“Ieri in giardino ho disegnato un angelo.” “Grazie” mi ha detto ..gli ho dipinto ali di onde marine.”
Ancora prima di aprire l’album, Regalami le Ali di Janisch Heinz edito da Donzelli editore, senti come se avessi sentito il legno su cui sono state create le illustrazioni, trovo adorabile lo stile di Selda Marlin Soganci che non sempre rispetta la proporzione e la prospettiva, anzi tutto questo va particolarmente bene con questo album.
Il narratore e protagonista è un bambino che cerca di disegnare un angelo. Dall’illustrazione inventata con piccoli paesaggi poetici nasce un angelo. Una piccola, buffa, bimba angelo con una pettinatura e un vestitino svolazzante che ricorda le minute e tenere sculture tirolesi. Ma non si tratta di un’amabile bimba-angelo, qualsiasi. Questa, dall’aspetto beato dai codini raccolti all’insù, le guance di pesca e il visino paffutello sembra, invece, avere un bel caratterino: vuole delle ali per potersi staccare dal foglio e volare leggera, librarsi nell’aria e vedere com’è fatto il mondo…
Selda Soganci disegna su tavole di legno di abete, Heinz Janisch scrive una storia sulle ali. Insieme costruiscono questo libro per raccontare la leggerezza di cui è fatto il “volo”…
Selda Marlin Soganci, illustratrice e graphic designer, autrice di oltre una decina di albi e per Il suo album Regalami le ali ha vinto nel 2003 il premio Città di Vienna come miglior libro illustrato.
All’inizio del libro si racconta di un volo che ha la consistenza labile di un desiderio o di una possibilità. Se sei un angelo, come quello disegnato dal bambino del libro, ti servono le ali, ne hai bisogno per sollevarti. Il volo è per te una necessità ed assume l’urgenza e il peso del bisogno.
Eppure i modi attraverso cui rispondere al bisogno di volo dell’angelo possono essere un gioco di possibilità e una festa per gli occhi di chi legge. Arrivano così lacci d’acqua, di erba o di lana a cingere con garbo le spalle dell’angelo per regalargli tutte le ali possibili.
Il bambino inizia a disegnare tutte le ali che gli vengono in mente,…ali di onde marine, ali d’erba, ali di raggi di sole e di fiocchi di neve, ali fatti di rami in fiore, ali di lettere e di lentiggini, ma pagina dopo pagina niente, la bimba-angelo sembra non riuscire a prendere il volo!
Finché il bambino sfinito, ma con il sorriso, si arrende. Mette a riposo i pennelli e la mente e chiude gli occhi.
L’angelo sorride dicendo: ”Mi sono divertita, adesso tocca a te… “
E allora succede qualcosa di imprevisto e meraviglioso: il bambino sogna, immagina di volare con la sua amica angelo ed è proprio allora, che i due, finalmente, si staccano da terra, assieme e … volano, in alto sopra il noce secolare!
Bellissime ed delicate le ali disegnate con matite e pastelli per raccontarci proprio la materia di cui sono fatte e pure i tanti piccoli particolari, sistemati sul foglio, per rivelare l’origine del luogo, dell’emozione o del profumo che le ha generate.
Il libro è ben strutturato sul dialogo tra bambino ed angelo; entrambi sono disegnati nelle doppie pagine, quasi sempre insieme, in un gioco continuo di proporzioni e prospettive vive e dirette.
E dopo essersi tanto divertiti in questo gioco di fantasia e libertà, l’angelo con ali di lentiggini si allontana…e la meraviglia di questo libro sta tutta lì: negli occhi del bambino che guarda in basso e in quelli dell’angelo che ti dice dolcemente e con fiducia, niente paura. Prova a volare, che tu sia un angelo, oppure no.
Un libro dal grande formato,
splendidamente illustrato che invita a sognare.
Regalami le ali è un invito per tutti i bambini e non ad essere creativi a loro volta.
I bambini possono creare ali più belle usando bottoni, glitter, carte, resti di tessuto, erbe, ecc. I bambini possono creare le ali più belle per l’angelo…e per far volare la loro fantasia!
Perché le persone che amiamo fanno resistenza al nostro aiuto, anche quando siamo sicuri di sapere cosa sia meglio per loro?
Spesso passiamo tutta la vita a cercare di cambiare qualcuno “per il suo bene” continuando a fallire, senza capire che in realtà gli stiamo impedendo di farlo. Il segreto di questa inspiegabile resistenza in realtà è molto semplice: niente cambia finché noi non cambiamo.
Auriela McCarthy ci insegna che dobbiamo perdere la battaglia dell’aver ragione per vincere la guerra dell’essere felici. Con una rara chiarezza di visione, ci racconta storie di persone ordinarie che, in un momento cruciale della vita, hanno toccato il fondo prima di capire che non potevano cambiare gli altri, ma solo se stessi.
Questa intuizione ha prodotto in loro straordinari cambiamenti. Abbandonarsi al fluire della vita, accettare di essere parte di questo flusso, smettere di “remare contro”, li ha messi in contatto con l’enorme potere insito nell’esistenza, ha guarito le loro ferite e ha creato nuove e inaspettate possibilità. Un libro che vi cambierà nel profondo, e alla fine vi lascerà completamente diversi.
Il potere del perdono: il primo passo per il cambiamento.
Capirci per imparare a perdonarci.
Quando l’impotenza può diventare la condizione di maggiore forza.
Perché non cambia nulla finché noi non cambiamo.
Le priorità nelle relazioni.
Come far funzionare l’amore.
La magia di Il potere del possibile è che non arriverete a capire come fare, vi scoprirete semplicemente a farlo.
Siete gli autori della vostra realtà e questo è realmente il libro delle vostre possibilità!
ACQUISTANDO QUESTO LIBRO, SI PUO’ PARTECIPARE AD UN CORSO GRATUITAMENTE!
Un libro-corso unico: gli strumenti pratici della Programmazione Neuro-Linguistica (PNL) per la prima volta spiegati attraverso la storia di un partecipante a un corso tenuto dalgenio creativo della PNL.
