Un barattolo di Emozioni – Deborah Marcero – Recensione

A Luis piacevano le storie paurose,
le barzellette paurose,
e anche i cartoni animati paurosi.
Ma a Luis non piaceva avere paura.
Cercava di nasconderla…

Tutto inizia con la nera paura, sempre pronta a tornare, finché non la chiude in un barattolo
Libero dalla paura, Luis rapidamente mette tristezza, entusiasmo, rabbia, solitudine, gioia e delusione nei barattoli. Che sia negativa o positiva ogni emozione è soffocata nei barattoli, ancora prima dì venire a galla.
Fino a sentirsi vuoto, senza provare nulla o così crede, ma un semplice commento di un compagno gli fa provare “vergogna” ma Luis non vuole affrontare altri sentimenti.

Per un bambino, ma anche per un adulto, la gestione delle emozioni può essere un impresa
Accantonare, mettere da parte e non lasciare respirare quel sentimento pensando che non guardandolo negli occhi sparisca, per poi ritrovarselo di fronte più grande e potente

Luis pensa di mettere anche la vergogna in un barattolo, ma non c’è più posto, troppi sentimenti sono stati rinchiusi e e più spinge per fare posto ad altre emozioni da accantonare, più si dispera e viene travolto dai barattoli che esplodono in mille pezzi


Luis si ritrova a terra, circondato da emozioni, e si sente leggero, felice e triste, entusiasta e preoccupato, Luis si sente libero ora le può riconoscere, esprimere ma soprattutto condividerle!

“Quando fu pronto a guardare
ogni emozione negli occhi,
la abbracciò e la lasciò andare.”

Adesso con tutte le emozioni si sente finalmente libero di esternare, di mostrare tutte le emozioni che prova e di condividere con gli altri ogni sua fragilità.

Un Barattolo di Emozioni di Deborah Marcero edito da Terre di Mezzo è un albo illustrato che parla della potenza delle emozioni e della gestione di esse. Luis fa fatica a gestire ciò che prova, le emozioni negative e quelle positive lo mandano in confusione. L’unico modo per non provare quella spiacevole sensazione di discontrollo è rinchiudere le emozioni in un posto lontano. Ma ben presto Luis si rende conto di non poter rinchiudere la sua intera sfera emotiva in un posto lontano.

L’autrice affronta, ancora una volta, dopo il successo di “Un Barattolo di Stelle” una tematica importante con grande semplicità e ingenuità: non esistono emozioni buone o cattive, ma esistono strategie diverse per imparare a gestirle senza farsi travolgere dalla loro potenza esplosiva. Anche le illustrazioni sono immediate e coinvolgenti, sfruttando i colori e le forme per dare forza e significato a ciò che racconta.

Luis parla ai bambini ma anche a noi adulti e ci insegna che le emozioni vale la pena viverle, che nasconderle non servirà a nulla perché prima o poi usciranno fuori con tutta la loro forza.
La bellezza del sentire è parte della vita, è proprio imparare a cavalcare l’onda emotiva e esperirla fino in fondo, qualsiasi sfumatura essa possa avere.
Perchè quella sensazione di libertà che si prova una volta rotti tutti i barattoli è davvero impagabile! ❤

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Mappe delle mie Emozioni – Bimba Landmann

Mappe delle mie Emozioni di Bimba Landmann edito da Camelozampa è una storia speciale ed è anche un silent book.
Senza dire una sola parola, il bambino protagonista prende il suo zaino sulle spalle e con una piccola imbarcazione, inizia la sua navigazione fuori dal tempo e dallo spazio comune, verso luoghi immaginifici e sconosciuti per esplorare la sua dimensione più intima e profonda.

Le prime Terre che scopre all’inizio di questo viaggio sono quelle della Speranza, dai colori sulle tonalità dei verde chiari e cristallini. Il centro di questa terra rasserenante è un occhio che osserva e tranquillizza, il Mare dei Sogni, in cui è possibile coltivare questi piccoli desideri nascosti e custoditi in un cassetto, è possibile guardare avanti con coraggio, e ancora, abbracciare promesse e desideri.

Lungo la strada, non manca di incontrare un compagno di viaggio, e insieme si avventurano e continuano questo viaggio misterioso.
Il bambino e il piccolo amico, con fiducia proseguono il cammino verso nuove terre proiettati nel futuro, ma ecco che all’orizzonte compaiono le Terre della Paura, sono scure, agitate, inquiete. Senza l’uso di nessuna parola, l’autrice trasmette in modo semplice e diretto l’emozione che cambia, il cuore batte forte e i dubbi affiorano, un senso di panico e paura attanaglia il giovane, che non si sente abbastanza pronto e forte per superare queste zone piene di paure, lo sgomento, il terrore. Queste terre sono impetuose, imprevedibili dalla Paura al Disgusto, meglio spostarsi e cambiare meta.
Ed eccoli finalmente in volo, leggeri e candidi volare verso le Terre della Gioia. Di nuovo emergono emozioni piacevoli, positive e trascinanti, l’allegria, la delizia, la beatitudine, la felicità e i colori delle illustrazioni tornano ad essere luminosi, brillanti.

Le emozioni di ogni terra hanno strade, montagne, laghi e mari e tanti dettagli da osservare e cercare.
Non ci resta che mettere lo zaino in spalla e viaggiare, giocare, esplorare ogni territorio insieme al piccolo protagonista.
Pagina dopo pagina Bimba Landmann racconta attraverso luoghi fantastici ed evocativi, ricchi di grande inventiva e varietà di registri tutte le sfumature delle emozioni, dalla gioia alla vergogna, dalla meraviglia alla tristezza, fino all’amore.
Un altro aspetto importante è come tutti i territori, sono collegati tra loro, fanno parte di un unico “mondo” e sono tutte ugualmente importanti affinché l’equilibrio possa continuare.
Mappe delle mie Emozioni porta un messaggio silenzioso, senza voler insegnare, senza voler giudicare, ma tra avventure di scoperta, di terra in terra, di colore in colore, scorre durante tutto l’albo.

E’ un albo illustrato che ogni volta che viene letto e sfogliato racconta e completa pezzi della storia, pezzi di questo immenso viaggio dentro se stessi.
Dal Mare dell’Allegria, al Grande Albero dei Doni, dalla Foresta del Buon Augurio al Mare del Dubbio, dall’Isola “non so fare nulla” al Lago della Malinconia, dalla Foresta stellata della Salute alla pianura degli Abbracci…


Percorriamo Strade che Guardano Lontano e Spiagge del Controllo, attraversiamo Foreste Stellate e ci immergiamo in Città Sotterranee del Delirio…ogni terra, come ogni sensazione, emozione hanno un nome preciso e descrivono il territorio, strade e sentieri conducono a ognuno di essi. Mondi che sembrano sconosciuti ma che invece ci appartengono perchè sono le nostre emozioni.


