Sorridi! …non sarò triste mai più!

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Era una mattina come tante.
O almeno così sembrava.
Infatti, la piccola Ranocchietta non era felice. Anzi.
Si sentiva la ronocchia più sola al mondo.
Gracidava piano piano, guardando
il suo viso triste riflesso nell’acqua.

Impossibile davvero non voler aiutare questa piccola Ranocchietta a ritrovare il sorriso!?!
Sorridi! è anche il titolo di questo meraviglioso e contagioso albo, arriva dalla Polonia, per la collana I tradotti di Sinnos di Przemyslaw Wechterowicz e Emilia Dziubak, autori anche dell’amatissimo libro degli orsi gentili: Chi vuole un abbraccio?

Tra foglie vicine e lontane che incorniciano le illustrazioni a tutto campo delle pagine, come ad invitarci a guardare proprio lì, a non disperderci ma ad osservare la scena che si svolge davanti ai nostri occhi, solleticati dalla foresta e teneri fiori di bosco viviamo le scene le facce buffe di una Signora Tinca che passa di là non riescono a rallegrare la piccola rana, anzi…e nemmeno il coloratissimo Macaone, né il Sole… 😦
Ecco che all’improvviso Mamma Rana, indaffarata nel negozio dove lavora, tra l’entusiasmo e il viavai dei clienti, sente “come una piccola puntura nel cuore. La mia Ranocchietta ha qualche problema, si disse”. Ma chi potrebbe portare alla piccolissima Ranocchietta triste il sorriso della sua mamma?

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E’ proprio così che un sorriso inizia il suo viaggio verso la piccola Ranocchietta, per interposta persona e si scatena un passaggio di sorrisi, una specie di telefono senza fili, fatto però di sorrisi anziché di parole!
Mamma rana decide allora di affidare il suo sorriso al Signor Castoro, se non trovasse dei rami proprio perfetti per la nuovissima diga che sta costruendo… ma con la sua adorabile serenità non verrà meno alla parola data, perché una promessa fatta è un patto d’onore e non si può disilludere; e dunque, prima di fermarsi, posare la sua pesante borsa della spesa e cominciar a raccogliere legni e tronchi, si preoccuperà di “passare” il suo sorriso a qualcun altro, magari anche di più veloce!
Allora forse potrà pensarci al suo posto la Signorina Lontra, se non avesse lasciato il latte sul fuoco…
forse sarà Picchio, se non si perdesse in chiacchiere con il caro vecchio amico Pino…
Allora forse Volpacchiotto? Mister Cane?
Oh Oh!… ma il sorriso di Mamma arriverà mai alla sua piccolissima Ranocchietta triste?

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Assolutamente sì! 😉 Quel dolce sorriso di mamma approderà in fine e finalmente sul muso gracidante della rana gentile che ringrazia chi glielo ha portato e si ricorda improvvisamente di non essere sola. Perché c’è chi la pensa anche se non è lì presente e trova comunque il modo di farglielo sapere.Cuore di mamma!

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La storia si snoda all’interno di un bosco in questa esplosione di contagiosi sorrisi che i nostri maratoneti sono felicissimi di indossare, perché un sorriso donato rende felici anche noi, ci fa sentire leggeri, ci rende più semplici le mansioni quotidiane: è un regalo che è bello donare spontaneamente guardandoci negli occhi.

Non c’è dettaglio di questo libro che non conquisti l’occhio e il cuore. La storia. Dolce e universale, circolare e perfetta per l’età a cui si indirizza, rassicurante e divertente: gli animali che si passano il sorriso nonostante il loro quotidiano tran tran e le mille distrazioni che li allontanano dalla loro missione.

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Sorridi! ci racconta di un gesto, un bel gesto, non costa veramente nulla e fa star bene in primo luogo chi lo fa. Donare un sorriso è davvero un piccolo gesto che può modificare una giornata, i propri pensieri e trasformare la solitudine in un semicerchio di affetto, facendo sentire amata la persona che lo riceve e soddisfatti noi.

Perchè in fine dei conti un sorriso è un abbraccio che va dal mio cuore al tuo cuore..

…e un SORRISO ARRIVA SEMPRE,
da dove meno te lo ASPETTI..!

Da ricordare assolutamente che Sorridi! è stampato con le font Leggimi! e LEGGIMIPRIMA, appositamente studiate per agevolare la lettura e per permettere a tutti di diventare grandi lettori! 😉

Se ti piace il libro puoi acquistarlo qui:

Sorridi!

Przemyslaw Wechter

La vita è divertimento

vita-divertimento

Vogliamo che sappiate che la vita è divertimento, le sue basi si fondano sulla libertà….
e l’espansione è inevitabile. Voi tutti siete esseri preziosi.
Se poteste rilassarvi e coccolare il vostro gatto,
[…] pensare alle cose che vi piacciono…
trascorrere il tempo con chi vi fa stare meglio, leggere i libri che vi fanno sentire meglio, guardare i film che vi fanno sentire meglio […] indossare i vestiti che vi fanno stare meglio, mangiare il cibo che vi fa sentire meglio, fare le cose che vi fanno sentire meglio e formulare pensieri che vi fanno sentire meglio….
beh, stareste davvero bene.
Allora la vita inizierebbe a trattarvi come meritate.
Ma se credete di essere qui per vincere una battaglia, perchè dovete raggiungere delle cose,
[…] e se credete di essere indegni o di dover dimostrare il vostro valore allora avete una visione distorta e fuori sincrono rispetto a chi siete veramente.
Vi assicuriamo che la vita è piacere e divertimento e che voi valete e che non dovete pagare nessun prezzo.
[..] C’è tanto amore qui per voi.

Tratto da:  Il Potere di far Accadere le Cose di Esther & Jerry Hicks

Il Potere di far Accadere le Cose
l’arte del permettere

Voto medio su 16 recensioni: Buono

Il libro spiega come permettere a ciò che si desidera di accadere, attraverso l’equilibrio e il bilanciamento dell’energia vitale in tutti gli ambiti che compongono la nostra esistenza.

Una volta compresi e applicati i processi che portano a raggiungere questo equilibrio interiore, non solo possiamo raggiungere i nostri obiettivi in modo più veloce e soddisfacente, ma riusciamo a goderci ogni singolo passo del cammino che condurrà i nostri passi verso la realizzazione di sé e la manifestazione dei desideri.

“In questo mistero chiamato vita, siamo alla costante ricerca di risposte. Da sempre desideriamo assumere il controllo delle nostre esistenze, ma non sappiamo come fare. Da sempre vogliamo alleviare le paure, da quelle più piccole e intime che nutriamo nei confronti del nostro corpo a quelle più grandi verso la morte. Il Potere di Far Accadere le Cose si occupa di tutto questo. Non importa quali siano le nostre paure o le nostre preoccupazioni, Abraham non solo ha una risposta per noi, ma può indicarci il modo per spingerci oltre, verso un nuovo livello di soddisfazione esistenziale”.

Louise L. Hay

“”Ti suggerisco di fare come me… di tenere entrambi i libri (Il Potere di far accadere le cose + Chiedi e ti sara’ dato) sul comodino per una lettura mattutina e una serale. Dormirai meglio, comincerai la giornata permettendo solo al bene di entrare nella tua vita… e cosi’ facendo starai meravigliosamente!”

Louise L. Hay

Uno degli aspetti essenziali della Legge dell’Attrazione

è la comprensione dell’arte del permettere.

Se chiedi all’universo di darti ciò che desideri,

l’universo provvederà affinché tu lo ottenga:

ma ciò accadrà solo se permetti a questo processo di avvenire

RQI – Il Segreto dell’Auto-Star-Bene

 

E’ arrivato il momento di incamminarci verso il futuro

“Pur sentendomi fortunato da ogni punto di vista – fisico, economico, sentimentale e familiare – non ero ancora pienamente soddisfatto della mia vita.
Mi trovavo periodicamente in balia di “alti e bassi”, periodi di ispirazione e motivazione seguiti da periodi di depressione e spossatezza, messo a dura prova, come tutti, dagli eventi della mia vita personale e dalla “crisi” che mi circondava.”

Chi di noi non ha avuto alti e bassi nella vita di tutti i giorni?!
A volte capita di non riuscire a portare nella mia vita risultati tangibili. E non sentirsi felici.
Oggi migliaia di persone in Italia conoscono il Metodo RQI®, lo applicano e ne hanno testimoniato l’efficacia in ogni ambito della loro vita, per sè e per i propri cari.

