Il Mago di Oz – Perez & Lacombe

“Se soltanto tu avessi un cervello, saresti un uomo come gli altri e forse persino migliore di alcuni di loro.
Un cervello è l’unica cosa che valga la pena avere a questo mondo, sia per gli uomini sia per i corvi.”

Nel momento stesso in cui prenderete tra e mani questa maestosa edizione, sarete catapultati ad Oz insieme a Dorothy. Sfoglierete ogni pagina ritrovandovi stupiti e conquistati, riassaporando l’ingenuità dei bambini che una volta eravate mentre ascoltavate la fiaba per la prima volta.

La storia è quella che amiamo, quella che ha fatto breccia nei nostri cuori di bambini e racconta della piccola Dorothy che, insieme al suo cane Toto, nel magico Regno di Oz vivrà mille avventure, andando alla ricerca del famoso Mago di Oz.
La novità si presenta evidente sin dalle prime pagine, dove il protagonista principale sembra essere lo spaventapasseri, il perno che dà impulso all’intero romanzo, tutto il racconto ruota attorno a lui; inoltre viene maggiormente accentuato il legame dei personaggi, la cui unione, come sempre, fa la forza. Il racconto comincia nel momento in cui lo spaventapasseri prende vita, dopo essere stato assemblato, poco per volta, in un campo di grano, notata una ragazzina, Dorothy, coglie l’occasione per chiedere aiuto, facendosi liberare dal palo dove è stato posto dai Munchkin.

Sulle prime lo spaventapasseri si sentì un idiota, e quel pensiero lo ferì.
Ma poi si ripromise di osservare meglio per imparare le cose un po’ alla volta.
Dopotutto, aveva soltanto tre giorni di vita.

I protagonisti sono quelli di sempre, ognuno alla ricerca di qualcosa: Dorothy, con il suo cagnolino Toto, desidera ritornare nel Kansas, dagli zii, lo spaventapasseri desidera un cervello, l’uomo di latta un cuore e il leone il coraggio. Così, in un viaggio rocambolesco, dovranno percorrere il sentiero che li condurrà alla Città di Smeraldo, dove regna il mago di Oz, l’unico in grado di dare loro ciò che più desiderano. Non mancano le quattro streghe, due buone quella del Nord e del Sud e le cattive, Est e Ovest.

Ho sentito parlare di quel potente mago.
Credi che potrebbe darmi un cuore?
– chiese l’uomo di latta

Lo Spaventapasseri, Il Leone e L’Uomo di Latta, protagonisti insieme a Dorothy della fiaba, sono accomunati alla ragazzina da questo desiderio di ottenere qualcosa e, sentendosi tutti incompleti, insieme affronteranno il viaggio alla ricerca dell’illustre Mago, l’unico a possedere la magia che potrebbe davvero colmare il vuoto che sentono dentro.

Ѐ il grande problema della mia vita – rispose il leone a testa bassa e con la criniera arruffata.
Sono nato privo di coraggio.

Il Mago di Oz in questa nuova veste è raccontato dalle parole di Sébastian Perez e straordinariamente illustrato da Benjamin Lacombe edito da Rizzoli
A Sébastien Perez il merito di una maggiore profondità, in una nuova chiave di lettura e con il raggiungimento di un obiettivo finale, che permette al giovane lettore di acquisire un bagaglio di valori oggi più che mai valido, fatto di accettazione dell’altro e riscoperta di sé.
Infatti, Perez, si attiene alla storia originale senza stravolgerla, ma arricchendola e presentandola al pubblico in una forma differente: non a caso con uno stile semplice e un linguaggio diretto, dona al racconto un sapore più moderno e più vicino alle menti nate nella nostra epoca. Inoltre non si limita a riportare solo i fatti come nella storia originale scritta da Baum, ma pone l’accento su diversi aspetti psicologici dei personaggi: dall’intraprendenza di Dorothy alla generosità dell’uomo di latta; dalla bontà d’animo del leone all’ambizione dello spaventapasseri.

Tra le parole e il significato di questa storia ci possiamo rivedere ognuno di noi…quante volte pensiamo di non essere completi, di non essere all’altezza delle aspettative e commettiamo l’errore di pensare che la nostra felicità risieda al di fuori di noi, quando invece tutto ciò di cui abbiamo bisogno è accettarci ed amarci per come siamo fatti, per le nostre peculiarità. Nessuno al di fuori di noi ha la chiave della nostra felicità, nessuno al di fuori di noi può farci sentire completi se non sentiamo noi stessi di esserlo. In ciascuno di noi risiede la vera magia, bisogna impegnarsi per migliorare se stessi, è chiaro, ma la capacità di farlo l’abbiamo solo noi, non dobbiamo ricercare all’esterno ciò che invece custodiamo già dentro di noi.

Il messaggio originale de Il Mago di Oz risuona forte e chiaro, prezioso ed estremamente attuale in un mondo in cui mille pubblicità mostrano, a grandi e piccini, felicità acquistabili, quando invece il viaggio che dobbiamo intraprendere è dentro di noi.
Ecco dunque che pagina dopo pagina la storia parla di diversità ma anche accettazione, autostima ed amore verso se stessi, questi sono i veri ingredienti magici di una vita piena e felice.

Entrambi gli autori, pur operando su piani differenti, hanno trasformato un racconto di notevole pregio, in un capolavoro, conferendo nuovo slancio e offrendolo al lettore in una variante moderna, pur mantenendo l’intento originario.
Tuttavia una cosa è certa, ciò che rende prezioso il volume della Rizzoli sono le tavole di Benjamin Lacombe, le sue illustrazioni sembrano possedere la soffice consistenza delle visioni oniriche e al contempo la forza interpretativa della realtà: le linee morbide assecondano la brillantezza dei colori caldi, rendendo il tutto molto realistico.

