Un angelo è vicino…

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Voi sentite che un angelo è vicino a voi quando… ne sentite la presenza.
Forse avete avvertito un tocco caldo e leggero sul vostro viso, sulle spalle, sulle mani o sulle braccia.
Magari avete avuto la sensazione come se qualcuno vi stesse abbracciando o come se delle ali avessero sfiorato la vostra pelle. La pressione dell’aria cambia quando un angelo entra in una stanza.
La temperatura della stanza può cambiare e potreste cominciare ad avvertire un bellissimo e allegro profumo mai sentito prima e non sapete da dove provenga.

Quando un angelo vi abbraccia improvvisamente sentite un calore fluire nel petto e il vostro cuore si espande con un amore indescrivibile.
Voi vedete gli angeli quando vedete bagliori o sfavillii di luce bianca, blu o verde con la coda dell’occhio.
Un’ombra luminosa muoversi velocemente e che vi fa chiedere “Me lo sono immaginato?” è un altro segnale.
Per non parlare dei bellissimi angeli che vedete quando siete in una camera al buio o quelli che vedete vicino ad una persona cara o un Maestro.

Voi udite la presenza degli angeli quando un amorevole sussurro vi urge a cambiare la vostra vita, oppure quando una voce vi grida “Sta attento!”.
Voi udite gli angeli quando una vocina vi dice di alzare lo sguardo e guardare le stelle o quando della musica arriva da non si sa dove.
Queste sono musiche degli angeli!
Voi sapete che un angelo è con voi quando improvvisamente avete un’idea che vi trasforma la vita.
Questo significa che un angelo vi ha appena consegnato un messaggio direttamente da Dio e lo ha messo dritto dentro al vostro cuore.
Un angelo è soprattutto con voi quando siete certi della loro presenza e credete fermamente che sono con voi.
Voi sperimentate la presenza degli angeli quando miracoli accadono, quando siete salvati o una “porta” si apre per voi al momento giusto.
Quando camminate in mezzo alla natura e sentite gioia nel cuore, voi potete essere sicuri che gli angeli sono con voi.

di Doreen Virtue

Messaggi dal Tuo Angelo - Libro
Quello che il tuo Angelo vuole farti sapere

Voto medio su 6 recensioni: Da non perdere

Custodisci nella tua libreria il potere degli angeli!

Questo libro, è un efficace strumento di divinazione e ti insegna come ricevere i messaggi inviati dai tuoi angeli personali!

È un’opera che canalizza e raccoglie nuove e edificanti informazioni provenienti dal regno angelico. Gli angeli, tra cui l’Arcangelo Michele, offrono messaggi di guarigione che ti aiuteranno a scoprire lo scopo della tua esistenza, a comprendere le tue relazioni sentimentali, a guarire dalla sofferenza emotiva e a prendere decisioni importanti per la tua vita.

Doreen riceve lettere da tutto il mondo da parte di persone che hanno trovato una fonte costante di conforto e di sostegno grazie alla sua Angel Therapy -Terapia degli Angeli. Molti lettori tengono il libro accanto al letto e lo aprono casualmente per accedere alla conoscenza spirituale e all’assistenza Divina.

Messaggi del tuo Angelo prosegue nella stessa ottica, al fine di farti raggiungere nuovi livelli di appagamento e ispirazione, e per offrirti nuove direzioni da seguire.

Sono una cattiva mamma

Sono una Cattiva Mamma
Una buona mamma serve sempre frutta fresca a colazione, adora giocare con i suoi bambini, compra loro vestiti deliziosi, non alza mai la voce. E la sera non è mai troppo stanca per fare sesso con il papà.

Sei una mamma in carriera? Di sicuro stai trascurando i tuoi doveri domestici. Se però rimani a casa, sei una presenza ingombrante e opprimente per i tuoi figli. Imponi loro regole e divieti severi? Cresceranno timidi e insicuri.

Ma se non sai dirgli di no, a tredici anni spacceranno nel parchetto dietro casa.

Insomma, qualsiasi scelta tu faccia, sei una cattiva mamma, destinata a fare i conti con il senso di inadeguatezza causato dal confronto con modelli inarrivabili: perché diciamolo, le supermamme, quelle che “I bimbi sono meravigliosi, la tata è un angelo e al lavoro mi danno molta fiducia” nella realtà non esistono.

Lo sa bene Ayelet Waldman, che, stanca dei sensi di colpa e delle ipocrisie, ha trovato il coraggio di chiedersi pubblicamente cosa vuol dire oggi essere madre, giungendo ad affermare sulle colonne del “New York Times” di amare il marito più dei propri figli.

La pattuglia Anti-Cattiva Madre si è mobilitata all’istante, gettando la scrittrice sulla graticola dei blog e dei giornali. “Sono una cattiva mamma” è la sua risposta provocatoria e spiazzante a tutte le accuse che le sono piovute addosso.

Un libro spassoso e sincero sulle difficoltà e le mille contraddizioni che scandiscono le giornate di ogni madre. Perché l’unica cosa di cui i nostri figli hanno davvero bisogno è una mamma meravigliosamente imperfetta.
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Come iniziare bene la giornata

Se vivi in modo materialistico ti ritroverai a pensare ed agire secondo i modelli che ti vengono proposti dai vari mezzi di informazione. E nessuno ti insegna come programmare la tua vita, fin dal mattino, per poter avere una mente serena ed un corpo in buona salute.