Non solo Salute e Benessere fisico,
ma anche Autostima, Relazioni, Lavoro e Benessere economico.
Non ci sono limiti ai risultati che si possono ottenere applicandole correttamente.
E soprattutto sono semplici e alla portata di tutti.

Marco Fincati autore di RQI – Il Segreto dell’Auto-Star-Bene ci insegna ad abbandonare la parte razionale, la nostra mente sempre in attività con tutte le sue vecchie credenze, per lasciarci guidare dal cuore alla scoperta delle potenzialità che sono in noi, nascoste nel nostro inconscio.
Abbiamo una grande possibilità con questo stupendo libro, scoprire l’auto star bene 🙂

Il metodo pratico RQI è stato elaborato da Marco Fincati; questo Metodo non si puo’ paragonare ad altre tecniche. L’autore e’ infatti partito da principi della Fisica Quantistica, ha attinto da diverse altre scuole (Psych-K, Ho’oponopono, Quantum Entrainement, ), si e’ ispirato ad alcuni celebri pensatori come Lipton, Brizzi, Castaneda e poi ne ha delineato un approccio pratico, affinandolo sul campo, con le persone e darci risultati sorprendenti sotto tutti gli aspetti.

“..il principio dell’auto-guarigione: il nostro corpo è semplicemente un’antenna che risponde agli stimoli esterni.
Se lo sottoponiamo agli stimoli giusti, favoriremo in lui le risposte giuste,
e la salute si ristabilirà di conseguenza.”

Queste parole sono la conferma, ancora una volta, della bellezza che si nasconde nella complessità dell’essere umano, e quella comunicazione unica che c’è tra corpo e mente. La medicina allopatica o tradizionale ci cataloga tutti uguali e con protocolli standard..ma noi siamo materia, energia e spirito unici!

Il Metodo RQI è un metodo pratico, semplice e accessibile a tutti, che permette attraverso la comunicazione con l’inconscio (che è responsabile per il 95% delle nostre azioni) – come ci spiega Marco Fincati – di individuare le vere cause che hanno generato ogni situazione di squilibrio e individuare qual’è la miglior soluzione per sé stessi.

“Non si eliminano i sintomi di un disagio, ma le sue cause.
Eliminate le cause, il corpo ristabilisce il proprio equilibrio, a volte anche in pochi minuti!”

La salute, e uno stato di serenità per tutti noi è importantissimo.
Una volta riconquistato l’equilibrio con il percorso suggerito dal Metodo RQI saremmo portati a ripensare a concetti quali lavoro, carriera e denaro.
Scopri ciò che è possibile fare della tua vita! Buona lettura e buon percorso per Autostar bene 🙂

RQI - Il Segreto dell'Auto-Star-Bene - Libro

Voto medio su 6 recensioni: Da non perdere

Decine di migliaia di fan in Italia, migliaia di “Auto-guarigioni” e testimonianze

Questo libro è un passo fondamentale per capire ciò che è possibile fare della nostra vita

L’insieme delle procedure e delle conoscenze raccolte dal Metodo RQI® rappresenta il Segreto più ben celato che sia mai stato rivelato. Ora tutti hanno l’opportunità di scoprirlo e applicare questa grande innovazione nella propria vita. Sta a ognuno di noi scegliere liberamente.

Puoi stare bene con te stesso!

Ci vuole consapevolezza per star bene con sé stessi. Infatti siamo noi che
creiamo i nostri pensieri e le nostre emozioni disturbate, di conseguenza siamo
noi ad avere il potere di controllarli e modificarli.
Per far ciò, è importante prima di tutto che accetti il fatto di poter avere
consapevolezza di questi tuoi pensieri ed emozioni. Poi è indispensabile che
cominci a credere che puoi superare la tua situazione di infelicità e per fare ciò
devi in primis cercare di scoprire e neutralizzare le tue convinzioni irrazionali.

Mi Vado Bene ?
Autostima e assertività

Per sentirci bene con noi stessi e con gli altri è importante saper coltivare la nostra autostima e reagire in modo assertivo a molte situazioni del quotidiano, lavorative e non.

Mi vado bene? è un manuale di auto aiuto che fornisce al lettore spunti di riflessione e suggerimenti per capire in profondità le proprie potenzialità e riconoscere i comportamenti più efficaci per ottenere il meglio dalle relazioni con gli altri.

Ricco di esempi e di attività pratiche che insegnano a riconoscere gli atteggiamenti sbagliati e i pensieri limitanti che possono disturbare le nostre relazioni sociali, è un libro che non va letto tutto d’un fiato, senza mai interrompersi, come un romanzo, ma va sfogliato in momenti diversi, a volte rapidamente, a volte lentamente, inserendo anche delle pause tra una lettura e l’altra per poter riflettere e assimilare quanto si legge e metterlo alla prova nella vita di tutti i giorni.

Quando ho cominciato ad amarmi davvero

Amore di sé – Charlin Chaplin

Quando ho cominciato ad amarmi davvero, mi sono reso conto
che la sofferenza e il dolore emozionali sono solo un avvertimento
che mi dice di non vivere contro la mia verità.
Oggi so che questo si chiama AUTENTICITA’.

Quando ho cominciato ad amarmi davvero, ho capito
com’è imbarazzante aver voluto imporre a qualcuno i miei desideri,
pur sapendo che i tempi non erano maturi e la persona non era pronta,
anche se quella persona ero io.
Oggi so che questo si chiama RISPETTO PER SE STESSI.

Quando ho cominciato ad amarmi davvero, ho smesso
di desiderare un’altra vita e mi sono accorto che tutto ciò che mi circonda
è un invito a crescere.
Oggi so che questo si chiama MATURITA’.

Quando ho cominciato ad amarmi davvero, ho capito di trovarmi sempre
ed in ogni occasione al posto giusto nel momento giusto e che tutto quello
che succede va bene.
Da allora ho potuto stare tranquillo.
Oggi so che questo si chiama RISPETTO PER SE STESSI.

Quando ho cominciato ad amarmi davvero, ho smesso di privarmi del mio tempo libero
e di concepire progetti grandiosi per il futuro.
Oggi faccio solo ciò che mi procura gioia e divertimento,
ciò che amo e che mi fa ridere, a modo mio e con i miei ritmi.
Oggi so che questo si chiama SINCERITA’.

Quando ho cominciato ad amarmi davvero, mi sono liberato di tutto ciò
che non mi faceva del bene: cibi, persone, cose, situazioni e da tutto ciò
che mi tirava verso il basso allontanandomi da me stesso,
all’inizio lo chiamavo “sano egoismo“, ma oggi so che questo è AMORE DI SE’.

Quando ho cominciato ad amarmi davvero, ho smesso di voler avere sempre ragione.
E così ho commesso meno errori.
Oggi mi sono reso conto che questo si chiama SEMPLICITA’.

Quando ho cominciato ad amarmi davvero, mi sono rifiutato di vivere nel passato
e di preoccuparmi del mio futuro.
Ora vivo di piu nel momento presente, in cui TUTTO ha un luogo.
E’ la mia condizione di vita quotidiana e la chiamo PERFEZIONE.

Quando ho cominciato ad amarmi davvero, mi sono reso conto che il mio pensiero può
rendermi miserabile e malato.
Ma quando ho chiamato a raccolta le energie del mio cuore, l’intelletto è diventato
un compagno importante.
Oggi a questa unione dò il nome di
SAGGEZZA DEL CUORE.

Non dobbiamo continuare a temere i contrasti, i conflitti e i problemi con noi stessi e con gli altri
perché perfino le stelle, a volte, si scontrano fra loro dando origine a nuovi mondi.
Oggi so che QUESTO è LA VITA!

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Mamme Felici

Una mamma serena non sta solo bene con se stessa ma anche coi figli: è importante seguire alcuni consigli pratici per semplificare la vita a mamme e piccini


Regole speciali per mamme normali

Fare la mamma non è sempre facile. L’istinto aiuta, ma spesso arrivano anche fatica, frustrazione e dubbi: avrò fatto bene a sgridarlo? Non lo sto viziando troppo? Come è meglio comportarsi per farlo crescere fiducioso e felice?

