Cosa voglio essere?

Ti capita mai di pensare a quante persone vivono senza particolari ambizioni o speranze? “Sopravvivono” e pensano che questa sia la strada più facile.

Crescere, sviluppare i propri talenti, le potenzialità, sembra quasi difficile.

La domanda principe di costoro è: “si, capisco, ma come faccio?”

Parliamo della parte più “autentica” di noi.

Eppure è quella che più fatichiamo a rendere manifesta.

La società, il mondo attuale ci sovraccarica di doveri. Ci obblighiamo a stare al passo con tantissime cose. Prendiamo centinaia e centinaia di decisioni.

E sono piccole decisioni!

Quanto sarebbe più semplice prenderne poche e grandi.

Ci preoccupiamo di quello che pensa la gente, stiamo dietro a un sacco di cose, a troppe cose.

E se provassimo a semplificare la nostra vita con poche e semplici scelte:

Cosa vogliamo essere?

Cosa vogliamo diventare?

Su che cosa vogliamo migliorare?

Vogliamo creare qualcosa? E se si, che cosa?

Sappiamo bene che scegliere alcune cose preclude la possibilità di scegliere qualcosa altro.

Ciascuna decisione comporta la rinuncia di qualcosa della propria vita.

...E ci consente la concentrazione di energie su un numero più piccolo di azioni.

Diventa evidente allora che, ponendo più energia e concentrazione su un numero inferiore di azioni, molto più elevata sarà la possibilità di ottenere nell’ambito prescelto un risultato di successo.

Pagine di saggezza per vivere felicemente sereni

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Il mio editore mi ha chiesto di scrivere un libro
che possa aiutare chi lo legge a espandere e affinare le antenne
della sua mente e del suo cuore…
Ed ecco cosa scriverò. Scriverò la vita.
Scriverò tutto ciò che appartiene
a questo lampo di luce tra due eternità.
Esplorerò tutti i suoi misteri.Scoprirò tutti i suoi volti e tutti i suoi segreti.

Attraverso il suo stile inconfondibile Omar Falworth torna a offrire semplici ma fondamentali lezioni di vita, fino a esplorare la verità più profonda: vivere è apprezzare ciò che siamo e, nello stesso tempo, cercare di raggiungere sempre nuovi e migliori modi di vivere.

Tony Robbins Live a Roma!

Vai bene come sei!

Vai bene come sei

come-sei
Attenti a non cadere vittime della persuasione che non possiamo essere amati perché siamo troppo questo e troppo poco quell’ altro.
Andiamo bene come siamo, questa è la verità.
La diversità è la vita.
Vi sono stuoli di individui, per esempio, che prediligono le persone alte, oppure quelle basse: Ad alcuni piacciono le brune, altri preferiscono le bionde.
C’è chi apprezza i grassi, chi i magri: Chi ama i loquaci, chi ha un debole per i taciturni. E così via.
Meno ci sentiamo in torto per essere ciò che siamo, più sapremo di poter contare su un affetto veramente duraturo.
Con calma, con pazienza, scopriremo le persone che ci sapranno amare.
E da quel momento noi potremo contare su un’intera vita sgombra di artifici e delusioni, liberi di essere chi siamo.

Esternare il bisogno
Nessuno è mai tenuto a piangere o a soffrire in solitudine.
Eppure molti fra noi sarebbero disposti a patire in silenzio pur di non chiedere aiuto di cui peraltro hanno urgente necessità.
Tendiamo a ritenere che gli altri siano perfettamente consapevoli delle nostre pene, anche se noi non ne parliamo affatto.
E’ dalla forza emotiva, non dalla debolezza, che noi sappiamo trarre la capacità di invocare aiuto.
Il timore del rifiuto, o del ridicolo, o di qualunque altro impulso ci spinga a nascondere le nostre sofferenze, dev’essere sconfitto a ogni costo.
Diversamente, non otterremmo mai il supporto morale che ci occorre.
Naturalmente, nell’atto di sollecitare aiuto noi esprimiamo il nostro apprezzamento nei confronti di un’altra persona.
Implicitamente le facciamo capire che nutriamo fiducia in lei, che la reputiamo in gradi di aiutarci in un momento di grande vulnerabilità.
Non le chiediamo soluzioni. Vogliamo solo che sia presente, che ci accordi un sostegno temporaneo in attesa di trovare le nostre vie personale di superamento.
Un sano”Ho bisogno di te” è un’espressione importante d’amore.

