Siete sicuri di sapere cosa fare per migliorare la vostra salute?

Cambia la tua dieta e riduci drasticamente
il rischio di cancro, diabete, malattie cardiache e obesità

The China Study è una fonte inesauribile di informazioni sulla salute: Informazioni oggettive, scientifiche e soprattutto indipendenti di gran valore, di massima utilità e di applicazione efficace. Nel libro sono analizzate diverse tipologie di cancro, malattie che riguardano le ossa, i reni, il cervello, l’obesità, solo per citarne alcune. Tutte le analisi sono corredate da grafici, tabelle e diagrammi per comprenderle al meglio.

Viene analizzata l’incidenza dell’alimentazione nella formazione di patologie degenerative (tumori, diabete, malattie cardiovascolari ecc.) e in particolare delle proteine di origine animale.

Basandosi sui risultati di un progetto svolto dall’autore nella Cina rurale, ma andando ben oltre queste constatazioni, The China Study spiega nel dettaglio la correlazione tra alimentazione e malattie rivelandosi lo studio più completo e affidabile sul rapporto tra la dieta e il rischio di sviluppare malattie.

E’ però anche un’accorata denuncia alla disinformazione alimentare prodotta da potenti lobby, enti governativi e scienziati. Gli autori denunciano le relazioni tra le case farmaceutiche e la salute e i meccanismi attraverso cui queste riescono ad influenzare la nostra percezione e cura delle patologie.

Questo studio è potenzialmente in grado di salvare milioni di vite umane.

Un testo monumentale che sta sollevando un vero polverone intorno alla medicina convenzionale in tutto il mondo
T. Colin Campbell e Thomas M. Campbell IIThe China Study

Lo studio più completo sull’alimentazione mai condotto finora con sorprendenti implicazioni per la dieta, la perdita di peso e la salute a lungo termine.

The China Study è una fonte inesauribile di informazioni sulla salute: Informazioni oggettive, scientifiche e soprattutto indipendenti di gran valore, di massima utilità e di applicazione efficace. Nel libro sono analizzate diverse tipologie di cancro, malattie che riguardano le ossa, i reni, il cervello, l’obesità, solo per citarne alcune. Tutte le analisi sono corredate da grafici, tabelle e diagrammi per comprenderle al meglio.

Viene analizzata l’incidenza dell’alimentazione nella formazione di patologie degenerative (tumori, diabete, malattie cardiovascolari ecc.) e in particolare delle proteine di origine animale.

Basandosi sui risultati di un progetto svolto dall’autore nella Cina rurale, ma andando ben oltre queste constatazioni, The China Study spiega nel dettaglio la correlazione tra alimentazione e malattie rivelandosi lo studio più completo e affidabile sul rapporto tra la dieta e il rischio di sviluppare malattie.

E’ però anche un’accorata denuncia alla disinformazione alimentare prodotta da potenti lobby, enti governativi e scienziati. Gli autori denunciano le relazioni tra le case farmaceutiche e la salute e i meccanismi attraverso cui queste riescono ad influenzare la nostra percezione e cura delle patologie.

Questo studio è potenzialmente in grado di salvare milioni di vite umane.

Un’opera colossale!

Uno studio completissimo e approfonditissimo durato quasi 30 anni

che pone un punto di domanda sulla medicina convenzionale moderna

In anteprima l’introduzione di T. Colin Campbell

Pur avendo dedicato tutta la mia vita lavorativa alla ricerca sperimentale sull’alimentazione e la salute, la fame di informazioni nutrizionali riscontrabile nella gente non finisce mai di stupirmi.

I libri sulle diete sono costantemente in cima alle classifiche di vendita; non c’è praticamente rivista popolare che non dispensi consigli dietetici, mentre i quotidiani pubblicano regolarmente articoli sull’argomento e nei programmi radiotelevisivi si parla in continuazione di alimentazione e salute.

Dato il bombardamento di informazioni, siete sicuri di sapere cosa dovreste fare per migliorare il vostro stato di salute?

  • È consigliabile acquistare alimenti con etichetta biologica per evitare l’esposizione ai pesticidi?
  • Le sostanze chimiche ambientali sono una delle cause principali del cancro?
  • Oppure la vostra salute è “predeterminata” dai geni che avete ereditato alla nascita?
  • È vero che i carboidrati fanno ingrassare?
  • Meglio stare attenti alla quantità totale di grassi preoccuparvi solo dei grassi saturi e trans?
  • Quali vitamine è meglio assumere, ammesso che sia necessario prenderle?
  • Comprate cibi a cui sono state aggiunte fibre?
  • Sarebbe opportuno mangiare pesce, e se sì con quale frequenza?
  • Il consumo di alimenti a base di soia previene le cardiopatie?

La mia ipotesi è che non siate veramente sicuri delle risposte a queste domande. In tal caso sappiate di non essere i soli: malgrado l’abbondanza di informazioni e opinioni, pochissime persone sanno davvero che cosa dovrebbero fare per migliorare la loro salute.

Questo non dipende dalla mancanza di ricerca. Le ricerche sono state fatte, disponiamo di un’enorme quantità di informazioni sui legami fra alimentazione e salute, ma la vera scienza è stata sepolta sotto un cumulo di informazioni irrilevanti, se non addirittura dannose: la scienza spazzatura, le diete alla moda e la propaganda dell’industria alimentare.

Voglio cambiare questa situazione. Voglio fornirvi un nuovo quadro di riferimento per capire l’alimentazione e la salute, una struttura che elimini la confusione, prevenga e curi le malattie e vi consenta di vivere una vita più appagante.

Alcune scoperte, pubblicate nelle riviste scientifiche più prestigiose, dimostrano che:

  • un cambio di alimentazione può permettere ai pazienti diabetici di sospendere l’assunzione di farmaci;
  • una cardiopatia può essere fatta regredire solo con la dieta;
  • il cancro al seno è in relazione con i livelli di ormoni femminili nel sangue, a loro volta determinati dal cibo che mangiamo;
  • il consumo di latticini può aumentare il rischio di cancro alla prostata;
  • gli antiossidanti presenti nella frutta e nella verdura sono collegati a migliori prestazioni intellettuali nella vecchiaia;
  • è possibile prevenire i calcoli renali con una dieta sana;
  • il diabete di tipo 1, una delle malattie più devastanti che possano colpire un bambino, presenta evidenti correlazioni con le pratiche di alimentazione infantile.

