Un cammino interiore con la Fiaba

fantasia

Oltre ad un susseguirsi di fatti fantastici, la fiaba è anche un cammino interiore percorso senza muoversi: fare grandi cose stando fermi nella propria stanza.

E’ un tornare a casa, un ritorno alle origini, alle radici, un cambiamento dolce, dunque un cammino interiore senza stanchezza. Volare dentro ad ogni cosa, volare nell’acqua e nuotare tra le nuvole.

Ciò che sembra non servire è utile comunque. Niente è nulla: anche un’apparente nullità come un sassolino, nelle fiabe può essere un amuleto magico, un mistero…

Una briciola può contenere un paesaggio fatato, un intero universo… E non è così anche nella realtà? Il microcosmo con le sue particelle, non è forse lo specchio del macrocosmo…, dell’Universo intero, che nella fiaba si anima? La nostra fantasia in fondo non può che contemplare ciò che già conosce, compresa quella parte di realtà che spesso si cela ai nostri occhi.

La fiaba potrebbe essere definita anche come una sequenza di simboli che comunicano su due piani contemporaneamente: quello della coscienza, che deve comprendere utilizzando la sua parte razionale, e quello più profondo dell’inconscio che lo rielaborerà al di là dei limiti della mente e nell’ambito di un sapere antichissimo e comune a tutta quanta l’umanità.

Con la scrittura della fiaba attiviamo principalmente la parte destra del cervello e automaticamente ci proiettiamo in una dimensione di rilassamento e creatività, ricreando la medesima condizione che si ha, per esempio durante la meditazione, la recita di mantra… o più semplicemente mentre cuciniamo, dipingiamo etc…. Condizione questa, di grande ricettività al cambiamento. Ecco perché già solo per questo fatto la fiaba e’ terapeutica!

Inoltre, appena iniziamo a scriverla, mettiamo in moto diverse energie dentro di noi, secondo il principio che le nostre caratteristiche interiori sono riassunte in ogni simbolo contemplato dal racconto.

Dato che ogni simbolo possiede una forma ed una sostanza con piena capacità di interazione, acquisisce automaticamente il potere di movimento, vitalità e azione con e verso la struttura circostante dell’universo immaginativo. Quest’ultimo è un luogo rappresentativo, un piccolo frammento spazio/temporale della nostra psiche, che prende vita nell’ambito del dispiegarsi degli avvenimenti fiabeschi.

Come apparirà chiaro, in questo lavoro il simbolo crea un punto di riferimento importante, grazie al quale l’immagine che la fiaba fornirà nel suo insieme costituirà una struttura di riferimento, che darà la misura esatta della correzione da apportare nell’immaginario profondo della persona.

Conseguentemente questo tipo di terapia agisce proprio sugli aspetti che in noi si discostano dall’oggettività del simbolo, dalle piu’ elevate qualità che esso rappresenta: infatti con la fiaba contattiamo gli archetipi, cioè i punti di riferimento, i baluardi, i modelli originali di cui il mondo materiale e’ una conseguente copia.

Fondamentalmente la fiaba-terapia sfrutta la caratteristica secondo la quale la psiche umana ha un suo istinto di guarigione che si manifesta al massimo del suo potenziale, proprio in uno spazio rappresentativo e specifico come il racconto fantastico, appunto.

Nella fiaba questo spazio inizia a vivere gia’ dal “C’era una volta tanto tanto tempo fa…..”

Inizio magico che proietta la persona automaticamente nel regno della profondità della psiche, nello spazio idealmente perfetto, grazie al quale tutto il simbolismo, salito dall’inconscio, può’ vivere come nei sogni, liberamente e senza l’intromissione della mente razionale, che invece interagirà solo in un secondo tempo, tirando le fila e i nessi logici del materiale emerso.

Una rappresentazione simbolica come la fiaba rende pertanto la nostra mente testimone delle tematiche inconsce e dei processi profondi di trasformazione. In tal modo la nostra razionalità, pur comprendendo, permane in uno stato di sano distacco. Essa non può che prendere atto di quanto avviene e interagire con i medesimi strumenti, cioè i simboli, limitando a se stessa l’espletamento della sua unica funzione: comprendere e dedurre in modo logico, SENZA le sovrastrutture interpretative e teoriche, che la parte sinistra del cervello tenta sempre di anteporre alla destra.

La qualità “dell’essere testimone” si espleta anche grazie all’automatica identificazione col protagonista, che mette la persona nelle condizioni di sapere (anche se inizialmente solo a livello inconscio) che il successo può essere prima o poi raggiunto, cosi’ come lo ha raggiunto il suo eroe del racconto.

Il lavoro terapeutico e’ supportato proprio dalla magia della fiaba, che conduce per mano colui che la scrive (o che la ascolta), proiettandolo nel regno del fantastico, del tutto possibile, dove tutto e’ realizzabile.