Abbiamo raccolto qui 10 regole d’oro, una guida preziosa che aiuta tutte le mamme a fare il loro “lavoro” con tranquillità e senza inutili ansie.

1. Prendi fiato e ascolta te stessa

A volte i figli piccoli possono esasperarci: grida, capricci, pianti… In quelle occasioni

non agiamo subito, di rimessa. Quando siamo assalite dalla rabbia prendiamo fiato, contiamo fino a dieci, ascoltiamo le nostre emozioni, così da distaccarcene qual tanto che basta.

2. No al perfezionismo

Se stavolta “non ce l’abbiamo fatta” a essere la mamma che volevamo, pensiamo a quello che diceva lo psicanalista infantile Winnicott: per crescere un bambino basta essere una madre sufficientemente buona, ma non perfetta. Un certo grado di frustrazione è necessario al bambino per crescere.

3. Litigare non è un dramma

Litigare, dire di no, fa parte delle relazioni umane, serve a creare confini, serve a far sì che il bambino si percepisca come un essere separato; la consapevolezza dei nostri limiti di madri porta anche il bambino a riconoscere i propri limiti e a vivere in una piena consapevolezza di sé.

4. Ordine ma senza ossessione

Ammettiamo di essere imperfette (siamo esseri umani!), accettando che non tutto possa filare sempre  liscio, compreso il fatto che la casa non sia sempre in perfetto ordine… (insomma, meglio una mammaimperfetta, ma felice).

5. Conta la sostanza

Nel valutare come vanno le cose, diamo più valore alla sostanza che alla forma… Ad esempio: sta imparando a giocare da solo, pazienza se poi la cameretta somiglia a un campo di battaglia.

6. Viva ironia e fantasia

Usiamo l’umorismo e l’ironia, perché ci permettono di scaricare le tensioni e assaporare l’aspetto divertente che c’è in ogni cosa… A volte si disinnesca un capriccio “cambiando campo di gioco”, spiazzando i ruoli. Da genitore che sgrida a personaggio di fiaba! I bambini non si fissano sulle cose, in un attimo dimenticano tutto se sappiamo affascinarli con qualcosa che per loro è importante.

7. Serve un po’ di diplomazia

Cerchiamo sempre un vantaggio reciproco quando il bambino sembra metterci i bastoni tra le ruote, facciamo cioè in modo che si possa stare bene entrambi.

8. Capricci da interpretare

I capricci dei bambini a volte sono solo il modo per essere riconosciuti nel loro esistere… E allora ascoltiamoli e accettiamo le loro intenzioni. Spesso bastano pochi minuti di “sfogo” e i bambinidiventano più malleabili.

9. Sbagliare è permesso

Ricordiamoci che gli errori – anche i nostri di genitori! – non sono la fine del mondo, possono essere riparati ed essere un’occasione di rinnovamento, perché fare i genitori è un mestiere che si impara con il tempo.

10. Chiediamo aiuto

“Per crescere un bambino ci vuole un intero villaggio”, diceva un proverbio africano, e allora dobbiamo farci aiutare, perché condividere le gioie e le fatiche di crescere un bambino ci fa sentire meno sole e meno in colpa.

di Raffaele Morelli

Il Manuale della Mamma Principiante
333 consigli per affrontare il dopo parto

Dalla nascita del vostro bebè avete l’impressione che nella vostra vita non ci sia più spazio che per pannolini, biberon e disordine perenne? Vi sembra di non riuscire più ad avere un momento di intimità con il partner? Benvenute nel caos che accompagna ogni nuova nascita!

Ma niente paura: vi servono soltanto un po’ d’aiuto e qualche suggerimento pratico. Tina Glasl e Stefanie Reger spiegheranno come conciliare fin da subito lavoro, amore, casa, amici e tempo libero con la cura del bebè.

Vi aiuteranno a sdrammatizzare quei momenti di sconforto e panico caratteristici del periodo successivo al parto.

La paura

Io ti ricordo semplicemente chi sei e quale sia il tuo vero potenziale: essere in grado di portare la luce nelle tenebre. Tu sei un messaggero della luce, un portatore di buone notizie al mondo.
Molte persone sono terrorizzate dalle ‘energie negative’ e vogliono sapere come possano proteggersi dai poteri del male, ad esempio, dalle tenebre.
E’ semplice da ricordare: le tenebre sono dove la luce non splende. Dove c’è la paura, c’è una proiezione delle tenebre: è ciò porta via la tua luce! Quando il tuo cuore è aperto, tu sei la luce nel buio.
La cosa paradossale è che invece di essere preoccupati, dovremmo imparare ad amare le tenebre. Far brillare la luce nelle tenebre con il nostro amore significa che non ci saranno più tenebre. Dove la paura svanisce, le tenebre svaniscono. Diamo potere a ciò che ci fa paura. I nostri poteri creativi sono ancora più potenti quando creiamo un’immagine vivida e colorata davanti agli occhi della nostra mente. Maggior energia mettiamo in questa immagine, più forte sarà il messaggio che verrà spedito e più energia ci metterà l’universo per mandarci un aiuto per realizzarla!
Quindi, l’intensità della nostra immaginazione, le volte in cui pensiamo a quell’immagine, creano un campo di energia capace di manifestare qualcosa nella nostra vita. Questa è quella che io chiamo la prima legge della manifestazione.
Quando siamo preoccupati da qualcosa, creiamo un’immagine di ciò che non vogliamo.
Per esempio: pensiamo all’idea di non volere l’artrite alle mani. La prima cosa che ci capita è di creare un’immagine delle mani con l’artrite. Più la cosa ci spaventa, più intensa e vivida diventerà quell’immagine e nel nostro cervello si scatena una fortissima attività cerebrale: quindi il rischio che ci colpisca l’artrite sarà maggiore. Più ci penseremo e maggiore sarà il rischio.

La prima Legge della manifestazione è:
Intensità x Frequenza = Maggiori Rischi

La ragione per cui molte persone non raggiungono niente di più è perché loro stesse non credono di essere capaci di ottenere più di ciò che hanno. Il nostro star bene la maggior parte delle volte è bloccato dalle nostre credenze. Esempi di credenze potrebbero essere: non ce lo meritiamo, non siamo abbastanza buoni, abbastanza intelligenti, abbastanza forti. Ci sono molte varianti a cui potremmo pensare.

Quindi la seconda Legge della manifestazione è:

Più credi di non essere all’altezza (o non abbastanza bravo, o abbastanza intelligente, o abbastanza carino, o con abbastanza talento) per raggiungere ciò che vuoi, più lontano andrai da quello che desideri.

Ciò che ti frena di più
dall’avere ciò che vuoi,
sei tu!!!

La paura di qualcosa ci porta a non credere in noi stessi amplificando le tenebre nelle quali viviamo. Dobbiamo affrontare le nostre paure per poter lasciar splendere la nostra luce nel buio. La luce illumina le vostre paure finché queste non verranno trasformate in amore. Come fare ciò? Non respingere le tue paure, ma avvicinati a loro con amore.
Senti la paura, cerca di sentire dove e come la percepisci, infondi molta luce e molto amore in quell’area! Continua a farlo fino a quando ti sentirai ‘comodo’ pensando a quelle sensazioni ‘paurose’.
Fai questo ogni volta che ti sentirai spaventato o impaurito. Vai incontro alle tue paure, non allontanarti da queste. La paura è una ferita, un ricordo che ha bisogno di essere curato. La paura è sicuramente una parte della nostra ombra, la miglior cosa da fare per guarirla è usare la luce (amore).

di Roy Martina

Supera i Tuoi Limiti - DVD

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Roy Martina in questo seminario ti seguirà passo dopo passo nella tenace realizzazione dei tuoi veri propositi. Vuoi che nella tua vita fluiscano più energia, più gioia ed entusiasmo?

Roy Martina ti insegnerà come ottenere queste benedizioni a patto di imparare a dialogare con il tuo subconscio, usando la sua enorme forza psichica a tuo vantaggio. Potrai così cancellare tutti i segni di paura, tristezza e apatia e mantenere la concentrazione su nuovi obiettivi professionali e personali.