Un libro, dal grande formato, curato nei dettagli e decisamente meraviglioso in cui la magia delle immagini si intreccia alle parole suggestive creando un’edizione spettacolare da non lasciarsi sfuggire.

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Affamato come un lupo – Silvia Borando

La Lepre è venuta a sapere che nel bosco c’è un lupo affamato e cerca di avvisare tutti gli animali che incontra sulla sua strada. Una lumaca, un ghiro, un mulo e una talpa.

Alla lumaca dice di scappare perché c’è un lupo affamato che vuole mangiarla ma ahimé, la lumaca, non riesce ad andare più veloce di così.
A questo punto la lepre decide di aiutarla, si carica la lumaca in spalla e riprende la fuga insieme a lei.

Corri e corri con la lumaca sulle spalle, la lepre incontra un ghiro. Il ghiro, naturalmente, è addormentato. La lepre avvisa il ghiro che c’è un lupo e lo incita a scappare, ma niente da fare, il ghiro… non si sveglia!

“Allora ghiro, vuoi scappare sì o no?
Ti dico che nel bosco
c’è un lupo affamato!” urla la lepre.

“Ma il ghiro proprio non si sveglia:
dorme come un ghiro”.

La lepre decide di aiutarlo, così prende il ghiro per la coda e riprende la sua fuga.
Scappa e scappa, con la lumaca sulle spalle e tenendo il ghiro per la coda, la nostra lepre incontra un mulo.

Cosa dirà al mulo e alla talpa?
C’è veramente un lupo affamato
che gironzola nel bosco?

La fine non ve la racconto perché è deliziosa, ammesso che questo sia il termine più adatto al caso… 😀

Affamato come un lupo di Silvia Borando edito da Minibombo è, innanzitutto, una storia molto divertente che ha come punto di partenza la natura (intesa come indole) degli animali che popolano questo bosco. Da qui non può che avere inizio una storia avvincente, che strappa più di un sorriso, in perfetto stile Silvia Borando e Minibombo 😉
Trovo che i libri Minibombo siano davvero di grande pregio per la capacità che hanno di parlare direttamente ai bambini, di coinvolgerli con semplicità, ironia e sorpresa.

Infatti grazie alle brevi frasi e ai disegni coloratissimi tiene il piccolo lettore con il fiato sospeso per tutta la durata del racconto.
Colpisce per la grafica semplice, immediata, a misura di bimbo. La storia è divertente. La protagonista, la lepre rosa, è simpatica e di buon cuore: mentre scappa si preoccupa di avvisare del pericolo tutti gli animali che incontra e quando non le danno retta, non esita ad aiutarli a portarli con sé.
Ma non è solo la lepre che conquista i piccoli lettori, ascoltatori, osservatori: nella loro immobilità tutti i protagonisti sono deliziosi: la lumaca che non si sbriga, il ghiro che non si sveglia, la talpa che non ci vede…
(Storia rivolta a bambini tra i tre e i cinque anni)

Affamato come un lupo, gioca su ribaltamenti e affermazioni di attese e disattese, il massimo per i piccoli che ritroveranno tutti i loro animali conosciuti, le loro paure, le loro idee, e con divertimento in molti casi saranno naturalmente portati rivederle criticamente.
Consigliato più che caldamente, gli albi per piccoli piccoli così divertenti e curati non si vedono proprio tutti tutti i giorni!

P.S. Anche questa volta Minibombo ha lanciato una app connessa al libro e che vi permette di giocare con i personaggi del libro.
Ecco che la fuga continua anche nel tablet o giocando con lo smartphone (pochino però ed insieme 😉 )


E’ ancora una fuga disperata, quella per scappare dal lupo notoriamente affamato. Ed infatti le quattro creaturine protagoniste di Affamato come un lupo, scappano e scappano anche nell’App, senza troppo pensare, attraversando boschi, caverne, tane sotterranee e addirittura fluttuando tra le onde del mare.
Il lupo affamato ha interrotto il loro tranquillo picnic e i quattro, terrorizzati all’idea di essere sbranati, fuggono il più lontano possibile. Ad aiutarli nella fuga saranno i bambini (5-6 anni), che li guideranno attraverso una successione di labirinti fino a diversi punti di salvezza, solo presunta però, perché ogni volta puntuale il lupo sopraggiunge e la fuga riprende.


Ecco che le creature di Silvia Borando diventano ancora più simpatiche quando prendono vita sullo schermo dei tablet. Grazie alle bellissime animazioni di Anna Beozzi e a un puntuale sound design, i quattro animaletti strappano sorrisi e risate a chi li osserva fuggire tra saltelli, squittii e goffi tentativi di supportarsi a vicenda.
La possibilità di interagire con il tablet viene concessa ai bambini solo in alcune tavole, quelle in cui compaiono i labirinti. L’interattività è dunque limitata ma anche indispensabile e funzionale al fluire del racconto: se i quattro animaletti non vengono guidati (mediante trascinamento) verso un’uscita, la storia si ferma.

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Mibau Mibau – Blanca Lacasa

Rispetta, accetta e fai uno sforzo (a volte nemmeno grande)
per rendere felice la persona che ti circonda (specialmente se è qualcuno che ami).
Questa è la storia di Fabio..un cagnolino!

Fabio è un cane. Sì, un cane con il muso di cane, le zampe di cane, le orecchie di cane …

Ma Fabio non abbaia, non corre come un matto per trovare il bastone che il suo proprietario gli lancia, non fa quello che i cani dovrebbero fare. E Fabio è diverso, così semplice.

