infatti il frigo è pieno di uova e la spazzola di papà ha impigliate strane piume.

“Il sorriso di una gallina non è come il nostro,
non è nel becco; è tutto concentrato
negli occhi che si addolciscono
e nelle piume intorno al collo che si sollevano”

A poco a poco l’amica pennuta, Carmen, riesce a far emergere tante doti e abilità del bambino. All’inizio della storia, infatti, Orazio sembra timido e insicuro, ma finirà invece per acquisire consapevolezza e talenti grazie a Carmen. Sì, perché Carmen non lo giudica, gli si affida, lo rende felice e così l’autostima del piccolo cresce e si sviluppa.

Una gallina nello zaino di Guia Risari con le illustrazioni Anna Laura Cantone edito da Terre di mezzo, oltre ad essere una storia tenera e molto molto divertente, pagina dopo pagina porta a galla più chiavi di lettura educative da cogliere. Non ultima l’importanza di abbandonare i pregiudizi. Perché sì, adesso lo sappiamo bene che le galline, da sempre identificate come animali poco intelligenti, in realtà sono sensibili e dotate di sorprendenti abilità.

Testo e illustrazioni dialogano efficacemente, le immagini in bianco e nero, vanno a inframezzare il testo scritto, facilitandone così la lettura e rendendola ancora più piacevole e divertente, capace di toccare anche temi delicati come quello del bullismo.
Guia Risari cattura l’attenzione dei piccoli lettori, capitolo dopo capitolo, si immedesimano nel protagonista, che deve in tutti modi proteggere il saggio pennuto e non può raccontarlo a nessuno. Le prese in giro del fratello maggiore, gli strani dubbi dei genitori e le abilità della gallina spingono sull’acceleratore. Sarà difficile, dire ai bambini  “Oggi leggiamo solo un capitolo...” andranno via come il pane, tanto è piacevole e scorrevole la lettura!
Esilarante il modo di comunicare di Carmen, perchè come abbiamo detto è una gallina che sa parlare, e alla quale Orazio riesce a insegnare a leggere e scrivere! Ogni tanto la gallina sparisce e Orazio si chiede dove vada … beh, starà a voi scoprire l’attività segreta di Carmen, che riuscirà addirittura a tirare fuori dai guai Francesco!

Un piccolo romanzo da godersi sia per una lettura autonoma dai 7-8 anni sia per una lettura ad alta voce dove vi potrete sbizzarrire ad immaginare la voce di Carmen!
Non vi svelo altri dettagli ma vi posso assicurare che Carmen si rivelerà una creatura eccezionale e il piccolo Orazio, pian pianino uscirà dal suo guscio scoprendosi in un bambino aperto e coraggioso, pronto per mille nuove avventure!
Ironico, divertente e riflessivo!

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Un passero per capello – e la forza dell’Amicizia

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Un amico conosce la melodia del nostro cuore
e la canta quando ne dimentichiamo le parole.
C.S. Lewis

Se chiediamo ai bambini, A cosa serve veramente un amico?
ci diranno: A fare cose insieme. A giocare. A parlare, ad ascoltare…
l’amico è qualcuno con cui stai bene.

Tra amici, veri, c’è una sintonia speciale, certo possono esserci altre persone che ti vogliono bene, ma solo il tuo amico ha quel qualcosa che di colpo ti fa sentire il cuore più leggero, basti pensare come un’ amicizia speciale a volte possa cambiare la vita!
E’ proprio questo il caso di Sofia, protagonista di Un Passero per capello edito da Camelozampa.
Sofia, è una bimba che trascorre le giornate al pianoforte, in compagnia del suo gattino e di qualche uccellino che si posa sul davanzale della finestra ad ascoltarla. Di amiche, purtroppo, nemmeno l’ombra, Sofia è sola con la sua musica.

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Un giorno, la piccola si sveglia in mezzo a uno stridente cinguettare di uccellini.
Ma che cos’è successo?
La bimba è disperata: ovunque vada, non riesce a liberarsi dei fastidiosi inquilini che popolano la sua grande chioma.
Come fare?
Come si può eliminare quel fastidioso rumore che le impedisce di vivere la sua vita normale?

Stremata dal canticchiare di questi uccellini birichini cerca una via di fuga e va così a fare una passeggiata, ma si sà come l’essere diverso viene visto sempre con scherno e preso in giro, e così sarà anche per la povera Sofia
stanca e triste si siede su una panchina. A farle compagnia, involontariamente, si accomoda un’altra bambina.
Con un gran cappello anch’esso invaso di tanti piccoli uccellini chiacchieroni.
Le due bimbe, soprese nel vedersi accomunate dal problema, iniziano a parlare di paure, giochi e suoni  Così facendo, glu uccellini cominciarono a volare via..
..perchè il potere unico dell’amicizia vince su tutto!!

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Un Passero per capello vuole parlare a quei momenti silenziosi e pensierosi dei bambini.
Un passero per capello non vuole essere solo il come trovare un antidoto alla solitudine. Certo, all’inizio della storia Sofia è sola, ma non è infelice, come abbiamo visto, suona il piano, ha un gatto per fedele compagno, a volte un paio di uccellini si fermano ad ascoltarla.
Quando gli uccellini fanno baccano, c’è la sua mamma, che le vuole bene e cerca di aiutarla, ci sono altri bambini, ma è come se non parlassero la sua stessa lingua.
Sofia e la sua nuova amica, invece, si capiscono: sentono allo stesso modo è proprio questa la vera scintilla che c’è tra loro.

