Le mie Ricette da Fiaba – Chiara Maci

“Potrebbe il lupo preferire una torta alla nonna?”
“Bè, se è furbo sì”
“Allora avremo un lupo furbo e una Cappuccetto Rosso scaltra e simpatica come te.
E avremo una torta bellissima, e tanti golosi…”

C’era una volta… ovviamente questo libro di Ricette da Fiaba, non poteva che iniziare in modo classico, proprio come le favole classiche.
Le mie Ricette da Fiaba è un libro di quindici fiabe che non volevano finire come da tradizione.
Infatti incontriamo lupi mangiatorte, principesse intraprendenti,e non mancano piatti incantati!


Ogni racconto è abbinato ad una ricetta, perché, come succede anche nella nostra vita e non solo nei racconti, a tavola si riescono ad appianare tante spigolosità, parlando, godendo, socializzando insieme!.
Infatti è proprio così che succede che Cappuccetto Rosso e il lupo, finiscano col mangiare una focaccia all’uva, oppure che Hansel e Gretel cucinino alla strega una gustosissima torta salata.


In queste cento pagine, tra favole e pizzichi di noce moscata troviamo la filosofia di Chiara Maci, una delle protagoniste assolute del mondo “food” italiano, che ha appena pubblicato per Mondadori, Le mie ricette da Fiaba.
Come vi dicevo sono ben 15 favole celebri come Biancaneve e i sette nani, I tre porcellini, Riccioli d’oro e i tre orsi, Cenerentola, cui è stato cambiato il finale, ma non mancano il macinino magico e l’omino di pan di zenzero!

Preparatevi a nuovi “C’era una volta…” perchè incontriamo una Cappuccetto Rosso che mangia insieme al lupo una focaccia dolce, Cenerentola che invita il principe azzurro a mangiare una mozzarella in carrozza, insomma possiamo proprio dirlo… le fiabe di Chiara Maci hanno tutto un nuovo sapore!

“Con la voglia di ripensare alle figure femminili delle favole come a persone che vivono, lottano, mangiano, sognano, e soprattutto provano a salvarsi da sole. E se non ci dovessero riuscire bè, si consoleranno con una buona fetta di torta!”

Le mie Ricette da Fiaba, è assolutamente un libro che conquista i bambini e non solo! Crea un momento di condivisione di due momenti speciali, leggere e preparare del buon cibo insieme. Una lettura piacevole tutta da gustare!
Per tutti i bambini che non amano le favole classiche,
per tutti i bambini che amano sporcarsi le mani cucinando
per divertirsi in cucina! 😉

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L’onda di stelle – Dolores Brown

Il polpo raccontava sempre storie affascinanti.
Quella sera, tutti gli animali ascoltavano attendi
la leggenda dell’arcobaleno lunare.

Hai mai sentito parlare dell’arco lunare?
Una notte, il saggio polpo, raccontò loro di un fenomeno naturale che si verifica raramente con la sua bellezza ultraterrena, sono gli archi lunari e se mai ne avessero guardato uno, sarebbero stati trasformati in umani.


Un tardo pomeriggio la foca e la tartaruga Mimbi e Kipo si ritrovano in mezzo ad un temporale, ma appena le nuvole si dileguano ecco spuntare un arcobaleno lunare.
Di tutta fretta, si ricordano la leggenda raccontata dal polpo, e chiudono gli occhi.

Ormai è troppo tardi.
Avevano visto l’arcobaleno lunare
e i loro corpi stavo già prendendo una nuova forma.

L’onda di stelle di Dolores Brown e Sonja Wimmer edito da NubeOcho è una storia breve ma molto molto bella per la sua semplicità e la tenerezza che mostra in ogni pagina riccamente illustrata.
Sembra una fiaba scandinava.

Mimbi la foca, stringendo una bambola del re dei tritoni, diventa una ragazza e Kipo la tartaruga, priva del suo guscio, un ragazzo.
Fortunatamente trovano un pescatore gentile che potrebbe conoscere un modo per riportarli alle loro creature marine.

Ogni pagina presenta illustrazioni magnifiche che sono meravigliosamente dettagliate e descrivono davvero bene la storia. Una storia davvero unica con un fascino magico.
La storia fa muovere i più piccoli tra inquietudine, emozione e gioia per tutto ciò che sta accadendo ai protagonisti.
La storia li raggiunge davvero e riesce a trattenere l’attenzione dei più piccoli.