Queste scoperte dimostrano che una buona dieta è l’arma più potente di cui disponiamo contro la malattia.

continua a leggere l’anteprima del libro qui >>>

The China Study - Libro
Lo studio più completo sull’alimentazione mai condotto finora.
Sorprendenti implicazioni per la dieta, la perdita di peso e la salute a lungo termine.

Voto medio su 163 recensioni: Da non perdere

Macrolibrarsi.it presenta il LIBRO: Grande Dizionario delle Malattie e della Guarigione

Perchè è così difficile studiare?

Cosa sono le mappe concettuali?

Perchè è così diffile studiare?

Scoprire ed applicare in modo consistente le mappe concettuali è stato senza dubbio un punto di svolta per i miei studi.

Sono stato abbastanza fortunato da scoprire le mappe concettuali molto presto; durante le scuole medie per l’esattezza, quando un geniale professore di musica mi parlò per la prima volta di questo eccezionale strumento per migliorare il mio metodo di studio.

Da quel momento non ne ho fatto più a meno.

Wikipedia le definisce nel seguente modo:

Le mappe concettuali sono uno strumento grafico per rappresentare informazione e conoscenza, teorizzato da Joseph Novak, negli anni ’70. Servono per rappresentare in un grafico le proprie conoscenze intorno ad un argomento secondo un principio cognitivo di tipo costruttivista, per cui ciascuno è autore del proprio percorso conoscitivo all’interno di un contesto, e mirano a contribuire alla realizzazione di apprendimento significativo, in grado cioè di modificare davvero le strutture cognitive del soggetto e contrapposto all’apprendimento meccanico, che si fonda sulla acquisizione mnemonica”.

Non c’hai capito nulla vero? Come biasimarti! Vediamo di semplificare.

Una mappa concettuale non è altro che uno schema grafico attraverso cui rielaborare e sintetizzare una nuova materia di studio.

Ogni mappa concettuale ha 2 elementi principali:

  • nodi concettuali. Sono i concetti primari e secondari e sono rappresentati da un’etichetta che ne identifica il significato.
  • Le relazioni associative. Sono le frecce che collegano i nodi concettuali e possono essere dotate anche esse di un’etichetta che spiega il collegamento tra i diversi concetti.

Ma perché le mappe concettuali sono così efficaci? Lascia che ti racconti una storiella (cos’è questa? Un’informazione di contorno: bravo!)

Nel corso di uno dei suoi esperimenti, lo psicologo canadese Endel Tulving, diede a due gruppi di studenti 100 schede con delle parole stampate su una facciata, chiedendo ad un gruppo di memorizzare le parole e all’altro di organizzarle secondo criteri logici. Al termine dell’esperimento, il gruppo che si era limitato ad organizzare logicamente le schede ottenne gli stessi risultati del gruppo che si era sforzato di memorizzarle.

 

Come imparare a studiare meno, studiando meglio

 

Cosa ci insegna questo esperimento?

Punto primo: se ho messo il capitolo ( disponibile con la colpia integrale ) sull’apprendimento prima di quello sulla memorizzazione un motivo c’è!

Punto secondo: quando sei coinvolto attivamente nell’organizzare il tuo materiale di studio in una mappa concettuale, stai creando delle associazioni nel tuo cervello che ti permettono di apprendere ed imprimere gli argomenti nella tua memoria, senza doverti sforzare di ricordare.

Spero di averti convinto abbastanza sull’efficacia delle mappe concettuali.

 

Come imparare a studiare meno, studiando meglio

 

Eccoti allora 5 semplici passi per iniziare a costruire le tue mappe:

  1. Scrivi un concetto primario al centro di una pagina e racchiudilo in un cerchio.
  2. Intorno al concetto primario scrivi i concetti secondari e circondali con un cerchio.
  3. Disegna le linee che collegano queste idee a quella centrale.
  4. Scrivi degli esempi, dei riferimenti o dei tuoi ragionamenti legati ai concetti secondari (puoi utilizzare le informazioni di contorno).
  5. Non ricercare la perfezione, lascia che la parte intuitiva del tuo cervello decida per te, scrivi tutto quello che ti viene in mente e collegalo al resto.

Un estratto di Studia meno, Studia meglio.

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Finalmente è stato pubblicato Studia meno, Studia meglio: la nostra nuova guida dedicata agli studenti di tutte le categorie.

In questo articolo voglio raccontarti come è nata e qual è la “filosofia” che le sta dietro. Se non puoi proprio resistere, puoi scaricarla cliccando qui o sull’immagine sotto.

Come imparare a studiare meno, studiando meglio

Se sei ancora con me, voglio farti una domanda: ti sei mai chiesto perché alcuni hanno successo nello studio, mentre altri falliscono miseramente? È solo una questione di talento? Sei davvero convinto che per riuscire all’università si debba avere un’intelligenza innata?

 

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Aloe: energizante e rigenerante

L’Aloe vera è una pianta succulenta della famiglia delle Aloeacee che predilige i climi caldi e secchi.

Uso

L’uso dell’aloe è molto antico, come testimoniato dal testo cuneiforme di alcune tavolette d’argilla ritrovate sul finire dell’Ottocento da un gruppo di archeologi nella città mesopotamica di Nippur, nei pressi di Bagdad, Iraq, e databili attorno al 2000 a.C. Nel testo si legge “… le foglie assomigliavano a foderi di coltelli“. Da questa osservazione di archeo-botanica si evince la conoscenza da parte degli Assiri della pianta e di alcune sue proprietà, e il loro impiego della varietà di aloe barbadensis Miller, meglio nota come Aloe Vera.

