Legami – Nadia Al Omari

Un pomeriggio, mentre stavavamo facendo una delle nostre passeggiate,
un seme portato dal vento cadde vicino ai nostri piedi.
Lei si affrettò a raccoglierlo prima che volasse via.

Legami è un libro delicato e allo stesso tempo ricco di emozioni; Lui e Lei, adorabili creature appassionati entrambi fin da piccoli di fiori e piante, un giorno si incontrano e insieme curano con infinita passione e tanta tanta dedizione il loro giardino ricco di piante aromatiche e alberi.

Tutti adoravano il mio giardino.
Ma qualcuno più degli altri.
Lei.
Me ne innamorai subito.

Lui e Lei diventano inseparabili. Un bel giorno, durante una passeggiate, i due raccolgono inseme un seme portato dal vento, un seme strano, mai visto prima nemmeno nei libri.


Con tutto il loro amore per la natura lo sistemano con cura in un vaso, pian pianino ne nasce una pianta sconosciuta che fanno crescere tra mille attenzioni, quelle attenzioni dedicate che ogni genitore dedica ai figli. La pianta, cresce rigogliosa e con una fiorita ricca, mai vista prima.
Finchè un giorno, la pianta non sembra più star bene lì, in quel terreno per loro familiare, inizia ad avvizzire e capiscono che l’unico rimedio è affidarla ad un nuovo terreno.

Legami di Nadia Al Omari, magnificamente illustrato da Richolly Rosazza, edito da Kite Edizioni.
Ogni pagina trabocca di tenerezza e di sogno e ci accompagnano in questa storia che sa spiegare come i “Legami…uniscono senza legare…” poche parole, raccontano in modo poetico questa storia delicata e toccante.


Legami, racconta l’amore, e di come solitamente questo Amore porti frutto e di come diventi l’unico fulcro del nostro mondo. Insieme alle adorabili creatre del libro, capiamo però che concentrare l’Amore su un’unica cosa può non essere del tutto giusto, e che quando arriva il momento perfetto..il momento giusto quell’amore bisogna lasciarlo libero di andare.
Legarsi a qualcuno significa volere il suo bene.

Questo, a volte, può voler dire perfino accettare che si allontani da noi, anche se la cosa ci fa soffrire molto.
Ecco che il frutto di questo amore non sarà più solo nostro ma del mondo, e tutta l’abbondanza di affetto che rimane nel cuore possiamo dedicarla ad altro attorno a noi ❤

I legami veri e profondi, sono una cosa rara e preziosa ma proprio perchè sono infinitamente preziosi…ci uniscono senza obbligare
Tra fiori, e profumi di primavera, Legami è una storia che con dolcezza tocca le corde dell’anima.

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Grazie!

Esprimere gratitudine significa principalmente apprezzare il fatto che qualcuno diverso da te,è in qualche misura,responsabile del tuo attuale benessere,confort, successo.

Se tu ricevessi un regalo,e tu non esprimessi nessun tipo di ringraziamento per questo, pensi che chi ti ha fatto il regalo vorrebbe fartene un altro?

Quando poi siamo noi stessi che facciamo un regalo,ci fa piacere ricevere un segno di riconoscenza,se non altro per essere certi che il regalo è effettivamente arrivato all’altra persona. Spesso viene da chiedersi dove è finita la cortesia di dire semplicemente grazie. Potrebbe essere sufficiente anche una semplicissima mail di ringraziamento! In fin dei conti non insegniamo ai nostri bambini che quando ricevono un regalo devono sempre ringraziare?

Quindi,se a noi stessi fa immensamente piacere un piccolo segno di ringraziamento quando facciamo un regalo,perchè non ci prendiamo il tempo per esprimere tutta la nostra gratitudine a quel potere responsabile dei regali più importanti in assoluto? È importante coltivare un atteggiamento mentale di gratitudine se vogliamo mantenere aperto il canale attraverso il quale la Legge dell’Attrazione ci fa avere tutti i nostri regali.

Durante il corso della giornata, ti fermi mai a notare tutti quei piccoli meravigliosi miracoli che accadono continuamente, o invece attribuisci tutto al caso e li degradi tutti a banali coincidenze?

Svegliati,le coincidenze non esistono! Comincia a notare e soprattutto ad apprezzare profondamente,tutti quegli avvenimenti positivi che ogni giorno ti arricchiscono la vita. Una serie di semafori tutti verdi,un parcheggio libero,incontrare un amico che non vedevi da tanto,tutti questi e innumerevoli altri accadono regolarmente a tutte le persone sintonizzate sul “positivo” e grate di esserlo.

