Tengo un libro tra le mani.
In copertina un leone gigante si specchia sulle rive della Senna.
L’acqua gli sorride, il sole gli illumina il muso.
È contento, felice, in pace con se stesso.
«Era un grande leone. Un leone giovane, curioso e solitario.
Nella sua savana si annoiava molto.
Così un giorno partì in cerca di un lavoro, un amore, un futuro»
Un leone a Parigi è un albo bellissimo (è di Beatrice Alemagna, difficilmente potrebbe essere diversamente, a pensarci bene) edito da Donzelli Editore, ha vinto la prima edizione del Premio nazionale Nati per leggere.
Stufo della sua vita monotona nella savana, un grosso leone, curioso e solitario, decide di mettersi in viaggio in cerca di un avvenire. E arriva così nella capitale francese, dove la sua presenza non suscita né stupore né timore.
Poi però succede qualcosa: la Gioconda gli sorride, un palazzo di vetro si illumina al sole, una signora gli mostra il Sacré Coeur come una torta di panna, guarda la città dalla cima della Torre Eiffel… Parigi non è poi così male, anzi, sembra di colpo sorridergli nei volti della gente.
E camminando tra le strade e le piazze di questa città che non smette mai di vivere, il leone trova una piazza con un piedistallo, ci si mette sopra e decide che quello è il suo posto, e lì la gente lo ama e lo fa sentire finalmente felice.
Una storia surreale, tenera e un po’ malinconica, affidata alla capacità evocativa delle grandi immagini e ai collage. Illustrazioni che mescolano la forza visionaria di un racconto fantastico agli squarci sulla routine e sui luoghi di una Parigi inizialmente disinteressata al nuovo arrivato che passeggia in città.
La storia è dedicata al Leone di Belfort, la scultura di Frédéric Bartholdi (lo stesso artista della Statua della Libertà di New York), che dal 1880 domina Piazza Denfert-Rochereau di Parigi ed è da sempre uno sei simboli dell iconografia della città.
Un albo molto bello, come dicevo, nel quale si parla di una statua davvero esistente a Parigi e la si immagina nel suo percorso fantastico per arrivare lì. Questo libro è anche una dichiarazione d’amore per una città che non si ama mai abbastanza, 😉 e che è bello raccontare ai bambini attravaerso disegni così originali e caratteristici della sua autrice Beatrice Alemagna.
Lo caratterizzano parole semplici, un formato davvero molto grande, che invita ad abbracciarlo, un’impaginazione orizzontale che rende ancora più accattivante la lettura ad alta voce.
Un Leone a Parigi, pagina dopo pagina racconta in modo straordinario lo stato d’animo del leone mostrandoci una sensazione che può impossessarsi di ognuno di noi, grande o piccolo che sia. Un senso di smarrimento e di stupore per quello che ci circonda.
Ma ci piace ancor di più per il messaggio di accettazione e della serenità della propria vita che ha a che fare col posto in cui ci sentiamo amati, più che in quello dove nasciamo.
Arrivare in un posto nuovo, che sia Parigi, che sia la scuola materna, che sia un altra casa fa paura e può mettere anche un pochina di tristezza, inevitabilmente, però se si porta pazienza, dopo qualche “ruggito” ci si accorgerà del bello, di quel sole speciale che c’è. Dappertutto.
Molto interessante, lo consiglio di cuore a tutti, ma ancora di più, oggi più che mai, lo consiglio a chi sta cercando un posto dove stare sereno, dove non dover gridare per farsi sentire.
Un albo per bambini, e per gli adulti, che sa anche essere una bizzarra e spassosa guida delle bellezze di Parigi.
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