L’ascensore – Daniele Bergesio

Quante cose si possono fare d’estate?
Giocare in cortile, correre in bicicletta, fare un picnic…
Ma sarà il caldo, saranno le vacanze che si portano
via gli amici, talvolta persino l’estate può essere una stagione noiosa.

La storia della piccola Iris, ci rapisce dalla prima pagina, piena di pulsanti, per portarci sopra fino all’ultimo piano… Lei è lì annoiata, quasi imbronciata, con i suoi capelli ricci color carota, è assorta nei suoi pensieri, quando entra in casa, annoiata, sale in ascensore e pigia il primo bottone…

Uno dopo l’altro, primo piano, secondo piano, terzo ..quarto piano, ad ogni fermata Iris riscopre qualcosa dai suoi buffi familiari: a partire dalla mamma che la invita a collaborare per le faccende di casa, poi c’è il ricordo della nonna che le insegna l’importanda di conservare, lo zio scrittore, il nonno che le racconta i suoi viaggi e impara l’importanza di cercarsi, il cugino….


Ognuno di loro, a modo suo, la coinvolge nella propria quotidianità e Iris inizia così senza nemmeno rendersene conto a scoprire l’importanza e la bellezza di quelle piccole cose, che ci riservano il piacere della scoperta.

L’ascensore di Daniele Bergesio edito da Verbavolant, è un libro illustrato davvero meraviglioso, dal formato davvero unico e inusuale, che replica quasi con magia il percorso dell’ascensore e ne rivela, piano dopo piano, cosa accade nella casa e nella giornata della piccola Iris.
Ogni piano una bella scoperta, ogni piano un personaggio con la sua storia..ed ecco salendo, piano dopo piano anche la storia di Iris prende forma.
All’ultimo piano la camera di Iris, una scrivania e tanto spazio libero…ora è lo spazio perfetto per liberare la fantasia.

E’ come un viaggio e nella sua struttura ricorda proprio quello che facciamo ogni volta che varchiamo la porta di casa e schiacciamo un tasto…o ci perdiamo nei ricordi che le stanze raccontano.
E’ come un viaggio di crescita, insieme a Iris ci spostiamo tra i piani di una grande casa dove ogni stanza trasuda vissuti, ricordi, emozioni e storie. Ecco dunque che dolcemente è un albo metaforico sulla vita, sulla crescita di iris e dei bambini che, pian piano e piano dopo piano affronteranno una sfida, un’avventura diversa per crescere..e non si sa, dato che non sempre si può schiacciare il bottone, se sarà una nuova avventura in discesa o salita..ma forse poco importa, l’importante è farne tesoro e ritrovare poi qualcosa di nuovo dentro.

Proprio così, Iris, mentre sale, raccoglie oggetti, piccoli scarti, avanzi delle altre vite delle persone care che incontra.
E arriviamo fino al tetto … dove tutti i pezzi trovano una loro forma.

L’ascensore, oltre ad affascinare piccoli e adulti, con la sua struttura a “salita” e con le illustrazioni di Olha Muzychenko delicate e ricche di dettagli ci ricorda il valore, il ruolo delle nostre radici e l’importanza di provare a costruire e comporrre una nostra strada.

Per chi ama esplorare, scoprire e conoscere
Per chi è sempre alla ricerca di qualcosa
Per chi cerca un libro che ricordi il valore della famiglia…
un libro che profuma di vita…

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Lo scopo della vita

loto

Perseguire la felicità è lo scopo stesso della vita: è evidente.
Che crediamo o no in una religione, che crediamo o no in questa o
quella religione, tutti noi, nella vita, cerchiamo qualcosa di
meglio. Perciò penso che la direzione stessa dell’esistenza sia la
felicità…”

Con queste parole, pronunciate davanti al folto pubblico
dell’Arizona, il Dalai Lama andò subito al nocciolo della questione.
Ma il fatto che avesse definito la felicità lo scopo della vita mi
indusse a pormi in cuor mio una domanda. In seguito, quando fummo
soli, gli chiesi:

“Lei è felice?”.
” rispose. Fece una pausa, poi confermò: “Sì… senza dubbio“.
La pacata sincerità del suo tono non lasciava adito a dubbi; e questa
sincerità si rifletteva anche nell’espressione degli occhi.
“Ma la felicità è un obiettivo ragionevole per la maggior parte
della gente?”