Scritto e illustrato da Monika Filipina. Un albo originale e tenero, sulla potenza unica dell’amicizia, percè può vincere ogni cosa, anche la solitudine.

“E quando succede che qualche uccellino torni da loro,
tutte e due sanno cosa bisogna fare!”

Lo sappiamo bene, accade ai grandi ma anche ai bambini, quando si è soli  è facile avere pensieri tristi, malinconici e brutti, che mettono “casa” nella nostra testa, fanno un sacco di “rumore”, non smettono di frullarci attorno e non se ne vogliono andare fino ad occupare tutta la nostra testa e renderci incapaci di sentire il resto del mondo.
Come fare allora per scacciarli?
Un Amico è l’unico rimedio per liberarcene, per far scattare quella magia, quell’ incantesimo che ci allevia davvero il cuore.

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Caro amico,
tu che stai sempre al mio fianco, che mi sollevi quando sono triste,
che scacci via la mia solitudine tu sei unico e a te dico Grazie! ❤

Ai bambini piace molto, perchè Un passero per capello è un libro con illustrazioni coloratissime e parole semplici che toccano il cuore: nella sua chiarezza indica una strada i bambini per sentirsi “meno soli” nei loro pensieri e meno incompresi, per ritrovare la fiducia in se stessi e negli altri.

Buona lettura per Crescere leggendo 🙂

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Non si finisce mai di imparare

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Ho imparato che spesso le persone non comprendono
quello che hanno davanti e spesso non lo apprezzano…
ho imparato che da un giorno all’altro tutto può cambiare..
ho imparato che non c’è cosa più bella e difficile che potersi fidare di qualcuno..
ho imparato ad accettare le delusioni o comunque a non dargli troppo peso..
ho imparato ad andare avanti anche quando l’unica persona
con cui vorresti parlare è la stessa che ti ha ferito..
ho imparato che questo molte persone non l’hanno mai capito.

Ho imparato che più dai e meno ricevi.
Che ignorare i fatti non cambia i fatti.
Che i vuoti non sempre possono essere colmati.
Che le grandi cose si vedono dalle piccole cose.
Che la ruota gira, ma quando ormai non te ne frega più niente.
E (soprattutto quello che più mi piace della vita) è che non si finisce mai di imparare..

Fabio Volo

Il Tempo che Vorrei

Voto medio su 4 recensioni: Sufficiente

“I’ll trade all my tomorrows for a single yesterday: cambierei tutti i miei domani per un solo ieri, come canta Janis Joplin.” È forse proprio questo il tempo che vorrei. Lorenzo non sa amare, o semplicemente non sa dimostrarlo.

Per questo motivo si trova di fronte a due amori difficili da riconquistare, da ricostruire: con un padre che forse non c’è mai stato e con una lei che se n’è andata. Forse diventare grandi significa imparare ad amare e a perdonare, fare un lungo viaggio alla ricerca del tempo che abbiamo perso e che non abbiamo più.

È il percorso che compie Lorenzo, un viaggio alla ricerca di se stesso e dei suoi sentimenti, quelli più autentici, quelli più profondi.

Il nuovo libro di Fabio Volo è anche il più sentito, il più vero, e la forza di questa sincerità viene fuori in ogni pagina.

Ci si ritrova spesso a ridere in momenti di travolgente ironia. Ma soprattutto ci si ritrova emozionati, magari commossi, e stupiti di quanto la vita di Lorenzo assomigli a quella di ciascuno di noi.

Chiediamoci il perchè

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A quanto sembra, a un certo punto c’è stato un botto e poi acqua e alberi.
Poi dei grandi orsi e mostri enormi, e infine noi. Il genere umano.
Si suppone che l’uomo sia il più intelligente di tutti gli animali.
Siamo arrivati noi e alla fine abbiamo portato la “civiltà”.
Noi sì che capiamo il mondo, non come gli altri animali.
Noi lavoriamo, mentre i nostri cani stanno a casa, in panciolle, a poltrire tutto il giorno.
Gli uccelli esistono senza doversi deprimere e persino i pipistrelli riescono a dormire per la maggior parte dell’anno.

E così, eccoci qua: la specie intelligente. Fantastico, assolutamente fantastico!
Noi siamo diversi dagli altri animali, anche i più intelligenti, grazie al vantaggio datoci dal nostro “cervello”. Abbiamo un cervello che ci consente di pensare in astratto e di fare progetti.
Siamo capaci di formulare pensieri in merito al pensare.
Avete mai visto una formica che va in terapia?
Mai conosciuto un cane con problemi di stress?
Mai sentito parlare di un gatto con problemi di bassa autostima?
Dico sul serio, vi è mai capitato?
Va bene, a meno che non siate il dottor Doolittle, ritengo che la risposta sia no.
Ora, partendo dal presupposto che la mia risposta sia valida, chiediamoci il perché.

di Richard Bandler, Owen Fitzpatrick tratto da: PNL è Libertà

PNL è Libertà
Questo libro contiene idee che possono trasformare la tua vita

Voto medio su 37 recensioni: Buono

PNL E LIBERTA’ è un libro che parla della tua vita, delle difficoltà che hai oggi e che hai avuto in passato, di come ti sei sentito e di come ti senti in questo momento.
Del tuo potere di annullare il dolore e lo sconforto e sostituirli, letteralmente, con sensazioni di energia, vitalità e gioia.