“Ricordavano spesso quel giorno,
il giorno in cui erano stati bambini.”

L’Onda delle Stelle è un racconto per tutte le età che regala una perfetta comunione tra storia e illustrazione, grazie alla quale favorisce l’amore, l’amicizia, l’autostima e la convinzione che la magia esista.

La loro vita sarà cambiata per sempre?
Il pescatore Guglielmo riuscirà ad aiutarli?
Non vi svelo il finale, ma vi assicuro che è molto dolce e a lieto fine 😉
Potremmo perderci ancora e ancora in questo meraviglioso mondo di arcobaleni lunari e leggende magiche, di persone gentili e speranza.
L’onda di stelle ricorda a grandi e piccini la magia delle fiabe e l’emozione di tornare bambini

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La Fiaba di Harold – Crockett Johnson

Una sera Harold scese dal letto, prese la sua matita viola e,
assieme alla luna, andò a fare una passeggiata in un giardino incantato.

La storia inizia subito abbiamo aperto il libro ed Harold ha già iniziato a tratteggiare uno scenario preciso, una torre, l’accenno del versante scosceso di un monte, l’immancabile mezzaluna, sua fedele compagna di strada. Inevitabilmente e con curiosità seguiamo allora la scia viola della matita, voltiamo la pagina, ed eccoci qui…

“…se Harold non avesse saputo che si trattava di un giardino incantato,
a malapena avrebbe capito di trovarsi in un giardino.”

Harold trova il giardino completamente vuoto, nessuna pianta, nessun fiore, niente di incantato insomma, è solo una linea viola nel bel mezzo del nulla. Deve esserci un problema ed Harold decide di scoprire quale sia e di andare a chiedere al re che naturalmente abita in un grande castello, con tanto di torri e cancello di ferro.
Come fare per entrare?


Semplice! Harold, disegna un buchino. Dentro quell’enorme castello, però, si sente piccolo, allora disegna una scala, che lo porta su, su, fino in cima. Poi disegna un trono, ci si siede e prova anche la corona. Quando questa inizia a pesargli, allora la mette sulla testa del re che, probabilmente a causa del giardino, è triste.

E impotente, perché non conosce la ragione per cui il giardino è così spoglio. Ma il re non deve preoccuparsi, perché ci pensa Harold, a scovare la strega invisibile che ha causato il problema, a trovare il modo per scacciarla e a far apparire degli splendidi fiori. Poi sarà stanchissimo e dovrà trovare il modo per tornare a casa, nel salotto dove la mamma, seduta nella sua poltrona lo aspetta per leggere una storia…
Ancora una volta, gli unici attori che intervengono nell’avventura serale di Harold, sono quelli tracciati da un grosso e granuloso segno viola della sua matita.

Dopo, Harold e la matita viola, con questa seconda avventura: La Fiaba di Harold abbiamo finalmente, in Italia, il secondo libro della serie, che l’editore Camelozampa, vincitore al Bologna Children’s Book Fair 2020 del premio come migliore casa editrice per bambini, pubblica dopo vent’anni.


Con i libri di Harold, l’autore, Johnson porta alla loro massima espressione le potenzialità dell’albo illustrato, per la necessaria correlazione narrativa tra il testo e i disegni, i quali concorrono a raccontare la storia.


Non è una semplice storia, una semplice fiaba…La Fiaba di Harold è molto di più, come in tutti i libri di Crockett Johnson, è la forma narrativa che diventa storia.
La narrazione è una catena di incalzanti sorprese alla quale il lettore resta avvinto, seguendo il filo, non solo metaforico, di una logica ferrea, rigorosa ma allo stesso tempo ingegnosissima ed imprevedibile. Ad ogni intoppo, Harold trova e disegna una soluzione che apre poi ad un successivo ostacolo da superare, e via così.

“Salì su, su, sempre più su, finchè fu così stanco da non riuscire più
a fare nemmeno un altro gradino.

Per fortuna non c’erano altri scalini.”

Harold sale le scale che disegna egli stesso per poi costatare che
<< per fortuna non c’erano altri gradini>>.
È lui che disegna le scale o è la matita che crea?
Chi decide quanti saranno i gradini?
In altri punti è Harold che decide cosa fare e quindi, se bisogna entrare in un castello dalle mura altissime, che si disegni un topo! Poiché, certamente, se c’è un topo ci sarà la sua tana da cui entrare! 😉

“Come poteva crescere qualcosa, disse Harold tra sé e sé,
con una strega gigante che gironzolava con quei piedoni enormi?”