Permettimi di citare una frase di Thomas Secker, Arcivescovo di Canterbury nel periodo 1758-1768: `colui che è grato per le cose banali godrà di molte cose importanti. Una mente capace di gratitudine è una grande mente.’ Come è vero tutto ciò . Non accantonare tutti quei successi anche se piccoli che accadono nella tua vita ogni giorno. Cerca di mantenere sempre un atteggiamento di gratitudine e scopri così tutto il bello che è lì che ti aspetta per renderti ancora più felice giorno dopo giorno.

`Quando la gratitudine straripa dal cuore che ne è colmo,e respira in un elogio libero e puro per i benefici ricevuti, il paradiso prende questo riconscimento come incenso profumato, e raddoppia tutte le sue benedizioni.‘ Questa frase, di George Lillo, drammaturgo dei primi del 1700, mi sembra una sintesi efficace di tutto quello che abbiamo detto. Sii grato per le piccole cose e comincia a ricevere tutto ciò che vuoi!

In Armonia con la vita

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Hellinger in questa breve raccolta di scritti intuisce e trasmette un profondo senso di raccoglimento, in se stesso, nella sua anima e nell’armonia della vita. La lettura è scorrevole, percepiamo delicatamente pensieri e sensazioni che introducono a un diverso modo di sentire e intendere le relazioni affettive.
Allo stesso tempo questo volume parla della vita stessa e dell’uomo. Delle forze più grandi alle quali l’essere umano è sottoposto ed influenzato, dell’umiltà e della dedizione necessarie per affrontare con impegno e dignità il cammino dell’esistenza.

La filosofia di Patch Adams

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La sua scheda personale della scuola di medicina riporta che Hunter ‘Patch’ Adams venne bocciato per ‘eccessiva gaiezza’. Un tutor universitario una volta gli disse che “se voleva fare il clown doveva andare a lavorare in un circo”.
Patch di fatto voleva diventare un clown. Ma desiderava anche fare il medico. Riuscì ad esercitare entrambe le professioni combinando alcuni aspetti molto diversi della sua personalità. L’incredibile storia di Patch, che lo ha visto sia paziente che’medico di un istituto per malattie mentali, celebra il trionfo di un brioso individuo e dei suo inarrestabile tentativo di perseguire un sogno idealistico.

“Patch è un personaggio strano e anomalo, semplicemente incredibile”, osserva Robin Williams. “Indossa coloratissime camicie a fiori e una cravatta che, all’occasione, può anche emettere dei suoni. E’ un eccentrico, ma anche un medico che esercita la professione con passione e dedizione. Non ha mai voluto entrare a far parte del sistema, piuttosto voleva crearne uno nuovo”.
“Patch è una sorta di guaritore che cerca di scoprire come funzionano i pazienti. Che cosa gli piace? Cosa li stimola? Quali sono le loro passioni? Realizzare le fantasie dei pazienti può aumentare i valori delle loro endorfine e il loro desiderio di rimettersi”, racconta il regista Tom Shadyac.

Patch Adams decise di diventare medico quando, ancora adolescente, venne ricoverato in un istituto per malattie mentali perché soffriva di depressione. Frequentò il Medícal College of Virginia verso la fine degli anni ’60 e i primi ’70. Dopo la laurea fondò il Gesundheit: Institute, che sosteneva la necessità di un approccio alla medicina più olistico e personalizzato. Dopo un’iniziale resistenza dell’opinione pubblica, verso la metà degli anni ’80 la sua clinica poco ortodossa ha cominciato a ricevere una grande attenzione da parte dei media.
Nel 1993, Adams ha scritto un libro sul suo lavoro di medico, nel quale spiegava le ragioni delle strane prescrizioni ispirate allo humour e i motivi che lo spingevano a travestirsi da gorilla, a riempire una stanza di palloncini o una vasca da bagno di tagliatelle per strappare un sorriso, per instaurare un contatto spirituale con un paziente, o semplicemente per donargli un momento di piacere.

“Ho sempre pensato che fosse strano e triste il fatto che le persone non abbiano alcun problema a comportarsi in modo rabbioso o burbero, ma che siano imbarazzate dal dover mostrare sentimenti positivi”, spiega Patch. “Sappiamo tutti quanto sia importante l’amore, eppure, con quale frequenza viene provato o manifestato veramente? I mali che affliggono la maggior parte dei malati, come la sofferenza, la noia e la paura, non possono essere curati con una pillola”.
Impiegando metodi non convenzionali e strambe sorprese per alleviare l’ansia dei pazienti e agevolare la loro guarigione, Patch ha aiutato a diffondere la teoria, allora appena agli inizi, che i medici dovrebbero curare le persone e non le malattie. Egli sosteneva che la compassione, il coinvolgimento e l’empatia sono di aiuto ai medici quanto i medicinali innovativi e i progressi tecnologici. Un’opinione radicale, oggi come allora.