Nella fiaba infatti ogni cosa può cambiare rapidamente… al semplice tocco di una bacchetta magica, o al rintocco di un orologio. In altre parole, ciò che nella realtà sarebbe percepito come un “miracolo quasi impossibile”, nella scrittura delle storie fantastiche diventa automaticamente plausibile, contemplato, e quindi preso in considerazione nel profondo di noi stessi, già da quel medesimo istante.

Ogni simbolo ha carattere evocativo, cosi’ come qualsiasi insieme di azioni costituenti un racconto. L’evocazione e’ una grande capacita’ creativa e terapeutica della mente; essa si fonda principalmente sull’aver lanciato un impulso, come ad es. un sassolino che per conseguenza farà tanti cerchi nell’acqua.

Ogni cosa, elemento, entità hanno carattere evocativo, in quanto la mente DEVE poter completare l’input iniziale: se pianto un seme… ne colgo già l’immagine della futura pianta nella sua totalità e bellezza.

Come diceva R. Campbell (1990), ” la metafora è un’immagine che suggerisce qualcos’altro”.

Aggiungo per esperienza, che il mare di simboli e di azioni metaforiche nel profondo della persona costituiscono già un andare “oltre” e pertanto questo lo sarà anche successivamente nella realtà della vita, come conseguenza fisiologica.

Ecco perche’ i simboli e la fantasia con tutte le loro possibili combinazioni di ambienti, personaggi e azioni, sono praticamente infiniti, cosi’ come infinito e’ il loro potenziale guaritivo.

Possiamo quindi concludere affermando che con la fiaba c’è un varcare i confini dei propri limiti, sublimando il concetto secondo il quale il fantastico e’ già oltre qualsiasi confine !


Edouard Brasey Jean-Pascal Debailleul

Vivere la Magia delle Fiabe

Come il meraviglioso può cambiare la nostra vita

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Le fiabe sono generalmente considerate alla stregua di storie inventate per addormentare i bambini. Tuttavia, oltre a questo primo livello di lettura, molti racconti racchiudono un potente sapere iniziatico.

Destinate a risvegliare l’uomo, a condurlo a una migliore consapevolezza di sé, le fiabe ci parlano di noi, della via che dobbiamo seguire per pervenire al pieno compimento delle nostre potenzialità.

Ma le rane che parlano, i castelli incantati, le vecchie dame che operano miracoli sono immagini che non sappiamo decodificare. Partendo dall’analisi di una quarantina di fiabe del repertorio tradizionale, dieci “chiavi di lettura” ci invitano a vivere la magia delle fiabe, in una originale esplorazione di noi stessi e della nostra storia personale. Decifrare il vocabolario simbolico di questi racconti consente di operare profondi mutamenti nel nostro vissuto quotidiano.

La funzione segreta delle fiabe ci viene rivelata per comprendere meglio le nostre imperfezioni, le nostre fughe e i nostri blocchi, per scoprire il “meraviglioso” che si trova proprio nella vita di tutti i giorni, per trovare una rinnovata energia capace di farci osare una autentica trasformazione.


Verena KastLe Fiabe che Curano

Racconti popolari e psicoterapia

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Cappuccetto Rosso, il piccolo sarto, la Regina delle nevi, la principessa sfortunata… Chi non si è mai identificato con loro? Come i sogni, anche le fiabe hanno molto da dirci su noi stessi: su come siamo e su come potremmo essere.

I racconti che un tempo ci hanno affascinato o che ancor oggi ci affascinano esprimono qualcosa su di noi, sui nostri desideri e nostalgie. Ci mostrano il comportamento di uomini con i quali vorremmo identificarci, le persone che vorremmo essere. Analizzandole più nel dettaglio, scopriamo anche che queste storie ci comunicano qualcosa dei nostri problemi, e descrivono come altri li affrontano e li risolvono.

Costruisci la fiducia

energia
La confidenza e la fiducia si costruiscono dall’interno.
Così ogni volta che vuoi realizzare qualcosa, immagina te stessa/o come se l’avessi già realizzato. Visualizza te stessa/o come una persona riuscita, rendi l’immagine vivida e reale nella tua mente.
Chiudi gli occhi e immagina tutti i dettagli, come ti senti, come ti comporti, come si comportano gli altri in risposta alla tua nuova attitudine. Infine trasforma tutto questo in azione. Come pensi di essere così sei.

Per ricordare a tutti il “cambiamento”.
Ogni volta che ci comportiamo coerentemente con la nostra identità, con ciò che crediamo di essere, ci sentiamo noi stessi e questa è la massima sensazione di certezza che si possiamo avere. Per questo spesso per giustificare il nostro comportamento ricorriamo all’espressione: “Io sono fatto così!”, rinforzando in questo modo la nostra sicurezza.
Tuttavia, al tempo stesso, le convinzioni circa la nostra identità limitano le nostre possibilità di crescita.
Quanto più siamo attaccati al nostro modo di essere e all’idea che “siamo fatti così”, tanto più questo crea resistenza ai cambiamenti che noi stessi desideriamo fare.

