Balena, vengo anch’io! – Susanne Strasser

Oggi è il giorno del bagno.
La balena è nella vasca.

Come si sta bene!

Capita mai a voi mamme di fare un bagno rilassante, da sole, senza interruzioni? Ecco, non capita mai nemmeno alla balena!!
 😄
La balena è seduta nella vasca da bagno e si gode il bagno. Poi arriva la tartaruga lamentandosi del mal di schiena e vuole fare il bagno anche lei.
“Entra!” Dice la balena.
Ma la sua generosità viene davvero messa alla prova perché, ad interrompere il bagno rilassante, arriva anche il castoro che entra nel bagno, tremante.
“Entra!” Dice la balena.
Ora sono tre.
Ma non è finita 😄 arriva pure il fenicottero con le zampe sporche, poi l’orso polare puzzolente e il bambino che vuole sguazzare e giocare con la sua barca.
Ora sono in sei e la balena si sta sentendo troppo a disagio. Prima si abbassa in modo che non possiamo più vederla, e poi risale con un grande tonfo. Tutti vengono gettati fuori dalla vasca in un arco alto.
Ecco fatto! Ora la balena ha finalmente di nuovo la sua pace nella vasca e gli altri?!
Beh forse possono tranquillamente sguazzare nel bagno allagato!😄Splendido!
Balena, vengo anch’io! di Susanne Strasser edito da Terre di Mezzo convince eccome!
Piace, come il suo predecessore (“La torta è troppo in alto!”), con una storia semplice ma divertente.
La vasca da bagno sta diventando sempre più piena, come in realtà non può essere, perché nessuna balena sta bene in una vasca da bagno. Anche i più piccoli capiscono questo senso dell’umorismo. I semplici dialoghi vengono ripetuti non appena un nuovo animale entra nella stanza. I bambini riconoscono queste ripetizioni, le apprezzano e presto possono avere voce in capitolo.
Quando tutti gli animali sono nella vasca e la balena è sommersa, arriva il climax.
Cosa pensi che stia facendo la balena? 
E “splash” è seguito da un grande divertimento e tutti si godono l’acqua calda.
Le illustrazioni di questo libro illustrato cartonato sono adatte ai più piccoli, in quanto i contorni sono molto chiari e gli animali sono facili da riconoscere.
Già alla prima lettura si fa amare dai bambini e per renderla un evento di lettura speciale, non ci rimane che leggerla mettendoci nei panni dei diversi personaggi. Ecco che la balena parla pacata e rilassata, mentre la tartaruga supplica con un mal di schiena lacrimoso, il castoro batte i denti per il freddo, il fenicottero trova buffi i suoi piedi sporchi e l’orso polare storce il naso davanti a sé😉
La trama semplice è adatta anche per una semplice rappresentazione scenica nella scuola materna.
Insieme con i bambini leggiamo la storia e sembriamo dolorosi, tremanti, divertiti, ficcanaso e felici. Quindi dopo aver distribuito i ruoli non rimane che  pensare a divertenti travestimenti per gli animali corrispondenti. Travestimenti che si possono fare con materiali di recupero, con carta e ritagli di tessuto. 
Attenzione questa lettura esilarante crea dipendenza nei bimbi….vorranno fare il bagnetto spesso!!!😄😄😄
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Avrò cura di Te – Maria Loretta Giraldo

C’era una volta un minuscolo seme.
Era così piccolo, nel vasto mondo, che si sentiva sperduto.
Il Cielo, l’Acqua e la Terra lo videro e provarono tenerezza per lui.
La Terra disse al seme:
“Non temere, Io avrò cura di te”.
E lo raccolse tra le sue zolle morbide.

Un piccolo seme si ritrova tutto indifeso e solo nell’immensità del mondo, fragile e senza riparo.
Allora la Terra, poi il Cielo e l’Acqua ne hanno compassione e provano tenerezza per lui, ecco che lo accolgono con amore, lo dissetano, lo nutrono, lo scaldano.
Terra, Cielo e Acqua, con dolcezza, lo rassicurano: “Non temere. Io avrò cura di te”.
Diventò un albero, grande e forte.