La Fiaba di Harold è un semplice libro ci dona una storia che è un inno al potere dell’immaginazione, un gioco appagante e ricco di sorprese per lettori di ogni età, perchè la fantasia stupisce e alimenta anzitutto se stessa.
La fiaba di Harold così come Harold e la matita viola ci permettono di giocare e inventare storie e di “buttarci dentro”… Due storie per bambini fantasiosi, capaci di dare vita ai sogni 😉

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Dolci di luna – Babalibri

Con il cuore che batteva forte
Xian-Zi vide per la prima volta

il mondo degli uomini.
Fu subito inebriata dal profumo dei fiori
e abbagliata dai colori meravigliosi del paesaggio.

La principessa Xian-Zi figlia dell’Imperatore di Giada, dal cielo guardava ogni giorno il mondo degli uomini, fino al giorno in cui decise di scendere sulla Terra.
Mentre camminava ammaliata da colori e profumi incontrò un uomo che le chiese disperato di guarire la madre gravemente ammalata. Xian-Zi non solo guarì la madre dell’uomo, ma decise di restare sulla terra con lui..da questo incontro nasce un bambino, Tian-Zi.

L’imperatore di Giada, resosi conto di essere sul punto di perdere la figlia per sempre, ordina a una sua fedele guardia di riportare a casa la principessa e così Tian-Zi cresce senza la sua mamma, fino a quando non decide di cercarla fino in cielo!

“Ogni sera, dal giorno in cui era nato,
la nonna di Tian-Zi gli aveva raccontato
la storia del Cammino del cielo e
il bimbo ormai la conosceva a memoria.

Un giorno d’autunno,
Tian-Zi preparò un grande zaino,
salutò la nonna e il padre e si avviò
lungo il Cammino del cielo:
voleva ritrovare sua madre.”

Tian-Zi vuol dire figlio del cielo. Ed è proprio verso il cielo che Tian-Zi si dirige in cerca di sua madre.
Il viaggio è lungo e pericoloso ma con l’aiuto di una gru riesce ad arrivare alle porte del Palazzo. Ad accoglierlo tutto l’amore e la commozione di sua madre.
Una gioia immensa riempie il cuore della principessa, che può finalmente riabbracciare suo figlio. Per lui prepara dolci che non esistono sulla Terra: i dolci di luna.
Si mangiano una volta l’anno con la luna piena.

Ancora una volta però è l’imperatore che si mette in mezzo tra madre e figlio: caccia dal regno di Giada il piccolo Tian-Zi, perché a nessun umano è concesso viverci.
Il dolore consuma la principessa a tal punto che suo padre le concede una volta all’anno, in occasione del ritorno sulla terra del bambino, di andare da lui con un paniere di dolci di Luna.
I primi sarà proprio lui a prepararli.


Dolci di Luna di Chen Jiang Honh edito da Babalibri è una storia che incanta i lettori grandi e piccoli, soffusa da un velo di malinconia, riesce a parlare direttamente al cuore di ognuno di noi, soprattutto grazie ai disegni che sanno esprimere in modo molto espressivo i sentimenti dei protagonisti, in particolare nei momenti di maggiore tensione e disperazione.

Tutto questo è attraversato dal mito legato alla festa della Luna.
Lei, la luna, meravigliosamente ritratta nella sua pienezza, è testimone muta di quel che accade sotto di lei. Accompagna parti del viaggio, la salita in cielo sul dorso della gru. È testimone della durezza dell’imperatore. Talvolta, enorme sul fondo, illumina la scena, talvolta, discreta, si vela nei contorni.

“…alla fine della notte non c’è la notte,
ma l’aurora,
e alla fine del mare non c’è il mare,
ma il cielo.”

Questo racconto parla ed esprime a pieno l’amore tra genitori e figli, la separazione e il dolore inconsolabile, il viaggio e il coraggio di un bambino per affrontarlo, la terra e il cielo così diversi e lontani tra loro, la tradizione e il mito, la magia che attraversa la fiaba. E anche il suo modo di dipingere tutto questo è ancora lì, a conquistare lo sguardo.
Come di consueto Chen Jiang Hong usa colori intensi ed espressivi, arricchendo le sue tavole con molti elementi della cultura cinese, in grado di avvolgere i piccoli e i grandi lettori in un’atmosfera tipicamente cinese.