SOLITUDINE COME SORGENTE D’AMORE
E’ bene tener presente che, indipendentemente dal numero delle persone che ci amano, ci circondano, hanno a cuore il nostro benessere e la nostra serenità, di fatto noi siamo veramente soli.
Nessuno, per quanto possa esserci vicino, può comprenderci perfettamente, capire le nostre paure, le nostre speranze, i nostri sogni.
Siamo ignoti perfino a noi stessi, e molti trascorrono l’intera vita nel tentativo di comprendere la loro vera essenza.
Tale estraniazione può diventare fonte di grande solitudine, ma non è detto che sia sempre così.
In realtà essa ci offre il destro di affrontare le nostre paure attraverso un processo di autorivelazione.
Noi sapremo davvero chi siamo solo quando vorremo scavare nei recessi più profondi del nostro io.
Altri scopriranno chi siamo solo quando ci arrischieremo a dischiuderci.
E’ un compito arduo, in continuo divenire. Attraverso l’accettazione della nostra solitudine, possiamo finalmente intuire l’autentico peso dell’amore e il motivo per cui vivere senza amore non è davvero possibile.

LA POSSESSIVITA’ FINISCE SEMPRE COL DISTRUGGERE CIO’ CHE SI PROPONE DI PROTEGGERE
Il controllo assoluto su un altro essere umano non è possibile e tantomeno auspicabile. Ed è sempre distruttivo.
Uno dei grandi miti sul vero amore vorrebbe che le vite di un uomo e di una donna fossero intrecciate per sempre, incamminate sulla stessa via, protese verso le stesse mete e i medesimi interessi, e che ogni istante di separazione fosse per loro un’eternità.
Quand’anche ciò fosse possibile, a me sembra tristissimo!
Sentirsi uniti, protetti, solidali è un sentimento del tutto naturale.
Ma diventa un problema quando noi ne facciamo un’esigenza esclusiva. Chi focalizza il proprio amore su un unico soggetto ha difficoltà nei suoi rapporti con gli altri.
Constatare che le persone che amiamo sanno amare, oltre a essere amate, dovrebbe essere un conforto, non una minaccia.
Dovremmo rallegrarci che abbiano interessi estranei alla nostra persona, che siano autosufficienti e abbiano fiducia in se stessi.
In realtà, noi siamo in grado di amare molte persone contemporaneamente senza con ciò diluire ciò che abbiamo da offrire.
Anzi, quanto più numerose sono le nostre esperienze affettive, tanto maggiore è il patrimonio che rechiamo con noi quando ci concentriamo su un rapporto intimo e profondo.
La spartizione non scredita la qualità dell’amore; al contrario viene intensificata e ulteriormente arricchita dalla nostra esperienza.

Brani tratti dal libro: “Nati per amare” di Leo Buscaglia

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Siamo tutti convinti che l’amore sia la cosa più importante della vita, che siamo “nati per amare“. Perché allora l’amore è così difficile da trovare, e spesso ci dà più sofferenze che gioie?

Per Leo Buscaglia, il ‘maestro d’amore’ più famoso del mondo, non lo troviamo perché non lo cerchiamo, e ci fa soffrire perché non lo comprendiamo. Anche l’amore, proprio come le altre discipline, dev’essere capito, imparato, studiato e praticato.

In questo ‘corso d’amore’ in duecento lezioni, o riflessioni, del famoso professore americano il lettore troverà, in un linguaggio semplice e universale, verità elementari ma spesso ignorate, princìpi che, se applicati ogni giorno, lo aiuteranno a vivere meglio e più intensamente, ad avere rapporti più armoniosi con gli altri.

L’amore è infatti il miglior antidoto contro la solitudine, la frustrazione e la paura, ci rende più protettivi, e soprattutto più creativi.

Puoi guarire, credici!

Cenni sulle teorie del dottor Hamer (Nuova Medicina) ed esperienza personale di guarigione

guarire-credici

Ciao, voglio condividere con il mondo intero la mia esperienza di guarigione dal cancro attraverso il cambiamento delle mie credenze relativamente alla malattia e l’approccio alla Nuova medicina del dott. Hamer.

Inizialmente, come la maggior parte delle persone, di fronte ad una diagnosi medica talmente improvvisa quanto dolorosa, la mia reazione è stata di disperazione. In seguito tale sentimento è andato incrementandosi e modificandosi fino a diventare rassegnazione. Nonostante ciò, anche in queste fasi iniziali mai ho pensato al peggio e ho sempre sottovalutato il problema, tanto da non ritenermi mai grave. La mia testa aveva ben chiaro l’obiettivo GUARIGIONE e questo ha fatto si che sulla mia strada incontrassi persone, letture e situazioni tali da indirizzarmi verso la risoluzione del mio problema.(..nulla accade per caso, ma siamo noi che ci creiamo il nostro destino con i nostri pensieri!)