Lo studio sistematico di questa pianta tuttavia iniziò solo nel 1959, grazie a un farmacista texano, Bill Coats, che mise a punto un processo per stabilizzare la polpa aprendo la strada alla commercializzazione dell’aloe senza più problemi di ossidazione e fermentazione. Parallelamente il governo americano dichiarò ufficialmente le proprietà curative di questa pianta per il trattamento delle ustioni. Da allora gli studi sull’Aloe sono molto attivi in tutto il mondo.

Da un punto di vista chimico, si possono distinguere tre grandi classi di componenti nell’aloe: gli zuccheri complessi – in particolare glucomannani tra cui spicca l’acemannano – nel gel trasparente interno, con proprietà immuno-stimolanti; gli antrachinoni nella parte verde coriacea della foglia, ad azione fortemente lassativa, e svariate altre sostanze di grande valore nutritivo, antinfiammatorio, antimicotico, analgesico, come sali minerali, vitamine, aminoacidi, acidi organici, fosfolipidi, enzimi, lignine e saponine.

Proprietà medicinali

●                   Rigenerante: stimola la crescita dell’epitelio sulle ferite;

●                   Energizzante: aumenta il livello di energia dando un benessere generale a tutto il corpo;

●                   Proteolitica e cicatrizzante: dissolve e assorbe enzimaticamente le cellule morte o danneggiate, stimolando il processo rigenerativo;

●                   Antinfiammatoria: accompagna e aiuta a superare il processo infiammatorio;

●                   Antipiretico: dà sollievo al bruciore da scottature, infiammazione e febbre;

●                   Umettante: è idratante, favorendo la ritenzione di acqua nei tessuti della pelle;

●                   Analgesica: dà sollievo al dolore, anche in profondità;

●                   Fungicida: ostacola la crescita dei funghi;

●                   Virostatica: ostacola la crescita dei virus;

●                   Batteriostatica: ostacola la crescita dei batteri;

●                   Emostatica: riduce la fuoriuscita di sangue nelle lesioni;

●                   Antiprurito: dà sollievo nel prurito;

●                   Disintossicante: aiuta la disintossicazione del corpo dalle impurità delle tossine;

●                   proprietà antitumorali

Succo di Aloe Vera Biologico

Il nome indiano per l’aloe vera è kumari, che significa “giovane donna”. Puro, fresco e depurativo, è un succo non filtrato di Aloe Vera estratto dall’interno della foglia, privato della buccia e del suo gusto amaro.

Senza conservanti sintetici. Purifica la pelle, stimolante, tonico per il fegato.

Regola i movimenti peristaltici nell’intestino, aiutando la digestione ed eliminando la costipazione.

 

CONTROLLI DI QUALITÁ PER PORTARVI I MIGLIORI RIMEDI ERBORISTICI

L’impegno nella ricerca della qualità è fondamentale nel nostro lavoro. Abbiamo numerose procedure per assicurarci che le erbe che ci procuriamo siano della più alta qualità e della massima efficacia.

Good Manifacturing Practice (GMP) è un sistema che garantisce che i nostri rimedi siano sempre prodotti e controllati in modo da soddisfare gli alti standard di qualità, necessari all’utilizzo a cui sono destinati, cioè offrire rimedi sicuri ed efficaci per trattare i vostri pazienti. Se volete ottenere i migliori risultati dovete essere certi di usare i migliori ingredienti.

Le tecniche di coltivazione sono praticate in accordo con la certificazione Organic Standards (comitato che definisce gli standard biologici) così come la Good Agricolture e Collection Practices (GACP), organismi che regolamentano la coltivazione, la raccolta e la trasformazione di prodotti agricoli e così realizzate:

• Selezione della migliore qualità di semi e attrezzature agricole, selezionati da uno specialista qualificato.

• Giusti tempi di raccolta per massimizzare la qualità.

• Sostenibilità dei metodi di raccolta misurata e controllata.

• Corretti metodi di essiccamento praticati per ottimizzare la vitalità e concentrare i principi attivi.

• Identificazione botanica ufficiale delle specie da botanici autorizzati.

• Corretta identificazione di ogni specie erbacea, effettuata utilizzando le più rilevanti metodologie quali l’analisi macroscopica, l’analisi microscopica, test della cenere, contenuto di umidità, cromatografia degli strati sottili (TLC), cromatografia liquida ad alta prestazione (HPLC).

• Conformità con la farmacopea ayurvedica indiana.

• Conformità con gli standard della farmacopea europea

• Test organolettici effettuati dai nostri ricercatori esperti in ayurveda ed erboristi, per assicurarci che il gusto (Rasa) e l’azione (Vyria) corrispondano a quelli stabiliti, e che l’indagine “sensoriale” sia corretta; l’identificazione visiva, il colore, l’odore e la friabilità sono tutti indicatori della qualità della pianta.

• Le analisi microbiologiche corrispondono ai nostri standard di controllo qualità.

• Le analisi sui metalli pesanti e i pesticidi corrispondono ai nostri standard di controllo qualità.

• Ogni specie diventa un prodotto specifico che si deve conformare a questi standard su base sempre ripetibile.

SOLO QUANDO OGNI ERBA POSSIEDE QUESTI REQUISITI LA RENDIAMO DISPONIBILE PER VOI

Gesti e parole

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Inseparabili il gesto e la parola

Le ricerche dimostrano che quando archiviamo il nome di un oggetto e di cose  concrete, attiviamo sì l’area linguistica, ma anche quella motoria

Marco Pacori

CHI non conosce uno di quegli individui che possiedono una gamma di espressioni che va dal cipiglio allo sguardo glaciale … e di poche parole? E chi non si è sentito una volta o l’altra nella vita così teso e impacciato da non trovare niente da dire o non sapere come rispondere?
Cosa hanno in comune questi due esempi? L’assenza o la rarità dei gesti. Da quanto è emerso da uno studio in corso di pubblicazione di Robert Krauss e Ezequiel Morsella della Columbia University di New York, parlare fluentemente, in modo colorito, avere la battuta pronta è legato all’espressività e alla quantità dei gesti che facciamo durante il dialogo. E sembra che ora se ne siano individuate anche le basi neurologiche.