“Fare libri per bambini, penso sia per me un destino. Non mi sono formato per diventare un autore e un illustratore di libri per bambini, non mi sono mai interessato a questo ambito creativo. Ci sono arrivato per caso […] Più il tempo passa, più credo ci sia stata proprio un’azione del destino. E questa cosa è importante per capire la mia visione.”

Dolci di Luna è un toccante albo sull’amore materno ispirato alle leggende che hanno dato vita alla Festa della luna e ai dolci che accompagnano questa giornata in Cina.
Per ricordare questa storia, infatti, ogni anno si celebra la festa della Luna, a metà dell’autunno: le famiglie si riuniscono per godere dello stare insieme, e lo fanno anche mangiando i tradizionali dolci di Luna.

Buona lettura!
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Lo Schiaccianoci – George Balanchine e Valeria Docampo

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“Era la vigilia di Natale, e a casa Stahlbaum Maie e Fritz
erano così eccitati che sentivano il solletico alle dita dei piedi..”

Proprio così inizia la meravigliosa fiaba “Lo Schiaccianoci” di George Balanchine illustrato da Valeria Docampo, autrice di La grande fabbrica delle parole e La valle dei mulini, ed edito da Terre di Mezzo.
Lo Schiaccianoci è un grande classico di Natale, è una fiaba che si legge in modo facile, scorrevole e dolce come lo zucchero filato.
In questo libro, dal grande formato, viene narrata la storia di Marie e di suo fratello Fritz  Stahlbaum. Ambientata nel periodo natalizio, la fiaba ci racconta di come la bimba sia venuta in possesso di un magico schiaccianoci e delle vicende che ruotano attorno ad esso.

Quella sera Marie, riceve un regalo speciale dal suo caro padrino, uno schiaccianoci!
Marie si stava divertendo particolarmente con il suo nuovo regalo, quando il suo fratellino lo rompe per gelosia, lei se ne rammarica così tanto che finisce per voler trascorrere con l’ometto di legno ogni istante della nottata.
In questa notte magica, il salotto di casa sua, sotto al grande albero di natale, si anima come per magia, divenendo il teatro di una battaglia fra lo Schiaccianoci e il perfido Re dei Topi, una disputa che si protrae, a causa di un incantesimo, da molti anni.
Sarà proprio Marie a salvare lo schiaccianoci dal Re dei Topi, ed è così che si romperà l’incatesimo che lo imprigionava, trasformandolo in un bel principe!
Insieme, tra i fiocchi di neve i due andarono incontro ad un viaggio fantastico alla scoperta di un mondo a dir poco  incantato e paradisiaco!
Incontreranno la Fata Confetto, i bastoncini di zucchero, le pastorelle di marzapane che in punta di piedi  suonano il flauto.. Mamma zenzero e Fata ruguada, insomma una gioiosa festa per loro!

La storia dello Schiaccianoci si ama sempre e non delude mai, una storia molto gradevole, dolce e spensierata
La consiglio assolutamente ai bambini, ma anche ai grandi se hanno voglia di tornare un po’ bambini, tuffandosi in un mondo di pan di zenzero e caramelle e dove tutto profuma di una suggestiva magia Natalizia.
Una storia d’altri tempi che saprà avvolgervi come una calda coperta e vi farà assaporare certamente l’atmosfera del Natale!

Lo Schiaccianoci di George Balanchine, rende in modo magnifico il senso dell’avventura, il senso del sogno, il trascinamento in un altro mondo magico, insomma c’è tutto quello che piace ai bambini 😉
A renderlo ancora più speciale e profondo a mio parere è che al di là dell’atmosfera fiabesca, questa fiaba nasconde dei messaggi molto profondi, uno su tutti è il ricordarci il potere della fantasia dei più piccoli.

La bellezza di questo libro risiede, comunque, proprio nel suo essere una favola, un magico sogno che può portare tutti i bambini, ma anche gli adulti che un poco restano bambini, a sconfiggere le paure dell’infanzia e a vagare liberi e felici, fra dolci che ballano, vestiti di marzapane e di cioccolata, in un mondo senza paure e fatto solo di dolcezze:  forse, questo l’eterno sogno dei più piccini?