Questo libro è un viaggio che non ha età, un viaggio unico dentro noi stessi, adulti e bambini, perchè Mappe delle mie Emozioni è un inno alla bellezza di ogni sfaccettatura del nostro carattere

Bimba Landmann con questo albo illustrato, dal sapore visionario e dal grande impatto scenico, ci ricorda come i territori della nostra interiorità siano isole meravigliose da esplorare, talvolta terre inattese da attraversare, rifugi in cui trovare riparo ma anche siti oscuri e minacciosi da cui allontanarsi.

Un silent book che colpisce e conquista per le sue magnifiche illustrazioni e per la forza con cui permette ai bambini ( e non solo) di imparare a conoscersi, trasformando ogni pagina in un viaggio alla scoperta delle Emozioni.
Un libro che stimola una catena di nuovi pensieri, idee, racconti e libera la fantasia.
Dopo la lettura, con i piccoli lettori si possono creare mappe mai esistite, lasciandoli liberi di immaginare posti intimi e personali, creature dai nomi strani che possono abitarli…non serve una precisa direzione, lasciamoli liberi di raccontare le loro emozioni 😉

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Insieme più SPECIALI – Beatrice Masini – C A R T H U S I A

Ai bambini più speciali
e a chi se ne occupa.

Per insegnare ai più piccoli che siamo tutti unici e speciali, Insieme più speciali, un progetto editoriale grafico proposto dalla casa editrice Carthusia, specializzata nella realizzazione di libri e campagne educative di comunicazione e di sensibilizzazione rivolte a bambini, ragazzi, scuole e famiglie su tematiche sociali.

“Nella vita siamo quello che siamo.
E siamo tutti unici,
e siamo tutti speciali.
A volte qualcuno diventa più speciale
degli altri, perchè gli manca qualcosa.
Insieme possiamo provare a dargli questo qualcosa.
A volte ci riusciremo, a volte no,
o non del tutto. Ma possiamo provarci.
Dobbiamo provarci.”
il gufo

Insieme più speciali ci racconta di una festa in maschera, ogni animale si traveste da un altro e spiega agli altri il perché della scelta confessando le proprie paure.
Il primo è il Giaguaro che si traveste da coniglio perché ha paura di perdere le sue macchie e sembrare un grosso gatto giallo, d’altro canto il Coniglio che è stufo di aver paura si traveste da pipistrello per poter stare in aria al sicuro dai predatori; la Lucertola invece va in giro con una coda finta perché l’ha persa e sogna di essere una farfalla e volare via per la vergogna e qui interviene il Gufo, rispettato da tutti, l’unico a non essersi travestito da nessun altro e spiega agli altri che ognuno ha qualcosa di cui essere fiero, che lo rende unico e speciale.

Sono solo parole malinconiche, le loro, fino a quando appunto il saggio gufo aiuta tutti quanti a mettere a fuoco la situazione, a vedere che dietro o a fronte di una debolezza si può scoprire una ricchezza e che la collaborazione può aiutare ciascuno a migliorare e sentirsi bene con sé stesso.

Nella storia arrivano altri animali che si vogliono fare rassicurare dal gufo e tutti insieme trovano soluzioni per aiutare ognuno a risolvere i propri problemi…

Sarà poi Grazie al lavoro di squadra, che il giaguaro e la lucertola potranno per esempio tornare ad avere delle macchie brillanti e una coda lunga: magari più fragili e meno perfetti di come immaginati ma comunque utili e importanti.

A raccontare tutto questo, con la misura e la raffinatezza consuete, sono le parole di Beatrice Masini, parole scelte e combinate con cura, che raccontano il coraggio di essere se stessi, di provare ad aggiustare ciò che fa soffrire chi ci sta accanto, di unire le forze per fare della solidarietà un’arma potente contro la rassegnazione e l’indifferenza.

Con l’acquisto di questo libro
si fa un acquisto solidale Telethon,
possiamo nel nostro piccolo,
donare così una speranza concreta
a chi affronta ogni giorno una malattia genetica.

Insieme più speciali accoglie il lettore con una vera e propria festa per gli occhi e un invito stuzzicante ad andare oltre la copertina. Invito sincero e assolutamente affidabile:
la promessa di incanto non viene infatti delusa, quando si inizia a voltare le pagine dell’albo.
Ogni pagina è popolata da vivacissimi animali più o meno selvaggi, queste offrono una cornice dal sapore batik che accende la curiosità e trasporta in un altrove esotico avvolgente.

In questa libro dal grande formato  il gufo, rappresenta il ricercatore che studia le malattie genetiche rare e quindi la Fondazione stessa; la lucertola e il giaguaro che sono i bambini affetti da patologie genetiche; gli animali della foresta in cui tutti noi, genitori, alunni e docenti possiamo identificarci per diventare testimoni e ambasciatori Telethon e contribuire attivamente alla missione di restituire la speranza ai bambini colpiti da una malattia rara. Inoltre nelle ultime pagine del libro c’è uno spazio dedicato ai pensieri e ai sentimenti che ogni bambino esprime ed elabora dopo la lettura.
Perché insieme si è più speciali!
Ora pensa a qualcuno di Speciale e a cosa puoi fare per lui…

Puoi aquistare il libro QUI:

C A R T H U S I A

Il giorno che sono diventato un passerotto – Una vera storia d’amore

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«Dite: è faticoso frequentare bambini. Avete ragione.
Poi aggiungete: bisogna mettersi al loro livello,
abbassarsi, inclinarsi, curvarsi, farsi piccoli.
Ora avete torto. Non è questo che più stanca.
È piuttosto il fatto di essere obbligati a innalzarsi
fino all’altezza dei loro sentimenti.
Tirarsi, allungarsi, alzarsi sulla punta dei piedi.
Per non ferirli».

Oggi mentre leggevo Il Giorno che sono diventato un passerotto mi sono tornate in mente le bellissime parole di Janusz Korczak, il poeta dei bambini.

È vero, come ben dice il poeta, l’altezza dei sentimenti non dipende dall’età. Eppure, non sempre ci aspettiamo di incontrare così presto (4, 5 o 6 anni) certi batticuori nei nostri bambini.
E ditemi un po, quante volte, davanti ad un bambino che sostiene di essere innamorato, abbiamo pensato:
Ma cosa ne puoi sapere tu dell’amore…?”.