Si suppone da tempo che il linguaggio abbia avuto origine dai gesti e le osservazioni sull’acquisizione della parola sembra avallare questa ipotesi; solo in tempi recenti ci si è accorti che l’espressione verbale ha tutt’altro che soppiantato i gesti e che proprio questi ultimi sono parte integrante della facoltà di parlare con proprietà e scorrevolezza.
Una delle prime osservazioni al riguardo la si deve allo psicologo Bernard Rimé dell’Università di Louvain in Belgio che ha notato come quando nel dire qualcosa si gesticoli, il movimento anticipa sempre la parola. In un recente studio in cui i soggetti erano immobilizzati, si è constatato come questi ultimi, parlando, avesserò difficoltà ad esprimersi e provassero molto spesso la sensazione di avere una “parola sulla punta della lingua”. Un indagine in cui era stato impedito ai partecipanti di muoversi hanno dimostrato come l’eloquio diventi più povero, più “insipido”, l’articolazione delle parole appaia più stentata e aumentino gli errori di pronuncia.
Sempre nella stessa ricerca è stato messo in luce che numero e ostentazione nei gesti cambiano in relazione all’argomento di conversazione: sono minori quando si ci riferisce a un concetto astratto; per contro, sono più vivaci ed espressivi mentre si descrivono scene, azioni o  oggetti concreti. Inoltre, se si devono illustrare gli aspetti spaziali di qualcosa e si è impossibilitati o inibiti ad usare dei gesti, il discorso risulta più impreciso e meno particolareggiato.

Il nuovo studio di  Krauss e Morsella, psicologi alla Columbia University a New York, sul rapporto tra linguaggio e gesti ha gettato nuova luce sull’argomento. I due ricercatori  avevano applicato all’estremità superiore destra dei soggetti seduti degli elettrodi che danno modo di registrare la presenza di tensione muscolare. Ai partecipanti venivano quindi lette delle definizioni di utensili, cose e idee e veniva chiesto loro di dire il nome di ciò a cui ci si riferiva.
Dall’esame delle risposte e dal confronto con gli elettromiogrammi, i ricercatori hanno osservato che i termini concreti suscitavano una maggiore contrazione nei muscoli dell’arto dominante. Per altro, è stato anche constatato che, benché tensione e movimento dell’altro braccio non fossero misurati, anche questo veniva mosso assieme alla mano e che i movimenti erano tuttal’altro che scomposti: anzi, erano realizzati in modo tale da fornire una raffigurazione plastica del termine cercato oppure dei movimenti che si fanno nell’afferrarli o nel farne uso; così ad esempio, nell’atto di recuperare il nome “pianura”, i soggetti muovevano la mano a raggera e nel ricordare il termine “spiedo”, eseguivano una rotazione con il pugno semichiuso.

Per spiegare queste relazioni, gli autori hanno abbracciato la tesi elaborata dall’equipe di neurologi dell’Università Cattolica di Roma, capitanata da Gainotti: sulla base di osservazioni su individui che avevano subito danni cerebrali, questi studiosi ritengono verosimile che quando apprendiamo il significato di un oggetto, lo archiviamo nella memoria assieme alle azioni e alle contrazioni muscolari che compiamo usandoli o che eseguiamo per comprenderne il funzionamento.

Così, quando ci troviamo a richiamare a mente il suo nome, recuperiamo in realtà l’intero complesso di informazioni ad esso legate. In altre parole, si attivano non solo l’area linguistica del cervello, ma anche quella motoria e premotoria dove immaganizziamo le sequenze di azioni fra loro coordinate. La evocazione nel cervello del movimento  metterebbe automaticamente in moto i muscoli e ci spingerebbe ad accennare per lo meno parte della sequenza; questa, a sua volta, diverrebbe un “spunto” per ricordare il nome dell’attrezzo o dell’oggetto.

Per quanto riguarda il recupero dei nomi di cose concrete si attiverebbe, invece, l’area di integrazione sensoriale (in questo caso, tra il senso del tatto e la vista). Semplificando, possiamo dire che per capire meglio la struttura o i rapporti spaziali di  qualcosa è come se passassimo una mano immaginaria su una sorta di suo “modellino”; in questo modo, oltre a vedere differenze in altezza, angoli e avvallamenti, sentiremmo anche le dimensioni tattili corrispondenti, cioè rilievi, spigoli o infossature:  invieremmo poi il tutto nella memoria assieme al nome della cosa … al momento della sua “rievocazione”, adotteremmo quindi un processo analogo a quello indicato per il ricordo dei nomi di oggetti .

Introduzione alla comunicazione multimodale

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A ognuno di noi sarà capitato, parlando con qualcuno, di pensare “c’è qualcosa che non mi convince nella sua voce”, o “ha fatto un gesto eloquente”, o “il suo sguardo esprimeva tutta la sua disapprovazione”. Questi messaggi che dicono più delle parole ci arrivano da altre parole, a volte impercettibili, del corpo. In realtà, siamo tutti poliglotti: parliamo con le mani, gli occhi, il viso, i movimenti e le posture, il contatto fisico. Ma se da millenni si compilano dizionari e grammatiche, perché non studiare anche le “parole del corpo”, perché non cercare, di questi sistemi di comunicazione, il lessico e l’alfabeto?

Questo libro spiega come fare un “gestionario”, un “occhionario” e un “tocconario” – lessici dei gesti, dello sguardo e del toccare. Oltre a studiare questi segnali singolarmente, è intrigante vedere come interagiscono in ogni atto comunicativo: in talk show e lezioni di scuola, dibattiti elettorali e sedute di logopedia, processi e film comici. A volte i messaggi si confermano a vicenda, a volte si contraddicono: dici che mi ami ma sento che mi respingi; mi sgridi, ma in modo bonario. E allora la multimodalità è strumento per i messaggi indiretti e contraddittori, per l’inganno, lo scherzo, l’ironia.