I loro proprietari lo incoraggiano a fare cose da cani, perché è quello che fanno tutti i cani.
Anche Max, il piccolo di casa, cerca di aiutarlo a imparare ad abbaiare, a rincorrere il bastone o a prendere la pallina..
Ma Max non ottiene nulla.

Una notte, il bambino si alza e scopre con sorpresa che Fabio non è da nessuna parte in casa.
Che strano, dove sarà?
La sera dopo decide di seguirlo e lo vede uscire spensierato, agitando la coda con grande emozione.

E scopre il vero Fabio, quel Fabio che sale sugli alberi e si butta dai tetti, che gioca con i gomitoli di lana, si fa le unghie e addirittura a b b i a g o l a!

Max torna a casa lentamente, pensanto e riflettendo su questa “scoperta”.
Fabio sembrava immensamente felice di fare cose da gatto.
Per la prima volta ha visto il suo cane felice!

Forse l’unica cosa che Max e la sua famiglia possono fare è accettarlo per come si sente lui veramente, senza tentare in tutti i modi di cambiarlo.
In questo albo illustrato Mibau Mibau, questa è una parte importante di ciò che l’autrice Blanca Lacasa vuole trasmetterci: per farci vedere che non tutti dobbiamo essere ciò che siamo “supposti” di essere.
Siamo molto più di ciò che viene visto e ciò che sentiamo è ciò che è veramente importante!

Sono sicura che sia una risorsa eccellente per genitori e insegnanti. Una storia divertente, con illustrazioni molto belle che sanno trasmettere in modo diretto e chiaro le emozioni e le sensazioni dei protagonisti.

Edito da NubeOCHO e illustrato da Gòmez è una storia perfetta per parlare ai bambini, in modo semplice, di rispetto; temi come questi sono e devono essere pilastri fondamentali per la formazione sana di bambini tolleranti e rispettosi in primis di loro stessi e di chi gli sta vicino.
Siamo felici di vedere e leggere sempre di più libri che arrivano a lavorare su aspetti importanti e diversi come l’autonomia, il distacco, la tolleranza, l’immaginazione, l’autostima. E, come in Mibau Mibau di rispetto verso gli altri esseri.

Buona lettura!
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Come si fa a diventare grandi? – Cristina Petit

Potrà il mio gioco preferito
diventare il mio lavoro
quando sarò grande?

Tante sono le domande che frullano in testa ad un bambino o una bambina che sta crescendo…
Diventare grandi per i bambini ha molti significati. Vuol dire diventare più alti, essere capaci di fare da soli, ma anche diventare “un grande”, quella categoria a cui appartengono gli adulti.
Ed eccoli nella loro piccola età fare e farsi domande; le domande dei bambini sono semplici, dirette, chiare.
Riguardano l’oggi, il qui e ora, il presente.

Come si fa a crescere e a diventare grandi?
Le paure dei piccoli possono essere tante, le incertezze purtroppo si fanno spazio nella mente dei bambini con il passare del tempo e le domande sul proprio futuro diventano più insistenti.

Nel libro “Come si fa a diventare grandi?” di Cristina Petit edito da Valentina Edizioni, troviamo le domande del futuro, di ciò che ancora non c’è, che ancora non si è compiuto. Sono quesiti che riguardano il mondo delle possibilità, del divenire. Ecco che appaiono per questo improvvisamente e ineluttabilmente filosofiche, profonde, pregne di attesa e desiderio, ma anche un po’ di timore per ciò che sarà.

Pagina dopo pagina, i bambini trovano le “semplici” risposte che cercano e capiranno che non bisogna mai smettere di sognare, di andare a fondo senza fermarsi dinanzi all’apparenza e comprenderanno che è importante ascoltare chi è più saggio.

Come farà il mio cuore
a diventare elastico
per farci entrare
la mia famiglia,
il mio cane, il mio gatto,
la mia maestra…?

Certamente non ci sono risposte giuste in questo libro, ma semplici indicazioni che, se seguite con verità, indicheranno ai bambini come si fa a diventare grandi. Ad adulti e piccini basterà imparare a usare con saggezza le parole, che sono potenti e possono accarezzare oppure ferire, e a riconoscere il dono prezioso delle piccole cose che accadono in ogni momento senza per forza aspettare le grandi imprese.


Sfogliandolo, sono le bellissime illustrazioni di Cristina Petit a toccare le corde delle emozioni, e sembra quasi di percepirne la sua esperienza di maestra elementare e attenta osservatrice dei piccoli, con un poetico senso della leggerezza e della verità. L’autrice è nata e cresciuta a Bologna, ha insegnato alla scuola materna, secondaria di primo e secondo grado e infine ha ottenuto il posto di ruolo alla scuola primaria.
Tiene corsi per insegnanti e laboratori per bambini. Appassionata di illustrazione, cinema, arte e letteratura. Fotografa, disegna e scrive appena le è possibile. Sposata, ha tre bambini che le hanno spalancato orizzonti nuovi e inimmaginabili.
E proprio con il libro “Come si fa a diventare grandi?accompagna i bambini per mano, nella lettura di quei consigli che ogni genitore vorrebbe dare a suo figlio per un futuro di soddisfazioni…un “grande” Felice!

Ricordiamo sempre, ai piccoli, quanto sia importante imparare ad amare gli altri e se stessi,
ma non abbandonare mai i sogni!

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Da Grande… – Emma Dodd

Da grande voglio fare…
cose buone, cose belle…
come sai fare tu.