A pensarci bene, forse sono proprio i bambini che ci insegnano che cos’è l’amore vero e sincero; quello lontano da doppi fini; quello che sembra eterno e sempre vero.
Cosa dire, dunque, quando ad amare è un piccolo bambino che tenta l’impossibile pur di far colpo sulla bambina di cui è innamorato?

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Il giorno che sono diventato un passerotto di Ingrid Chabbert e illustrato da Raul Nieto Gurid, parla di quell’amore puro, vero e pieno di tenerezza; quell’amore che soltanto un bambino di 6 anni potrebbe provare.

Com’è complicato l’amore! Con quella sensazione che ti spinge, a volte anche inconsapevolmente, a cercare la vicinanza della persona amata. A fare qualsiasi cosa per avere la sua attenzione, anche diventare qualcosa di diverso da quello che siamo veramente, per ottenere la sua ammirazione, il suo sguardo.

“Il primo giorno di scuola mi sono innamorato.
Era la prima volta.
[..] Io e Candela siamo in classe insieme.
E’ seduta proprio davanti a me.
Solo io la vedo. Lei non mi vede.”

Il bimbo protagonista è innamorato di Candela, una bambina della sua classe che non lo degna manco di uno sguardo, appassionata di ornitologia tanto da sembrare lei stessa un usignolo. Decide allora di far leva su questo suo interesse e si traveste da uccello sperando di finire inquadrato dal binocolo con cui Candela osserva il mondo.
Il costume è bello, ma un po’ pesante, puzza pure di cane bagnato quando piove e fa anche ridere i compagni.
Ma un giorno sono gli occhi veri del bambino e non quelli gradi del passerotto ad incrociare finalmente lo sguardo di Candela, che lo libera dal costume, lo abbraccia per quel che è e gli regala le ali con la semplicità di bambina.

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Da ricordare che questo meraviglioso libro è arrivato finalista al Premio Andersen 2016 – Miglior Libro 6-9 anni!

Questo bellissimo libriccino è un piccolo racconto d’amore, consigliato per bambini dai 6 anni..e perché no, un po’ per tutte le età perchè è un’emozione unica pensare alla forza dei sentimenti, scorgerla in un bambino così piccolo e saperlo capace di tirar fuori quello che prova, senza vergogna.
Chissà cosa conserverà di tutto questo quando sarà grande, chissà che uomo diventerà.
Me lo chiedo ogni giorno. E ogni giorno mi impegno a insegnare che dei sentimenti non dobbiamo avere mai paura.

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Il giorno che sono diventato un passerotto è una poesia lieve e piccina che ci parla con semplicità della bellezza dell’essere riconosciuti,
del poter essere se stessi,
del sapere che c’è qualcuno che ti conosce davvero per quello che sei..
E le delicatissime illustrazioni di Guridi, con tratti lievi guidano pagina dopo pagina grandi e piccini per dirci nel modo più semplice possibile di un amore bambino, ma anche di amore assoluto, quello che non lascia il posto ad altro, che fa dimenticare tutto attorno, che mette le ali.

Buona lettura per crescere e amare leggendo ❤

Se ti piace il libro puoi acquistarlo qui:

Ingrid Chabbert

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Non bisogna avere paura

Non bisogna avere paura

Non bisogna avere paura

Voler vivere, e non soltanto sopravvivere.
Quindi, prendere pienamente coscienza di sé,
attribuire importanza alla propria sorte,
non provare né vergogna né odio verso se stessi.
Rispettarsi e dunque cercare la propria ragione di vivere,
imporsi un desiderio d’eccellenza in relazione al proprio corpo,
alla propria conservazione,
al proprio aspetto,
alla realizzazione delle proprie aspirazioni.

Per raggiungere questo scopo,
non bisogna attendersi nulla da nessuno;
occorre contare soltanto su se stessi per definirsi;
non bisogna avere paura davanti a una crisi,
quale che sia la sua natura;
occorre accettare la verità anche se non è piacevole da ammettere;
e bisogna voler essere protagonisti,
né ottimisti né pessimisti,
del proprio futuro.

Tratto da: Sopravvivere alla Crisi di Jacques Attali

Sopravvivere alla Crisi
Sette lezioni di vita

«Un giorno o l’altro questa crisi si concluderà, come tutte le altre, lasciando dietro di sé innumerevoli vittime e qualche raro vincitore. Ma ciascuno di noi potrebbe anche uscirne in uno stato di gran lunga migliore di quello con cui ci siamo entrati.

Questo a patto di comprenderne la logica e il percorso, di servirsi delle nuove conoscenze accumulate in vari settori, di contare soltanto su se stessi, di prendersi sul serio, di diventare attori del proprio destino e di adottare audaci strategie di sopravvivenza personale.

Il mio scopo non è pertanto quello di esporre un programma politico per risolvere questa crisi e tutte quelle che seguiranno, e neppure quello di offrire vaghe generalizzazioni moraleggianti, bensì di suggerire strategie precise e concrete che permettano a ognuno di “cercare uno spiraglio nella sventura” e di sapersi destreggiare tra gli ostacoli che si presenteranno, senza affidarsi ad altri per sopravvivere, per vivere meglio».

Dopo aver analizzato il crac del 2008 e le sue cause socioeconomiche nel precedente saggio La crisi, e poi?, Jacques Attali estende ora la sua riflessione alle fasi cruciali della vita personale e collettiva.

In una realtà complessa come quella di oggi, però, diventa sempre più arduo superare le difficoltà che incontriamo nel nostro cammino. Per questo l’autore individua sette principi

da applicare, di volta in volta, di fronte alle avversità, siano esse di natura macroeconomica e internazionale (la crisi finanziaria) o privata (la fine di un amore). E ci offre una sorta di “manuale d’uso” per ricominciare a vivere pienamente sotto ogni aspetto: come individui, come lavoratori, come cittadini.

«La crisi attuale – come tutte quelle precedenti, qualunque fosse la loro natura – terminerà un giorno, lasciandosi alle spalle tantissime vittime e qualche raro vincitore.

Ecco perché possiamo uscirne fin d’ora in condizioni migliori di quando vi siamo entrati. A patto, però, di comprenderne logica e sviluppo, di utilizzare le nuove conoscenze che apprenderemo in diversi campi, di fare affidamento solo su noi stessi, di prenderci sul serio, di diventare attori principali del nostro destino e di abbracciare audaci strategie di sopravvivenza individuale.

I sette principi che si possono ricavare da questo processo di apprendimento saranno applicabili a ogni epoca e a qualunque minaccia o crisi; sia che si tratti di una crisi economica come quella presente o di una carestia, di una guerra o dell’avvento di una dittatura, di uno tsunami o di una valanga, sia di una tragedia privata, della fine di un amore o di un attacco di cuore.