Attraverso Scelgo la libertà imparerai in modo divertente ed efficace come applicare l’attitudine e le tecniche della PNL per migliorare la tua vita. Apprenderai come:
assumere un maggior controllo sui tuoi pensieri e sulle tue emozioni;
cambiare le convinzionilimitanti;
sostituire comportamenti improduttivi;
sfruttare maggiormente le tue risorse interne;
rendere più efficace la comunicazione con te stesso e con gli altri;
definire obiettivi di qualità per la tua vita personale e professionale.
Scelgo la libertà racconta la storia di Joe, una persona in cui ognuno di noi può riconoscersi. Il protagonista decide di partecipare a un corso di tre giorni durante il qualeRichard Bandler stesso spiega come aumentare la propria libertà personale e la capacità di scelta grazie alle tecniche della PNL. Accompagnando Joe nel suo viaggio, apprenderai assieme a lui come progettare e realizzare il futuro che hai sempre sognato.
Il nuovo capolavoro di Richard Bandler, padre della PNL,
scritto con Alessio Roberti e Owen Fitzpatrick.
Un libro per chiunque desideri vivere più felicemente
La vita di ognuno di noi è guidata da qualcosa.
Alcune persone si fanno guidare da un problema o da una scadenza pressante. Altre da una paura, magari quella di perdere il posto di lavoro o la persona amata.
Cosa sta guidando la tua vita, in questo momento? Purtroppo molte persone sono guidate dai brutti ricordi. Permettono al passato di controllare il futuro: sono “prigioniere” del loro passato.
Nell’ultimo secolo, le prigioni fisiche sono state rimpiazzate da quelle mentali. Oggi molti vivono nella paura e nell’ansia. Sono incatenati ad una serie di problemi che impediscono loro di vivere come desiderano.
Scelgo la libertà vuole portare una messaggio preciso: potete rompere le catene che vi costringono a vivere una vita al di sotto delle vostre potenzialità, dovete solo imparare come.
In questo libro raccontiamo la storia di un uomo, Joe, che spezza le proprie catene mentali. Leggendolo probabilmente scoprirai che la sua storia è anche la tua storia. Quel che Joe impara può essere applicato anche nella tua vita, per realizzare il futuro che desideri.
Il corso a cui Joe partecipa è tenuto da una persona conosciuta nel mondo come “l’Einstein della mente”: Richard Bandle.
Dentro ciascuno di noi c’è un potere immenso che ci permette di essere attori della nostra esistenza, diventando finalmente degli spiriti liberi. Questo libro straordinario ci insegna come diventarne consapevoli e come utilizzare tale potere. Marco Columbro, attore e conduttore televisivo
Ho letto con piacere Scelgo la libertà, il quale mi ha fatto rivivere le esperienze e leemozioni che ho provato frequentando un corso di PNL, un sistema che ritengo efficace nella vita privata e professionale. Le idee esposte in questo libro, spiegate in modo chiaro, divertente e attraverso esempi concreti, rendono la lettura accessibile e piacevole anche a coloro che si avvicinano per la prima volta alla PNL. Pierluigi Alessandri, vicepresidente di Technogym Spa
Scelgo la libertà farà la differenza nella tua vita professionale e personale. Luigi Caterino, amministratore delegato di HG80 Healthcare
Un libro che si legge d’un fiato, ricchissimo di spunti di riflessione per assumere il controllo della nostra vita. La PNL in azione! Enrico Kremer, medico chirurgo
Se quest’anno vuoi leggere un testo di crescita personale, ti consiglio questo. Gianni Golfera, autore del libro Più memoria
Scelgo la libertà è un libro davvero unico, in cui il fascino del racconto si fonde con insegnamenti preziosi che possono davvero cambiare la nostra vita. Maria Donatella Stefanini, medico chirurgo e life coach
Un libro eccellente. Gli autori ci accompagnano alla scoperta delle tecniche della PNL, una disciplina che offre la possibilità di spezzare le catene emotive negative e aumentare la nostra libertà personale. Lo consiglio di cuore. Riccardo Pulzoni, medico psichiatra
Un libro fantastico, unico e straordinariamente ricco di suggerimenti e tecniche per realizzare i cambiamenti che ognuno di noi desidera apportare nella propria vita. Un’intelligenza agile e concreta brilla in ogni pagina del libro, sia negli interventi diBandler sia nell’intreccio elegante dei personaggi. Leggere i ragionamenti fluidi e chiari dei protagonisti della storia conduce il lettore a una identificazione immediata, aiutandolo a intraprendere lui stesso il proprio percorso introspettivo, che lo emanciperà dalla prigione del suo modo di ragionare e gli permetterà di raggiungere finalmente la libertà. Linda Avverato, psicologa e psicoterateuta
Una volta che abbiamo un sogno, l’abbiamo visualizzato, siamo certi di voler arrivare dove ci siamo prefissi e siamo disposti a fare tutto il necessario per riuscire, molto è già stato fatto. Ora ci serve soltanto un piano preciso, una strategia vincente, esercizio, e tanta umiltà per apprendere dagli errori che inevitabilmente faremo sulla strada.
Roy Martina, nel suo libro l’Anello mancante del Segreto, suggerisce una ricetta per diventare campioni nella vita:
INTELLIGENZA A TUTTO TONDO: molti sono intelligenti, ma non in tutti i campi. Secondo Martina per avere successo è importante allargare la propria intelligenza ad aree diverse da quelle note, scegliendo, ad esempio, ogni anno – come hobby o come studio – una nuova materia da studiare o approfondire.
PRATICA: tutti i campioni passano molto tempo a fare pratica in modo molto attento. Ciò significa applicare in modo attivo un’abilità o una competenza già acquisita. Occorrono che le cose diventino automatiche perché si realizzino in modo eccellente. “La ripetizione è la madre di tutte le abilità” – afferma Martina nel suo libro “SEI UN CAMPIONE”.
COMMETTERE ERRORI: attraversare momenti difficili e trovare – anche in modo creativo a volte – nuove soluzioni fa parte dell’atteggiamento di chi desidera VINCERE nella sua vita. Molte cose richiedono una mole di esperienza che – com’è noto – aumenta quanto più si è capaci di apprendere dagli errori.