L’Acqua disse al seme:
«Non temere. Io avrò cura di te».
E lo dissetò con piccole gocce trasparenti.

Il Cielo disse:
«Non temere. Io avrò cura di te».
E fece sorgere un sole caldo e vigoroso.

Avrò cura di te edito da Camelozampa è un libro illustrato toccante e poetico sul prendersi cura, dedicato a quei legami di solidarietà e fratellanza che compongono le nostre vite.

Il testo di Maria Loretta Giraldo è limpido ed essenziale arricchito e vivificato dalle splendide illustrazioni di Nicoletta Bertelle, troviamo in ogni pagina esplosioni di colore.

Nella storia scopriamo come quel seme, dopo essere stato amato e protetto, cresce fino a diventare un albero rigoglioso e forte, pieno di bellissimi fiori.
A quel punto pare quasi la natura gli ha mostrato quanto sia importante prendersi cura e dare protezione. Lui lo fa senza esitazione alcuna, accogliendo tra i suoi rami giovani e forti una minuscola e coloratissima capinera.
Ora tocca a lui, dire al piccolo uccellino “Io avrò cura di te”.

La capinera, sentendosi accolta e amata costruisce fra quei rami il nido per deporre il suo uovo, che si schiude facendo nascere un uccellino che con Amore e cura naturalmente la mamma accudisce.
E’ il ciclo della vita, della natura; infatti quando i fiori dell’albero lasciano pian piano il posto a bellissime mele color rubino, solo un frutto non viene raccolto.


Con il Vento l’ultimo frutto cade ma uno dei suoi semi finisce in un luogo inospitale. Sentendo il dolore del grande albero, la capinera si impegna per portare in salvo quel piccolo seme.
All’albero che ora piange e che con cura l’ha protetta lei dice:
“Non temere, io avrò cura di lui”.

Tutto comincia sempre da qualcosa di minuscolo, specialmente la vita e quel piccolo semina ora diventato un forte albero ce lo ricorda con naturalezza e amore.
Il piccolo seme è un’inizio da cui parte qualcosa di grande.
E’ quel flusso vitale che non si ferma mai, sono tutti gli elementi che collaborano per creare qualcosa di speciale che poi cresce, diventa forte e poi… ricomincia tutto da capo

Avrò cura di te è una storia che profuma di vita è vibrante di speranza e cura che si perpetuano ma che vengono riscattati di generazione in generazione grazie all’amore e al bene che nonostante tutto vivono ancora nell’animo umano

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La Lepre che andava di fretta – Timothy Knapman

Harry andava sempre di fretta.
Mangiava velocemente
Parlava velocemente…

La lepre Harry è sempre attiva in una corsa frenetica per fare tutto e andare ovunque, tanto che è incline a causare il caos ovunque vada.


Evita a filo grossi pericoli, come cadere in un grande buco o in un cespuglio spinoso mentre sfreccia sul suo monopattino fino a quando improvvisamente si ritrova a sfrecciare in aria e dentro ad uno stagno.


Fortunatamente Tom, la tartaruga lo ripesca, compreso di monopattino alla mano 😀 ed è anche così gentile che si offre di aiutarlo a riprendersi dalle botte e per riparare il monopattino scassato.
Essere una tartaruga, tuttavia, significa che qualunque cosa Tom faccia, è a una velocità estremamente lenta e inevitabilmente sarà così con il compito che ha gentilmente intrapreso.


Harry non ha molte alternative, ma questa è la vera occasione per lui.
Fermarsi ad osservare ad apprezzare tutte le cose semplici e quotidiane che lo circondano dentro la casa di Tom e in mezzo alla natura.

La Lepre che andava di fretta di Timothy Knapman edito da Valentina Edizioni è sicuramente una storia che fa sorridere grandi e piccini, contiene messaggi seri sulla gentilezza, l’amicizia e l’importanza di prendersi del tempo per godersi tutto ciò che il rallentamento offre, non ultimo le interazioni bonarie con gli altri e la bellezza del mondo naturale.