Meditare è salute

Più materia grigia per chi medita

Grazie alla concentrazione profonda alcune aree del cervello legate alle emozioni aumentano di volume

meditare-salute

MILANO – Ginnastica, attrezzistica, personal trainer: tutti sanno come aumentare le dimensioni e la forza dei propri muscoli e rendere le ossa più forti. Ma è possibile anche accrescere il volume del cervello? E come? Meditando, suggeriscono gli esperti. E non importa con quale tecnica: Zazen (scuola zen giapponese), Samatha e Vipassana (le due principali forme della meditazione buddhista) sono tutte efficaci, secondo una ricerca appena pubblicata su NeuroImagine da un gruppo di ricercatori dell’University of California a Los Angeles (Ucla).

RISONANZA MAGNETICA – Analizzando, con la risonanza magnetica, il cervello di persone abituate alla meditazione, i ricercatori hanno dimostrato che il volume della materia grigia di chi ricorre a tecniche di concentrazione profonda è mediamente maggiore di quello di persone che invece non ricorrono a queste pratiche. In particolare l’aumento di dimensione riguarda alcune aree particolari, come l’ippocampo, la corteccia orbito-frontale, il talamo e la parte inferiore del lobo temporale, tutte zone che hanno a che fare con la regolazione delle emozioni. «Sappiamo – ha commentato Eileen Luders, coordinatrice della ricerca – che persone abituate alla meditazione acquisiscono una particolare capacità di provare emozioni positive, sono più stabili emotivamente e raggiungono un grado di consapevolezza maggiore per quanto riguarda i loro comportamenti. Tutte queste caratteristiche potrebbero essere legate alle differenze anatomiche che abbiamo evidenziato con il nostro studio».

DIFESE IMMUNITARIE – Quest’ultimo dunque, aggiunge nuove informazioni a quelle che già si conoscevano sui benefici della meditazione: proprio perché controllano meglio le emozioni, le persone che seguono regolarmente queste pratiche sono meno stressate e hanno migliori capacità di difesa immunitaria. Nello studio appena pubblicato il gruppo della Luders ha esaminato 44 persone, la metà delle quali con una lunga storia di pratiche meditative (da 4 a 46 anni, con una media di 24 anni). Fra questi soggetti, almeno un cinquanta per cento ha affermato che la concentrazione profonda costituiva una parte essenziale della pratica e che ogni giorno dedicava a questa attività dai 10 ai 90 minuti. I

NEURONI – Ma ne vale la pena, se questo significa aumentare non solo le dimensioni di alcune aree del cervello, ma migliorare, di conseguenza, la capacità di controllare le emozioni. Rimane adesso da scoprire se, a parte l’aumento delle dimensioni, esiste anche, a livello microscopico, un aumento del numero di cellule cerebrali, delle loro dimensioni e soprattutto se, grazie alla meditazione, si sviluppano particolari sistemi di attivazione di queste cellule.

Adriana Bazzi

fonte: http://www.corriere.it

Mario Thanavaro
Uno strumento universale per ritrovare benessere e pace

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Meditare è l’arte di vivere. Nell’osservare il corpo, la mente e le emozioni ci rendiamo conto che gran parte delle nostro malessere nasce nel momento in cui siamo incapaci di accettare ciò che ci accade.
La sofferenza che ne deriva accentua la rigidità e la paura in noi e ci allontanano dalla comprensione e dall’amore. La meditazione, come confermato anche dalle più recenti scoperte scientifiche, se è praticata con regolarità, è uno strumento efficace per accrescere il nostro benessere psicofisico.

Lo sviluppo graduale della pace interiore e di emozioni positive aiuta a neutralizzare gli effetti negativi dello stress e a influenzare beneficamente anche problemi già esistenti, come ipertensione, cefalee, disturbi gastrointestinali, ansia, depressione, disturbi del sonno.

Attraverso la consapevolezza sottile che si attiva con la meditazione, scopriamo il senso profondo della nostra esistenza e la possibilità di vivere più tranquillità e pace interiore. Sulla base di 30 anni di esperienza meditativa sotto la guida dei più grandi maestri di saggezza del nostro tempo, Thanavaro, in modo comprensibile e approfondito, presenta la millenaria pratica della meditazione come uno strumento universale per ritrovare benessere e pace.

Con disegni, esercizi, consigli e insegnamenti; un manuale essenziale per tutti coloro che vogliono iniziare e approfondire la pratica della meditazione.

Ridere fa bene!

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Uno studio dell’università di Baltimora conferma quanto intuito dal medico clown Patch Adams.

Ridere fa buon sangue, dice un vecchio proverbio. Ridere fa bene al cuore, conferma un’originale ricerca scientifica appena presentata a Orlando, in Florida, all’American College of Cardiology , l’appuntamento più importante dell’anno per i cardiologi di tutto il mondo. La risata è un vero e proprio farmaco, ci suggeriscono i ricercatori, con tanto di indicazioni. Dosaggio: una somministrazione di quindici minuti al giorno. Effetti: miglioramento della circolazione del sangue e prevenzione delle malattie cardiovascolari. Controindicazioni: nessuna. Una medicina che va bene per tutti, grandi e piccoli, uomini e donne. La terapia del sorriso non è una novità: tutti ormai conoscono la storia di Patch Adams, il medico americano con il naso da clown che prima ha intuito, poi trasformato in cura il potere benefico della risata.

Cura la mente e il corpo:
lo dimostrano numerosi studi sugli effetti benefici della risata. Perfino un sorriso finto può aiutare

Una risata non è affatto un cattivo inizio per un’amicizia ed è di gran lunga il miglior modo per finirla, disse Oscar Wilde.

Vi sentite giù? Provate a ridere di più, o almeno a sorridere.

Che il riso faccia buon sangue è detto popolare ma la scienza conferma. La risata migliora l’umore e la resistenza allo stress, fa bene anche al cuore, alza le difese immunitarie, migliora il latte materno rendendolo uno scudo contro le allergie del neonato perché quando la mamma ride aumenta la quantità di melatonina. Non è necessario che la risata sia vera: va bene finta, addirittura indotta, tenendo in bocca una penna e costringendo il labbro superiore ad alzarsi per mostrare i denti, assicura Fritz Starck, psicologo dalla lunga carriera universitaria ora a Würzburg, in uno speciale dedicato alla questione sulla rivista Mind. Gli studi secondo cui risata e sorriso sono la migliore medicina, del resto, non mancano.