In particolare, pur percorrendo un percorso medico con la medicina tradizionale, più per insistenza dei familiari che per mia scelta, ho intrapreso un cammino con la Nuova medicina di Hamer. Ho preso la mia vita nelle mie mani cercando la causa scatenante della malattia.

L’incontro con un medico esperto di Nuova Medicina e Biologia totale, la frequentazione di seminari e l’approfondimento attraverso numerose letture mi hanno veramente cambiato la vita…. in meglio!

L’argomento Biologia Totale e Nuova Medicina di Hamer è molto vasto e incontra pareri discordanti, quindi io da autodidatta e da testimone vivente della sua efficacia cercherò qui di spiegare le informazioni anche scientifiche da me acquisite, filtrate dal mio vissuto e dalla mia esperienza di ex malata, che spero possa aiutare altre persone ad imboccare la strada della guarigione.

Il dottor Hamer, nasce nel 1935 in Renania. Nel 1978 il figlio di Hamer muore dopo molti giorni di agonia in seguito a una ferita di arma da fuoco. Dopo alcune settimane Hamer scopre di essere malato di cancro ai testicoli. Dopo l’iniziale interpretazione secondo i canoni della medicina tradizionale, il medico comincia ad interrogarsi sulla possibile correlazione tra il trauma vissuto e il cancro.

Nonostante la malattia Hamer continua a lavorare presso il reparto di ginecologia dell’Ospedale di Baviera dove incontra donne malate di cancro le quali interrogate con delicatezza dal medico, rivelano di aver vissuto nei mesi precedenti la scoperta della malattia, un grave trauma emotivo.

Hamer considera queste rivelazioni molto più di semplici quanto numerose coincidenze e comincia un’attività di ricerca presso una clinica di Colonia dove vi erano numerosi malati di cancro ai polmoni, di cui solo la metà fumatori. Dai colloqui con i pazienti ha ulteriore conferma delle relazioni causa- effetto fra trauma emotivo e scatenarsi della malattia.

Naturalmente le scoperte del dottor Hamer trovarono contrasto nella medicina tradizionale, che non poteva tollerare affermazioni che andavano a minare i pilastri delle scoperte scientifiche nonchè gli interessi economici in primis delle case farmaceutiche.

Ora elencherò le cinque leggi di Hamer, che ho cercato di enunciare in maniera che anche argomenti scientifici possano essere compresi da tutti gli ammalati.

PRIMA LEGGE

– 1) Il trauma è il detonatore in quanto ogni malattia, quindi anche il cancro, è la risposta ad un trauma che ci trova impreparati, che viviamo in solitudine e che non sappiamo come risolvere. A trauma vissuti con maggior intensità corrispondono malattie più gravi. Inoltre l’emozione provata quando è avvenuto il trauma determina l’organo fisico malato.

SECONDA LEGGE

-2) Tutte le malattie hanno due fasi: la prima fase è quella di stress ed è chiamata simpaticotonia perchè entra in azione il sistema simpatico ed è la fase che va dal trauma alla risoluzione del conflitto. La seconda fase va dalla soluzione del problema al ritorno alla normalità ed è detta vagotonia perchè entra in azione il sistema parasimpatico (vago).

Nella prima fase (SIMPATICOTONIA) la persona colpita dal trauma che lo coglie impreparato, che vive in solitudine il conflitto e continua a rimuginare il problema comincia a non avere fame, è stressato, dimagrisce, ha problemi del sonno. Questa è la fase di adattamento all’evento (qui si ha il dimagrimento che la medicina tradizionale attribuisce al cancro ed è invece causato dallo stress).

A livello cerebrale si verifica una specie di cortocircuito che assume la forma di piccoli anelli concentrici in una certa area del cervello che presiede il funzionamento di un organo ben definito. Dall’analisi di numerosissime TAC il dott. Hamer è riuscito a determinare una “mappa” del cervello individuando la corrispondenza fra il tipo di trauma originario, l’area colpita a livello cerebrale e l’organo fisico comandato da quell’area.

Il nostro cervello a questo punto da un ordine al nostro corpo ed è uno tra i quattro possibili:

-creare una massa
– scavare dei buchi
– bloccare
– sbloccare

(come è possibile scindere mente e corpo, considerando la malattia come sintomo solo fisico? Il nostro cervello è il computer più potente al mondo, comanda ogni funzione e anche nella malattia ha una fase determinante, tutto dipende dalla nostra testa!