Attraverso una strategia testata, mirata ed efficace, ricca di esercizi, tecniche innovative, affermazioni, visualizzazioni, potrai rompere gli schemi negativi che si frappongono tra te e il successo, ancorandoti ad una certezza che non ha prezzo: il riconoscimento, l’amore e la gratificazione sono già dentro di te. Questo video ti condurrà gradualmente ad ottenere i cambiamenti che desideri, seguendo la via della gioia e del piacere!

Star bene con il massaggio Shiatsu

Il massaggio shiatsu è una forma di terapia nata in Giappone all’inizio del XX secolo, ma che trae le sue radici dal taoismo e dall’antica medicina cinese; è basato sull’uso delle articolazioni e sulla digitopressione, l’arte di stimolare la superficie cutanea procurando effetti benefici all’interno del corpo. Il termine giapponese shiatsu significa letteralmente “pressione delle dita” e infatti questa stimolante tecnica di massaggio viene eseguita soprattutto con i pollici anche se, talvolta, vengono usati il palmo e il dorso delle mani, gli avambracci, i gomiti, le ginocchia e i piedi. Come la digitopressione, lo shiatsu esercita la pressione su centinaia di punti superficiali (i cosiddetti tsubo), lungo i meridiani del corpo (canali energetici) per stimolare il flusso del Qi (energia vitale) lungo i canali. Le terapie shiatsu sono praticate in Giappone da centinaia di anni e derivano dall’amna, un antico sistema orientale di massaggio che consiste nel frizionare e nel manipolare mani e piedi. Si tratta di una tecnica sicura, utilizzata prevalentemente come strumento di prevenzione, ma considerata anche come forma di fisioterapia per disturbi specifici.

Le origini del massaggio shiatsu – Diversamente dalle tecniche più recenti come l’agopuntura, lo shiatsu e la digitopressione erano impiegati come trattamenti casalinghi trasmessi di generazione in generazione e praticati da uno dei membri della famiglia. Così come la medicina cinese, anche il massaggio shiatsu arrivò in Giappone nel 560 d.C. dai monaci buddisti e venne assimilato dal suo popolo, trasformandosi gradualmente in una terapia diversa da quella originale. Malgrado la sua lunga storia, lo shiatsu non venne considerato come terapia a sé stante e completa per centinaia di anni e solo all’inizio del XX secolo ottenne un riconoscimento ufficiale, grazie a Tokujiro Namikoshi, che fu tra i primi a renderlo popolare. Attualmente lo shiatsu è praticato secondo diverse scuole che si differenziano per le caratteristiche che ogni maestro ha imposto.

I principi e le tecniche del massaggio shiatsu – Uno dei fondamenti dello shiatsu considera il massaggio come mezzo per agire sulle forze elettromagnetiche dell’organismo, che nelle aree intorno ai punti di pressione sono particolarmente intense o scarse. Stimolando o calmando tali punti, lo shiatsu mira a riequilibrare la quantità e la qualità dell’energia elettromagnetica distribuita lungo i meridiani, recando beneficio non solo al corpo, ma anche alla mente, ai sentimenti e allo spirito. Il compito del terapeuta è innanzitutto quello di formulare una diagnosi per proporre il trattamento più idoneo. Successivamente inizieranno le sedute, di un’ora ciascuna, precedute solitamente da esercizi di stiramento, rotolamento e stimolazione per attivare il flusso dell’energia, classici esercizi del Do-in, antica forma di auto-massaggio cinese. A questo punto il terapeuta tratta i punti di pressione con vigore, trasmettendo una sensazione profonda e piacevole, anche se può manifestarsi dolore se sussistono blocchi energetici. La pressione viene applicata durante l’espirazione, ossia quando il soggetto è più rilassato, e sempre con i pollici, non con le punte, ma con i polpastrelli, aumentando gradualmente il controllo appoggiando leggermente il resto della mano sul corpo del soggetto. Per cominciare, il trattamento può avere luogo una volta alla settimana, poi ogni 15 giorni o a intervalli più lunghi per mantenere il corretto equilibrio dell’energia.

Cosa può curare il massaggio shiatsu? – I terapeuti sostengono che una vasta gamma di malanni quotidiani può essere alleviata dal massaggio shiatsu, tra cui cefalea ed emicrania, lombalgia e dolore alla schiena. Il trattamento è ritenuto efficace anche per i problemi digestivi, la stitichezza e, in genere, le forme di colite. Convalescenti hanno ritrovato vitalità e vigore, mentre si ritiene che sofferenti di stress e di tensione, depressione o insonnia ne traggano particolari benefici. Anche soggetti con postumi di traumi da sport o da altre attività fisiche hanno reagito bene al trattamento. Lo shiatsu sarebbe indicato inoltre per tonificare la circolazione, il sistema nervoso e il sistema immunitario, per favorire l’eliminazione delle tossine e contribuire al rafforzamento delle ossa.

Come effettuare un massaggio shiatsu da soli – A prescindere dai benefici presunti o reali delle pressioni shiatsu, è possibile utilizzare alcuni semplici concetti di questa disciplina per ottenere un rilassamento comunque utile. Per esempio per migliorare la flessibilità è possibile provare un paio di esercizi per ridurre la rigidità (soprattutto quella del collo) e per alleviare la tensione delle spalle, dilatando il torace. Il primo consiste nel sedere con la schiena eretta, inclinando il collo lateralmente, portando l’orecchio destro verso la spalla. Bisogna poi portare il braccio destro sopra il capo, in modo che la mano copra l’orecchio sinistro, ruotare la spalla sinistra 10 volte in senso orario, poi in senso antiorario, aumentando gradualmente lo stiramento, ripetendo poi il tutto dall’altra parte. Il secondo esercizio va effettuato in posizione eretta, con i piedi leggermente divaricati e le mani intrecciate dietro la schiena, chinandosi in avanti partendo dai fianchi, senza curvare la parte superiore del corpo. Sollevate le mani intrecciate quanto più in alto possibile, poi abbassatele, raddrizzatevi e piegate il capo all’indietro e sollevate le mani quanto più possibile. Il beneficio dovrebbe essere immediatamente percepibile.

Self Shiatsu
Come farsi lo shiatsu da soli. Manuale pratico con oltre 150 fotografie

Lo Shiatsu è una disciplina di grande efficacia, che affonda le proprie radici nella millenaria tradizione orientale e che oggi conosce un notevole successo anche in occidente.

Questo manuale insegna come praticare lo shiatsu da soli presentando facili esercizi, illustrati da oltre 150 fotografie e suddivisi in vari capitoli, a seconda delle diverse esigenze di ciascuno: self- shiatsu del mattino, della sera e trattamento dei singoli canali energetici.

Il testo offre anche una presentazione dei canoni di base della Medicina Tradizionale Cinese e una sezione dedicata ai trattamenti di Pronto Soccorso.

La pratica del self-shiatsu è facile e può essere eseguita da chiunque abbia a cuore il proprio benessere psico-fisico o desideri dedicare un po’ di tempo a se stesso per alleviare dolori, stress e tensioni.

Rappresenta anche un ottimo strumento per prevenire l’insorgere di svariati squilibri di carattere energetico, per conservare un buono stato di salute fisica e mentale e aumentare il senso generale di autostima.

Felicità: istruzioni per l’uso

Le emozioni sono componenti fondamentali della nostra vita, da esse, sovente, traiamo gli stimoli che muovono le nostre giornate. Seppure ogni singola emozione sia importante e permetta a chi la sperimenta di sentirsi vivo, l’uomo è soprattutto alla ricerca di quelle sensazioni ed emozioni che lo facciano star bene e lo appaghino, in una parola è alla ricerca di quello stato emotivo di benessere chiamato felicità . Quest’ultima è data da un senso di appagamento generale e la sua intensità varia a seconda del numero e della forza delle emozioni positive che un individuo sperimenta.

Questo stato di benessere, soprattutto nella sua forma più intensa – la gioia – non solo viene esperito dall’individuo, ma si accompagna da un punto di vista fisiologico, ad una attivazione generalizzata dell’organismo.

Molte ricerche mettono in luce come essere felici abbia notevoli ripercussioni positive sul comportamento, sui processi cognitivi, nonché sul benessere generale della persona. Ma chi sono le persone felici? Gli studi che hanno cercato di rispondere a questa domanda evidenziano come la felicità non dipenda tanto da variabili anagrafiche come l’età o il sesso, né in misura rilevante dalla bellezza, ricchezza, salute o cultura. Al contrario sembra che le caratteristiche maggiormente associate alla felicità siano quelle relative alla personalità quali ad esempio estroversione, fiducia in se stessi, sensazione di controllo sulla propria persona e il proprio futuro.