La migliore medicina, infatti, consiste nell’utilizzare i momenti che seguono il risveglio per dare un orientamento positivo a tutta la giornata. Questo perché in quei momenti si possono programmare la proprie cellule in modo che assorbano la forze cosmiche che sono un’ottima fonte di energia. Saranno proprio il retto atteggiamento di vita ed il primo pensiero del mattino ad aprire o chiudere la tua anima ed il tuo corpo a questa inesauribile fonte di energia vitale.

Se ti occupi soltanto delle cose materiali, al risveglio, non potrai far altro che pensare ai soldi, al lavoro, alla tua apparenza o come aver successo, e questi pensieri te li porterai appresso durante la giornata ed anche durante il sonno. Va precisato che questi pensieri generano un campo energetico carico di forze negative; forze che danneggeranno sempre più i nervi, le cellule e gli organi, generando disfunzioni e malattie.

Da tutto questo puoi ben capire come siano decisivi i pensieri che seguono il risveglio. I pensieri nobili e positivi sono oltremodo salutari, sono delle forze stimolanti che ti mantengono sano e forte.

Ogni cellula del tuo corpo desidera essere trattata con amore, per poter vivere sana e in armonia. Per questo, al tuo risveglio, dovresti inviarle dei pensieri positivi. Esse ti ripagheranno con la loro buona salute, sia di notte che di giorno.

Per poter inviare alle tue cellule un messaggio veramente luminoso, dovresti prima contattare la Potenza divina che c’è in te. Qui non si tratta di religione, si tratta di quella Essenza che ti ha donato la vita e ti permette di vivere giorno dopo giorno. Non importa se vuoi chiamarla “Padre”, “Dio”, “Creatore”, “Essenza”, o con altro nome. Importa, invece, che tu ti rivolga ad Essa con convinzione, chiedendo che la sua potenza raggiunga tutte le tue cellule, portando loro vita, vigore e buona salute.

Dopo che ti sarai messo in contatto con la Sorgente di tutta la vita, inizia a parlare alle tue cellule, ma fallo seriamente, se lo farai in modo meccanico, senza convinzione, il messaggio non potrà portare con sé la forza necessaria per imprimersi nella memoria cellulare.

Inizia programmando il tuo cervello affinché diventi uno strumento di pace, eliminando qualunque pensiero disturbante. Ripeti con intenzione: “Io sono la quiete, la pace e il silenzio” e, poi, durante il giorno, contrapponi questo pensiero a qualsiasi negatività. Guardati dall’agitazione e dal nervosismo, da qualunque parte essi provengano, sia dalle persone che dai congegni elettronici che ci circondano.

Dopo aver programmato il cervello parla alle tue cellule dicendo: “Chiedo a tutte le cellule del mio corpo di assorbire l’Energia vitale e di lasciarla fluire, in modo che porti buona salute e vitalità.

Chiedo al mio stomaco di richiedere solo cibi sani e di digerirli perfettamente.

Al mio sistema immunitario chiedo di difendermi da ogni tipo di allergia, microbo o virus.

A tutte le mie cellule auguro una buona giornata e prometto loro che cercherò di restare in armonia e non permettere che l’agitazione, la paura o altre negatività entrino in me”.

Chi si circonda ogni mattina di questi alti pensieri ritroverà pace e buona salute. Per mantenere questo atteggiamento dovrebbe, durante la giornata, formulare delle brevi, ma sentite, frasi di ringraziamento. Ad esempio: “Divina presenza in me, possa la tua saggezza dirigere ogni mia azione, il tuo amore guidare i miei pensieri, la tua luce illuminare il mio cammino. Avvolgimi nella tua radiosa presenza, ora e sempre. Amen”.

Argomento trattato nell’intervista fatta al dr. Mario Rizzi il 6 marzo 2009.

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Un libro che vi insegnerà a: saltare fuori dal letto pieni di buoni propositi, trovare il segreto della felicità, salvare il mondo … ma soprattutto vi divertirà!

Come si fa a essere ottimisti se il presente ci sembra tutto sbagliato e il domani non promette niente di buono? Se lo chiede Laurence, che vive con il padre pessimista cronico, non ha un lavoro fisso né una fidanzata e ha stilato un elenco dei mali del mondo: deforestazione, call center, criminalità, Guantanamo, costo del petrolio… Ultimamente sente che gli manca il fattore Jump out of bed, ovvero la capacità di scendere dal letto con lo slancio giusto per affrontare una nuova giornata.

Ma finalmente un giorno ha un’idea: viaggerà per intervistare scienziati, artisti, politici e ricevere da loro lezioni di ottimismo. E così il viaggio ha inizio, e a una festa di compleanno Laurence strappa un’intervista a Harold Pinter, poi riesce a scambiare qualche parola al parco con un nervoso Mick Jagger impegnato a fare jogging. Ma al vertice della sua classifica degli ottimisti c’è Bill Clinton: è lui la persona giusta da scovare a tutti i costi.

Dalla religione, all’autoanalisi, allo spiritualismo, al misticismo orientale, tutti gli intervistati proporranno il loro antidoto alla depressione. E forse Laurence, in questa sua eroica missione contro il pessimismo che attanaglia il genere umano, riuscirà finalmente a scoprire la ricetta della felicità.