Se pensiamo di non poter cambiare gli eventi della nostra vita cerchiamo almeno di cambiare l’atteggiamento mentale con cui affrontiamo e viviamo le situazioni, ne guadagneremo in salute!)
Nella fase successiva (VAGOTONIA) che ha inizio alla risoluzione del conflitto a livello psichico lo stress diminuisce, torna l’appetito e migliora il sonno soprattutto con l’avvicinarsi dell’alba.
A livello cerebrale dove si è verificato il corto circuito comincia a verificarsi un edema di riparazione. A livello fisico il paziente entra in una fase di infiammazione (ci possono essere febbre, dolori diffusi o stanchezza.
Tutti gli stati infiammatori sono infatti delle riparazioni, comprese le malattie infettive. In questa fase la stanchezza obbliga il nostro fisico a dedicarci esclusivamente alla riparazione dei danni, impedendoci di sprecare altrove energie.

TERZA LEGGE

-3) Al di la della complessità tutto è semplice, sostiene Hamer.

Nel corso dei secoli l’uomo ha integrato nel cervello dei programmi di sopravvivenza volti al superamento di ogni genere di ostacolo. Ogni soluzione viene registrata e trasmessa alle generazioni future. Nei primi due mesi di vita intrauterina il feto incarna tutta questa memoria dall’inizio della vita ad oggi. Dal nono giorno di formazione appaiono l’endoderma, il mesoderma e l’ectoderma da cui si svilupperanno i vari tessuti ed organi.

Dall’endoderma derivano gli organi arcaici essenziali al primo stadio dell vita: quelli della respirazione, della digestione, dell’eliminazione e della riproduzione. In questa fase si forma l’epitelio ghiandolare che ritroveremo ad esempio nel tratto digestivo. I conflitti che riguardano questa memoria sono quelli collegati al” boccone”. Un boccone di cibo, un boccone d’aria o un boccone da espellere (ed esempio non digerire una situazione o un licenziamento con un conseguente cancro allo stomaco!)

Nella seconda fase appare il mesoderma cerebellare da cui derivano le membrane di protezione: derma, pleura, peritoneo, pericardio i cui comandi si trovano nel cervelletto. I conflitti riguardanti questa memoria sono relativi alla paura di venire aggrediti o sentirsi colpiti nella propria integrità morale (una situazione di conflitto che ci fa sentire sporchi o inzozzati che si trasforma in un melanoma). La pelle essendo la parte del nostro corpo che per prima viene a contatto con gli altri individui rappresenta tutti i conflitti definiti di separazione (vedi varie infezioni cutanee del neonato non appena è separato dal seno della madre).

Nella terza tappa si sviluppa lo scheletro, i muscoli e i tendini ed anche il midollo cerebrale. In questa fase si sviluppa il senso del proprio valore perchè rappresenta il confronto con il mondo esterno. I conflitti collegati a questa memoria sono i conflitti di svalutazione di se (conflitti del tipo mi hanno licenziato perchè non valgo, il mio partner mi tradisce perchè non lo soddisfo ecc.)

Nell’embrione si perfezionano retina, epidermide, laringe, esofago, mucose del naso e bocca, coronarie, vie biliari, sistema nervoso. Compare inoltre la corteccia cerebrale. (se ho paura di morire quindi che mi manchi il citato boccone di aria la soluzione biologica del cervello sarà quella di aumentare gli alveoli polmonari per prendere più aria e sopravvivere (una proliferazione di cellule è un cancro ai polmoni). Se invece “mi tolgono il fiato” o “mi manca il respiro” quindi in relazione al mondo esterno, la soluzione biologica registrata dal cervello sarà quella di ulcerare i bronchi affinchè possa passare più aria (la corteccia cerebrale impartisce uno dei quattro ordini possibili quindi ordina una lisi sotto forma di ulcerazione). Se il conflitto riguarda dover andare
nello stesso tempo in due direzioni e noi non sappiamo decidere, la soluzione perfetta registrata dal nostro cervello per eliminare il conflitto è quella di paralizzare le gambe.

Quello che avviene nel ventre materno ripercorre tutti gli stadi dell’evoluzione del genere umano. Al verificarsi di un evento conflittuale inatteso, senza soluzione apparente, vissuto in solitudine, la patologia si esprime a livello mentale, cerebrale e organico: è quella chiamata fase di simpaticotonia che si manifesta

– a livello mentale con una situazione di stress permanente;
– a livello cerebrale si verifica un cortocircuito dell’area determinata dal tipo di emozione subita;
– a livello fisico avviene la proliferazione cellulare (tumore) per gli organi comandati dal tronco cerebrale e dal cervelletto, oppure la lisi (perdita di sostanza) o ancora il blocco funzionale (paralisi) per gli organi comandati dal midollo cerebrale e dalla corteccia cerebrale.