Emma Dodd è una garanzia, lo si sa, quasi tutti i suoi libri sono perle rare ed in particolare quelli per i più piccoli raccontano alla perfezione la dolcezza e l’amore.
In questo libro Da Grande…, edito da L’Ippocampo, il protagonista è un piccolo orsetto che si personifica alla perfezione con il piccolo lettore è alle prese con la sua voglia di diventare grande ed essere come mamma e papà.

Orsetto sogna ad occhi aperti e si confida alla sua mamma:

Da grande voglio essere…
intelligente e forte come
un albero che cresce.

Delicati, dolci e poetici, i libri illustrati di Emma Dodd sono piccoli capolavori di emozioni.
Dedicati all’amore tra genitori e cuccioli, sono colmi di sentimento, gioco e complicità.
Le immagini sono tenere e rasserenanti, ideali per la gioia di piccoli e grandi lettori. Piccole storie che fanno bene al cuore, delicate come un abbraccio tra genitore e figlio, una coccola da condividere prima della nanna.

Vincitrice di numerosi premi, l’artista è nota per i suoi piccoli albi dedicati all’universo delle emozioni e degli affetti, realizzati con una tecnica mista semplice, ma di grande effetto, nella quale gli inserti e i particolari realizzati con carte lucide e brillanti costituiscono il tratto distintivo.
I bambini sono attratti da questi giochi di luce e di riflessi, così come dallo stimolo sensoriale che rende i differenti materiali utilizzati piacevoli al tatto. Le immagini sono sempre molto chiare, delicate e rasserenanti e trasmettono un’atmosfera sognante, calda e confortevole come un abbraccio.

Anche in questo ultimo libro, Emma Dodd ha quel suo grande pregio di riuscire sempre a toccare il cuore di chi legge evitando quei pericolosi scivoloni nel sentimentalismo più banale.
Le illustrazioni, le parole: tutto è misurato, ridotto all’osso.
A parlare è il cuore.
Il cuore di una mamma

Buone letture
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Grande Gatto Piccolo Gatto – Silvia Borando

Se Grande Gatto si stiracchiava
sul grande tappeto del salotto…
…Piccolo Gatto si faceva le unghie
sul piccolo tappeto
dello sgabuzzino.

Grande Gatto è, neanche a dirlo, un gatto grande. Piccolo Gatto invece è un gatto piccolo piccolo.
Quello che fa Grande Gatto di riflesso lo fa anche Piccolo Gatto.

Grande Gatto Piccolo Gatto è una delle ultime new entry in casa Minibombo facile ricondurre alla mano creativa di Silvia Borando, l’autrice e l’illustratrice di questo libro.
Il suo stile in effetti è inconfondibile e si ripete, anche se in modo diverso, in tutti i suoi libri.
I disegni sono semplici e belli, colorati e chiari nel rappresentare ciò che devono rappresentare.

Silvia Borando da piccola voleva fare la parrucchiera per tingere i capelli di fucsia alla zia. Da grande mantiene la sua passione per i colori.
Autrice e illustratrice, coordina tra le varie cose il progetto Minibombo, casa editrice completamente dedicata ai piccoli lettori (e ai grandi che leggono con loro). Vive tra Trecate e Reggio Emilia e il suo animale preferito è il riccio. Con Gatto nero, gatta bianca, ha vinto il Premio Nati per Leggere 2015 (sezione Nascere con i libri).

I protagonisti di questo libro sono così Grande Gatto e Piccolo Gatto che trascorrono la prima parte della storia (e quindi le loro giornate) a vivere come due comuni gatti, e quindi a bere il latte, a stiracchiarsi e a rincorrere lucertole…se non fosse che le immagini accompagnate dalle parole (ed ovviamente mi riferisco a Piccolo e Grande) scritte con un carattere diverso, attirano la nostra attenzione proprio sulla differenza che c’è tra i due.
Una differenza di grandezze, in tutto e per tutto.

I due gatti vengono così messi a confronto nella stessa pagina: Grande Gatto con la sua grande ciotola e Piccolo Gatto con la sua ciotolina.
Il paragone tra i due gatti continua con il gomitolo con cui giocano, per il tappeto sul quale si stiracchiano e addirittura per la lucertola che tentano di acchiappare.

Tutto sembra legato alla loro grandezza.
Finché un giorno Piccolo Gatto con un grande balzo (ed ecco che iniziamo a mescolare Grande con Piccolo) salta sulla chioma di un albero.

E da lì tutto sembra trasformarsi in qualcosa di grande: dal gran bel panorama, ai grandi giochi tra le foglie, dai grandi discorsi con un bruco alla grande paura che piccolo gatto ha al calar del sole.

A questo punto l’autrice sembra voler spingere, in modo delicato, il piccolo lettore ad affrontare le proprie paure più grandi.
Come Piccolo Gatto si trova ad affrontare e a superare la paura del buio, così il piccolo lettore ha la possibilità di immedesimarsi con il piccolo protagonista che, a piccoli passi, si sta muovendo verso il mondo dei grandi.

Quando un libro presenta in modo divertente la differenza tra piccolo e grande.
Quando un libro tratta il tema della crescita, del sentirsi grandi…anche quando si è ancora piccoli…
Quando c’è una bella storia felina che parla di amicizia e di aiuto reciproco…ecco che diventa semplicemente un libro che i bimbi, anche più piccoli, adorano!

Piccolo Gatto ne insegue una piccina che svelta svelta sale sull’albero e lui dietro.
Con grandi balzi arriva in cima alla chioma dove salta tra le foglie,
chiacchiera con gli animaletti che ci vivono, si gode il panorama.
Ben presto arriva la notte
e Piccolo Gatto miagola forte forte per la paura.