Willibald Ruch, dell’Università di Zurigo, ha dimostrato che le risate suscitate dalle battute, siano esse in commedie o barzellette, alzano la soglia del dolore: i volontari di un gruppo di studio che sono riusciti a tenere più a lungo la mano nell’acqua ghiacciata senza soffrire erano anche quelli che fino a poco prima si erano divertiti ridendo a delle battute.

Chi è propenso all’umorismo e alle risate facili, poi, ha il 40% in meno di possibilità rispetto ai musoni di essere soggetto ad attacco cardiaco, dice uno studio condotto da Michael Miller dell’università del Maryland, presentato diversi anni fa. Ridere 15 minuti al giorno aiuta anche a perdere peso (perfino due chili in un anno). Lo sostiene una ricerca pubblicata sull’International Journal of Obesity, condotta da Maciej Buchowski della Vanderbilt University di Nashville (Tennessee, Usa) che ha esaminato il dispendio di energia di un gruppo di persone messo di fronte a programmi tv di vario tipo. Ebbene, le commedie hanno richiesto il 20% di fabbisogno calorico in più, perché ridere aumenta il battito cardiaco e impegna molti muscoli, producendo lo stesso effetto di una sana camminata.

Ridere è una sorta di “lubrificante sociale”, un atto ancestrale, un modo per fare nuove amicizie e consolidarne altre, fissare l’appartenenza nella gerarchia sociale, sostiene Robert R. Provine, psicologo e neurologo dell’università del Maine che all’argomento ha dedicato 20 anni di ricerche, per arrivare alla conclusione che ridere non è solo la risposta intellettuale a qualcosa di divertente ma è uno strumento istintivo di sopravvivenza, tipico degli animali sociali.

Il sorriso aiuta i rapporti sociali ma anche l’umore, e rende perfino le persone più sexy. Uno studio di Eric Bressler del Westfield State College ha dimostrato che le donne giudicano più attraenti i soggetti di foto sotto le quali c’è una battuta che viene attribuita all’uomo immortalato nello scatto. Alcuni psichiatri usano la terapia del sorriso per curare lievi forme di depressione, ma senso dell’umorismo e capacità di sdrammatizzare si sono dimostrati efficaci anche in casi più gravi. Un gruppo di psichiatri dell’università tdesca di Marburg hanno dimostrato che sono fondamentali in una strategia di distacco dai problemi, perché aiuta a vederli sotto un’altra luce.

Sorridi alla vita!

Guarire con il buonumore

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Ridere fa bene. Ossia: una disposizione positiva della mente, un atteggiamento attivo e reattivo sono i presupposti di una buona salute. Di più: ridere stimola la circolazione, aumenta l’ossigeno nei polmoni, abbassa la pressione, attiva i muscoli.

Una nuova consapevolezza

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Benvenuti in questo angolo di mondo, dove per una strana coincidenza, noi tutti siamo stati chiamati a godere, se lo vogliamo, di un grandissimo privilegio, ovvero la conoscenza e la possibile gestione di tutta l’Energia che ci circonda: quella stessa Energia che non solo permea l’immensità dell’Universo e ci permette di vivere, ma che può proprio ora, ridisegnare il nostro destino, facendoci sentire sovrani di quello stesso regno che un tempo credevamo appartenere solo agli dei.

Cosa stia accadendo adesso, proprio qui e ora, non sta a noi dirlo, certo è che ci pare trattarsi di qualcosa di inequivocabile e decisamente sorprendente. Sembra che tutto ciò che ci circonda stia avendo una connotazione che sa di “tanto affascinante e di urgente”. Tanto lavoro, tante informazioni, tanti cambiamenti, tanto poco tempo per fare quello che solo pochi anni or sono, riuscivamo a fare, ma anche tante nuove scoperte, tante rinnovate speranze…tante sorprendenti opportunità…

La nostra vita pare trovarsi al centro di un continuo turbinio di eventi dove accanto alla sensazione della brevità del tempo c’è l’indiscutibile presa di consapevolezza che moltissimi degli enigmi della Scienza e della Tecnica stanno oggi arrivando alla portata di tutti. La gente può contare sempre più concretamente su moltissimi eccellenti autori che spiegano come veramente stia funzionando il nostro Universo, cosa e come possiamo conoscere e soprattutto come possiamo interagire per il nostro benessere di uomini e di anime vaganti fra le pagine bianche di quel famoso libretto di istruzioni per la vita, mai abbastanza chiaramente compreso.

Oggi, grazie a un numero rilevante di coincidenze, ci troviamo contemporaneamente di fronte all’impressionante potere delle cellule staminali, alla stravagante fantascienza della fisica quantistica, all’inimmaginabile rigenerazione interstellare, all’ineccepibile esplorazione teleguidata degli Universi intra ed extramolecolari, alle sorprendenti e incredibili tecniche di guarigione come l’EFT legate a meridiani ed emozioni, alle sbalorditive scoperte (o riscoperte) di metodi antichi di meditazione e respiro, e via dicendo di questo passo in ogni campo della Scienza e della Conoscenza.

Scoperte ed Istruzioni sempre più numerose sembrano in questi tempi diffondersi come benedizioni alla portata di tutti, e coloro che non si sono mai rassegnati a restare fuori dalla portata della comprensione della loro vita, sono ora nella possibilità di entrare, di conoscere, di sperimentare, di condividere, e di porsi al servizio di altri…se lo desiderano. Perché tutto sta divenendo possibile. E parecchio di ciò che fino a ieri veniva considerato blasfemo, oggi è schiacciato dall’inequivocabile meraviglia dei risultati.

Tanto per fare qualche esempio: Carl Simonton, medico specializzato in radioterapia, oncologo di fama internazionale, è considerato uno dei pionieri della psiconeuroimmunologia, fondatore del Simonton Cancer Center Italia, cura i malati di cancro tramite la consapevolezza dell’energia del pensiero, dell’atteggiamento mentale e dello stile di vita, dove l’uso di tecniche di rilassamento e di visualizzazione combinate alla terapia tradizionale raddoppiano l’aspettativa media di sopravvivenza dei malati.

