Mille strade diverse conducono all’amore

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Ciascuno di noi ha un suo modo di agire e di manifestarsi, e dev’essergli assicurata la possibilità di servirsene liberamente. Mille strade diverse conducono all’amore. Purché ascolti se stesso, ognuno troverà la propria. Non permettete a chicchessia di imporvi perentoriamente la sua.

In un libro stupendo dell’antropologo Carlos Castaneda, Teachings according to Don Juan (trad. it. Viaggio a Ixtlan. Le lezioni di Don Juan, Astrolabio, Roma), interamente dedicato agli Indiani Yaqui che l’autore ha fatto oggetto di studio approfondito, c’è un personaggio di nome Don Juan il quale afferma: «Ogni strada non è che una fra un milione di strade. Pertanto dovete sempre tener presente che una strada è soltanto una strada.

Se in questo momento sentite di non doverla percorrere, non siete obbligati a farlo in nessun caso. Una strada è solamente una strada. Il fatto che il vostro cuore vi esorti ad abbandonarla non è un affronto a voi stessi o agli altri. Ma la vostra decisione di proseguire lungo quella strada o di abbandonarla non deve avere attinenza alcuna con la paura o con l’ambizione. Attenti: ogni strada dev’essere osservata da vicino e deliberatamente. Provatela una volta, due, tre, quanto lo ritenete necessario.
Poi ponetevi una domanda, ma solo a voi stessi; e la domanda è la seguente: Questa strada ha un cuore? Tutte le strade sono uguali. Non conducono in nessun luogo. Sono strade che attraversano il bosco, s’inoltrano nel bosco, passano sotto il bosco. Tutto sta ad accertare se quella strada ha un cuore. È il solo dato che conti. Se non ha cuore, è
una strada sbagliata». Se la vostra strada è l’amore, la meta non ha importanza; il cammino che seguirete sarà fatto d’amore.

Potete essere «veri» solo quando non vi scostate dalla vostra strada. La cosa più difficile del mondo è il voler essere ciò che non siamo. Allontanandovi da voi, dovete al tempo stesso avvicinarvi sempre più a ciò che siete. Scoprirete che è un modo molto facile di essere. La cosa più facile al mondo è essere ciò che siete, essere voi stessi. La cosa più difficile è essere ciò che gli altri vogliono che voi siate. Non permettete loro di situarvi in questa posizione. Trovate il vostro «essere», siate chi siete, siate come siete. Dopo di che potrete vivere in tutta semplicità. Avrete l’energia necessaria per «respingere i fantasmi», come dice Alpert. Non avrete più fantasmi da scacciare. Non dovrete più recitare un ruolo che non sia di vostra competenza. Ve ne libererete una volta per tutte e potrete dire a voi stessi: «Ecco, quest’uomo, questa donna sono io. Prendetemi per quel che sono, con le mie debolezze, con la mia stupidità, con tutto il resto. E se non potete, lasciatemi essere me stesso».

[..] «..Non esistono formule, non esistono manuali che teorizzino e spieghino una volta per tutte come si fa a diventare. Io so una sola cosa: esisto, sono, divento, creo la mia vita e nessuno è in grado di sostituirmi, creandola in mia vece. Devo far fronte alle mie manchevolezze, alle mie trasgressioni, ai miei errori, e assumerne la responsabilità.
Nessuno quanto me può soffrire del mio non-essere, ma domani è un altro giorno, devo decidere di alzarmi dal letto e continuare a vivere. E se fallisco nel mio intento, non ho il conforto di prendermela con il prossimo, con la vita o con Dio.»

Fonte: Amore di Leo Buscaglia

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Vivere amando se stessi e gli altri è la grande sfida della nostra esistenza. L’avventura più esaltante e creativa. Un sentimento senza età che, per il famoso pedagogista americano, ci fa diventare una forza suprema, responsabile, senza più limiti dei pregiudizi. Attraverso il reciproco amore si può arrivare a completare l’infinito.

La pratica del EFT

EFT è la sigla di Emotional Freedom Techniques ovvero Tecniche di Libertà Emozionale.

Contemplare, meditare significa semplicemente.. osservare… senza scopo… senza giudizio… senza voler raggiungere qualcosa. Significa essere presenti… qui ed ora… vedere “quello che c’è”… accettare “quello che c’è”… vedere ed accettare “quello che c’è fuori di me”… vedere ed accettare “quello che c’è dentro di me”.

Nella pratica dell’EFT, nella preparazione, quando affermo: “Anche se….. io mi amo e mi accetto” ….ecco questa è una forma di contemplazione e accettazione. Non do un giudizio… non do una punizione perchè le cose dovevano essere diverse. Semplicemente accetto. Non mi punisco perchè non sono già perfetto.

“Anche se…”: in questo momento sto osservando.. sto prendendo consapevolezza di un fatto: è così, lo vedo, sono presente.