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Lo Schiaccianoci

George Balanchine

Un cammino interiore con la Fiaba

fantasia

Oltre ad un susseguirsi di fatti fantastici, la fiaba è anche un cammino interiore percorso senza muoversi: fare grandi cose stando fermi nella propria stanza.

E’ un tornare a casa, un ritorno alle origini, alle radici, un cambiamento dolce, dunque un cammino interiore senza stanchezza. Volare dentro ad ogni cosa, volare nell’acqua e nuotare tra le nuvole.

Ciò che sembra non servire è utile comunque. Niente è nulla: anche un’apparente nullità come un sassolino, nelle fiabe può essere un amuleto magico, un mistero…

Una briciola può contenere un paesaggio fatato, un intero universo… E non è così anche nella realtà? Il microcosmo con le sue particelle, non è forse lo specchio del macrocosmo…, dell’Universo intero, che nella fiaba si anima? La nostra fantasia in fondo non può che contemplare ciò che già conosce, compresa quella parte di realtà che spesso si cela ai nostri occhi.

La fiaba potrebbe essere definita anche come una sequenza di simboli che comunicano su due piani contemporaneamente: quello della coscienza, che deve comprendere utilizzando la sua parte razionale, e quello più profondo dell’inconscio che lo rielaborerà al di là dei limiti della mente e nell’ambito di un sapere antichissimo e comune a tutta quanta l’umanità.

Con la scrittura della fiaba attiviamo principalmente la parte destra del cervello e automaticamente ci proiettiamo in una dimensione di rilassamento e creatività, ricreando la medesima condizione che si ha, per esempio durante la meditazione, la recita di mantra… o più semplicemente mentre cuciniamo, dipingiamo etc…. Condizione questa, di grande ricettività al cambiamento. Ecco perché già solo per questo fatto la fiaba e’ terapeutica!

Inoltre, appena iniziamo a scriverla, mettiamo in moto diverse energie dentro di noi, secondo il principio che le nostre caratteristiche interiori sono riassunte in ogni simbolo contemplato dal racconto.

Dato che ogni simbolo possiede una forma ed una sostanza con piena capacità di interazione, acquisisce automaticamente il potere di movimento, vitalità e azione con e verso la struttura circostante dell’universo immaginativo. Quest’ultimo è un luogo rappresentativo, un piccolo frammento spazio/temporale della nostra psiche, che prende vita nell’ambito del dispiegarsi degli avvenimenti fiabeschi.

Come apparirà chiaro, in questo lavoro il simbolo crea un punto di riferimento importante, grazie al quale l’immagine che la fiaba fornirà nel suo insieme costituirà una struttura di riferimento, che darà la misura esatta della correzione da apportare nell’immaginario profondo della persona.

Conseguentemente questo tipo di terapia agisce proprio sugli aspetti che in noi si discostano dall’oggettività del simbolo, dalle piu’ elevate qualità che esso rappresenta: infatti con la fiaba contattiamo gli archetipi, cioè i punti di riferimento, i baluardi, i modelli originali di cui il mondo materiale e’ una conseguente copia.

Fondamentalmente la fiaba-terapia sfrutta la caratteristica secondo la quale la psiche umana ha un suo istinto di guarigione che si manifesta al massimo del suo potenziale, proprio in uno spazio rappresentativo e specifico come il racconto fantastico, appunto.

Nella fiaba questo spazio inizia a vivere gia’ dal “C’era una volta tanto tanto tempo fa…..”

Inizio magico che proietta la persona automaticamente nel regno della profondità della psiche, nello spazio idealmente perfetto, grazie al quale tutto il simbolismo, salito dall’inconscio, può’ vivere come nei sogni, liberamente e senza l’intromissione della mente razionale, che invece interagirà solo in un secondo tempo, tirando le fila e i nessi logici del materiale emerso.

Una rappresentazione simbolica come la fiaba rende pertanto la nostra mente testimone delle tematiche inconsce e dei processi profondi di trasformazione. In tal modo la nostra razionalità, pur comprendendo, permane in uno stato di sano distacco. Essa non può che prendere atto di quanto avviene e interagire con i medesimi strumenti, cioè i simboli, limitando a se stessa l’espletamento della sua unica funzione: comprendere e dedurre in modo logico, SENZA le sovrastrutture interpretative e teoriche, che la parte sinistra del cervello tenta sempre di anteporre alla destra.