Oppure andiamo in America, dove mediante tecniche precedentemente scoperte per puro caso, l’ingegnere Gary Craig ha potuto sanare nel giro di venti minuti l’Energia di migliaia e migliaia di fobie, malattie, paure e conflitti che perduravano da vent’anni o da tutta una vita. Senza essere un medico, senza essere uno psicologo, senza aver studiato biologia molecolare, quest’uomo ha cambiato la vita di un numero impressionante di persone, usando solo l’assestamento energetico, permettendo ad ognuno di essi di usare da solo e per sempre le poche semplici tecniche apprese.

Ma, se vicino a tutto questo ben di Dio, abbiamo l’impressione che ci manchi un po’ una guida, un indicatore, una bussola o più modernamente un navigatore satellitare, ebbene, forse questi libri possono darvi una mano a trovare prima e sperimentare poi, ciò che di più semplice e utile abbiamo avuto modo di trovare dopo anni e anni di ricerche e di studio.

Tratto da: Energia Emotiva Libera

Fonte: www.guarigionenaturale.com

Leggi l’articolo per approffondire meglio l’ EFT qui.


Andrea Fredi

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Disagi Fisici e Fobie. Come liberarti da ansia, stress, paure e blocchi emotivi in modo facile, autonomo ed indolore!


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EFT (Emotional Freedom Techniques) su Problemi Fisici e Fobie: quattro chiari esempi di come questa meravigliosa tecnica sia rapida, facile e straordinariamente efficace. Un metodo che sta cambiando i paradigmi della scienza, e che la obbliga ad interessarsi di queste scoperte che consentono risultati in genere rapidi, durevoli e profondi, anche su problemi fisici e fobie.

EFT (Emotional Freedom Techniques) è una tecnica di auto-aiuto che consente di riequilibrare il sistema energetico ottenendo così profondi miglioramenti a livello fisico, emotivo e mentale.

Inventata da un ingegnere di Stanford (USA), Gary Craig, è a tutt’oggi, vista la sua straordinaria efficacia, uno dei sistemi di auto-guarigione a maggior velocità di diffusione del mondo.

Impara come, attraverso questo potente metodo, puoi lasciar andare traumi, problemi fisici, stress, ansia, cattiva autostima e numerosi altri problemi.

Guarda Andrea Fredi, operatore ed insegnante di EFT, applicare questa tecnica a diversi casi specifici ottenendo immediatamente risultati. Ascolta le parole e le frasi utilizzate, veri e propri “codici di accesso” al problema. Gli esempi contenuti in questo DVD, uniti ad una formazione di qualità ed allo studio dei materiali offerti gratuitamente su internet rappresentano una impareggiabile risorsa di apprendimento.

Cosa potrai ottenere da questi DVD:
•     Apprenderai le basi del metodo ed alcune varianti veloci
•     Avrai a disposizione 4 sessioni da prendere ad esempio, per migliorare problemi fisici, paure, fobie
•     Potrai studiarle nei minimi dettagli
•     Vedrai in azione uno degli strumenti di trasformazione personale più potenti degli ultimi anni
•     Sentirai delle frasi che, abbinate al picchiettamento dei punti, favoriscono il benessere psicofisico

La felicità e la realizzazione della realtà desiderata è una meta ambita dall’uomo. Spesso la vita ti pone di fronte ad ostacoli che con il normale pensiero logico-lineare non riesci a risolvere. Esiste un altro modo di affrontare la vita? Questo video corso si pone l’obiettivo di fornire un nuovo strumento di pensiero, frutto del modellamento dei mistici…

Questo videocorso ti può cambiare la tua vita…

La vita quotidiana è spesso considerata pienamente sotto il nostro diretto controllo e gli imprevisti che ci accadono sono visti come eventi fuori dalla nostra portata, controllati dal destino, dal caso o da altre persone.

La vita dell’uomo occidentale è programmata sin dalla nascita, viene impostato un vero e proprio piano di vita razionale che deve conformarsi ai canoni della società. Quando le cose non funzionano, facciamo di tutto per riportare la vita nei binari della “normalità” e a volte non sappiamo dove andare per trovare la soluzione.

Eppure, la soluzione di tutti i problemi è sempre sotto il naso, disponibile a tutti!

Prima è indispensabile fare una precisazione: quello che pensi di essere e quello che sei realmente sono due cose differenti. La mente, quella piena di pensieri e preoccupazioni, quella cosa con cui ti identifichi molto volentieri, non è il tuo vero IO.

Prima di nascere noi siamo pura energia, noi siamo ESSENZA. Siamo liberi da pregiudizi e da tutti gli schemi mentali che sono caratteristici della mente. Già quando siamo nel grembo materno cominciamo ad assorbire le emozioni e le informazioni di nostra madre: una volta venuti al mondo cominciamo ad assorbire come spugne ogni genere di informazione; in questo modo si forma la mente che è costituita da migliaia di pensieri che girano vorticosamente attorno all’essenza, rendendola temporaneamente prigioniera. Siamo pura energia avvolta da fitti pensieri assorbiti dall’ambiente esterno.

Tu puoi prendere contatto con il tuo vero io nel momento in cui riesci a fermare questo vortice e riesci a varcare lo spazio sacro; questo è possibile grazie alla meditazione in quanto ogni forma di pensiero si arresta.

L’essenza è direttamente collegata con l’ENERGIA UNIVERSALE che è infinita da tutte le parti. La fisica quantistica ha dimostrato che tutto quello che ci circonda è energia. L’aria, la sedia dove ci troviamo, il tavolo, i nostri vestiti sono energia che scorre a diversi velocità di vibrazione: Infatti la materia si forma in base alla vibrazione atomica. La differenza tra noi e la sedia su cui siamo seduti è data dalla diversa velocità di vibrazione dell’energia che ci compone.