Bombe, attentati, guerre, cambiamenti climatici, virus e disoccupazione: può l’uomo alzandosi al mattino e sentendo il resoconto delle proprie distruzioni via telegiornale affrontare in modo energico e positivo la sua giornata?

L’unica arma è trovare una risposta ottimista al pessimismo. Ma essere ottimisti è sinonimo di ingenuità?  La risposta nelle pagine di “Happiness, il segreto della felicità” di Laurence Shorter (ed. Newton Compton), geniale diario personale narrato in prima persona e dettato da illustri intervistati.


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Tutto ciò che succede è un raccolto!

Prima devi seminare! E se vuoi il meglio, devi seminare bene! Anche i contadini sanno che se vogliono raccogliere devono prima seminare!
Cosa devi seminare? Appunto rispetto, amore e prosperità.
Come?
Pensando bene degli altri. Pagando con gioia il dovuto. Compiendo gesti gentili. Ringraziando col cuore per tutto ciò che hai.
Offrire mance il più che puoi. Invece, hai sempre cercato di prendere, di ricevere, di ottenere? E tutto pareva eternamente sfuggirti?
Ma non si può ottenere dalla vita nulla se prima non dai, perché l’esistenza è un’unità cosmica, quindi vige la legge dell’equilibrio assoluto, la legge di causa-effetto, la legge karmica di Azione=Reazione.
Nella vita non esiste il caso, la fortuna o la sfortuna! Il fato, il caso è una superstizione dovuta al fatto di ignorare le connessioni tra causa ed effetto.
Tutto ciò che succede è un raccolto! Dipende da ciò che prima si è seminato!
E non è ammesso il non conoscere l’esistenza di questa legge.
Essa funziona sempre e comunque.
Non è una legge morale, o religiosa, o esoterica: non è stata inventata dagli uomini.
È una legge naturale, e siamo al mondo per comprenderla sempre più, grazie all’amore.
Devi prima seminare pienezza, gioia, soddisfazione, rispetto, ricchezza, se vuoi raccogliere tutte queste cose! Ma se quando sei in un meraviglioso parco, pensi al tuo conto in banca che è esiguo, semini così povertà.
Mentre se ti soffermi sul qui e ora, vedresti la vita, che è abbondanza, bellezza, ricchezza e assoluta perfezione e sicurezza.

Se vuoi raccogliere ricchezza devi seminare ricchezza. Se paghi i tuoi conti di malavoglia, allora stai pensando che chi ti offre un prodotto o un servizio non merita del denaro per il suo lavoro.
Questa è una azione che avrà una sua reazione: anche il tuo lavoro non verrà considerato e avrai uno scarso reddito.
Devi necessariamente seminare bene: perché l’Universo è una Unità, un Equilibrio Perfetto.
E perciò esiste ovunque la forza universale di azione = reazione. Come puoi pretendere che gli altri ti rispettino, ti considerino, ti paghino volentieri, se dentro di te giudichi, valuti, sminuisci, condanni?
Non dovresti condannare niente e nessuno! Perché tutto è Esistenza, tutto ha presenza e consapevolezza, tutto è Dio.
E se condanni, raccoglierai tu stesso ciò che semini: perché tu sei gli altri e gli altri sono te.

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Il Giardiniere di Dio, un grande classico di spiritualità brasiliana, è il capolavoro del celebre autore Cesar Romao, una delle più importanti personalità del nuovo corso letterario brasiliano.
Con dedica speciale di Paulo Coelho e di Og Mandino, “Il Giardiniere di Dio” è un libro che ti consigliamo di leggere attentamente per trovare la pace interiore che risiede dentro di te.

Vivere la vita del mondo è essere un lavoratore qualunque in mezzo a un campo. Vivere la vita del proprio cuore è essere un seminatore, qualcuno che trasforma qualcosa a beneficio di se stesso e delle altre persone coinvolte nella sua esistenza. Un amico, un amore o un buon lavoro non si trovano sugli alberi ma nel seme di un perdono, di un gesto d’affetto, di uno sforzo. La principale missione dell’essere umano è seminare la propria essenza, coltivando il mondo come una divina fattoria della quale Dio erediterà il granaio. È Lui che ci ha lanciati con un suo soffio nell’Universo e che ci raccoglierà dalla terra. Servire ci rende partecipi dell’Universo e ce lo fa comprendere più a fondo. È nel servizio che scopriamo la strada per realizzare le nostre aspirazioni e i nostri desideri, diventando veri Giardinieri di Dio“.

Il Segreto del Cuore

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Ciò che accade fra le persone non avviene per caso.

Gli eventi che si sono verificati finora nella tua vita non sono capitati accidentalmente, e neppure il genere di rapporti interpersonali che ti trovi a vivere e il loro modo di svolgersi è casuale.
C’è un forza dentro di te che è la causa di tutto quello che succede nella tua vita, di ogni avvenimento che ha dato importanza alla tua esistenza. E’ questo il motivo per cui determinate persone e non altre non solo sono comparse nella tua storia, ma hanno anche agito in un determinato modo. Questa forza è costantemente all’opera, che tu ci creda o no, che tu lo voglia o meno: è il segreto del tuo magnete del cuore e tu hai il potere di modificarlo.
In questo modo proverai più amore per te stesso, per la tua vita e per gli altri. E più sentirai con chiarezza la presenza di questo amore, più attirerai persone che ti amano ed esperienze appaganti.
Se intraprenderai questo viaggio, vedrai  i tuoi desideri si realizzeranno in misura sempre maggiore.