“.. mi amo”… bè … questa frase è difficile spesso da digerire perchè sulla parola amore c’è stata tanta speculazione.

“..accetto”: continuo ad osservare senza voler cambiare, senza dare giudizi.

Osservo i conflitti … li vedo … ci sono e semplicemente… accetto.

Prendo in prestito le parole di Krisnamurti tratte da “Il conflitto” ed. Astrolabio:

“Comprendere la natura del conflitto richiede non solo la comprensione del vostro specifico conflitto in quanto individui, ma la comprensione del conflitto dell’umanità nel suo insieme, che include il nazionalismo, le differenze di classe, l’ambizione, l’avidità, l’invidia, il desiderio di posizione e prestigio, la sete di potere, il dominio, la paura, la colpa, l’ansia, la morte e la meditazione, la globalità della vita.”

Che coraggio e che bel lavoro riuscire a vedere e riconoscere tutto questo non solo fuori ma anche dentro di noi.

Credo che sia un vero dono per il mondo… osservarci, accettare e lasciare che la presenza trasmuti.

E in questo momento.. nel momento dell’osservazione e accettazione… di me stesso e della situazione esterna… così come è .. può nascere il miracolo…. la guarigione. In questo modo lasciamo esprimere il potere della presenza, del qui e ora.. e per dirla con le parole di Tolle… il potere di adesso.

Nadia L.

Fonte: http://www.eft.jai.it

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La vita quotidiana è spesso considerata pienamente sotto il nostro diretto controllo e gli imprevisti che ci accadono sono visti come eventi fuori dalla nostra portata, controllati dal destino, dal caso o da altre persone.

La vita dell’uomo occidentale è programmata sin dalla nascita, viene impostato un vero e proprio piano di vita razionale che deve conformarsi ai canoni della società. Quando le cose non funzionano, facciamo di tutto per riportare la vita nei binari della “normalità” e a volte non sappiamo dove andare per trovare la soluzione.

Eppure, la soluzione di tutti i problemi è sempre sotto il naso, disponibile a tutti!

Prima è indispensabile fare una precisazione: quello che pensi di essere e quello che sei realmente sono due cose differenti. La mente, quella piena di pensieri e preoccupazioni, quella cosa con cui ti identifichi molto volentieri, non è il tuo vero IO.

Prima di nascere noi siamo pura energia, noi siamo ESSENZA. Siamo liberi da pregiudizi e da tutti gli schemi mentali che sono caratteristici della mente. Già quando siamo nel grembo materno cominciamo ad assorbire le emozioni e le informazioni di nostra madre: una volta venuti al mondo cominciamo ad assorbire come spugne ogni genere di informazione; in questo modo si forma la mente che è costituita da migliaia di pensieri che girano vorticosamente attorno all’essenza, rendendola temporaneamente prigioniera. Siamo pura energia avvolta da fitti pensieri assorbiti dall’ambiente esterno.

Tu puoi prendere contatto con il tuo vero io nel momento in cui riesci a fermare questo vortice e riesci a varcare lo spazio sacro; questo è possibile grazie alla meditazione in quanto ogni forma di pensiero si arresta.

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Una strada per il tuo cuore

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Esistono vari sistemi che ci consentono di corrispondere alle esigenze della società, senza per questo rinunciare a
comportarci a modo nostro. È questione di tempo e di luogo; di imparare a distinguere il dove, il quando, il come.
Ciascuno di noi ha un suo modo di agire e di manifestarsi, e dev’essergli assicurata la possibilità di servirsene liberamente. Mille strade diverse conducono all’amore. Purché ascolti se stesso, ognuno troverà la propria. Non permettete a chicchessia di imporvi perentoriamente la sua.

In un libro dedicato agli Indiani Yaqui c’è un personaggio di nome Don Juan il quale afferma:

«Ogni strada non è che una fra un milione di strade. Pertanto dovete sempre tener presente che una strada è soltanto una strada. Se in questo momento sentite di non doverla percorrere, non siete obbligati a farlo in nessun caso. Una strada è solamente una strada. Il fatto che il vostro cuore vi esorti ad abbandonarla non è un affronto a voi stessi o agli altri. Ma la vostra decisione di proseguire lungo quella strada o di abbandonarla non deve avere attinenza alcuna con la paura o con l’ambizione. Attenti: ogni strada dev’essere osservata da vicino e deliberatamente. Provatela una volta, due, tre, quanto lo ritenete necessario. Poi ponetevi una domanda, ma solo a voi stessi; e la domanda è la seguente: Questa strada ha un cuore? Tutte le strade sono uguali. Non conducono in nessun luogo. Sono strade che attraversano il bosco, s’inoltrano nel bosco, passano sotto il bosco. Tutto sta ad accertare se quella strada ha un cuore. È il solo dato che conti. Se non ha cuore, è una strada sbagliata». Se la vostra strada è l’amore, la meta non ha importanza; il cammino che seguirete sarà fatto d’amore.