ENERGIA: dove prendono i campioni tutta la loro energia? Essa deriva dall’entusiasmo e dall’eccitazione riguardo a ciò che fanno. Questo è il segreto della loro vitalità. “Porsi le domande giuste e che rinforzano è importante per mantenere l’entusiasmo” – suggerisce ancora Martina. La motivazione appunto.
DETERMINAZIONE: i “campioni della vita” credono nei loro obiettivi e nelle loro possibilità di riuscita. Non riescono ad immaginare il fallimento e, in caso di sconfitta, la interpretano come un processo di apprendimento sulla strada che li condurrà al successo.
FOCALIZZAZIONE: La focalizzazione consiste nel mettere qualcosa al centro della propria attenzione. Entusiasmo e focalizzazione rappresentano un’accoppiata vincente per chi vuole ottenere grandi risultati: quando si fa qualcosa che rende entusiasti non si ha alcun problema a restare concentrati su di essa e, conseguentemente, a realizzarla con il massimo risultato.
OSARE RISCHIARE: I campioni rischiano, si espongono e ignorano le critiche di chi non accetta il sentiero che hanno scelto. “Non vengono sfiorati dalle critiche, ma prendono le loro decisioni ascoltando il loro intuito ed il loro sesto senso. Non hanno paura di fare brutta figura o di essere derisi, vogliono solo ampliare i loro orizzonti. Magari falliranno molte volte, ma per loro esiste soltanto l’apprendimento dall’esperienza”.
MODELLI DI COMPORTAMENTO: è importante avere strategie chiare per raggiungere i propri obiettivi e trasformare i propri punti di debolezza in punti di forza. Grazie a schemi comportamentali ben strutturati sarà possibile raggiungere vette molto elevate.
Cos’è la vera ricchezza?
Cosa significa vivere nella Prosperità piuttosto che nella Miseria?
Nella nostra vita possiamo fare esperienza di una fantastica prosperità, di una terribile povertà oppure di una via di mezzo: Steve Nobel ci insegna a scegliere l’abbondanza.
Prosperità significa poter esaudire i nostri reali bisogni, i nostri desideri e vivere una vita piena di ricchezza emotiva che coinvolga totalmente il nostro mondo e i nostri pensieri.
Con Il Gioco della Prosperità, Steve Nobel ci invita a mettere in gioco noi stessi,le nostre convinzioni e i nostri punti di vista per raggiungere traguardi che fino ad ora ci sembravano irraggiungibili, imparando anche a prendere la vita in modo divertente e spensierato.
La Prosperità è una forza creativa che dobbiamo imparare a riconoscere e a attivare dentro di noi.
Dobbiamo imparare ad allontanarci dalla scarsità che genera paura, angoscia e rabbia e orientarci, invece, verso il sentiero della Ricchezza, in qualunque modo la intendiamo.
Scopriamo insieme a Nobel la magia della vita e le potenzialità in noi che mai avremmo sospettato. Impariamo a giocare.
«Prosperità significa creare un altro mondo, quello della possibilità per noi stessi, per coloro che amiamo e per i nostri discendenti».
Il corpo è un tempio che va rispettato, educato e assecondato per quanto attiene le enormi possibilità di cui dispone.
3 esercizi per capire l’energia vitale
Il nostro corpo ha capacità autoriparatrici e autoguaritrici. Come potrebbe essere altrimenti? Viceversa saremmo sempre ammalati. Un nonnulla ci annienterebbe. Anche quando ricorriamo a cure esterne, una parte determinante nella guarigione la mettiamo in prima persona. Non esiste medico, farmaco o sciamano che possa farci stare bene, se la guarigione non partisse dal nostro interno. A livello profondo. Non è tanto la “volontà” necessaria per stare bene e guarire, quanto porsi nella condizione giusta, naturale, perché ciò avvenga.
La tradizione e certi percorsi religiosi l’hanno sempre saputo. Il corpo è un tempio che va rispettato, educato e assecondato per quanto attiene le enormi possibilità di cui dispone. Oggi i ricercatori stanno dimostrando proprio questo. Ci sono stati della coscienza, metodi di meditazione e rilassamento, condizioni di autosuggestione e ipnosi, che possono aiutarci a stare bene e, a volte, favorire i processi di guarigione da una malattia. Oltre a pratiche volte a risvegliare in noi i processi di risanamento. Tutto ciò fa capo a quella che gli antichi chiamavano “energia vitale”. Termine caduto in disuso con l’avvento della moderna medicina e delle scienze biologiche. Ma che oggi torna, almeno come concetto, per cercare di interpretare l’insieme di ciò che, non solo ci tiene in vita, ma pure la preserva. Tanto dai danni prodotti dall’ambiente esterno, quanto quelli prodotti dall’interno. Compresi i nostri atteggiamenti mentali ed emotivi.
Uno dei mali del nostro tempo è ciò che conosciamo come stress. La tensione nervosa di voler fare tutto, incastrare 3.000 impegni nel tempo definito di una giornata. Il corpo e la mente non sono fatti per questo. Per durare a lungo in condizioni di costante conflitto, rabbia, collera. Il nostro corpo cerca l’equilibrio. Tutto ciò che interrompe o, addirittura spezza, questo equilibrio (virus, batteri, sostanze tossiche, ma anche stress acuto e cronico) mette a rischio la nostra salute. Occorre fermarsi e trovare soluzioni. Il sonno è una soluzione di cui la natura ci ha dotati. Così come tutto ciò che ci aiuta a mantenere e ritrovare i giusti ritmi vitali. Ogni giorno dobbiamo fermarci e recuperare energie psicofisiche. Non a caso, i disturbi del sonno vengono oggi considerati dalla medicina come un sintomo importante di cui bisogna andare a cercare le cause più profonde.
Thierry Janssen è una interessante figura di medico-chirurgo che, a un certo punto della sua vita, ha deciso di studiare le medicine complementari. Ci informa delle sue scoperte e riflessioni nel libro “Respirare. Per una medicina integrata tra corpo e anima“. Ne prendiamo spunto per proporvi qualche esercizio.