” Chiunque cerchi la tua vicinanza viene attratto da qualcosa che si trova nel tuo mag,nete del cuore”.

Attrazione

Perchè alcune persone ricevono dimostrazioni di affetto in abbondanza mentre altre devono lottare per essere amate?
Qual è il motivo per cui un certo tipo di uomo o donna ti attrae come per magia e altri, sebbene più indicati per instaurare un rapporto di coppia funzionante, non ti attirano per niente?
Come mai tutte le tue relazioni hanno uno svolgimento simile, nonostante tutti i tuoi tentativi di cambiare le cose?
Perchè a lungo andare il partner, malgrado tutti i sforzi, non può fare a meno di comportarsi proprio in quel modo?
Perchè l’universo ti dà l’esatto contrario di ciò che chiedi con tutte le tue forze e non concede un bel niente?

Il motivo risiede nella forza d’attrazione del tuo magnete del cuore.
Questa forza agisce indipendentemente dall’aspetto, dall’istruzione, dall’età, dalla lingua e dalle circostanze materiali. Da un lato funziona come una calamita che fa in modo che determinate persone o circostanze ti attraggono o ti respingano, producano la tua reazione o la tua indifferenza. Nello stesso tempo agisce come un programma che fa sì che i diritti interessati si comportino proprio in quel modo e non in un altro.

Tutto reagisce a tutto

Tu sei molto più della materia che vedi: il tuo corpo, i tuoi pensieri e i tuoi sentimenti sono forme di energia che agiscono su altre forme di energia.
La legge fondamentale della vibrazione e della risonanza fa in modo che le cose simili o opposte reagiscono con particolare evidenza le une alle altre. Entrano “in risonanza” e, comunque avvenga questa reazione, la percepirai e la troverai adeguata o inadeguata, piacevole o sgradevole, e a tua volta reagirai a queste sensazioni con pensieri e azioni corrispondenti.

Nulla accade senza motivo..
Ogni persona che ti si avvicina e ti tocca emozionalmente in modo o nell’altro è stata attratta per l’80% dalla forza contenuta nel tuo magnete e per il 20% da fattori esterni. C’è un motivo perfino quando le persone o gli avvenimenti sembrano entrare nella tua vita per caso, solo che in queste situazioni non è immediatamente evidente. A mano a mano che capirai meglio i segreti del tuo magnete interiore, le cause ti saranno più chiare e sperimenterai un meraviglioso viaggio alla scoperta di te stesso e degli altri.

..e tutto ha un senso
Osserva la persona con cui hai una relazione in questo momento, oppure prova a pensare al tuo ultimo partner. Il sentimento di affetto o di amore non è l’unica ragione per cui vi siete incontrati: questa persona ha o aveva qualcosa per cui tu provi nostalgia, oppure rappresenta qualcosa che ti è famigliare e affine, o molto probabilmente tutt’e due le cose. In più quella persona possiede delle caratteristiche così diverse dalle tue da creare in continuazione occasioni di conflitto.
A prescindere dalle esperienze che vivete assieme, alla base del vostro incontro c’è un senso più profondo: l’altro ti aiuta a trovare la risposta a due domande di capitale importanza: “Chi sono io?” e “Cos’è l’amore?”
Stando insieme ad un’altra persona, attraverso lo scambio continuo e le situazioni quotidiane, scopri molte più cose su di te di quante ne potresti scoprire se fossi da solo. Se l’altro ti mostra la tua bellezza e ti incoraggia nella tua crescita, comincerai ad amate te stesso e la tua vita. Se invece il partner ti inibisce con il suo comportamento finirà per farti perdere coscienza della tua forza, della tua sicurezza in te stesso e della tua libertà interiore. A volte basta poco tempo, altre volte ce ne vuole un po’ di più, ma il senso è sempre lo stesso.

Ogni contatto con un’altra persona ha lo scopo di:

  • rafforzare quello che già esiste
  • completare ciò che è carente
  • far crescere grazie alle differenze
  • aiutarci a conoscere noi stessi

Quello che senti e come ti senti
determina la tua emozione,
e attrae proprio chi è in cerca di quello che tu emani, anche se per motivi diversi.

Non le tue parole o il tuo abbigliamento,
ma il modo in cui ti senti è la chiave..

Tratto da Il Segreto del Cuore

Tutti facciamo il possibile per trascorrere una vita appagante e ricca di significato.
Ci sforziamo di apprendere e migliorare ma, più di ogni altra cosa, vogliamo amare ed essere amati.

Consapevolezza

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Lo spirito di consapevolezza conduce, invariabilmente, alla meditazione. Se sei consapevole non puoi fare a meno d’apprezzare l’essenzialità del momento presente, il vero ed unico segreto di qualunque ricerca interiore. Sicché la consapevolezza fiorisce proprio quando l’investigazione volge al suo fine. Qualche spunto per riflettere sull’ermeticità di questa nobile via.