Ma a condizione di utilizzare questi principi ogni volta in maniera diversa a seconda dei vari approcci e metodi; e di farlo confidando in alleati e consigli differenti in base alla stessa natura delle minacce. Chi li metterà in pratica già nella congiuntura presente, e chi ne ripeterà continuamente l’applicazione, avrà più chances degli altri di sopravvivere alla crisi».

Jacques Attali

Conoscerci meglio

Per cercare di conoscerci meglio dobbiamo imparare a rilassarci, abbandonare ogni preoccupazione, ogni vergogna (indotta dal condizionamento degli altri), pronti ad accettarci con amore e compassione.

Deepak Chopra, Wayne W. Dyer, James Van Praagh e tanti altri raccontano come la loro vita sia cambiata nel giro di pochi secondi: lo stesso può succedere a te.
ISBN: 9788834424643

Prezzo € 15,00
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“Alcune delle storie raccolte in questo libro sono molto intime e profonde,

altre sono così sorprendenti da lasciarci disorientati.

Spero che queste storie toccheranno il vostro cuore così come hanno toccato il mio.

Alcune vi indurranno probabilmente a riconsiderare il vostro modo di guardare al mondo,

altre vi ispireranno e vi incoraggeranno a compiere scelte di vita migliori.

Penso che dopo averle lette tutte vi sentirete motivati

ad assumere maggior consapevolezza del carattere divino della vostra esistenza.”

Caroline Myss

Anche se non sempre se ne ha la coscienza immediata, una vita può cambiare radicalmente in un batter d’occhio. Accettare questi cambiamenti per goderne appieno è un dono che non ha prezzo.

D’altra parte la vita è fatta di una serie di momenti, che possono essere subito dimenticati oppure sono destinati a rimanere indelebili. Ed è proprio su questi momenti che Phil Bolsta si sofferma.

Attraverso i racconti di alcuni dei più grandi maestri spirituali (da Deepak Chopra a Neale Donald Walsch, da Wayne W. Dyer a James Van Praagh) e con bellissime storie di persone comuni, l’autore dimostra che non è necessario essere dei guru o dei capi spirituali per cogliere quei 60 secondi che possono mutare e arricchire per sempre l’esistenza.

L’importante è imparare a riconoscerli.

Il cavaliere dalla lucente armatura

Nell’intimo di ogni uomo c’è un eroe o un cavaliere dalla lucente armatura. Più di ogni altra cosa, lui vuole servire e proteggere la donna che ama. Quando sente di godere della sua fiducia, è in grado di portare in superficie la parte più nobile di sé. Diventa più sollecito e più interessato a lei. La sfiducia, d’altro canto, ottunde la sua vitalità e la sua energia ed è inevitabile che, dopo un certo periodo di tempo, l’uomo smetta di provare interesse.

Immaginiamo un cavaliere che erra per il paese con una lucente armatura. Improvvisamente sente una donna che piange. Il cavaliere ha un sobbalzo, sprona il cavallo e al galoppo raggiunge il castello dove la donna è prigioniera di un drago. Il nobile cavaliere sguaina la spada e uccide il drago. Riconoscente, la principessa lo accoglie con tutti gli onori.
I cancelli si aprono e il cavaliere viene festeggiato dalla famiglia della principessa e dagli abitanti della città, invitato a restare presso di loro e acclamato eroe. Lui e la principessa si innamorano.
Un mese più tardi il nobile cavaliere parte per un altro viaggio. Sulla via del ritorno sente la sua amata principessa gridare aiuto. Un altro drago ha attaccato il castello.
Il cavaliere sguaina la spada per uccidere il mostro.
Ma ecco che la principessa gli grida dalla torre: “Non usare la spada, usa questo laccio. Sarà più efficace.” Gli getta il laccio e gli mostra come utilizzarlo. Esitante, lui ubbidisce. Lo avvolge intorno al collo del drago e tira con forza. Il mostro muore tra il sollievo generale.
Durante i festeggiamenti, il cavaliere è oppresso dalla sgradevole sensazione di non avere fatto nulla per meritare gli onori che gli vengono tributati. Il fatto di avere usato il laccio e non la sua spada lo induce a pensare di non essere degno della fiducia e dell’ammirazione dei cittadini.
Si sente un po’ depresso e dimentica di lucidare l’armatura.

Un mese dopo parte per un altro viaggio. È armato della sua spada, ma la principessa lo trattiene e, ammonendolo a guardarsi dal pericolo, gli ingiunge di prendere anche il laccio. Di ritorno a casa, il cavaliere vede un altro drago che insidia il castello. Ancora una volta si precipita verso di lui con la spada, ma poi esita, pensando che forse dovrebbe usare il laccio. La breve incertezza gli è fatale, perché il drago, eruttando fiamme, gli brucia il braccio destro. Nella confusione lui alza la testa e vede la principessa che gli fa cenno da una finestra.
“Il veleno,” grida lei. “Il laccio non funziona.”
Gli getta il veleno che lui versa nella gola del drago, uccidendolo. Tutti lo acclamano e festeggiano la liberazione, ma il cavaliere prova vergogna.

Un mese dopo si prepara a partire per un altro viaggio.
E sul punto di uscire quando la principessa gli ricorda di stare attento e di portare con sé il laccio e il veleno. Seppure infastidito dai suoi suggerimenti, lui decide di assecondarla.
Il cavaliere è in viaggio quando sente le grida di aiuto di un’altra donna. Mentre si precipita in suo soccorso non è più depresso e si sente di nuovo vivo e sicuro di sé. Ma quando sguaina la spada per uccidere il drago, lo coglie nuovamente l’esitazione. Devo usare la spada, si chiede, il laccio o il veleno? Che cosa direbbe la principessa?
Per un momento resta sconcertato, ma poi ricorda le sensazioni provate durante il suo primo incontro con la principessa, quando era armato solo della sua spada. Con rinnovata sicurezza, getta via laccio e veleno e carica il drago con la sua fidata lama. Lo uccide e la popolazione lo porta in trionfo.
Il cavaliere dalla lucente armatura non tornò mai più dalla sua principessa. Rimase nel nuovo villaggio dove visse per sempre felice. Alla fine si sposò, ma solo dopo essersi accertato che la sua nuova compagna non sapesse nulla di lacci e veleni.
Ricordare che nell’animo di ogni uomo si nasconde un cavaliere dalla lucente armatura vi aiuterà a non trascurare i suoi bisogni primari. Sebbene un uomo apprezzi a volte la sollecitudine e l’aiuto, dosi troppo massicce minano la sua sicurezza e lo allontanano da voi.

