L’ascolto compassionevole

L’ASCOLTO COMPASSIONEVOLE DA’ SOLLIEVO ALLA SOFFERENZA

Se una persona si esprime con rabbia è perché sta soffrendo profondamente: la sofferenza la riempie di amarezza, dunque è sempre pronta a lamentarsi e a biasimare gli altri per i suoi problemi. Per questa ragione trovi molto sgradevole starla ad ascoltare e fai di tutto per evitarla.

Per comprendere e trasformare la rabbia dobbiamo imparare la pratica dell’ascolto compassionevole e imparare ad esprimerci con parole amorevoli.

Ascoltare con compassione può aiutare a soffrire di meno.  Con le migliori intenzioni, infatti, non riuscirai ad ascoltare l’altro in profondità se non alleni te stesso nell’arte dell’ascolto compassionevole; se invece sei capace di stare seduto tranquillo e di ascoltare quella persona per  un’ora con vera compassione, puoi alleviare molta della sua sofferenza.
Ascolta con un solo scopo: permettere all’altro di esprimere se stesso e di trovare sollievo dalla sua sofferenza. Mantieni viva la compassione per tutto il tempo dell’ascolto.

Mentre ascolti devi essere molto concentrato, devi focalizzarti sulla pratica dell’ascolto con tutta l’attenzione, con tutto te stesso: occhi, orecchie, corpo e mente. Se fai finta di ascoltare, se non ascolti con il cento per cento di te stesso, l’altro se ne accorge e non si sente affatto sollevato dalla sua sofferenza. Se invece sai praticare il respiro consapevole e sai rimanere concentrato sul desiderio di aiutare l’altro a trovare sollievo, allora ascoltandolo riesci a mantenere viva al tua compassione.

L’ascolto compassionevole è una pratica molto profonda. Stai ad ascoltare senza giudicare né biasimare; stai ad ascoltare solo perché desideri che l’altra persona soffra di meno.
L’altro potrebbe essere nostro padre, nostro figlio, nostra figlia, il nostro partner. Imparare ad ascoltare l’altro può aiutarlo realmente a trasformare la sua rabbia e la sua sofferenza.

Thich Nath Hanh – “Spegni il fuoco della rabbia

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Conoscersi Accettarsi Migliorarsi

L’impazienza di vivere

Forse anche tu, fratello pensiero che mi leggi, sei una delle tantissimissime formiche cittadine intrappolate nel tran tran quotidiano. E corri avanti e indietro dalla mattina alla sera… E fai questo… E ti interessi di quello… E cerchi di realizzare quell’altro…

Fermati un momento!

Non essere impaziente di farlo… Ruba una manciata di minuti alla tua routine giornaliera e… Stattene con te.

Forse un giorno ti pentirai di non aver meglio assaporato alcuni momenti della tua vita.

Fermati un momento!

Non essere impaziente di agguantare il tuo futuro. Il domani giungerà prima di quanto immagini e forse un giorno vorresti tornare dove sei adesso, ma non puoi farlo.

Fermati un momento!

Non essere impaziente di vivere.

Non andare sempre di corsa senza gustarti la strada.

Non rincorrere la felicità

…e sarà lei a venirti incontro…

…E sarà bello vivere.

Moltissimo corrono, corrono verso il traguardo,
ma quando infine lo raggiungono
s’accorgono che era da tutt’altra parte.


Concentrarsi spesso sul momento che si sta vivendo

Prova ad analizzarti, ogni tanto, durante la tua giornata. Ti accorgerai che raramente sei con la mente dove sei con il corpo.

Vi sono due dimensioni temporali in cui i tuoi pensieri vanno a curiosare spesso: ilpassato e il futuro.

A volte ti trasferisci in un brutto avvenimento passato, e rivivi le nere sensazioni ad esso accoppiate o rimugini sugli errori commessi in quell’occasione… Altre volte, invece, ti metti a dipingere frittelle di vetro, facendo però il classico errore di forgiare troppe parapiglie di zucchero o troppe zuzzerelle viola.

E tu, intanto, dove sfinferi? ……O nell’alluminio cotto o nelle bottiglie lesse… Ma così è come se non sciabordassi… Perché fondere è caracollare nelle mattine di gesso.

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Non capisci quest’ultimo brano, vero? Ho scritto di proposito le sciocchezze che hai appena letto… perché? …Perché voglio facilitarti l’apprendimento della regina delle buoneabitudini: l’accettazione.

Adesso ti spiego.

Tu stavi leggendo tranquillamente.

Il brano era strutturato, armonicocoerente… La tua mente non incontrava alcunadifficoltà nell’intendere il significato delle frasi, seguiva un itinerario logico, schemirazionali… Tutto filava liscio… Improvvisamente è accaduto qualcosa di imprevisto, di strano, di anormale. Hai incontrato parole senza senso.

Come hai reagito?

Hai avvertito fastidio? Hai perso l’orientamento? Hai subito pensato: “Questo Omar Falworth è matto da legare“…

[…]

Incappare in un brano senza senso si legge un nonlibro… è come incontrare degli ostacoli lungo il cammino… è come trovarsi improvvisamente al buio… è come conoscere persone strane, posti strani, lo strano di se stessi.

Se ci si abitua a rimanere perfettamente calmisereni di fronte agli inconvenienti, alle diversità e alle stranezze di un nonlibro, si riuscirà a rimanere abbastanza colmi e sereni di fronte a tutto ciò che di poco bello produce l’odierno pazzo, pazzo, pazzo modo di vivere.

Questo nonlibro è come la vita.
Noi iniziamo a percorrere la vita convinti che il nostro viaggio sarà sereno e senza intoppi. In realtà esso non va mai liscio come vorremmo.

Tratto da Conoscersi Accettarsi Migliorarsi di Omar Falworth.

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