Primo esercizio
Ognuno di noi ha dei campanelli d’allarme, delle spie luminose che si accendono per segnalarci che qualcosa non va nel nostro corpo o nella nostra vita. Saper percepire i nostri livelli distresse porvi rimedio per tempo, è fondamentale per evitare danni alla nostra salute e alla nostra stessa esistenza. Voi come vi regolate? Provate a rispondere con altri e poi a confrontare le risposte.
* Ascolto sempre il mio corpo e mi rendo conto che qualcosa non va dai seguenti segnali…
* Non riesco a capire o comunque trascuro di considerare i messaggi che mi manda il corpo, perché…
Secondo esercizio
La medicina moderna dispone delle cure più potenti ed efficaci mai esistite in tutta la storia dell’uomo. Ciò ha permesso di estendere non solo la quantità della nostra vita, ma anche la qualità. Un tempo si moriva per le infezioni più banali e le partorienti erano sempre a rischio, sia per se stesse che per il nascituro. Tuttavia oggi molti specialisti, in particolare psicologi e psichiatri, affiancano le cure ortodosse con quelle complementari, per accelerare i processi terapeutici dei propri pazienti. Voi cosa ne pensate? Rispondete con altri e confrontatevi.
* Non ricorrerei mai a trattamenti che non siano dimostrati dalla scienza ufficiale, perché…
* Penso vi siano cure che, pur discostandosi dalla medicina ortodossa, possano essere efficaci in certi casi, per esempio…
Terzo esercizio
Alcune persone ritengono che passare l’informazione secondo cui ognuno di noi dispone di un potenziale di prevenzione e cura, porti le persone a colpevolizzarsi. Vale a dire: se mi ammalo, non ho fatto a sufficienza per non prevenire la mia patologia. Oppure: non ho messo in atto sufficienti precauzioni, stili di vita, trattamenti, per non cadere ammalato. Secondo questa ottica, curare è compito del medico, mentre il paziente ha una responsabilità molto limitata rispetto alle malattie di cui soffre. Ma è sempre così? Confrontatevi con altri nelle risposte: emergeranno aspetti interessanti.
* A seconda della malattia, ognuno di noi può avere anche una parte di responsabilità, per esempio…
* Non diciamo fesserie, qualsiasi malattia non è responsabilità di chi la contrae, perché…
Sempre più persone, insoddisfatte delle risposte che la medicina ufficiale è in grado di dare, si rivolgono alle cosiddette “pratiche mediche alternative” o “complementari”. Molti aspetti dell’approccio medico tradizionale non soddisfano più: il rapporto gerarchico e anaffettivo tra specialista e paziente, l’uso massiccio e non bilanciato di quantità esagerate di medicinali, il concentrarsi sulla cura dei sintomi e non delle cause ecc.
Tra gli aspetti più trascurati dall’approccio scientifico vi è la questione del ruolo della mente nell’originarsi delle malattie e soprattutto nella loro cura. Come per certi versi dimostra il cosiddetto “effetto placebo” nella somministrazione dei medicinali, comincia ad affacciarsi l’idea che la mente possa governare la salute, talvolta in modo decisivo. Si tratta quindi di sondare le tante pratiche mediche esistenti, anche quelle cosiddette “alternative”, al fine di arrivare a un approccio curativo che tenga insieme mente e corpo.
Per avvicinare questo obiettivo, l’autore, medico chirurgo con una solida formazione, ha incontrato numerosi ricercatori e ha sperimentato direttamente molte delle pratiche mediche alternative. Il suo resoconto è quindi ispirato da valori correttamente “scientifici”, verificabili e ripetibili, che però incrinano la nostra visione “sacrale” della medicina. Janssen considera il fattore umano e mentale il motore primo della guarigione. Dalla neuroimmunologia (incentrata sulla presenza del fattore stress) recupera il beneficio che apportano le emozioni positive, mentre le pratiche di rilassamento, meditazione e ipnosi sono valorizzate dagli stessi laboratori scientifici, che ne hanno attentamente monitorato le ricadute positive su corpo e mente. Altre pratiche, come i metodi di educazione somatica ispirati ad Alexander e Feldenkrais, pongono in rilievo la memoria emotiva del corpo. Lo yoga, il tai chi e il qigong sembrano invece mobilitare meccanismi di autoriparazione dell’organismo. L’agopuntura genera fattori reali e duraturi sul cervello.
Sono molte le pratiche a porre in crisi le certezze mediche “ufficiali”. E si tratta di discipline che pongono la questione salute come la risultante di un equilibrio tra mente e corpo.
Non so se anche tra i vostri amici, colleghi o parenti ce l’avete anche voi quello o quella che ha sempre pronto un malanno da raccontare, che ha sempre un motivo per lamentarsi di qualcosa, che a volte vi sembra faccia addirittura finta di avere il raffreddore.
Non si tratta di certo di malati immaginari, sia chiaro, ma di persone insicure alla ricerca di attenzioni.
Abbiate pazienza per questo intervento di psicologia da salotto, ma c’è un concetto che ci tengo a riportare qui, nel quale mi riconosco profondamente e che sento molto vero: ci vuole un gran coraggio a stare bene.
Se siamo circondati da malati e da persone che si piangono addosso, uno dei motivi è che lo stato (reale o dichiarato) di debolezza legato a problemi di salute mette al riparo da un carico eccessivo di responsabilità.
Stare bene, essere nel pieno delle forze, costruirsi un’esistenza positiva, ricca e forte, combattere coraggiosamente e con successo la malattia ci costringe ad assumerci tutte le nostre responsabilità. Non avremo la possibilità di dire “Io non sto bene, fallo tu questo lavoro”. Ogni compito, ogni impegno, saremo “costretti” a portarlo a termine senza scuse.
Questo non significa certamente doversi comportare come supereroi sempre disponibili a ogni incarico, sempre pronti soddisfare ogni richiesta… Ma vuol dire certamente essere più esposti alla possibilità di sbagliare e, agendo, di fallire.
Chi si ritira prima di cominciare, invece, dietro la scusa di un acciacco o di un malanno, avrà certamente meno fallimenti o sconfitte con cui fare i conti. Ma non credo che questa possa considerarsi una grande soddisfazione.