“Patch è stato fatto rientrare nella categoria degli illusi. E’ stato definito un nuovo Don Chisciotte”, osserva Williams. “Ma la gente ha apprezzato la sua dedizione, il suo impegno e la sua intelligenza. Non lotta contro i mulini a vento, fa tutto quello che è necessario ad aiutare le persone”.
Il film mostra come all’inizio pochissimi altri condividano la filosofia di Patch. Il preside della facoltà, il dottor Walcott, si oppone con fermezza ai suoi metodi, mentre Mitch (Philip Seymour Hofthian), il suo compagno di stanza, non lo ritiene altro che un babbeo rimasto bambino.

“Mitch è messo sotto pressione dalle aspettative dei genitori e dal pensiero di doversi misurare con l’idea che la sua famiglia ha dei successo”, spiega Hoffinan. “Ha l’acqua alla gola e non ha tempo, né pazienza, per chiunque non prenda la vita con la sua stessa serietà. Vede Patch vestito in modo strano, senza alcuna apparente preoccupazione, e prova immediatamente dell’astio nei suoi confronti. Mitch è convinto che il suo collega non sia adatto all’ambiente medico”.
L’entusiasmo di Patch contagia comunque una cerchia molto ristretta di persone, fra le quali l’infermiera Joletta (Irma P. Hall), che chiude un occhio quando Patch effettua i suoi giri di visite non autorizzati, e i compagni di corso Truman (Daniel London) e Carin (Monica Potter).

“Truman è un po’ un fifone. Teme di essere rimproverato e la fenna volontà di Patch di assumersi dei rischi e combattere l’autorità lo mette in soggezione”, spiega London. “Ammira veramente ciò che quest’uomo rappresenta e la considerazione che egli ha per elementi intangibili fondamentali quali la comunicazione e l’apertura.
Il Gesundheit Institute, una clinica non convenzionale nella quale i pazienti incontrano non solo un medico ma anche un amico, rappresenta il compimento dei sogno che Patch Adams ha sempre lottato per realizzare.
“L’assistenza medica è sempre più automatizzata. E’ diventato un business”, spiega Robin Williams. “Le persone hanno sempre meno contatti con i medici e gli infermieri, Il mio personaggio invece rifiuta di perdere la fiducia nell’importanza delle maniere gentili. E’ quel tipo di medico la cui sola presenza fa star meglio”.

“Oggi sappiamo tutto sulle endorfine e sull’importanza che la mente esercita nel processo di guarigione. Questa consapevolezza non esisteva ancora negli anni ’60 e ’70, quando Patch ha delineato la propria filosofia.”

Ovvero come un medico-clown cura gratuitamente i pazienti con l’allegria e con l’amore

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Questa è la storia dell’impegno di vita di Patch Adams nella trasformazione del sistema sanitario. Patch – ha scritto Jacopo Fo – è il più grande clown-sciamano che io abbia mai conosciuto. Lui è veramente un clown, non smette mai di esserlo.

È un clown che cura i bambini. Ed è uno sciamano perfetto. I suoi riti comici seguono esattamente la tradizione millenaria della magia bianca.

Patch non è uno che vanta guarigioni miracolose. Non gliene importa niente. Lui dice: Quando sono con i bambini, i bambini non sentono il dolore. Lui fa di più che fare miracoli. Lui va vestito da clown bianco con le alucce da angelo e l´arpa a far ridere le persone in punto di morte. Cosa c´è di più bello e importante che morire ridendo? Questo è un super-miracolo?

I conflitti e i problemi di coppia

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In coppia a volte è difficile accettare i problemi come una cosa “normale” senza creare tragedie ma non per tutte le coppie è così.