L’eliminazione del conflitto segna il passaggio alla seconda fase della malattia detta di vagotonia che si manifesta:

– a livello mentale si ritrova la quiete
– a livello cerebrale si rigenerano i circuiti elettrici
– a livello fisico avviene l’incistarsi del tumore (caseificazione ossia riduzione ad opera di batteri) per gli organi comandati dal tronco cerebrale e dal cervelletto, la ricostruzione della lisi o lo sblocco funzionale per gli organi comandati dal midollo cerebrale e dalla corteccia cerebrale.


QUARTA LEGGE

4) I microbi sono operai specializzati agli ordini del cervello in quanto durante la sopra citata fase di vagotonia o riparazione permettono di recuperare la salute, a seguito di un ordine del cervello. La medicina tradizionale ritiene invece i microbi responsabili delle infezioni dalla seconda metà del secolo scorso, da quando cioè è stato scoperto che i microbi erano presenti in tutti i soggetti che manifestavano febbre e infezione. Qualcun altro ricercatore scoprì invece che fin dalla nascita l’uomo convive con i microbi infatti il nostro corpo contiene dieci volte più batteri che
cellule umane. Quando si viaggia in paesi stranieri i microbi possono diventare patogeni perchè il nostro corpo non li riconosce come facenti parte del suo ambiente (il morbillo “importato” dai conquistatori del Nuovo Mondo decimò le popolazioni locali in quanto il loro organismo non era preparato a riconoscere il nuovo microbo).

Come mai non tutti si ammalano di influenza? Perchè persone con un sistema immunitario apparentemente forte si ammalano e altre persone cagionevoli di salute non si ammalano di influenza?

Secondo Hamer i microbi lavorano solo nella seconda fase della malattia, dopodichè rimangono inattivi. I microbi sono quindi degli alleati che vivono in simbiosi con noi agli ordini del nostro cervello.Distruggendoli si rimanda la fase di riparazione che avviene comunque alla risoluzione del conflitto. Essi fanno parte del programma biologico della natura, arrivano, proliferano e scompaiono per favorire la riparazione secondo una logica ben precisa in sincronia con il nostro cervello, proliferando e morendo a seconda del tipo di patologia.

I funghi e i microbatteri sono spazzini che ripuliscono i tumori situati negli organi derivanti dall’endoderma e governati dal tronco cerebrale e quelli degli organi derivanti dal mesoderma cerebellare, retti dal cervelletto. I batteri oltre alla funzione di spazzini restaurano anche le lisi (riduzioni cellulari) situate negli organi derivanti dal mesoderma del midollo cerebrale retti dal midollo cerebrale.

Alla luce di queste informazioni risulterebbe da rivalutare sia la funzione dei vaccini che impediscono ai batteri di fare il loro lavoro, sia degli antibiotici che uccidono i batteri. Ciascuno di noi nasce in un luogo e in un epoca che sono impregnati di un certo numero e tipo di microbi, ai quali si adatta durante tutta l’esistenza. I vaccini risultano utili in caso di viaggi in terre lontane in quanto come detto, entriamo in contatto con microbi non riconosciuti dal nostro organismo (il viaggio in aereo non è previsto dalla nostra biologia ed in caso di spostamenti lenti registrati in fase di evoluzione l’uomo sarebbe in grado di adattarsi globalmente alle nuove condizioni ambientali).

QUINTA LEGGE

5) Tutti i comportamenti dell’uomo (anche la malattia è un comportamento) sono determinati da programmi di sopravvivenza iscritti nel nostro cervello.
Le malattie non sono ereditarie, bensì è ereditario il modo di pensare e di affrontare un conflitto!

La malattia ha sempre un senso e un’intenzione biologica positiva ed è la soluzione perfetta pensata dal nostro cervello, l’ultima possibilità di sopravvivenza.

Precisamente un uomo in età riproduttiva destrimane al verificarsi di un trauma emotivo sarà colpito nella parte destra della corteccia cerebrale (quarta fase dell’evoluzione ) e svilupperà patologie relative agli organi comandati dall’emisfero destro: bronchi, arterie coronarie, stomaco, duodeno, vie biliari e vescica.

Una donna non in menopausa e che non assume pillola anticoncezionale (in questo caso cambia il suo stato ormonale) al verificarsi di un trauma emotivo sarà invece colpita nella parte sinistra della corteccia cerebrale con malattie ai seguenti organi: tiroide, laringe, vene coronarie, collo dell’utero, vescica, retto.