Thich Nhat Hanh o più confidenzialmente, Thây (che significa “maestro” in vietnamita) una volta ha così definito “le sette meraviglie della consapevolezza”:

1. La consapevolezza consiste nel far sorgere la nostra presenza autentica, lasciarci prendere vita nel qui ed ora ed entrare in contatto con le cose.
2. La consapevolezza ci fa riconoscere che la vita è già presente. Possiamo essere davvero in contatto con lei e darle significato e profondità.
3. La consapevolezza dona forza vitale all’oggetto della nostra osservazione, lo tocca e lo abbraccia. Questo ci dà nutrimento e guarigione.
4. La consapevolezza trasmette raccoglimento e concentrazione. Se siamo concentrati nella nostra quotidianità possiamo osservare più profondamente e capire meglio ogni cosa.
5. La consapevolezza rende possibile l’osservazione profonda e fa sì che riconosciamo meglio l’oggetto della nostra osservazione fuori e dentro di noi.
6. La consapevolezza conduce alla comprensione che viene dal profondo della nostra interiorità; porta alla chiarezza e favorisce così la disponibilità all’accettazione.
7. La consapevolezza conduce alla liberazione tramite la comprensione così raggiunta. Ovunque si pratichi la consapevolezza c’è vita, comprensione e compassione.

(Thich Nhat Hanh)

fonte: http://www.meditare.net

La felicità della Piena Consapevolezza

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A pochi chilometri da Bordeaux vive un monaco vietnamita che è una delle voci più alte della spiritualità di ogni tempo: Thich Nhat Hanh. Qui, nel 1982, ha fondato il Villaggio dei Pruni, una vera e propria oasi buddhista accessibile a tutti, così come accessibili appaiono, leggendo i suoi testi, una religione e una concezione del mondo molto lontane dall’Occidente. Ma non è il fascino dell’esotico a sedurre chi arriva in questo luogo.

Come il lettore constaterà attraverso il racconto degli autori – osservatori dall’interno della quotidianità dei monaci e delle monache che risiedono al Villaggio dei Pruni – e le testimonianze dei partecipanti ai ritiri che hanno luogo, ciò che colpisce, e magari disorienta, è la semplicità dell’esistenza che vi viene condotta. «Innanzitutto bisogna imparare a respirare» afferma Thich Nhat Hanh. E dal respiro consapevole, cuore di tutto il suo insegnamento, si snoda un percorso spirituale che coinvolge ogni momento della giornata: dai pasti alla meditazione, dal lavoro alle relazioni interpersonali. Ogni gesto è importante se vissuto nel momento presente.

Uomini e donne di diverse nazionalità e di diverse religioni ci narrano il modo in cui vivono giorno dopo giorno la Piena Consapevolezza. Le loro parole, appassionate e spontanee, esprimono tutta la forza di un pensiero più che mai attuale in un periodo funestato dall’intolleranza religiosa. A queste persone Thich Nhat Hanh non ha chiesto di sacrificare la propria fede ai nuovi ideali, e il loro voto – «non combatteremo mai, non uccideremo, né ci sacrificheremo per queste dottrine» – non ha bisogno di ulteriori commenti.

Il cielo interiore

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Non bisogna porre freni alla mente se non quelli naturali dettati dal buon senso, ora come ora noi siamo la mente.

Non creare barriere antidisturbo se non quando davvero necessario. Prendi semplicemente atto dei vari suoni, sono un’opportunità.

La meditazione non è concentrazione o contemplazione. Certo, una pur minima attenzione e/o presenza di spirito è indispensabile, ma oltre è deleteria.

Meditare qui e ora

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Meditare per aprirsi al presente
Entrare in contatto con la parte più autentica di noi stessi…

È l’insegnamento del guru Eckhart Tolle, sostenitore convinto della teoria del qui e ora. Seguono, tre esempi per metterla in pratica.

Che la meditazione faccia bene alla crescita personale, al lavoro, al gruppo in cui si vive è ormai risaputo. Aiuta a entrare in contatto con la parte più autentica di noi stessi, la più spontanea, quella che conosce le risposte alle nostre domande. Ma può servire anche a sciogliere i fardelli del passato che, cristallizzati nel corpo sotto forma di energia stagnante, riattivano ciclicamente sofferenze antiche. E a sottrarci all’ansia per il futuro, riportandoci qui e ora: l’unico punto di partenza per ogni futuro possibile. Dall’insegnamento di Eckhart Tolle, autore del best seller Il potere di adesso , Marina Borruso , amica del maestro e traduttrice delle sue opere in Italia, ha tratto tre esercizi per farci ritornare al presente, ripianare le ferite del passato e aprirci a un futuro di possibilità e di pace. “La vera salvezza è liberarsi dal passato e dal futuro come bisogni psicologici”, dice infatti Tolle, che propone una meditazione senza tappetini, senza musiche particolari, senza luoghi mistici, ma che ha solo bisogno di voi e della vostra presenza. Al 100%. Per trasformare le energie negative e liberarsene. E la chiave di questa alchimia è l’arrendersi, la saggezza di lasciare che ciò che c’è in questo momento sia così com’è, accettandolo. Ecco come si fa.

Rielaborare il passato
Tutto ciò che, pur appartenendo al passato, ci causa ancora oggi sofferenza, è in realtà vecchia energia cristallizzata, rimasta nella nostra mente e nel nostro corpo per anni e non ancora “digerita”: una sorta di inquinamento interiore che intossica noi stessi e chi ci sta intorno sotto forma di memoria dolorosa dalla cui eterna ripetizione spesso non possiamo uscire. Una ripetizione che nella cultura orientale viene detta “ruota del karma”. Sul corpo però possiamo agire in maniera più diretta e semplice perché, a differenza della mente, dice sempre la verità. Utilizzando il dolore come una bussola, possiamo andare alla ricerca delle energie bloccate e liberarcene, facendo cessare la sofferenza.

