Prendere Tutto il Bello della Vita

Ruba tutti i colori del mondo e dipingi la tela della tua vita eliminando il grigio delle paure e delle ansie.

Abbandona i tuoi vecchi abiti mentali e vestiti di allegria.

Omar Falworth

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Che bello avvertire la meravigliosa sensazione di amare ed essere amati!
Che bello fare all’amore con la persona dei nostri sogni!
Che bello partire per splendidi viaggi in luoghi da favola!

Queste ed altre “978.654 sono tutte le squisite pietanze che ci offre l’infinita mensa della vita”.
Ma noi, distratti da tanti problemi, ne vediamo e ne prendiamo soltanto una piccolissima parte.
Questo libro ci fa scoprire e ci insegna a gustare tutte le cose belle della vita di cui non immaginiamo neppure l’esistenza.

Tornare bambini per essere felici

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A volte abbiamo l’impressione di essere troppo complicati. È come se portassimo addosso degli abiti eccessivamente pesanti, delle acconciature troppo elaborate o delle scarpe strette… Allora, uno si ricorda di quando era bambino e non c’era il problema dell’apparire; ti ricordi di quando giocavi nudo su una spiaggia, con l’acqua del mare che ti lambiva le punte dei piedi e il sole che ti accarezzava la pelle. E non pensavi a niente.

Quando siamo piccoli, infatti, non ci facciamo domande, non “sentiamo” il passato o il futuro: il nostro unico impegno è il gioco di oggi, il nostro “lavoro” è il fare, il galleggiare nell’esistenza senza farci domande. Poi cresciamo, incontriamo genitori e maestri, siamo costretti a plasmarci su un modello che ci è del tutto estraneo.

La mente si sviluppa, si arricchisce, i sensi iniziano a scivolare lentamente in secondo piano, il cervello diventa la nostra priorità, il nostro biglietto da visita. E così quel bambino libero che eravamo muore, muore per sempre…

Ancora una volta ci fissiamo su un ragionamento conformista, tipico delle persone “mature”: che cosa significa affermare che il bambino di un tempo “muore per sempre”? Chi siamo noi per poter parlare di un’eternità? Rileggiamo con attenzione le parole di Giovanni Pascoli, che scrive e pubblica Il fanciullino tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento: “il fanciullino è il bambino che è in noi e continua a rimanere tale anche quando ingrossiamo e arrugginiamo la voce, anche quando – una volta adulti – siamo occupati a litigare e a perorare la causa della nostra vita”.

A differenza nostra, il fanciullino è flessibile, sa scoprire nelle cose le somiglianze e le relazioni più ingegnose». Il fanciullino è veloce, intuitivo, anticonformista, riesce a scavalcare i meccanismi ovvi e scontati della logica “adulta”; il fanciullino focalizza un dettaglio e ci inventa attorno un mondo. E non gli importa nulla delle superstizioni, delle credenze, delle passioni, dei condizionamenti ambientali, familiari, culturali, religiosi. A noi che cosa è rimasto di tutta questa freschezza?

Dove hai messo il tuo “fanciullino”?

Vi siete mai chiesti perché, in questa fase di transizione fra Millenni, avvertiamo un profondo bisogno di colore, di fedi “alternative”, di candele, di cristalli? Come mai abbiamo trasformato le nostre case in “sale giochi” arredate con mobili variopinti, ironici, morbidi, ludici? Perché lavoriamo su computer colorati come caramelle, perché ci mettiamo alla guida di automobili piccole come giocattoli, dalle forme morbide e rassicuranti? Forse è perché l’umanità ha bisogno di un po’ di sorriso. E anche noi abbiamo voglia di ritornare nella nostra stanza dei giochi.

Quello che noi adulti scambiamo per esibizionismo da contenere e punire è in realtà un’esigenza profonda dei bambini, sulla quale dovremmo riflettere: i bambini – soprattutto quelli molto piccoli – appena possono tendono a svestirsi, a eliminare il superfluo, e sono felici soprattutto quando riescono a stare nudi. Lo stesso vale per noi, che ovviamente non andiamo in giro senza vestiti, ma tuttavia dovremmo cercare – non appena possibile -di toglierci per un po’ i nostri abiti mentali, di mettere da parte le nostre sovrastrutture ingombranti.

Guardiamoci attorno: noi “grandi” siamo sempre troppo coperti, troppo rigidi, troppo “seri”, troppo gravati da schemi, da impegni (pratici o psicologici) e incombenze di ogni sorta.

Osserviamo invece i bambini: mentre giocano entrano in un mondo incantato, in un “non luogo” in cui non valgono più gli schemi della comunicazione tradizionale né i paradigmi mentali degli “adulti”.

In questo spazio magico e privato, che tuttavia può essere aperto a chiunque chieda di partecipare sottostando alle “non regole” del gioco, i bambini possono restare per ore in silenzio o comunicare usando strani linguaggi per noi privi di significato apparente. Eppure si intendono, anche quando appartengono a razze o estrazioni sociali diverse: il loro fare fluisce sereno e senza intoppi all’interno di un “non tempo” di speciale forza creativa., dove non si avverte la necessità di alcuna spiegazione.

Così, anche senza saperlo, il bambino mette in pratica attraverso la dinamica del gioco quello che gli antichi greci chiamavano “eudemonismo”, cioè la ricerca della felicità. Ma lo fa in maniera spontanea, libera, senza “pensare” a quello che sta facendo.

E a volte, come adulti, ci viene la tentazione di chiedere ai bambini che cosa fanno nel loro mondo segreto, chi sono i loro amici, come funzionano i loro giochi: nella stragrande maggioranza dei casi, un bambino ci risponderà con una bugia.

È giusto che sia così: noi non possiamo capire. O meglio: il nostro errore consiste proprio nello sforzo di “capire”. Mentre ci dovremmo semplicemente limitare a “essere“, anche noi, dentro la nostra stanza dei giochi.


Prentice Mulford ci spiega, in maniera magistrale, quanto i pensieri siano importanti per orientare e dirigere la nostra vita e i nostri rapporti con gli altri.
Pensieri e sogni sono strumenti molto potenti che abbiamo a disposizione e che ci permettono di spostarci ovunque e di influenzare altre persone anche da lontano.Questa raccolta, così particolare, unica e straordinaria, affascinerà il lettore e può davvero comunicargli una nuova fiducia nelle proprie risorse nascoste.
Il segreto per esprimere il meglio di te ci permette infatti di ritrovare quella parte di noi stessi che la routine di tutti i giorni tende a trascurare. Mulford mette in evidenza i vantaggi che si possono ottenere quando ci facciamo guidare da valori, principi e atteggiamenti che ci consentono di affrontare e reagire agli eventi della vita con animo sereno e senza paura.Un’opera indispensabile per tutti, da tenere sempre a portata di mano, per risolvere le vicende più complicate della nostra esistenza, e capace di insegnarci a concentrare la nostra attenzione e sensibilità, in modo da utilizzare al meglio gli eccezionali poteri racchiusi in ognuno di noi.Compralo su Macrolibrarsi