Queste considerazioni scaturiscono dall’osservazione della vita di tante persone che mi circondano, che hanno a disposizione tutti gli strumenti cognitivi, economici e organizzativi per potersi costruire una vita serena e sana ma che trovano mille scuse per non seguire consigli e prescrizioni… Sanno esattamente che cambiamenti potrebbero attuare per dare una svolta alla loro esistenza, ma non fanno nulla.
Il marito le coccola di più se stanno male, le figlie non si lamentano se non preparano il pranzo, le mogli non si indispettiscono se lui si addormenta rovinosamente sul divano…
Se stai bene, le aspettative delle persone che ti circondano sono più alte. E anche tu pretendi di più da te stesso.
A qualcuno questa cosa fa paura.
A me sembra il gusto stesso della vita.
Quindi non aver paura se correndo, mangiando bene, prendendo gli integratori, disintossicandoti, dedicandoti del tempo… non temere se ti senti più forte e più sicuro/sicura e quindi intorno a te tutti iniziano a fare affidamento sulla tua energia. Non fermarti. Vai avanti. Avrai forza da spendere in ogni direzione. E anche se ti sembrerà di fare fatica, avrai una certezza in grado di supportarti in ogni istante, perché tu stai bene, e puoi farcela.
Sottrarsi al mortale business del farmaco è facile: basta vivere in modotale da non aver bisogno di cure…In questo libro un programma rivoluzionario che ti permetterà di sconfiggere le malattie e che darà al tuocorpo salute, energia e vitalità straordinarie.
Uno dei più noti motivatori internazionali opera una spettacolare incursione nel campo di quella particolare industria che fa della malattia l’oggetto del suo business. Ne svela, implacabilmente, i meccanismi, le complicità, l’aspetto criminale.
Dimostrando che non ha senso “farsi ammalare” questo libro va allaricerca delle informazioni più credibili e più serie per garantirci uno stiledi vita sano, aiutandoci così a sottrar-ci al controllo e a riprendere nellenostre mani l’aspetto più importantedella nostra vita: la salute.
Ciascuno di noi ha un suo modo di agire e di manifestarsi, e dev’essergli assicurata la possibilità di servirsene liberamente. Mille strade diverse conducono all’amore. Purché ascolti se stesso, ognuno troverà la propria. Non permettete a chicchessia di imporvi perentoriamente la sua.
In un libro stupendo dell’antropologo Carlos Castaneda, Teachings according to Don Juan (trad. it. Viaggio a Ixtlan. Le lezioni di Don Juan, Astrolabio, Roma), interamente dedicato agli Indiani Yaqui che l’autore ha fatto oggetto di studio approfondito, c’è un personaggio di nome Don Juan il quale afferma: «Ogni strada non è che una fra un milione di strade. Pertanto dovete sempre tener presente che una strada è soltanto una strada.
Se in questo momento sentite di non doverla percorrere, non siete obbligati a farlo in nessun caso. Una strada è solamente una strada. Il fatto che il vostro cuore vi esorti ad abbandonarla non è un affronto a voi stessi o agli altri. Ma la vostra decisione di proseguire lungo quella strada o di abbandonarla non deve avere attinenza alcuna con la paura o con l’ambizione. Attenti: ogni strada dev’essere osservata da vicino e deliberatamente. Provatela una volta, due, tre, quanto lo ritenete necessario.
Poi ponetevi una domanda, ma solo a voi stessi; e la domanda è la seguente: Questa strada ha un cuore? Tutte le strade sono uguali. Non conducono in nessun luogo. Sono strade che attraversano il bosco, s’inoltrano nel bosco, passano sotto il bosco. Tutto sta ad accertare se quella strada ha un cuore. È il solo dato che conti. Se non ha cuore, è
una strada sbagliata». Se la vostra strada è l’amore, la meta non ha importanza; il cammino che seguirete sarà fatto d’amore.
Potete essere «veri» solo quando non vi scostate dalla vostra strada. La cosa più difficile del mondo è il voler essere ciò che non siamo. Allontanandovi da voi, dovete al tempo stesso avvicinarvi sempre più a ciò che siete. Scoprirete che è un modo molto facile di essere. La cosa più facile al mondo è essere ciò che siete, essere voi stessi. La cosa più difficile è essere ciò che gli altri vogliono che voi siate. Non permettete loro di situarvi in questa posizione. Trovate il vostro «essere», siate chi siete, siate come siete. Dopo di che potrete vivere in tutta semplicità. Avrete l’energia necessaria per «respingere i fantasmi», come dice Alpert. Non avrete più fantasmi da scacciare. Non dovrete più recitare un ruolo che non sia di vostra competenza. Ve ne libererete una volta per tutte e potrete dire a voi stessi: «Ecco, quest’uomo, questa donna sono io. Prendetemi per quel che sono, con le mie debolezze, con la mia stupidità, con tutto il resto. E se non potete, lasciatemi essere me stesso».
[..] «..Non esistono formule, non esistono manuali che teorizzino e spieghino una volta per tutte come si fa a diventare. Io so una sola cosa: esisto, sono, divento, creo la mia vita e nessuno è in grado di sostituirmi, creandola in mia vece. Devo far fronte alle mie manchevolezze, alle mie trasgressioni, ai miei errori, e assumerne la responsabilità.
Nessuno quanto me può soffrire del mio non-essere, ma domani è un altro giorno, devo decidere di alzarmi dal letto e continuare a vivere. E se fallisco nel mio intento, non ho il conforto di prendermela con il prossimo, con la vita o con Dio.»
Vivere amando se stessi e gli altri è la grande sfida della nostra esistenza. L’avventura più esaltante e creativa. Un sentimento senza età che, per il famoso pedagogista americano, ci fa diventare una forza suprema, responsabile, senza più limiti dei pregiudizi. Attraverso il reciproco amore si può arrivare a completare l’infinito.
Sembra che in primo luogo sorga la “necessità” di restituire l’offesa, fare all’altro quello che ci è stato fatto, ripagare con la stessa moneta, più gli interessi “punitivi”.
E come ti sei sentito quando ti sei lasciato prendere da questo istinto?
Vuoi conoscere la tua possibilità massima? Qual è il tuo limite? Di cosa sei capace?