Potete essere «veri» solo quando non vi scostate dalla vostra strada. La cosa più difficile del mondo è il voler essere ciò che non siamo. Allontanandovi da voi, dovete al tempo stesso avvicinarvi sempre più a ciò che siete. Scoprirete che è un modo molto facile di essere. La cosa più facile al mondo è essere ciò che siete, essere voi stessi. La cosa più difficile è essere ciò che gli altri vogliono che voi siate. Non permettete loro di situarvi in questa posizione. Trovate il vostro «essere», siate chi siete, siate come siete. Dopo di che potrete vivere in tutta semplicità. Avrete l’energia necessaria per «respingere i fantasmi». Non avrete più fantasmi da scacciare. Non dovrete più recitare un ruolo che non sia di vostra competenza. Ve ne libererete una volta per tutte e potrete dire a voi stessi: «Ecco, quest’uomo, questa donna sono io. Prendetemi per quel che sono, con le mie debolezze, con la mia stupidità, con tutto il resto. E se non potete, lasciatemi essere me stesso».

E ora siamo pronti ad affrontare un viaggio nell’amore. Ma non sarà una strada, sarà qualcosa che condivideremo. Prendetene ciò che va bene per voi, la parte che vi confà.
Prima tuttavia voglio offrirvi un piccolo, prezioso frammento di pensiero filosofico. Lo ha scritto un certo Zinker, docente al Gestalt Institute di Cleveland.

«Se un uomo per la strada volesse inseguire il suo ego, a quali pensieri-guida dovrebbe pervenire per mutare la sua esistenza? Forse scoprirebbe che il suo cervello non è ancora morto, che il suo corpo non è atrofizzato, e che, indipendentemente da dove ora si trovi, è tuttora l’artefice del proprio destino. Stabilirebbe che può ancora mutare il suo destino prendendo la decisione affatto autonoma di cambiare radicalmente: lottando contro le meschine resistenze che in lui si oppongono al cambiamento e alla paura; imparando a conoscere più a fondo la sua meta; sforzandosi di far propria una condotta più rispondente alle sue esigenze reali; operando concretamente anziché formulando propositi e mantenendo l’azione a livello meramente concettuale, (smettiamola di parlare e cominciamo a fare) ingegnandosi di vedere, sentire e toccare davvero come se mai prima di allora avesse fatto uso dei suoi sensi; creando qualcosa con le proprie mani senza esigere da sé la perfezione;
escogitando il modo di operare in modo da sfidare continuamente se stesso; ascoltando le parole che profferisce rivolgendosi a sua moglie, ai suoi figli, ai suoi amici; porgendo l’orecchio alle parole e osservando gli occhi di chi si rivolge a lui, apprendendo l’arte di rispettare il processo dei propri fenomeni creativi e riponendo fede nel fatto che ben presto approderanno per lui a un risultato. Occorre tuttavia tener presente che non è possibile pervenire a un cambiamento senza sgobbare, senza darsi da fare, senza sporcarsi le mani. Non esistono formule, non esistono manuali che teorizzino e spieghino una volta per tutte come si fa a diventare. Io so una sola cosa: esisto, sono, divento, creo la mia vita e nessuno è in grado di sostituirmi, creandola in mia vece. Devo far fronte alle mie
manchevolezze, alle mie trasgressioni, ai miei errori, e assumerne la responsabilità.
Nessuno quanto me può soffrire del mio non-essere, ma domani è un altro giorno, devo decidere di alzarmi dal letto e continuare a vivere. E se fallisco nel mio intento, non ho il conforto di prendermela con il prossimo, con la vita o con Dio.»

  • Non possiamo dare ciò che non possediamo. Per dare amore, occorre possederlo.
  • Non possiamo insegnare ciò che non comprendiamo. Per insegnare ad amare bisogna capire l’amore.
  • Non possiamo sapere ciò che non studiamo. Per studiare l’amore bisogna viverlo nella realtà.
  • Non possiamo apprezzare una cosa che non conosciamo. Per conoscere l’amore dobbiamo saperlo recepire.
  • Non possiamo dubitare di una cosa nella quale vogliamo ‘aver fiducia. Per aver fiducia nell’amore bisogna realmente credervi.
  • Non possiamo accettare una cosa per la quale non siamo disposti a cedere. Per cedere all’amore dobbiamo esser vulnerabili all’amore.
  • Non possiamo vivere la realtà di una cosa alla quale non ci dedichiamo. Per votarci all’amore è necessario che l’amore proliferi costantemente in noi.

Leo Busaglia

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Leo Buscaglia

Amore

Vivere amando se stessi e gli altri è la grande sfida della nostra esistenza. L’avventura più esaltante e creativa. Un sentimento senza età che, per il famoso pedagogista americano, ci fa diventare una forza suprema, responsabile, senza più limiti dei pregiudizi. Attraverso il reciproco amore si può arrivare a completare l’infinito.