Questo libro è una conversazione a tratti spiritosa e leggera, a tratti dura e vibrante, tra una grande mente dei nostri tempi, Richard Bandler, e un giovane trainer di Programmazione Neuro-Linguistica intelligente e profondo, Owen Fitzpatrick. Tra i vari argomenti sviluppati:

  • Come capire quali sono le proprie abitudini nocive e sostituirle con buone abitudini;
  • Come crearsi nuove opportunità di miglioramento e sviluppo;
  • Come “innescare” volontariamente sensazioni di piacere, divertimento ed energia in sé e negli altri attraverso tecniche di PNL, ed essere in grado di riattivare quelle sensazioni;
  • Come “disinnescare” rapidamente dolore, frustrazione, sfi ducia, disperazione;
  • Come accrescere la propria intelligenza e curiosità e crearsi gli strumenti per definire e ottenere ciò che si desidera;
  • Come rendersi liberi attraverso il controllo della propria vita: liberi di scegliere e non scegliere, liberi di cambiare, liberi di non cambiare, liberi dai condizionamenti derivanti dalla propria condizione familiare, sociale, fisica e ambientale. Liberi anche di sbagliare.

Libro + Corso in Omaggio

Per farsi capire dal neonato…

Per farsi capire dal neonato...

Per farsi capire dal neonato…

“Per farsi capire dal neonato occorre parlare il linguaggio degli amanti.
Degli amanti? Sì degli amanti.
E cos’ è che dicono gli amanti?
Non si parlano: si toccano.
Sono timidi, pudichi.
Per toccarsi, per accarezzarsi, vanno a mettersi nel buio.
Spengono la luce. Oppure semplicemente chiudono gli occhi.
Rifanno la notte intorno a sé, la notte degli altri sensi.
Per essere più altro che tatto.
Nelle tenebre ritrovate si toccano, si palpano, si sfiorano.
Si circondano con le loro braccia
Rifanno intorno a sé la carne, l’ antica prigione.
Non fanno alcun rumore,le parole sono talmente inutili.
Sono le loro mani a parlare.
Sono i loro corpi a capire.
I loro respiri che si mescolano ed esplodono di gioia.
Ecco che cosa occorre al neonato.
Ecco che cosa capisce.
Ecco come parlargli: toccandolo, accarezzandolo.
Secondo il suo respiro.”

Frederick Leboyer

Nascere a Shantala - DVD
La nascita senza violenza e il massaggio del bambino

Voto medio su 2 recensioni: Da non perdere

Il bambino è felice di nascere? Che cosa significano le loro grida alla nascita? Il bambino ha bisogno di latte ma ancor più di ricevere carezze ed essere amato. Qui trovate il massaggio che mette il bambino a suo agio.

Un Regalo al Giorno per Te!

Uomo e la donna discutono e faticano a capirsi

Uomo e donna

In ogni rapporto umano, la cosa più importante è parlare.
Ma le persone non lo fanno più:
non sanno più sedersi per raccontare e ascoltare gli altri.
Si va a teatro, al cinema,
si guarda la televisione, si ascolta la radio,
si leggono libri, ma non si conversa quasi mai.
Se vogliamo cambiare il mondo, dobbiamo tornare al tempo
in cui i guerrieri si riunivano intorno a un falò
e raccontare le loro storie.

La donna pensa con il cuore, delicato, emotivo, sentimentale.

L’uomo pensa con l’intelletto, logico, razionale, privo di fantasia.

Le vie del cuore e dell’intelletto sono opposte ed è per questo che l’uomo e la donna discutono e faticano a capirsi. Ma, spiega Osho, la donna è un meraviglioso mistero per l’uomo.

Tuttavia amore, fiducia, bellezza, sincerità, verità, autenticità… sono tutte qualità femminili, e sono tutte di gran lunga più grandi di qualsiasi qualità possieda il maschile.

Ma la femminilità si estende ben oltre il genere sessuale e per potersi esprimere appieno deve coltivare le sue caratteristiche uniche. L’intero passato è stato purtroppo dominato dall’uomo e dalle sue qualità troppo orientate alla conquista e al dominio del mondo.

Ecco perché il maschile lasciato a se stesso facilmente genera guerre e devastazioni; lo sviluppo delle qualità femminili diviene dunque centrale se non l’unica speranza per il futuro dell’umanità.

Ne “Il mistero femminile” Osho prende in esame l’essenza della femminilità in tutte le sue espressioni e in ogni momento della vita. E lo fa con lo sguardo del grande maestro spirituale.

Il Mistero Femminile - Libro
Amore, fiducia, bellezza, sincerità, verità, autenticità…
sono tutte qualità femminili,

Il mal di Latte

Vi proponiamo uno stralcio dell’intervista a Lorenzo Acerra, autore del recentissimo Il mal di latte, apparsa sul Consapevole 17 ottobre/dicembre 2008. Acerra mette in evidenza i tanti disturbi causati dal latte di mucca – diabete, problemi di permeabilità intestinale, allergie, otiti, tonsilliti, coliche, sinusiti, orticarie, disturbi al sistema vascolare, osteoporosi, disturbi ormonali – e rileva come questi siano soprattutto dovuti al metodo di pastorizzazione del latte. Per cui il latte crudo – della cui pericolosità si sente tanto parlare in questi giorni – si rivela una possibile e valida altenativa per tutti coloro che risultano essere sensibili al consumo del comune latte pastorizzato.