Allora devi fare qualcosa di diverso.
Proviamo: fai riaffiorare un ricordo o aspetta la prossima volta che ti senti ferito, chiuditi in te stesso, PIANGI, sentiti “vittima”, sentiti il “buono” e che tutto ciò che ti è capitato è ingiusto per te. Poi rimani in silenzio e ascolta da questo silenzio, ciò che hai da dire.
Questo sì che è un grande passo, e avrai molte possibilità per fare pratica ogni giorno.
Ora guardati di nuovo dentro e pensa: quante persone hai ferito tu? (è impossibile ingannare se stessi!). Quante persone hanno pianto per causa tua? Quanto di questo dolore lo puoi sentire come un dolore inferto a te stesso? Cerca di pensare a una situazione in cui tu hai fatto soffrire qualcuno e di cui ti penti con tutto il tuo essere. Quando ci hai pensato, chiediti se ti piacerebbe che ti perdonassero e che qualcuno guarisse il dolore che tu avevi provocato. Questo lo possiamo chiamare “consapevolezza dell’effetto dei nostri atti” perché sentire e pensare sono pure azioni.
Qui comincia il cammino più arduo: il perdono a te stesso e agli altri.
Con la parola “perdonare” non diciamo “dimenticare”, né mettere a tacere, con la parola “perdonare” prendiamo consapevolezza dei nostri errori, della nostra debolezza, delle volte che abbiamo ferito. Senza trovare giustificazioni comprendiamo e quando comprendiamo, questa comprensione si trasforma in compassione per coloro che abbiamo ferito.
E come noi abbiamo ferito qualcuno, altri hanno ferito noi e se noi possiamo perdonarci, possiamo perdonare e provare compassione anche per chi ci ha ferito.
Aver perdonato ti darà chiarezza nell’agire, ti porterà a smettere di reagire, imparerai a dominare la tua personalità, ti farà aumentare la gratitudine per ogni opportunità che ti viene offerta di conoscere te stesso e imparerai ad esprimere ciò che provi senza fare del male a nessuno.
Attenzione: è importante che tu sappia che se non perdoni con il CUORE, generi in te forze di repressione che prima o poi verranno fuori e che ti faranno male. Avanza fin dove il tuo amore per te stesso e per gli esseri umani te lo permetta. Non obbligarti a fare ciò che non senti. Lasciati guidare da chi o cosa ti ha portato fino a questa lettura e se non ti senti non farlo. Ricorda che sei tu a scegliere di crescere e di godere della tua crescita.
Ricomincia da Teè un vero e proprio seminario creato per il lettore e che lo aiuterà gradualmente ad abbandonare le resistenze a lasciare andare quello che nel passato ha portato risultati negativi. Il perdono porta alla comprensione che il passato è concluso per sempre, e restituisce intatte le proprie possibilità di affermazione. Le cause del conflitto spesso si trovano dentro di noi, nel nostro cuore, risolverle ci permette di affrontare il presente e il futuro con energie del tutto nuove.
Perdonare con responsabilità ci restituisce pienamente il nostro potere.
È proprio questo il momento per lasciare andare tutto quello chenon ha funzionato nella tua vita.
E ricominciare da subito.
Quello che afferma il perdono è che il passato è passato. (Con molti esercizi all’interno)
“NON PUO ESSERCI FORMA DI SOFFERENZA CHE NON NASCONDA UN PENSIERO DI NON PERDONO. NÉ PUÒ ESSERCI FORMA DI DOLORE CHE IL PERDONO NON POSSA GUARIRE” (Un Corso in Miracoli)
Le tue paure vengono dal passato perché è lìche abitano, perché ti ostini a volerle ospitare cosìspesso? Non sei costretto a sentire obblighi odoveri di cortesia verso di loro. Rimandale indietroda dove sono venute con un bel messaggioper il mittente: «Niente ho più a che vedere convoi, che siete solo le mie paure del passato».
“Alcuni dei valori in cui crediamo non sono mai stati reali: erano timori altrui. Concediti la possibilità di rivedere i tuoi pensieri, modificando quelli negativi. Ne vale la pena”
Se esistesse un film – e questo film fosse addirittura divertente – che contenesse il vero segreto per una vita felice e appagata, lo vedreste? Se questo stesso film comunicasse il suo messaggio usando una bella animazione, una trama nella quale identificarsi, e le più recenti teorie di fisica quantistica, biologia molecolare e spiritualità, lo vedreste? Se questo film vi colpisse in mezzo agli occhi (in senso buono, ovviamente) dimostrandovi che gli esseri umani sono gli artefici della propria realtà, lo vedreste?
Se la risposta è sì, sareste in buona compagnia. Un film così esiste e sta ottenendo un grandissimo seguito.
Quattordici scienziati, ricercatori e filosofi tra i più innovativi e autorevoli al mondo indagano il mistero dell’Universo, fornendo risposte inusuali e a volte sconvolgenti a quesiti fondamentali quali: di che cos’è fatto un pensiero? Di che cos’è fatta la realtà? Cosa succede dopo la morte? Che ci faccio qui? Oggi scienza, fi losofi a e teologia propongono una interpretazione completamente nuova di ciò che siamo e della realtà in cui viviamo.
La materia non è statica ma è il pensiero che la influenza. Per il cervello non c’è differenza tra ciò che vede e ciò che immagina, e tutti noi vediamo solo ciò che crediamo possibile.
BLEEP in tutto il mondo ha avuto un successo unico e straordinario, è stato visto da decine di milioni, perché la trama della storia è coinvolgente e appassionante, ed è arricchita dagli interventi di personaggi come Joe Dispenza, Fred Alan Wolf, Ramtha e JZ Knight, Amit Goswami e Micheál Ledwith, che aprono le nostre menti a concetti finora impensabili e mai esposti prima con tanta chiarezza e efficacia visiva, grazie agli effetti speciali di professionisti tra i più abili e capaci.
L’intenzione crea la realtà
Secondo il fisico materialista William Tiller, Ph.D., dai tempi di Newton il tacito presupposto della scienza è che “nessuna qualità umana – coscienza, intenzione, emozione, mente o spirito – è in grado di influenzare in modo significativo un esperimento obiettivo ben progettato nella realtà fisica.”