Tratto da: Gli uomini vengono da Marte, le donne da Venere

Il libro sui rapporti di coppia più venduto nel mondo

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“Tanto tempo fa, i marziani e le venusiane si incontrarono, si innamorarono e vissero felici insieme perchd si rispettavano e accettavano le loro differenze. Poi arrivarono sulla Terra e furono colti da amnesia: si dimenticarono di provenire da pianeti diversi.”

Da anni Gli uomini vengono da Marte, le donne da Venere è un bestseller mondiale, costantemente presente nelle classifiche di vendita di numerosi Paesi.
Il libro di John Gray – che intanto ha raggiunto fama planetaria diventando un vero e proprio “guru della coppia” – si basa su un pensiero tanto semplice quanto efficace: gli uomini e le donne hanno due diversi modi di pensare, di parlare, di amare.

I comportamenti di uomini e donne assumono quindi spesso significati diametralmente opposti. Per esempio, tanto l’uomo in determinati momenti della sua giornata ha bisogno di “ritirarsi nella sua caverna”, in solitudine, quanto la donna, alle prese con le stesse problematiche del partner, sente di dover condividere i propri sentimenti con gli altri. Il dialogo, contrariamente a quanto si possa pensare, non è però impossibile, anzi: dal momento che si imparano a riconoscere e apprezzare le differenze tra i due sessi, tutto diventa più facile, le incomprensioni svaniscono e i rapporti si rafforzano. E, cosa più importante, possiamo imparare ad amare e a sostenere nel modo migliore le persone che sentiamo vicine.

Gli uomini vengono da Marte, le donne da Venere è un libro illuminante e divertente, che fornisce un punto di vista originale sulla vita di coppia, aiutando realmente i lettori a fare chiarezza nel meraviglioso caos dell’amore.

I bambini imparano quello che vivono

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I bambini imparano quello che vivono
Se i bambini vivono con le critiche,
imparano a condannare.

Se i bambini vivono con l’ostilità,
imparano a combattere.

Se i bambini vivono con la paura,
imparano a essere apprensivi.

Se i bambini vivono con la pietà,
imparano a commiserarsi.

Se i bambini vivono con il ridicolo,
imparano a essere timidi.

Se i bambini vivono con la gelosia,
imparano cosa sia l’invidia.

Se i bambini vivono con la vergogna,
imparano a sentirsi colpevoli.

Se i bambini vivono con la tolleranza,
imparano ad essere pazienti.

Se i bambini vivono con l’incoraggiamento,
imparano a essere sicuri di sé.

Se i bambini vivono con la lode,
imparano ad apprezzare.

Se i bambini vivono con l’approvazione,
imparano a piacersi.

Se i bambini vivono con l’accettazione,
imparano a trovare amore nel mondo.

Se i bambini vivono con il riconoscimento,
imparano ad avere un obiettivo.

Se i bambini vivono con la partecipazione,
imparano a essere generosi.

Se i bambini vivono con l’onestà e la lealtà,
imparano cosa siano verità e giustizia.

Se i bambini vivono con la sicurezza,
imparano ad avere fede in se stessi
e in coloro che li circondano.

Se i bambini vivono con l’amicizia,
imparano che il mondo è un posto bello in cui vivere.

Se i bambini vivono con la serenità,
imparano ad avere tranquillità di spirito.

Con che cosa vivono i vostri figli?

Dorothy L. Nolte

Prezzo € 15,00
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Prezzo € 10,00

Cosa si nasconde dietro il pianto disperato di un bambino? E come consolarlo? Come reagire di fronte alle sue urla o ai suoi capricci? Come gestire la sua rabbia o il suo dolore? Le emozioni non sono solo il sale dell’esistenza, ma anche la sua essenza. E non sono mai pericolose. Tutto sta nell’imparare a conoscerle, a riconoscerle, ad accettarle, a viverle. Ecco perché, per aiutare i bambini a crescere felici, liberi e autonomi, bisogna imparare a comprendere le loro emozioni ed arricchire il loro quoziente emotivo.

Solo questo darà loro gli strumenti giusti per capire e amare gli altri, ma anche per essere in grado di rimanere se stessi in ogni situazione. Si tratta insomma della capacità di essere felici, di non lasciarsi dominare dalle avversità, di scegliere la propria vita e di stabilire relazioni armoniose con gli altri. Chi non desidera questo per i propri figli?

Traendo spunti ed esempi dal vivere quotidiano, Isabelle Filliozat, psicoterapeuta di fama, ci aiuta a capire il significato di tanti comportamenti e a trovare le parole e i modi “giusti” per risolvere anche le situazioni che paiono più difficili.

Perdonarsi e perdonare

perdona

Perdonarsi e perdonare non è facile, soprattutto per coloro che vedono nell’altro un nemico da combattere, divenendo così giudici inesorabili, oppure, per coloro che assecondano i comportamenti altrui solo perché proiettano su di loro ciò che hanno subito personalmente. Tali comportamenti possono ripetersi all’infinito, generando continuamente sentimenti quali “colpa” e “vergogna”, in cui “vittima” e “carnefice” si alternano nel gioco delle parti. Come trovare un’alternativa ? Accettando prima di tutto sé stessi e poi gli altri. Il ruolo del carnefice può esistere solo se c’è una vittima : se la vittima continua ad alimentare il suo bisogno di espiazione attraverso la sofferenza, il carnefice continuerà ad abusare di lei ed entrambi i personaggi si alimentano a vicenda ripetendo il copione quotidiano senza via d’uscita.
Una delle possibilità per porre fine a questo ciclo perverso è quello di cominciare a perdonarsi e perdonare. Perdonarsi di essere caduti nella vergogna, nei sensi di colpa, di aver fallito Perdonarsi di essersi ingannati, di aver perso del tempo, della mancanza di consapevolezza, della sofferenza.

Perdonarsi di aver dimenticato il proprio potere, di averlo dato a qualcun altro, perdonarsi di aver giudicato le vite altrui, di aver scelto di essere una vittima. Il nostro obiettivo dovrebbe essere quello di ricondurre noi stessi ad una posizione di potere, in cui si diviene artefici delle proprie scelte e della propria vita.
Perdonare è un modo per proteggersi dalla rabbia e dalle emozioni negative connesse alla percezione di aver subito un torto, è un modo per salvaguardare le relazioni significative importanti per il nostro ben-essere; sopratutto il perdono di sè è uno strumento efficace per combattere l’autocritica implacabile che tortura moltissime persone, favorendo la depressione, atti di autolesionismo e dipendenze.

Attraverso l’accettazione di sé , è possibile aprire uno spazio infinito, dove la consapevolezza delle proprie risorse e del proprio mondo interiore si esprimono liberamente, creando in questo modo anche un fertile terreno per gli altri che finalmente possono essere accettati per quello che sono!