L’autore, Lorenzo Acerra – laurea in chimica, topo di biblioteca – si è fatto conoscere e apprezzare sia da persone con malattie croniche degenerative, che da medici e dentisti, per lo spessore tecnico dei dati e delle argomentazioni salutistiche riportate in alcuni suoi libri come Magnesio e Denti Tossici 2.
I rischi connessi al consumo di latte commerciale e dei suoi derivati per la salute di bambini, anziani, persone sensibili e immunodepresse o di debole costituzione, sono ormai noti.
Il nuovo libro di Acerra ha il merito di elaborare e sistematizzare un numero davvero consistente di prove scientifiche a dimostrazione degli enormi danni provocati alla salute dell’uomo da questi alimenti. In questo prezioso manuale l’autore ha raccolto e catalogato, a seconda della patologia, centinaia di studi della medicina ufficiale che dimostrano come gli elementi contenuti nel latte commerciale (fenilalanina, tirosina, fosfati, ADH, IGF-I) possano essere collegati all’insorgere di numerose patologie come diabete, problemi di permeabilità intestinale, allergie, otiti, tonsilliti, coliche, sinusiti, orticarie, disturbi al sistema vascolare, osteoporosi, disturbi ormonali, oltre a conseguenze a lungo termine come l’aterosclerosi, la crescita accelerata ma dilatata degli organi e la resistenza insulinica. Il volume contiene la descrizione dettagliata dei meccanismi attraverso cui il latte agisce in modo negativo sull’organismo umano, insieme a un’importante sezione dedicata ai test allergici e di intolleranza, compilata alla luce delle più aggiornate ricerche scientifiche.
Abbiamo intervistato Acerra per conoscere le motivazioni che l’hanno portato alla stesura del testo, i motivi che spingono la medicina ufficiale e non riconoscere la pericolosità del latte di mucca e per carpire i segreti di un’alimentazione sana e corretta.

Mi dicevi che con il libro Il mal di latte vuoi dare la possibilità alla cosiddetta “civiltà del latte” di mettersi per un momento davanti allo specchio, perché la soluzione alle brutture e alle storture, in ogni campo, è la consapevolezza…
Molti saggi del passato hanno descritto il problema della consapevolezza. È bello, perché in sostanza alla fine dicono che non si può prendersela con un fiore perché ha una minore consapevolezza. Non c`è niente di sbagliato in nessuna persona e in nessuna realtà, se non una consapevolezza molto, molto distorta. Una dozzina di anni fa rimasi folgorato dalla lettura di un volume splendido in cui veniva spiegato come il corso degli eventi e le vicende umane erano stati cambiati dalla produzione e dal consumo di zucchero raffinato. Mi riferisco a Sugar blues di W. Dufty. Ho sognato allora di poter scrivere io, un giorno, un libro dello stesso spessore ed utilità.

Nel libro ricordi che scientificamente è possibile affermare tutto e il contrario di tutto, ma sveli dati e meccanismi sull’intolleranza al latte che sono davvero convincenti e nuovi.
Ho trovato per la prima volta sul tema una visione completa, semplice da spiegare, ma allo stesso tempo con un’adeguata rassegna scientifica a sostegno. Come hai messo insieme tutto quello che compare nel testo?
Nel corso di molti anni la mia curiosità mi ha portato ad essere accolto, nel vero senso della parola, in casa di personaggi di uno spessore indicibile, e man mano crescente. Qualcuno di questi incontri è menzionato nel libro. La curiosità non viene coronata mai per caso, dice Paulo Coelho. Chiunque avesse spaziato, come è capitato a me, in così tanti campi del sapere, avrebbe infine potuto produrre la stessa opera.

Il latte crudo e i prodotti artigianali del latte di capra non li hai messi nello stesso paniere del latte pastorizzato e affini.
No, è vero. Il succo del discorso è la distorsione che il prodotto latte subisce con la pastorizzazione, con l’omogeneizzazione, gli effetti su individui con mucosa intestinale permeabile, gli effetti della indiscriminata, massiccia, introduzione infantile ai prodotti industriali del latte. La sola procedura di omogeneizzazione fa sì che la sensibilizzazione al latte e alle sue proteine aumenti di 20 volte. Certo, anche un alimento mediocre può non portare a patologie. Ma quando andrete dall’omeopata, egli avrà presente che l’organismo deve essere meno ostacolato e congestionato da detriti e muco (e quindi sospendere i caseari) se si vuole veramente che tutta la sua procedura di mobilizzazione ed escrezione di sostanze tossiche abbia successo.

Leggi l’intervista completa sul Consapevole n° 17 oppure su:

Il Mal di Latte
Intolleranze,allergie e malattie da latte e latticini

Prezzo € 12,90

Attraverso la propria vicenda e quella di molte altre persone, tra cui anche numerosi personaggi famosi, l’autore di due bestseller come Denti Tossici e Magnesio, affronta con competenza e puntualità scientifica, uno dei temi più attuali della medicina naturale.