Tuttavia, rigorosi esperimenti condotti da Tiller e molti altri negli ultimi decenni hanno “pesantemente confutato questo presupposto”. In effetti, molti esperimenti di questo tipo dimostrano chiaramente che noi esseri umani contribuiamo davvero alla creazione della nostra realtà, e non in un qualche modo strampalato, new-age, ma in un modo serio, concreto, fondato sui più importanti pilastri della creazione materiale, così come ci è stata rivelata dalla fisica.
«L’intenzionalità è il sentiero che conduce alla creazione – spiega – e il fatto che “la natura abbia molte più dimensioni di quelle che noi siamo in grado di immaginare, molte di più dei semplici spazio/tempo, mette in luce la possibilità che è in noi di imparare a creare. Tutto quello che facciamo nella nostra vita quotidiana, ogni singola cosa, è un atto creativo».
In effetti, come Tiller afferma in What the Bleep: «Io sono molto più di quello che credo di essere. Posso influire sul mio ambiente, sulle persone, sullo spazio stesso, sul mio futuro».
Centinaia di anni fa, la scienza e la religione si sono separate, diventando antagoniste nel grande gioco della spiegazione e della scoperta. Ma scienza e religione sono due facce della stessa medaglia. Entrambe aiutano a spiegare l’universo, il nostro posto nel grande disegno, e il significato della nostra vita.
Il film Ma che… Bip… Sappiamo Veramente!? con l’aiuto di oltre una dozzina di scienziati risponde a domande quali: – Di che cos’è fatto un pensiero?
– Di che cos’è fatta la realtà?
– E soprattutto, come può un pensiero modificare la natura della realtà?
Uscito nella primavera del 2004 negli Stati Uniti, distribuito in 30 paesi, ha venduto oltre un milione di copie.
“What the Bleep…” sta lentamente rivoluzionando le coscienze in tutto il mondo!
Più di UN DOCUMENTARIO,
Più di UN FILM METAFISICO,
Più di UN FILM SCIENTIFICO,
É tutto questo insieme!!! É una nuova forma d’arte
Questo film ti darà la possibilità di riappropriarti del tuo Potere innato. Lo guarderai e ti divertirai, per un istante resterai stupefatto, ma un attimo dopo metterai in pratica tutti i suoi brillanti ed esilaranti insegnamenti.
Lascia che i tuoi sogni più autentici vengano in superficie: li realizzerai!
Imparerai che cos’è una rete neurale
Comprenderai come si crea un’emozione
Imparerai a sciogliere le dipendenze cambiando i tuoi pensieri
Scoprirai quante possibilità hai per metterti in gioco nella tua vita
Questo dvd non da risposte definitive. Questo è un film nel quale vengono formulate domande che espandono la mente. È un film che non vi mostra la via, ma le infinite possibilità.
Il film ruota attorno ad Amanda, (Marlee Matlin, premio Oscar in “Figli di un Dio minore”) una fotografa divorziata e depressa, che affronta la realtà passivamente credendo di non avere alcun potere sulle vicende che le accadono finché subisce una trasformazione personale a mano a mano che gli eventi le mostrano che è lei a creare la propria realtà. Inizialmente ostile, e incapace di amarsi, Amanda diventa una persona che si ama e che comprende di avere un ruolo attivo nella propria esperienza esistenziale, il che la condurrà a prendere decisioni più amorevoli e positive.
I messaggi dell’acqua
Una scena di grande impatto di What the Bleep do We Know? si svolge in una stazione ferroviaria. Mentre Amanda, la protagonista, sta aspettando il treno, la sua attenzione è attirata da una serie di poster, fotografie di cristalli d’acqua scattate dal dott. Masaru Emoto, uno scienziato giapponese, e ha scritto numerosi libri su quest’originale argomento.
Nell’immagine un esempio di cristallo d’acqua con le vibrazioni di parole d’amore.
Usando un potente microscopio in una stanza molto fredda, Emoto ha fotografato i cristalli d’acqua scoprendo una cosa straordinaria: l’acqua reagisce ai pensieri concentrati, “SPECIFICI”, che le vengono rivolti. In sostanza, catturando l’ “espressione” dell’acqua nelle sue foto, il dott. Emoto ha dimostrato che i pensieri influenzano la realtà fisica. Ad esempio, quando su un becher (recipiente cilindrico con beccuccio) di acqua veniva attaccato, con del nastro adesivo, un pezzetto di carta con la scritta “amore e gratitudine”, l’acqua formava dei bei cristalli simmetrici simili a fiocchi di neve. Mentre l’acqua contenuta in un altro becher con sopra attaccata la scritta “Mi fai venire la nausea. Voglio ucciderti” non formava alcun cristallo. Al contrario l’acqua appariva come un orribile accozzaglia di forme incoerenti.
Mentre Amanda guarda meravigliata questi poster, un uomo le si avvicina e le spiega che i nostri corpi sono formati per il 90% di acqua e afferma: «Se i nostri pensieri riescono ad avere quell’effetto sull’acqua, immagini cosa possono fare su di noi».
Pensate di dover andare ogni giorno allo stesso lavoro, a fare le stesse commissioni, di dover fare gli stessi pensieri, sentirvi allo stesso modo? Bene, ripensateci: scoprirete infinite possibilità di cambiare la realtà quotidiana.
Dopo aver visto What the Bleep do We Know? non potrai più andare ogni giorno allo stesso lavoro e sentirti sempre allo stesso modo.
Masaru Emoto ha fotografato migliaia di cristalli d’acqua nel corso dei suoi anni di ricerche, eppure ben pochi sono stati belli e ricchi di vita come quelli formati dalle parole “amore” e “gratitudine”.
In questo testo straordinario, il dottor Emoto dimostra come il ruolo del tutto unico dell’acqua nel trasportare la vibrazione naturale di queste parole possa aiutarci ad accogliere il cambiamento e a vivere una vita più positiva e felice.Il dottor Emoto esplora il significato delle parole e del linguaggio, la loro origine e il loro impatto sull’acqua. Introduce e spiega il concetto-chiave di risonanza, il veicolo attraverso cui viene trasmessa l’energia della forza vitale. Da questa conoscenza ricava lezioni che possiamo applicare alla nostra vita per raccogliere i frutti benefici della risonanza positiva, tra cui quello di avere relazioni più armoniose con gli altri, ristabilire la nostra salute e migliorare la nostra capacità di comunicazione con gli altri.
