Regalare il tempo..

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C’era una volta un povera donna che chiedeva qualche spicciolo all’angolo della strada…Era conosciuta da molti negozianti e passanti della zona come una persona mite e che non dava assolutamente alcun fastidio:si limitava con discrezione ad esporre il suo cappello ed un breve biglietto per raccontare la sua storia.
Con regolarità passava da lei un signore molto distinto, che si fermava a parlare.
All’inizio nessuno dei vicini ci fece caso, ma poi questa presenza periodica iniziò ad attirare l’attenzione.
Qualcuno notò che questo signore, sempre ben vestito, non lasciava mai neanche un soldo….e cosi cominciarono a circolare critiche di tutti i generi sulla “tirchieria” di questo personaggio.Tuttavia la donna sembrava sempre molto contenta di vederlo.Una volta uno dei negozianti presso cui la nostra donnina stazionava, dopo che il signore distinto fu andato via, gli chiese:“come stanno andando le entrate oggi?”
“molto poco…anzi quasi nulla…”
In quel momento passo una signora che lasciò qualche centesimo….al che il negoziante aggiunse, con una punta di sarcasmo:“certo però che se almeno quel signore cosi distinto ti desse una frazione dei suoi averi, potresti evitare di stare qui tutto il giorno..”
“oh, no, non è cosi – rispose la donna – Sai chi è quello??
Quello è il presidente di una grande società: per parlare con lui la gente fa la fila per settimane.
Ogni minuto del suo TEMPO vale un sacco di soldi…!!”“ e allora?? A maggior ragione dovrebbe dare di più…”
“ma lui dà di più…..mi dona ogni giorno il bene più prezioso che ha…una cosa che non si riguadagna: un pò del suo tempo per ascoltarmi…e per farmi sentire importante per qualcuno…..
….”

Ritrovare se stessi, vivere meglio

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Non è il tempo libero, e neppure quello del lavoro; non è riflettere in solitudine né divertirsi in compagnia; non è appannaggio di un’età e neanche di un sesso. O, meglio, il tempo per sé può essere tutte queste cose e anche molto di più, ma solo chi lo vive è in grado di definirlo.
Può essere passeggiare, ascoltare musica, leggere un libro, scrivere un diario. Ma anche oziare, meditare, pregare e persino andare dal parrucchiere. Può condensarsi in un istante, accompagnarci come un filo rosso di senso nella vita, essere relegato in una «pausa». Più che un tempo è un’esperienza, dove ciascuno di noi, nel ritmo frenetico del luogo di lavoro o nel monotono ripetersi dei gesti quotidiani della realtà domestica, riesce a ritrovare miracolosamente il bandolo della propria esistenza. E quando ciò avviene, ecco che la nostra vita ritrova un senso e una direzione che sembravano perduti e acquista un’inaspettata dimensione creativa.

Marina Piazza, sociologa che da anni si occupa di tematiche legate alla famiglia e in particolare alla condizione femminile, esplora in questo libro una materia solo in apparenza «frivola», in realtà cruciale per l’equilibrio di ogni individuo: il tempo che ciascuno dedica a se stesso come continua messa a punto della propria identità.

Se tornassi a vivere..

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Qualcuno mi ha chiesto giorni fa se, potendo rinascere, avrei vissuto la vita in maniera diversa. Li per li ho risposto di no, poi ci ho pensato un po’ su e…
Potendo rivivere la mia vita, avrei parlato meno e ascoltato di più.
Non avrei rinunciato a invitare a cena gli amici soltanto perché il mio tappeto aveva qualche macchia e la fodera del divano era stinta.
Avrei mangiato briciolosi panini nel salotto buono e mi sarei preoccupata molto meno dello sporco prodotto dal caminetto acceso.
Avrei trovato il tempo di ascoltare il nonno quando rievocava gli anni della sua giovinezza.
Non avrei mai preteso, in un giorno d’estate, che i finestrini della macchina fossero alzati perché avevo appena fatto la messa in piega.
Non avrei lasciato che la candela a forma di rosa si sciogliesse, dimenticata, nello sgabuzzino. L’avrei consumata io, a forza di accenderla.
Mi sarei stesa sul prato con i bambini senza badare alle macchie d’erba sui vestiti.
Avrei pianto e riso di meno guardando la televisione e di più osservando la vita.
Avrei condiviso maggiormente le responsabilità di mio marito.
Mi sarei messa a letto quando stavo male, invece di andare febbricitante al lavoro quasi che, mancando io dall’ufficio, il mondo si sarebbe fermato.
Invece di non veder l’ora che finissero i nove mesi della gravidanza, ne avrei amato ogni attimo, consapevole del fatto che la cosa stupenda che mi viveva dentro era la mia unica occasione di collaborare con Dio alla realizzazione di un miracolo.
A mio figlio che mi baciava con trasporto non avrei detto: “Su, su, basta. Va’ a lavarti che la cena è pronta”.
Avrei detto più spesso: “Ti voglio bene” e meno spesso: “Mi dispiace”… ma soprattutto, potendo ricominciare tutto daccapo, mi impadronirei di ogni minuto… lo guarderei fino a vederlo veramente.., lo vivrei… e non lo restituirei mai più.

Ogni istante che Dio ti dona è un tesoro immenso. Non buttarlo. Non correre sempre, alla ricerca di chissà quale domani. “Vivi meglio che puoi, pensa meglio che puoi e fai del tuo meglio oggi. Perché l’oggi sarà presto il domani e il domani sarà presto l’eterno” (A. P. Gouthey).

Semplici, ma efficaci, accorgimenti per chi vuole… conoscere a fondo gli altri e andare d’accordo con tutti

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