La fine dell’età fertile con la diminuzione degli ormoni femminili nelle donne e maschili negli uomini ogni sesso vive le emozioni in maniera opposta con una inversione delle patologie. Questa indicazione è utile alle donne che al momento della menopausa spesso vivono un conflitto di svalutazione di sé per il fatto di non poter più procreare con una conseguente osteoporosi (un lento suicidio ordinato dal cervello che esegue gli ordini alla lettera quindi se ci sentiamo inutili per il cervello = non utili).

Come gia detto è importante l’atteggiamento con cui si affronta la vita ed è importante condividere i nostri pensieri smettendo di rimuginare i problemi dentro di noi. Affrontiamo le situazioni e troviamo velocemente una soluzione ricordando che tutto quello che non si esprime si imprime sul nostro fisico sotto forma di malattia. La malattia ci permette di evolvere.

Spesso ci mette di fronte a scelte importanti e dolorose e ci obbliga a fare un viaggio all’interno di noi stessi ma è sempre un’opportunità di crescita e cambiamento. Non esistono esperienze negative, ma esistono solo esperienze che ci permettono di evolvere. Amiamo noi stessi e gli altri. Cambiamo le nostre credenze limitanti. Abbandoniamo i poregiudizi. Ricordiamo che non esiste nulla per cui val la pena di ammalarsi: un lavoro, una casa, un figlio, un marito, una moglie; nulla vale di più della nostra vita. Non esiste nulla per cui val la pensa di morire!

Io chiamo la mia esperienza “maestra malattia“, grazie alla quale ho appreso i meccanismi del pensiero positivo e ho affrontato situazioni che mi creavano dolore da tempo.

Credeteci! tutti possono guarire. Prendete la vita nelle vostre mani, credete nella guarigione.

Analizzate il momento in cui avete scoperto di essere malati e pensate ad un evento per voi traumatico vissuto in precedenza. L’emozione collegata al trauma ha deteminato la localizzazione a livello fisico.

Di fonte ad un deteminato evento non tutti reagiamo nello stesso modo, ad esempio di fronte a un licenziamento improvviso c’è chi si autosvaluta (reumatismi o incasi più gravi osterosarcoma, chi prova rancore verso il datore di lavoro (epatite o cancro alle vie biliari) chi si sente minato nel proprio territorio (infarto) chi lo vivrà come una porcata (cancro al colon) ed infine chi vivrà il licenziamento come un’opportunità di cambiamento e di miglioramento. Come gia detto, se non possiamo evitare di essere licenziati possiamo evitare di ammalarci per un evento. NON ESISTE NULLA PER CUI VAL LA PENA DI MORIRE.

Questo è il mio pensiero che potete o no condividere. Vi chiedo solo di pensarci. Cosa rischiate?

Di seguito vi elenco alcuni libri dai quali ho tratto le informazioni scientifche sopra riportate e nei quali sono ben indicate le diverse patologie ed i conflitti ad esse riferiti.

Buona lettura, buon cambiamento, buona guarigione, buona vita a tutti.

Gio farfalla

fonte:http://guaritaconlatesta.blogspot.com/

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Osannato dai malati, osteggiato dall’Ordine dei Medici, il dottor Hamer colleziona lauree ad honorem in medicina in certi Paesi, e processi in altri, oltre a riempire periodicamente le cronache dei quotidiani di mezza Europa con le sue vicende. Oncologo e ricercatore, basta il suo nome perché nel mondo della Sanità si assista a una levata di scudi… ma le sue casistiche di guarigione delle malattie degenerative sono impressionanti, tali da far vacillare l’edificio della medicina ufficiale…

E il dubbio di molti è che il suo sistema sia così osteggiato proprio perché urta gli interessi delle Holding farmaceutiche…Come può essere che una grave malattia come il cancro sia il tentativo del cervello di “riparare” (e quindi di guarire) un trauma subito? E che basti individuare il trauma e “disfarlo” perché il cervello receda dalla sua azione “riparatrice”, arrestando quindi la proliferazione delle cellule cancerose? E come possiamo individuare rapidamente questo trauma? Gli Autori, da anni studiosi del metodo Hamer, ce lo spiegano in quest’ottimo libro (l’unico in Italia aggiornato ed esauriente sull’argomento), scritto in modo che tutti lo possano capire, con l’aiuto di argute vignette.