Le emozioni: IL COLORE DELL’ESISTENZA

Le emozioni sono componenti fondamentali della nostra vita, danno colore e sapore all’esistenza, anche se, in una civiltà come quella occidentale impostata sul primato della ragione, spesso sono considerate con sospetto e timore. Del resto non potrebbe essere altrimenti: infatti se la ragione promette all’uomo il dominio su se stesso e le cose, le emozioni spesso producono turbamento e conflitto, non sono mai totalmente controllabili e a volte ci trascinano a dire o fare cose di cui, una volta cessato l’impeto emotivo, ci si pente. Eppure, sono le emozioni che ci fanno gustare la vita ed è proprio dalle emozioni, piccole o grandi che siano, che l’individuo spera di ricavare nuovi stimoli che muovano le sue giornate. Del resto come si potrebbe dire di vivere appieno se non si sperimentassero mai la gioia, il tremito dello smarrimento o della paura, l’impeto della passione, l’abbandono alla nostalgia, il peso e la disperazione provocate dalla sofferenza?
Tuttavia, seppur ogni singola emozione sia importante e permetta a chi la sperimenta di sentirsi vivo, l’uomo è soprattutto alla ricerca di quelle sensazioni ed emozioni che lo facciano star bene e lo appaghino, in una parola è alla ricerca di quello stato emotivo di benessere chiamato felicità.

Felicità e benessere

Gli stati d’animo positivi possono influire in modo considerevole sia sul comportamento sia sui processi di pensiero rendendoli maggiormente adeguati e funzionali alle situazioni di vita dell’individuo. E’ poi ovvio che tutto questo si ripercuota positivamente sullo star bene dell’individuo con se stesso e gli altri.
In effetti quando le persone sono di buon umore pensano alle cose in modo molto diverso rispetto a quando sono di cattivo umore. Ad esempio, si è trovato che il buon umore porta a descrivere in modo positivo gli eventi sociali a percepirsi come socialmente competenti, a provare sicurezza in se stessi e autostima (Bower , 1983). Inoltre quando si è felici si tende a valutare più positivamente la propria persona: ci si sente pieni di energia, si considerano meno gravi i propri difetti e si pensa meno alle proprie difficoltà. In ultimo, si è visto che più si è felici più si curano e si allargano i propri interessi sociali e artistici, si pone maggiore attenzione alle questioni politiche generali, ci si sente più inclini ad accettare dei compiti nuovi e stimolanti, anche se difficili (Cunningham , 1986; 1988).

Da questo punto di vista non c’è da stupirsi cheuno stato emotivo positivo induca all’ottimismoMayerVolanth (1985), infatti, hanno trovato una correlazione diretta tra grado di buonumore e probabilità stimata di eventi positivi.
Essere felici induce anche ad essere più audaci . A questo proposito, IsenPatrick(1983) hanno messo in luce come la gioia tendenzialmente porti a sottovalutare la gravità dei rischi e quindi porti ad agire in modo meno prudente.
In ogni caso si è anche visto che questo accade solo se la decisione da prendere non comporta dei rischi seri. In presenza di uno stato d’animo positivo, non solo il mondo sembra più colorato e desiderabile e le azioni più facili, ma anche le persone che ci circondano sembrano migliori. E’ forse per questo che molti esperimenti rilevano come le persone felici siano più disponibili, generose e altruiste e provochino negli altri una maggior simpatia.
In ultimo, per quanto riguarda gli aspetti cognitivi, si è visto che il buon umore ha degli effetti positivi sulle capacità di apprendimento e di memoria e sulla creatività: in sostanza quando si è felici si apprende con più facilità, in misura maggiore e in modo più duraturo (EllisThomasRodriguez , 1984; EllisThomas McFarlandLane , 1985) e inoltre si è maggiormente creativi nella soluzione dei problemi.

FELICITA’: istruzioni per l’uso

A questo punto, visti i vantaggi che essere felici comporta, ci si potrebbe chiedere se esistono delle strategie che ci aiutino a sentirci felici o a recuperare il buonumore quando lo si è perso. In questo senso D’UrsoTrentin (1992) riportano una serie di attività e atteggiamenti che si accompagnano o favoriscono uno stato di benessere. Tali attività o atteggiamenti sono:

  1. non attribuire interamente a noi stessi la responsabilità degli eventi spiacevoli che ci capitano
  2. stare in compagnia di persone felici
  3. fare esercizio fisico
  4. non confrontare la nostra condizione (salute, bellezza, ricchezza ecc.) con quella degli altri
  5. individuare quello che ci piace nel nostro lavoro e valorizzarlo
  6. curare il corpo e l’abbigliamento
  7. riconoscere i legami tra cattivo umore e cattivo stato di salute: spesso è il malessere fisico, più che altri fattori oggettivi, a determinare un cattivo umore
  8. dimensionare le nostre aspettative alle capacità e alle opportunità medie della situazione
  9. aiutare le persone a cui piace essere aiutate
  10. non fare progetti a lunga scadenza
  11. frequentare le persone che ci hanno fatto dei piaceri e alle quali abbiamo fatto dei piaceri
  12. non trarre conclusioni generali dagli insuccessi
  13. fare una lista delle attività che personalmente ci fanno stare di buon umore e praticarle
Felicità il Tesoro Nascosto
I Segreti e la Mappa della Felicità

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LO CONSIGLIAMO PERCHÈ

E se la Felicità non fosse un’effimera chimera, ma una realtà che si può concretizzare come traguardo duraturo nella vita di ogni donna e di ogni uomo? Questo libro è per chi vuole veramente afferrare la Felicità e far diventare la propria esistenza una magica esperienza di gioia e amore.

ARGOMENTO

Vi troverai dieci Segreti per trasformare la quotidianità in esperienza aurea. Come un moderno Alchimista potrai tentare l’impresa di tramutare una “vita di piombo” in una“vita d’oro”… E siccome la vera Alchimia è trasfigurazione di sé, l’Autrice rende noti dei punti sulla pelle che aiutano in questa metamorfosi attraverso un’autentica conoscenza di sé, della propria personalità, dei propri desideri. Scoprirai come trovare la vera Matrice di sentimenti come l’Entusiasmo, l’Ottimismo, il Coraggio, l’Amore, la Speranza, la Volontà, l’Attenzione fino ad approdare alla tanto desiderata Felicità.

Senza la salute il tutto è nulla

(Brano tratto dal libro “Prana. Energia che cura” di Alice Ki, pag. 22-23-24)

La salute non è tutto, ma senza la salute il tutto è nulla.

La mancanza di armonia, stress, depressione, tensioni emozionali, solitudine, dispiaceri, tristezza, delusioni indeboliscono il sistema immunitario del corpo umano e possono portare all’insorgere di diverse malattie fisiche e mentali. Per contro, l’armonia, serenità, rilassamento, gioia, soddisfazione rinforzano le nostre difese e aiutano a prevenire malattie e accelerare il processo di guarigione. Lo stato mentale ha infatti un impatto importante sullo stato fisico della persona in quanto il cervello ha la capacità di influenzare il sistema ormonale.

L’uomo deve godere di una buona salute di fondo se vuole raggiungere i suoi scopi, se desidera percorrere il suo cammino evolutivo. Dove non c’è salute la vita non può raggiungere la sua pienezza e il suo obiettivo. Essa è quindi di estrema importanza nella nostra realtà fisica ed è un mezzo per conoscere la bellezza dell’esistenza. Qualunque sia lo scopo che ci prefiggiamo nella vita è certo che, per riuscirci, dobbiamo essere in grado di sostenere lo sforzo necessario per ottenerlo. Ogni impegno richiede energia, qualsiasi cosa pensiamo e facciamo richiede energia vitale. Il concetto che la salute sia una cosa imprevedibile, un dono di Dio, un bene che si ha o non si ha, ci ha tenuti imprigionati da secoli e ha ostacolato l’espressione delle nostre forze interiori guaritrici.