“Harry non se ne accorse nemmeno.
Fece un respiro profondo…
…e per la prima volta
osservò il mondo per davvero.”

E’ una tenera e divertente rivisitazione della storia della lepre e della tartaruga, che ci invita a riflettere su quanto di bello perdiamo della vita andando sempre di fretta.

La lepre apre la storia con le sue corse travolgenti verso qualunque destinazione incurante di ostacoli e limiti, a un certo punto quell’incidente la costringe a una sosta forzata i cui tempi sono dettati da una lenta tartaruga, tempi nuovi che gli permetteranno di apprezzare la calma e la lentezza, praticamente un nuovo mondo di bellezza da osservare e gustare oltre alla speciale occasione di far nascere una nuova amicizia.

Le illustrazioni espressive di Gemma Merino orchestrano brillantemente l’azione, esaltando i contrasti tra i personaggi con umorismo gentile e fornendo molti tocchi divertenti, non ultime le attività del topolino e di altre creature non menzionate – una ricompensa in più per chi legge 😉

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Il maglione della Mamma – Jayde Perkin

“Ti voglio bene” abbiamo detto alla mamma
Siamo usciti dall’ospedale.
Avrei tanto voluto che la mamma potesse venire con noi.

E’ difficile continuare a vivere come prima quando la mamma non c’è più. In questa storia delicata e sensibile, una bambina cerca i modi per affrontare la rabbia, la solitudine e la gelosia che la morte può creare.


Trova conforto nel vecchio maglione della sua mamma, e pian piano scopre che il dolore non si riduce necessariamente nel tempo, ma a poco a poco, giorno dopo giorno…

Lei adorava questo maglione.
Anch’io lo adoro
Ha il suo profumo.
Papà dice che il dolore è come il maglione della mamma.
Il maglione resterà sempre della stessa misura,
ma pian piano sarò io a crescerci dentro.

Il maglione della mamma di Jayde Perkin pubblicato da Salani editore, affronta la perdita e il dolore attraverso gli occhi di una bambina la cui madre se nè andata in cielo e lei lotta su come sentirsi: come riesce a superare questo evento? Perché è arrabbiata e gelosa di coloro che guariscono più velocemente? Come “dovrebbe” sentirsi? Quando scopre uno dei maglioni di sua madre, trova conforto nell’indossarlo come promemoria.
Il libro affronta il tema più difficile in assoluto: quello della perdita. E si inserisce in un filone narrativo che ha questo aspetto della vita dei piccoli dedica molta attenzione.

La vivacità dei colori nelle illustrazioni bilancia davvero la pesantezza del testo, ma il messaggio è chiaro a prescindere: non importa quanto sia buio il giorno, ci aspettano giorni più luminosi. L’idea della solitudine è portata a casa in modo impeccabile poiché la bambina è raramente raffigurata da sola su una pagina, e anche quando lo è, c’è un certo livello di caos raffigurato intorno a lei o da lei. L’unica eccezione a questo è il momento di chiarezza verso la fine in cui si rende conto che anche se il suo dolore potrebbe essere sempre lì, il suo mondo crescerà e il dolore si sentirà più piccolo: la ragazza appare completamente sola, irrigando un giardino che cresce attraverso da sinistra a destra su uno sfondo completamente bianco. Come la diffusione, il cuore della bambina è aperto e ordinato, ed è pronta a crescere e continuare a vivere.

Il maglione della mamma, come racconta l’autrice, è autobiografico, quando è mancata la sua mamma ha messo le sue emozioni nei panni di una persona molto più giovane cercando di dare un senso al dolore in quel modo. Esplorando così l’idea che non solo “superiamo” il dolore, e che è molto più complicato di così, ma cresciamo, cambiamo. Il dolore non si limita a “svanire”, ma gli facciamo spazio nel nostro mondo.

Sento la mia mamma in ogni cosa.
E’ nell’aria, nel mare,
è nei fiori, e dentro di me.

Delicato ed emozionante, toccante e diretto, per affrontare la perdita a cuore aperto e passo dopo passo, giorno dopo giorno, andare incontro alla vita protetti dall’abbraccio di un maglione.

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