Il perdono è la chiave della felicità

Prezzo € 13,50
Compralo su Macrolibrarsi

Ricomincia da Te è un vero e proprio seminario creato per il lettore e che lo aiuterà gradualmente ad abbandonare le resistenze a lasciare andare quello che nel passato ha portato risultati negativi.
Il perdono porta alla comprensione che il passato è concluso per sempre, e restituisce intatte le proprie possibilità di affermazione. Le cause del conflitto spesso si trovano dentro di noi, nel nostro cuore, risolverle ci permette di affrontare il presente e il futuro con energie del tutto nuove.
Perdonare con responsabilità ci restituisce pienamente il nostro potere.

È proprio questo il momento per lasciare andare tutto quello che non ha funzionato nella tua vita.
E ricominciare da subito.
Q
uello che afferma il perdono è che il passato è passato.
(Con molti esercizi all’interno)

“NON PUO ESSERCI FORMA DI SOFFERENZA
CHE NON NASCONDA UN PENSIERO DI NON PERDONO.
NÉ PUÒ ESSERCI FORMA DI DOLORE
CHE IL PERDONO NON POSSA GUARIRE”
(Un Corso in Miracoli)

Se leggendo Innamorati di Te e Imparare ad Amare Se Stessi Si Può, non ti sei autorizzato ancora ad accedere alla fonte al massimo potenzialedelle tue attitudini, forse dopo aver letto Ricomincia da Te (Il Perdono è la Chiave della Felicità) e aver integrato l’importanza assoluta del tema del Perdono, sarai pronto ad aprire davvero la tua vita al tuo prossimo futuro felice…

Le tue paure vengono dal passato perché è lì che abitano, perché ti ostini a volerle ospitare così spesso? Non sei costretto a sentire obblighi o doveri di cortesia verso di loro. Rimandale indietro da dove sono venute con un bel messaggio per il mittente: «Niente ho più a che vedere con voi, che siete solo le mie paure del passato».

Quante volte..senza saperlo?

generosita

Una ragazza stava aspettando il suo volo nella sala d’attesa dell’aeroporto. Siccome avrebbe dovuto aspettare per molto tempo decise di comprare un libro da leggere; acquistò anche un pacchetto di biscotti.
Si sedette nella sala VIP per stare più tranquilla, accanto a lei c’era un signore che leggeva il giornale. Iniziò a leggere il suo libro e quando prese il primo biscotto anche il signore ne prese uno: lei si sentì stupita e irritata, ma continuò a leggere il suo libro, pensando “Ma tu guarda questo maleducato, se solo avessi un po’ più di coraggio gli direi il fatto suo!”.

Così, ogni volta che lei prendeva un biscotto, l’uomo accanto con perfetta disinvoltura ne prendeva uno anche lui. Continuarono così finché rimase un solo biscotto e la ragazza pensò:
“Ah, adesso voglio proprio vedere cosa mi dice quando saranno finiti tutti!”.

L’uomo prese l’ultimo biscotto e lo divise a metà.

“Questo è troppo” penso lei e sbuffò indignata, prese le sue cose e se ne andò.

Quando si sentì un po’ meglio e la rabbia fu sbollita, si sedette da un’altra parte e ripose il libro nella borsa… accorgendosi che il suo pacchetto di biscotti era ancora lì tutto intero! Sentì tanta vergogna e comprese che il pacchetto di biscotti uguale al suo era di quel signore che aveva diviso con lei i biscotti senza indignarsi, mentre lei si era sentita offesa e ferita nell’orgoglio…

Morale
Quante volte in vita nostra avremo mangiato i biscotti di un altro senza saperlo?

Prima di arrivare ad una conclusione affrettata e prima di giudicare male le persone GUARDIAMO ATTENTAMENTE le cose; spesso non sono come sembrano!

Ci sono cose nella vita che non si recuperano, tra queste:
una pietra dopo averla lanciata
una parola dopo averla detta
un’opportunità dopo averla persa
il tempo dopo che è trascorso
l’amore dopo che si è rovinato

Il secondo libro con il metodo che aiuta a essere, realizzare o avere tutto ciò che si desidera!

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In questo secondo libro Esther e Jerry Hicks autori di La Legge dell’Attrazione ci aiutano ad approfondire la più potente delle leggi universali, la «legge dell’attrazione». Una legge che ci porta a scoprire ciò che vogliamo dawero raggiungere nella nostra vita e a capire come fare per arrivarci.

Grazie agli insegnamenti di Abraham, un gruppo di evoluti maestri incorporei che, all’inizio degli anni Ottanta, cominciarono a veicolare la loro visione del mondo attraverso Esther Hicks mediante un linguaggio estremamente comprensibile, possiamo finalmente comprendere le vere dinamiche alla base dei nostri rapporti con gli altri, della nostra salute, delle nostre finanze e della nostra carriera.

Gli insegnamenti dei coniugi Hicks sono alla base di The Secret di Ronda Byrnes, il libro e DVD bestseller anche in Italia.

Molti pensatori e insegnanti all’avanguardia hanno incorporato i loro concetti nei propri libri e seminari, tra i quali Wayne W. Dyer, Louise May, Sylvia Browne.

“State per vedere e conoscere un mondo completamente nuovo che si trasformerà davanti ai vostri occhi. Comprenderete il vostro rapporto con il passato e il futuro, ma soprattutto sarete consapevoli del valore inestimabile e del potere intrinseco del momento presente.Imparerete ad essere gli artefici della vostra esperienza grazie a una serie di processi che vi aiuteranno a ritrovare il legame con la parte “Non-Fisica” di voi stessi, processi che contribuiranno a farvi ottenere tutto ciò che desiderate.E quando metterete in pretica questi esercizi, e la vostra memoria si ridesterà prendendo coscienza delle potenti Leggi dell’Universo, tra cui la Legge dell’Attrazione, ritornerà anche la vostra naturale gioia di vivere.”

“Queste voci dello Spirito usano un linguaggio comprensibile che potrete immediatamente tradurre in azione. Vi offrono addirittura un modello per capire e realizzare il vostro destino” – Wayne W. Dyer

Prendi le redini della tua vita

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Ognuno porta in sé il seme di ciò che può diventare. Crescendo, spesso, finiamo col dimenticare chi siamo, di cosa siamo capaci e “ci peridiamo per strada”. Ma ritrovarci e realizzare il nostro progetto di vita è possibile.

Il “piccolo” dell’uomo nasce e da subito dimostra il suo temperamento giacché nei primi mesi di vita e anche nei primi anni, il suo contatto con il Sé è stretto e fluido ed egli manifesta peculiarità, attitudini, qualità, vocazioni le quali – se si prestasse loro la dovuta attenzione e il rispetto- sarebbero i sicuri segnali del suo progetto di vita.