Dipende dagli schemi e dalle dinamiche familiari della coppia (di ognuno dei due partner). Se le famiglie da cui provengono i partner sono fortemente karmiche, sarà proporzionalmente difficile per i due affrontare il conflitto serenamente per quello che è: una lezione di vita, uno strumento per superare il karma, un mezzo per capire le dinamiche familiari e superarle guarendole.
Ogni conflitto richiede una grande energia e una grande voglia di lottare per risolverlo.
Se un partner ha avuto una famiglia in cui il conflitto era di casa e la violenza verbale o fisica pure, potrà a volte decidere di lottare per capire o a volte arrendersi per mancanza di energia. Se l’altro partner invece proviene da una famiglia in cui i conflitti venivano ignorati, difficilmente vorrà stare dentro un conflitto e tenderà o a minimizzare il problema o a fuggirne.
Nel caso in cui uno dei due partner sia stato ferito nell’infanzia/adolescenza da un rapporto familiare difficile, nel caso in cui ad esempio vi è stato abbandono da parte di uno dei due genitori, o da ambedue, quando si innescherà una dinamica simile nel suo matrimonio, tenderà ad “abbandonare” prima di essere nuovamente abbandonato. Quindi riterrà il conflitto una “tragedia” insopportabile e inaccettabile. Ma questa sarà una scusa per mascherare la paura dell’abbandono.
Le dinamiche che si instaurano in una coppia sono tante quante sono le dinamiche delle rispettive famiglie dei partner.
Un suggerimento che posso dare a coppie in cui un semplice conflitto diventa una tragedia è di fermarsi e cercare di mettere per iscritto il problema, ognuno per suo conto. Elaborarlo prima vedendolo proiettato sulla carta, poi affrontare il problema come un processo in cui non vi sarà un vincitore o un vinto, ma due anime che stanno crescendo insieme.
Capisco le vostre obiezioni quando direte: “Ma se mi ha tradito/a, cosa faccio lo scrivo su un foglio?
Beh, sì, prima di aggredire, prima di distruggere, prima di abbandonare il campo, anche in un caso estremo si possono scrivere i propri pensieri su un foglio e tirarli via dalla mente.
Nel caso di un tradimento si può anche arrivare alla conclusione di lasciarsi, ma il punto è farlo “guarendo” il rapporto e non distruggendolo.
Ci sono comunque diversi altri casi in cui il conflitto è meno pesante. Ma anche in questi casi se la dinamica è l’abbandono, l’esclusione, la fuga sarà questo che si cercherà di fare.
Ma, se partiamo dal presupposto che in una coppia si sviluppano alcune dinamiche che provengono dalle rispettive famiglie allo scopo di guarirne il karma, capite che fuggendo non si raggiungerà mai l’obiettivo. E, anche nell’ipotesi in cui la distruzione del rapporto ci dia sollievo (cosa piuttosto improbabile), al prossimo rapporto le dinamiche riaffioreranno e non potremo evitare di affrontarle.
Non vi è alcuna azione, abbiamo detto, che non sia karmica, quindi il da farsi in ogni occasione di conflitto è di trovare la calma necessaria per innescare il processo di comprensione e guarigione.
Scrivere può servire, correre può servire a smaltire la rabbia, rimanere in silenzio e osservare il respiro può servire a portarsi al centro interiore. Ma, anche se in ultima analisi ci fosse uno scoppio di ira, passato questo, occorre fermarsi e capire quale delle tante dinamiche familiari sono state toccate, affrontarle razionalmente e cercare di guarirle.
Questo è un lavoro però da farsi in due e, dato che c’è libero arbitrio, un partner non può obbligare l’altro partner a farlo senza la sua volontà.
Tutto ciò che può fare chi vuole risolvere il conflitto affrontando il processo di guarigione, è aspettare i tempi del partner, lasciare smaltire la rabbia, e cogliere il momento adatto per poter iniziare una comunicazione. Questo richiede dedizione, amore e volontà di proseguire il rapporto.
Un conflitto è comunque meglio affrontarlo sempre. Non vi è mai alcun motivo per evitarlo o ignorarlo. Un conflitto represso o evitato prima o poi riaffiorerà più prepotente e difficile di prima.


Otto Brink

Quando l’Amore Vince

Vita di coppia: le regole del gioco

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Nella nostra cultura si sono progressivamente allentati i legami della persona singola con la famiglia e con i suoi antenati: i valori dell’individuo, dell’autonomia della singola personalita’, prevalgono e vengono idealizzati.

Bert Hellinger, in piu’ di venti anni di lavoro con la terapia breve delle Costellazioni Familiari, ci ha fatto capire che l’idea di una personalita’ autonoma e’ per molti aspetti un’illusione. La singola persona e’ molto piu’ legata di quanto si sia soliti pensare alla famiglia da cui proviene (e non solo ai genitori, ma a parecchie generazioni precedenti), nel bene e nel male.

Questo libro applica il lavoro di Hellinger alla coppia: alla sua costruzione, alla vita insieme, alla comunicazione fra partner.