Un testo profondo con nuove, straordinarie fotografie di cristalli d’acqua, un invito a scegliere parole positive e ad aspirare con impegno alla perfetta risonanza, per poter avere una vita più sana, pacifica e felice.
La dinamica dell’abbandono fa parte di un karma abbastanza pesante. Superare la paura dell’abbandono vuol dire superare il proprio karma in questa vita.
L’abbandono provato alla nascita da parte di uno o entrambi i genitori si ripresenta inesorabile nel momento in cui si instaura una relazione di coppia stabile o per lo meno importante. Anche se si presenta in quasi tutte le relazioni, anche non di coppia.
Come si può superare l’abbandono “praticamente” e cosa fare se il partner non è pronto a lavorare con te? Ma il partner sta “già” lavorando con te, nel momento in cui ti ha fatto affiorare questo problema nel vostro rapporto: il partner serve proprio a farti vedere la tua più grande paura. Di solito chi ha il karma dell’abbandono tende a fuggire dal rapporto, tende a drammatizzare e a vedere situazioni di abbandono che si ripetono. Qualunque situazione è buona per vedersi lasciati da un momento all’altro e la paura è tale che chi ha questo karma tende a lasciare l’altro per primo.
Puoi lavorare da solo/a a questo karma certo, come ogni karma può essere compreso e risolto da soli, ma in coppia risparmi molto tempo anche se, per ipotesi, il tuo partner non vuole lavorare con te.
Chi ha il karma dell’abbandono di solito attira partner con lo stesso karma. Così il gioco tra i due è “a chi lascia prima l’altro”. Entrambi creano situazioni difficili, entrambi tentano di fuggire o fanno in modo che sia l’altro a fuggire.
Da solo/a puoi lavorare in maniera sistematica e costante ad accrescere la tua autostima, a volerti bene, a capire che se sei al mondo è perché anche tu, come ogni essere umano hai un compito.
Tu non credi né di avere un compito, né di essere una persona “giusta”. Ma ti assicuro che non c’è niente che non vada in te. Quanto tu hai provato faceva parte del tuo karma e ora pian piano tu hai la possibilità, soffrendo sempre meno, di concluderlo.
Come fare a soffrire sempre meno? Riconoscendo che sei al mondo per un motivo: accettarti, e accettare i tuoi genitori, attraverso il Perdono. Questo è il primo lavoro che devi fare da solo/a: perdonare, ossia fare dono di te ai tuoi genitori, ma soprattutto prima a te stesso/a.
Qualunque karma si risolve in maniera molto rapida riuscendo a perdonare. Ecco, questo è il tuo cammino.
Per quanto riguarda invece il tuo partner, (avendo entrambi il karma dell’abbandono), potete risolverlo “uscendo da voi” e trovando un compito da svolgere insieme che sia al di fuori del vostro rapporto, che alzi le vostre vibrazioni e che vi porti ad evolvervi insieme.
Uno “scopo della vostra coppia”, che non vi lasci a tormentarvi entrambi nella paura.
Può essere qualcosa che fate per il prossimo, può essere un libro che scrivete insieme, può essere un obiettivo dove i vostri talenti vengano espressi a favore di un ideale più alto. Ma fino a quando non prendete entrambi consapevolezza della dinamica dell’abbandono e non perdonate voi stessi e i vostri genitori (entrambi), il vostro rapporto, che è karmico vi darà solo sofferenza.
Una volta compreso questo potrete proseguire il rapporto anche per sempre, ma non aspettatevi che sia un rapporto sereno. Se il vostro è un rapporto karmico, avrete sempre contrasti, che possono però rivelarsi ottimi momenti di crescita se non li fate fossilizzare solo su voi due e allargate i vostri talenti al mondo.
Innamoramento, gelosia, eros, abbandono, il coraggio dei sentimenti
Si fa presto a dire «amare». Ma quante sono le persone che possono dire di essere innamorate sul serio? E quante quelle capaci di andare oltre l’innamoramento, fino all’amore? Un libro che si legge d’un fiato, perché si parla del nostro destino. Una guida amichevole sul sentiero della maturità affettiva, che non trascura nessuna delle trappole e illusioni annidate lungo il cammino. Un prezioso «manuale di esercizi spirituali» per giovani e adulti di ogni età.Nello stile semplice e narrativo che lo ha reso familiare a tanti lettori, qui si affronta quello che al di là delle apparenze è forse il vero tabù del nostro tempo. E ci porta per mano a scoprire che nel mondo dominato dall’ossessione dell’efficienza e della prestazione, la vera possibilità di cambiamento coincide proprio con il coraggio dei sentimenti. Il coraggio di abbandonarsi a essi, e insieme riuscire a governarli. E che da questo dipendono la felicità e il futuro di ognuno di noi, e forse dell’intera società.
Comprendere la forza del Karma e il senso della Legge di retribuzione rappresenta il primo passo fondamentale per accedere al cammino che conduce a una vita più consapevole, guidata e illuminata dall’azione delle forze spirituali, azione che in sanscrito si definisce, appunto, karma.
Steiner spiega, in un linguaggio semplice e coinvolgente, come ciò che noi chiamiamo destino sia in realtà il frutto delle azioni compiute nelle nostre vite precedenti. Nulla avviene per caso, ciascuno è artefice del proprio destino: imparare a gestire il proprio karma vuol dire diventare padroni della propria vita.
L’Azione del Karma offre a ciascuno di noi la possibilità di agire in modo più consapevole e di trovare risposte a interrogativi apparentemente difficili. È stato proprio nel rispondere alle domande di persone comuni che Steiner ha compreso l’importanza di condividere con gli altri la sua profonda esperienza: questo libro rappresenta il dono di conoscenza che egli ha dedicato a uomini e donne che desiderano migliorare se stessi e la propria vita.