Fin da quando siamo piccoli la società, le istituzioni, i poteri occulti e anche i genitori, fanno in modo di tarparci le ali dell’immaginazione e della libertà in modo da indurci a rientrare in schemi di pensiero prestabiliti e convenzionali ed essere così più facilmente manovrabili e ubbidienti. Cercano così di instaurare nella nostra mente un senso di incompetenza e sfiducia verso i nostri sensi, la nostra immaginazione, la nostra capacità di prenderci cura di noi. Gli individui liberi, che riflettono, che pensano con la propria testa, sono considerati modelli temibili e vanno arginati al più presto.

Fino a oggi, quando non ci si sentiva bene era naturale rivolgersi al medico, divenuto responsabile del nostro corpo. Le cose stanno per fortuna cambiando e si è fatto strada, grazie alla riscoperta delle medicine e terapie naturali e delle filosofie orientali, il pensiero che siamo invece noi, in prima persona, i veri artefici del nostro star bene, che abbiamo dentro di noi immense capacità psichiche e immaginative di autoguarigione, e quindi possiamo riprendere in mano le fila della nostra salute. Come continuano a ripetere i naturopati, ormai da anni, non esiste la malattia, esistono solo le persone malate che devono essere trattate come individui completi, in base alla loro costituzione, età, sensibilità emotiva e stato mentale.

La malattia non nasce “per caso” o per sfortuna, ma nasce per un disordine generato, inconsciamente o consciamente nell’essere stesso che vive e si pone in maniera non conforme alle leggi naturali universali. La malattia è quindi un lento e progressivo inquinamento e un’intossicazione che genera un’infiammazione, un’alterazione del “terreno” sul quale appaiono poi vari sintomi. Questi blocchi energetici possono generare mal di testa, mal di schiena, ingrassamento, dolori vari e malattie di ogni tipo. Ad esempio, causa di artrite può essere una critica continua nei confronti di se stessi o degli altri; l’eccessivo stress dovuto a paure e tensioni può causare ulcere e perdita di capelli; sensi di colpa possono creare dolori sparsi perché a livello inconscio la persona si vuole autopunire.

Porgiamo sempre troppa poca attenzione alla nostra salute, mentre quando si tratta di affari stiamo molto attenti a prendere le misure necessarie per evitare perdite o altro. Per esempio, tutti noi siamo abbondantemente avvertiti dei pericoli del fumo, del bere, dell’eccesso di lavoro, sappiamo bene i rischi ai quali andiamo incontro e, nonostante ciò, molte persone continuano imperterrite a fumare, bere alcolici, a condurre una vita massacrante. L’essere umano desidera, da sempre, liberarsi da tutte le sofferenze ma si preoccupa solo di curare la disarmonia più tangibile, quella fisica. Non si rende conto che la causa reale di tutte le sue miserie sta nella sua mente e nella sua cecità spirituale di fronte al significato profondo e divino della vita. Comincia a essere considerata solo da poco tempo l’importanza che l’aspetto spirituale riveste nel complesso della nostra vita. La negligenza in questo settore è ancora elevata e si rimanda sempre il tempo di occuparsi della propria anima.

Ogni malattia ha un suo significato spirituale, se ne stronchiamo i sintomi essi ritornano in una forma modificata in altri organi, producendo più dolore e sofferenza. Quando un uomo ha liberato la propria anima dall’ignoranza, dall’intolleranza, dall’irascibilità e dalla paura, è più difficile che possa soffrire di malattie fisiche o di ristrettezze materiali. Il corpo, nella cultura indù, è invece considerato il tempio entro il quale abitiamo in questa incarnazione allo scopo di portare avanti il lavoro sulla coscienza. A seconda della sua qualità vibratoria saremo in grado o meno di elevarla, infatti se il corpo è agitato, irrequieto, ci riporta verso il basso.

“Un medico dovrebbe conoscere l’uomo nella sua interezza e non solo nella sua forma esterna (…) Se trova malata una parte del corpo, deve cercare le cause che producono tale malattia e non limitarsi a trattare gli effetti esterni.”

Paracelso

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Come fare il pieno di energia? Come si utilizza e che posto ha nella nostra vita? Queste e altre domande trovano risposta in questo libro che unisce spiegazioni a consigli pratici, semplici e alla portata di tutti.

Tutto l’Universo è avvolto in un’energia che permea minerali, vegetali, animali ma anche l’intero pianeta e le galassie più lontane. Questa Energia di vita, che le diverse dottrine chiamano di volta in volta Prana, Ki, Chi, Takione, Orgone, circola liberamente nel nostro organismo dando salute e benessere e influenzando il respiro, l’alimentazione, il pensiero, le emozioni, la sessualità; quando invece l’energia si blocca o si perde, nascono il disagio e la malattia.

La Pranoterapia, alla quale è dedicata larga parte di questo libro, è quindi l’arte antica di canalizzare e riequilibrare l’energia vitale in funzione della salute. Una pratica di guarigione che ciascuno potrà apprendere e potenziare grazie alla ricerca interiore e agli esercizi proposti.


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Dieci anni di lavoro nel campo della microbiologia hanno fornito a Claudia Rainville il rigore, il metodo d’indagine e di analisi necessari per questa ricerca, durata a sua volta diciannove anni. L’esperienza personale della malattia (cancro, mal di schiena cronico, depressione nervosa e una quantità di operazioni) e l’autoguarigione completa che ne è seguita hanno condotto la Rainville a testare con altri la sua convinzione: VI È UNA CORRELAZIONE fra sintomo e causa profonda, confermata dal vissuto personale di migliaia di uomini e donne che si sono rivolti a Claudia Rainville. Se siete fra coloro che s’interrogano sul senso profondo della loro malattia, questo libro potrebbe condurvi alle cause profonde e dare il via ad un vero processo di autoguarigione. Leggere i sintomi come messaggi del corpo: una chiave semplice, fondata su un’enorme casistica, per comprendere cosa c’è dietro una malattia e guarire.

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Come liberarsi dalle paure

paure-fobie

Come liberarsi dalle paure e dalle fobie

Per trasformare un atteggiamento, un modo di reagire, per liberarci di ciò che ci impedisce di star bene con noi stessi, vi sono tre tappe essenziali:

  1. prenderne coscienza (non si può cambiare nessuna reazione di cui non siamo coscienti);
  2. l’accettazione (si tratta qui di riconoscere, di ammettere la situazione qual è. Fintantoché non ammettiamo onestamente di aver bisogno di aiuto, non passiamo all’azione per chiederlo). Le prime tappe del percorso degli alcolisti anonimi consistono nell’accettare di essere alle prese con un problema di alcolismo, e nel riconoscere la propria incapacità a liberarsene da soli;
  3. l’azione (non è quello che sappiamo che può cambiare il nostro modo d’essere, ma ciò che facciamo con quello che abbiamo scoperto).

Queste tre tappe sono fondamentali in tutto il processo di trasformazione o di guarigione; puoi dunque servirtene per liberarti delle tue paure o delle tue fobie.

La maggior parte delle paure che proviamo sono inconsce.
1.      Ecco un semplicissimo esercizio per sviluppare la presa di coscienza: scrivi spontaneamente tutto ciò che ti viene in mente e che comincia con “non vorrei”. Ad esempio, non vorrei essere malato, non vorrei perdere il lavoro, eccetera. Poi rileggi queste tue frasi sostituendo il “non vorrei” con “ho paura”, e ti sarai fatto un’idea piuttosto precisa delle paure che hai.

Puoi rifare l’esercizio anche se già ne conosci il significato; ciò che importa, una volta che avrai scoperto la paura che porti in te, è di accettarla, di concederti il fatto che puoi aver paura. Ammettere una difficoltà o una debolezza significa essere già in cammino per superarla.
Ricordo un certo periodo della mia vita in cui diverse persone trovavano che avevo un’aria altera, snob. E tuttavia si trattava solo del meccanismo di compensazione, per mascherare un senso di inferiorità, la paura di non essere amata. Ne parlai con la direttrice del centro di crescita personale che frequentavo, le dissi che mi sentivo a disagio rispetto all’idea che le persone si facevano di me, giacché non ero come si immaginavano. Lei mi rispose:«E allora? Hai pure il diritto di avere l’aria snob». Non avevo mai pensato che potessi essere autorizzata ad avere quell’aria. Accettai la cosa, dicendomi che l’importante non era tanto ciò che gli altri pensavano di me, quanto ciò che io pensavo di me stessa. Questa accettazione mi permise di capire la ragione del mio atteggiamento, e riuscii a superarlo.