Poi, come in tutte le favole, qualcosa succede e sulla strada del piccolo eroe compaiono gli ostacoli; quando è fortunato non si tratta di grandi violenze, ma di piccole continue interferenze col suo naturale funzionamento. Si sa, il bambino deve essere educato, i genitori da subito si sentono investiti dal sacro compito. Ciò che nessuno ha insegnato loro è che non dovrebbero assolutizzare niente e far notare al bambino che quanto gli comunicano è ciò che nella loro famiglia si trasmette di generazione in generazione, ma che in altre famiglie si fa in un altro modo e offrire esempi di un modo diverso di vivere e al bambino fare intravedere la possibilità di cambiare – quando sarà abbastanza grande da poterlo fare- ciò che riterrà opportuno senza incorrere nella disapprovazione di coloro che ama.

E invece a poco a poco i “no”, le ingiunzioni”, i “devi” lo allontanano dalla sua vera natura e lo disorientano, sì proprio così perché il Sé è essenzialmente orientamento, agisce come un radar che sa quali onde catturare per cui quando il piccolo viene allontanato dalla sua essenza, invece di andare nel mondo tranquillo e sicuro, annaspa, incespica di continuo, avanza tentoni come chi è afflitto da un handicap. E in molti casi il mondo diventa nemico e nascono paure di ogni tipo.

Quel bambino cresce conformandosi o ribellandosi ma non seguendo se stesso; a un certo punto però, diventato adulto, entra in crisi, l’anima bussa, chiede il conto.

Questo ipotetico cammino ci riguarda un po’ tutti, molti di noi in un certo momento della vita sentiranno un’intensa insoddisfazione e inizieranno quell’opera di riorientamento che impegnerà gran parte delle nostre forze e ci porterà a ritornare in noi stessi stesso e a ridefinirci. Guadagneremo un modo di stare nel mondo più consono alla nostra natura e di conseguenza serenità e gioia.

Da dove cominciare?

1. Tagliare i codici che hanno informato la nostra vita, ovviamente se l’hanno resa poco godibile. E’ disimparare, è disfarsi di cattive abitudini, dei maestri, è partire da sé, per passare da un’etica impersonale appresa a un’etica personale del volere e della responsabilità, per scoprire il mondo dei propri valori individuandoli a partire dai propri bisogni, desideri e ideali. Questa è la strada per individuarsi, differenziarsi, vivere.
Partire da sé è lottare per affermare le proprie posizioni perché tra i nostri” vicini” ci sarà sempre qualcuno che tenterà di depistarci, manipolarci in nome magari dell’amore o per fini egoistici. In tutti i miti l’eroe afferma se stesso lottando, superando numerosi ostacoli sul suo cammino; la via dell’eroe è la metafora di ogni vita che è forte e vuole risposte forti da ogni uomo e da ogni donna.

2. Taglio ma anche piega: nel lavoro di riordino della nostra personalità è basilare il “ritorno a Casa” ovvero piegarsi verso se stessi e,quasi atto medico, aver cura di sé, capire la forma che si desidera darsi, la forma che dirà dei nostri più intimi e personali desideri.

3. Interrogare continuamente l’esperienza. Importanti le domande empiriche che sapremo rivolgerci. Ogni volta che un evento parla il linguaggio del disagio, provare ad estrarre dalla situazione il sentimento particolare che si è provato invidia, gelosia, vergogna e chiedersi: Quando e perché lo incontro, chi o che cosa mi evoca un tal sentimento? Che ha a che fare con la mia vita?
Quando un evento parla il linguaggio del benessere si fa la stessa cosa in modo da rendere ripetibile a volontà, e non casualmente, l’esperienza.
Per le cose che avvengono per caso chiedersi: Ma quante cose avevo prima lasciato accadere?
Per le cose che facciamo deliberatamente senza però ottenere gli effetti desiderati: Mi sono interrogato sulle mie motivazioni e l’intenzione qual era?

4. Coltivare le figure del cuore ovvero i valori personali di cui si diceva sopra e poi quelle configurazioni fatte di pensieri, sentimenti che sono il distillato, il portato di esperienze benefiche e ancora: nello spazio della nostra interiorità ci sono varie immagini di noi,alcune sono purtroppo costrittive e ostacolanti il nostro sviluppo, altre ci regalano invece un senso di espansione e libertà, fare di quest’ultime figure del cuore, e cioè richiamarle spesso alla coscienza, arricchirle,farne tesoro.
Tanto altro ancora si può fare, l’importante è non dimenticare che l’identità è in cammino per tutto il tempo del nostro percorso esistenziale. Ciò dà speranza.

Maria Castiglione

Passo dopo passo verso una vita migliore

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Ogni giorno diverse scelte: come seguire quella più giusta? In base a cosa decidere? Con il pragmatismo che lo contraddistingue, Hal Urban ci guida passo dopo passo nel labirinto delle corrette decisioni giuste attraverso l’arte dell’umiltà, della pazienza, dell’empatia, della generosità, del coraggio, della saggezza, della capacità di perdonare: occorre adottare le scelte che migliorano la vita e i rapporti con gli altri, dando libero spazio alle virtù che potenzialmente albergano in noi, ma che prima di tutto bisogna saper riconoscere e affinare. Un libro pratico e pieno di indicazioni per un’esistenza più serena.

Le emozioni nascono e crescono

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Snobbate per secoli, le emozioni sono state riabilitate dagli scienziati in tempi molto recenti.

Le emozioni hanno una cattiva reputazione. Sono ritenute un residuo irrazionale del comportamento animale, quasi non fossero degne della razionale ed evoluta mente umana. Questa convinzione è sbagliata. Le emozioni sono fondamentali per il funzionamento di una mente normale, e indispensabili per una mente “sociale”.
Le emozioni sono tutt’altro che irragionevoli, hanno anzi ragione intrinseca. Rispondono a un determinato
problema con soluzioni automatiche, preconfezionate, e in molti casi si tratta di risposte perfettamente razionali. E’ il
caso della paura di fronte a una minaccia, o dell’avvicinamento di fronte a un’opportunità. Ma le risposte automatiche, non importa quanto perfette siano, non possono essere adatte per tutte le situazioni.
E’ in questi casi che entrano in gioco il ragionamento e la ponderazione, allo scopo di personalizzare le risposte ad ogni tipo circostanza. In poche parole: le emozioni sono gli strumenti più antichi e automatici dell’agire razionale.
Qualche volta funzionano bene, altre volte no. Agli esseri umani, comunque, servono sia la ragione che le emozioni, perché questi due aspetti dell’attività cerebrale sono complementari.