Ma Piccolo Gatto che farà?! Il coraggio gli torna piccolo come il suo miagolio finché poco alla volta, sempre più convinto e deciso, fa un gran

“M I A O !!”

così forte e grande da svegliare tutti, anche Grande Gatto che lo aiuta a scendere.

Piccolo Gatto è riuscito a vincere la paura del buio ottenendo così una grande conquista.
Ma dopo un momento di grande spavento, non c’è niente di meglio che una bella dormita nella stessa cuccia assieme ad un Grande Gatto ❤

…un Grande Gatto che rappresenta un genitore, la mamma o il papà è quella figura comunque sempre vigile e pronto per rispondere alla richiesta di aiuto e, senza esitazione e con fermezza e saggezza, aiuta piccolo gatto a superare le proprie paure.
Se ci pensiamo Grande Gatto Piccolo Gatto rappresenta, ciò che realmente accade tra genitori e figli, quando, anche se ancora piccoli cuccioli iniziano ad essere desiderosi di sentirsi grandi, per fare ogni giorno le loro piccole ma grandi consquiste..con un “grande gatto” sempre dietro l’angolo pronto a sostenerli, incoraggiarli, a dare consigli o più semplicemente per accoglierli in un grande abbraccio

Scommetto che vi sarete accorti che dietro a molti libri Minibombo c’è il bollino “Giochiamo con…”.
Per Minibombo infatti il libro è solo un punto di partenza che porta poi ad altre storie, a giochi, ad attività da fare con i bambini.
Infatti è stato accompagnato da un’app concepita per completare il libro e continuare a giocare dalla carte ai nuovi dispositivi.
Il gioco vede Piccolo e Grande Gatto alle prese con delle avventure e il piccolo lettore dovrà aiutarli a giungere alla meta scegliendo di volta in volta chi dei due sarà più adatto a superare gli ostacoli.
Il gioco lo trovate su App Store e Google Play.

Buone avventure con grande e piccolo gatto 😉
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Grande gatto piccolo gatto

Silvia Borando

Gorilla di Anthony Browne

Anna passa tutto il suo tempo
a leggere libri sui gorilla,
a guardare spettacoli di gorilla
e a disegnare immagini di gorilla.
Lei ha i gorilla sulla sua lampada da comodino

e persino sulla sua scatola di cereali.
Anna ama i gorilla
e desidera vederne uno vero,
ma suo padre è sempre troppo occupato
o troppo stanco
per portarla allo zoo.

Gorilla, edito da Orecchio Acerbo, racconta la bella storia di Anthony Browne, di una ragazza solitaria che desidera trascorrere del tempo con suo padre perennemente impegnato.
Suo padre è troppo assorbito dal suo lavoro per rispondere alle sue domande, e ancor meno per rispondere alle sue richieste di un viaggio allo zoo per guardare i gorilla. Poi quando finalmente non lavora, è troppo stanco per lei.

Le struggenti illustrazioni di Browne, non possono non emozionare e mostrano la ragazza e suo padre in una casa poco illuminata. Il padre lavora sotto una lampada da scrivania o si seppellisce profondamente nel giornale. Anna invece cerca di attirare la sua attenzione fino a che non si arrende e guarda la TV in un angolo.

Per il suo compleanno, chiede a suo padre un gorilla.
Il padre che lavora sempre ed ha poco tempo e poca pazienza con Anna; per il suo compleanno il massimo che può fare per lei è regalarle un piccolo gorilla giocattolo.
E’ grande la delusione sul viso della ragazzina, ma poi… “è successo qualcosa di incredibile”.

Il gorilla giocattolo diventa un vero gorilla,
protettivo come il padre che desidera,
e pronto a soddisfare i suoi desideri.

Ecco quel magnifico esemplare di gorilla, dolcemente le domanda se gradirebbe una visita allo zoo…riuscirà a condurla oltre le soglie della solitudine dell’infanzia.
Proprio così, si avvera il grande sogno di Anna!!!!

L’arrivo del gorilla gentile è un premio insperato, e il volto del grande animale è disegnato con una espressione di profonda dolcezza, proprio come i bambini immaginano gli animali, che identificano nella loro fantasia come degli umani.

Vestito degli abiti di suo padre, cappello compreso, il gorilla accompagna la bambina allo zoo, dove si possono vedere i vari oranghi e scimpanze, tristissimi dietro le sbarre delle gabbie; poi al cinema, dove un gorilla superman affascina la piccola spettatrice; in pasticceria e infine, sulle spalle del gorilla, Anna ritorna a casa stanca, ma felice come non lo era stata mai..

Dopo una così meravigliosa gita con il caro ed immenso gorilla, Anna si svegliò il mattino guardando il gorilla giocattolo e sorridendo…ricordando il suo “sogno”..
un magnifico sogno ma, quella mattina, del suo compleanno, la piccola Anna riceve una ancora più bella e inattesa sorpresa! Ovviamente vi lascio il piacere di scoprire la dolcezza del finale.

Ecco la vera felicità

Insignito di una miriade di premi, il grande illustratore di libri per bambini Anthony Browne, che aveva dedicato a King Kong un altro suo libro famoso, in “Gorilla” sembra voler superare se stesso.

Le illustrazioni con tutti i precisi dettagli dei disegni di Anthony Browne sono di una grande e rara raffinatezza, la tavola che più emana tutta la tenerezza vede il tenerissimo bacio tra Anna e il suo grande amico, ma devo dire che anche quello sguardo raggiante mentre si guardano negli occhi arriva a scuotere ricordi ed emozioni in grandi e piccini.