Esercizio
Chiudete il pugno e tenetelo stretto. Osservate le sensazioni che scaturiscono da questo gesto e dove si collocano, nel vostro corpo, quelle più intense. Osservate le sensazioni fisiche e resistetele. Notate cosa accade alle sensazioni stesse quando opponete resistenza. Poi, mantenendo il pugno ben stretto, provate a dire sì alle sensazioni. Permettete semplicemente che siano come sono. E osservate cosa accade. Una volta capita l’importanza della resa, avrete la possibilità di metterla in pratica con qualunque sensazione si manifesti nel vostro corpo. Potrete osservare che la sensazione di quell’emozione si allarga e cresce per poi dissolversi. Notate come il vostro stato interiore cambi non appena dite sì. Quando il passato affiora e riaccende una vecchia sofferenza, osservatela attraverso la sensazione fisica e permettetele di essere. A poco a poco, il passato lascerà la sua presa e vi ritroverete più liberi e leggeri. Provate dapprima stando seduti tranquillamente a casa, e poi anche durante il giorno, a praticare questo esercizio di resa.

Abbracciare il presente

La mente non sa stare nel presente. Corre avanti e indietro dal passato al futuro. E poi la maggioranza dei nostri pensieri, delle nostre convinzioni e delle nostre credenze non sono neppure nostri. Sono, come dice il filosofo Fernando Savater, ripetizioni di comportamenti appresi. Quando “pensiamo di essere quello che pensiamo” non siamo liberi di essere. Per poter abitare il presente è necessario uscire dall’identificazione con il flusso dei propri pensieri.

Esercizio
Provate a sostare per un solo istante mentre state facendo qualcosa e a osservarvi dentro: noterete un’espansione, un attimo di pace. Quella è la dimensione del presente. Ascoltate qualunque suono, anche quello del traffico, lasciando che passi attraverso di voi, senza dare un nome a ciò che ascoltate. E anche se la mente metterà etichette, darà nomi ai suoni, cercate di mantenere la vostra attenzione sul suono, come se lo ascoltaste per la prima volta. Lo stesso fate con lo sguardo: lasciate che si posi su ciò che avete intorno senza preoccuparvi di riconoscerlo. Bevete un caffè, un tè o un succo sentendone il gusto e osservate le sensazioni fisiche di questo gesto. Da questo spazio di osservazione, di grande libertà, comincerete finalmente a essere voi stessi, a sperimentare una dimensione interiore di pace e a vivere un altro presente, vivo, vibrante, nuovo.

Preparare un futuro di libertà

La mente vi dice che per realizzare voi stessi avete bisogno di un futuro, cioè di un tempo a venire nel quale potrete liberarvi di ciò che non vi piace di voi e diventare finalmente colei o colui che vorreste essere. Ma non è così: lo spazio per realizzarvi è solo ora. Dall’attesa del futuro nascono solo aspettative, ansia e tanto . Cioè troppo futuro e poco presente, l’unico tempo che può farvi essere voi stessi. Sì, perché in realtà voi siete già chi siete. Adesso. Questo non significa non intraprendere azioni o non camminare verso il futuro. Ma nemmeno credere che quelle azioni possano farvi diventare “i veri voi stessi”. Il presente è la porta per l’interiorità e noi siamo tutti già qui, non nel futuro.

Esercizio
Praticate per qualche minuto al giorno il non-fare. Sedetevi senza fare nulla e osservate che siete vivi. Se vi pare difficile, provate, mentre non state facendo niente, a dirigere l’attenzione nell’incavo di una mano. Osservate se avvertite qualche sensazione. Osservate se riuscite a percepire la vita che scorre nella mano, mantenendo lì l’attenzione. Dopo un po’ noterete una sottile vibrazione: è proprio la vita che scorre sotto la pelle. E mentre la osservate scorrere avvertirete un senso di quiete e di espansione interiore, accompagnata da una gioia impalpabile. Da qui potrete portare questa gioia con voi in ciò che farete dopo.

fonte: http://www.psychologies.it

Una guida all’illuminazione spirituale

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Se sei in grado di essere totalmente presente, facendo ogni passo nell’Adesso, se sei capace di sentire la realtà di cose tali come “il corpo interiore”, l’”arrendersi”, il “perdono” ed il “non manifestato”, allora ti aprirai all’esperienza di trasformare il potere di adesso.

•        Tu non sei la tua mente!
•        La consapevolezza è la via d’uscita dal dolore
•        Come entrare in profondità nell’Adesso
•        Strategie mentali per essere nell’Adesso
•        Come accettare l’Adesso e il significato dell’Arrendersi

E’ la nostra mente a causare i nostri problemi, non le altre persone, non “il mondo esterno”. E’ la nostra mente, con il suo flusso di pensieri pressoché costante, che pensa al passato e si preoccupa del futuro. Noi commettiamo il grave errore di identificarci con la nostra mente, pensando che questa sia la nostra identità, mentre in realtà noi siamo esseri ben più grandi.