Alla domanda se è possibile localizzare nel cervello un centro delle emozioni o più esatto dire che il cervello emotivo è diffuso in più zone, rispondo che non c’è un vero e proprio centro delle emozioni, allo stesso modo in cui
non c’è un unico centro per il linguaggio o per la memoria.
Ci sono più aree che cooperano nel percepire un’emozione, nell’eseguirla e nel prenderne coscienza.

L’amigdala, la corteccia prefrontale ventromediale e l’insulina anteriore, per esempio, sono aree coinvolte nel
percepire un’emozione. L’ipotalamo, i nuclei della base e il tegmento del tronco cerebrale contribuiscono ad
eseguirla, cioè a elaborare le risposte dell’organismo.
Tutte queste regioni lavorano in concerto, sono un sistema più che un unico centro isolato.
Spesso mi domandano se le emozioni differiscono nei due sessi, in realtà benché uomini e donne provino lo stesso tipo di emozioni, cambiano quelle con cui hanno più spesso a che fare e forse le loro intensità.
In generale, le donne sono più “portate” per le emozioni legate al ruolo di accadimento, mentre gli uomini
per quelle legate all’aggressività e alla ricerca. Ma a livello individuale queste differenze possono non comparire del tutto.

IL SORRISO DIVENTA CONSAPEVOLE Già A TRE MESI DI VITA, E SERVE PER TENERE LA MAMMA VICINO A SE’

Nasciamo emotivi: il linguaggio dei sentimenti è il primo che impariamo ad esprimere.

Fin dalle prime fasi del suo sviluppo, infatti, l’essere umano è in grado di partecipare attivamente alla comunicazione
non verbale con altre persone.
Secondo gli studi più recenti, già nel feto sono presenti stati di benessere e di sofferenza neurologica, oltre alla
capacità, a partire circa dal quarto mese di gestazione, di ascoltare la voce della madre e del padre e di riconoscerle
poi a poche ore dalla nascita, mostrando una preferenza rispetto ad altre. Nei primi istanti di vita, infatti,
il neonato possiede già un ricco corredo di espressioni emotive differenziate, in grado di comunicare informazioni
all’adulto. Ma non si tratta ancora di emozioni vere e proprie.

LEGAME MADRE-BAMBINO

Tutti gli studiosi sono d’accordo su un punto: la competenza emotiva di una persona si forma a partire dalle prime interazioni con la madre. I precoci “dialoghi” tra mamme e neonato, fatti di sguardi, espressioni facciali e vocalizzazioni, permettono al bambino di passare in breve tempo dall’iniziale attività riflessiva al segnale sociale di risposta a uno stimolo. E’ così che l’espressione emotiva diventa consapevole. Ne è un chiaro esempio il sorriso: nelle prime settimane di vita è legato al sistema neurofisiologico ed è presente sia durante il sonno sia nella veglia, mentre solo dopo la sesta settimana di vita e fino a tre mesi diviene il tipo sociale, cioè provocato da stimoli esterni come il volto, la voce e lo sguardo di un adulto.
Dopo il terzo mese, il piccolo è già in grado di utilizzare il sorriso in modo strumentale, per esempio per catturare
l’attenzione della madre.
Dalle dieci settimane di vita, inoltre, il neonato sa modificare il proprio comportamento in risposta alle diverse
espressioni del volto del genitore. E verso la fine del primo anno, le manifestazioni emotive della madre
influenzano e possono regolare lo stato emotivo e il comportamento del bambino….

Come ti guardo io…..
Attraverso la gestione delle emozioni, infatti, ognuno di noi comincia ad apprendere. Non a caso, le espressioni
facciali delle madri sono strettamente connesse a quelle dei loro piccoli. E ne influenzano lo stato emotivo.
E’ stato provato da numerosi studi: quando il piccolo la mamma da vicino e lei assume un’espressione serena
in volto, facilmente lui sorride, inarca le sopracciglia, schiude la bocca e muove la lingua. Tutti segnali di benessere.
Se lei invece resta inespressiva, distaccata, quasi sicuramente il bebè aggrotta le sopracciglia e corruga
la fronte mostrando smarrimento, fino ad arrivare a un pianto d’angoscia.
Questi scambi espressivi tra mamma e figlio si verificano già intorno ai due mesi di vita e costituiscono un vero e
proprio “ dialogo “ che getta le basi della sincronizzazione con l’interlocutore che svilupperà in seguito.

Ansia contagiosa
La capacità di dialogare con la madre, di segnalare la fame, il freddo e la paura attraverso il pianto sono attive
sin dalla nascita, perché funzionali alla sopravvivenza: secondo alcuni studi hanno il compito evolutivo di
modificare il comportamento all’adulto e di indurlo ad accudire il “cucciolo”. E funzionano.

Segnali di pericolo
L’espressione del volto della mamma serve anche da segnale di pericolo o di fiducia, ed insegna al bambino
quando e di cosa avere paura. Oltre alla paura, tra i due mesi e un anno si esprimono chiaramente anche la rabbia,
la gioia, la tristezza e la collera.

Verso i 15-18 mesi compaiono le emozioni più complesse come la vergogna, l’imbarazzo, il senso di colpa, il
disprezzo e gli stati emotivi misti che caratterizzeranno, poi, il modo di sentire dell’età adolescenziale e adulta. In
quest’epoca, la competenza emotiva si arricchisce anche della capacità di comprendere lo stato emotivo altrui
e infine (intorno ai due anni) il bambino acquisisce la possibilità di ferire intenzionalmente l’altro.
Di più: a partire da quest’età, i bambini sono in grado di mascherare le proprie emozioni. Per esempio, se ricevono
un regalo non gradito sanno già nascondere la delusione, modificando l’espressione del viso.

Il perché delle emozioni che proviamo. Prefazione di Deepak Chopra

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Per quale motivo sentiamo quel che sentiamo? In che modo i pensieri influiscono sulla nostra salute fisica? Corpo e mente sono separati oppure funzionano in sintonia? In questo libro fondamentale la neuroscienziata Candace Pert fornisce risposte sorprendenti e risolutive a questi interrogativi che tengono impegnati da secoli scienziati e filosofi.

Accertando l’esistenza delle basi bio-molecolari delle nostre emozioni e illustrando le sue scoperte in modo chiaro e accessibile, l’autrice ci consente di comprendere noi stessi, le nostre sensazioni e i complessi rapporti tra mente e corpo. «Un’interessante sintesi del rapporto tra corpo, mente e spirito, con un approccio scientifico e spirituale al tempo stesso.»