Un vero cambiamento può dirsi tale solamente quando cambia l’identità della persona, quando cioè cambia ciò che crede di se stesso e quindi come si vede nei confronti di quella determinata situazione. Ecco perché, ad esempio, molte persone, pur restando per lungo tempo senza toccare una sigaretta, non riescono a smettere di fumare definitivamente.
Ciò accade perché, con tutta probabilità, a un livello più profondo non sono cambiate le loro convinzioni riguardo al fumo e, soprattutto, non è cambiata la loro identità, che è rimasta almeno in parte quella del fumatore.
Allo stesso modo chi non si sente portato per una data cosa (ballare, imparare una lingua, usare un pc…) non potrà mai riuscirvi appieno.
Al contrario, quanto più siamo in grado di mettere in discussione l’idea che abbiamo di noi stessi, quanto più riusciamo ad essere flessibili e malleabili caratterialmente.
Più l’immagine che abbiamo di noi stessi è ampia e sfaccettata e più riusciamo a vederci e sentirci adeguati in ruoli diversi, in modi di essere e di fare diversi, tanto più ci sarà facile vivere positivamente il cambiamento, evolverci, migliorare ed essere realmente felici.
Per trovare la pace interiore, pratica l’autocontrollo; non disperdere le tue energie, ma tienile a freno e dirigile in modo utile…
Per trovare la pace interiore, dedicati con piena attenzione e interesse a tutto ciò che fai…
Per trovare la pace interiore, vivi pienamente nel momento, sciogliendo passato e futuro nei cicli dell’eternità…
Per trovare la pace interiore, rilassati interiormente: nel corpo, nelle emozioni, nella mente e, infine, nello spirito…
Per trovare la pace interiore, pratica il non attaccamento: sii sempre consapevole che niente e nessuno ti appartiene veramente…
Per trovare la pace interiore, coltiva consapevolmente pensieri gioiosi…
Per trovare la pace interiore, non avere desideri; realizza che la felicità è dentro di te, non nelle cose o nelle circostanze esteriori…
Per trovare la pace interiore, accetta le cose come sono e poi, se necessario, agisci con calma e con gioia per migliorarle…
Per trovare la pace interiore, realizza che non puoi cambiare il mondo, ma puoi cambiare te stesso…
Per trovare la pace interiore, coltiva amicizie armoniose ed evita la compagnia di persone irrequiete…
Per trovare la pace interiore, proietta la pace all’esterno, nell’ambiente che ti circonda…
Per trovare la pace interiore, vivi semplicemente, riduci ciò che ritieni “necessario”…
Per trovare la pace interiore, conduci una vita sana: fai abitualmente esercizio fisico, mangia con regolarità, respira profondamente…
Per trovare la pace interiore, mantieni limpida la tua coscienza; resta fedele ai tuoi ideali più alti…
Per trovare la pace interiore, agisci in libertà, dal tuo centro interiore, senza essere schiavo di ciò che il mondo ti chiede…
Per trovare la pace interiore, accetta la verità in ogni circostanza come la tua guida…
Per trovare la pace interiore, non desiderare quello che hanno gli altri, ma sappi che quanto è tuo di diritto troverà il modo di raggiungerti…
Per trovare la pace interiore, non lamentarti, ma riconosci che quello che la vita ti concede dipende da quello che tu, in primo luogo, concedi a te stesso…
Per trovare la pace interiore, accetta la responsabilità dei tuoi fallimenti e realizza che solo tu puoi trasformarli in successi…
Per trovare la pace interiore, conquista te stesso, non limitarti a cessare le ostilità…
Per trovare la pace interiore, pratica la disponibilità anche se le tue abitudini mentali vorrebbero farti urlare “no”…
Per trovare la pace interiore, sorridi nel cuore anche quando gli altri ti guardano storto…
Per trovare la pace interiore, dona la gioia piuttosto che pretenderla dagli altri…
Per trovare la pace interiore, includi il benessere degli altri nel tuo…
Per trovare la pace interiore, sii inoffensivo; non ferire mai deliberatamente nessuno…
Per trovare la pace interiore, lavora con gli altri, mai contro di loro…
Per trovare la pace interiore, medita e attingi alle sorgenti di pace dell’anima…
Per trovare la pace interiore, eleva la tua coscienza: dirigi il cervello, per poi centrarla nella sede della consapevolezza più elevata, tra le sopracciglia…
Per trovare la pace interiore, accetta te stesso: non essere cieco di fronte alle tue colpe, non odiarti per esse…
Per trovare la pace interiore, ama gli altri in modo disinteressato, senza motivazioni egoistiche.
Swami Kriyananda

Libri consigliati:



Swami Kriyananda (J. Donald Walters)

I Segreti del Benessere

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