L’azione riguarda il mezzo da usare per far fronte alla tua paura, per liberartene, per acquisire più fiducia in te e nella vita.
La fiducia è il miglior antidoto contro la paura. Ci sono paure che potrai affrontare, altre che dovrai addomesticare, e altre ancora per le quali bisognerà che tu ti conceda il tempo necessario a liberartene. Ciò che importa, è scegliere il mezzo più adeguato alla situazione in cui ti trovi. Vediamo qualche esempio.
Hai un nuovo lavoro, e hai paura di non essere all’altezza. Puoi ripeterti cento volte «dentro di me ho tutte le carte in regola per riuscire, e ho successo in tutto»; ma puoi anche crearti un’immagine mentale: ti rilassi per bene e ti visualizzi con il tuo datore di lavoro che ti fa i complimenti. Se non riesci a vederti, cerca di immaginare almeno la sua voce. Il risultato sarà altrettanto buono.
Ti sei appena comprato una casa e hai paura che ti manchino i soldi; puoi chiederti:«Mi è mai mancato il necessario, fin qui?». Convinciti allora che, se non ti è mai mancato, non ti mancherà mai. Ed è giusto così. Se una delle tue lezioni di vita fosse collegata alla mancanza del necessario, non avresti più soldi da un pezzo.

Un altro modo di prendere coscienza delle tue paure sta nel prestare attenzione a tutto ciò che ti fa esitare, a ciò che non osi dire o fare.
Ad esempio, se ti propongo di parlare di un tuo progetto durante una serata dedicata alla raccolta di fondi per un’opera umanitaria, ecco che ti prende l’angoscia: non sai se devi accettare. Vuoi certamente contribuire all’opera umanitaria, ma non ti senti in grado di parlare davanti a un pubblico così numeroso. Puoi soffermarti a cercare la paura che ti angoscia e ti fa esitare; è la paura d’essere criticato? di ciò che gli altri possono dire o pensare? di venire ridicolizzato? di fare delle gaffes?
Forse nella tua memoria emozionale c’è un ricordo del tipo: dovevi parlare davanti a tutta la classe, e hai detto una scemenza; i compagni si sono messi a ridere e tu ti sei sentito ridicolo.

La paura di perdere una persona che ci è cara può molto spesso renderci possessivi e soffocanti. E’ proprio ciò che conduce l’essere amato a volersene andare per respirare.
Ricordati che l’amore, per essere sano e vivo, ha bisogno di respirare: se soffoca, l’amore muore. La fiducia permette all’amore di fiorire. Per superare questa paura, accetta semplicemente che le persone che incrociano il tuo cammino si presentano a te per farti evolvere, e tu, a tua volta, per aiutarle nel loro cammino.
Trattenere la persona che ami, significa spingerla ad andarsene.
Approfittare degli istanti in cui l’altro è presente, ringraziare di tutto ciò che si può condividere giorno per giorno può invece solo rinforzare il legame che vi unisce. Se un giorno la persona che ami dovesse andarsene (perché muore o per un’altra ragione)quegli istanti privilegiati che ti avranno colmato la coppa del cuore ti permetteranno di dare quest’amore a un altro. Se invece dedichi tutti questi momenti alla paura, la persona amata se ne andrà e la tua coppa sarà vuota, dopodiché ti aggrapperai a qualcun altro, con la speranza di riempirla di nuovo. Di fatto riproduciamo sempre la stessa sceneggiatura, fino a che la nostra maturità affettiva sarà sufficiente per smettere d’amare come fa il bambino che è mamma-dipendente.

Per superare la paura di ciò che può capitarti, accetta che, quale che sia il cambiamento, è sempre per il meglio.
Anche, se all’inizio, il cambiamento ti spinge a prendere un po’ le distanze, è solo per avanzare un altro po’. Ecco un’altra affermazione che potrà aiutarti di fronte alle situazioni incerte:«Ho fiducia nella mia situazione presente perché Dio, lo Spirito della Saggezza dell’Amore, è con me per guidarmi e sostenermi. Tutto si sistema ora divinamente per me. Trovo la soluzione ideale per la mia situazione».
Quanto all’opinione altrui, sappi che, qualsiasi cosa tu faccia, non potrai mai impedire agli altri di pensare. Permetti loro di non essere d’accordo, di non capire, ma agisci secondo il tuo sentire e le tue aspirazioni, perché non sei venuto a questo modo per rispondere alle aspettative altrui, ma per la tua evoluzione personale.
La paura dell’opinione altrui è collegata alla paura di non essere amato e apprezzato. Apprezzandoci e rispettandoci, attireremo necessariamente amore e rispetto. Quest’affermazione può aiutarti:«Sono una persona formidabile, diversa dagli altri ma altrettanto importante. Mi rendo conto che posso molto, e che gli altri mi apprezzano molto. D’ora in poi agirò in funzione delle mie aspirazioni e del rispetto che ho per me». “Osare” è l’antidoto migliore contro la paura! Dice un proverbio indù:«Si muore per non aver osato».

Claudia Rainville, tratto dal libro «Ogni sintomo è un messaggio»

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La metamedicina va al di là della semplice cancellazione del dolore o della scomparsa dei sintomi, incentrandosi sulla ricerca del fattore responsabile dei disturbi.

Ogni sintomo è un messaggio è un grande best seller di Macrolibrarsi ed è considerato dalle persone che lo hanno letto una bibbia della salute.

Imparare l’Ottimismo ogni giorno

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Eccoci qui con un nuovo argomento “il pensiero positivo”, ora per favore abbandonate il pregiudizio che dice che gli ottimisti vivono perennemente con gli occhiali rosa sul naso. L’ ottimismo, quello vero, consiste nella capacità di non farsi abbattere dalle difficoltà ma di vederle come momenti di crescita personale assumendo così un punto di vista più distaccato che consente di cogliere le diverse opportunità e di dare il meglio di se.

Io trovo che sia difficile, soprattutto in questo momento storico, essere ottimisti piuttosto che pessimisti, perché vedere il mondo attraverso la lente della realtà conduce spesso a valutazioni negative ma, come al solito, dobbiamo considerare che il nostro modo di essere è dato sia da un risultato fisiologico che da uno culturale. E già perché socialmente noi associamo il pessimismo, come pure il realismo, alla saggezza mentre l’ottimismo all’ingenuità.

Anche la psicologia fino a poco tempo fa tendeva ad “attenuare l’infelicità” mentre ora c’è un nuovo orientamento che cerca di accrescere la felicità. Come fa notare Martin Seligman, il padre della psicologia positiva «…ci siamo dati da fare, e giustamente, per rendere la vita meno faticosa; la psicologia positiva punta invece, a rinforzare, quanto possiamo avere di favorevole in noi (la spiritualità come l’ottimismo, l’interesse come l’iniziativa) e a fare leva su tali caratteristiche». Il fine? Esattamente quello che ci siamo posti con questa serie di articoli: stare, per quanto possibile, ancora meglio nella psiche come nel corpo.

Si, anche nel corpo. Le ricerche scientifiche hanno ampiamente dimostrato che i pensieri positivi riescono a limitare la secrezione degli ormoni da stress, come il cortisolo, e a stimolare la produzione di betaendorfine, gli analgesici naturali dell’organismo che stimolano il piacere e riducono il dolore. Altri studi hanno riscontrato un’ aumento della quantità di un’ anticorpo, sIgA in sigla, che protegge contro le infezioni delle vie respiratorie. Tutto questo non fa che confermare quello che tutti possiamo verificare: chi è ottimista, ha un sistema immunitario più efficace, quindi è maggiormente protetto dalle malattie e addirittura raddoppia i livelli di sopravvivenza (dimostrato da una ricerca dell’Università di Texas-Galveston in America) ma non solo, riesce anche a superare più brillantemente le prove della vita. In altre parole, chi tende a focalizzarsi sul positivo, anziché sul negativo, sta meglio con se stesso e con gli altri.