Con un uso magistrale tra il realista e surrealista, dai tempi lievi e precisi come quelli di una melodia, Browne racconta della tristezza di una bambina che, a causa di un padre sempre troppo impegnato, rischia di non vedere realizzato il più forte dei suoi desideri, quello di andare allo zoo a vedere i suoi amati gorilla, neanche in occasione del giorno del suo compleanno. Ma, si sa, quando i bambini non riescono ad andare verso i sogni sono i sogni che vanno verso i bambini.

Semplicemente meraviglioso!
Impossibile non amare il grande gorilla!

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Un orso è finito sul mio sgabello preferito – Ross Collins

E’ così grande
che è impossibile da spostare.
A casa mia non ci può stare!
Insieme non stanno d’incanto
un topo e un orso
con una sedia soltanto!

Proprio così inizia l’avventura di un topolino disperato, alle prese con un orso polare un po’ dispettoso 😉

Effettivamente proviamo solo immaginare, cosa succederebbe quando si hanno a disposizione un solo sgabello per due animali molto testardi?!

Il grande orso occupa la sedia preferita di topo, e adesso che cosa farà topo?
Esatto, come spostare un enorme, GIGANTESCO orso bianco!

Che fare?
Povero topo!
Un orso ha deciso di stabilirsi nella sua sedia preferita, e quella sedia non è abbastanza grande per essere condivisa.
Il piccolino prova tattiche di ogni genere..


Spostarlo? No, è troppo pesante.


Guardarlo male? A lui non importa di certo.
Tentarlo con qualcosa di succulento? Direi che non si lascia tentare.
Spaventarlo? un topo che spaventa un orso? Ma dai!
E dopo averle provate tutte, forse un sistema c’è, ed anche molto semplice…
Infatti il piccolo topolino con grande fare espressivo che cattura grandi e piccini, farà e le proverà proprio tutte per farlo alzare, ovviamente, ma senza mai riuscirci ma, quando orso penserà oramai di averla avuta vinta…il piccolo topolino gli farà una sorpresina.. 😀

L’autore Ross Collins è ritornato nelle librerie italiane con Un orso è finito sul mio sgabello preferito edito da Valentina Edizioni, un nuovo albo illustrato davvero divertente!
Potrebbe non essere immediatamente ovvio, ma pensare a come persuadere un orso prepotente a scendere dalla sedia può essere un esempio e insegnare ai bambini una protesta pacifica.
Un orso è finito sul mio sgabello preferito è pieno di umorismo gioioso, ma sopratutto sviluppa verso il piccolo lettore l’empatia e mostra loro proprio come sia possibile protestare creativamente e pacificamente quando qualcosa non va 😉

Questo libro illustrato, con un testo semplice a tratti in rima, illustrazioni a tutta pagina molto espressive su sfondi colorati ed un finale a sorpresa farà divertire i piccoli lettori!
Ve lo anticipo.. potreste sentire gridare ogni tanto:
“Mammaaa! C’è un orso sulla mia sedia preferita!!!” 😀 😀 😀

Un orso è finito sul mio sgabello preferito, è una storia molto divertente che si presta benissimo ad essere letta ad alta voce.

Buona lettura!
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Un orso è finito sul mio sgabello preferito

Ross Collins

Il castello degli aristotopi – Michael Bond – Donzelli

C’era una volta una famiglia di topi
che viveva in una casa delle bambole.

Erano in quindici:
il Signor e la Signora Pilucchi e i loro tredici topini.

Come non amare la famiglia di 15 topini e
la splendida casa di bambole in cui vivono?! 😉

All’interno del castello di un conte, visitato da turisti, c’è anche la casa delle bambole che i topini curano con amore, lucidando, spazzando per renderla presentabile al pubblico e per vivere in armonia, grazie al buon cibo scovato tra i “nobili” rifiuti, in un ambiente sempre caldo e ben tenuto.

Un giorno però cambia tutto. I topini si svegliano con uno strano odore di vernice. Oh no! Il conte ha deciso di ristrutturare il castello e adesso c’è una gran confusione in giro! Anche la casa delle bambole si riempie di polvere e, nonostante le loro cure, inizia a perdere la sua bellezza e a non essere più nemmeno considerata dai turisti.

Proprio qui inizia l’avventura della famiglia di topini, raccontata nel libro dal grande formato:
Il castello degli AristoTopi edito da Donzelli di Michael Bond, noto per essere il creatore dell’orsetto Paddington.

Mamma e papà topo sono molto preoccupati del caos che si sta venendo a creare e i topini percepiscono la loro ansia tanto che, in un momento da soli, cercano di riportare a nuovo la casa delle bambole con acqua e sapone. Ma, ahimè,combinano senza volerlo un vero disastro! La carta da parati si stacca e la casa si rovina ancora di più. Il conte, vedendo le terribili condizioni della casa, decide di farla portare via…chissà dove?!
Dove vivranno adesso???
Si fanno coraggio e senza perdersi d’animo trovano un’altra soluzione, anche se più fredda e scomoda, nel capanno degli attrezzi del conte.

Infatti nel capanno fa freddo, il cibo scarseggia ed è ormai lontano il ricordo della bellissima casa delle bambole dove avevano vissuto felicemente. Ma i topini, insieme, sono felici lo stesso e lo diventano ancor di più quando scoprono che la casa della bambole è tornata al suo posto, completamente ristrutturata e ancora più bella di prima!!!

Il testo è semplice e perfetto per i più piccoli, che così possono appassionarsi alla storia, ed è accompagnato da illustrazioni delicate ed eleganti, che ispirano tenerezza e non ci si stanca mai di guardare. Una storia a lieto fine che mostra come anche da un guaio può nascere qualcosa di molto bello.
Emily Sutton, giovane e affermata artista inglese, che ha magnificamente illustrato, Il castello degli AristoTopi, riporta nelle sue tavole tutto ciò che racconta l’autore, ma poi allarga lo sguardo. Aggiunge i dettagli nascosti tra le righe, quasi volesse far esplodere il testo, affinché il piccolo lettore o ascoltatore possa perdersi in un intricato ricamo di dettagli, dentro una storia senza fine, in un mondo antico e meraviglioso.