La qualità “dell’essere testimone” si espleta anche grazie all’automatica identificazione col protagonista, che mette la persona nelle condizioni di sapere (anche se inizialmente solo a livello inconscio) che il successo può essere prima o poi raggiunto, cosi’ come lo ha raggiunto il suo eroe del racconto.

Il lavoro terapeutico e’ supportato proprio dalla magia della fiaba, che conduce per mano colui che la scrive (o che la ascolta), proiettandolo nel regno del fantastico, del tutto possibile, dove tutto e’ realizzabile.

Nella fiaba infatti ogni cosa può cambiare rapidamente… al semplice tocco di una bacchetta magica, o al rintocco di un orologio. In altre parole, ciò che nella realtà sarebbe percepito come un “miracolo quasi impossibile”, nella scrittura delle storie fantastiche diventa automaticamente plausibile, contemplato, e quindi preso in considerazione nel profondo di noi stessi, già da quel medesimo istante.

Ogni simbolo ha carattere evocativo, cosi’ come qualsiasi insieme di azioni costituenti un racconto. L’evocazione e’ una grande capacita’ creativa e terapeutica della mente; essa si fonda principalmente sull’aver lanciato un impulso, come ad es. un sassolino che per conseguenza farà tanti cerchi nell’acqua.

Ogni cosa, elemento, entità hanno carattere evocativo, in quanto la mente DEVE poter completare l’input iniziale: se pianto un seme… ne colgo già l’immagine della futura pianta nella sua totalità e bellezza.

Come diceva R. Campbell (1990), ” la metafora è un’immagine che suggerisce qualcos’altro”.

Aggiungo per esperienza, che il mare di simboli e di azioni metaforiche nel profondo della persona costituiscono già un andare “oltre” e pertanto questo lo sarà anche successivamente nella realtà della vita, come conseguenza fisiologica.

Ecco perche’ i simboli e la fantasia con tutte le loro possibili combinazioni di ambienti, personaggi e azioni, sono praticamente infiniti, cosi’ come infinito e’ il loro potenziale guaritivo.

Possiamo quindi concludere affermando che con la fiaba c’è un varcare i confini dei propri limiti, sublimando il concetto secondo il quale il fantastico e’ già oltre qualsiasi confine !


Edouard Brasey Jean-Pascal Debailleul

Vivere la Magia delle Fiabe

Come il meraviglioso può cambiare la nostra vita

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Le fiabe sono generalmente considerate alla stregua di storie inventate per addormentare i bambini. Tuttavia, oltre a questo primo livello di lettura, molti racconti racchiudono un potente sapere iniziatico.

Destinate a risvegliare l’uomo, a condurlo a una migliore consapevolezza di sé, le fiabe ci parlano di noi, della via che dobbiamo seguire per pervenire al pieno compimento delle nostre potenzialità.

Ma le rane che parlano, i castelli incantati, le vecchie dame che operano miracoli sono immagini che non sappiamo decodificare. Partendo dall’analisi di una quarantina di fiabe del repertorio tradizionale, dieci “chiavi di lettura” ci invitano a vivere la magia delle fiabe, in una originale esplorazione di noi stessi e della nostra storia personale. Decifrare il vocabolario simbolico di questi racconti consente di operare profondi mutamenti nel nostro vissuto quotidiano.

La funzione segreta delle fiabe ci viene rivelata per comprendere meglio le nostre imperfezioni, le nostre fughe e i nostri blocchi, per scoprire il “meraviglioso” che si trova proprio nella vita di tutti i giorni, per trovare una rinnovata energia capace di farci osare una autentica trasformazione.


Verena KastLe Fiabe che Curano

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Cappuccetto Rosso, il piccolo sarto, la Regina delle nevi, la principessa sfortunata… Chi non si è mai identificato con loro? Come i sogni, anche le fiabe hanno molto da dirci su noi stessi: su come siamo e su come potremmo essere.

I racconti che un tempo ci hanno affascinato o che ancor oggi ci affascinano esprimono qualcosa su di noi, sui nostri desideri e nostalgie. Ci mostrano il comportamento di uomini con i quali vorremmo identificarci, le persone che vorremmo essere. Analizzandole più nel dettaglio, scopriamo anche che queste storie ci comunicano qualcosa dei nostri problemi, e descrivono come altri li affrontano e li risolvono.