L’energia elettrica e l’energia spirituale sono energia, ma si differenziano grazie al fatto che quella spirituale ha una vibrazione atomica più elevata rispetta all’altra: le nostre stesse ossa, carne e tessuti sono energia come può esserlo un pezzo di legno ma la materia si atteggia in maniera diversa in base alla FREQUENZA VIBRAZIONALE.

Comprendere le leggi dell’Energia Universale ci permette di realizzare la nostra esistenza, comprendere il funzionamento del Karma e sciogliere i nodi ciclici che ci imprigionano in situazioni negative.

Il video affronta tutte queste tematiche e cerca di dare risposte con strumenti pratici ed efficaci. Comprendere l’Energia Universale aiuta a sintonizzarsi con la realtà desiderata.


Carl Simonton Stephanie Matthews-Simonton James L. Creightn

Ritorno alla Salute

Tecniche di auto-aiuto che favoriscono la guarigione


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Tecniche di rilassamento e visualizzazione combinate per ridurre gli effetti collaterali di chi è sottoposto a trattamenti di tipo chemio o radioterapico. Questi esercizi sono in grado di sollecitare l’accettazione del dolore stimolando contemporaneamente il sistema immunitario del malato che diventa compartecipe del suo ritorno alla salute.

Oscar Carl Simonton, medico specializzato in radioterapia, oncologo di fama internazionale, è considerato uno dei pionieri della psico-neuro-immunologia. Il suo approccio si combina con i trattamenti tradizionali (chemioterapia e radioterapia) raddoppiando, secondo le statistiche americane, l’aspettativa media di sopravvivenza dei malati. È un metodo psico-oncologico che insegna a vivere malattia e trattamenti in modo più costruttivo, aumentandone l’efficacia grazie ad una migliore gestione dello stress e delle emozioni. L’uso di tecniche di rilassamento e visualizzazione combinate riduce gli effetti collaterali e consente una positiva elaborazione del dolore emozionale, migliorando sensibilmente la qualità di vita. Soprattutto stimola, com’è noto, il sistema immunitario: il malato diventa allora direttamente compartecipe del suo ritorno alla salute.

LEGGI UN BRANO di RITORNO ALLA SALUTE

Un metodo olistico di cura del cancro
Poiché il cancro è una malattia tanto terribile, nel momento in cui la gente sa che qualcuno ha il cancro, questa spesso diventa la caratteristica determinante di tale persona. L’individuo può svolgere numerosi altri ruoli (genitore, capoufficio, amante) e possedere numerose caratteristiche personali preziose (intelligenza, fascino, senso dell’umorismo) ma da quel momento in avanti sarà un “malato di cancro”. La piena identità umana della persona va perduta a vantaggio della sua identità oncologica. L’unica cosa di cui gli altri sono consapevoli, compreso spesso anche il medico, è il fatto fisico del cancro, e tutte le cure mirano al paziente in quanto “corpo”, non in quanto “persona”.
La nostra premessa centrale è che la malattia non è puramente un disturbo fisico ma piuttosto un disturbo dell’intera persona, la quale include non soltanto il corpo ma anche la mente e le emozioni. Noi riteniamo che gli stati emotivi e mentali svolgano un ruolo significativo sia nella predisposizione alla malattia, compreso il cancro, sia nel ristabilimento da ogni malattia. Crediamo che il cancro indichi spesso l’esistenza di altri problemi nella vita di un individuo, problemi aggravati o accresciuti da una serie di eventi stressanti verificatisi da sei a diciotto mesi prima dell’insorgere della malattia. Il malato oncologico normalmente ha reagito a questi problemi ed eventi stressanti con un profondo senso di disperazione o di “resa”. Questa reazione emotiva, secondo noi, innesca a sua volta una serie di reazioni fisiologiche che deprimono le difese naturali dell’organismo e lo predispongono alla produzione di cellule anomale.
Supponendo che le nostre convinzioni siano sostanzialmente giuste (e gran parte dei sette capitoli di questa prima parte vi dimostrerà perché noi le sosteniamo con tanta forza), allora diventa necessario che paziente e medico, nell’operare verso il ristabilimento, considerino non soltanto ciò che avviene a livello fisico ma, cosa altrettanto importante, ciò che accade nel resto della vita del paziente. Se l’intero sistema integrato di mente, corpo ed emozioni, che costituisce l’intera persona, non converge in direzione della salute, allora gli interventi puramente fisici possono non avere successo. Un programma di cura efficace, allora, si occuperà dell’intero essere umano e non si concentrerà sulla sola malattia, poiché questo sarebbe come curare un’epidemia di febbre gialla soltanto con i sulfamidici, senza prosciugare i fossati in cui si riproducono le zanzare che ne sono portatrici.

I risultati di questo metodo
Dopo tre anni trascorsi insegnando ai pazienti a usare la mente e le emozioni per modificare il decorso dei loro tumori maligni, decidemmo di condurre uno studio volto a distinguere tra gli effetti delle cure emotive e quelli delle cure mediche per dimostrare scientificamente che il trattamento emotivo aveva davvero un effetto.
Cominciammo studiando un gruppo di pazienti affetti da tumori maligni ritenuti incurabili dalla medicina.
Negli ultimi quattro anni abbiamo curato centocinquantanove pazienti di cui sessantatre ancora in vita, con un periodo di sopravvivenza medio di 24,4 mesi dalla diagnosi, mentre l’aspettativa di vita di questo gruppo, sulla base delle statistiche nazionali, è di dodici mesi.
Un gruppo di controllo è in corso di analisi, e i risultati preliminari indicano una sopravvivenza in sintonia con la norma nazionale e pari a meno della metà del periodo di sopravvivenza dei nostri pazienti. Quanto ai pazienti della nostra ricerca che sono morti, il loro periodo di sopravvivenza medio era di 20,3 mesi. In altre parole, i pazienti ancora in vita hanno vissuto in media il doppio di coloro che hanno ricevuto soltanto il trattamento medico; persino i pazienti che sono morti hanno comunque vissuto quasi il doppio rispetto al gruppo di controllo.