I tredici fratellini, sebbene nella storia non abbiano ruoli distinti, sono tutti caratterizzati da uno specifico abbigliamento, e attorno a loro si moltiplicano stoffe variopinte, stanze perfettamente arredate, oggetti di vita quotidiana e tavole imbandite. Inoltre le illustrazioni di Emily Sutton, sempre attente allo scorrere delle stagioni, nascono dall’osservazione diretta del mondo.
Cosa ancora più stupenda è che nonostante i dettagli provino a saturare ogni spazio disponibile sulla pagina, non sostituiscono l’immaginazione del lettore: anzi, gli offrono materia per sognare e per immaginare altre storie; nutrono la fantasia e abituano lo sguardo a lasciarsi incantare.
Da non tralasciare il dettaglio del Signor Pilucchi, in cilindro e marsina e la Signora sua moglie, con uno straordinario cappello fiorito, degno di Sua Maestà la Regina, raccontano con ironia ai bambini il grande amore che gli inglesi nutrono per la loro monarchia e per gli ambienti aristocratici.

Questi piccoli e cari topini ci insegnano
a NON perdersi mai d’animo,
e quanto sia importantissimo restare uniti
per superare insieme ogni avversità!

Ricordiamo ed insegniamo ai bambini che più di tutto, conta la capacità di affrontare gli ostacoli con il sorriso, tutti insieme, secondo l’esempio offerto dagli AristoTopi ❤
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Il castello degli aristotopi

Michael Bond

L’accalappialuna – Barroux

“Il mio nonno ha una casa in cima alla collina,
tre peli sulla zucca e un sacco di storie da raccontare.
Ha sempre in testa il suo cappellino rosso.
Un giorno, prima o poi, fra tanto tempo, me lo regalerà.”

Il nonno di questo bambino vive in una piccola casa arroccata. Un pò come lui.
Il simpatico nonnino porta sempre, sulla sua testa, un piccolo cappello rosso che non separa mai…e dentro la sua testa, miglia di storie folli e ricordi incredibili che condivide con suo nipote.

Agli occhi del bimbo il suo “rifugio” è magico, ci sono dappertutto i ricordi delle sue avventure, dal pavimento al soffitto, dalla cantina alla soffitta.

“Lui dice che è stato un addestratore di gnu,
di mamuth e di orsi artigliati.
E io gli credo.”

L’accalappialuna di Barroux, illustrato magnificamente da‎ Séverine Vidal è edito in Italia da Edizioni Clichy ed è quasi difficile descriverlo con le parole data l’alchimia che si instaura tra queste due persone, l’affetto che li lega è qualcosa di unico e straordinario.
Il piccolo protagonista di questa storia: un bambino che vede nel nonno con l’inseparabile cappellino rosso il suo supereroe, colui che ha inventato le uova lisce e rotonde (prima erano quadrate), che per sbaglio una volta ha pescato una sirena e lo sai ragazzo mio, quanto ha cantato…., che raccoglie le cose rotte e le trasforma in oggetti magici.

Tutte queste storie, suo nipote potrebbe ascoltare per ore, ne beve ogni singola parola, non mette in dubbio niente, perché il nonno è capace di farlo ridere costruendo macchine pazze per farlo volare e quando va a pescare con suo nonno, è sempre lì con la speranza segreta di incontrare Denise, la sirena, che un tempo aveva deliziato suo nonno con la sua voce magica.

Un affetto destinato a crescere negli anni, fino a quando il nonno, stanco, consegna il cappellino rosso al nipote, come fosse un passaggio di testimone, e con la stessa tenerezza il nipote, racconterà le sue meravigliose avventure, le sue invenzioni sbagliate, i suoi record del mondo… al suo caro nonno desideroso di storie e di amore.
È ora il suo turno di raccontare o disegnare storie esilaranti.

Ma avrebbe potuto farlo senza questo nonno con un’immaginazione traboccante?
Tutto è detto in questo bellissimo album con contorni poetici, il legame privilegiato tra le generazioni, la forza della fantasia, l’importanza della trasmissione, la leggenda di famiglia che ci aiuta a crescere.

Con il testo modesto e meravigliosamente malinconico di Séverine Vidal, possiamo trovare le illustrazioni di Barroux leggermente ombreggiate e leggermente sfocate. Se le parole ci portano in storie per dormire, le immagini di profondo blu ci immergono in sogni d’oro.
L’accalappialuna con grandi tavole a doppia pagina dai bei colori, è uno di quegli album dolci e belli allo stesso tempo, come previsto, un po ‘divertente e un po’ triste anche come nella vita ❤

Un libro ricco di dolcezza e di vita da gustare da 4 anni!
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L’accalappialuna. Ediz. illustrata

Barroux, Séverine

Acero di Lori Nichols – Picarona

“Quando era ancora un sussurro,
i suoi genitori avevano piantato
un alberello in suo nome.”