domandai. “E’ davvero possibile?”
Sì. Credo che la felicità si possa ottenere addestrando la mente.
A livello puramente umano, non potevo non approvare l’idea che la
felicità fosse un obiettivo raggiungibile. Ma, come psichiatra, ero
condizionato da concezioni come quella di Freud, secondo il quale
“viene da pensare che la volontà che l’uomo fosse “felice” non
rientrasse nel piano della “Creazione””. Questo bagaglio culturale ha
indotto molti miei colleghi a concludere tristemente che il massimo
che si possa sperare sia di “trasformare l’infelicità isterica in
infelicità comune”
. In questo senso l’idea che vi fosse un preciso
sentiero diretto verso la gioia mi pareva rivoluzionaria. Se
riflettevo sui miei anni di esperienza in campo psichiatrico, non
riuscivo praticamente a ricordare di aver sentito anche solo nominare
il termine “felicità” nell’ambito degli obiettivi terapeutici. Certo,
si parlava molto di alleviare nei pazienti sintomi come la
depressione o l’ansia, di risolvere conflitti interni o problemi di
relazione, ma non si diceva mai esplicitamente che lo scopo fosse
quello di perseguire la felicità.
[..] Data la mia mentalità occidentale, non giudicavo quello stato dell’anima una cosa
che si potesse ottenere e conservare solo “addestrando la mente”.
Appena sollevai l’obiezione, il Dalai Lama mi diede immediati
chiarimenti. “In questo contesto, quando parlo di “addestramento
della mente” non intendo con “mente” solo le capacità cognitive o
l’intelletto, ma assegno al termine il significato della parola
tibetana sem, che è assai più ampio, più simile a “psiche” o
spirito“, e include sentimento e intelletto, cuore e cervello.
Adottando una certa disciplina interiore, possiamo mutare il nostro
atteggiamento, la nostra intera visione del mondo e il nostro
approccio alla vita.

“Tale disciplina interiore può naturalmente comprendere molte cose,
molti metodi. Ma in genere si inizia con l’identificare i fattori che
conducono alla felicità e quelli che conducono alla sofferenza. Fatto
questo, bisogna cominciare a eliminare a poco a poco i secondi e a
coltivare i primi. Questo è il sistema.”

Il Dalai Lama afferma di aver trovato il suo equilibrio, la sua
felicità personale. E per tutta la settimana da lui trascorsa in
Arizona, osservai spesso come questa felicità personale si traducesse
nella volontà di andare incontro agli altri, di esprimere sentimenti
di empatia e comprensione anche negli incontri più brevi.
Una mattina, dopo aver tenuto la consueta conferenza, s’incamminò,
circondato dal seguito, lungo il patio esterno che conduceva alla sua
stanza d’albergo. Avendo notato vicino all’ascensore una delle
cameriere dell’hotel, si fermò e le chiese di dove fosse. Per un
attimo la donna parve intimidita da quel personaggio esotico con la
veste rosso scuro e da quell’entourage che lo trattava con deferenza,
poi però sorrise e rispose schiva: “Sono messicana”. Egli si
trattenne un attimo a parlare con lei, poi proseguì, lasciandola
visibilmente contenta ed emozionata. La mattina dopo, alla stessa
ora, la cameriera si fece trovare nello stesso luogo assieme a una
compagna, e le due salutarono calorosamente il Dalai Lama quando
questi entrò in ascensore. Lo scambio di cortesie fu breve, ma le due
donne tornarono al lavoro con aria assai felice. Giorno dopo giorno,
il gruppo di tibetani incontrò sempre più cameriere nell’ora e nel
luogo designati, finchè al termine della settimana, lungo il patio
che conduceva agli ascensori, a salutare l’ospite illustre c’era
un’intera fila di donne con l’impeccabile divisa bianca e grigia.

Abbiamo i giorni contati.

Ogni momento nascono nel mondo molte
migliaia di bambini e, di questi, alcuni vivranno solo pochi giorni o
settimane per poi soccombere tragicamente a una malattia o ad altre
disgrazie, mentre altri camperanno cento o più anni, assaporando
tutte le cose che la vita ha da offrire: successo, disperazione,
gioia, odio e amore. Non sappiamo chi avrà una buona o una cattiva
sorte. Ma che viviamo un giorno o un secolo, la domanda fondamentale è
la stessa:

Che senso ha la vita?

Che cosa la rende degna di essere vissuta?

Tratto dal libro:



Dalai Lama Howard C. Cutler

L’Arte della Felicità

Oscar mondadori
ISBN: 8804486848

Prezzo € 8,40

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