Per intraprendere il viaggio nel Potere di Adesso abbiamo bisogno di lasciare da parte la nostra mente ed il falso sé che questa ha creato: l’ego. Sebbene il viaggio sia pieno di sfide, Eckhart Tolle ci guida con un linguaggio semplice, nella forma di domande e risposte. Le indicazioni sono le parole stesse.

Per molti di noi, lungo la via, vi sono nuove scoperte da fare: noi non siamo la nostra mente. Possiamo trovare l’uscita dal dolore psicologico. L’autentico potere umano si trova arrendendosi all’Adesso.
Scopriamo anche che il corpo è in effetti una delle chiavi per entrare in uno stato di pace interiore, così come lo sono il silenzio e lo spazio intorno a noi. Infatti l’accesso è disponibile ovunque. I punti di accesso, o portali, possono tutti essere usati per portarci nell’Adesso dove i problemi non esistono. E’ qui che troviamo la nostra gioia e che siamo capaci di abbracciare il nostro vero sé. E’ qui che scopriamo che siamo già completi e perfetti.

Molti di noi troveranno l’ostacolo maggiore a questa realizzazione nelle relazioni, specialmente le nostre relazioni intime. Ma siamo ancora in un territorio nuovo dove tutto non è più quello che sembrava. Giungiamo a vedere che le nostre relazioni sono altro passaggio verso l’illuminazione spirituale se le usiamo saggiamente, per diventare più consapevoli e più amorevoli.
Il risultato? Una reale comunione fra noi stessi e gli altri.

La felicità

felicita

L’impegno etico più importante è essere felici nell’adesso, attimo per attimo, contenti di ciò che c’è, così come è.
Un infelice è fondamentalmente una persona preda del suo Ego. Come tale non ama nessuno, ma si nutre di disprezzo, a partire dal disprezzo per sé.
Ama il prossimo tuo come te stesso diventa possibile solo se si è felici dentro, cioè se si è liberi dal dominio dell’Ego.
La felicità, a differenza di come si pensa comunemente, non è frutto delle circostanze della vita, più o meno favorevoli. Essa piuttosto nasce naturalmente dalla pratica quotidiana delle qualità dell’essere, come l’apprezzamento, la gratitudine, la generosità, l’integrità, la compassione.
Chi è felice emana onde positive che fanno bene a tutte le persone intorno. E, data la natura dell’inter-essere, far bene agli altri è far bene a se stessi.
A sua volta, l’infelicità origina dalla pratica degli inquinanti mentali, come la rabbia, il risentimento, l’ingratitudine, il disprezzo, l’invidia, il sospetto, la repressione. Gli inquinanti sono i mezzi che l’Ego utilizza per aumentare il suo potere sulla persona. Naturalmente per perseguire questa strategia, deve renderla del tutto inconsapevole: la persona non deve avere neppure il sospetto che sta impegnandosi con tutta se stessa a perseguire il suo male. Al contrario, deve credere che sta facendo le mosse giuste per “difendersi”, “proteggersi”, “perseguire i propri interessi”. Ecco perché la caratteristica fondamentale dell’Ego è la distorsione della realtà, o, in parole povere, la sistematica menzogna. La menzogna è necessaria per mantenere la persona nell’ignoranza. Ma l’Ego individuale non può far tutto da solo. Non ne sarebbe in grado. L’Ego individuale si costruisce attraverso l’interiorizzazione dell’Ego collettivo. Ecco perché è così importante, per sciogliere le proprie nevrosi, cominciare a diventare consapevoli delle sue determinanti culturali e collettive.

Dal punto di vista fisico, l’infelicità è un treno di onde negative, che produce malessere o malattia. E’ una musica stonata, che fa male all’orecchio e al cuore. Come treno di onde, l’infelicità si propaga nell’ambiente circostante, contaminando le persone intorno, a meno che non abbiano sviluppato sufficiente consapevolezza per sottrarsi al fenomeno della risonanza. La presenza di un infelice può rendere un gruppo depresso. Tutti si sentono meno bene, e per sottrarsi a questo dispiacere, facilmente compiono delle mosse controproducenti.

Chi è felice costituisce un esempio che è desiderabile seguire.
Naturalmente ci può essere chi vede nella felicità altrui una minaccia: una minaccia al proprio potere di imporre il suo cattivo umore e attraverso quello condizionare parenti, amici, conoscenti. In altre parole, i leader radicati nelle qualità dell’essere sono mal visti dai leader egoici negativi.

I genitori felici hanno molto più potere nell’educare i figli. Chi è felice significa che dà valore alla felicità. Genitori felici danno valore a ciò che può favorire felicità nei figli: affetto, presenza, empatia, amore. Non hanno quindi bisogno di compensarli per le loro carenze, di viziarli, di cedere ai ricatti. Inoltre, i figli vedono nei genitori dei modelli di come essi stessi potranno diventare nel futuro seguendo il loro esempio. Se i genitori sono tristi e di cattivo umore, i figli non avranno voglia di seguirli. Se cercheranno di insegnare loro qualcosa, mancheranno di leadership. I figli si opporranno: non voglio diventare come te!

Le parti interne meno evolute, le subpersonalità, si comportano come i figli: non hanno alcuna intenzione di seguire le direttive di un io-governo infelice! Rifiuteranno la sua leadership. Si opporranno e continueranno a fare di testa loro. Ma essendo molto piccole come età mentale, il loro contributo sarà scarsamente apprezzabile, se non addirittura dannoso o devastante. Tutte cose che alimenteranno l’infelicità del povero io-governo, sempre meno capace di governare e sempre più pronto a lamentarsi e subire.