Una Grande lezione di Vita

L’ultima conferenza del prof. Randy Paush, con traduzione in italiano, una grande lezione di vita.

“Come realizzare i sogni della vostra infanzia”

Buonasera a tutti. É magnifico essere qui. Questa serie di conferenze un tempo si chiamava “L’ultima conferenza: se aveste un’ultima conferenza da fare, di che cosa parlereste?” E io ho pensato: “Accidenti, finalmente avevo centrato l’argomento e loro le cambiano nome!” [Risate].

Bene, eccoci qui. Nel caso in cui ci fosse qualcuno che è capitato qui per caso e non conosce la mia storia, mio padre mi ha insegnato che quando c’è un grosso problema bisogna affrontarlo. Nelle mie Tac compaiono una decina circa di tumori al fegato e il dottore mi ha detto che mi restano dai tre ai sei mesi di buona salute. Considerato che me l’ha detto un mese fa, i conti sono presto fatti. Ho i medici migliori al mondo. Cosa c’è? Non funziona il microfono? Allora parlerò più forte…[aggiusta il microfono]. Va bene così? Ok. Allora, stavo dicendo che le cose stanno così. Non possiamo cambiarle. Possiamo soltanto decidere in che modo reagiremo alla situazione. Non possiamo cambiare le carte che ci sono date, possiamo soltanto decidere come giocare la prossima mano. Se non vi sembro depresso o cupo come pensate che dovrei essere, mi dispiace deludervi. [Risate].

Vi assicuro che non provo un atteggiamento di rifiuto. Non è che io non sia pienamente consapevole di quanto mi sta accadendo.

La mia famiglia, i miei tre figli, mia moglie…abbiamo traslocato. Abbiamo comperato una splendida casa in Virginia e stiamo facendo tutto ciò perché questo è un posto bellissimo per viverci. […] L’altra cosa che vorrei dirvi è che in questo momento sono in ottima forma, in forma smagliante e fenomenale. Ciò che intendo dire è che il fatto che io sia in ottima forma davvero è l’esempio di dissonanza cognitiva più plateale che vi possa capitare di vedere. Di fatto, credo di essere in forma migliore della maggior parte di voi qui presenti. [Randy si sdraia per terra e inizia a fare flessioni] [Applausi] Pertanto se qui c’è qualcuno che intende piangere o compatirmi, può scendere e fare un paio di flessioni, e soltanto dopo potrà compatirmi. [Risate].

Va bene… allora, di una cosa non parleremo oggi. Non parleremo di cancro, perché ho già parlato a lungo di questo e davvero non mi interessa parlarvene. Se avete qualche integratore a base di erbe o qualche altro rimedio, vi prego di starmi alla larga. [Risate].

Non parleremo anche di altre cose che sono più importanti dell’esaudire i sogni della vostra infanzia. Non parleremo di mia moglie e non parleremo dei miei figli, per esempio, perché sono bravo, sì, ma non così bravo da poterne parlare senza scoppiare a piangere. Pertanto, molto semplicemente, accantoneremo questo argomento, che è molto più importante.

Altre cose di cui non parleremo sono la spiritualità e la religione, anche se vi devo confessare di aver appena avuto una conversione in extremis, in punto di morte… [pausa drammatica di silenzio]. Mi sono appena comperato un Macintosh. [Risate e applausi]. Ecco, adesso so che almeno un nove per cento del pubblico è con me…

D’accordo, ma allora di che cosa parliamo oggi? Parliamo dei miei sogni d’infanzia e di come li ho realizzati. Da questo punto di vista sono stato molto fortunato. Parleremo di come credo di aver reso possibili i sogni altrui e, in una certa qual misura, degli insegnamenti che se ne possono ricavare. Sono un professore, pertanto dovrebbe essere possibile ricavare qualcosa che consenta ai vostri sogni di realizzarsi. A mano a mano che si diventa grandi, si può scoprire che “permettere ai sogni altrui di realizzarsi” è ancora più gratificante.

Dunque, volete sapere quali erano i sogni della mia infanzia? Prima di tutto vi premetto di aver avuto un’infanzia davvero molto felice. Sì, sul serio, non sto scherzando. Ho frugato nell’archivio di famiglia e la cosa che mi ha davvero colpito è che non sono riuscito a trovare nessuna foto di me bambino nella quale io non stessi sorridendo. E questo di per sé è già molto gratificante. [Compare una diapositiva] Questo è il nostro cane, d’accordo? Sbadiglia… e questo sono io che sogno. Sognavo molto.

Sapete, c’era molto per cui sognare ad occhi aperti. Sono nato nel 1960. Avevo otto o nove anni e se guardavo la televisione potevo vedere l’uomo sbarcare sulla Luna. A quel punto capite bene che ogni cosa è possibile. Ecco, questo non dovremmo dimenticarlo mai. L’ispirazione e la possibilità di sognare sono immense.

Quali erano i miei sogni d’infanzia? Potrete anche non essere d’accordo con il mio elenco, ma si tratta dei seguenti: sperimentare l’assenza di gravità, giocare nella Lega Nazionale di Football, scrivere una voce della World Book Enciclopedia (beh, sì, presumo che i secchioni si individuino subito, non è così? ), essere Captain Kirk…

C’è qualcuno tra voi che ha avuto questi stessi sogni quando era bambino? No, alla Carnegie Mellon University no di sicuro! Volevo anche essere uno di quei tipi che vincono i pupazzi giganti al Luna Park, e volevo diventare uno degli imagineer della Disney.