Certo non si parla solo di ottimismo ma anche di altre predisposizioni d’animo come la speranza (che fa si che le persone che ne sono persuase mettano in atto dei comportamenti che portano sempre ad un risultato positivo), l’autostima (di cui ampiamente parlato), l’estroversione, il senso dell’ umorismo, la capacità di autoanalisi ecc…

A questo punto penserete, “ma c’è qualcuno che possiede tutte queste doti? E chi è introverso, pessimista, e non molto simpatico cosa fa? E’ senza speranza?” No, una caratteristica di questo orientamento psicologico è proprio quello che Seligman chiama “l’ottimismo acquisito“, sostenendo che chiunque può ritrovare il meglio di sé, dal punto di vista emotivo, riesaminando le predisposizioni negative, assaporando le esperienze positive e facendo leva sul desiderio naturale di migliorare.

In altre parole la gioia di vivere, la speranza, l’ottimismo si possono imparare e noi lo faremo insieme.

Pensare in modo costruttivo

Prima di vedere come si diventa ottimisti vorrei parlarvi un po’ meglio di Seligman e della psicologia positivista, così da darvi un quadro più ampio da cui partire per diventare più ottimisti.
Seligman è docente di Psicologia all’Università della Pennsylvania e oltre ad essere l’autore di diversi best-seller e stato eletto nel 1997 presidente dell’Apa, l’associazione che raccoglie al suo interno oltre 155mila psicologi. Partendo dalla psicologia cognitivista e dalle ricerche svolte sull’ “ottimismo acquisito”, Seligman sostiene che chiunque può ritrovare il meglio di sé, dal punto di vista emotivo, riesaminando le predisposizioni negative, assaporando le esperienze positive e facendo leva sul desiderio naturale di migliorare.

In america, la scuola positivista è largamente dominante rispetto alle altre scuole di pensiero anche perché, secondo me, essendo partiti da un punto di vista opposto rispetto alle altre hanno raggiunto maggiori consensi : dagli infelici sono passati a studiare i soddisfatti, gli ottimisti, gli individui di talento. ” È giunto il tempo che la scienza comprenda le emozioni positive, dia un fondamento alla forza e alla virtù, e fornisca utili indicazioni per realizzare quella che Aristotele definiva la “buona vita” ( Seligman – Authentic Happiness- ) e continua dicendo che la psicologia non è “solo una branca della medicina”, ma è una scienza che può e deve fornire un “paradigma di civiltà”.

L’altra “mossa intelligente”, sempre secondo il mio modesto parere, è che la Positive Psychology si muove affiancando le ricerche che negli ultimi anni si stanno facendo sul cervello attraverso tecniche non invasive, per cercare di verificare cosa succede in esso nel momento stesso in cui proviamo determinati sentimenti, per trovare la risposta all’interrogativo più comune: come è fatta la nostra mente e cosa determina le nostre reazioni agli eventi esterni? Cosa ci rende felici e cosa ci rende felici?
Si è cercata, infatti, una base genetica alla felicità e dall’Università del Minnesota ci arriva la risposta che essa ha una base stabile innata (sarà davvero così?).
Dalle neuroscienze arriva l’informazione che il nostro umore è dato dalla quantità di dopamina, serotonina (diventata famosa negli ultimi anni come pillola della felicità) o endorfine. Ma crediamo davvero che un farmaco possa risolverci tutti i problemi e trasformarci in uomini felici, ottimisti, sereni? Io credo fermamente che bisogna “lavorare” per ottenere qualsiasi cosa, figuriamoci per diventare felici!!!

E allora…al lavoro!

FARE Smettete di pensare a quello potreste o vorreste fare ma fatelo; non aspettate rimuginando sui pensieri negativi di quello che potrebbe ipoteticamente accadere, siate fiduciosi, sarete sicuramente in grado di controllare gli eventi, e comunque anche in caso di avversità troverete delle alternative, delle strade traverse per raggiungere comunque il vostro obiettivo, e poi è meglio dire ho provato ma non ci sono riuscito piuttosto che avrei potuto farlo ma…

RIDIMENSIONARE – Tutti noi facciamo degli errori, l’importante è saper imparare da questi e andare avanti, senza caricarli di valenze eccessivamente negative. I veri ottimisti li commettono come tutti gli altri, la differenza sta nel fatto che, dopo averli superati, guardano oltre. E’ anche possibile che qualcuno di noi “sbagli” sempre nello stesso “campo”, che so i sentimenti piuttosto che gli affari, ma non per questo bisogna mettersi nell’ordine delle idee di avere fallito nella vita, molto semplicemente potremmo ammettere che in quel determinato settore abbiamo delle difficoltà ma che in altri 9999 siamo in gamba.

Come ci fa notare il prof. Gian Vittorio Caprara, ordinario di Psicologia della personalità all’ Università La Sapienza di Roma, “Pessimismo od ottimismo non rappresentano una disposizione innata, ma un modo di confrontarsi con la realtà, che viene assimilato nel corso della propria esperienza, sino ad influire significativamente sulla direzione che essa può prendere”. Tutto ciò ci porta a concludere che essendo appresi detti comportamenti possono essere modificati, ed è quello che noi stiamo cercando di fare.

ESTREMIZZARE – Se state leggendo questo articolo vuol dire o che tanto ottimisti non siete oppure che siete delle persone positive che si stanno ritrovando nel quadro che sto descrivendo. Se rientrate nel primo caso, molto probabilmente il vostro risveglio mattutino non sarà proprio all’insegna della gioia di vivere, penserete a tutto quello che dovete fare durante la giornata e al tempo che butterete via durante l’ora passata nel traffico, al parcheggio che non si trova, oppure all’ascensore che non funziona, alla discussione che dovete fare con vostro figlio/a o con vostro marito/moglie o fidanzata/o o convivente (spero di aver messo tutte le varianti). Bene, pensate al peggio, cioè estremizzate il tutto, visualizzate quello che di più negativo potrebbe accadervi, avvertite la vostra ansia, l’angoscia, la ricerca di una soluzione che non c’è…fatto?
Ora tornate alla realtà, pensate agli impegni della giornata che avete davanti, non sembrano bazzecole rispetto alle “tragedie” immaginate poco fa? OK, ora siete pronti ad uscire di casa, non vi sentite più ottimisti?Sono sicura di si!

VEDERE Vedete tutto nero? Per voi il mezzo bicchiere è sempre vuoto? Imparate a cambiare la vostra prospettiva, ad essere flessibili nel modo di vedere le cose.
L’ottimista in una situazione critica a tutto tondo, si concentra sul micro, cioè su quelle piccole, minuscole facezie che gli danno gioia e che gli consentono di “respirare”. In questo modo si ricaricano di energia e affrontano le difficoltà con maggiore grinta rispetto a chi vede solo la crisi e si ottenebra il cervello non riuscendo più a vedere la via d’uscita alternativa. Oppure, al contrario, di fronte a degli ostacoli riesce a vedere in toto la sua vita ricavandone un quadro generale positivo, riuscendo così ad andare avanti per la sua strada senza lasciarsi frenare dalle avversità.

PARLARE – Ne abbiamo già parlato, della connessione tra il cervello, il pensiero e il linguaggio. Se utilizziamo un vocabolario prettamente incentrato su pensieri negativi questi influenzeranno il nostro stato d’animo e di conseguenza il nostro cervello.
Allora eliminiamo dalla nostra conversazione frasi del tipo “non riuscirò mai a farcela” oppure “è troppo difficile per me realizzarlo” e trasformiamole in “ ce la farò” “riuscirò a realizzarlo”. Il pensare “male” ci fa percepire come peggiore la situazione che si sta vivendo e non ci fa tenere conto delle nostre possibilità, delle nostre capacità, in questo modo diamo la possibilità al nostro pensiero negativo di avverarsi. Gli ottimisti affrontano la vita con la filosofia del “posso farcela” e utilizzano tutte le loro “armi” affinché si realizzino i loro desideri.

Bene ora conoscete tutto quello che vi serve per cominciare il vostro allenamento mentale che vi porterà a diventare dei veri ottimisti e quindi a vivere più a lungo e circondati da persone sorridenti che vi apprezzano.

Eh già perché l’ottimismo è contagioso e farà “ammalare” le persone che vi circondano!

Vi lascio con una frase di Martin Seligman, “...ci siamo dati da fare, e giustamente, per rendere la vita meno faticosa; la psicologia positiva punta invece, a rinforzare, quanto possiamo avere di favorevole in noi (la spiritualità come l’ottimismo, l’interesse come l’iniziativa) e a fare leva su tali caratteristiche”.

Buon cammino con Ottimismo!

di Monica MARINI

fonte: http://www.alenapoli.net

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