La guarigione a portata di mano

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Dieci anni di lavoro nel campo della microbiologia hanno fornito a Claudia Rainville il rigore, il metodo d’indagine e di analisi necessari per questa ricerca, durata a sua volta diciannove anni. L’esperienza personale della malattia (cancro, mal di schiena cronico, depressione nervosa e una quantità di operazioni) e l’autoguarigione completa che ne è seguita hanno condotto la Rainville a testare con altri la sua convinzione: VI È UNA CORRELAZIONE fra sintomo e causa profonda, confermata dal vissuto personale di migliaia di uomini e donne che si sono rivolti a Claudia Rainville. Se siete fra coloro che s’interrogano sul senso profondo della loro malattia, questo libro potrebbe condurvi alle cause profonde e dare il via ad un vero processo di autoguarigione. Leggere i sintomi come messaggi del corpo: una chiave semplice, fondata su un’enorme casistica, per comprendere cosa c’è dietro una malattia e guarire.

La metamedicina va al di là della semplice cancellazione del dolore o della scomparsa dei sintomi, incentrandosi sulla ricerca del fattore responsabile dei disturbi.

Ogni sintomo è un messaggio è un grande best seller di Macrolibrarsi ed è considerato dalle persone che lo hanno letto una bibbia della salute.

Pensiero positivo, pensiero creativo

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Come migliorare la propria vita, modificando il proprio sistema di pensiero. Il Pensiero Positivo nasce come esigenza di modifica e di miglioramento della qualità della vita che può avvenire in noi attraverso l’osservazione dei nostri pensieri.

La nostra mente lavora in continuazione seguendo degli schemi appresi dall’ambiente circostante, famiglia, scuola, lavoro, amicizie. Spesso però questi schemi causano un pensiero limitante che può condurre anche a degli stati di sofferenza in quanto non offrono degli spunti positivi riguardo alla vita.
Quante volte la sera al ritorno dal lavoro, o comunque al termine di una giornata si passa in rassegna quello che è successo ma di questo si ricorda solo gli eventi negativi, di tensione?
Anche questo è uno schema, pensare alle sole cose negative, e come schema può essere sostituito da uno migliore e più “creativo” per la nostra esistenza.
Questi appunti sul modo di pensare sono una considerazione e non una critica a noi stessi. Uno dei concetti essenziali consiste nell’amare noi stessi, per quello che siamo, considerando che ogni cosa che abbiamo fatto fino ad ora era la migliore che potevamo fare in quel momento in base all’esperienza maturata.
Accettare questo ci permette di non auto criticarci, e di far giungere una maggior consapevolezza di prosperità nella nostra vita.
Ognuno è responsabile delle proprie esperienze, e siccome ogni nostro pensiero crea il nostro futuro, possiamo fin d’ora provare a modificare gli schemi mentali a cui abbiamo ricorso fino
Molti avranno visto il film “L’attimo fuggente” e sicuramente ricorderete la scena degli allievi che salgono sopra la cattedra per avere un altro punto di vista. Trovare altri punti di vista significa rendere creativo ogni nostro pensiero e ogni nostro istante. Per questo motivo molte persone che conoscono il pensiero positivo sono spinte attualmente a denominarlo creativo, primo perché così si esce da una connotazione dualistica positivo-negativo secondo perché si dà al pensiero un’impronta neutra ma non limitante: creativo…creativo di ciò che si ritiene utile ed importante per noi stessi.

Lasciamo aperta la porta alle nostre enormi potenzialità, e ci accorgeremo che la nostra vita può guarire!

Una volta un amico disse parlando di una sua situazione: Questa è l’unica cosa bella di questo periodo.
Perché non dire: Questa è la prima cosa bella di questo periodo! Non è mancanza di realismo, è semplicemente lasciare aperta la porta ad altre possibilità… la nostra mente riceverà così un messaggio creativo, apportatore, di nuove opportunità, invece di quello limitante.
Provando solo a cambiare questa frase potremmo comprendere che dietro al concetto: questa è l’unica cosa bella…, si potrebbero nascondere in realtà altre situazioni, altre emozioni, quali ad esempio quella di non meritare altre cose belle! Cercando in ogni istante di essere coscienti di ciò che si pensa. Possiamo lavorare oltre che sul nostro aspetto mentale anche su quello emozionale, liberandoci così dei vecchi pensieri limitanti e creare in ogni secondo un miracolo nella nostra vita.

Le Affermazioni sono uno degli “strumenti” più potenti e conosciuti del Pensiero Positivo. Una volta che conosciamo il potere dei nostri pensieri e delle parole è ora di fare qualcosa per trasformarli, in modo da creare dei benefici nella nostra vita.

Come possiamo rendere positivo il nostro linguaggio e trasformare i nostri pensieri su schemi più positivi?