Ecco, ve li ho elencati in ordine sparso, anche se a esclusione forse del primo, sperimentare l’assenza di gravità, di sicuro erano sogni di difficile realizzazione.

Io credo che sia molto importante avere sogni precisi. Non sognavo di diventare un astronauta, perché quando ero piccolo e indossavo gli occhiali qualcuno mi aveva detto che gli astronauti non possono indossare gli occhiali… e io avevo dichiarato: “Mmmm, non mi interessa diventare astronauta. A me interessa soltanto galleggiare nell’aria”.

Così da piccolo, come potete vedere nella diapositiva, mi allenavo [si vede Randy bambino che sdraiato sul tavolo di casa assume la posizione tipica di chi galleggia in assenza di gravità]. Ma ovviamente questo sistema non funzionava granché. Più avanti è saltato fuori che la Nasa disponeva di una cosa detta “La cometa del vomito” con la quale si addestravano gli astronauti. Si tratta di un apparecchio che effettua delle paraboliche. Alla sommità di ogni arcata per 25 secondi circa si diventa dei proiettili e si sperimenta, per circa 25 secondi soltanto, un vago equivalente dell’assenza di gravità.

Ebbene, esiste un programma al quale gli studenti universitari possono sottomettere varie proposte e il progetto migliore si aggiudica il diritto di volare. Così io ho pensato che potesse essere un’occasione meravigliosa. Ho formato un team di studenti che ha vinto e si è aggiudicato il diritto di volare. Io ero al settimo cielo: sarei andato anch’io. Poi però mi sono scontrato con la prima dura realtà: mi hanno detto chiaramente che per nessun motivo un membro di facoltà avrebbe potuto volare con il team. Capirete… ero a pezzi. Mi sembrava impossibile: avevo lavorato così sodo!

Allora mi sono riletto con grande attenzione tutto ciò che c’era da leggere sul programma e ho scoperto che la Nasa, nell’ambito del suo programma di assistenza e promozione, permetteva agli studenti di portarsi dietro dalla loro città il giornalista di un media locale. [Risate]. E così… [fa la voce profonda] “Randy Pausch è un giornalista web”. [Torna alla voce normale].

È davvero molto facile ottenere un pass per la stampa! [Risate]. A quel punto chiamo la Nasa e chiedo a quale numero avrei potuto faxare alcuni documenti. Loro mi chiedono di che documenti si tratta. E io rispondo che si tratta delle mie dimissioni da membro della facoltà e della mia candidatura al ruolo di giornalista. Loro mi chiedono: “Non le pare un po’ troppo sfacciata come manovra?”. E io dico: “Sì certo, ma il nostro progetto riguarda la realtà virtuale. Porteremo con noi moltissime cuffie con apparecchi VR (virtual reality), e tutti gli studenti che formano il gruppo la sperimenteranno, mentre tutti i veri giornalisti riprenderanno la scena”. E Jim Foley (che è qui tra il pubblico e annuisce… sì, tu, bastardo!) mi dice: “Eccole il numero di fax”.

Quindi, in conclusione, abbiamo rispettato i patti. Questo è uno di quegli argomenti di cui sentirete parlare ancora a lungo più avanti: avere sempre qualcosa da mettere sul tavolo, proprio così, perché questo vi rende più bene accetti. Se siete curiosi di sapere com’è l’assenza di gravità, ecco… spero che il sonoro funzioni. [Nella diapositiva si vede Randy che sperimenta l’assenza di gravità]. Io sono questo qui. [Risate, perché le persone del video si schiantano sul pavimento dell’aereo]. Pertanto, sogno d’infanzia numero uno: esaudito.

Ok, passiamo al football.

Il mio sogno, come vi ho detto, era giocare nella Lega Nazionale di Football, ma probabilmente ho avuto molto più da questo sogno che non si è realizzato che da tutti quelli che invece si sono realizzati.

Avevo un allenatore. Firmai con lui a nove anni. Ero il più piccolo della Lega, e avevo un allenatore, Jim Graham, che era alto quasi un metro e novanta e aveva giocato da linebacker con i Penn State. Era un colosso ed era della vecchia scuola. Intendo proprio vecchia… il primo giorno di allenamento eravamo tutti spaventati a morte da quel gigante. Lui arrivò… ed era senza pallone. Come avremmo mai potuto allenarci senza pallone? Allora un ragazzino si fece avanti e gli disse: «Senta coach, mi scusi, ma non c’è il pallone». E il coach Graham: «È vero. Ma ditemi un po’, quante persone ci sono in campo?». E noi in coro: «Undici per squadra, ventidue in tutto». «Esatto. E quante persone alla volta toccano il pallone?». «Una sola». «Giusto. Quindi noi inizieremo da quello che fanno gli altri ventuno».

Sì, è propria una bella storiella, perché parla delle cose fondamentali, le cose basilari, le cose che contano. È importante concentrarsi su queste, le cose fondamentali, perché tutto ciò che è superfluo e inutile non serve a niente.