Due genitori piantano un alberello poco prima della nascita della loro prima figlia.
Quando la bambina arriva e viene posta sotto i rami sottili dell’albero appena nato, i due genitori decidono che proprio come un acero era l’albero perfetto da piantare, Acero sarà il nome perfetto per la loro figlia. E così inizia questo affascinante libro!
Oltre a quella che sicuramente sarà un’amicizia per tutta la vita. I due “aceri” crescono insieme, e Acero, la ragazza ha un compagno tutto suo per il gioco. L’albero non si dice mai disturbato, quando Acero è troppo rumorosa, o troppo disordinata 😉

Trattando la sua anima gemella con preoccupazione umana, e non conoscendo ancora i cambiamenti stagionali, quando la bimba si rende conto che presto il suo albero sarebbe rimasto spoglio, si preoccupa che si possa prendere un gran raffreddore, allora come ben potete immaginare con la genuinità che solo i bambini hanno, la piccola Acero si tolse il cappottino e lo diede ad albero, perchè anche lui potesse stare al calduccio.

L’orginale coppia di Amici cresce insieme attraverso le stagioni, fino a quando arriva uno nuovo albero, e il pancione rigonfio della mamma annunciano in modo curioso l’arrivo della sorellina di Acero, la piccola Salice.
Nichols porta il ciclo di vita al punto di partenza con un’altra nascita e un altro albero.

L’autrice Lori Nichols ha iniziato a illustrare in seconda elementare, quando il suo poster per la Humane Society ha intimidito alcuni giudici piuttosto duri, e ha preso il primo posto. Inutile dire che è stata una pietra miliare fondamentale.

Ora guarda alla natura e alla sua famiglia per la maggior parte della sua ispirazione. Da bambina studiava tutto, dalle ghiande alle rane e si meravigliava. Le tre ragazze di Lori le hanno ricordato quei giorni e si ritrova a costruire sulle proprie percezioni, idee e disegni.
Ed è proprio Acero edito in Italia da Picarona ad essere il suo primo libro di debutto!

Lori sa bene che le illustrazioni, pagina dopo pagina documentano in modo unico il tempo quasi meditativo di un bambino con il suo “compagno” preferito molto più efficacemente di mille altri oggetti o parole.
Queste illustrazioni a doppia pagina sono un esempio stellare del perché meno può essere di più. Non intromettendosi nell’intimità, Nichols presenta una storia accattivante per i bambini piccoli che vorranno avere un amico all’aperto così unico. Le illustrazioni sono applicate in modo chiaro su carta bianca morbida che aiuta a ottenere un richiamo sensoriale e l’unità intenzionale con la natura.

Un grande libro sugli alberi, sul magico potere della natura, sui fratelli, sull’amore, sulla crescita.
Buona lettura

Puoi acquistare il libro QUI

Acero.

Lori Nichols

L’isola delle cacche – M. Rita Parsi

isola-delle-cacche-crescere-leggendoCacca e vasino non sempre vanno d’accordissimo.
Un caso particolare, che mi pare accomuni tante mamme: ossia quello in cui il bambino fa la pipì nel vasino ma si rifiuta di fare il resto! E se il bimbo si rifiuta di fare la popò nel vasino?
E allora eccoci qua a parlare di pipì e popò. 😉
E allora? Che possiamo fare?

Un libro che sta riscuotendo molti successi, aiutando i bambini a superare questa fase è L’Isola delle Cacche di Maria Rita Parsi.

Come ben sappiamo ogni bambino, ha i suoi tempi di sviluppo ed è molto importante capire se nostro figlio è pronto per un passaggio “totale” all’uso del water o se ha bisogno di un graduale adattamento per cacca o pipi…
In questi casi è meglio non forzare immediatamente il bimbo.
Al contrario, il sentirsi rassicurato lo aiuterà a superare la “paura di non farcela” e sarà lui stesso, spontaneamente e con fierezza, ad abbandonare il pannolino quando si sentirà capace di fare da solo.

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Mettiamo nei loro piccoli panni..quell’enorme vortice dentro il water non fa pensare proprio a nulla di buono sul luogo dove vada a finire. Ed é proprio questo che loro vorrebbero sapere:
“mamma ma dove vanno a finire le mie cacche, perchè vengono portati via dei pezzi di me”.
Così il protagonista Teo, di questo simpatico libro, rinvendica un suo sacrosanto diritto:
“La cacca è mia e la gestisco io!”. E se invece tutte le sue cacche finissero in un posto sicuro…? Allora sì… potrebbe farla tranquillamente!

Questo libro spiega, sia a parole che con illustrazioni molto efficaci, dove vanno a finire le loro feci e introducono il concetto che nulla in natura viene sprecato.

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In questo modo i bambini che hanno paura a separsi dalle loro cacche probabilmente troveranno grande beneficio e coloro che invece non manifestano questo disagio saranno comunque felici di scoprire dove vanno a finire le loro cacche e il prezioso ruolo ha hanno nella natura.

Siamo sinceri, l’argomento non è gradevole per un adulto, ma un bambino di questa età considera le proprie feci come “una cosa che ha fatto lui”, un prodotto speciale del proprio corpo, e non un semplice atto fisiologico. E come tale va compreso e apprezzato dalla famiglia.

Facciamo diventare il “momento della cacca” un momento di gioco, ci si siede sul bel vasino o sul water a leggere insieme L’Isola della cacche con le sue simpatiche illustrazioni;

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Scoprirete che la cacca parte per un lungo viaggio con tanto di mappa e attraversa tutto il Mar di Pipì per arrivare su un’isola, da qui poi, ogni tanto, se ne stacca un pezzo che va a concimare la terra… ovviamente prima del grande viaggio bisogna salutarla e tirare lo sciacquone 😀

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Ma attenzione, cari genitori, non dimenticate anche il suggerimento divertente dato – ogni cacca ha la sua bandierina che ne attesta la provenienza e si sa sempre di chi è…

Buona lettura e buon divertimento 😉

Puoi acquistare il libro qui:

 

L’isola delle cacche

M. Rita Parsi, M.

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