Nella nostra filosofia, la felicità è spesso stata confusa con il piacere, senza guardare alle conseguenze che i diversi tipi di piacere recano con se.
Alcuni piaceri sono in realtà pieni di veleno, e oscurano la possibilità di essere felici.
Se una ferita mi prude, grattarmi offre un piacere momentaneo. Ma se continuo a grattarmi, che cosa accadrà? Se mi sento giù, cerco sollievo nell’alcol o nel cibo. Ma alla lunga, questa scelta dove mi porta?

Nella visione buddista, felicità significa gioia dell’essere, senza cause, senza condizioni. Sukha, ananda, non dipendono da prestazioni, aspetto esteriore, successo, salute, anche se possono esserne influenzate.

Dal nostro punto di vista, il cattivo umore è una forma, tra le più subdole, di racket, cioè di mafia psicologica, attraverso la quale una persona ruba l’energia ad un’altra, senza per questo diventare contenta.
In altri termini, è un equivalente aggressivo, una forma passivo-aggressiva: fa del male occultando la sua natura distruttiva. Dato che è una forma molto diffusa, è facile per chi la pratica sottrarsi al feedback e al confronto. In questo modo può continuare su questa strada per anni, senza averne la minima consapevolezza, e spargendo intorno a se molti semi di infelicità.
L’Ego, che si nutre di infelicità, trova in questa forma un modo semplice ed efficace per aumentare il suo potere sulla persona, sulla coppia, sulla famiglia, sul gruppo dove può esercitarla.

Le persone intorno, specie quelle predisposte a soffrire di sensi di colpa, quelle che ritengono che la felicità degli altri dipenda dal loro comportamento, cadono così in un tranello molto rischioso: per sottrarsi al peso del cattivo umore di un compagno o di un amico, cominciano a indagare sui suoi bisogni insoddisfatti, ottenendo in risposta una sequenza di lamentele: mi manca questo, avrei bisogno di quello, c’è questa cosa terribile che non riesco ad eliminare ecc. A questo punto loro si sentono in dovere di lenire il dolore dell’altro, cominciando ad agire in sua vece o facendo promesse che spesso richiederanno un impegno assai superiore alle previsioni, visto la passività della persona sofferente.
Ogni promessa diventa debito. Ed ecco che la relazione con l’altro lamentoso o di cattivo umore diventa una sorta di lavoro che diventa sempre più pesante. Da relazione fraterna, di aiuto, diventa una relazione parassitaria, in cui uno dei due continua a dare, e l’altro a ricevere e disperdere nel vento. Prima c’era una persona infelice, ora ce ne sono due. L’Ego di entrambi può festeggiare.

Aiutare l’altro non significa mai fare le cose al suo posto, addossarsi i suoi carichi, assumersi i suoi impegni e responsabilità. Questo non fa che indebolire l’altro, rendendolo sempre più succube e alimentando la sua rabbia e rancore. Cioè proprio quegli inquinanti che gli impediscono di vedere la realtà così come è, nelle sue infinite possibilità.
L’aiuto è tale solo se accompagnato dall’insieme delle qualità dell’essere. L’amore, in primo luogo. E amare una persona significa favorire la sua evoluzione, la sua crescita psicologica e spirituale. Favorire cioè lo sviluppo delle sue risorse e di un governo interiore ispirato dai messaggi dell’anima, anziché dalla propaganda dell’Ego. Qui sta la differenza tra pietà e compassione. La pietà vede nell’altro solo i suoi problemi. La compassione, oltre ai problemi, vede la sua forza e le sue risorse. Vede nei problemi solo dei sintomi del modo distorto di osservare il mondo. La pietà fa sì che ci si sostituisca all’altro: tu sei un poverino, io sono superiore, in condizioni assai migliori delle tue. La compassione vede nel dolore dell’altro un riflesso del proprio dolore: io, a livello profondo, sono come te, un fuscello che galleggia nel grande fiume della vita. Ho i miei limiti, come tu hai i tuoi. Ma so che c’è qualcosa di più grande che può aiutarci entrambi: la crescita della consapevolezza e l’apertura del cuore.
Quando il cuore è chiuso, gli occhi non vedono davvero la realtà, ma la inventano di sana pianta. La mappa che guida la nostra vita è quindi profondamente falsa e distorta. E’ una mappa paranoide, che vede ostacoli e nemici ovunque.
Aiutare una persona significa fondamentalmente questo: favorire l’apertura del suo cuore attraverso l’apertura del proprio nella presenza e nella consapevolezza.
Il primo passo da compiere in questa direzione è liberarsi dai sensi di colpa, inadeguatezza, indegnità. Tutti radicali nevrotici che dipendono dalla pratica del giudizio, del criticismo, delle doverizzazioni, attraverso i quali la cultura oppressiva ed egoica indebolisce i suoi appartenenti, rendendoli schiavi di false percezioni e di bisogni indotti, certamente incapaci di una rivoluzione che vada al centro dei problemi: smascherare la natura impersonale e perversa dell’Ego e del potere dominio.

Mauro Scardovelli

fonte:  http://www.aleph.ws

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