L’altra cosa importante legata al coach Jim Graham riguarda l’allenamento. Mi stava sempre addosso, sempre. Mi faceva sgobbare e lavorare senza sosta: “Sbagli questo, ripeti. Sbagli anche quell’altro. Fallo ancora. Torna indietro e ricomincia. Me lo devi… dopo l’allenamento fai le flessioni” e così via. Un giorno, al termine dell’allenamento, uno degli altri coach mi si avvicina e mi dice: «Il coach ti ha lavorato ben bene, non è così?». Io rispondo di sì, e lui chiosa: «Si tratta di un buon segno. Quando sbagli qualcosa e nessuno ti dice più niente, significa che ormai hanno rinunciato».

Questa è una lezione che ho imparato e ho ricordato per tutta la vita: quando fai qualcosa di sbagliato e nessuno si prende la briga di dirti qualcosa, significa che è meglio cambiare aria. Chi ti critica lo fa perché ti ama e ti ha a cuore.

Dopo il coach Graham ne ho avuto un altro, il coach Setliff, che mi ha insegnato moltissime cose sul potere dell’entusiasmo. Faceva una cosa terribile, a ripensarci: inseriva un giocatore alla volta per un solo tempo nella posizione che era la meno plausibile e la più sbagliata per lui. Per esempio, metteva in campo tutti i bassi nella posizione di ricevitore, capite? Beh, insomma, l’altra squadra era assolutamente disorientata. Non sapeva chi era a colpire. Perché se si gioca soltanto un tempo e non ci si trova dove uno suppone ci si debba trovare, libertà diventa sinonimo di nulla da perdere… L’entusiasmo era alle stelle. Ancora oggi da nessuna parte mi sento più a mio agio che su un campo da football.

Quello che voglio dire è che quando ho un problema da risolvere [tira fuori un pallone], la gente mi vede andare in giro con uno di questi… perché quando si è giovani e qualcosa come il football è la tua vita, diventa una parte di te. Per sempre. Sono molto contento che il football sia stato parte della mia vita. Anche se il desiderio di giocare nella Lega Nazionale di Football non si è realizzato, pazienza. Probabilmente ci sono cose che contano di più. Se poi guardiamo a quello che stanno facendo nella NFL… non sono più così sicuro che si stiano comportando bene….

Bene, uno dei modi di dire che ho acquisito lavorando per l’Electronic Arts, che mi piace moltissimo ed è in relazione a quanto ho appena raccontato è questo: “L’esperienza è ciò che ottieni quando non sei riuscito a ottenere ciò che volevi”. Penso che sia assolutamente deliziosa.

L’altra cosa che posso dire del football, come di qualsiasi altro sport o attività che facciamo praticare ai nostri figli, che si tratti di football o di calcio, di nuoto o di qualsiasi altra cosa, è che questo è un esempio di quello che io definirei l’apprendimento indiretto. In realtà noi non vogliamo che i nostri figli imparino a giocare a football. Sì, insomma, è carino che io abbia queste tre punte e che so come fare blocco e così via… ma noi mandiamo i nostri figli a imparare cose molto più importanti di queste. Spirito di squadra, spirito sportivo, perseveranza, eccetera. Tutti questi apprendimenti indiretti sono importantissimi. Anzi, bisognerebbe aprire bene gli occhi, stare sempre all’erta e coglierli ovunque, perché sono ovunque.

Passiamo adesso all’altro desiderio, diventare autore di una voce della World Book Encyclopedia. Quando ero bambino, su una mensola di casa nostra c’era la World Book Encyclopedia… per le matricole devo precisare che si tratta di un’enciclopedia in versione cartacea! Bene, c’erano queste cose che chiamavamo libri [risate]. Dopo che sono diventato per così dire un’autorità in fatto di realtà virtuale, ma non poi così importante, mi sono trovato al livello di coloro ai quali la World Book Encyclopedia avrebbe potuto chiedere di scrivere un articolo. E infatti mi chiamarono e io ho scritto un articolo! Questa è Caitlin Kelleher [nella diapositiva Caitlin indossa una cuffia VR con la quale si muove in un mondo tridimensionale] e se andate nella vostra libreria locale, dove conservano ancora copie cartacee della World Book Encyclopedia, se cercate alla voce Virtual Reality troverete il mio articolo. Tutto ciò che posso dire è che effettivamente essendo stato scelto per diventare un autore della World Book Encyclopedia, posso assicurarvi che Wikipedia è una fonte perfetta di informazioni per voi, perché conosco il controllo di qualità delle vere enciclopedie!

Ok, passiamo pure al desiderio successivo. [Diapositiva riportante la scritta: “Incontriamo il Capitano Kirk”] [Risate].

A un certo punto della propria vita uno si rende conto che ci sono alcune cose che non potrà fare, così forse sarebbe meglio starsene con i piedi per terra. Beh, mio Dio, che modello per i giovani! [Risate] [diapositiva del Capitano Kirk seduto alla sua postazione di controllo sull’astronave Enterprise].

Ecco, io volevo essere così, ma quello che mi ha spinto più avanti nel corso della vita alla vera leadership, è aver capito che lui non era il più importante dell’astronave! C’era Spock, che non era niente male, e McCoy, il dottore, e poi c’era Scotty, l’ingegnere… tanto che alla fine uno finisce col chiedersi quali competenze, quali abilità possa mai avere lui per starsene ai comandi e coordinare tutti? E allora capisci che c’è una cosa che si chiama leadership, e ti piaccia o meno questa serie di telefilm, non c’è dubbio che osservando quel tipo in azione si imparano molte cose su come dirigere e comandare gli altri. E in più ha i giocattoli più belli di tutti! [mostra una diapositiva dei gadget di Star Trek].