La risposta è semplice, facendo le affermazioni. Per fare affermazioni intendo scegliere consapevolmente frasi e termini che ci aiutino a creare qualcosa di positivo nella nostra vita. Ogni qualvolta che pensiamo e parliamo, facciamo delle affermazioni. L’affermazione è il punto di partenza, il primo passo che apre la via al cambiamento. Facendo affermazioni, diciamo all’inconscio che ci stiamo responsabilizzando, che
possiamo e vogliamo fare qualcosa per cambiare.
Spesso quando parliamo delle esperienze che viviamo o che vogliamo realizzare noi utilizziamo il non, e in questo modo ci allontaniamo dall’obiettivo che vogliamo raggiungere. Questo perché l’inconscio non computa il non.

Vi faccio un esempio:

Se io dico “non voglio essere più malata“, non do al corpo una chiara immagine della salute che voglio godere. E l’inconscio percepirà unicamente ” malata”.
Invece posso cominciare a dire: “sto cominciando il mio processo di guarigione, mi sento più a mio agio con il mio corpo, ho anche un aspetto più sano“. Focalizziamo l’inconscio sulla guarigione, sulla salute e non sulla malattia. Focalizziamo l’attenzione sulla direzione verso la quale siamo diretti, piuttosto che focalizzarci su dove non vogliamo andare. L’inconscio è molto diretto non ha ne strategie ne obbiettivi da perseguire, fa in sostanza quello che sente; quindi prende tutto molto sul serio, senza senso dell’umorismo.
Possiamo paragonare il nostro inconscio ad un fruttivendolo, questo ci da’ solo ciò che noi gli chiediamo. Non entreremo mai da un fruttivendolo dicendo: “Non voglio le mele.“, bensì chiederemo con chiarezza cosa veramente vogliamo: “Voglio un chilo di pesche“.
Le caratteristiche di base per creare delle affermazioni funzionali sono:

  • Creare frasi chiare, precise, positive e al tempo presente a proposito di quello che vogliamo sperimentare nella nostra vita.
  • Mirano al processo per raggiungere quello che vogliamo, più che al risultato.
  • L’affermazione è necessario sia acquisita e mantenuta sotto la sola responsabilità della persona, quindi le affermazioni sono personali. Riguardano noi, il nostro cambiamento, non quello degli altri.

Un esempio se volessi incrementare la fiducia in me stessa, creerò una affermazione tipo:
Ho fiducia nelle mie scelte, ogni cosa che faccio è giusta per me.
Non utilizzerò mai quest’altro tipo di affermazione:
Avrò fiducia nelle mie scelte, senza paura di sbagliare.
Nel secondo tipo di affermazione la mente, l’inconscio riceve il messaggio del futuro (avrò); perciò c’è tutto il tempo per farlo… magari domani. Ed inoltre, farò qualcosa senza paura, perciò l’attenzione va alla paura e non alla fiducia. Ricordate che l’inconscio non computa le negazioni.

Usare le affermazioni:
Uno dei modi per usare le affermazioni e quello di ripeterla a voi stessi, mentalmente o a voce alta, durante tutta la giornata, ogni volta che vi viene in mente, specialmente subito prima di addormentarvi o subito dopo il risveglio.
Una delle tecniche più potente che io abbia mai sperimentato e quella di prendere una particolare affermazione e scriverla dieci o venti volte di fila, pensando veramente alle parole mentre le scrivete. I risultati che si ottengono praticando questa facile tecnica sono talmente importanti che solo per questo vale la pena di provare.
Componetevi da soli delle canzoni semplici, usando delle affermazioni che creano la realtà che voi volete per voi stessi nella vostra vita, e… andate in giro per casa o per il mondo cantando la vostra canzone!!!
Cominciate a includere nelle vostre conversazioni e nei vostri discorsi delle affermazioni, formulando frasi molto positive che riguardano quello che volete costruire nella vostra vita.

Comincia fin da ora:

Realizzo uno dopo l’altro tutti i miei sogni e anche di più!!!!!


Libri consigliati:

Liberarsi da schemi mentali negativi, per aprirsi alla vita con un approccio ottimistico, significa servirsi del pensiero positivo come strumento indispensabile per vivere felici, all’insegna dell’amore e della pace.
L’autrice, affetta da una grave forma tumorale, è riuscita a sconfiggere il cancro grazie ad un processo di autoguarigione, attivato dal pensiero positivo.



Louise L. Hay

Puoi Guarire la Tua Vita

Pensare in positivo per ritrovare il benessere fisico e la serenità interiore

Armenia
ISBN: 8834404521

Prezzo € 14,50

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L’autrice, affetta da una grave forma tumorale, è riuscita a sconfiggere il cancro grazie ad un processo di autoguarigione, attivato dal pensiero positivo.



Louise L. Hay

Pensa in Positivo

120 pensieri per migliorare la propria vita e stare bene nel mondo

Armenia
ISBN: 9788834408544

Prezzo € 9,00

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