Beh, insomma, da bambino credevo fosse affascinante che il Capitano Kirk avesse tutte queste cose, [tira fuori uno Star Trek Communicator] e potesse parlare a tutta l’astronave con questo. Credevo che fosse semplicemente spettacolare e ovviamente anche io oggi ne possiedo uno, e perfino più piccolo… [Estrae il suo telefono cellulare]. Insomma, tutto ciò è molto cool… quindi ho realizzato anche questo sogno.

James T. Kirk e il suo alter ego William Shatner hanno scritto un libro, che credo sia un libro niente male affatto. Lo hanno scritto con Chip Walter, uno scrittore che vive a Pittsburgh. Il libro parla della scienza di Star Trek, ovvero di quello che di Star Trek si è avverato. Gli autori si sono recati in vari posti del Paese, osservando varie cose e sono venuti qui a osservare la nostra realtà virtuale. Così abbiamo realizzato una realtà virtuale apposita, che era più o meno una cosa del genere. [Mostra la diapositiva del ponte virtuale di Star Trek ripreso da una trasmissione televisiva degli anni Sessanta]. È stato davvero forte conoscere l’idolo della mia infanzia, ma ancora meglio è quando è lui a venire da te per capire le cose più incredibili che tu stai preparando nel tuo laboratorio. Sì, fu un grande momento davvero…

Bene, siamo arrivati alla vincita dei peluche… potrà sembrarvi qualcosa di assolutamente banale, ma quando si è piccoli e al luna park si vedono questi tipi con grossi peluche sotto il braccio… bene, questa è la mia adorabile moglie e queste sono tutte immagini di grossi peluche che ho vinto. [Risate, mostra le diapositive di vari peluche di grosse dimensioni]. Questo è mio padre in posa con un peluche che ho vinto. Sì, ne ho vinti moltissimi. Questo è ancora mio padre con un peluche che ha vinto lui. Questa è una parte della mia vita e della mia famiglia.

Già so che cosa staranno pensando i cinici: diranno che in questa epoca di immagini manipolate digitalmente, forse tutti questi orsi non sono davvero nella foto con me, o forse ho pagato cinque dollari a qualcuno che aveva vinto davvero i peluche perché mi facesse fare una fotografia con loro… Così mi sono chiesto: come posso in quest’epoca di cinismo, convincere le persone? Risposta: ho capito, porto gli orsi. Prego, portateli fuori! [Svariati peluche di grosse dimensioni sono portati in scena. Risate e applausi]. Ecco, appoggiateli alla parete di fondo, grazie.


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Non ne potevo più!

Poi 5 nuove attitudini hanno cambiato ogni cosa!

Ero stanco di dire: “Sarebbe bello ma…”!

Non avevo soldi per le cose che mi piacevano, non avevo una direzione, e mi ero ritrovato (non so come) a fare un lavoro che non mi piaceva! Mi “consolavo” leggendo libri, le storie delle persone che ce l’avevano fatta!

Quanto ho invidiato quelle persone! Per anni ho letto e preso appunti, letto e preso appunti! Ma tutte le storie erano diverse, totalmente diverse dalla mia. Così complicate!

Poi un giorno arrivai al culmine: doveva cambiare qualcosa!

Ripresi in mano tutti i miei appunti, quelli di 20 anni di studi.

E in un lampo… e arrivato l’essenziale! 5 semplie attitudini. 5 chiavi.

Semplici, facili da seguire, alia portata di tutti!

Oggi, nel momento in cui scrivo, e una bella giornata di sole. Sto ridendo e penso che… la vita e davvero una gran bella cosa. Mentre faccio il lavoro dei miei sogni (aiuto la diffusione di una culture del possibile su http://www.piuchepuoi.it) ho deciso di condiviedere tutto questo con te. Perche anche tu, da adesso, possa iniziare a vivere la vita che hai sempre sognato.

Ecco alcuni degli strumenti che stai per padroneggiare:

  • Come superare la paura di agire con un metodo “logico” ed “emotivo”;
  • Non sai cosa vuoi veramente? Ecco come riscoprire i tuoi veri sogni;
  • Impara a gestire i giudizi degli altri (e non farti distogliere dalla realizzazione della vita che vuoi);
  • Le 3 regole per mettere il turbo alla tua vita;
  • Come progettare e, soprattutto vivere, la vita come tu la vuoi. A partire da adesso.

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La parola è il pensiero che diventa realtà e, al tempo stesso, il mezzo con cui raggiungere i propri traguardi. L’immaginazione, di cui la parola si fa portavoce, fa sì che una situazione negativa di ansia, rabbia, dolore, possa essere visualizzata in modo diverso eletteralmente trasformarsi. Quando i tempi sono duri, i soldi sempre meno, il posto di lavoro in equilibrio instabile… sono invece tempi ricchi per chi sa pensare e parlare! Le parole sono formule di potere per avere successo nella vita, in ogni campo.
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Agita sopra tutte le imperfezioni la bacchetta della Parola
e il deserto si rallegrerà e fiorirà come una rosa.

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